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Qual è la tua teoria sulla realtà?


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La natura della realtà può essere considerata come oggettiva o soggettiva. Oggettivamente l'universo sarebbe infinito ed eterno, fatto di energia-materia che si trasforma continuamente, non scompare mai, niente inizio niente fine. Soggettivamente siamo ciò che riusciamo a sperimentare, né più né meno. In realtà siamo polvere che prende coscienza di se stessa, e la nostra vera natura è quella priva di tempo e di spazio, come 'esseri', nonostante siamo anche inseriti in uno spaziotempo locale, relativo, come 'corpi'. L'energia non è superiore alla materia tuttavia le creature coscienti sono innanzitutto esseri mentre i corpi sono loro strumenti, servi.

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E' una domanda ambigua: quel che si sperimenta generalmente non corrisponde alla realtà. La realtà di fondo è che vi è un'unica sostanza alla base di ogni cosa, la quale, per motivi che non conosco (sarebbero solo congetture le mie), non viene percepita. Questo fatto non è una mia teoria, non è un ragionamento, ma è una conoscenza che ho acquisito circa 11 anni fa in modo del tutto inaspettato: osservavo il bosco mentre stavo tornando a casa, e improvvisamente, come un lampo, ho percepito chiaramente che una sostanza all'interno del mio petto, era la stessa identica sostanza di tutto ciò che guardavo, non vi era alcuna differenza. Fu un'onda enorme che si propagò ovunque e mi travolse completamente. Io non esistevo più, o meglio, ero dappertutto, non c'era separazione tra me e il resto. E questo era reale, vero come è vero che il fuoco scalda e brucia, come qualsiasi altra sensazione indubitabile, anche perchè non ero in uno stato alterato di coscienza di nessun tipo nè sotto effetto di droghe. 

Quindi la natura della realtà è questa, non esiste nessuna differenza sostanziale fra le cose che appaiono nel mondo, nonostante abbiano forme diverse. 

Ognuno avrà le sue congetture circa la realtà che viviamo, ma credo che le congetture valgano poco. Bisogna farne esperienza e allora si ha la prova definitiva di cosa è. 

Edited by Freya
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5 ore fa, Freya ha scritto:

E' una domanda ambigua: quel che si sperimenta generalmente non corrisponde alla realtà. La realtà di fondo è che vi è un'unica sostanza alla base di ogni cosa, la quale, per motivi che non conosco (sarebbero solo congetture le mie), non viene percepita. Questo fatto non è una mia teoria, non è un ragionamento, ma è una conoscenza che ho acquisito circa 11 anni fa in modo del tutto inaspettato: osservavo il bosco mentre stavo tornando a casa, e improvvisamente, come un lampo, ho percepito chiaramente che una sostanza all'interno del mio petto, era la stessa identica sostanza di tutto ciò che guardavo, non vi era alcuna differenza. Fu un'onda enorme che si propagò ovunque e mi travolse completamente. Io non esistevo più, o meglio, ero dappertutto, non c'era separazione tra me e il resto. E questo era reale, vero come è vero che il fuoco scalda e brucia, come qualsiasi altra sensazione indubitabile, anche perchè non ero in uno stato alterato di coscienza di nessun tipo nè sotto effetto di droghe. 

Quindi la natura della realtà è questa, non esiste nessuna differenza sostanziale fra le cose che appaiono nel mondo, nonostante abbiano forme diverse. 

Ognuno avrà le sue congetture circa la realtà che viviamo, ma credo che le congetture valgano poco. Bisogna farne esperienza e allora si ha la prova definitiva di cosa è. 

Mi trovi in parte d'accordo. Bella risposta.

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Domanda per Freya, lo percepisci sempre oppure è accaduto solo in quell'occasione? Se è la seconda, quanto è durato? Secondo te è stata la Natura o chi per essa a manifestarsi a te per farti sperimentare il concetto dell'Uno? O l'iniziativa era partita in modo consapevole o inconsapevole dal tuo Essere? O semplicemente le condizioni psico-fisiche e spirituali, dentro e fuori, in modo spontaneo hanno permesso l'attivazione dei neuroni della coscienza superiore, dunque la vera felicità, il nostro stato ottimale di non-separazione altrimenti detto Amore?

