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malia

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  1. La prima domanda che mi faccio è a cosa serve il ''passare oltre''? Questa cosa non la capisco molto. Io tutto quello che faccio è per radicarmi, per godere di tutti gli aspetti, anche quelli trucidi, malati: mi sembra ricchezza in ogni caso. Io comprendo e uso quello che ho compreso per ''divertirmi'', per giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco, il passare oltre cosa mi darebbe? Giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco è disfunzionale? Le pratiche per passare oltre le conosco, le applico anche molto più facilmente degli altri. Proprio l'aver potuto fare dei paragoni tra il passare oltre e il radicarmi, a me ha fatto pensare che ''passare oltre'' non mi eccita in generale. Mi fa sentire un ghiacciolo che guarda la vita da dietro un vetro, mi annoio, muoro di noia. Uso la pratica del ''passare oltre'' all'occorrenza, ma non la considero il modo di vivere che mi da energia. Non so se questo modo di vivere è dato dalla mancanza degli strumenti interiori per distinguere l'azione del reprimere dal passare oltre. Immagino che si, possa essere così.
  2. Sono d'accordo sul fatto che perdere il contatto con la propria parte selvaggia possa portare a vivere sottotono, o infelici, o ad inflarsi e perseverare in situazioni strane. Immagino che sia come non conoscersi bene. Credo che bisognerebbe avere la capacità di accogliere ogni aspetto della parte selvaggia con cui si recupera il contatto altrimenti si è punto e a capo: molte azioni che compiamo verso noi stessi così come il permetterci di rimanere in situazioni pericolose, provengono da rabbia, paura, intolleranza verso parti di noi. A volte si perde il contatto con questa parte selvaggia proprio perchè non l'abbiamo voluta accogliere. Penso che ci voglia, alla base, capacità di amare (se stessi) incondizionatamente.
  3. Non so cosa intendi per ''artificialmente''. Se è roba diversa da quella nata per motivi di cultura, etica, morale ''umana'', o altro. Io non dimentico il fascino subito, il piacere provato quando ho cominciato ad avere a che fare con quel tipo di personalità (si possono fare distinzioni tra genitori e persone in cui ci si imbatte più o meno per scelta nel corso della vita); io a quel piacere non ho voluto rinunciare, nè mi sogno di negare il motivo per cui mi sono sentita attratta da quel tipo di personalità (quello sarebbe un modo per negare delle parti di me). (sul discorso sul piacere fatto da gabriel mi trovo abbastanza daccordo). Per non rinunciare alla possibilità di godere della parte di personalità affascinante dello ''stronzo'' che ha dato piacere ad una parte di me, io gestisco (mi impegno) la situazione, e la gestione comporta il dover dosare parti di me, non di nasconderle nè di reprimerle, non è annullamento totale, perchè niente è totale, assoluto. Quelle parti di me che non si esprimono pienamente nella relazione con lo stronzo, troveranno altre relazioni in cui esprimersi gajardamente. Comunque io mi faccio guidare dal piacere (e dalla paura nel senso opposto) e non dall'equilibrio. Quindi alla base della mia ostinazione c'è il voler perseguire il piacere. Non so se seguire il piacere sia roba non artificiale; per cultura questo atteggiamento è molto condannato. Questo non alleggerisce (@madmax) di un grammo il peso del comportamento di un narcisista.
