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Nero

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Everything posted by Nero

  1. Nero

    Il dodicesimo uomo

    La puffetta mannara, in arte Giorgia, ha un vantaggio su Elly, al di là del confronto tra caratteri e tra unghie e denti più o meno affilati, e tra somma e sottrazioni algebriche di errori od omissioni. Giorgia può contare sul suo elettorato, capace di digerire tutto e il contrario di tutto, anzi di esserne indifferente. Elly no, non può sbagliare. E sarà costretta a sbagliare, qualunque sarà la parte verso cui tirerà la coperta.
  2. Nero

    Diari di marzo

    Oggi mi sono fermato al supermercato, prima di andare a casa, dopo una giornata passata in macchina in mezzo al traffico. Tempo piovigginoso, parcheggio semivuoto, atmosfera da day after. Mi sono sentito esattamente così, come te.
  3. Nero

    Discrimine

    Nel rincorrersi e sovrapporsi di arcaicità e modernismo, ossia di vecchi e nuovi fascismi, che confondono e snaturano anche il concetto stesso di democrazia e libertà, c'è tuttavia un fattore decisivo e rivelatore che aiuta ad orientarsi. La pietà, il riconoscimento personale del sacro, insomma il coraggio di avere un cuore.
  4. Quello che io credo è che i giochi basati sulla psicologia servono - se interessa - a sapere cosa pensano, cosa sono gli psicologi o comunque le persone che inventano le domande. Il che equivale a dire che alla fine se ne ricava una panoramica sui luoghi comuni che caratterizzano la cultura diffusa. Lo dico così per essere buono ed educato.
  5. Il punto è proprio questo. Le cattiverie e le sorditezze non sono disturbi della personalità, ma normale umanità. Le considerano "disturbi" solo gli psicologi, in specie quelli comportamentalisti, di scuola americana, per i quali ad esempio anche chi è malinconico o ombroso, o scoglionato viene qualificato "asociale". Questi test, come anche i caratteri degli oroscopi, invece, contemplano solo comportamenti in bella copia, da salotto.
  6. Capito sempre col 7 o 77 , numero civico, numeri di targa, stanza d'albergo, settimo piano, interno sette, tombola col sette - pure tris di sette a poker, ma di cuori
  7. 7 - avventuriero Ma non mi convince affatto. Ho risposto alle 36 domande cercando di essere netto, ma sono domande vaghe, che banalizzano una quantità di situazioni, o meglio banalizzano le ipotetiche reazioni, laddove in realtà in ogni situazione si reagisce secondo circostanze e persone. E poi in questi test mancano i vizi segreti, le storture mentali, le sorditezze, la cattiveria - un esempio, "quando gli altri litigano uscite dalla stanza?", dipende quando non me ne frega niente e litigano come galline, sì esco, ma altre volte posso mandarli affanculo prima di uscire, oppure esco e poi torno dentro per consolare o difendere un amico, oppure mi metto a litigare pure io, oppure ci provo un gusto maligno a vedere lo stronzo che che viene assalito da altri appena meno stronzi di lui, oppure dico una battuta velenosa prima di uscire, oppure ...
  8. L'ultimo tango a Barletta. Tutto giusto, ma basta lasciar sciogliere il burro. La crema viene da sè - io uso il burro bavarese o francese, non so se vale.
  9. Forse hai sbagliato formaggio. Cioè. Un po' tutti tendono a raggrumarsi in qualche forma di blob, recupearndo grossolanamente, in peggio, il proprio stato originario, ma qualcun di più, più in fretta, più da stronzo. Pecorino e parmigiano sono quelli che riescono meglio, specialmente se sono già meno duri da interi, ossia morbidosi. Già col solo burro la crema viene spontanea, anche senza sbattere e maneggiare. Poi basta aggiungere un po' d'acqua, magari un goccio d'olio. Non deve succedere niente di spettacolare, la crema viene da sè, sta lì che ti guarda. Anzi, di più. La crema viene comunque, se ci metti tanto formaggio, parmigiano o pecorino che sia - sulla pasta calda.
  10. Zar zzz Mal zzz Pan zzz
  11. Promessa per Pandi-spagna Si può fare con tutti i tipi di pasta, corta o lunga. La pasta corta bisogna avere cura di farla bollire decisamente di più del tempo indicato. La gricia è una variante dell'amatriciana, con la quale ha in comune il guanciale e la cipolla. L'amatriciana è un successo quasi sicuro anche fatta per quattro o sei persone, mentre la gricia ha equilibri più delicati, che sono più difficili da calcolare e mantenere quando aumenta la quantità - in pratica, meglio per due. La quantità giusta varia secondo il tipo di pasta, per gli spaghetti usare 100 grammi a testa, o anche un po' meno, con i rigatoni o le mezze pennone 120. Nell'incertezza, meglio meno. Guanciale. Una scelta importante: listarelle fini o dadini? Io lo preferisco molto fino, lo prendo in salumeria già affettato sottile, poi lo spezzetto a mano, possibilmente a pezzi lunghi e relativamente sottili, irregolari. Ma anche i dadini vanno bene, tenendo conto che, se troppo cotti, poi tendono a diventare duri. 100 grammi bastano, se è di più non succede niente. Deve diventare croccante. In teoria il guanciale così preparato dovrebbe essere rosolato in padella senza aggiunta di olio, dato che il grasso setsso di cui è fatto in gran parte si scioglie. Ma è facilissimo che così si bruciacchi. Io aggiungo sempre un generoso giro d'olio. E ci macino sopra il pepe. Ma le cose rimangno ferme, cioè non accendo la fiamma sotto la padella, perché si deve prima cuocere la pasta. Bisogna calcolare bene i tempi, per la pasta servono almeno dieci minuti (lunga) o quasi venti (corta), mentre per soffriggere il guanciale ne bastano cinque, o anche meno. Cipolla. Poca poca, quella rossa di Tropea, che è meno aggressiva. La taglio a pezzettini piccoli, che metto in un piattino, poi la butto in padella alla fine, quando il guanciale è pronto, spengo e la butto dentro, deve bastare il calore residuo. Pecorino. L'ideale è grattarlo a mano, ma ancora più importante è che sia morbido, non troppo stagionato. Più è morbido, meglio è. Ne serve tanto. Seve sia a fare la crema, sia per completare il piatto con una spolverata generosa finale. La crema si fa dove si vuole, ossia nel fondo piatto di portata o in una ciotola a parte, o anche in entrambi: tre cucchiai pieni di pecorino grattato, si aggiungono un paio di cucchiai dell'acqua calda della pasta che sta bollendo, ma io ci metto anche un paio di ricciolotti di burro. Non bisogna avere paura di esagerare col pecorino, nel dubbio mettine ancora. Io ne butto una presa anche nella padella, insieme alla cipolla, a fuoco spento. A questo punto è tutto chiaro. Scolo la pasta, la metto nella padella col guanciale, mescolo, spolvero pecorino (aiuta a raccogliere l'olio), poi verso il tutto nel piatto di portata, dove c'è il fondo di crema, o l'aggiungo dalla ciotola, e mescolo ancora affettuosamnte. Una birra fresca va benissimo. Vino rosso anche.
  12. Carina, simpatica. Per farmi perdonare ti scriverò la ricetta della pasta alla gricia, a modo mio. Ma non ti preoccupare, sono in grado di recitare tutte le capitali europee, sia in ordine alfabetico, sia per popolazione.
  13. Più articolati e introspettivi si finisce facilmente fuori dal Regolamento. A meno che non si usi un'introspezione autocensurata e un'articolazione strategicamnte paralitica. Come quando a scuola c'era il tema "cosa avete fatto durante le vacanze", o alle attrici si chiede se, all'inizio di carriera, hanno mai dovuto stare in ginocchio sotto la scrivania di qualche dirigente.
  14. Nero