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26 minuti fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Domanda per Freya, lo percepisci sempre oppure è accaduto solo in quell'occasione? Se è la seconda, quanto è durato? Secondo te è stata la Natura o chi per essa a manifestarsi a te per farti sperimentare il concetto dell'Uno? O l'iniziativa era partita in modo consapevole o inconsapevole dal tuo Essere? O semplicemente le condizioni psico-fisiche e spirituali, dentro e fuori, in modo spontaneo hanno permesso l'attivazione dei neuroni della coscienza superiore, dunque la vera felicità, il nostro stato ottimale di non-separazione altrimenti detto Amore?

È accaduto solo in quella occasione, ed è durato pochi secondi, non saprei dire esattamente quanti. Sicuramente meno di un minuto, ma gli effetti minori sono andati avanti per un mesetto. È stato del tutto improvviso, non stavo cercando nessuna esperienza, in realtà non stavo facendo niente. Praticavo già da un po' di tempo però, e penso che c'entri qualcosa. Visto il contenuto dell'esperienza, è impossibile dire da chi sia partita l'iniziativa, perché non c'era differenza fra me e il resto. Non è nemmeno possibile dire chi si sia manifestato a chi, dal momento che il "chi" coincide.

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44 minutes ago, Freya said:

Visto il contenuto dell'esperienza, è impossibile dire da chi sia partita l'iniziativa, perché non c'era differenza fra me e il resto. Non è nemmeno possibile dire chi si sia manifestato a chi, dal momento che il "chi" coincide.

Vero. Ma per fare le esperienze in questo mondo è necessaria l'individualità. Seppur "connessa" al resto in quanto fatti dalla stessa sostanza. Per annaffiare una pianta serve poca acqua, se versi l'oceano di acqua sopra la pianta questa viene travolta (controproducente). Eppure poca acqua sufficiente per annaffiare e l'oceano di acqua sono 'uno', ovvero stessa sostanza. Ma non è utile versare più di quanto serve. E soprattutto non improvvisamente. Un altro esempio: quando qualcuno ha la visione mistica di un guru o divinità, ciò non significa che è necessario sempre vedere quel guru o divinità, in quanto così sarebbe annullata l'individualità e responsabilità, la nostra missione. Eppure la natura degli umani è la stessa del guru o divinità che è apparsa. Perciò dicevo che potrebbe anche essere una 'manifestazione', o una 'visione'. Forse la chiave di interpretazione sta nell'equilibrio tra il percepire il Sé individuale e il Tutto, nessuno deve prevalere.

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1 ora fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Vero. Ma per fare le esperienze in questo mondo è necessaria l'individualità. Seppur "connessa" al resto in quanto fatti dalla stessa sostanza. Per annaffiare una pianta serve poca acqua, se versi l'oceano di acqua sopra la pianta questa viene travolta (controproducente). Eppure poca acqua sufficiente per annaffiare e l'oceano di acqua sono 'uno', ovvero stessa sostanza. Ma non è utile versare più di quanto serve. E soprattutto non improvvisamente. Un altro esempio: quando qualcuno ha la visione mistica di un guru o divinità, ciò non significa che è necessario sempre vedere quel guru o divinità, in quanto così sarebbe annullata l'individualità e responsabilità, la nostra missione. Eppure la natura degli umani è la stessa del guru o divinità che è apparsa. Perciò dicevo che potrebbe anche essere una 'manifestazione', o una 'visione'. Forse la chiave di interpretazione sta nell'equilibrio tra il percepire il Sé individuale e il Tutto, nessuno deve prevalere.

Capisco quello che dici. Allora, per intendersi meglio, si potrebbe dire che c'è stato un intervento che lo ha reso possibile. La mia percezione è che all'improvviso si fosse ordinato qualcosa che normalmente è disordinato, e ciò mi ha permesso di vedere come stanno realmente le cose. Come se tutte le nubi venissero spazzate via in un istante. Io non l'ho chiesto, quindi magari mi è stato concesso. Fra l'altro penso che sia possibile mantenere questo stato e anche altri superiori a questo (come il Nirvana), e quindi renderli permanenti. Ma non è questo l'argomento della discussione, andremmo OT.

Non so se può essere utile, ma quando è accaduto ero ferma, ero seduta.

Edited by Freya
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Credo che nel momento in cui saremo capaci di dare una spiegazione della realtà, vuol dire che già l'abbiamo superata.

Detto in altri termini, la nostra condizione ci impedisce di coglierla a pieno.

E questo vale per noi, quanto per i nostri predecessori.