  4. Premetto che quando io parlo di personalità narcisistica non penso minimamente al mito. Che poi ieri ci pensavo pure: pensavo che il termine usato ''narcisismo'' potesse generare confusione o ''distrarre''. Non mi va di fare a gara a chi ha gli strumenti più affinati per discorrere delle varie personalità presenti nell'umanità tutta. Però ripeto: la personalità narcisistica, così come occidentalmente descritta dalla psicologia di merda (ok?) è riconoscibile in ogni angolo del mondo e non può in nessun modo essere scambiata per altro come fai tu che dici: ''eh vabbè...a tutti viene voglia di pavoneggiarsi, o a tutti viene voglia di ammazzare qualcuno, prima o poi'' che è vero, del resto, ma la personalità narcisistica è altro e viverci vicino ti porta ad impazzire se non sei attrezzato (ed è questo l'aspetto del male). Solo se lo ri-conosci puoi più facilmente gestirlo. Non ti dovresti preoccupare per il fatto che ''poretto'' è incasellato in due definizioni; poretti sono quelli che si ritrovano ad averci a che fare a lungo, perchè sul breve periodo frequentare un narcisista è una bella esperienza. E non credere neanche che un narcisista possa apprezzare la delicatezza degli strumenti che una persona potrebbe usare per comprenderlo, per cogliere tutte le sfumature del suo animo, per accoglierlo: non gliene può fregare una m., ma 0 proprio. Sono d'accordo in linea generale. Ma una persona che non ha mai aperto un libro di psicologia, i tratti del narcisista li sa descrivere ugualmente, perchè li vive, non ha bisogno di leggerli. Quando si arriva a leggere un manuale di psicologia e si legge dell'esistenza di quel tipo di personalià, ci si dice: ah, ecco, è così; si sarebbe potuto chiamare ''riso patate e cozze'' ma sempre quella roba è. Correggetemi se sbaglio, ma molte persone che hanno a che fare con un narcisista, si imbattono nella descrizione di quella personalità e la ri-conoscono nel manuale di psicologia durante tentativi di informarsi per capire il proprio malessere, per dare un nome al proprio di malessere, per cercare di gestire il proprio malessere, perchè ci sente impazzire. Non è che prima la psicologia occidentale ha coniato questa definizione, e poi dopo le persone l'hanno letta e ci hanno etichettano delle altre negando la realtà poliedrica ecc ecc. Quando le persone leggono di queso tipo di personalità (tranne il narcisista che non ci si riconoscerà maiiiiii ) la ri-conoscono. Per tornare al discorso dei miti...penso che i miti non sono roba detta in modo semplice e grezzo per ggggente semplice e grezza, la semplicità nega la ricchezza di sfumature ecc, e ppperò non mi puoi incasellare in due definzioni, mi neghi, ecc. I miti così come le descrizioni dei manuali moderni sono strumenti per conoscere/capire/ordinare e non strumenti che creano realtà. Una definzione non crea niente. E a me sembra una scusa questa che porti delle descrizioni della personalità fatte a muzzo, come se fossero queste il nocciolo del problema. Sicuramente la non comprensione di tutti gli aspetti di una persona non è una cosa buona, io per questo mi batto sempre, anzi per questo che mi accusano di relativizzare troppo; se dico che la definzione di personalità narcisistica è utile non lo dico per dare addosso allo stronzo, o per ''creare stronzi'' funzionalmente utili ai miei scopi, ma perchè ritengo che sia fondamentale per la comprensione e guarigione.
  5. No. Il narcisismo di cui si parla qui non è quello che hai descritto. La psicologia, che tu definisci miope, offre degli strumenti semplici, alla portata di tutti, per poter affrontare il problema della convivenza con un narcisista. Ora, un conto è dire che le esperienze - negative- formano, e grazie al c., un conto è negare l'esistenza della personalità narcisistica. Neanche provare compassionne per se stessi o per gli altri, o relativizzare sul concetto di male, giustifica la negazione dell'esistenza di questo tipo di personalità. Questa cosa che vai sostenendo è proprio controeducativa.
  6. La mia ipotesi è che figli di narcisisti siano attratti da narcisiti perchè uno normale appare loro noioso come la morte. Se sei figlio di narcisista sei ''un sopravvissuto male''; cioè sei una persona che ha imparato a sopravvivere ai continui tentativi che il genitore mette in atto per distruggerti come persona, senza però capire il perchè, quindi sei sopravvissuto ma senza elaborare, è questo è un danno permanente. Impari a sopravvivere, identifichi quella modalità di rapporto malato con l'energia che ti tiene in vita, che è l'unica cosa che un bambino piccolo vede in qualsiasi tipo di genitore, e per buona parte della vita o per tutta, cerchi di ricreare quella condizione, e cioè ''sopravvivere allo stronzo = vita/amore''. Quindi di base si vanno a cercare narcisisti per rivivere quella sensazione, e qui c'è in un certo senso la dipendenza di cui parlavi; si è dipendenti dalla sensazione e non dalla persona; tanto è vero che capita che, finita una storia con un narcisista, se non si è fatto un passo ''in avanti'' , te ne vai a cercare un altro uguale uguale, per poter di nuovo ricreare quella situazione. I passi in avanti secondo me sono di due tipi: o ti vai a cercare lo psicopatico perchè ti annoia pure il narcisista o ti liberi completamente con pratiche che ti permettono di esercitare il non attaccamento e apprezzare, coltivare l'impermanenza totale, non attaccamento non solo verso le persone, ma anche verso i propri pensieri, perchè arrivi a volerti liberari dai pensieri che ti danno dipendenza. Sono d'accordo. Riflettevo però su una cosa: sono i legami di dipendenza a dare stabilità nel bene e nel male alla società. Se ci fossero solo impulsi (anche riconosciuti dopo come tali) non ci sarebbero i migliori amici, le coppie, le famiglie, e via via sistemi più complessi di quella che chiamiamo società. Sarebbe un caos. Penso che una dose di dipendenza è cosa buona.
