Non è vero.
Le caratteristiche fisiche, gli atteggiamnti, le posture maschili sono sempre state un vero e proprio cavallo di battaglia da parte della satira, e anche della semplice polemica politica - da Hitler e Mussolini e Stalin ad Andreotti, Spadolini, Craxi, poi Berlusconi, Renzi e Di Maio, per citare gli esempi più a portata di mano o addirittura emblematici. Per non parlare dei presidenti americani, specialmente durante le campagne elettorali.
Forattini, di questa satira visiva ed estetica, ne ha fatto un'arte, oltre che una vera e propria sintesi politica: le caratteristiche non sono solo fisiche - non sono solo "body" - ma anche specchio dell'anima, o almeno specchio, manifestazione di un modo di essere e pensare. Lo sono in negativo, così come lo sono, o vorrebbero essere, anche in positivo, esibite come prova di sé - l'esempio più macroscopico fu il Mussolini mascellone, con le mani sui fianchi, a torso nudo che spalava fieno, il Mussolini impettito con fare militaresco, o con le ghette, o cavallerizzo e pilota. Quanto fu emblematico (profetico) il raffronto tra il fuhrer pallido e glaciale e il duce tutto chiacchiere e distintivo, ripresi e rappresentati nei loro incontri?
Quando negli anni scorsi abbiamo visto la nostra Giorgia cambiare atteggiamento, assumere la camminata da cow-boy - mancavano solo le pistole ai fianchi - era evidente un messaggio politico, la rappresentazione di un personaggio che non era più la militante ma la ducetta, che voleva esibire tigna e determinazione.
Ma anche i capelli biondo metallizzato e le giacchette di Armani sono un manifesto politico - "sono una pasionaria, urlo, sono ducetta, ma non sono una dei centri sociali, e comunque sono conforme ai salotti buoni". Tanto quanto il Salvini in giacca e cravatta, che ha abbandonato le felpe e le mutande del Papeete, e anzi adesso si fa vedere perfino con gli occhiali.