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cincin

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  1. Io ho una esperienza da condividere su una seduta spiritica ma non ricordo se con la tavola, va bene lo stesso? Ho organizzato a casa mia una riunione con gli utenti di CN tanti anni fa. Vennero l'amministratore @Diego @Tn1 e tanti altri utenti di cui non ricordo il Nick. Eravamo una quindicina, più o meno. Io assistevo poiché, come sai, non sono un'addetta ai lavori ma sono molto curiosa. E poi era il mezzo per conoscere tanti amici di CN. In particolare accadde che un utente ebbe enormi problemi emotivi, come se fosse caduto in trance; ne fui molto impressionata. Non posso ricordare tutto ciò che avvenne, é passato troppo tempo e ho poca memoria ☺️. Ma anche per il fatto che per me la seduta spiritica era un mezzo, come dicevo sopra. Ma magari Diego e tn1 ricorderanno molti più particolari di me.
  2. Certamente. Tutti gli ultimi esseri umani, quindi anche tu. Te ne devi solo rendere conto.
  3. La realtà è soggettiva quando viene osservata attraverso la mente (o io); é oggettiva quando la si osserva senza mente, ovvero come Consapevolezza.
  4. Quando ti interrogano curiosi , cercando di sapere cosa Esso sia ; non affermare nulla , non negare nulla. Perché ogni cosa affermata non è vera. Ed ogni cosa negata non è vera. Dunque alle loro domande offri il soltanto silenzio ... il Silenzio … è un dito che indica la Via - Buddha -
  5. Per quale motivo lo trovi troppo interessante e intrigante? Ad ogni modo il ritrovamento è stato pubblicato su una rivista scientifica, leggo.
  6. In questo post prenderò in esame il momento in cui un tennista scende a rete e deve capire all'istante dove giocherà il passante il suo avversario...mi passerà a destra o a sinistra? Ovviamente potrebbe decidere di fare il lob, il pallonetto. Ma concentriamoci sul primo caso: il passante. Ebbene, il mio consiglio è quello di concentrarsi sulla racchetta dell'avversario, laddove ci sarà il punto di contatto con la pallina. L'attenzione dovrebbe essere concentrata nel punto esatto da cui uscirà la pallina; insomma occuparsi esclusivamente della pallina. Come si farebbe nel gioco dei 3 bicchierini rovesciati, sotto uno dei quali é celata una noce; il prestigiatore mischia i bicchierini e si dovrà indovinare dove si trova la noce. Il "trucco" sta nel puntare con lo sguardo solo il bicchierino con la noce e non curarsi di tutto il resto. Ebbene, per capire in tempo reale dove il mio avversario mi passerà devo focalizzare tutta la mia attenzione sulla pallina che sta uscendo dalla racchetta eliminando dall'attenzione tutto il resto.
  7. Sarei d'accordo se mi parlassi di sofferenza psicologica: accade spesso che problemi esistenziali ti inducano a cercare la pace. Ma con la sofferenza fisica, intesa come dolore fisico è un po', o molto più difficile per il motivo che ho esposto sopra. Quello che voglio dire è che se prima non risolvi i problemi fisici non puoi dedicarti alla spiritualità. Se mangi e bevi in modo scriteriato la tua mente è annebbiata. Non parlo di numeri assoluti ma di probabilità.
  8. Eri semplicemente la tua Consapevolezza. Che non é bambino, non é adulto, non è vecchio, né donna né uomo. Senza saperlo avevi "osservato" la tua domanda: chi sono io? Quell'osservatore altro non era che la tua Consapevolezza che é emersa perché non c'era più il tuo ego, il tuo io.