  7. Io lo dico da anni, che chi si accoppia con un narcista ha bisogno di aiuto, nel senso che qualche problemuccio a livello psicologico ce l'ha. E io sono la prima, eh...non sto facendo la splendida. Il masochismo è uno dei modi attraverso cui il piacere prende forma, quindi una strada che alcuni di noi percorrono per avere piacere. Ora è da capire se perseguire il piacere sia sempre frutto del fatto di avere una falla grossa nella psiche. Il piacere deriva dal soddisfacimento di un bisogno, che è frutto, il bisogno, a sua volta, di una mancanza, di una falla, per usare il termine che hai usato tu. L'attrazione è istinto, che porta a legarsi, a voler possedere qualcosa che non possediamo: l'avere quella cosa ci farebbe sentire esseri perfetti (vabbè, volta per volta lo crediamo, ci facciamo film, ma non è mai così....); ingenuamente identifichiamo con qualcuno, volta per volta, quella cosa di cui siamo manchevoli. Il meccanismo che porta a legarsi ad un narcisista è questo: vediamo in lui una caratteristica che ci manca; la caratteristica che ci manca è pari e contraria alla caratteristica di un narcisista che definiamo ''stronzo''; è attrazione, che può sfociare in attrazione fatale, se uno dei due non modifica il proprio modo di essere. Quindi si, vero, pure secondo me, chi è attratto da una personalità narcisistica è ''malato'' pari pari quanto un narcisista. Altrimenti l'attrazione non si verifica. E' attrazione, vero: l'inerzia subentra dopo l'attrazione. Perchè te, per sconfiggere l'inerzia devi saperti dire che sei psicopatica tanto quanto il narcisista. E questa cosa non te la dici....arrivi al punto che ti fai ammazzare, ma non te la dici. (Non tu)
  8. Io penso che sia la via più diretta, quella con meno dispendio di energie, la più ''naturale''. Quando dici che ci piace essere trattati come oggetti....penso che è vero in parte: abbiamo aspetti che sono puri e semplici meccanismi, e rispondono ad impulsi, nè più nè meno; non doversi occupare di gestire il meccanismo (tanto a volte manco lo vediamo) fa risparmiare energia; ci piace usare come oggetti alcune parti di noi, le lasciamo fare indisturbate perchè occuparsene, in alcuni casi, è più faticoso che gestire il danno che deriva dall'automatismo. A livello di società...uguale: è più facile chiudere gli occhi su aspetti ''negativi'' di personalità influenti perchè ci sono i benefici per noi; se non vediamo i benefici è perchè o non conosciamo che meccanismo li descrive, o se lo vediamo, non ammettiamo il fatto di voler quel tipo di beneficio che quella personalità - controversa - ci fa avere. Poi io vedo un altro aspetto: man mano che si riconoscono i meccanismi in cui tutti siamo impigliati, notiamo altri meccanismi in cui di nuovo tutti siamo impigliati; riconosciuti quelli, ne notiamo altri ancora; non si finisce mai di osservare meccanismi e di conseguenza di osservare il nostro essere oggetti in tantissime circostanze. Per alcuni tipi di persone è più facile vedere meccanismi complessi - e trovare le energie per tirarsene fuori - che vedere meccanismi semplici di cui si è ingranaggio. Per questo a molti di noi sfugge quasi sempre il fatto di essere oggetti in tantissime circostanze, perdendo quindi l'opportunità di farsi anche delle domande.
