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Confronto (serrato) tra utenti con vedute diverse su viaggi astrali, obe, paralisi, vibrazioni ecc.ecc.


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28 minuti fa, malia ha scritto:

Infatti nessuno ci obbliga a perdere tempo ed energie con chi riteniamo non utile, o con post che non riteniamo utili.

Ma nel momento in cui dici: Tornado, questa cosa non la puoi dire perché (segue una serie di motivi....) stai già dialogando, cioè la tua attenzione è stata già catturata e stai reagendo. Non c'è niente di costruttivo, ok, in questi casi, ma neanche niente di distruttivo. In questo genere di discussioni siamo come fantasmi che tornano come in un loop sulla scena del crimine, a ripetere le stesse cose dopo anni e anni in cui le abbiamo ripetute sempre uguali;  se ci pensi, non ci siamo spostati di un millimetro dalle nostre posizioni. Il fatto di rimanere puntualmente impigliati in questo genere di discussioni vuol dire che dentro di noi ci sono cose non  risolte. E il fastidio che proviamo verso chi ha opinioni diverse, o chi nega le nostre esperienze, o chi nega la nostra capacità di distinguere le esperienze, è solo problema nostro. Non è Tornado il problema.

Una cosa che ho imparato dalle OBE, in cui mi trovavo di fronte a personaggi non esattamente inclini al dialogo in modo costruttivo, visto che me menavano e basta, è che ero io, il problema.

 

Il lavoro interiore è infinito e se non avessimo cose da risolvere saremmo illuminati ed io non lo sono affatto. 
 

l’essere rimasti sulla stessa posizione potrebbe voler dire molte cose, non solo questo, sarebbe una semplificazione eccessiva e che sposta il focus dalle questioni da dirimire. 
 

forse hai frainteso una cosa, ma può capitare, Tornado non è affatto un problema per me, altrimenti lo avrei messo nella black list e non avrei più letto i suoi post, questo non significa che anche io, come lui, non abbia il diritto di rilevare quelle che per me sono inesattezze ed esprimere il mio dissenso, d’altronde come sottolinei tu, questo è un forum ed ognuno può dire la sua, per lui è assurdo pensare di uscire dal corpo, per me è assurdo pensare che non sia possibile, penso di avere il diritto anche io, come lui, di ripetere a macchinetta sempre le solite cose. 

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22 ore fa, occhibianchi ha scritto:

I

 

la tradizione è il corretto protocollo da seguire, si può fare diversamente? ma certo che si! si ottengono risultati anche senza seguire il protocollo? molto probabile! ma non seguendo il protocollo ci sono maggiori rischi e non si otterrà mai ed in nessun modo il risultato ottimale.

La tua presa di posizione, chiamiamola così, nei confronti di Tornado, a me non sembrava improntata sul: oh, ti sto dando un consiglio perchè io ho l'esperienza, se continui così te fai male, oppure del tipo: oh, voi che leggete, prendete con le pinze il punto di vista di Tornado perchè può essere pericoloso, dispendioso, inutile, ecc.

 (Mi) sembrava come: ahò, qua si parla di cappotto con i tasselli; se vuoi parlare del cappotto con la colla, vai da un'altra parte. Oppure detto così: oh, e mo che vuoi dire che io non so fare bene il cappotto?

 

Il messaggio che arriva è diverso.

 

Se poi quello è l'intento e cioè quello di evitare all'interlocutore dei problemi (o cose che noi consideriamo problemi), o di evitare in chi legge dei problemi, credo che il linguaggio usato debba essere diverso. E me lo dico pure da sola, perchè mi sono vista più volte, nel tentativo di evitare (o la presunzione) a qualcuno dei problemi, avere slanci inappropriati o  fermezza verso aspetti che hanno generato solo confusione o peggio, reazioni di opposizione nella controparte coinvolta, comprensibili.

Edited by malia
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20 minuti fa, malia ha scritto:

La tua presa di posizione, chiamiamola così, nei confronti di Tornado, a me non sembrava improntata sul: oh, ti sto dando un consiglio perchè io ho l'esperienza, se continui così te fai male, oppure del tipo: oh, voi che leggete, prendete con le pinze il punto di vista di Tornado perchè può essere pericoloso, dispendioso, inutile, ecc.

 (Mi) sembrava come: ahò, qua si parla di cappotto con i tasselli; se vuoi parlare del cappotto con la colla, vai da un'altra parte. Oppure detto così: oh, e mo che vuoi dire che io non so fare bene il cappotto?

 

Il messaggio che arriva è diverso.

 

Se poi quello è l'intento e cioè quello di evitare all'interlocutore dei problemi (o cose che noi consideriamo problemi), o di evitare in chi legge dei problemi, credo che il linguaggio usato debba essere diverso. E me lo dico pure da sola, perchè mi sono vista più volte, nel tentativo di evitare (o la presunzione) a qualcuno dei problemi, avere slanci inappropriati o  fermezza verso aspetti che hanno generato solo confusione o peggio, reazioni di opposizione nella controparte coinvolta, comprensibili.

Se avessi i mezzi per evitare problemi agli altri li eviterei prima a me stesso 😄

il tono con cui hai letto i miei messaggi non dipende da me, ma dell’idea che ti sei fatta delle mie idee e delle mie emozioni, forse il mio interesse era semplicemente legato al dire la mia sull’argomento, ci sono utenti con cui si è sulla stessa linea, altri con cui si è su linee diverse ma con cui c’è interesse, spero, reciproco nello scambiare i propri punti di vista, anche se poi si rimane ognuno della propria idea per millenni, e altri utenti che si percepiscono, soggettivamente, come troll. 

inerpicarsi sulle motivazioni interiori altrui lo trovo inutilmente dispendioso, un zinzino pretestuoso e parecchio OT. 

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In effetti io, sinceramente, Malia, non capisco in base a quale legge chi dialoga (? Forse sarebbe meglio dire interagisce) con entità non umane, oppure chi ha esperienze spirituali, debba poi per forza essere in grado di rapportarsi a tutti gli altri esseri umani in modo impeccabile e in qualsiasi contesto, fra l'altro secondo criteri che stabilisci tu. Avere esperienze spirituali non rende automaticamente perfetti. Si ha il diritto di essere infastiditi pur avendo una certa esperienza spirituale, e di manifestarlo se si ritiene opportuno. Le due cose non si escludono a vicenda, come credi tu. E se non lo credi, tutta questa "moralizzazione" è fuori luogo, a tratti grottesca. Pensaci.

Edited by Freya
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2 minuti fa, Freya ha scritto:

In effetti io, sinceramente, Malia, non capisco in base a quale legge chi dialoga (? Forse sarebbe meglio dire interagisce) con entità non umane, oppure chi ha esperienze spirituali, debba poi per forza essere in grado di rapportarsi a tutti gli altri esseri umani in modo impeccabile e in qualsiasi contesto, fra l'altro secondo criteri che stabilisci tu. Avere esperienze spirituali non rende automaticamente perfetti. Si ha il diritto di essere infastiditi pur avendo una certa esperienza spirituale. Le due cose non si escludono a vicenda, come credi tu. E se non lo credi, tutta questa "moralizzazione" è fuori luogo, a tratti grottesca. Pensaci.

Però quello secondo cui chi pratica lavoro interiore, anche raggiungendo traguardi relativi, sia scevro da emozioni e reazioni istintive, come se fosse in grado di controllare il suo completo essere, è un errore molto comune. Va detto che il lavoro interiore, spirituale o come si voglia chiamarlo, deve portare un miglioramento, un’evoluzione, altrimenti qualche domanda dovremmo porcela. 