    Corallo rosso

    In fila davanti al furiere, in una caserma del Salento. Anni fa. Appena sbarcati dal treno, in una mattina di fine agosto. Il furiere è un ragazzo emiliano, con le guance rosse, distratto e sbrigativo. Un napoletano pallido, magro, con un nasone da commedia dell'arte e gli occhi febbrili, declina le proprie generalità, nome cognome, data di nascita e mestiere, per essere registrato, catalogato e presumibilemnte destinato all'incarico ritenuto più adatto. - Tu, che sei? - la domanda. - Un poeta - risponde. - Ma no, che mestiere fai? - Ah, io faccio il pizzaiolo. Destinato alle cucine. Quante chiacchierate, di notte, io e lui seduti sui gradini fuori da quelle cucine. Ho ancora il libricino squinternato che mi regalò, Les Chants de Maldoror, di Lautramont. Chissà se si è sposato, o almeno è riuscito a baciare, quella ragazza con gli orecchini di corallo rosso, che serviva nella trattoria a mare.
  15. Toh, mi sembla di vedele un gatto
  16. Di quel passo della Genesi quello che più mi colpisce è il giudizio sulle figlie degli uomini "che erano belle". Un giudizio molto umano, e molto diciamo così artistico, edonistico, mondano, simile a quello che ebbero i marinai che sbarcarono sulle isole dei mari del sud, vedendo le hawaiane con la collana di fiori che facevano twerking. Comunque, se cerchiamo cose strane e misteriose, sul serio e oggettive, mi concentrerei sulla costruzione dell'Arca. Tecnic della General Electric hanno usato la Bibbia come manuale, l'hanno costruita ed è venuta fuori un'antenna radio.
  17. Nero

