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Nero

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  1. Nero

    occhi di ragazza

    Occhi di ragazza. Un lampo verde e ridente sotto le ciglia socchiuse. Un ricordo che torna, nei giorni più caldi di ogni estate. Sempre uguale. Lei non so più chi sia, forse non è nemmeno lei, nemmeno l'altra. Chissà. Maria. Daniela. Annalisa. Era un piccolo viaggio in macchina, sulla Salaria ombreggiata dai platani sotto il sole d'agosto. Occhi di ragazza. Gambe abbronzate. Vento tra i capelli. Una canzone alla radio. Quanti cieli, quanti mari che m'aspettano. Confesso l'impossibile. Sapevo in quel momento che sarebbe stato per sempre.
  2. ... ti concedo di minimizzare Roosvelt, Berlinguer e Giovanni XXIII, ma lasciami stare Liedholm - il creatore - ai mezzi con Dino Viola - della più emozionante Roma di sempre
  3. ma quei leader servono alla coscienza, e a colorare la percezione della vita
  4. Quelli sono i leader elettorali, i buoni amministratori del consenso. I leader che caratterizzano un'epoca, indimenticabili, sono artisti - poeti che offrono una visione di se stessi e della politica, della vita perfino, con un linguaggio in genere semplice e ordinario Roosvelt, Berlinguer, Giovanni XXIII, Liedholm
  5. A gennaio Michelle si era detta “terrorizzata da quello che potrebbe succedere” nelle presidenziali del 5 novembre aggiungendo di aver perso il sonno la notte per questa preoccupazione. L’ex First lady aveva parlato con Jay Shetty per il podcast “On Purpose” e si era aperta sulle sue angosce politiche. “I nostri leader - aveva avvertito - contano. Chi scegliamo, chi parla per noi ha un effetto, che talvolta penso sia dato per scontato. Non possiamo dare la democrazia per scontata. E mi preoccupa che talvolta lo facciamo”. https://www.repubblica.it/esteri/2024/06/28/news/biden_ritiro_che_succede_candidati_sostituti_michelle_obama_harris-423314784/?ref=RHVS-BG-P9-S5-T1
  6. Nero

    viva l'Italia

  7. Nero

    viva l'Italia

  8. Nero

    viva l'Italia

  9. Nero

    viva l'Italia

  10. Nero

    Non è, ma semmai

    Al tempo in cui mi sono iscritto a CN, era tutto un incantesimo effervescente di 5 stelle, e di poetica commozione per le gesta dei "meravigliosi ragazzi" che sembravano costituire le truppe capitanate da Beppe Grillo. Qui in CN sparivano perfino misteriosamente i messaggi che non si allineavano a questo entusiasmo. Era un movimento 5stelle fatto di trovate improbabili, alcune decisamente comiche, un minestrone adatto a essere applaudito in piazza, dove i "portavoce" sembravano una genialata almeno pari a un parlamento da aprire come una scatoletta di tonno. Senza dimenticare la cazzata epica del non-statuto. Tutto un grazioso spettacolino, culminato con il patetico streaming del quale è pietoso dimenticare i protagonisti. Il minestrone ha continuato a credersi un arrosto fino alla costituzione del governo con la Lega, accompagnato della figura di Giuseppe Conte come presidente del consiglio prestato dalla società civile. Questo governo basato su un contratto vidimato da un notaio ovviamente non ha funzionato, ma Giuseppe Conte sì. Una figura normale, un uomo normale, diciamo pure un classico democristiano, un professore del sud, che nella propria normalità perfino troppo accondiscendente è riuscito tuttavia a trovare indigeribile la Lega di Salvini. Ma il fallimento di quel governo non è la nota più importante, quanto invece lo è la normalizzazione del Movimento, con la perdita di potere di Grillo e Casaleggio, e la liquidazione di tutto l'armamentario delle cazzate inventate per distinguersi. Il fatto è che con Conte si è scoperta l'acqua calda, e cioè che per fare politica e governare serve un partito, fatto come un partito. Mandiamo avanti veloce il film, arriviamo all'attualità. A queste elezioni europee il M5s è al 10 per cento. Non è poco, è tantissimo. Tantissimo in assoluto, sono milioni di voti. Tantissimo per un partito senza una linea ideologica che faccia da guida e attrattiva per un voto di opinione - a parte qualche frangia tenace che ancora riesce a intravedere i meravigliosi ragazzi. Milioni di voti, depurati dalla quota consistente che già da tempo l'aveva abbandonato per appoggiare Giorgia o per alimentare l'astensione. Milioni di elettori che adesso sembrano prendersela con Conte. Ma dovrebbero invece interrogarsi su se stessi, su cosa sono e cosa vogliono dalla politica, una volta messe in soffitta le cazzate strampalate e l'epopea del meravigliosi ragazzi. Devono interrogarsi anche per rendere possibile il compito di Giuseppe Conte, che deve immaginare e proporre una linea, per dare un senso al "suo" movimento- una linea politica non può prescindere dai propri elettori, che devono sì essere convinti, ma devono averne in sé i presupposti. Quelli dei 5s sono milioni di voti - dai tempi del 34 per cento - in movimento, che hanno sconvolto il panorama politico. I voti dei qualunquisti, degli sfasciacarrozze, dei fascistoidi hanno già trovato casa - o vivacchiano nell'astensione - rimangono gli altri, e ne basta una parte per cambiare i giochi. E Conte lo sa, o almeno è in grado di saperlo e di capirlo. Però, per fare un buon leader ci vogliono buoni elettori - così si scoprirebbe che il 10 per cento non è poco ma è tantissimo.
  11. Nero