  9. "Nel processo di consapevolezza quanto conta l'alimentazione?" Molto. Per occuparti di spiritualità (la Consapevolezza di cui parlo io é spiritualità) devi stare bene col corpo; e per stare bene col corpo devi (anche) mangiare bene. Perché se il tuo corpo soffre non puoi essere Consapevole; o meglio, é più difficile. Lo é quando stiamo bene figuriamoci se stiamo male...se soffriamo di gastrite, mal di testa, dolori articolari, cistiti ecc.ecc. (tutti mali conseguenza di una cattiva alimentazione) é difficile essere Consapevoli. Se vogliamo che la nostra Consapevolezza salga dobbiamo mangiare correttamente al fine di essere liberi dai mali del corpo.
  10. Ciao Filippo, io mai avute e mai conosciuto qualcuno che le abbia avute; però mi capita di leggerne ed è un argomento che mi appassiona. Il primo problema, però, è che non si possono avere riscontri oggettivi e bisogna affidarsi a chi le racconta; e non perché dubito della loro buona fede ma perché si tratta di capire se quello che sperimentano è fisiologico, per così dire, oppure ha un significato spirituale, come spesso viene detto. Cmq sarebbe interessante leggere qualche esperienza.
  11. No. Per uscire dalla identificazione bisogna "osservare" la domanda chi sono io? Noi non siamo la nostra mente e c'è"qualcuno" che é al di sopra della mente. Solo che non ne siamo Consapevoli.
  12. Lo potrai sapere solo diventando Consapevole.
  13. Ma infatti, che la reincarnazione esista o meno, solo vivendo nel presente annulli il karma. Se vivi nel passato o nel futuro continuerai a errare, stesso o diverso errore che sia. Se continui a fare errori accumuli il famoso debito karmiko che continuerà a farti errare. Vivere fuori della mente, cioè vivere nel presente, non ti fa ripetere gli errori. Per chi crede nella reincarnazione questi errori si porteranno in dote.
  14. Penso che se ti fissi sui requisiti della relazione (lunga ed età) farai molta fatica a realizzarla. Ma anche la sola ricerca della relazione potrebbe trovare molti ostacoli.
  15. Più che altro un'aspettativa é ciò che ci aspettiamo in futuro. E, in genere, le aspettative non si realizzano. Le cose arrivano quasi sempre quando meno c'è le aspettiamo, quando nemmeno ci pensiamo.
  16. Osservare é in senso figurativo. Non puoi scacciare i pensieri in modo diretto; se lo facessi essi avrebbero ancora più forza. Lo puoi fare in modo indiretto, per esempio "osservandoli" o "osservando" ciò che stai facendo. Come spiegato a karver. Ovviamente se vuoi approfondire l'argomento apri un topic, in questo contesto divideremmo in due questo topic
  17. Dieta bilanciata é un termine che non ha alcun valore se non dai dei numeri nei macronutrienti. Per esempio, io potrei dire la dieta mediterranea non è bilanciata perché é ricca di carboidrati. Eppure molti definiscono la dieta mediterranea bilanciata. Ma qui ci stiamo allontanando dal tema.
  18. L'infiammazione da intolleranza o allergia si risolve eliminando gli alimenti incriminati. Sarebbe da stupidi continuare a mangiare un alimento sapendo che ti fa male. Ma, come dicevo sopra, l'infiammazione diventa un problema quando l'organismo non riesce a risolverla. E come la risolve? Invertendo il rapporto omega 6/omega 3, aumentando la quota di fibre fermentabili e di polifenoli, eliminando l'assunzione di carboidrati raffinati in favore di carboidrati a basso indice e carico glicemico.
  19. Nulla. Ma le varie diete sono equilibrate in macro e micronutrienti? Dai miei studi quarantennali no. Alcune diete sono scarse in proteine e hanno troppi carboidrati, altre scarseggiano in micronutrienti e hanno troppi grassi saturi e omega 6, altre scarseggiano in carboidrati e hanno troppe proteine ecc. Ovviamente come punto di riferimento prendo la dieta che studio e seguo da oltre 20 anni ne ho seguite e studiate molte) perché la ritengo la migliore equilibrata in macro e micronutrienti, appunto. Se mangi in maniera adeguata in quantità e qualità non sopraggiungono infiammazioni. Le infiammazioni si attivano quando l'alimentazione è ricca di carboidrati raffinati, acidi grassi omega 6 e scarsa di fibre fermentabili. E le infiammazioni diventano un problema allorché l'organismo non è in grado di risolverle.