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9 minuti fa, occhibianchi ha scritto:

Però quello secondo cui chi pratica lavoro interiore, anche raggiungendo traguardi relativi, sia scevro da emozioni e reazioni istintive, come se fosse in grado di controllare il suo completo essere, è un errore molto comune. Va detto che il lavoro interiore, spirituale o come si voglia chiamarlo, deve portare un miglioramento, un’evoluzione, altrimenti qualche domanda dovremmo porcela. 

Pensa come eravamo messi qualche anno fa, occhi. 😂

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20 minuti fa, occhibianchi ha scritto:

Io sono peggiorato parecchio

Per me non ha senso star lì a dirsi sono peggiorato o migliorato, altrimenti si cade nell'errore di avere un'idea irreale di perfezione che può fare seri danni. Poi vedi i mostri in OBE e rispondi male a tornado.

Edited by Freya
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Il 7/3/2023 at 13:52, Freya ha scritto:

In effetti io, sinceramente, Malia, non capisco in base a quale legge chi dialoga (? Forse sarebbe meglio dire interagisce) con entità non umane, oppure chi ha esperienze spirituali, debba poi per forza essere in grado di rapportarsi a tutti gli altri esseri umani in modo impeccabile e in qualsiasi contesto, fra l'altro secondo criteri che stabilisci tu. Avere esperienze spirituali non rende automaticamente perfetti. Si ha il diritto di essere infastiditi pur avendo una certa esperienza spirituale, e di manifestarlo se si ritiene opportuno. Le due cose non si escludono a vicenda, come credi tu. E se non lo credi, tutta questa "moralizzazione" è fuori luogo, a tratti grottesca. Pensaci.

Ma infatti io non pensavo alla perfezione, concetto che non sono neanche in grado di concepire. E non credo di fare la morale, concetto, quello della morale, che in tutta sincerità, non ho mai capito che ca**o significa.

La mia osservazione parte da questo: in astrale abbiamo a che fare con declinazioni esasperate, moltipilcate, esagerate, degli aspetti che affrontiamo ''da svegli''. Nella dimensione del 100x.  Pure di più

Se stiamo qui a raccontarli è perchè li abbiamo osservati, gestiti, giusto? Se non li avessimo gestiti  in qualche modo, staremmo di fronte al muro con la bava alla bocca e la camicia di forza.  Freya, ma te vedi le palle di luce e quell'altro...non mi fa' di'.

E prendi per moralizzione l'osservazione di meccanissmi mooolto più semplici da gestire?....non è moralizzazione.

 

Però mi dico, se le osservazioni che faccio, e mi permetto di farle con occhi, con te, con giulia, vengono prese come moralizzazione, quando io invece penso di parlare alla pari ma con linguaggio da bar, devo rivedere qualcosa.

 

Cita

Però quello secondo cui chi pratica lavoro interiore, anche raggiungendo traguardi relativi, sia scevro da emozioni e reazioni istintive, come se fosse in grado di controllare il suo completo essere, è un errore molto comune. Va detto che il lavoro interiore, spirituale o come si voglia chiamarlo, deve portare un miglioramento, un’evoluzione, altrimenti qualche domanda dovremmo porcela. 

Non so. L''idea del miglioramento, dell'evoluzione, implica aver stabilito un verso e una direzione. Quali sono i traguardi che ti sei prefisso? Parziali, ecc...

Io su questa determinazione di direzione e verso   (nell'universo infinito) ...alzo le mani.

Edited by malia
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Quell’altro, ti posso assicurare, non ha preso nulla di quello che hai detto come una moralizzazione, magari mi sono sbagliato, ma non ho mai avuto questa sensazione. 
 

comprendersi è molto difficile quando i livelli sono diversi e non do al termine diverso ne l’accezione di migliore ne quella di peggiore, ma semplicemente diversi. Dico sempre la stessa cosa, ma è anche per questo che esiste la tradizione, perché è un linguaggio analogico. 
 

ci sono delle considerazioni fatte da te che a mio parere sono inesatte: in astrale non percepisci il 100x del fisico, percepisci altro, non fisico, rapportarlo al fisico è un escamotage per farsi comprendere e inoltre ritengo che l’organo da investigare per comprendere queste esperienze non sia il cervello. 
 

imho

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17 minuti fa, malia ha scritto:

Ma infatti io non pensavo alla perfezione, concetto che non sono neanche in grado di concepire. E non credo di fare la morale, concetto, quello della morale, che in tutta sincerità, non ho mai capito che ca**o significa.

La mia osservazione parte da questo: in astrale abbiamo a che fare con declinazioni esasperate, moltipilcate, esagerate, degli aspetti che affrontiamo ''da svegli''. Nella dimensione del 100x.  Pure di più

Se stiamo qui a raccontarli è perchè li abbiamo osservati, gestiti, giusto? Se non li avessimo gestiti  in qualche modo, staremmo di fronte al muro con la bava alla bocca e la camicia di forza.  Freya, ma te vedi le palle di luce e quell'altro...non mi fa' di'.

E prendi per moralizzione l'osservazione di meccanissmi mooolto più semplici da gestire?....non è moralizzazione.

 

Però mi dico, se le osservazioni che faccio, e mi permetto di farle con occhi, con te, con giulia, vengono prese come moralizzazione, quando io invece penso di parlare alla pari ma con linguaggio da bar, devo rivedere qualcosa.

 

 

Sì, allora francamente non capisco tutta questa strenua difesa del dialogo con tornado. Ma qual è il problema, alle fine? Cioè il tuo problema col nostro comportamento, qual è? Ma soprattutto chi se ne frega di cosa dice tornado?

Edited by Freya
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41 minuti fa, malia ha scritto:

Non so. L''idea del miglioramento, dell'evoluzione, implica aver stabilito un verso e una direzione. Quali sono i traguardi che ti sei prefisso? Parziali, ecc...

Io su questa determinazione di direzione e verso   (nell'universo infinito) ...alzo le mani.

Perdonami, mi era sfuggito. Non ho traguardi, per me non esiste un traguardo, ho uno scopo e la direzione è quella dell’efficacia necessaria per raggiungerlo. 

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2 hours ago, malia said:

Non so. L''idea del miglioramento, dell'evoluzione, implica aver stabilito un verso e una direzione. Quali sono i traguardi che ti sei prefisso? Parziali, ecc...

Io su questa determinazione di direzione e verso   (nell'universo infinito) ...alzo le mani.

Secondo me..

L'universo non sa dove va, ammesso di andare da qualche parte; è infinito e basta.. stazionario e dinamico nello stesso tempo - si rinnova continuamente in automatico. Siamo noi, quelli che ci abitano, le innumerevoli civiltà, a renderlo "cosciente", a dargli un senso, una qualche direzione. L'eventuale miglioramento non si può programmare, accade in alcune circostanze. A livello individuale il miglioramento sarebbe conoscere meglio se stessi - e per analogia il tutto. A livello della specie il miglioramento capita quando si migliorano le condizioni di vita degli esseri viventi tutti senza distinzione alcuna a causa della interdipendenza tra forme diverse. A livello siderale e universale il miglioramento rappresenta il fatto di mantenere il numero delle civiltà evolute contenuto perché l'uomo è parassita dell'universo, non deve moltiplicarsi troppo. Il miglioramento dunque è cercare/ trovare equilibrio dentro e fuori. Comunque le esperienze oniriche sono interessanti dato che cambiano i parametri vitali non la realtà che è sempre la stessa ed è una sola. Non ci sono "due" realtà..

