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mario61

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  1. I topi senza cellule immunitarie non mostrano sintomi di SARS-CoV-2 Quando i topi privi di cellule immunitarie adattative chiave sono stati infettati dal virus SARS-CoV-2, anche se non sono stati in grado di eliminare il virus, non hanno sviluppato sintomi, rivelando che la risposta immunitaria infiammatoria del corpo per combattere l’infezione stava causando la patologia. Sebbene la risposta infiammatoria delle cellule immunitarie adattive – come i linfociti B e T – ripulisca il corpo dal virus, causa anche i sintomi caratteristici del COVID-19. I risultati dello studio pubblicato il 3 gennaio su Science Advances, indicano anche un potenziale trattamento contro gli effetti del virus. https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adg5461 "A differenza dei principali altri virus respiratori che circolano da soli, senza la risposta immunitaria adattativa, SARS-CoV-2 non sembra causare danni che portano a patologie significative". “Significa che possiamo esplorare terapie che modulano la risposta immunitaria, in modo da poter smorzare quelle parti che causano l’infiammazione lasciando intatte quelle parti che sono importanti per eliminare il virus”. L’ipotesi iniziale del team era che i topi senza cellule B e T avrebbero manifestato sintomi gravi e non sarebbero stati in grado di gestire l’infezione da SARS-Cov-2. Ad esempio, quando gli stessi topi ingegnerizzati furono infettati da un’influenza adattata ai topi, dovettero essere sottoposti ad eutanasia a causa della grave perdita di peso senza cellule immunitarie a proteggerli. "Siamo rimasti molto sorpresi quando si è scoperto che [i topi infettati da SARS-CoV-2] non perdevano peso, non avevano alcun sintomo o patologia". Allo stesso tempo, i normali topi da laboratorio (chiamati topi selvatici) utilizzati come controlli hanno mostrato i sintomi caratteristici della SARS-CoV-2, tra cui la raccolta di cellule immunitarie nei polmoni e una risposta infiammatoria per eliminare il virus. August, Aguilar-Carreño e colleghi hanno anche provato un approccio intermedio infettando topi che avevano cellule B ma mancavano la maggior parte delle cellule T, e questi erano anche meno colpiti dal ceppo SARS-CoV-2. "Senza cellule B o T, il virus può replicarsi, ma non provoca alcun danno, perché il danno è causato specificamente dal sistema immunitario adattativo". Inoltre, i ricercatori hanno utilizzato topi geneticamente modificati che mancavano specificamente di una proteina importante per l’attivazione delle cellule T, e quei topi erano anche in qualche modo protetti dai sintomi del COVID-19.
  2. Associazione tra l'uso di inibitori della pompa protonica e le malattie cardiovascolari: studio caso-controllo utilizzando uno screening sanitario nazionale Biomedicines 2024, 12(1), 170; https://doi.org/10.3390/biomedicines12010170 : 12 January 2024 Terapia con PPI è associata ad un alto rischio di ictus e IHD (cardiopatia ischemca). Una durata più lunga del trattamento con PPI era correlata a un rischio più elevato di ictus e IHD, ma una precedente storia di farmaci PPI non era collegata ad un alto rischio di ictus o IHD.
  3. i pazienti stanno diventando sempre più complicati https://www.medscape.com/viewarticle/999590
  4. Impatto cardiopolmonare delle sigarette elettroniche e dei prodotti da svapo (vaping): una dichiarazione scientifica dell'American Heart Association Circulation. 2023;148:703–728 17 Jul 2023 https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIR.0000000000001160 La FDA ha cercato di tenere tali prodotti fuori dagli Stati Uniti, sulla base del fatto che si tratta di dispositivi per la somministrazione di farmaci. Ciò è stato portato in contenzioso dalle aziende e la FDA ha perso in tribunale nel 2010. Da allora, l’uso tra gli studenti delle scuole superiori è aumentato da circa l’1% degli studenti nel 2011 all’attuale 10%-20% negli ultimi 4 anni. La prevalenza dei prodotti a base di nicotina ha eclissato l’uso di sigarette tra i giovani. (L’uso attuale delle sigarette è di circa il 2% tra gli studenti delle scuole superiori.) Il termine comprende sia le sigarette elettroniche che i vaporizzatori. Differenza tra vaporizzatore e sigaretta elettronica Il settore dello svapo si caratterizza per essere vario e diversificato, non solo per l’ampia gamma di fluidi e aromi presenti sul mercato, ma anche per i differenti device che possono essere utilizzati per svapare. Nello specifico la vaporizzazione può essere effettuata tramite sigaretta elettronica oppure vaporizzatore. Entrambi si basano sulla nebulizzazione del liquido piuttosto che sulla combustione di tabacco, tuttavia le modalità d’uso variano a seconda del tipo di dispositivo impiegato. Gli elementi in comune sono i seguenti: . in entrambi i casi