  20. cincin

    Sull'intelligenza

    --- Intelligenza per me è la capacità di mettere in discussione quello che si è imparato; intelligenza per me vuol dire fluidità, perchè quando non si è radicati nelle proprie convinzioni si è fluidi. Come l'acqua. Intelligente è quella persona che quando si trova davanti a una questione ha la capacità di mettere da parte l'acquisito per far spazio nella testa, al nuovo. Se la testa viene sgomberata del vecchio c'è spazio per accogliere il nuovo. Ma ci vuole coraggio per fare questo, perchè per fare questo bisogna essere umili, e l'umiltà richiede coraggio. Essere umili vuol dire mettere da parte l'ego, e in un mondo in cui l'ego la fa da padrone bisogna essere coraggiosi per metterlo da parte. Ma mettere l'ego da parte vuol dire proprio essere intelligenti, perchè solo una persona intelligente ha capito che l'ego ci porta sempre il conto alla fine. Una persona intelligente ha capito che l'ego, se da una parte ti dà, dall'altra ti toglie, lasciandoti alla fine sempre a zero. Agire non in funzione dell'ego ripaga sempre, invece, perchè se prima hai dato poi riceverai; è una legge, questa. E c'è differenza tra l'avere e il dare, e il dare e l'avere; nel primo caso si comincia con la vittoria e si finisce con la sconfitta; nel secondo caso si comincia con la "sconfitta" e si finisce con la vittoria. --- Una precisazione sul significato che do io alla parola umiltà. Per umiltà non intendo il contrario della superbia, perchè il contrario della superbia altro non è che superbia camuffata da umiltà; in questo caso l'umiltà è falsa ed è una repressione, un mettere a tacere la superbia. Per umiltà io intendo "ignoranza", nel senso di diventare ignoranti e non nell'essere ignoranti. I bambini sono ignoranti (e proprio per questo sono intelligenti) ma solo perchè non hanno ancora acquisito il sapere; la loro quindi è una ignoranza inconsapevole, non voluta; l'adulto, invece, ha acquisito sapere e se mette da parte quel sapere allora "diventa" ignorante; in questo caso l'ignoranza è consapevole, voluta. In altre parole egli sa, ma il suo sapere non ostacola la Conoscenza, che ci può essere solo se si se mette da parte il sapere. E allora un'altra definizione di Intelligenza può essere la Conoscenza, proprio come il bambino che si appresta a conoscere il mondo. In altre parole, ogni volta che si è acquisito un concetto (il noto), si dovrebbe "abbandonarlo" per far posto all'ignoto. E le intuizioni, che sono prerogativa delle persone intelligenti, scaturiscono proprio dall'ignoto, perchè non arrivano a noi col ragionamento (il noto) ma affiorano proprio quando abbandoniamo ogni ragionamento. --- Intelligenza, per me, è Comprendere che se oggi sto troppo bene, domani starò male; che se oggi sono troppo felice, domani sarò infelice; che se oggi ho fatto piangere qualcuno, domani dovrò piangere io. Intelligenza per me è Comprendere che gli eccessi pagano al momento e vogliono indietro con gli interessi nel futuro. Intelligenza è Comprendere che la vera felicità, quella cioè che non si trasforma in infelicità, perchè ogni emozione si trasforma nel suo opposto, è quella che non ha causa; e la felicità che non ha causa si trova tra i due poli felicità-infelicità. Quella felicità tra i due estremi, che a questo punto non può chiamarsi felicità, non si trasformerà mai nel suo opposto, perchè il punto di mezzo, non ha un suo opposto; in una scala da 1 a 10, l'1 è l'opposto di 10, e viceversa; ma qual'è l'opposto di 5? Intelligenza è Comprendere che il punto di mezzo tra le emozioni non conosce infelicità. --- L'intelligenza, come tutte le qualità che l'uomo possiede, non è sua. L'intelligenza è dell'universo che la presta all'uomo, per così dire. L'uomo è lo strumento attraverso cui l'universo manifesta la sua intelligenza; perchè solo l'universo può essere