    Piccolo mondo antico

    Ma certo, il mondo non si è fermato con la fine della seconda guerra mondiale, né con l'avvento della repubblica. Capitalismo era prima, capitalismo ha continuato a esserci dopo. Nel bene e nel male. E ha continuato, continua a esserci la necessità di un'opposizione al sistema, o almeno di correttivi e di buon governo. Per dirla col vecchio linguaggio socialista, c'era prima del fascismo - e durante, ovviamnte - e ha continuato a esserci dopo, la necessità, diciamo anche l'evidenza del conflitto di classe.
  18. Nero

    Piccolo mondo antico

    No, i conflitti, un secolo fa, erano perfino più feroci, sanguinosi e - sul piano sociale - più plateali e indiscutibili. La dittatura fascista e il modo col quale si era affermata ne sono l'espressione più evidente. I conflitti oggi, e comunque nelle democrazie, sono semmai più regolati. La democrazia liberale stessa è fondata proprio sulle regole di una società che si presuppone conflittuale, ma pacificamente e secondo un criterio grosso modo di giustizia, come sta a dimostrare la nostra Costituzione. Il cambiamento che c'è stato in un secolo di storia, nella società, è un fenomeno diverso, sovrastante la politica o i regimi, o almeno parallelo. Cercare una relazione meccanica di causa-effetto - la politica che determina i comportamenti - è illusorio e semplicistico. Tuttavia una relazione c'è, necessariamente. La politica è il relativo regime, hanno o mettono radici in un certo humus sociale, s'intrecciano e lo governano, mentre ne sono anche in parte governati, favoriti o ostacolati. Il familismo così connaturato alla società italiana, per esempio, fu un fattore di segno sostanzialmente opposto al militarismo e al bellicismo mussoliniano, che presupponeva invece un popolo di guerrieri e di madri spartane. Come era opposto il segno cattolico al neo-paganesimo nazifascista. Come era opposta la natura ancora prevalentemente agricola della nostra economia, rispetto a un bellicismo non più fatto di baionette ma di carri ed arei, e di potenza industriale. Quando Pasolini parla delle lucciole, cioè del tempo in cui in campagna nelle notti d'estate si vedevano le lucciole, rimpiange un mondo, e una natura, non un regime. Io stesso ho visto le lucciole in campagna, ma non mi è mai venuto in mente di associarle al sindaco democristiano o socialista del paesello, sebbene un rapporto molto indiretto a pensarci bene potevo anche trovarlo - la cura del territorio, la conservazione della natura, per esempio. Ma questo è un pensiero di oggi, dato che un secolo fa la natura non esigeva in modo così perentorio di essere preservata. Le lucciole erano insomma un "fenomeno naturale" scontato, ma non per questo privo di fascino e degno di essere ricordato con emozione. Ma il piccolo mondo antico non è fatto solo di lucciole, ma anche di retaggi ancora più antichi, arcaici. ll paternalismo, il padre e il marito padrone, per esempio. Gli aborti clandestini. La religione delle processioni e della superstizione. La mentalità classista e padronale. Le scarpe rotte e la miseria. La mortalità infantile, per cui di sette figli ne morivano quattro. L'analfabetismo. Ognuno di questi aspetti aveva anche, o almeno può essere ricordato come se avesse avuto anche un lato positivo, come la semplicità di vita o il calore umano, ma rimane comunque un piccolo mondo antico, di bellezza illusoria, dovuta solo alla facoltà mentale di adattarsi anche ai drammi e alle tragedie, ossia alla vita difficile e al dolore - il dolore fisico, per esempio, al quale generazioni di nostri padri e nonni erano abituati alla rassegnazione. Rimpiangere questo (piccolo?) mondo antico e averne nostalgia, pensando di restaurarlo con la politica, non solo è illusorio, ma soprattutto è stupido. E sotto certi aspetti, criminale.
  19. Nero

    Piccolo mondo antico

    Il racconto bellissimo è appunto l'idea irreale che ne hanno i nostalgici del fascismo. Là dove non è irreale - specialmente per ciò che riguarda i rapporti personali, la vita spicciola quotidiana - c'entrava poco col fascismo, ma erano tempi diversi, meno tecnologici, ma anche meno complessi, o perfino arcaici o semplicemente agresti, in un'Italia ancora molto contadina.
  20. Nero