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È comunque durante la paralisi del sonno, proprio perché si definisce del sonno 🙁 si sta dormendo, si è in uno stato di sonno, la mente riceve impressioni coscienti, ma è congelata 😯

Proprio stanotte ho avuto una paralisi, in cui ero convinto che ci fosse la televisione accesa 🤨 e sentivo come se ascoltassi il telegiornale e una voce. maschile 🤔 Ma nella mia camera non c'è nessun televisore funzionante (quello vecchio l'ho eliminato perché incompatibile con il digitale terrestre in HD ) e non mi sono mai messo a letto in vita mia con il televisore acceso 😑 

Quindi continuare ad affermare che durante la paralisi si è svegli e lucidi come nella normale coscienza di veglia, mi viene da pensare che pure quando siete normalmente svegli siete invece dormienti, se non riuscite a cogliere la differenza tra l'essere svegli normalmente e l'essere risvegliati durante la paralisi. 

P.S. non ignoro a nessuno, proverò a rispondere a tutti coloro che mi hanno menzionato in precedenza, solo che alle volte mi sembra delirante dovere dare risposte scontate e soprattutto ripetitive. Qui non si tratta di avere ragione o torto, ma di essere obiettivi 😐

 

Edited by tornado
P.S. 🙏🏼
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Il 2/3/2023 at 06:05, Giulia ha scritto:

Mi sono fatta l’idea che, fin tanto che siamo fisicamente in vita e nel normale stato di veglia (non in meditazione ad esempio) il cervello agisca come una sorta di valvola a riduzione, come un imbuto che ci impedisce di percepire la realtà per tutto quello che é, di conoscere il futuro, di leggere nel pensiero di tutti e così via. 

In base alle mie osservazioni, quando il corpo fisico sta dormendo e si sogna, ma sopratutto se si ha un’OBE, questa sorta di imbuto si allarga, permettendo alla coscienza, non più distratta dal piano fisico, di percepire in maggiore o minor misura, realtà non fisiche, al di fuori dello spazio tridimensionale e del tempo lineare. Al risveglio i ricordi saranno comunque filtrati dal cervello, come capita anche a chi, clinicamente morto, ha una NDE, con attività cerebrale inesistente, con esperienze mistiche ed ineffabili e la sensazione di aver compreso tutto, che restano in gran parte precluse al ricordo dopo la rianimazione.

lo stato di paralisi del sonno, invece, si potrebbe considerare uno stato intermedio: il corpo dorme, la mente é sveglia, ma la coscienza si trova a metá strada fra la percezione fisica e quella non fisica.

Quindi in astrale direi che chi percepisce i fatti che si verificano nella sfera dell'esperienza individuale sia la coscienza.

Ciao, @malia. Quando la scienza parla di allucinazioni si riferisce ad esempio a “percezione sensoriale che ha il senso impellente di oggettiva percezione, ma che si verifica in assenza di stimolazione sensoriale del relativo organo di senso” (dal vecchio DSM IV, non ho il DSM V) e le considera in genere nell’ambito di stati morbosi qualora si verifichino in stato di veglia.

Gli organi di senso li considero quelli in funzione in stato di veglia e specificatamente in uno stato ordinario (e non modificato) di coscienza. Nella mia personale esperienza della paralisi del sonno il corpo fisico dorme e gli organi di senso comunemente associati allo stato di veglia sono scollegati. Nel caso di @occhibianchi che é in grado di aprire gli occhi e di altri utenti che dichiarano di poter muovere la testa, francamente non saprei dire. Resta il fatto che la mente nel mio caso é sveglia, ma i miei organi di senso no.

Ho cercato di dare un’idea del comportamento del cervello in stati ordinari e modificati di coscienza nel passo che ho citato qui, parere condiviso da molti scienziati e studiosi degli stati modificati di coscienza.

Allego un esempio di come il rapimento estatico (quello che si verifica e si misura per esempio col poligrafo durante le Apparizioni Mariane) viene collocato fra le “allucinazioni” dalla mappa degli stati di coscienza di Fisher. Poiché anche sulla base di questi studi il Vaticano o il vescovo preposto si basano per dichiarare o meno “degne di fede umana” tali Apparizioni, non considero in questo caso il termine “allucinazione” offensivo. Ma anche la mente degli studiosi in questo caso é più aperta, e accetta l’idea che il soprannaturale si possa palesare anche se in modo soggettivo.

Tuttavia in tante altre circostanze l’accezione “allucinazione” strettamente associata agli organi di senso resta un termine inadeguato: significa semplicemente percepire cose che non ci sono, e in tal caso non lo trovo utile per descrivere cosa percepiamo in stato di paralisi del sonno quando il corpo dorme, e conseguentemente anche durante un’OBE, un ADC (contatto con defunti), una NDE e via discorrendo.

In quanto al ruolo del cervello, una volta esclusi gli organi di senso, a parer mio ha solo il compito di filtrare le informazioni ricevute attraverso le nozioni che giá ha o anche a quelle che é aperto a ricevere.

Nel caso delle NDE (con EEG piatto) il cervello puó fare più fatica a ricordare o a “filtrare” le informazioni e queste restano in parte inaccessibili o accessibili pian piano nel tempo.

I neuroscienziati che considerano la coscienza come un prodotto del cervello spiegano invece le NDE come una residua attività cerebrale non misurabile con l’EEG. Con tali persone non ho constatato possibilità di dialogo, almeno con quelle che ho conosciuto.

Aggiungo che io non faccio assolutamente moralismo. Magari leggo frettolosamente e sbaglio a capire. Tuttavia mi sono fatta l’idea che le paralisi del sonno sono una porta verso le esperienze astrali, e che le esperienze sinistre e inquietanti che si presentano in quello stato siano probabilmente i “guardiani” di cui parla @Freya
 

 

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Edited by Giulia
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N.B.: Ci ho messo tre o quattro giorni a trovare il browser che mi permettesse di postare. Per me, su consiglio di un altro utente, ha funzionato Firefox da PC con sistema operativo Windows 10. Tuttavia ho dovuto rimuovere tutti i link e le formattazioni del testo.

 

Cito @malia: “Mi sembra più che altro che alcuni ritengano i processi fisiologici come cose diverse da se stessi, quando invece ogni singolo fotogramma che arriva nella mente, percepito o non percepito, è roba anche nostra. Non esiste, ma proprio non esiste una percezione di qualcosa che non è anche roba nostra.”

 

Concordo. Ecco che mi dai l’opportunità di arrivare finalmente a citare gli studi e le intuizioni di Gregg Braden. Chiedo scusa in anticipo per il lungo preambolo.

 

Ricordo chiaramente che c’è stata una fase nella mia vita, che va dalla nascita fin verso i cinque/sei anni, in cui ero costantemente felice senza mai avere l’impressione che mi mancasse qualcosa. La mia vita era ricolma di beatitudine e magia ed ero convinta che tutto fosse possibile. Poi, quasi dall’oggi al domani, l’incantesimo si ruppe. Ritengo che ciò sia da ascrivere al fatto che, crescendo e frequentando la scuola, la società cominciò ad interferire con le mie innate conoscenze, insegnandomi che ero un individuo separato e scollegato dal resto del mondo.

 

Tuttavia, la mia grande curiosità circa i grandi misteri della vita ebbe il sopravvento, e cominciai a leggere ogni sorta di libri a disposizione all’epoca che illustravano in particolare teorie scientifiche sull’universo e la storia dell’umanità, ivi inclusa l’archeologia biblica.

 

Trovai strano che la ricerca scientifica si basasse tanto sulla premessa che tutto è separato. Così cominciai ad interessarmi ai film di fantascienza, soprattutto se questi si basavano su forti legami affettivi fra le persone. Fu in questo modo che scoccò in me di nuovo la speranza che tutto fosse possibile, di poter per esempio viaggiare nel tempo, per esempio nel passato, per fare una scelta diversa che evitasse un esito nefasto e portasse per esempio a salvare delle vite (per esempio Déjà Vu e La casa sul lago del tempo. Al momento sto guardando Manifest su Netflix).