intelligente, dal momento che lui "vede" tutto. L'uomo è una minuscola porzione di questo infinito universo; come può pretendere di essere lui l'artefice della sua intelligenza? L'uomo è intelligente, sì, ma non è merito suo. L'uomo fa semplicemente il dovere per cui è stato chiamato dall'universo. E quando un uomo crea, quando un uomo concepisce un'idea, ma anche un bambino, quell'idea e quel bambino non sono suoi, ma dell'universo. Egli è solo lo strumento attraverso il quale vengono concepite le idee i bambini. Ma perchè l'uomo si sente padrone delle sue idee e dei suoi figli; perchè è dotato di ego e l'ego ci fa sembrare che tutto quello che facciamo e diciamo è nostro; falso. Falso perchè è l'ego ad essere falso. E da una falsità cosa può nascere se non un'altra falsità? L'uomo vive una vita di falsità perchè si è identificato con il suo ego, e identificarsi con l'ego porta a vivere una vita irreale. L'intelligenza è Comprendere che l'ego ci fa appropriare delle cose del mondo, ci fa diventare proprietari del mondo; assurdo. Assurdo perchè l'uomo nasce nudo e nudo dovrà morire, perchè l'uomo è semplicemente un animale; un animale capace di fare cose che altri animali non sanno fare, è vero, ma questo non è merito suo, come non è demerito degli animali non saper fare quello che facciamo noi. I meriti sono tutti della natura che ha "voluto" che le cose andassero in questo modo altrimenti non ci sarebbe stata vita. Se la vita è questa allora vuol dire che solo in questo modo poteva andare. E la vita ha voluto che noi ci sviluppassimo al di sopra degli animali. Comprendere che essere gli esseri più intelligenti della terra non è merito nostro è Intelligenza. --- Ma, se esiste l'intelligenza, esiste anche la stupidità? Io credo di nó. Anche se ogni qualità ha il suo opposto, io mi sento di dire che l'intelligenza non ha un suo opposto. Perchè se è vero che non possiamo arrogarci il diritto di essere gli artefici della nostra intelligenza, perchè essa ci viene assegnata dal caso, dire a un altro: tu sei stupido, non ha fondamento, perchè dire tu sei stupido è solo frutto dell'ego, ma l'ego è falso. Secondo me non esiste la stupidità ma esistono vari modi di intelligenza. Uno è portato per la matematica, un altro per la musica, uno per lo sport e un altro per il giardinaggio. Ogni persona nasce con un dono e non ci sarà mai una persona che non sappia fare una cosa meglio di altri. A mio avviso c'è solo un modo per essere degli stupidi: considerarsi più intelligenti degli altri. --- Ma cosa si intende con intelligenza? Perchè se intendiamo la capacità di immagazzinare dati nel nostro cervello o di accumulare cultura e preparazione scientifica o letteraria ecc., quella, per me, non è intelligenza perchè dipende dalla genetica di ognuno di noi. Per cui ci saranno quelli più portati allo studio e quelli meno portati; ci saranno quelli portati alle materie scientifiche e quelli portati alle materie umanistiche; ci saranno quelli dotati di molta memoria e quelli di scarsa memoria, e così via. Queste predisposizioni non le considero intelligenza perchè non dipendono da noi, dalla nostra bravura, ma sono innate. Poi c'è quella che io considero veramente intelligenza e che principalmente la si acquista (e quindi è un merito) anche se, perchè ciò avvenga ci vuole un po' di fortuna (circostanze favorevoli). Questo tipo di intelligenza è dovuto per il 50% alla fortuna e per il 50% al merito; ma di quel 50% di merito, il 50% è dovuto alla fortuna e il 50% al merito; quest'ulteriore 50% di merito è diviso al 50% tra fortuna e meriti e così via all'infinito. E se procediamo all'infinito cosa rimane dei nostri meriti? Nulla. Quindi, anche questo tipo di intelligenza non è merito nostro ma è un regalo che ci viene fatto dalla natura. --- L'intelligenza che si "acquisisce" è indipendente dalla cultura e spesso