il meccanismo di funzionamento è lo stesso. Si inala e aspira il vapore acqueo e non il carbonio; . i dispositivi sono alimentati da una batteria integrata, che porta l'e-liquid oppure il composto in forma solida alla temperatura ideale per la nebulizzazione tramite una lamina di metallo. Quindi si evitano gli effetti del fumo passivo e l’assimilazione di sostanze nocive e dannose; . la batteria rappresenta la fonte dell’energia che consente il funzionamento del dispositivo. La durata della carica dipende dalla potenza dell’elemento e spesso dalle dimensioni dello strumento elettronico, comunque è possibile ricaricarlo tramite l’apposita porta USB o usando un caricabatterie; . si ha un’ampia possibilità di scelta per quanto riguarda le concentrazioni di nicotina, il gusto degli e-liquid, la resistenza, i sistemi di serbatoio e i modelli proposti dalle varie marche; . le temperature non superano i 300°C, anche se alcuni modelli presentano valori decisamente inferiori. Di conseguenza non si verifica mai la carbonizzazione derivata dalla combustione. Anche se molte caratteristiche tecniche sono simili, l’e-cig e il vaporizzatore presentano una differenza fondamentale, che riguarda il contenuto da vaporizzare. Infatti la sigaretta elettronica integra un atomizzatore che supporta soltanto i liquidi specifici per questa destinazione d’uso. La miscela di base contiene glicole propilenico e glicerina vegetale (in media il rapporto è 50:50) a cui possono essere aggiunti acqua, aromi e nicotina per avere un sapore in linea con i gusti del vaper. Inoltre gli utenti possono creare da soli i fluidi miscelando i vari componenti in modo da avere un prodotto su misura, anche se si tratta di una soluzione indicata per i più esperti perché è difficile tenere sotto controllo le esatte quantità degli ingredienti. Al contrario, il vaporizzatore si caratterizza per modalità d’uso più varie in quanto permette di fumare anche le erbe. Quindi riesce a soddisfare le richieste di una parte più ampia dei fumatori. È possibile quindi utilizzare questo strumento per inalare aromi di vario tipo, erbe aromatiche essiccate e la cannabis, ovviamente nelle concentrazioni previste per legge. In questo caso si è in grado di adattare l’uso di questo strumento volta per volta alle proprie necessità del momento. Caratteristiche tecniche sigaretta elettronica Il funzionamento della sigaretta elettronica si basa sull'atomizzatore, un dispositivo in grado di nebulizzare l’e-liquid e disperderlo sottoponendolo ad alta pressione dopo averlo incanalato a grande velocità attraverso un filtro a maglia stretta. Quindi la batteria riscalda elettronicamente le pareti della canalina al cui interno vengono convogliate le gocce di vapore acqueo a temperature tra i 120 e i 300°C. In questo modo dal drip tip viene generato il tipico vapore bianco. Questi strumenti vengono definiti anche e-cig oppure cigalikes perché presentano una configurazione semplice studiata per imitare il design di una normale sigaretta. In commercio si trovano decine di varianti diverse, che si differenziano per: - potenza delle batterie. Più sono grandi e più forte è l’hit della nicotina e la durata della carica. Possono essere ricaricabili oppure monouso; - resistenze. Possono essere ricaricabili impiegando cotone organico e fili resistivi oppure usa e getta; - dimensioni. Influenzano non solo la praticità e la comodità d’uso del device, ma anche le sue prestazioni. I modelli più piccoli sono denominati pod mod; - capienza del tank. Vengono impiegate anche cartucce e-liquid monouso, quindi le e-cig richiedono un livello di manutenzione minima e non è necessario riempire il serbatoio; - sistema di attivazione, che può essere automatico oppure a pulsante. Nel primo caso la batteria si attiva inalando, nel secondo bisogna premere il pulsante di accensione. Inoltre le performance del modello variano in base al tipo di e-liquid utilizzato. In commercio sono presenti numerosi articoli: si va dalle soluzioni classiche con nicotina gusto tabacco a quelle aromatiche con o senza nicotina. Tutti i composti comprendono il glicole propilenico e la glicerina vegetale a cui si possono aggiungere acqua, nicotina e aromi naturali o artificiali. Una volta attivata, la batteria inizia a riscaldare il cartomizer, contenente la bobina di riscaldamento avvolta in involucro di polyfill. Quest’ultimo assorbe il fluido e lo riscalda in pochi secondi per trasformarlo in vapore da inalazione. CARATTERISTICHE TECNICHE VAPORIZZATORE I vaporizzatori si basano sull'impiego di un modulo ricaricabile combinato con fluidi intercambiabili. Presentano dimensioni maggiori rispetto a quelle di una sigaretta elettronica e la batteria ha una maggiore autonomia. Il sistema e la tecnologia di funzionamento sono gli stessi delle e-cig, tuttavia nella maggior parte dei casi è prevista una camera di combustione (anche se questo processo in realtà non avviene) e non un semplice serbatoio per la cartuccia. Questa caratteristica si spiega con il fatto che la cultura del vape vede questo strumento come un mezzo per andare incontro a differenti modalità. Infatti le opzioni disponibili coprono un vasto range di possibilità. Si tratta di una soluzione adatta a chi è interessato semplicemente a svapare senza prestare attenzione alle qualità tipiche di una normale sigaretta, riscontrabili anche nella sigaretta elettronica. La camera di combustione si configura come un vero e proprio piccolo forno dalle pareti in ceramica o in lamina di metallo che vengono riscaldate dall'energia elettrica proveniente dalla batteria fino a raggiungere una temperatura tra i 100 e i 300°C a seconda del modello. Così l’e-liquid viene vaporizzato e convogliato nella canalina di aspirazione. L’hit della nicotina è più secco e intenso rispetto a quello dell’e-cig, quindi questa soluzione viene preferita dai fumatori tradizionalisti perché garantisce un’esperienza molto simile senza dover affrontare i problemi legati al filtro e gli effetti sul corpo della tossicità del catrame. Se si desidera cambiare il sapore oppure la concentrazione di nicotina del liquido, è sufficiente aggiungere l’e-liquid prescelto nella camera. La modalità è la stessa per la ricarica. Alcuni produttori hanno messo in commercio vaporizzatori che integrano invece per ragioni di comodità una capsula pre-riempita. In questo modo è possibile passare a un altro gusto o composto senza dover finire quello già presente nel serbatoio. Infine la miscela chimica può essere sostituita da capsule di tabacco trinciato, erbe essiccate o cannabis. Si evita l’assimilazione del carbonio perché il composto non viene bruciato bensì riscaldato finché le componenti aromatiche non si vaporizzano e possono essere inalate. QUAL È LA SCELTA MIGLIORE TRA VAPORIZZATORE E SIGARETTA ELETTRONICA? La sigaretta elettronica e il vaporizzatore sono elementi che si rivolgono a un pubblico diverso, quindi la scelta va fatta valutando qual è la destinazione d’uso dello strumento. I dati indicano che l’e-cig viene preferita dai fumatori che desiderano smettere di fumare attraverso la riduzione progressiva delle concentrazioni di nicotina presenti nei liquidi. Inoltre è impiegata soprattutto dagli utenti con un consumo prevalente di tabacco trinciato o bionde perché la gestualità e la forma sono simili a quelle della sigaretta tradizionale. Al contrario, il vaporizzatore è una scelta aperta anche a chi vuole fumare in maniera alternativa di tanto in tanto oppure ai non fumatori. Infatti è possibile caricare la camera con erbe prive di tabacco. Per questo motivo si è molto sviluppato in California, dove è stato legalizzato il consumo di cannabis per fini terapeutici. Se si utilizzano gli e-liquid, il sistema adottato e l’effetto sono gli stessi e l’unica differenza riguarda la modalità di somministrazione. Non è possibile dare consigli a priori su quali sia la scelta migliore tra vaporizzatore e sigaretta elettronica. Ogni vaper deve valutare personalmente e decidere quali siano le proprie aspettative. In caso contrario si correrebbe il rischio di fare una scelta errata perché i due dispositivi supportano, come abbiamo visto, differenti funzioni. [/SPOILER] Il termine utilizzato nella letteratura scientifica è ENDS, che sta per sistemi elettronici di somministrazione di nicotina. In questi sistemi, una serpentina di riscaldamento vaporizza il fluido immesso nel dispositivo. Il fluido spesso include un veicolo di glicole propilenico e glicerolo, nonché nicotina. Gli aromi – frutta, mentolo, menta, caramelle e aromi di dessert – sono additivi comuni. Il tetraidrocannabinolo può, e spesso viene aggiunto al liquido. Il vapore aerosolizzato, formato dal contatto del liquido con la serpentina di riscaldamento, viene quindi inalato. Effetti fisici. I componenti dei liquidi utilizzati nelle sigarette elettroniche hanno effetti individuali e combinati. La nicotina si lega ai recettori nicotinici e i suoi effetti sono un aumento simpaticomimetico della frequenza cardiaca, della contrattilità, del carico di lavoro e della pressione sanguigna, che teoricamente nel tempo può portare al rimodellamento cardiaco, all'insufficienza cardiaca e ad una maggiore suscettibilità alle aritmie. Il glicole propilenico e il glicerolo hanno prove emergenti di effetti cardiopolmonari diretti in alcune persone, tra cui respiro sibilante, tosse secca e irritazione della gola. Gli aromi hanno vari effetti. Gli edulcoranti, quando aerosolizzati, generano aldeidi reattive che si ritiene siano i principali responsabili delle malattie cardiovascolari e della BPCO indotte dal fumo . Altri aromi possono danneggiare il DNA nel tessuto vascolare e polmonare. Con l'aerosol vengono inalati anche il nichel e il cromo rilasciati