Edited by Anarko
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Non credo che la natura della realtà possa essere esperita da un essere vivente.

Penso che ci sia un istinto, negli esseri viventi, alla negazione del senso di parzialità che percepiamo da un lato, che si contrappone al senso di infinito che percepiamo dall'altro, roba varia raggruppata nella definizione ''istinto di sopravvivenza''  e ''amore'', entrambi derivanti dalla necessità (che va e viene) di annullare spazio e  tempo.

Io penso che la percezione di parzialità e  di unità con l'universo non dice a sua volta nulla sulla realtà delle cose; costituisce solo  degli spunti per riflettere sulla enorme quantità di roba che può essere percepita/esperita.

La sensazione di essere tutt'uno con l'universo l'ho avuta anche io, ma ora  non sento di poterla indicare come ''natura della realtà''. Anche se l'ho creduto per tanto tempo e mi piaceva come ''spiegazione''.

 

Edited by malia
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13 minuti fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Dipende se la domanda è filosofica, perché esiste questa realtà? O scientifica, qual'è la sua  struttura? O spirituale, come andrebbe percepita dall'uomo? Oppure pratica, qual'è il compito dell'uomo nell'universo? O complottista, siamo padroni o schiavi della matrix?

Io prima ancora mi ero posta posta la domanda: ma  questo utente lo conosco?

E già mi erano partite risposte diverse.

Edited by malia
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Il 23/4/2023 at 09:05, Freya ha scritto:

E' una domanda ambigua: quel che si sperimenta generalmente non corrisponde alla realtà. La realtà di fondo è che vi è un'unica sostanza alla base di ogni cosa, la quale, per motivi che non conosco (sarebbero solo congetture le mie), non viene percepita. Questo fatto non è una mia teoria, non è un ragionamento, ma è una conoscenza che ho acquisito circa 11 anni fa in modo del tutto inaspettato: osservavo il bosco mentre stavo tornando a casa, e improvvisamente, come un lampo, ho percepito chiaramente che una sostanza all'interno del mio petto, era la stessa identica sostanza di tutto ciò che guardavo, non vi era alcuna differenza. Fu un'onda enorme che si propagò ovunque e mi travolse completamente. Io non esistevo più, o meglio, ero dappertutto, non c'era separazione tra me e il resto. E questo era reale, vero come è vero che il fuoco scalda e brucia, come qualsiasi altra sensazione indubitabile, anche perchè non ero in uno stato alterato di coscienza di nessun tipo nè sotto effetto di droghe. 

Quindi la natura della realtà è questa, non esiste nessuna differenza sostanziale fra le cose che appaiono nel mondo, nonostante abbiano forme diverse. 

Ognuno avrà le sue congetture circa la realtà che viviamo, ma credo che le congetture valgano poco. Bisogna farne esperienza e allora si ha la prova definitiva di cosa è. 

 

Quello che hai descritto è stato un episodio di depersonalizzazione, non è poi così un'esperienza unica, ti sei chiesta come mai sia accaduto ? 

Qualsiasi esperienza di questo genere, così come la derealizzazione, ha un nome ed è ben documentata dalla psichiatria. Gli stati dissociativi sono in risposta ad eventi che non si vorrebbero vivere, come meccanismo di difesa, altro che esperienza di illuminazione (quando si viene influenzati da false dottrine, si è portati a pensare a questo) 

Sulla vera natura della realtà, si possono fare solo delle ipotesi, ma fino a quando abbiamo un cervello sarebbe meglio concentrarsi a mantenere lo spazio che separa il sé dagli altri e da tutto ciò che ci circonda ( hai fatto l'esempio del fuoco, se tu e il fuoco siete la stessa cosa, ti getteresti nel fuoco ? ) Così come è importante mantenere integro il sé in tutte le sue parti : corpo e mente, e mantenere le distanze dall'esterno (per evitare la depersonalizzazione) ma allo stesso tempo non isolarsi dall'esterno (per evitare la derealizzazione) 

 

Inoltre preciso che non esistono la depersonalizzazione e la derealizzazione in senso positivo, a suo tempo in passato nel forum venivano considerate da qualcuno come appunto delle esperienze di illuminazione inconsapevole, e quindi si dovrebbero indurle per divenirne consapevoli e quindi essere consapevolmente illuminati, tutte menate mentali.

