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L’inganno della morte (dal vecchio forum)


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L'inganno della morte

Copio/incollo un mio scritto sulla morte, di qualche tempo fa, che preparai per un altro forum e sulla "spinta" di un utente di quel forum.

Tutti ci dicono che dobbiamo morire, e per certi versi questo è vero: il nostro corpo dovrà morire, la nostra mente (il nostro ego) dovrà morire.
Ma se il corpo è nostro e la mente è nostra vuol dire che c'è un qualcuno che li possiede; scoprire questo qualcuno vuol dire accedere all'eternità.

Il fatto è che quel qualcuno non esiste, e allora se c'è un qualcuno che non esiste e lo si scopre, quel qualcuno non potrà morire...perchè non esiste; c'è, ma non esiste. 

E come è possibile scoprire quel qualcuno che non muore e che possiede il nostro corpo e la nostra mente?
E' possibile nel momento in cui si diventa Consapevoli del corpo e della mente.
Diventare Consapevoli di una cosa vuol dire osservarla, e se io osservo una cosa, non sono essa; se io osservo il mio corpo non sono il mio corpo e esso è altro da me; se io osservo la mia mente non sono la mia mente e essa è altro da me.
Allo stesso modo, se osservo la mia morte, allora vuol dire che io non sono la morte e che essa è altro da me.

Per sapere se siamo immortali non ci dobbiamo rivolgere all'esterno, ma all'interno, e "conquistiamo" l'immortalità quando diveniamo Consapevoli del corpo e della mente, perchè solo in questo caso non c'è ego; e chi è che dice che devo morire?
L'ego.
Ma se non c'è ego, chi può dire che devo morire?

La morte è un pensiero e come tutti i pensieri è irreale, illusorio.
Divenire Consapevoli dell'illusorietà dei pensieri (trascendere i pensieri) ci fa accedere all'immortalità. 

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1 ora fa, cincin ha scritto:

L'inganno della morte

Copio/incollo un mio scritto sulla morte, di qualche tempo fa, che preparai per un altro forum e sulla "spinta" di un utente di quel forum.

Tutti ci dicono che dobbiamo morire, e per certi versi questo è vero: il nostro corpo dovrà morire, la nostra mente (il nostro ego) dovrà morire.
Ma se il corpo è nostro e la mente è nostra vuol dire che c'è un qualcuno che li possiede; scoprire questo qualcuno vuol dire accedere all'eternità.

Il fatto è che quel qualcuno non esiste, e allora se c'è un qualcuno che non esiste e lo si scopre, quel qualcuno non potrà morire...perchè non esiste; c'è, ma non esiste. 

E come è possibile scoprire quel qualcuno che non muore e che possiede il nostro corpo e la nostra mente?
E' possibile nel momento in cui si diventa Consapevoli del corpo e della mente.
Diventare Consapevoli di una cosa vuol dire osservarla, e se io osservo una cosa, non sono essa; se io osservo il mio corpo non sono il mio corpo e esso è altro da me; se io osservo la mia mente non sono la mia mente e essa è altro da me.
Allo stesso modo, se osservo la mia morte, allora vuol dire che io non sono la morte e che essa è altro da me.

Per sapere se siamo immortali non ci dobbiamo rivolgere all'esterno, ma all'interno, e "conquistiamo" l'immortalità quando diveniamo Consapevoli del corpo e della mente, perchè solo in questo caso non c'è ego; e chi è che dice che devo morire?
L'ego.
Ma se non c'è ego, chi può dire che devo morire?

La morte è un pensiero e come tutti i pensieri è irreale, illusorio.
Divenire Consapevoli dell'illusorietà dei pensieri (trascendere i pensieri) ci fa accedere all'immortalità. 

c'è un'altra cosa da aggiungere a questo punto 

secondo la tradizione tolteca con il consegnamento di fotocopie di esperienze all'aquila 

si sopravvive alla morte perchè muore solo la parte appunto egoica come dici tu 

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On 5/7/2023 at 3:09 PM, cincin said:

L'inganno della morte (...)