dall'elemento riscaldante. È stato dimostrato in modelli di ratto che causano polmonite e infiammazione polmonare. Si ritiene che il nichel sia cancerogeno. Sia i prodotti contenenti che quelli non contenenti nicotina possono aumentare l'attivazione, la reattività e l'aggregazione piastrinica; rigidità vascolare; e specie reattive dell'ossigeno, oltre a diminuire l'utilizzo del glucosio nel cervello. Le persone che svapano hanno maggiori probabilità di sviluppare tosse cronica , maggiore produzione di catarro e irritazione delle vie aeree superiori. Studi sugli animali hanno suggerito che l’aerosol può portare a disfunzione ciliare nelle vie aeree e i raschiamenti nasali delle persone che svapano mostrano la soppressione dei geni della risposta immunitaria e infiammatoria, suggerendo una maggiore suscettibilità alle infezioni . Alcuni studi dimostrano che lo svapo induce l’ostruzione delle vie aeree . Questo effetto è probabilmente maggiore nei soggetti con predisposizione alla malattia ostruttiva delle vie aeree. Sono state segnalate polmonite eosinofila, polmonite da ipersensibilità e malattia polmonare interstiziale. Oltre agli effetti avversi comuni, lo svapo è stato associato a una nuova entità clinica, il danno polmonare associato alla sigaretta elettronica o allo svapo (EVALI). Nel 2020 ci sono stati 2807 ricoveri ospedalieri e 68 decessi dovuti a EVALI . I pazienti presentano sintomi generali come affaticamento e febbre e sintomi gastrointestinali prominenti e il distress respiratorio è una componente importante. La radiografia del torace mostra tipicamente un aspetto diffuso e simmetrico bilaterale a vetro smerigliato. La metà di questi casi ha richiesto il ricovero in terapia intensiva. A volte ci viene chiesto se lo svapo possa essere utilizzato per smettere di fumare. Sebbene non sia approvata dalla FDA per questo scopo, la dichiarazione cita una recente analisi Cochrane che mostra che i prodotti di svapo contenenti nicotina erano circa il 50% più efficaci della terapia sostitutiva della nicotina. Effetti a lungo termine. La maggior parte degli effetti avversi noti sono a breve termine perché le sigarette elettroniche non sono in circolazione da abbastanza tempo per accertare gli effetti a lungo termine. Fino a quando tali dati non saranno disponibili, i modelli animali fungeranno da migliori surrogati disponibili per la questione se lo svapo aumenti il rischio a lungo termine. Questi modelli animali mostrano che lo svapo aumenta lo stress ossidativo, l’infiammazione e il danno al DNA, il che suggerisce che lo svapo può aumentare il rischio di BPCO e cancro ai polmoni. La dichiarazione scientifica conclude che la presenza di questi effetti acuti "suggerisce che l'uso del sistema di somministrazione elettronica di nicotina non è benigno e aumenta la possibilità che gli effetti negativi possano accumularsi nel tempo". Inoltre, la dichiarazione scientifica rileva che gli effetti fisiologici dello svapo sono simili ai risultati mostrati nelle prime fasi del fumo di sigaretta. In conclusione, il Vaping non è una buona idea. La nicotina contenuta nei prodotti crea dipendenza e sono stati dimostrati effetti collaterali a breve termine che vanno da lievi a molto gravi, compreso il ricovero in terapia intensiva. La probabilità di danni a lungo termine ai polmoni, al cuore e al sistema vascolare è alta.
  5. Il cancro al colon è in aumento tra i giovani americani. Non è chiaro il motivo. https://www.washingtonpost.com/health/2023/12/21/colon-cancer-increasing-young-adults/ 21/12/2023 Qualcosa di strano sta accadendo negli Stati Uniti nella lunga guerra contro il cancro. Sebbene siano stati sostanziali i progressi nel ridurre il tasso complessivo di mortalità per cancro, i decessi dovuti ad alcuni tipi di cancro sono aumentati tra le persone di età inferiore ai 50 anni. Il cancro del colon-retto è uno dei fattori trainanti di questa tendenza. Negli ultimi tre decenni, l’incidenza della malattia è aumentata in modo significativo tra le persone di età inferiore ai 50 anni, molte delle quali non presentano fattori di rischio evidenti, come la predisposizione genetica. Nessuno sa perché. L’aspettativa di vita americana è inferiore a quella delle nazioni sviluppate in modo simile, e il divario si sta ampliando. La realtà sconcertante è che molteplici fattori stanno togliendo la vita a persone che non hanno ancora raggiunto un’età avanzata. Il cancro del colon-retto è un piccolo elemento in questa complessa storia, ma il recente aumento della malattia tra i giovani apparentemente sani ci ricorda che il panorama sanitario è in continua evoluzione in modi non facilmente compresi dalla scienza medica. Un rapporto pubblicato all’inizio di quest’anno dall’American Cancer Society ha rilevato che le persone di età inferiore a 55 anni sono passate dall’11% di tutti i tumori del colon-retto nel 1995 