Invece la depersonalizzazione e la derealizzazione, per quanto potrebbero apparire come delle esperienze spirituali e mistiche, soprattutto se accadono occasionalmente (può capitare a tutti sotto stress, più raramente si evolve in disturbo cronico) si deve subito fare in modo che non accada mai più, per evitare che la dissociazione possa diventare permanente e non curabile. 

 

 

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12 minuti fa, tornado ha scritto:

 

Quello che hai descritto è stato un episodio di depersonalizzazione, non è poi così un'esperienza unica, ti sei chiesta come mai sia accaduto ? 

Qualsiasi esperienza di questo genere, così come la derealizzazione, ha un nome ed è ben documentata dalla psichiatria. Gli stati dissociativi sono in risposta ad eventi che non si vorrebbero vivere, come meccanismo di difesa, altro che esperienza di illuminazione (quando si viene influenzati da false dottrine, si è portati a pensare a questo) 

Sulla vera natura della realtà, si possono fare solo delle ipotesi, ma fino a quando abbiamo un cervello sarebbe meglio concentrarsi a mantenere lo spazio che separa il sé dagli altri e da tutto ciò che ci circonda ( hai fatto l'esempio del fuoco, se tu e il fuoco siete la stessa cosa, ti getteresti nel fuoco ? ) Così come è importante mantenere integro il sé in tutte le sue parti : corpo e mente, e mantenere le distanze dall'esterno (per evitare la depersonalizzazione) ma allo stesso tempo non isolarsi dall'esterno (per evitare la derealizzazione) 

 

Inoltre preciso che non esistono la depersonalizzazione e la derealizzazione in senso positivo, a suo tempo in passato nel forum venivano considerate da qualcuno come appunto delle esperienze di illuminazione inconsapevole, e quindi si dovrebbero indurle per divenirne consapevoli e quindi essere consapevolmente illuminati, tutte menate mentali.

Invece la depersonalizzazione e la derealizzazione, per quanto potrebbero apparire come delle esperienze spirituali e mistiche, soprattutto se accadono occasionalmente (può capitare a tutti sotto stress, più raramente si evolve in disturbo cronico) si deve subito fare in modo che non accada mai più, per evitare che la dissociazione possa diventare permanente e non curabile. 

 

 

No tornado, non è stata un'esperienza di depersonalizzazione.

Ma tu credilo pure, se ti sembra più appropriato.

 

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Il 22/4/2023 at 15:18, SoffioEntropico ha scritto:

Qual è secondo te la natura della realtà che stiamo sperimentando?

Siamo in una bolla schiumosa.

Uno stato soffocante ma necessario al procedere dell'essenza che racchiudiamo.

Al prossimo stato dell'essere, come in quello precedente,  dove si guarda si "vede". Se piace quel che si vede è possibile sperimentarlo nella sua stessa materia.

 

Se raggiungo  10.000 like  m'invento le basi per un nuovo culto, qualche socio e una sede similchiesa.

 

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4 hours ago, tornado said:

Qualsiasi esperienza di questo genere... ha un nome

Depersonalizzazione dovrebbe essere quando il centro si sposta altrove, fuori. L'esperienza descritta invece sembra un'estensione della percezione verso l'infinito, non uno spostamento o mancanza di qualcosa. Derealizzazione dovrebbe essere l'assenza di empatia, dunque uno stato patologico. La psichiatria comunque non è in grado di spiegare la spiritualità umana, sta troppo indietro.

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7 ore fa, tornado ha scritto:

 

Quello che hai descritto è stato un episodio di depersonalizzazione, non è poi così un'esperienza unica, ti sei chiesta come mai sia accaduto ? 

Qualsiasi esperienza di questo genere, così come la derealizzazione, ha un nome ed è ben documentata dalla psichiatria. Gli stati dissociativi sono in risposta ad eventi che non si vorrebbero vivere, come meccanismo di difesa, altro che esperienza di illuminazione (quando si viene influenzati da false dottrine, si è portati a pensare a questo) 

Sulla vera natura della realtà, si possono fare solo delle ipotesi, ma fino a quando abbiamo un cervello sarebbe meglio concentrarsi a mantenere lo spazio che separa il sé dagli altri e da tutto ciò che ci circonda ( hai fatto l'esempio del fuoco, se tu e il fuoco siete la stessa cosa, ti getteresti nel fuoco ? ) Così come è importante mantenere integro il sé in tutte le sue parti : corpo e mente, e mantenere le distanze dall'esterno (per evitare la depersonalizzazione) ma allo stesso tempo non isolarsi dall'esterno (per evitare la derealizzazione) 

 

Inoltre preciso che non esistono la depersonalizzazione e la derealizzazione in senso positivo, a suo tempo in passato nel forum venivano considerate da qualcuno come appunto delle esperienze di illuminazione inconsapevole, e quindi si dovrebbero indurle per divenirne consapevoli e quindi essere consapevolmente illuminati, tutte menate mentali.