 

Intorno ai 9 anni cominciai a sperimentare dei forti déjà vu, che duravano in genere meno di un minuto, ma che mi proiettavano in uno stato modificato di coscienza molesto sul piano fisico (sentivo come un pugno allo stomaco, un colpo sul naso e un perdurante mal di testa dopo ogni episodio) ma piacevole sul piano mentale, in cui tutto (immagini, suoni, odori, sapori) mi sembrava chiaramente già vissuto. Questi episodi si intensificarono negli anni immediatamente precedenti all’incontro con mio marito e si interruppero definitivamente quando nacque nostro figlio.

 

Intorno al 2014 mi imbattei nelle teorie di Gregg Braden (28 giugno 1954 -), uno scienziato americano che ha collaborato anche con la NASA. Designer esperto di sistemi informatici (Martin Marietta Aerospace), geologo informatico (Phillips Petroleum) e supervisore operativo tecnico (Cisco Systems), Braden è oggi considerato un’autorità nel collegare le conoscenze del passato con la scienza, la medicina e la pace del nostro futuro.

 

Tra il 1979 e il 1990 Braden ha operato come problem solver durante un’epoca di crisi per le 500 società della Fortune. Oggi continua ad esercitare il problem-solving nell’opera tesa a colmare il divario fra la scienza moderna e la saggezza del nostro passato per giungere a soluzioni concrete alle problematiche che attanagliano le nostre vite.

 

I suoi viaggi nei remoti villaggi montani, monasteri e templi del passato, uniti al suo background nelle scienze meccaniche, lo qualificano in modo particolare nel saper portare alla ribalta i benefici delle tradizioni del passato nella nostra vita di oggi.

 

Bradden è autore di almeno 12 opere (tra cui 5 best seller) internazionali pubblicate in più di 40 lingue ed è rinomato come uno dei pionieri nel tracciare un ponte tra scienza e spiritualità.

 

Ciò che ha portato Gregg Braden ad esprimere determinate teorie è stato, oltre agli studi effettuati da ragazzo e da adulto, l’aver vissuto ben due esperienze di NDE quando era ancora un bambino.

 

Naturalmente Wikipedia lo colloca nel calderone non meglio definito dei pensatori New-Age, sul quale non mi esprimo.

 

Bradden spiegava in parole semplici ed accessibili per la mia cultura non tecnica quello che cercavo di capire per identificare il ponte che potrebbe esistere fra scienza e spiritualità. Bradden spiega come per migliaia di anni tradizioni antiche, indigene e fortemente improntate alla spiritualità si basassero sul semplice presupposto che tutto è collegato, laddove la scienza, e successivamente la fisica quantistica abbiano fatto immani sforzi negli ultimi 300 anni per arrivare alle stesse conclusioni, partendo però dal presupposto che tutto è separato.

 

Le recenti conclusioni di alcuni esperimenti scientifici sembrano avvicinarsi a dimostrare l’effettiva esistenza di campo energetico intelligente (che alcuni definiscono campo quantico, la matrix o Dio). Nelle parole di Bradden:

 

«1) Il campo contiene tutte le cose: dalla prospettiva in cui la scienza lo vede ora, ogni cosa esiste in questo campo, l’universo esiste in questo campo, e nulla esiste al di fuori di questo campo. Quindi, tutte le cose che succedono, succedono in questo campo.

 

2) Il campo costituisce un ponte fra noi e il mondo che ci circonda, tra il nostro mondo interiore e quello esteriore. Ciò è importante perché, per esempio, quando offriamo energia di guarigione o una preghiera a una persona che si trova anche al lato opposto della terra, siamo in grado di influenzare le cose grazie a questo campo.

 

3) L’energia di questo campo costituisce uno specchio che riflette nel mondo che ci circonda ciò che riteniamo essere vero nel nostro mondo: tutti abbiamo convinzioni e aspettative circa ciò che è vero e possibile nel mondo: talora a livello conscio altre volte no; ma, indipendentemente da questo, il mondo conferma sempre quelle che sono le nostre reali convinzioni.

 

La fisica quantistica sta ora studiando come e perché:

 

-         1) Siamo tutti collegati;

-         2) Non ci limitiamo semplicemente ad osservare la realtà, ma contribuiamo fattivamente a crearla tramite le nostre emozioni;

-          3) Possiamo trovarci in più luoghi contemporaneamente e viaggiamo attivamente fra le varie dimensioni.»

 

Queste idee mi hanno aiutato a colmare il divario tra le mie conoscenze innate ed il mio fermo desiderio di ottenere prove di prima mano circa la possibilità di fare cose apparentemente impossibili, quale ad esempio visitare l’Aldilà, viaggiare nel tempo, avere esperienze spiritualmente trasformative (STE) che mi hanno portato a nuove conferme circa il potere dell’aspettativa positiva.

 

Mi rendo ora conto che il mio bisogno di leggere libri che parlassero di questi argomenti e poi cercare prove di prima mano possa essere stato un promemoria (déjà vu compresi) posto in essere da quello che chiamo Io Superiore o Io Completo a beneficio del mio Io Terreno, al di là dello spazio e del tempo, in modo da non deragliare dal mio percorso terreno teso a riscoprire ciò che nella mia prima infanzia era un dato di fatto.

 

Di qui la mia convinzione (confermata dalle evidenze che ho ricevuto in tanti anni) che la morte costituisce il risveglio da un’illusione momentanea di essere persone separate in balia degli eventi.

 

Per venire alla sindrome della Vecchia Strega, se davvero nella realtà fisica noi NON siamo solo semplici osservatori di ciò che percepiamo, ma contribuiamo con le nostre emozioni a creare ciò che percepiamo, mi viene da dire che, a maggior ragione nella più fluida dimensione astrale, questi meccanismi sono più evidenti e immediati. Se tutto è collegato e noi non siamo esseri separati in balia degli eventi come appena ipotizzato, la conclusione potrebbe essere che, se incontriamo sul nostro cammino situazioni o entità moleste, abbiamo la possibilità di riflettere su quali nostre convinzioni e aspettative (consce o inconsce) tali molestie ed ostacoli si fondano. Ho constatato nella vita che le aspettative che la società mi aveva inculcato erano sì molto forti e condivise, ma non insormontabili.

 

È stato così che, quando un Cristo a grandezza d’uomo morto e inchiodato alla croce è emerso dal pavimento della mia camera da letto, mentre cercavo disperatamente di incontrare la figlia 14enne morta di un mio collega per portargli notizie di lei, mi sono sì spaventata, ma dopo tre ore sono riuscita nell’intento: trovo che la Chiesa Cattolica sbagli a usare come simbolo di Dio e del Regno di Dio in Terra (vedi campo energetico intelligente di Gregg Braden) un uomo morto, perché pone la morte del corpo fisico come un ostacolo, come la barriera ultima contemplabile che si fissa in modo radicato nelle menti di tanti fedeli. Da questo punto di vista la Chiesa Anglicana, con tutte le sue pecche è diversa: presenta nelle chiese la croce vuota, segno di vita dopo la morte.

 

La mia ultima osservazione sul campo energetico intelligente contenitore di ogni cosa è che vedo un collegamento fra questo campo che permeerebbe tutto e il fluido universale degli spiritisti dell’ottocento, in grado di permettere al non fisico di attingere energia per muovere oggetti fisici.