  9. Altro sogno in cui sogno di ricordare un post di Pandora, e di Freya, a questo giro. (prequel) Un mio amico piangeva a dirotto terrorizzato perchè aveva saputo che stavano arrivando gli alieni che avrebbero sterminato tutti, più o meno. Era una cosa risaputa e lo Stato aveva detto che per provare a salvarsi si dovevano indossare dei guanti di gomma lunghi fino al gomito; questo mio amico li indossava già. Io cercavo di consolarlo, perchè mi dicevo, accertato che dovevamo morire, non c'era bisogno di morire terrorizzati: potevo fare qualcosa per fargli vivere gli ultimi istanti con più serenità e poi....semmai le previsioni di sterminio era sbagliate e quindi ci si poteva salvare. Forse. Per calmarlo dovevo abbracciarlo e prima di toccarlo dovevo indossare anche io i guanti; andavo a prenderli dal distributore di guanti, giusto per dovere, e mentre li prendevo pensavo: ecco, di questi guanti Pandora e Freya ne avevano parlato in quel post. E sono proprio questi.
  10. No, non lo penso, in realtà. Però la sensazione è stata quella, non tanto all'inizio dello sparaflashamento, quanto dopo le scosse elettriche. E poi ho sentito che era maschile. Ma non so se era consapevole o se sono io che organizzo i dati e le sensazioni per darmi da sola l'idea di avere a che fare con qualcosa di consapevole, oppure se quella ''cosa'' era roba mia che io percepisco con distacco tanto da considerarla diversa da me. In entrambi i casi pensarla come consapevole mi aiuta in alcuni ragionamenti.
  11. Ah, allora ricordavo bene*.... Esperimento nell'esperimento: prendi le immagini di questo sogno (prequel e sogno su di te), scegli tu quali, e montaci su una storia che ha senso per te. EDIT. *...che poi l'ho ricordato in sogno....
  12. Secondo me il tuo subconscio sta cercando di gestire qualcosa a fatica...fritto e lesso sono due estremi incompatibili. Anarko ha la friggitrice ad aria....(ringraziami) Pochi giorni fa ho sognato Pandora. Però devo scrivere il prequel altrimenti non si capisce. Avevo sognato un aereo che precipitava e quando era prossimo a schiantarsi espelleva un omino col paracadute che era Alex Zanardi. Io che osservavo, pensavo che già era un miracolo se qualcuno si era catapultato fuori dall'aereo in quelle condizioni, e in più, all'omino, in fase di atterraggio, erano spuntate le gambe. Doppio miracolo. Allora mi precipitavo verso di lui, insieme a tante altre persone, per toccare la personificazione dei miracoli, Alex Zanardi, appunto. Lo volevamo toccare e, nello stesso tempo, sostenere, ma il luogo dell'atterraggio era pieno di conci di porcellana taglienti e noi, calpestandoli, ci saremmo feriti in modo grave. Io pensavo che ne valeva la pena: tagliarmi le gambe, per poter toccare lui....e quindi mi sfracellavo di tagli felice, felice di toccare Zanardi. Sempre nel sogno pensavo che Pandora aveva scritto di Zanardi nel forum, glielo chiedevo, lei diceva che si, era vero, leggevamo insieme i post che aveva scritto e trovavamo una spiegazione per tutto.
  13. Stanotte, stessa cosa ma con preghiera diversa: il Credo; ricordavo solo le prime strofe. Prima di (non) voler recitare questa preghiera, c'è stata una specie di lotta tra me che volevo uscire fuori dal corpo e qualcosa che si opponeva sparaflashamdomi negli occhi (chiusi) una luce bianca fortissima. Che poi questa luce voleva anche spaventarmi facendomi sentire scosse elettriche forti, e io pensavo: guarda, ti devi impegnare di più. E' stato un tira e molla combattuto, poi ho vinto io. (Storie di ordinaria follia) Qualcuno ne sa qualcosa?
  14. Io, 49 anni, una vita di paralisi, le paralisi con la testa che si muove non le ho mai avute. Devo ammettere anche di avere avuto, qualche settimana fa, la prima paralisi senza terrore, ed era una passeggiata di salute, rispetto alle altre, era una cosa piacevole. Quello che descrivi come rotolamento prima a destra e poi a sinistra fino a rotolare fuori dal letto... io ci provo da decenni, ho tentato anche di colpirmi sbattendo la testa contro il comodino, con lo scopo di ferirmi così tanto da uscire da quello stato, e anche se credevo di esserci riuscita, poi scoprivo che erano false sensazioni, falsi risvegli.