A mio avviso il sapere di non morire non significa non morire perché l'essere umano nel suo insieme (corpo, mente, coscienza) che permette tale consapevolezza, una volta disintegrato annulla tale certezza o informazione. Mentre si è viventi, puoi saperlo. Dopo non lo si sa perché sono assenti gli organi che generano consapevolezza. Diventa passato - e il passato non esiste ergo è un sapere temporaneo dunque illusorio non più valido nella nuova condizione in seguito alla morte dell'ego, mente, corpo. Manca l'osservatore che è parte integrante dell'Essere umano che nel frattempo è tornato polvere. Se però il tuo è un discorso "mistico" espresso in simboli allora va benissimo perché effettivamente un livello di coscienza elevato ci apre le porte dell'eternità; anche se secondo me l'immortalità non è automatica né una nostra scelta ma un procedimento scientifico deciso e effettuato dalla Sorgente.

On 5/7/2023 at 4:20 PM, Karver said:

secondo la tradizione tolteca con il consegnamento di fotocopie di esperienze all'aquila si sopravvive alla morte perchè muore solo la parte appunto egoica

E non è forse ciò che insegna anche la chiesa? Secondo la tradizione cattolica con il consegnamento di fotocopie di esperienze a cristo (i peccati crocifissi insieme a lui) si sopravvive alla morte (si rinasce dallo spirito) perchè muore solo la parte egoica (corruttibilità e mortalità).

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55 minuti fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

A mio avviso il sapere di non morire non significa non morire perché l'essere umano nel suo insieme (corpo, mente, coscienza) che permette tale consapevolezza, una volta disintegrato annulla tale certezza o informazione. Mentre si è viventi, puoi saperlo. Dopo non lo si sa perché sono assenti gli organi che generano consapevolezza. Diventa passato - e il passato non esiste ergo è un sapere temporaneo dunque illusorio non più valido nella nuova condizione in seguito alla morte dell'ego, mente, corpo. Manca l'osservatore che è parte integrante dell'Essere umano che nel frattempo è tornato polvere. Se però il tuo è un discorso "mistico" espresso in simboli allora va benissimo perché effettivamente un livello di coscienza elevato ci apre le porte dell'eternità; anche se secondo me l'immortalità non è automatica né una nostra scelta ma un procedimento scientifico deciso e effettuato dalla Sorgente.

E non è forse ciò che insegna anche la chiesa? Secondo la tradizione cattolica con il consegnamento di fotocopie di esperienze a cristo (i peccati crocifissi insieme a lui) si sopravvive alla morte (si rinasce dallo spirito) perchè muore solo la parte egoica (corruttibilità e mortalità).

si però i cristiani come diceva shaman art

fanno le cose senza comprenderne il significato

io conosco molti cristiani si definiscono tali perchè vanno ai funerali

vanno ai pellegrinaggi

si fanno la croce al mattino

e poi magari sono confusi e non ci capiscono nulla

e molti si ammalano e troppi muoiono

mentre la tradizione tolteca è più pragmatica 

cioè quelli che vanno in questi giri sono definiti guerrieri

i cristiani forse gli più i templari avevano queste sfumature 

 

aggiungo una cosa

dal puno di vista cristiano si parla di liberarsi dai peccati attraverso la confessione

dal punto di vista tolteco rielaborare i propri vissuti ma non si tratta di essere trattati come castighi

altrimenti si andrebbe nell'autocommiserazione cosa che in questo tipo di aspetto non vale come cosa

nella filosofia buddhista si parla di essere consapevoli per illuminarsi

ecco la cosa cambia

io scarto la tradizione cristiana perchè non voglio essere trattato da peccatore 

ci sono solo scelte

non errori

 

Edited by Karver
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6 hours ago, Karver said:

aggiungo una cosa

dal punto di vista cristiano si parla di liberarsi dai peccati attraverso la confessione