Edited by Giulia
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Il 9/3/2023 at 13:38, Giulia ha scritto:

Ciao, @malia. Quando la scienza parla di allucinazioni si riferisce ad esempio a “percezione sensoriale che ha il senso impellente di oggettiva percezione, ma che si verifica in assenza di stimolazione sensoriale del relativo organo di senso” (dal vecchio DSM IV, non ho il DSM V) e le considera in genere nell’ambito di stati morbosi qualora si verifichino in stato di veglia.

Gli organi di senso li considero quelli in funzione in stato di veglia e specificatamente in uno stato ordinario (e non modificato) di coscienza. Nella mia personale esperienza della paralisi del sonno il corpo fisico dorme e gli organi di senso comunemente associati allo stato di veglia sono scollegati. Nel caso di @occhibianchi che é in grado di aprire gli occhi e di altri utenti che dichiarano di poter muovere la testa, francamente non saprei dire. Resta il fatto che la mente nel mio caso é sveglia, ma i miei organi di senso no.

Ho cercato di dare un’idea del comportamento del cervello in stati ordinari e modificati di coscienza nel passo che ho citato qui, parere condiviso da molti scienziati e studiosi degli stati modificati di coscienza.

Allego un esempio di come il rapimento estatico (quello che si verifica e si misura per esempio col poligrafo durante le Apparizioni Mariane) viene collocato fra le “allucinazioni” dalla mappa degli stati di coscienza di Fisher. Poiché anche sulla base di questi studi il Vaticano o il vescovo preposto si basano per dichiarare o meno “degne di fede umana” tali Apparizioni, non considero in questo caso il termine “allucinazione” offensivo. Ma anche la mente degli studiosi in questo caso é più aperta, e accetta l’idea che il soprannaturale si possa palesare anche se in modo soggettivo.

Tuttavia in tante altre circostanze l’accezione “allucinazione” strettamente associata agli organi di senso resta un termine inadeguato: significa semplicemente percepire cose che non ci sono, e in tal caso non lo trovo utile per descrivere cosa percepiamo in stato di paralisi del sonno quando il corpo dorme, e conseguentemente anche durante un’OBE, un ADC (contatto con defunti), una NDE e via discorrendo.

Cita

Sì, allora francamente non capisco tutta questa strenua difesa del dialogo con tornado. Ma qual è il problema, alle fine? Cioè il tuo problema col nostro comportamento, qual è? Ma soprattutto chi se ne frega di cosa dice tornado?

Il 9/3/2023 at 13:38, Giulia ha scritto:

In quanto al ruolo del cervello, una volta esclusi gli organi di senso, a parer mio ha solo il compito di filtrare le informazioni ricevute attraverso le nozioni che giá ha o anche a quelle che é aperto a ricevere.

Nel caso delle NDE (con EEG piatto) il cervello puó fare più fatica a ricordare o a “filtrare” le informazioni e queste restano in parte inaccessibili o accessibili pian piano nel tempo.

I neuroscienziati che considerano la coscienza come un prodotto del cervello spiegano invece le NDE come una residua attività cerebrale non misurabile con l’EEG. Con tali persone non ho constatato possibilità di dialogo, almeno con quelle che ho conosciuto.

Aggiungo che io non faccio assolutamente moralismo. Magari leggo frettolosamente e sbaglio a capire. Tuttavia mi sono fatta l’idea che le paralisi del sonno sono una porta verso le esperienze astrali, e che le esperienze sinistre e inquietanti che si presentano in quello stato siano probabilmente i “guardiani” di cui parla @Freya
 

 

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Giulia non è vero che durante il sonno

Cita

Gli organi di senso li considero quelli in funzione in stato di veglia e specificatamente in uno stato ordinario (e non modificato) di coscienza. Nella mia personale esperienza della paralisi del sonno il corpo fisico dorme e gli organi di senso comunemente associati allo stato di veglia sono scollegati.

gli  organi di senso non sono mai collegati.  Non sono scollegati nè durante il sonno nè durante le paralisi.

Si possono fare un sacco di esempi alla portata di tutti senza scomodare le ricerche scientifiche, ricerche che confermano comunque, tutte ormai da decenni, queste osservazioni.

Durante il sonno, si è sensibili, quindi si percepiscono, e quindi gli organi preposti alla percezione non sono scollegati, gli stimoli sonori e luminosi (ma giusto per citare quelli più macroscopici).  Questa questione è certa, acclarata, collaudata, sfruttata dal marketing persino che  le sveglie che emettono luce graduale, ecc. 

Chi dorme, per fare un altro esempio,  è ha in mente la precoccupazione di dover accudire un bambino o un malato sente ogni minimo suono...addirittura il cambio del ritmo del respiro.

Durante le paralisi notturne, inoltre, durante la percezione delle paralisi (e già questo è indice del fatto che il sistema percettivo non è affatto scollegato) succede che viene percepita l'impossibilità di muoversi, nonostante l'impulso ''dato dal cervello''. Ed è proprio questa percezione che genera la tipica angoscia.

Alcuni tipi di dolore di notte sono amplificati a livello di percezione.

Per me è inutile soffermarsi su questo aspetto perchè è così, e qualsiasi dubbio su questo aspetto compromette, almeno per quanto mi riguarda, la possibilità di discutere ulteriormente dei fenomeni al limite.

 

 

Cita

Tuttavia in tante altre circostanze l’accezione “allucinazione” strettamente associata agli organi di senso resta un termine inadeguato: significa semplicemente percepire cose che non ci sono, e in tal caso non lo trovo utile per descrivere cosa percepiamo in stato di paralisi del sonno quando il corpo dorme, e conseguentemente anche durante un’OBE, un ADC (contatto con defunti), una NDE e via discorrendo.

Io penso che molte persone, quando pensano agli organi di senso, pensino solo ai 5.


 

Cita

 

In quanto al ruolo del cervello, una volta esclusi gli organi di senso, a parer mio ha solo il compito di filtrare le informazioni ricevute attraverso le nozioni che giá ha o anche a quelle che é aperto a ricevere.

Nel caso delle NDE (con EEG piatto) il cervello puó fare più fatica a ricordare o a “filtrare” le informazioni e queste restano in parte inaccessibili o accessibili pian piano nel tempo.

 

Quindi: l'affermazione ''una volta esclusi gli organi di senso'' non può, secondo me, essere posta come base per un'ipotesi.

O, comunque, io parlo per me, io non la prendo in considerazione, e ne consegue che io non possa accogliere le deduzioni che ne derivano.

Inoltre:

''Le nozioni che già ha'' potrebbero essere derivanti da una certa cultura, dalle abitudini, ecc., sempre perchè ci sono i neuroni.

 

Cita

I neuroscienziati che considerano la coscienza come un prodotto del cervello spiegano invece le NDE come una residua attività cerebrale non misurabile con l’EEG.

 

La definzione di ''coscienza'' è abbastanza arbitraria. E anche l'EEG ''non misurabile'' è una definzione un po' vaga.

Perchè  ''non misurabile'' è un'affermazione che dipende dagli strumeti di misura che si  ha a disposizione.

E' da quasi dieci anni che le ricerche nel campo delle neuroscienze dimostrano che EEG piatto non siginifica assenza di attività celebrale.

 

Relativamente al grafico che hai postato, come si dovrebbe leggere?

Le esperienze mistiche sono messe dallo stesso lato delle allucinazioni, quindi, mi sembra che siano proprio l'opposto di quello che si vorrebbe dimostrare in questa discussione relativamente alla natura delle ''allucinazioni'', a parte quello che vorrei dimostrare io.

Però su questo vorrei leggere dei commenti sul quel grafico.

 

EDIT

Cita

al non fisico di attingere energia per muovere oggetti fisici.