al 20% nel 2019. Secondo questo studio, circa 3.750 persone di età inferiore ai 50 anni moriranno di cancro del colon-retto nel 2023. L'aumento del cancro del colon-retto a esordio precoce è guidato principalmente dalla formazione di cancro sul lato sinistro del paziente, nella parte più bassa del colon o nel retto adiacente. Questi casi tendono ad essere più avanzati rispetto ai tumori rilevati nelle persone anziane. Siegel ha individuato per la prima volta le prove statistiche del fenomeno all'inizio del 2008 e ha scritto un rapporto pubblicato nel 2009. Ulteriori studi hanno dimostrato che, contrariamente a quanto sospettavano alcuni esperti, non si tratta solo di un aumento dello screening e di una diagnosi più precoce. I tassi di mortalità sono aumentati insieme all’incidenza delle malattie. “Si tratta di un aumento drammatico. E le tendenze non scompariranno”. “Dobbiamo educare tutte le persone riguardo al cancro del colon-retto, in modo simile a come educhiamo le donne riguardo al cancro al seno”. Un sintomo comune tra i pazienti con cancro del colon-retto è il sanguinamento rettale, e a questi pazienti vengono solitamente diagnosticate le emorroidi”. In mezzo a questo fenomeno più ampio ci sono sviluppi sconcertanti come l’aumento del cancro del colon-retto tra i giovani, che è stato osservato in molti paesi altamente sviluppati. Un fattore sospettato è l’obesità, che è aumentata vertiginosamente tra i bambini e i giovani. I cambiamenti dello stile di vita che aumentano il rischio di sovrappeso, come l’aumento del consumo di alimenti altamente trasformati e poveri di fibre e la mancanza di esercizio fisico, potrebbero aumentare il rischio di cancro del colon-retto. I ricercatori notano, tuttavia, che molti giovani pazienti affetti da cancro del colon-retto non hanno una storia di obesità. Ciò suggerisce che, secondo gli esperti medici, potrebbero essere all’opera fattori sistemici più sottili, come i cambiamenti nei batteri intestinali – il microbioma. Per ora, questo è un mistero medico. "È una questione ambientale", ha detto Amanda Blackburn, 43 anni, una sopravvissuta al cancro che frequenta il gruppo di sostegno, che fa parte del Colon Cancer Prevention Project. “È tutto ciò che mangiamo, tutto ciò che beviamo, tutto ciò che consumiamo”. Jones, il gastroenterologo, ha affermato che circa il 15% dei pazienti affetti da cancro al colon di età inferiore ai 50 anni hanno una vulnerabilità genetica, come la sindrome di Lynch. Un altro 25% dei casi riguarda persone con una forte storia familiare. Il restante 60% non presenta fattori di rischio; anche se alcuni medici hanno indicato come fattori una cattiva alimentazione, l’uso di alcol e la mancanza di esercizio fisico. Ning Jin, oncologo medico presso il Comprehensive Cancer Center della Ohio State University, ha affermato che il cancro del colon-retto ad esordio precoce tende ad essere più aggressivo. Spesso viene diagnosticato più tardi nel corso della malattia, quando è più difficile da trattare. A volte viene diagnosticato erroneamente come diverticolite o qualche altro problema. Brown è sopravvissuta dopo aver esplorato quattro sistemi ospedalieri, alla ricerca di un trattamento adeguato alla sua malattia. Alla fine ha trovato una sperimentazione clinica presso il Vanderbilt University Medical Center che le ha permesso di assumere un farmaco immunoterapico rivoluzionario. Adesso sta bene, appena sposata. Non dice di essere “guarita”. Abbraccia con esitazione l'idea di essere in "remissione", ma ha adottato quella parola solo di recente dopo che un nuovo medico l'ha usata. Il termine artistico è “nessuna prova di malattia”. Il piano di trattamento per Lewis, che comprendeva intervento chirurgico, chemioterapia e radioterapia, si è rivelato efficace. Ma Lewis ha detto che la parte mentale del cancro è altrettanto impegnativa quanto quella fisica. Aveva un'ansia terribile ogni volta che faceva una scansione.
  6. I sintomi di JN-1 sono in linea con i sintomi tradizionali di COVID-19, come febbre, brividi, tosse, mancanza di respiro, affaticamento, dolori muscolari o muscolari, mal di testa, perdita del gusto e dell'olfatto, mal di gola, congestione, naso che cola , nausea e diarrea. https://bnnbreaking.com/breaking-news/health/jn-1-variant-of-covid-19-reveals-new-symptoms-anxiety-and-sleep-troubles/ In particolare, la variante JN-1 porta con sé sintomi non tipicamente associati alla salute respiratoria. L’ONS del Regno Unito riferisce che oltre il 10% delle persone nel Regno Unito ha sperimentato ansia e insonnia a causa del COVID-19 all’inizio di novembre. Questi sintomi vengono ora collegati alla variante JN-1. Questo sviluppo sottolinea gli impatti più ampi della pandemia sulla salute mentale , un argomento che sta già innescando conversazioni sulle tendenze del posto di lavoro e sugli aggiustamenti dello stile di vita.