No assolutamente. Allora spiego la dottrina cattolica perché vedo tanta confusione in giro. Chiamerò i credenti "adepti" (def. "nuovo seguace; iniziato di una setta, religione, associazione") per comodità. Innanzitutto l'adepto nel contesto è colui che rinuncia al mondo o sistema (deluso da ciò che ha visto dentro e fuori) per essere trasformato dallo Spirito (Santo) che lo guida passo dopo passo verso la comprensione delle leggi divine. L'adepto prima prende coscienza di tutti gli ostacoli che lo separano dall'amore e giustizia di Dio poi progressivamente tramite esercizi spirituali personalizzati modifica la propria visione della realtà, quindi comincia a fare scelte differenti nel quotidiano (smette di delegare la sua parte agli altri) - cambiamenti che lo portano rapidamente a essere sempre più umile e servizievole però nello stesso tempo sempre più potente nello spirito e fermo nella Fede. I suoi peccati non vengono annullati con la confessione perché chiunque viene condotto e istruito dallo Spirito Santo non compie peccati... non c'è niente da annullare ma siccome siamo dotati di libero arbitrio e nessuno è perfetto, capita di commettere piccoli errori di valutazione (di nessuna importanza) che la Bibbia consiglia di "confessare" gli uni agli altri, ad esempio per non tenerli dentro, per liberarsi anche di quelli seppur insignificanti come esempio di trasparenza, condivisione e piena adesione al Verbo ( ' siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli ' ). Non si progredisce a colpi di confessione (un metodo che non funzionerebbe mai), semplicemente questa simbolizza la nostra apertura e sincerità di intenti una volta trasformati dallo Spirito Santo, è soltanto un biglietto da visita. Esattamente come il battesimo in acqua non ti salva ma rende testimonianza di una scelta radicale, di una volontà di divenire "figli di Dio" e "amici di Cristo".

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@cincin

A parte quello che hai riportato, lo avevi pure raccontato nel nostro forum tanti anni fa 😑

Ricordo pure che rispondesti ad  un'utentessa che soffriva di episodi di depersonalizzazione, dove lei non sentiva di essere il suo corpo e la sua mente, tu dicesti che la depersonalizzazione è un'illuminazione inconsapevole, e incoraggiasti tale utentessa a depersonalizzarsi consapevolmente, solo così si sarebbe veramente illuminata consapevolmente 🙏🏻  Non so dove tu traesti questa conclusione, ma dicesti proprio così 😳

Mi ricordo pure che dicevi che quando il corpo ha un malessere, bisogna dire <<la mia testa ha dolore >>  , <<il mio stomaco sta per vomitare >> e quindi alla fine bisogna dire <<il mio corpo sta morendo/crepando/schiattando >> ☹️ 

Ma mi chiedo, ma continuare ad essere umani, no ? 🙏🏻 Perché io dovrei elevarmi ad un qualcosa che non potrò mai essere o fare finta di essere  ? ☹️ 

Edited by tornado
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3 ore fa, tornado ha scritto:

Ricordo pure che rispondesti ad  un'utentessa che soffriva di episodi di depersonalizzazione, dove lei non sentiva di essere il suo corpo e la sua mente, tu dicesti che la depersonalizzazione è un'illuminazione inconsapevole, e incoraggiasti tale utentessa a depersonalizzarsi consapevolmente, solo così si sarebbe veramente illuminata consapevolmente 🙏🏻  Non so dove tu traesti questa conclusione, ma dicesti proprio così 😳

Mi ricordo pure che dicevi che quando il corpo ha un malessere, bisogna dire <<la mia testa ha dolore >>  , <<il mio stomaco sta per vomitare >> e quindi alla fine bisogna dire <<il mio corpo sta morendo/crepando/schiattando >> ☹️ 

Sei pregato di non scrivere fesserie altrimenti poi qualcuno ci può credere 😘

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3 ore fa, cincin ha scritto:

Sei pregato di non scrivere fesserie altrimenti poi qualcuno ci può credere 😘

 

Per carità 🙏🏻 il mio intento era proprio quello di fare capire che si tratta proprio di fesserie, quindi certo che ho scritto delle fesserie, ma era implicitamente specificato.

Ma per quello che tu dici di fare e comportarsi nei confronti della morte come evento fisico e ultimo, teoricamente si potrebbe pure utilizzare quando ad esempio una persona subisce una violenza fisica o sessuale ☹️ ma anche solo un abuso psicologico 

Quando una persona subisce una violenza o abuso,  si può indurre un meccanismo di difesa, che si chiama proprio depersonalizzazione.  Se ad esempio una persona (uomo o donna che sia) subisce una violenza sessuale, il cervello può indurre spontaneamente la depersonalizzazione, con cui questa persona può distaccarsi dal corpo, vedersi fuori dal corpo, e vedere il corpo da una prospettiva diversa. Accade quindi che quella persona osserverà il suo corpo che sta subendo una violenza sessuale e crederà quindi che solo il suo corpo viene violentato e non la persona. Quindi c'è un osservatore esterno che osserva il corpo, e crederà di non essere quel corpo, che è altro da quel corpo, intanto la violenza sessuale sta avvenendo ed è reale ed è quella persona che la sta subendo.  Ma se questo è avvenuto spontaneamente, tu invece proponi di farlo volontariamente, quindi è come se tu stessi dicendo che se dovesse capitarci una violenza fisica o sessuale, ma anche solo un cane o un orso che ci sta sbranando, dovremmo dissociarci dal corpo e osservare il corpo come se fosse solo un corpo e non c'è nessuno dentro quel corpo e che non siamo quel corpo 😫

Purtroppo questo può accadere spontaneamente, anche se tu dici di farlo volontariamente, ma ci sono persone che dopo avere subito una violenza nella peggiore delle ipotesi e nei  casi più gravi,  rimangono poi depersonalizzati per  tutta la vita. 