    Piccolo mondo antico

    I fascisti buoni esistono. Anzi sono la maggioranza. Di questi fa parte una buona metà della mia famiglia, quella materna, brava gente, paesani della bassa Sabina, che raccontavano delle feste del grano e della tavolate nei campi, appena discosti dalla trebbiatrice, tra insalatiere di fettuccine e brindisi col vino rosso. L'unico comunista tra loro era un omone con le mani come palanche, che suonava la fisarmonica, cantando insìeme a tutti gli altri stornelli improvvisati e sporcaccioni, risate di donne e pacche sul ginocchio degli uomini in canottiera. Quel mondo sopravviveva anche molti anni dopo - forse direi oggi, pochi anni appena - e io ho fatto in tempo a vederlo, anche se non più targato con il fascio littorio sovrastante il portone del municipio del paesello. Il piccolo mondo antico di chi si accontentava del proprio posto nella scala sociale, cn lo guardo rivolto più alla propria famiglia che alla società, e semmai la società era il vicino, la reputazione che si aveva nel paesello. Gli altri mondi, le altre città erano un'eco remota che arrivava sotto forma di racconto o di pettegolezzo, in molti casi di favole tramandate di bocca in bocca. C'è tutto nella mitica esclamazione di nonna Felicetta: "ma 'ndove cazzo vanno quelle donne a in giro a fa' le puttane, a lavora'". Quel popolo che passò dalla monarchia alla repubblica come si passa da una stagione a un'altra, cioè con indifferenza, tutt'al più mettendosi un vestito diverso. Ma conservando la cautela di non rivelare cosa votava, cioè quasi sempre la DC. In fondo il Papa era super partes, non compromettente. La versione light di Dio, Patria e Famiglia, cioè nessun confronto con altri dèi, gli stranieri erano turisti e il matrimonio era la sistemazione definitiva, come il posto fisso. Già, il posto fisso. Erano i tempi in cui si andava a parlare con l'amico del fratello del segretario comunale per aver il posto fisso, previa indagine dei carabinieri, che avallavano l'imprimatur del parroco. Peppone e don Camillo. Un jobs act ante litteram, in cui aleggiava la figura del padrone o dell'onorevole, mentre rumoreggiava fuori dalla porta il mondo confuso dei sindacati, della ribellione di quelli che avevano i grilli per la testa. Un rumoreggiare che illuminava di luce rosea l'antica età dell'oro, in cui i treni arrivavano in orario e i maestri di scuola andavano al lavoro con i calzini bucati e le pezze ai gomiti, ma erano rispettati, perchè stavano un gradino più su dei manovali e leggevano le lettere dall'America dei figli emigrati, quando la farmacia era chiusa e il farmacista (quel socialista, dalle idee strane) non era disponibile. Il farmacista o il dottore, che spesso dovevano dividere con la levatrice il segreto degli aborti clandestini. Come si fa a voler male a questa gente immersa nel suo piccolo mondo antico, per lo più mescolato e confuso con la propria gioventù? Ma poi ci ricordiamo che quella ragazza e i suoi amici sono figli e nipoti di questi custodi involontari dell'irrealtà. Quel piccolo mondo antico ha un sapore di veleno. Qualcosa non ha funzionato.
  21. Ma che fai, mi prendi sul serio? Va bene allora, ti seguo. Se non hai il diabete, i carboidrati all'amatriciana o sotto forma di fettuccine, lasagne, cannelloni e ravioli fanno benissimo, soprattutto al buon umore. Meglio ancora se accompagnate da vino rosso. Tutto il resto è soia.
  22. Pasta, riso, pane, prodotti da forno, dolci, carne rossa, legumi, pizza, vino, birra, fritti, salumi. Verboten. Acqua? Solo liscia. Non imbottigliata, solo fresca, corrente, non troppo fredda, attenti al bicchiere pulito. Latte? Preferibilmente quello materno, ma solo se la madre è viva e sta bene, e solo se è la tua, cioè è preferibile non tentare di poppare dalla prima quarta misura incrociata in metropolitana. Mangiate seduti, con la schiena dritta e i piedi accostati, ma non incrociati, masticate lentamente, levatevi dalla testa di fare quel cazzo di scarpetta, tanto meno con il pane, semmai usate la garza. In ogni caso, siete spacciati.
  23. Quante cose in un filo di fiato - scusa la citazione colta. Per il resto, confermi quello che penso da sempre dei like, e dei segnalini escogitati per esprimerli. Meglio le parole.Del resto un forum è fatto per scambiarsi parole, non per fare ping pong di emoticon, le quali sono troppo o troppo poco quando le metti, ma generano ansia, o peggio, quando non lo fai, e generano interrogativi e confusione quando lo fai una volta sì e l'altra no. Come i sorrisi.
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