  7. Confrontando l’aumento dei decessi e delle disabilità per neoplasie maligne con quelli del sistema cardiovascolare , osserviamo che entrambi hanno mostrato un segnale estremamente forte nel 2022. Tuttavia, nel 2021, mentre i decessi cardiovascolari erano già elevati, i decessi per neoplasie maligne non lo erano. https://www.thailandmedical.news/news/medical-news-portugal-based-data-consultancy-publishes-report-warning-about-rising-incidences-of-malignant-neoplasms-in-united-kingdom-s-young-adults Ipotizziamo che gli effetti negativi a medio e lungo termine della pandemia Covid-19 inizino ad emergere, prima sotto forma di aumento degli eventi cardiovascolari e poi con l’aumento delle neoplasie maligne. Le osservazioni di cui sopra evidenziano un quadro preoccupante secondo cui potremmo vedere un’accelerazione ancora maggiore delle morti e delle disabilità per neoplasie maligne nei prossimi anni, il che rende l’indagine sulle cause sottostanti della massima importanza. Attualmente stiamo conducendo ulteriori indagini su questo problema in modo più dettagliato. In particolare, miriamo ad analizzare l'andamento dei decessi per le cause individuali più comuni dell'ICD10 nell'ambito delle neoplasie maligne, al fine di avere approfondimenti sul fenomeno d'azione sottostante.
  8. Morti indotte dall’uso compassionevole di idrossiclorochina durante la prima ondata di COVID-19 Biomedicine & Pharmacotherapy Volume 171, February 2024, 116055 Biomedicine & Pharmacotherapy https://doi.org/10.1016/j.biopha.2023.116055 - L’idrossiclorochina è stata prescritta a pazienti ospedalizzati con Covid-19 nonostante le prove di basso livello. - Successivamente, in una meta-analisi di studi randomizzati, l’uso dell’HCQ è stato associato ad un aumento dell’11% del tasso di mortalità. - Il numero di decessi correlati all’idrossiclorochina nei pazienti ospedalizzati è stimato a 16.990 in sei paesi. - Questi risultati illustrano il rischio del riutilizzo dei farmaci con prove di basso livello per la gestione di future pandemie. Conclusioni > sebbene le nostre stime siano limitate dalla loro imprecisione, questi risultati illustrano il rischio del riutilizzo dei farmaci con prove di basso livello; il risultato principale del presente studio è che l’HCQ potrebbe essere stato associato a un eccesso di 16.990 decessi durante la prima ondata della pandemia di COVID-19 nei sei paesi per i quali erano disponibili dati; considerati i dati affidabili sui ricoveri ospedalieri, sull’uso dell’HCQ e sulla mortalità intraospedaliera per la maggior parte dei paesi, questi numeri probabilmente rappresentano solo la punta dell’iceberg, sottostimando quindi ampiamente il numero di decessi correlati all’HCQ in tutto il mondo. La tossicità dell’HCQ nei pazienti con COVID-19 è parzialmente dovuta a effetti collaterali cardiaci , inclusi disturbi di conduzione (tachicardia o fibrillazione ventricolare e prolungamento dell’intervallo QT). L’analisi del database europeo EudraVigilance ha riportato anche la comparsa di effetti collaterali non cardiaci correlati all’HCQ nei pazienti con COVID-19, tra cui epatite, insufficienza renale acuta , anemia emolitica e rabdomiolisi. Il peso di altri eventi avversi riportati nei pazienti trattati con HCQ, come polmonite eosinofila acuta, gravi disturbi del sangue come trombocitopenia, anemia aplastica e agranulocitosi, convulsioni, disturbi psichiatrici, gastro-intestinali e l'ipoglicemia non sono noti.
  9. Soffrire di COVID e influenza: le doppie infezioni hanno colpito duramente la California https://www.latimes.com/california/story/2024-01-02/l-a-county-enters-medium-covid-19-level-as-hospitalizations-rise Gli ospedali della California sono sempre più occupati con più pazienti affetti da COVID-19 e influenza, alcuni dei quali soffrono di entrambi i virus contemporaneamente. Sebbene gli ospedali non siano così affollati come durante la fase di emergenza della pandemia, lo stanno diventando sempre più. “Alcuni di questi pazienti risultano positivi a più di un virus: all’influenza piace sicuramente viaggiare con COVID. E stiamo assistendo a un'epidemia di RSV", ha affermato la dott.ssa Daisy Dodd, specialista in malattie infettive presso la Kaiser Permanente Southern California. Il cocktail virale potrebbe includere anche il coronavirus o l’influenza con RSV o il virus respiratorio sinciziale, contemporaneamente. A volte nel mix c’è un comune virus del raffreddore, come il rinovirus. E non sono solo i più giovani e i più anziani a essere colpiti dal doppio colpo della malattia: anche