Tu questa cosa la spieghi solo nei confronti della morte, ma può accadere anche in qualsiasi momento della vita 😥 Tu pensi solo alla morte, ma ci sono tantissimi episodi della vita in cui può verificarsi quello che tu racconti

Edited by tornado
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53 minuti fa, tornado ha scritto:

 

Per carità 🙏🏻 il mio intento era proprio quello di fare capire che si tratta proprio di fesserie, quindi certo che ho scritto delle fesserie, ma era implicitamente specificato.

Ma per quello che tu dici di fare e comportarsi nei confronti della morte come evento fisico e ultimo, teoricamente si potrebbe pure utilizzare quando ad esempio una persona subisce una violenza fisica o sessuale ☹️ ma anche solo un abuso psicologico 

Quando una persona subisce una violenza o abuso,  si può indurre un meccanismo di difesa, che si chiama proprio depersonalizzazione.  Se ad esempio una persona (uomo o donna che sia) subisce una violenza sessuale, il cervello può indurre spontaneamente la depersonalizzazione, con cui questa persona può distaccarsi dal corpo, vedersi fuori dal corpo, e vedere il corpo da una prospettiva diversa. Accade quindi che quella persona osserverà il suo corpo che sta subendo una violenza sessuale e crederà quindi che solo il suo corpo viene violentato e non la persona. Quindi c'è un osservatore esterno che osserva il corpo, e crederà di non essere quel corpo, che è altro da quel corpo, intanto la violenza sessuale sta avvenendo ed è reale ed è quella persona che la sta subendo.  Ma se questo è avvenuto spontaneamente, tu invece proponi di farlo volontariamente, quindi è come se tu stessi dicendo che se dovesse capitarci una violenza fisica o sessuale, ma anche solo un cane o un orso che ci sta sbranando, dovremmo dissociarci dal corpo e osservare il corpo come se fosse solo un corpo e non c'è nessuno dentro quel corpo e che non siamo quel corpo 😫

Purtroppo questo può accadere spontaneamente, anche se tu dici di farlo volontariamente, ma ci sono persone che dopo avere subito una violenza nella peggiore delle ipotesi e nei  casi più gravi,  rimangono poi depersonalizzati per  tutta la vita. 

Tu questa cosa la spieghi solo nei confronti della morte, ma può accadere anche in qualsiasi momento della vita 😥 Tu pensi solo alla morte, ma ci sono tantissimi episodi della vita in cui può verificarsi quello che tu racconti

E per la seconda volta mi hai messo in bocca parole mai scritte né pensate.

Quello che ho scritto nell'inganno della morte non ha nulla a che fare con la depersonalizzazione.

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Riflettendoci la ragione indurrebbe a chiedersi: "come si potrebbe aver paura di qualcosa di cui non se ne ha consapevolezza e per cui, nel tempo che viviamo ora tale cosa non esiste?" Non possiamo vederla. Possiamo viverla, provarla in questa vita, in questo corpo e averne tremendamente paura, ma non toccarla perchè quando lei c'è noi non ci siamo più. Questa dimensione esiste però, la dimensione della morte è già qui presente ed esiste in questa vita e lo sperimentarla aprirebbe l'accesso alla vera dimensione della vita, che è un nulla vacuo ed un eterno fluire.

Ha senso il concetto di eternità: di "non esistenza della non esistenza" in quanto aldilà tutto è e tale presenza esiste nell'eterno ma nel momento dello giungere della morte fisica giungerebbe istantaneamente anche la consapevolezza del corpo che è l'unico ricordo che si ha di un senso di realtà. Se ci penso anche una parola può essere eterna . Le parole vengono e poi vanno, passano, lasciano segni, impronte.  Segni che chiunque altro potrà vedere, impronte che altri calpesteranno e percorreranno di nuovo, e quindi di me cosa rimane, chi sono? Un informazione che viaggia nello spazio, una parola fatta carne, un luogo, uno stato, una memoria? Perchè ora esisto...poi non esisto. Allora illusione? Si l'ego crepa e pure il corpo ed a vivere eternamente non sarò io, forse a vivere sarà solo quel breve attimo di lucentezza in cui, in una frazione di infinito potrò scorgere l'eterno.