succede che una persona poco colta sia intelligente. E mentre il primo tipo di intelligenza (quella innata) è quasi tutta a carico dell'emisfero cerebrale sinistro (quello associato alla razionalità), il secondo tipo di intelligenza (quella che si acquisisce) è divisa in maniera equilibrata tra l'emisfero sinistro e quello destro (quello associato all'emotività, alla creazione, ecc.) Ed ecco perchè, secondo me, la vera intelligenza, quella che si acquisisce, non è direttamente proporzionale alla cultura, perchè più cultura vuol dire più emisfero sinistro sviluppato a scapito di quello destro, e la vera intelligenza scaturisce quando c'è equilibrio tra i due emisferi. --- Intelligenza è saper vedere il giusto e lo sbagliato in tutte le opinioni. Le opinioni sono giuste per alcuni e sbagliate per altri, perchè il mondo si divide sempre in due quando c'è pensiero. E osservare una opinione ci fa schierare da una parte o dall'altra. Intelligente è colui che non si schiera né con gli uni né con gli altri, oppure si schiera con entrambi. E anche se questo atteggiamento appare ipocrita agli occhi della gente, in realtà è l'atteggiamento della persona intelligente. Perchè per poter vedere il giusto e lo sbagliato in una opinione, bisogna mettere da parte l'ego; e mettere da parte l'ego è come avere la vista a 360°. Quando si osserva una opinione attraverso l'ego, noi abbiamo una vista a 180°, riusciamo a vedere solo la metà di quella opinione: quella che soddisfa l'ego. Perchè se si è a favore di quella opinione, vuol dire che quella opinione è a nostro favore e quindi indirettamente l'altro sta avallando la nostra opinione; il nostro ego è soddisfatto. E anche quando si è contrari a quella opinione, il poter dire: tu sei in errore, fa gioco al nostro ego, perchè cosa c'è di più bello per l'ego che poter dire: tu hai torto e io ragione? Osservare le opinioni senza ego non ci fa essere né a favore né contro oppure sia a favore che contro contemporaneamente. Essere intelligenti vuol dire osservare le opinioni senza ego, perchè l'ego divide, mentre l'assenza di ego unisce, e un buon padre, un padre intelligente, non metterà mai un figlio contro un altro. --- Intelligente, per me, è colui che ha cominciato a chiedersi il perchè delle cose. Poiché chiedersi il perchè delle cose è tipico dei bambini e i bambini, è noto, sono intelligenti. Chiedersi il perchè delle cose è da persone intelligenti, poiché ai perchè non può essere data la risposta ultima; e una persona intelligente non farà mai domande alla quale può essere data risposta, perchè egli è così intelligente che l'ha già trovata da sé. Le domande che possono essere soddisfatte non saranno delle persone intelligenti, perchè esse faranno domande sempre difficili. E cosa c'è di più difficile della domanda "perchè dobbiamo nascere", per esempio? Oppure, della domanda "perchè esiste l'universo?" Possiamo pure trovare una risposta ai perchè ma una volta soddisfatto un perchè subito se ne ripresenterà un altro; possiamo trovare la risposta a questo secondo perchè, e poi al terzo e poi al quarto e così via; ma i perchè sono infiniti come l'universo e non potranno mai vedere la fine. Una mente intelligente, una mente che si chiede il perchè delle cose è una mente che si apre all'infinito, all'universo; e cosa c'è di più intelligente dell'universo. --- Ma, se ai perchè non può essere data risposta, allora colui che si chiede il perchè delle cose è una persona che soffre; sì, per me, intelligente è colui che soffre. Cosa c'è di più sofferente che farsi delle domande a cui non c'è risposta? Ci si sente impotenti, piccoli, insignificanti, di fronte alla vastità delle domande che riguardano l'esistenza, perchè l'esistenza è infinita. E come può trovare pace un uomo che ha delle domande a cui nessuno può dare risposta? Deve accontentarsi? No, una