gli adulti più giovani e di mezza età ne sono stati colpiti. Dodd ha detto di aver visto alcuni pazienti riferire febbri che duravano più di una settimana. "Ora sembra che tutti abbiano questa tosse stizzosa che non vuole andare via", ha detto. "Li sta facendo star male" È difficile dire perché i medici stiano riscontrando una serie di coinfezioni virali quest'inverno, dicono gli esperti. “È perché uno abbassa l’immunità e permette loro di catturare facilmente l’altro? Non lo sappiamo". L'ingresso della contea di Los Angeles nella categoria di ricovero "medio" per COVID-19 ha spinto i funzionari della sanità pubblica locale a ordinare agli ospedali, alle case di cura e a qualsiasi altra struttura ospedaliera di richiedere al personale sanitario di indossare la maschera mentre si trova nelle aree di cura dei pazienti. Anche i visitatori di tali strutture sono tenuti a mascherarsi nelle stesse aree. Quando una contea entra nel livello “medio” di ospedalizzazione per COVID-19, le persone ad alto rischio di ammalarsi gravemente dovrebbero indossare una maschera di alta qualità – come una maschera KF94, KN95 o N95 – quando sono in luoghi pubblici, dice il CDC. L’agenzia afferma inoltre che coloro che vivono con, o hanno contatti sociali con, qualcuno ad alto rischio dovrebbero prendere in considerazione l’idea di sottoporsi a un test rapido per il COVID prima di incontrarlo e considerare di indossare una maschera quando lo incontrano al chiuso. Un risultato negativo del test rapido COVID aiuta a ridurre, anche se non elimina del tutto, il rischio di trasmettere un’infezione da coronavirus. Esiste la possibilità che un singolo test rapido non rilevi un’infezione nelle sue fasi iniziali. Secondo la Food and Drug Administration statunitense, più test su un periodo di tempo, ad esempio su due o tre giorni, possono essere utili, “soprattutto quando le persone che utilizzano i test non presentano sintomi di COVID-19” . "Le nostre unità di terapia intensiva sono occupate, ma non sono sopraffatte dal COVID", ha affermato il dottor Tevan Ovsepyan, direttore medico del programma ospedaliero presso il Providence Holy Cross Medical Center a Mission Hills. Tuttavia, la stagione delle malattie continua a ritmo sostenuto. L’RSV, che può causare malattie gravi e morte, soprattutto tra i neonati e gli anziani, si è stabilizzato a un tasso elevato in tutta la contea, con il 10% dei campioni risultati positivi nell’ultima settimana. Il tasso di test positivi è rimasto tra il 10% e il 15% nelle ultime settimane, un tasso relativamente alto rispetto ai sei anni precedenti, ma ancora al di sotto della terribile stagione RSV dello scorso anno , quando il tasso di test positivi superava il 20%. Nella settimana terminata il 4 dicembre, la contea di Los Angeles ha registrato una media di cinque decessi per COVID-19 al giorno, rispetto a una media di due a metà novembre, sebbene ancora al di sotto dei numeri dell'anno scorso. In termini di malattie gravi e decessi, gli ospedali si trovano in una posizione migliore rispetto al terribile primo inverno della pandemia e all’ondata Omicron iniziale dell’anno successivo . “Con il tempo, le persone hanno avuto questa stanchezza da COVID e la fatica delle maschere. E' tutto ragionevole”, ha detto Ovsepyan. “Ma è pur sempre un virus. Provoca ancora malattie. Sarebbe dannoso per i nostri pazienti fragili, i nostri anziani o le persone con diagnosi di comorbilità… queste sono le persone che finiscono per essere ricoverate in ospedale”. È probabile che una combinazione di fattori abbia reso il COVID-19 meno mortale di quanto lo fosse in passato, tra cui la protezione fornita dalle vaccinazioni e l’immunità persistente dalle infezioni, nonché lo sviluppo di farmaci anti-COVID che possono essere assunti dopo l’infezione. Ma i funzionari sanitari sono preoccupati per lo scarso utilizzo di questi farmaci, nonché per il ritardo nell’adozione degli ultimi vaccini anti-COVID. Il CDC esorta praticamente tutti coloro di età pari o superiore a 6 mesi a sottoporsi a una nuova vaccinazione contro il COVID-19 quest’inverno, oltre al vaccino antinfluenzale stagionale. Le vaccinazioni contro l'RSV sono disponibili anche per i neonati, le donne incinte e le persone di età pari o superiore a 60 anni. I funzionari sollecitano un uso più diffuso di farmaci antivirali come Paxlovid che possono ridurre la gravità dei sintomi e il rischio di ricovero in ospedale e di morte. È meglio assumerli nella fase iniziale, ma molte persone non lo fanno o i loro operatori sanitari non li prescrivono.