    Due disgraziate

    Io non ricordo l'aspetto di Emma Bonino, o della Castellina, della Rossanda. Ricordo sì quello di Tina Anselmi e della Iotti, modesto e anzi severo - nessuna concessione alla moda o alla civetteria. Ho ben presente il disinteresse della Bindi per l'eleganza estetica. Di tutte queste donne ricordo la capacità dialettica, lo stile, la rispettabilità intellettuale, che le rendeva delle interlococutrici temibili. Lo stesso pensavo - speravo - che fosse Elly Schlein. Mi sono sbagliato. Noto il suo aspetto, e non mi piace, perché c'è ben poco altro da vedere e ricordare. Non sa parlare, e non ha un retroterra politico. E' stridente e sgradevole, fuori tempo e generica, e pensa che basti fare il compitino. Da una dirigente, anzi "la" dirigente di un partito ci si aspetta cento volte di più e meglio, specialmente quando si tratta di un partito di opposizione durante un governo fascistoide. La Elly è come un panetto di burro, di fronte al coltellino caldo di una commediante come la Meloni. Ma, a parte il confronto dialettico, la Elly ha mancato il compito del rilancio. Non ha avuto iniziative, non ha cambiato ritmo, non c'è stata una diversa presenza. E' riuscita ad apparire sovrastata perfino dall'affannosa e afona figura di Giuseppe Conte. Come vivacità e vitalità fa rimpiangere perfino Renzi. Tutto sommato è in perfetta linea di continuità con Walter Veltroni, il velleitario fondatore di questo partito sbagliato.
  12. Nero

    Due disgraziate

    Non belle, ma a questo siamo abituati. Mal vestite, e pazienza. Sedute su due seggiolette in mezzo a un prato, di notte. Una, l'Annunziata, in fondo era nel suo stile improntato da sempre al pauperismo intellettuale. L'altra. Elly, che per non lasciare niente d'intentato in materia di sciatteria, sedeva a gambe accavallate, con i pantaloni di una gamba arrotolati - e per essere certa del risultato aveva la faccia lucida, i capelli appiccicati e gli occhi sbarrati. "Però sono state appassionate e incisive, facendo dimenticare lo squallore", direbbe con un soprassalto di ottimismo un militante speranzoso. No, sono state come sempre. Specialmente Elly.
  13. In CN ci sono solo cittadini del mondo - anzi dell'orbe terracqueo. Giustamente disinteressati a ciò che avviene in questa penisoletta provinciale, nonostante la storica ed esaltante novità di un presidente del consiglio y soy mujer. Del resto era scritto: fin dai tempi in cui si tentava di parlare del libro di Scurati, il coro reclamava che era tutta un'ossessione. Finito il coro, finita l'ossessione, rimane adesso solo la modesta realtà - che non è nemmeno nascosta, quindi è off topic, come avrebbe sancito un'antica moderatrice. Giustamente, guardate dove è relegata la politica, in fondo a destra, vicino lo sgabuzzini delle scope, prima della toilette. Lo staff di CN può stare tranquillo, Parlare di Trump e di Putin non fa male a nessuno. Addio, raga'. Stateve bbuono.
  14. Però ci sono ampi margini di peggioramento.
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