persona intelligente non è una persona che si accontenta; una persona intelligente è molto esigente e non troverà pace fino a che non avrà trovato quello che cerca. Ma come può trovare ciò che non esiste? Perchè non esistono risposte ai perchè. E se gli altri non possono fornirgli le risposte dovrà fare da sé. E allora comincia il tormento; un uomo intelligente è tormentato. E' tormentato perchè sa che nessuno lo può aiutare e deve trovare la soluzione da solo e ogni volta che ha una domanda non la può esternare ma la deve rivolgere verso di sé. Le sue domande non possono trovare sfogo all'esterno e allora le deve far "sfogare" verso l'interno. Ma questo non è uno sfogo, però, perchè il mittente è contemporaneamente anche il destinatario; paradossale. E quand'è che può trovare la pace un uomo tormentato da domande che non hanno risposta? La pace la troverà quando avrà Compreso che alle domande sull'esistenza non vi sono risposte. Ma la Comprensione di cui parlo io non è di uno che getta la spugna e dice: "basta, ai perchè non può essere data risposta", perchè qui è evidente la "sconfitta", l'accontentarsi perchè si è esausti. La Comprensione di cui parlo io è il contrario, e cioè dopo aver Compreso che ai perchè non può essere data risposta, egli getta la spugna. Prima ci deve essere la Comprensione, che non può essere a livello intellettuale, perchè la comprensione ottenuta tramite l'intelletto è una risposta alla domanda, ma risolta una domanda ecco che se ne ripresenta un'altra e poi un'altra ancora e siamo punto e a capo. La Comprensione non deve essere a livello intellettuale, non ci deve, cioè, essere una risposta. Se di fronte a una domanda ci si ritrova senza risposta, allora si è Compreso. E in quella Comprensione ci si rilassa. --- Intelligente, per me, è colui che sa osare; osare di andare controcorrente, di andare contro il pensare comune, di mettersi contro tutti pur di portare avanti le proprie idee, i propri progetti. Intelligente è colui che non ha paura di essere impopolare, perchè il popolo, la massa, non è intelligente, e chi più gode di popolarità è meno intelligente. Quando una persona ha il coraggio di osare è perchè dentro di sé, sa che è sulla strada giusta, e non ha bisogno del riconoscimento degli altri per sapere che è su quella strada. Chi ha bisogno di conferme dall'esterno per andare avanti è una persona insicura, e l'intelligenza va di pari passo con la sicurezza, secondo me. Perchè essere sicuri di sé, vuol dire conoscersi, e l'intelligenza scaturisce dalla conoscenza di sé. Conoscere se stessi vuol dire avere delle solide radici, e solo se si è ben ancorati a terra si possono affrontare le sfide che ci propone l'ignoto. Il noto non ci può proporre alcuna sfida perchè il noto lo conosciamo, ci è amico, e un amico non ci sfiderà mai; l'ignoto, invece, è il "nemico" e allora sarà sempre pronto a sfidarci. Essere intelligenti, per me, vuol dire sfidare l'ignoto. --- "E in quella Comprensione ci si rilassa." Ma, allora un uomo intelligente è un uomo rilassato? Sì, un uomo intelligente è un uomo rilassato, perchè dopo aver sofferto molto, dopo aver compreso che la Vita è senza Risposta, si rilassa e comincia a vivere. Fino a quel momento egli non aveva vissuto perchè era tutto concentrato nel pensiero e il pensiero non è Vivere, ma pensare di vivere. La vita è qui-e-ora, è in questo istante, che appena pronunciato è già volato via. La Vita è fatta di tanti piccoli istanti, e in un istante non c'è spazio per il pensiero; il pensiero ha bisogno di tempo, ed ecco perchè la mente crea il tempo. Un uomo rilassato, che vive nel qui-e-ora non conosce tempo, ed ecco perchè è rilassato, perchè, come fai ad essere preoccupato se hai scoperto l'eterno? Gli istanti sono eterni, infiniti come i punti su di una retta, e se si vive istante per istante non si conosce morte.