  10. Il Covid-19 è letale quanto l’influenza spagnola? L’esperienza australiana nel 1919 e nel 2020 e il ruolo degli interventi non farmaceutici (NPI) Preprint 2023, 2023122183. https://doi.org/10.20944/preprints202312.2183.v1 Abbiamo identificato gli epicentri di entrambe le pandemie, vale a dire l’area metropolitana di Sydney nel 1919 e l’area metropolitana di Melbourne nel 2020. Utilizzando fonti originali, abbiamo confrontato la letalità di COVID-19 in queste due città. La letalità è stata misurata dal numero e dal tasso di ricoveri e decessi per 100.000 abitanti. Utilizzando queste due misure, abbiamo diagnosticato le ondate di infezione, la loro gravità in diversi momenti e l'impatto cumulativo dei virus entro la fine del nostro periodo di studio approfondito, ovvero il 30 settembre 1919 e 2020. Influenza spagnola nel 1919 è stata più di 30 volte più letale del COVID-19 nel 2020. I ricoveri ospedalieri e i tassi di mortalità del COVID-19 a Melbourne nel 2020 hanno costituito una piccola frazione della devastazione provocata dall’influenza spagnola a Sydney nel 1919. I modelli e la letalità delle ondate pandemiche sono state sorprendentemente diverse. Entrambe le pandemie sono scoppiate con l'arrivo di agenti patogeni sconosciuti contro i quali non esistevano vaccini e antivirali. Il contenimento dell’infezione nel 1919 e nel 2020 ha gravato sugli interventi non farmaceutici (NPI) come il “sequestro protettivo” (quarantena), il tracciamento dei contatti, i blocchi e le mascherine. Nonostante i fallimenti dell’analisi genomica e le debolezze del sistema di tracciamento dei contatti dovute alla cattiva gestione, è stato il tracciamento persistente e dettagliato dei contatti a fornire la migliore spiegazione del motivo per cui gli NPI nel 2020 sono stati più efficaci rispetto al 1919 e quindi hanno contribuito alla minore letalità della pandemia da COVID-19 nel suo primo anno. L’anno di grande letalità in Australia è stato il 2022, il terzo anno della Pandemia di COVID-19. La differenza critica tra il primo e il terzo anno di pandemia è stata che nel 2020 la nostra prima e unica linea di difesa contro il COVID-19 è stato l’utilizzo degli NPI. Nel terzo anno di pandemia abbiamo avuto l’ulteriore beneficio di una seconda linea di difesa contro l’infezione e la morte sotto forma di vaccini e antivirali. Il grande paradosso dell’esperienza australiana della pandemia è che viene utilizzata la nostra seconda linea di difesa i prodotti farmaceutici hanno sostituito gli NPI come prima linea di difesa. Abbiamo poi fatto un ulteriore passo avanti e i governi australiani e il grande pubblico hanno deciso che i prodotti farmaceutici erano ormai la nostra unica linea di prodotti la difesa e gli NPI non erano più necessari. Nel 2020, in mancanza di tutte le altre opzioni, scegliamo di utilizzare gli NPI ma poi, quando i benefici della conoscenza scientifica sono arrivati sotto forma di intervento farmaceutico, scegliamo di abbandonare il tracciamento dei contatti e le maschere facciali e di utilizzare i RAT solo quando obbligati a farlo, ad es. raramente. Abbiamo anche scoraggiato i residenti dall'eseguire i test RTPRC, tra le altre cose, la recente decisione di chiudere l'unico centro test drive-in rimasto a Melbourne. Con l'abbandono dei NPI, la letalità del COVID-19 è aumentata nel 2022 e ha prima eguagliato e poi superato la letalità dell’influenza spagnola nel 1919 misurata in base ai dati grezzi dei decessi. Riflettendo sulle tendenze emerse entro la fine del 2022, il professor Crabb ha dichiarato che l’Australia ha creato il «il peggiore disastro sanitario pubblico a memoria d’uomo». Le lezioni del 2020 e il valore inestimabile degli INP rimangono estremamente attuali, soprattutto oggi se prendiamo sul serio la pianificazione della pandemia. Dobbiamo immaginare cosa potrebbe accadere se un nuovo sconosciuto agente patogeno o mutazioni del SARS-CoV-2 arriva e questi hanno principalmente una particolare propensione ad uccidere persone in età lavorativa come è accaduto durante l’influenza spagnola. Questa popoplazione economicamente produttiva nell'Australia contemporanea è molto più ampia delle coorti di anziani che sono state le principali vittime del COVID-19 finora. L'unico modo per prevenire un'elevata mortalità all'inizio di una qualsiasi pandemia, è quello di utilizzare gli NPI, la nostra prima e unica linea di difesa, come è avvenuto nel 2020. Poi, quando arriveranno i farmaci, saremo in grado di aggiungere una seconda linea di difesa alle nostre strategie di sanità pubblica. In questa fase è fondamentale che i leader governativi, professionali e comunitari impediscano ai cittadini di sviluppare false aspettative che i farmaci miracolosi portino a cure miracolose. Se abbiamo imparato qualcosa dall’elevata letalità del COVID-19 nel terzo anno di pandemia in Australia, è che gli interventi farmaceutici rappresentano una risposta necessaria ma insufficiente a una pandemia in corso. Sulla base della nostra esperienza nel 2020, il primo anno della pandemia in Australia, gli NPI dovrebbero rimanere la nostra prima linea di difesa perché anche dopo che i farmaci miracolosi sono stati inventati, il loro lancio è in genere ritardato o interrotto dai numerosi problemi di gestione che i sistemi sanitari devono affrontare sotto stress. Inoltre, il tempo e lo sforzo necessari per vaccinarsi o rifornirsi di antivirali scoraggia molte persone che sono poi tentate di razionalizzare la loro malattia presupponendo che abbiano contratto l’influenza o il raffreddore, non il COVID-19. Al contrario, indossare una maschera ed evitare spazi affollati interni ed esterni richiede uno sforzo individuale molto minore: basta portare sempre con sé una maschera quando si esce di casa ed evitare assembramenti o indossare una maschera adeguatamente sigillata se si partecipa a un evento di massa. La quantità relativamente piccola di cambiamento comportamentale richiesto dagli NPI costituisce un investimento meritevole da parte di tutti i cittadini nel proprio futuro.
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