 

Comunque queste parole si assomigliano: ether,eternal, internal. 

Edited by ShamanArt

"S'immerse all'interno della vasca riponendo totale fiducia nel potere della piena opera.
Nel vento e nel suo farsi moto;
Nella terra e nella sua conduttività;
Nel fuoco e nel suo calore;
Nell'acqua e nel suo essere corrente. 
Intonó un canto e dalla parola fu trasportato e con solenne attesa si dispose a ricevere i doni e la grazia offerti dal calice del suo stesso altare. 
Di unico suono tutto il tempio si rivestì e la grande divinità si sollevò in cielo. Così mise i suoi abiti, e colmo di regalità salutó il popolo in segno di rispetto e gratitudine, e verso l'orizzonte pregno d'immortalità si ridiresse."

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  • The title was changed to L’inganno della morte (dal vecchio forum)
Il 10/5/2023 at 05:04, ShamanArt ha scritto:

"come si potrebbe aver paura di qualcosa di cui non se ne ha consapevolezza e per cui, nel tempo che viviamo ora tale cosa non esiste?"

Ma infatti la paura della morte non riguarda il dopo vita bensì il prima: abbiamo paura di lasciare questa terra, i nostri affetti. É questa, credo, la paura della morte.

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  • 3 weeks later...
1 ora fa, cincin ha scritto:

Di quella che io chiamo la Consapevolezza e i credenti lo Spirito. 

Io scusa ma sono un po' de coccio. 

Senza ego non c'è nemmeno un io. 

Per cui di cosa é consapevole questo Spirito nel quale non arriva niente di quello che siamo? 

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29 minuti fa, Pandora ha scritto:

Io scusa ma sono un po' de coccio. 

Senza ego non c'è nemmeno un io. 

Per cui di cosa é consapevole questo Spirito nel quale non arriva niente di quello che siamo? 

Premesso che io non faccio distinzione tra ego e io, quando l'ego é assente c'è la Consapevolezza; in realtà essa c'è sempre (nasce con noi, noi siamo essa) ma l'arrivo dell'ego a una certa età della nostra vita la nasconde. 

I bambini non hanno ego eppure esistono. Esistono in quanto Consapevolezza. 

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52 minuti fa, Pandora ha scritto:

Io scusa ma sono un po' de coccio. 

Senza ego non c'è nemmeno un io. 

Per cui di cosa é consapevole questo Spirito nel quale non arriva niente di quello che siamo? 

 

Purtroppo @cincin continua a mischiare il profano con il sacro 🤨  In poche parole per lei fino a quando uno pensa che dovrà morire fisicamente e biologicamente, allora la morte apparirebbe reale. Mentre se uno non pensa che dovrà morire fisicamente e biologicamente, allora la morte non esisterebbe e quindi l'individuo parrebbe essere come immortale, non nel senso che sopravviverebbe alla morte continuando ad avere un'esistenza ultraterrena, ma che avrebbe e continuerebbe ad avere una vita terrena come se questa non dovesse mai avere fine. 

Ma la differenza tra pensare e non pensare di morire, sarebbe solo che nel primo caso proveresti paura e avresti la cacarella, nel secondo caso nessuna paura e nessuna cacarella 🙂🙏🏻🙂

Ovviamente la prospettiva descritta da cincin, ossia quella di trascendere il pensiero della morte, nei fatti non è ottenibile, è pura utopia. 

Nella realtà, la morte viene vissuta in maniera differente da ogni individuo, ma solo esso può saperlo nel suo intimo, non sapremo mai cosa potrebbe provare o sta provando. Le religioni da sempre stigmatizzano la morte, con la prospettiva che ci sia l'aldilà (e resurrezione, reincarnazione, rinascita) per dare conforto al moribondo. 