Per me non è possbile. Considero possibile che il ''fisico non al momento conosciuto'' possa muovere oggetti fisici.

 

Cita

se davvero nella realtà fisica noi NON siamo solo semplici osservatori di ciò che percepiamo, ma contribuiamo con le nostre emozioni a creare ciò che percepiamo

Eh, ma nel senso che contribuiamo noi a creare quello che percepiamo noi stessi....ma non quello che percepiscono persone diverse da noi.

Pensa a quanti sogni che noi abbiamo considerato premonitori, una volta raccontati a terze persone non hanno suscitato la stessa impressione che avevano suscitato in noi; quante ''profezie'' che non smuovono neanche un briciolo di emozione in chi le legge, e neache un minimo di riscontro oggettivo e che sono solo oggetto di interpretazioni, interpolazioni, spiegazione di simbolismi personalissimi, ecc.

 

Cita

Sì, allora francamente non capisco tutta questa strenua difesa del dialogo con tornado. Ma qual è il problema, alle fine? Cioè il tuo problema col nostro comportamento, qual è? Ma soprattutto chi se ne frega di cosa dice tornado?

Il mio ''problema'' è che quando riscontro ambiguità tra espressioni 'tipo 'chi se ne frega di quello che dice Tornado'' e altre espressioni, lo dico. Lo dico pure a me stessa, eh.

 

Edited by malia
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Il 8/3/2023 at 22:42, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Secondo me..

L'universo non sa dove va, ammesso di andare da qualche parte; è infinito e basta.. stazionario e dinamico nello stesso tempo - si rinnova continuamente in automatico. Siamo noi, quelli che ci abitano, le innumerevoli civiltà, a renderlo "cosciente", a dargli un senso, una qualche direzione. L'eventuale miglioramento non si può programmare, accade in alcune circostanze. A livello individuale il miglioramento sarebbe conoscere meglio se stessi - e per analogia il tutto. A livello della specie il miglioramento capita quando si migliorano le condizioni di vita degli esseri viventi tutti senza distinzione alcuna a causa della interdipendenza tra forme diverse. A livello siderale e universale il miglioramento rappresenta il fatto di mantenere il numero delle civiltà evolute contenuto perché l'uomo è parassita dell'universo, non deve moltiplicarsi troppo. Il miglioramento dunque è cercare/ trovare equilibrio dentro e fuori. Comunque le esperienze oniriche sono interessanti dato che cambiano i parametri vitali non la realtà che è sempre la stessa ed è una sola. Non ci sono "due" realtà..

Sono d'acocrdo con questo in ogni parola. Strano rotfl.gif.0b4ec792a1a12144dd37a928dabc677a.gif.

 

Ieri pensavo a questo:

Cita

siamo noi, quelli che ci abitano, le innumerevoli civiltà, a renderlo "cosciente", a dargli un senso, una qualche direzione.

Io sono convinta di questa cosa, ma nello stesso tempo stranita. Perchè è un po' come non sentire mai il terreno sotto i piedi.

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1 ora fa, malia ha scritto:

 

 

Il mio ''problema'' è che quando riscontro ambiguità tra espressioni 'tipo 'chi se ne frega di quello che dice Tornado'' e altre espressioni, lo dico. Lo dico pure a me stessa, eh.

 

Sì, Malia, questo lo avevo intuito. Ma tu ti rendi conto che è impossibile fare una disamina psicologica accurata sulle contraddizioni interiori di qualsiasi utente sulla base di 4 post? Alla fine ci ritroviamo a discutere di "come si espongono i fatti" e di quanto e come sembriamo aperti e disponibili al confronto, piuttosto che dei fatti stessi. Ma a me non sembra lo scopo di un forum, questo. 

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22 ore fa, malia ha scritto:

Giulia non è vero che durante il sonno

gli  organi di senso non sono mai collegati.  Non sono scollegati nè durante il sonno nè durante le paralisi.

Si possono fare un sacco di esempi alla portata di tutti senza scomodare le ricerche scientifiche, ricerche che confermano comunque, tutte ormai da decenni, queste osservazioni.

Durante il sonno, si è sensibili, quindi si percepiscono, e quindi gli organi preposti alla percezione non sono scollegati, gli stimoli sonori e luminosi (ma giusto per citare quelli più macroscopici).  Questa questione è certa, acclarata, collaudata, sfruttata dal marketing persino che  le sveglie che emettono luce graduale, ecc. 

Chi dorme, per fare un altro esempio,  è ha in mente la precoccupazione di dover accudire un bambino o un malato sente ogni minimo suono...addirittura il cambio del ritmo del respiro.

Durante le paralisi notturne, inoltre, durante la percezione delle paralisi (e già questo è indice del fatto che il sistema percettivo non è affatto scollegato) succede che viene percepita l'impossibilità di muoversi, nonostante l'impulso ''dato dal cervello''. Ed è proprio questa percezione che genera la tipica angoscia.

Alcuni tipi di dolore di notte sono amplificati a livello di percezione.

Per me è inutile soffermarsi su questo aspetto perchè è così, e qualsiasi dubbio su questo aspetto compromette, almeno per quanto mi riguarda, la possibilità di discutere ulteriormente dei fenomeni al limite.

 

 

Io penso che molte persone, quando pensano agli organi di senso, pensino solo ai 5.


 

Quindi: l'affermazione ''una volta esclusi gli organi di senso'' non può, secondo me, essere posta come base per un'ipotesi.

O, comunque, io parlo per me, io non la prendo in considerazione, e ne consegue che io non possa accogliere le deduzioni che ne derivano.

Inoltre:

''Le nozioni che già ha'' potrebbero essere derivanti da una certa cultura, dalle abitudini, ecc., sempre perchè ci sono i neuroni.

 

 

La definzione di ''coscienza'' è abbastanza arbitraria. E anche l'EEG ''non misurabile'' è una definzione un po' vaga.

Perchè  ''non misurabile'' è un'affermazione che dipende dagli strumeti di misura che si  ha a disposizione.

E' da quasi dieci anni che le ricerche nel campo delle neuroscienze dimostrano che EEG piatto non siginifica assenza di attività celebrale.

 

Relativamente al grafico che hai postato, come si dovrebbe leggere?

Le esperienze mistiche sono messe dallo stesso lato delle allucinazioni, quindi, mi sembra che siano proprio l'opposto di quello che si vorrebbe dimostrare in questa discussione relativamente alla natura delle ''allucinazioni'', a parte quello che vorrei dimostrare io.

Però su questo vorrei leggere dei commenti sul quel grafico.

 

EDIT

Per me non è possbile. Considero possibile che il ''fisico non al momento conosciuto'' possa muovere oggetti fisici.

 

Eh, ma nel senso che contribuiamo noi a creare quello che percepiamo noi stessi....ma non quello che percepiscono persone diverse da noi.

Pensa a quanti sogni che noi abbiamo considerato premonitori, una volta raccontati a terze persone non hanno suscitato la stessa impressione che avevano suscitato in noi; quante ''profezie'' che non smuovono neanche un briciolo di emozione in chi le legge, e neache un minimo di riscontro oggettivo e che sono solo oggetto di interpretazioni, interpolazioni, spiegazione di simbolismi personalissimi, ecc.

 

Il mio ''problema'' è che quando riscontro ambiguità tra espressioni 'tipo 'chi se ne frega di quello che dice Tornado'' e altre espressioni, lo dico. Lo dico pure a me stessa, eh.

 

Ciao, Malia.

Io mi riferivo ai 5 sensi. Tu a quali ti riferisci?