  15. Io musica mai. Però sento i sapori . La musica dolce e soave... potrebbe essere che ricostruisci le note ascoltate a cacchio per rendere i suoni, che senti in sottofondo, piacevoli alle tue orecchie?
  16. Chi può dirlo? Ho sognato Anarko, uno dei pochi sogni non ricorrenti: era su un palco e faceva uno spettacolo tipo comico davanti ad un sacco di spettattori, una festa di paese, sicuramentel al sud. Lo spettacolo era rispondere ad una serie di domande, e lui leggeva le risposte da un foglio che aveva in mano. Io ero spettatrice, alla sinistra del palco tra le gggente. Le domande erano quasi tutte su Freya, oppure le risposte, quasi tutte, tiravano in ballo Freya. Una domanda era quale fosse l'abbigliamento preferito (ma non capivo di chi dei due) e lui rispondeva che era le camicie bianche tutte uguali che Freya indossava per non perdere tempo al mattino nella scelta dei vestiti; domanda simile per i capelli; lui rispondeva la ''non pettinatura di Freya'' intendendo dire che Freya non ci faceva molto caso ai capelli; poi alla domanda ''suoneria di cellulare preferita'' lui rispondeva citando le parole della segreteria: l'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile''.
  17. @tornado io ricordo di aver sognato discorsi sensati. non escludo che siano stati miei pensieri messi in bocca ai vari personaggi del sogno, o pensieri, pezzi di frasi registrate durante il giorno, i mesi, gli anni e poi riproposti in sogno. escludo l'ipotesi che si tratti sempre di parole a c... riordinate in qualche modo.
  18. Ricercatrice si, onesta no: la mia mente l'onestà la concepisce poco.
  19. Non ricordo se sei uomo o donna...un consiglio (non richiesto): pensa ad altro (non ai numeri se vuoi sognare passworld), passworld non si richiama mentalmente con i numeri...pensa a qualcosa che ti manca come essenza (maschile o femminile) per esempio...
  20. Ora sono curiosa di sapere come sono i sogni frequenti di y2k...
  21. Facciamo che io te e tornado assistiamo allo stesso identico evento e che poi qualcuno ci chiede di raccontarlo: lo racconteremo in tre modi diversi. Gli eventi della nostra vita, anche quelli vissuti da noi in prima persona, sono raccontati in modo diverso da uno spettatore, e da noi stessi quando passano gli anni: le immagini che costituiscono i ricordi sono mutevoli e influenzate da un sacco di cose; anche la loro posizione sulla linea del tempo cambia. Riceviamo un sacco di immagini che non possiamo processare: sono dati persi, che rimpiazziamo con roba a cazzo, se dobbiamo creare una storia; e, purtroppo, creare una storia è un automatismo utile in molti casi; diventa una gabbia in altri casi. Infatti molte scuole portano a far capire quanto siamo rincoglioniti: e illuminati, e leva il velo di maya, e guarda i tuoi pensieri e abbracciali come per dire: e bello mio (il pensiero), che colpa ne hai tu se non ci azzecchi una e mi fai penare? Secondo me lo sceneggiatore sono gli automatismi che generano le immagini mentali. Dire che noi siamo gli scenaggiatori e cioè che padroneggiamo e disponiamo a piacimento delle immagini sarebbe come dire che siamo veramente gajardi, ma non lo siamo. Sono d'accordo con il fatto che la mente sia in grado di generare più scenari, e che scarta questo o quello. La meditazione è un allenamento a scegliere gli scenari prodotti per non rimanerne in balia, in modo passivo, da svegli. Di sicuro al colloquio per ragioniere non è richiesta, anzi... Comunque ci sono sogni e sogni (la frase del secolo).
  22. Una specie di triangolo con, in alto a destra, un pallino piccolo piccolo.
  23. Sogno di due notti fa. Vedevo la mia schiena e vedevo che era segnata da cicatrici fatte col fuoco, tipo ferro rovente; c'erano 3 linee più o meno rette più o meno simili, come posizione, alle fascette dei reggiseni; poi al centro c'era, sempre marchiato col fuoco, un simbolo racchiuso in un cerchio. Quando lo vedevo pensavo: chissà se è lo stesso simbolo che aveva Freya impresso sulla schiena. Pensavo questa cosa perchè avevo unn vago ricordo di un post. Comunque poi pensavo: che palle queste cicatrici, sono troppo vistose e non guariranno mai, non posso indossare vestiti con la schiena di fuori quest'estate.
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