Solo dopo i 90-95 anni, la morte può essere addirittura desiderata, non perché si pensa al suicidio, ma perché si percepisce di avere vissuto troppo a lungo e quindi ora basta ☹️ A questo punto, raggiunta questa età, la morte parrebbe non fare più paura anche se ci si pensa tantissimo e si desidera che essa arrivi al più presto, indipendentemente dalle sofferenze su un corpo ormai deteriorato dal tempo 😔

Edited by tornado
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1 ora fa, cincin ha scritto:

Premesso che io non faccio distinzione tra ego e io, quando l'ego é assente c'è la Consapevolezza; in realtà essa c'è sempre (nasce con noi, noi siamo essa) ma l'arrivo dell'ego a una certa età della nostra vita la nasconde. 

I bambini non hanno ego eppure esistono. Esistono in quanto Consapevolezza. 

Non sono sicura che i bambini non abbiano l'ego, dipende cosa intendi, i bambini hanno gusti preferenze ricordi affetti che sono i loro, ma soprattutto i bambini sono consapevoli? 

Cosa intendi per consapevolezza? 

 

Secondo me è una parola transitiva. Si è consapevoli sempre in relazione a qualcosa. A cosa intendi nel senso che usi tu? 

@tornado a te rispondo quando capisco cosa intende cin. 

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1 ora fa, Pandora ha scritto:

Non sono sicura che i bambini non abbiano l'ego, dipende cosa intendi, i bambini hanno gusti preferenze ricordi affetti che sono i loro, ma soprattutto i bambini sono consapevoli? 

Cosa intendi per consapevolezza? 

 

Secondo me è una parola transitiva. Si è consapevoli sempre in relazione a qualcosa. A cosa intendi nel senso che usi tu? 

@tornado a te rispondo quando capisco cosa intende cin. 

I bambini (prima che in loro sorga l'io o ego) vivono nel presente; come gli animali. Vivere nel presente vuol dire vivere nella Consapevolezza. Però sia bambini che animali non lo sanno. Per poter sapere di essere Consapevolezza deve instaurarsi l'ego. Se riesci a trascendere l'ego allora riConosci la Consapevolezza.

Bambini e animali hanno gusti e preferenze ma non agiscono attraverso l'ego; agiscono attraverso la Consapevolezza, ovvero attraverso la presenza mentale. Loro non hanno la mente ingombrata dai ricordi quando si interfacciano con il mondo. Noi quando ci relazioniamo col mondo lo facciamo con la nostra memoria; é questo l'ego.

Quando per qualche momento riesci a non pensare (sei senza ego) in quel momento sei Consapevolezza.

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41 minuti fa, cincin ha scritto:

I bambini (prima che in loro sorga l'io o ego) vivono nel presente; come gli animali. Vivere nel presente vuol dire vivere nella Consapevolezza. Però sia bambini che animali non lo sanno. Per poter sapere di essere Consapevolezza deve instaurarsi l'ego. Se riesci a trascendere l'ego allora riConosci la Consapevolezza.

Bambini e animali hanno gusti e preferenze ma non agiscono attraverso l'ego; agiscono attraverso la Consapevolezza, ovvero attraverso la presenza mentale. Loro non hanno la mente ingombrata dai ricordi quando si interfacciano con il mondo. Noi quando ci relazioniamo col mondo lo facciamo con la nostra memoria; é questo l'ego.

Quando per qualche momento riesci a non pensare (sei senza ego) in quel momento sei Consapevolezza.

Ma non è vero che gli animali vivono solo nel presente 🤨 ma cosa ho letto 🙏🏻 Non hai mai sentito parlare di quei cani e gatti traumatizzati e devastati da eventi passati ? 😥  Forse gli animali, come le persone, non hanno ricordi ingombranti come li definisci tu, solo per i primi mesi di vita, riferito ovviamente a specie animali più evolute. Ci sono cani e gatti che vanno in depressione,  quando il loro padrone è lontano per qualche tempo, e possono soffrire la loro dipartita, o peggio quando sono stati abbandonati 

Edited by tornado
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1 ora fa, cincin ha scritto:

I bambini (prima che in loro sorga l'io o ego) vivono nel presente; come gli animali. Vivere nel presente vuol dire vivere nella Consapevolezza. Però sia bambini che animali non lo sanno. Per poter sapere di essere Consapevolezza deve instaurarsi l'ego. Se riesci a trascendere l'ego allora riConosci la Consapevolezza.

Bambini e animali hanno gusti e preferenze ma non agiscono attraverso l'ego; agiscono attraverso la Consapevolezza, ovvero attraverso la presenza mentale. Loro non hanno la mente ingombrata dai ricordi quando si interfacciano con il mondo. Noi quando ci relazioniamo col mondo lo facciamo con la nostra memoria; é questo l'ego.