É vero, non c’è scollegamento totale dalla realtà fisica quando si dorme, prova ne sia che la più sofferta OBE che ho avuto é stata quando sono stata all’ospedale a controllare mio marito che veniva operato d’urgenza a centinaia di km di distanza pur essendo sola in casa con nostro figlio di 2 anni. Sicuramente non ero scollegata da nostro figlio.

Inoltre, pur facendo sempre attenzione a non tenere telefoni collegati, una volta il telefono é squillato durante un’OBE e mi sono istantaneamente riallineata col corpo fisico.

Per quanto riguarda i sopravvissuti ad esperienze di NDE, non ho escluso che ci fosse attività cerebrale non rilevabile (sono impaziente che anche la scienza ci arrivi) ma non accetto la conclusione secondo cui si tratti degli ultimi sprazzi di vita del cervello morente e che la coscienza sia un prodotto del cervello, che dopo la morte del cervello non c’è più.

La parola “coscienza” sarà sicuramente un termine arbitrario, perché noi non sappiamo tutto, e non abbiamo creato abbastanza parole per descrivere tutto. Potrebbe significare “ció che percepiamo”.

Quando parlo dell’uso che la scienza fa della parola “allucinazione” ho fatto una distinzione fra materialisti puri e ricercatori più aperti che collocano per esempio il rapimento estatico che la Chiesa attribuisce al Soprannaturale fra le forme di allucinazione. Quando ho pubblicato il grafico ho indicato delle informazioni e basta una ricerca su internet per capire di cosa si tratta.

Ma il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) colloca le nostre Apparizioni Mariane fra le “Sindromi culturalmente caratterizzate”: quindi un manuale di riferimento internazionale sui “disturbi mentali”considera le trance estatiche prodotte dalle nostre Apparizioni Mariane e simili delle “sindromi” condivise da una determinata cultura.

Non possiamo su un forum che tratta del paranormale considerare tutto ciò che viene percepito al di lá del piano fisico un “disturbo mentale”. Che senso ha?

Per scollegamento dai sensi (5 sensi) intendo per esempio avere gli occhi chiusi in fase di addormentamento e percepire immagini vivide e spiritualmente significative per me, dense di significato che va al di lá della semplice vista.

É vero: oltre a considerarci tutti collegati, la teoria di Gregg Braden considera queso campo di energia intelligente uno specchio delle nostre aspettative personali, dunque solo relativamente condivisibile con altre persone. Ma ci sono teorie come La Legge di Attrazione, che ho studiato a fondo, e il nocciolo di tutte le principali religioni, che dicono la stessa cosa. Tutto quello che ti succede dipende da te (che sia l’io terreno o l’io completo) e gli altri (mostri inclusi) non te lo possono imporre se non é in linea con le tue aspettative.

Infine, cosa intendi per “fenomeni al limite” esattamente?

 

 

Edited by Giulia
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  • 2 weeks later...
Il 13/3/2023 at 20:55, Giulia ha scritto:

Ciao, Malia.

Io mi riferivo ai 5 sensi. Tu a quali ti riferisci?

 

 

 

Rispondo per ora molto brevemente,  poi approfondirò.

 

Abbiamo un sistema di percezione diffuso in tutto il corpo e molto più complesso dei famosi 5 sensi:

  • esterocezione, cioè l’insieme degli stimoli provenienti dall’esterno dell’organismo e che percepiamo sulla superficie del nostro corpo;
  • propriocezione, cioè le sensazioni che provengono dall’organismo stesso. Essa è legata alla stato dell’organismo stesso e include sensazioni di posizione, equilibrio, distensione e contrazione muscolare.

Nel secondo caso possiamo invece distinguere la sensibilità somatica in:

  • Meccanocezione, che include la sensibilità tattile e di posizione
  • Termocezione, cioè la percezione del caldo e del freddo
  • Nocicezione, cioè la sensazione di dolore, che avverte l’organismo di un avvenuto danno.

preso da qui: https://www.biopills.net/sensibilita-somatica-tatto/

 

Per fenomeni al limite intendo OBE, NDE, NDLE, allucinazioni.

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9 ore fa, malia ha scritto:

Rispondo per ora molto brevemente,  poi approfondirò.

 

Abbiamo un sistema di percezione diffuso in tutto il corpo e molto più complesso dei famosi 5 sensi:

  • esterocezione, cioè l’insieme degli stimoli provenienti dall’esterno dell’organismo e che percepiamo sulla superficie del nostro corpo;
  • propriocezione, cioè le sensazioni che provengono dall’organismo stesso. Essa è legata alla stato dell’organismo stesso e include sensazioni di posizione, equilibrio, distensione e contrazione muscolare.

Nel secondo caso possiamo invece distinguere la sensibilità somatica in:

  • Meccanocezione, che include la sensibilità tattile e di posizione
  • Termocezione, cioè la percezione del caldo e del freddo
  • Nocicezione, cioè la sensazione di dolore, che avverte l’organismo di un avvenuto danno.

preso da qui: https://www.biopills.net/sensibilita-somatica-tatto/

 

Per fenomeni al limite intendo OBE, NDE, NDLE, allucinazioni.

Grazie infinite, @malia, per avermi dedicato un po' del tuo tempo, Attendo l'approfondimento. 

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Il 13/3/2023 at 20:55, Giulia ha scritto:

 

Cita

non accetto la conclusione secondo cui si tratti degli ultimi sprazzi di vita del cervello morente e che la coscienza sia un prodotto del cervello, che dopo la morte del cervello non c’è più.

La parola “coscienza” sarà sicuramente un termine arbitrario, perché noi non sappiamo tutto, e non abbiamo creato abbastanza parole per descrivere tutto. Potrebbe significare “ció che percepiamo”.

Io non ho alcun problema a pensare alla coscienza come un prodotto del cervello. Non la penso esattamente in questi termini, ma sicuramente il cervello è un organo importante per la formazione e la percezione della coscienza.


 

Cita

 

Ma il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) colloca le nostre Apparizioni Mariane fra le “Sindromi culturalmente caratterizzate”: quindi un manuale di riferimento internazionale sui “disturbi mentali”considera le trance estatiche prodotte dalle nostre Apparizioni Mariane e simili delle “sindromi” condivise da una determinata cultura.

Non possiamo su un forum che tratta del paranormale considerare tutto ciò che viene percepito al di lá del piano fisico un “disturbo mentale”. Che senso ha?

 

Parlo sempre per me, e quello che io penso deriva dalla mia visione del ''creato'': non esistono divisioni, nè leggi che valgono qui e non lì, ecc. L'uomo cerca di descrivere quello che osserva, lo fa da diversi punti di vista; siccome la verità è unica ma complessa, si devono per forza usare degli accorgimenti, dei nomi, delle espressioni, per descriverla, con la certezza che la descrizione non coinciderà  mai con la realtà, la famosa mappa non è mai il famoso territorio, ecc, cose che ci diciamo a mente fredda, ma che poi scordiamo velocemente in molti casi.

Gli scienziati, in questo caso gli studiosi che si occupano di quello che succede nel corpo, attraverso il corpo, per mezzo del corpo (il cervello è corpo) descrivendo e osservando quello che succede mediamente nelle persone, nella fisiologia, ecc, notano degli eventi fuori dalla media, e quelli vengono chiamati ''disturbi''. Si chiamano così, non è un offesa.

La stessa obbligata semplificazione è presente nei ricercatori che osservano la realtà da altri punti di vista.  Lo Spirito Santo che scende dal cielo (sbattendo le ali come un piccione viaggiatore nella peggiore delle descrizioni), le 10 (diconsi dieci cheesy.gif.a1348c7e612a1972d6bd69e3a92d9b34.gif) sfere della sefirot, i 72 angeli, ecc.  E se passo da una tradizione all'altra, è finita: non c'è un traduttore, ci si scanna e basta. Non si dialoga, non c'è modo.