Invece la depersonalizzazione e la derealizzazione, per quanto potrebbero apparire come delle esperienze spirituali e mistiche, soprattutto se accadono occasionalmente (può capitare a tutti sotto stress, più raramente si evolve in disturbo cronico) si deve subito fare in modo che non accada mai più, per evitare che la dissociazione possa diventare permanente e non curabile. 

 

 

Peccato, se non esisteva la dissociazione non esisteva neanche l'esperienza mistica visto che il più delle volte l'esperienza mistica avviene in seguito ad uno stato di dissociazione.

altrimenti tutta quella spazzatura mentale e costrutti senza senso farebbero fatica a crollare.

Chi ha avuto l'illuminazione forse può dirlo chi ha subito uno shock, una lampadina mica si accende con 1 volt.

"S'immerse all'interno della vasca riponendo totale fiducia nel potere della piena opera.
Nel vento e nel suo farsi moto;
Nella terra e nella sua conduttività;
Nel fuoco e nel suo calore;
Nell'acqua e nel suo essere corrente. 
Intonó un canto e dalla parola fu trasportato e con solenne attesa si dispose a ricevere i doni e la grazia offerti dal calice del suo stesso altare. 
Di unico suono tutto il tempio si rivestì e la grande divinità si sollevò in cielo. Così mise i suoi abiti, e colmo di regalità salutó il popolo in segno di rispetto e gratitudine, e verso l'orizzonte pregno d'immortalità si ridiresse."

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La natura della realtà è esattamente come il sogno: troppo dinamica e inconsistente da essere reale. La realtà è una: quella olografica, multidimensionale. Non ce n'è solo una ma diverse, come di Terre: più versioni di essa che coesistono e noi siamo la proiezione digitale (Avatar) della nostra immaginazione o almeno di quello che la nostra coscienza è in grado esperire.

Da immaginazione che significa azione del mago e digitale, cioè da qualcosa che viene dalle dita o dalle mani e quindi manipolare.

Edited by ShamanArt

"S'immerse all'interno della vasca riponendo totale fiducia nel potere della piena opera.
Nel vento e nel suo farsi moto;
Nella terra e nella sua conduttività;
Nel fuoco e nel suo calore;
Nell'acqua e nel suo essere corrente. 
Intonó un canto e dalla parola fu trasportato e con solenne attesa si dispose a ricevere i doni e la grazia offerti dal calice del suo stesso altare. 
Di unico suono tutto il tempio si rivestì e la grande divinità si sollevò in cielo. Così mise i suoi abiti, e colmo di regalità salutó il popolo in segno di rispetto e gratitudine, e verso l'orizzonte pregno d'immortalità si ridiresse."

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la realtà so solo che è plasmabile in base a quello che gira nella propria testa

suonando la chitarra e il flauto ho fatto altre osservazioni

più che plasmabile è penetrabile attraverso i riflessi e la volontà

ovvero quello che si vede (che è diverso dal guardare) e percepito con la volontà ovvero il plesso solare

quindi la realtà o le varie realtà non sono ordinate in modo come se fosse un alfabeto

ma sono organizzabili in base alla preferenze

Edited by Karver
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21 ore fa, cincin ha scritto:

É tutto ciò che esiste.

hai riassunto in una sola frase quello che io potrei spiegare in un libro intero

 

io dico che tutto è sperimentabile quando le domande cessano

però per far cessare le domande ci vogliono le stesse domande inizialmente che vanno a indagare e investigare la realtà

poi si "vede" 

la cosa ideale sarebbe far unire tutte le esperienze della realtà in un'unica percezione ma la cosa non so se sia possibile

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Bingo 

Il 25/4/2023 at 16:43, cincin ha scritto:

É tutto ciò che esiste.

 

Il 28/4/2023 at 21:11, cincin ha scritto:

Esattamente. Magari per molte cose avrò bisogno dell'ausilio di uno strumento: microscopio per i batteri, telescopio per i pianeti, ecc.

 

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