Corallo rosso
In fila davanti al furiere, in una caserma del Salento. Anni fa. Appena sbarcati dal treno, in una mattina di fine agosto.
Il furiere è un ragazzo emiliano, con le guance rosse, distratto e sbrigativo.
Un napoletano pallido, magro, con un nasone da commedia dell'arte e gli occhi febbrili, declina le proprie generalità, nome cognome, data di nascita e mestiere, per essere registrato, catalogato e presumibilemnte destinato all'incarico ritenuto più adatto.
- Tu, che sei? - la domanda.
- Un poeta - risponde.
- Ma no, che mestiere fai?
- Ah, io faccio il pizzaiolo.
Destinato alle cucine. Quante chiacchierate, di notte, io e lui seduti sui gradini fuori da quelle cucine. Ho ancora il libricino squinternato che mi regalò, Les Chants de Maldoror, di Lautramont. Chissà se si è sposato, o almeno è riuscito a baciare, quella ragazza con gli orecchini di corallo rosso, che serviva nella trattoria a mare.
Edited by Nero
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