Non mi sembra che, in questo forum che tratta del paranormale, tutto cioè che viene percepito al di lá del piano fisico venga catalogato come un “disturbo mentale”.

Su questo forum io vedo questo: sono solo io,  tra le persone che vivono questi fenomeni, a prendere in considerazione la fisiologia del corpo materiale quando cerco di dare una spiegazione, una descrizione alle esperienze che qualcuno di noi vive.

Non credo che l'andamento del forum possa essere identificato con il mio contributo. Nè credo di non poter esprimere il mio punto di vista (che vi consiglio di tenere in considerazione perchè io sono arrivata a sentire come suono/rumore la tensione di alcuni muscoli...io ho questa sensibilità, o questo disturbo rotfl.gif.0b4ec792a1a12144dd37a928dabc677a.gif).

Non considero l'espressione ''disturbo mentale'' niente di grave, per i motivi che ho espresso sopra.

Non mi sento neanche offesa da chi descrive la realtà con 10 sfere o 58 alieni.

Non sono d'accordo con chi dice: la tradizione dice così, e quindi è così.

 

Per tornare all'argometo della percezione, faccio un esempio con quello che accade durante le paralisi.

Durante la fase REM, come è noto, si va incontro ad atonia e paralisi muscolare, per impedire al corpo di ''agire'' i sogni.

Nei ''disturbi'' del sonno alcune caratteristiche della fase REM si insinuano nelle fasi del risveglio, brevemente. Ora, durante la classica allucinazione in cui crediamo che ci sia qualcuno che si siede sul letto,  che sposta le coperte, succede che siamo noi che percependo il diverso tono muscolare, cosa ai più sconosciuta, cioè la percezione del tono muscolare, la identifichiamo con gatto sul letto nel migliore dei casi; io sono arrivata a sentirla con la cavalletta gigante  dietro la schiena, per esempio. Quella cosa, sconosciuta ai più, che è la percezione della variazione del tono muscolare, è associata all'immagine di un corpo che modifica la sensazione di peso attorno a noi. Noi abbiamo i muscoli antigravitari. La percezione del gatto sul letto è conseguenza del disturbo di percezione e funzionamento del tono di questi muscoli che si osserva in quella fenomenologia classificata come disturbo (del sonno).

Se non ci piace l'espressione ''disturbo del sonno'' (espressione, ripeto, condannata a riassumere delle sfumature) possiamo utilizzare  l'espressione ''diversi livelli di ipocretina'', che è più neutro, e così anche per altri ''disturbi''.

 

Poi, nota personalissima, a me, i cosiddetti  disturbi piacciono un sacco, perchè molte volte, è solo grazie a loro che impariamo e comprendiamo, e non con la media delle sensazioni. Per me il ''disturbo'' è un'occasione da non perdere: si fanno 10 anni di esperienza tutti d'un botto.

Edited by malia
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Il 13/3/2023 at 20:55, Giulia ha scritto:

É vero: oltre a considerarci tutti collegati, la teoria di Gregg Braden considera queso campo di energia intelligente uno specchio delle nostre aspettative personali, dunque solo relativamente condivisibile con altre persone. Ma ci sono teorie come La Legge di Attrazione, che ho studiato a fondo, e il nocciolo di tutte le principali religioni, che dicono la stessa cosa. Tutto quello che ti succede dipende da te (che sia l’io terreno o l’io completo) e gli altri (mostri inclusi) non te lo possono imporre se non é in linea con le tue aspettative.

Sulla questione delle aspettative, non saprei.

Io penso che ''le aspettative'' siano un terreno molto inquinato: cultura, abitudini, aspettative altrui che crediamo nostre.

Io ho sempre guardato con sospetto le ''mie aspettative'', quasi mi fanno paura.

jV0.gif questa sono io con le mie aspettative.

 

Sul discorso mostri, e qui penso a quelli che ho incontrato fin dalle mie prime esperienze OBE, li vedo più legati all'ignoto, cioè, secondo me sono la visualizzazione del ''non conosciuto'', non so in che modo metterli in relazione alle aspettative.

Edited by malia
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17 ore fa, malia ha scritto:

Non mi sembra che, in questo forum che tratta del paranormale, tutto cioè che viene percepito al di lá del piano fisico venga catalogato come un “disturbo mentale”.

Grazie, Malia. É importante sapere cosa ciascuno pensa quando si dialoga e ti ringrazio per il tuo tempo. Quando ho detto quella frase non mi riferivo al forum, ma al DSM - manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Il mio pensiero é che noi in uno stato ordinario di coscienza abbiamo una visione ristretta della realtà e che il cervello opera come una valvola a riduzione, un imbuto che ci permette di mettere a fuoco la realtà terrena in sicurezza.

Riguardo ai sensi, ti ringrazio per l’elenco che mi hai fatto.

Io conosco altri nomi per i sensi che si attivano quando la valvola riduzione che é il cervello si allarga, come:

1) la chiaroveggenza (o capacità di vedere), 2) la chiarudienza (o capacità di udire suoni e parole), 3) la clarosensazione o chiarosenzienza (ovvero la capacità di percepire tramite le sensazioni) e 4) la clarocognizione o chiaroconoscenza (e cioè la capacità di sapere delle cose, di pensare con chiarezza).

Inoltre quando comunico con altri e il mio corpo dorme, esiste una sorta di telepatia, e quando percepisco la realtà la distinzione fra i vari sensi non c’è più perché al suo posto si presenta una sorta di conoscenza globale, dove é davvero difficile distinguere fra ciò che vedo e ciò che so.

Per quanto riguarda le aspettative, penso che siano la chiave di tutto, per cui ho dovuto imparare a disciplinarle il più possibile, consapevole del fatto che ciò che mi accade dipende da me e da come mi approccio alla realtà. Ho dovuto imparare che lasciare che la mia mente vaghi in preda alla paura dell’ignoto significa cedere il mio potere personale a qualsiasi cosa le paure le alimenta. Quindi, non appena mi sento a disagio per qualcosa, ne prendo atto e cambio punto di riferimento per potermi sentire bene. Dopo qualche anno di addestramento questo sistema per me funziona abbastanza bene.

17 ore fa, malia ha scritto:

Nei ''disturbi'' del sonno alcune caratteristiche della fase REM si insinuano nelle fasi del risveglio, brevemente. Ora, durante la classica allucinazione in cui crediamo che ci sia qualcuno che si siede sul letto,  che sposta le coperte, succede che siamo noi che percependo il diverso tono muscolare, cosa ai più sconosciuta, cioè la percezione del tono muscolare, la identifichiamo con gatto sul letto nel migliore dei casi; io sono arrivata a sentirla con la cavalletta gigante  dietro la schiena, per esempio. Quella cosa, sconosciuta ai più, che è la percezione della variazione del tono muscolare, è associata all'immagine di un corpo che modifica la sensazione di peso attorno a noi. Noi abbiamo i muscoli antigravitari. La percezione del gatto sul letto è conseguenza del disturbo di percezione e funzionamento del tono di questi muscoli che si osserva in quella fenomenologia classificata come disturbo (del sonno).

Molto interessante. Credo che @occhibianchi avrá piacere di leggerlo. In quindici anni in cui ho “subito” le paralisi senza sapere a cosa potevano portare, ho avuto un unico scopo: svegliare il corpo, poiché mi ci sentivo annegare dentro e mi sembrava di trovarmi in un frullatore. La mia mente era pienamente sveglia. Forse questo mi é stato utile.

 

 

 

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