  21. Secondo la mia visione il tempo esiste e non esiste: esiste a livello macroscopico e non esiste a livello microscopico. A livello macroscopico, per esempio, i pianeti si spostano e si alterna il giorno e la notte; a livello microscopico, però, accade un fenomeno curioso: se divido due particelle subatomiche e ne influenzo una, l'altra, anche a distanza di anni luce, verrà influenzata nello stesso istante; il tempo é zero. La stessa cosa accade con la nostra mente: se siamo nella mente (scorriamo insieme alla mente) siamo nel tempo; se siamo fuori della mente (ci siamo noi e c'è la mente) il tempo non c'è. Quando siamo nella mente siamo nel macroscopico, quando siamo fuori della mente siamo nel microscopico. Ecco perché esistono tante similitudini tra la meccanica quantistica e le filosofie orientali.
  22. Il Tennista Oggi vorrei prendere in considerazione il tennis, sport che non pratico ma che amo. Ho cominciato ad amarlo quando, impossibilitata a correre per un problema all'anca (circa 9 anni fa), ho scoperto il mondo del tennis guardando partite in TV. Dopo l'intervento alle anche sono tornata a correre, gareggiare ma il mio amore per il tennis è rimasto intatto. Il tennis, lo sappiamo, é uno sport in cui la fase mentale gioca un ruolo molto importante; e allora, a parità di livello tra due tennisti, prevale colui che sa mantenere la calma interiore; colui che sa resettare l'errore o la giornata storta. La calma interiore passa per la Consapevolezza. Non entro nel merito dei vari colpi del tennis poiché, chi lo pratica, che sia l'amatore o il professionista, automaticamente si troverà in uno stato di consapevolezza (inconsapevole) altrimenti non potrebbe riprodurre tante tecniche così particolari e innaturali; quello su cui mi concentrerò é su alcuni momenti del match. Controllo delle emozioni: ci sono tennisti che dopo uno o più errori perdono il controllo delle emozioni; e allora, tra un punto e l'altro, quando si và a prendere l'asciugamano, per esempio, per non essere sopraffatto da pensieri negativi, dovrebbe portare l'attenzione sulla sua presenza; se trova difficoltoso percepire la sua presenza allora potrebbe portare l'attenzione sulla respirazione: seguire la respirazione disattiva la mente. Rispondere all'avversario che è sceso a rete, con un passante: in questo caso suggerisco di non curarsi dell'avversario; ovviamente ne va individuata la posizione nel campo, ci mancherebbe; ma appena individuato il varco per il passante nel nostro obiettivo deve esistere solo questo. Tutta l'attenzione deve essere indirizzata sul varco. Solo in questo modo potrà essere il più preciso possibile. Al momento ho individuato solo questi due momenti e se me ne venisse in mente qualcuno altro lo esporrò. Lo ripeto, i miei suggerimenti non sono per i campioni; essi già sono persone meditative per natura.
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