Quando per qualche momento riesci a non pensare (sei senza ego) in quel momento sei Consapevolezza.

Forse ho capito più o meno. 

Quanto studiavo fuorisede lavoravo in un pub serale. 

Il problema è che ero veramente timida e frenata all'inizio. Me ne stavo un sacco di tempo in piedi come un salame al tavolo di clienti, ad aspettare che la gente finisse di parlare, per non interromperli, perché interrompere è maleducazione.

Ma non se devi ordinare e farlo in fretta.

Poi me la menavo che girando tra i tavoli la gente mi guardasse e mi giudicasse fisicamente così o cosà. Mi facevo mille paranoie sul dover attraversare la sala, sul poter essere osservata. E il mio sedere come sarà. Mi criticheranno? 

Insomma ero un grumo di paranoia ambulante. Non so perché non mi abbiano mandata via. 

Però dopo un paio di mesi andavo disfavo facevo interrompevo ordinavo e attraversavo la sala continuamente, fregandomene completamente degli sguardi altrui o di quello che avrebbero potuto pensare, pensando solo alle cose che dovevo fare. 

E ne ero molto felice, mi ero accorta di essermi tolta veramente un peso.

Cioè era di nuovo come quando quando ero bambina che andavo a fare quello che dovevo fare e correvo pensando solo al mio obiettivo, senza assolutamente assolutamente preoccuparmi di niente, totalmente inconsapevole. 

E risentendomi così, libera dalla preoccupazione dei giudizi altrui, forse avevo ritrovato quella stessa inconsapevolezza fisica che avevo da bambina e che è il massimo della consapevolezza. Che forse è ciò che dici tu? 

Però tu il corpo lo usi per andare senza più farti paralizzare dai retropensieri. 

Ma non capiscoacome questa cosa andrebbe collegata alla morte. Se sei morto non puoi fare cose e non hai corpo, non compi azioni e forse non hai nemmeno pensieri o obiettivi, quindi su cosa e come eserciti l'inconsapevolezza? 

Come puoi essere inconsapevole o consapevole se non esisti? 

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14 ore fa, Pandora ha scritto:

Ma non capiscoacome questa cosa andrebbe collegata alla morte. Se sei morto non puoi fare cose e non hai corpo, non compi azioni e forse non hai nemmeno pensieri o obiettivi, quindi su cosa e come eserciti l'inconsapevolezza? 

Come puoi essere inconsapevole o consapevole se non esisti? 

Come sarà dopo la vita terrena, incarnata o come vogliamo chiamarla lo sapremo solo...morendo. Però una cosa possiamo saperla, o meglio, conoscerla: come posso non esistere più se esisto? 

Se io osservo un fiore vuol dire che esso è altro da me oppure che io sono altro da esso; c'è separazione tra me e il fiore. Allo stesso modo se io osservo il mio corpo vuol dire che io, cioè colui che osserva, sono altro da lui; c'è separazione tra me (colui che osserva) e il mio corpo. 

Ora, fai la stessa cosa con i tuoi pensieri: se riesci ad osservare i pensieri mano a mano che affiorano nella tua mente vuol dire tu (l'osservatore) sei altro dai pensieri. Se non sei il tuo corpo e non sei i tuoi pensieri cosa sei allora? Sei quest'osservatore che non è fisico é immateriale; perché i pensieri non sono fisici, non li osservi con gli occhi. E qualcosa che non é fisico non può morire. Qualcosa di non fisico non è mai nato e quindi non può morire. 

E bravissima ad aver compreso cosa é Consapevolezza: la fine delle preoccupazioni. I bambini (prima dell'insorgere dell'ego, quella cosa che ti fa pensare al passato), come anche gli animali, non sono preoccupati, vivono. I bambini (e gli animali) non sanno nulla della morte. Anche se non sanno della vita. L'uomo, per poter sapere della vita, deve accettare di sapere della morte.

  • Confused 1
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4 ore fa, cincin ha scritto:

Come sarà dopo la vita terrena, incarnata o come vogliamo chiamarla lo sapremo solo...morendo. Però una cosa possiamo saperla, o meglio, conoscerla: come posso non esistere più se esisto? 

Se io osservo un fiore vuol dire che esso è altro da me oppure che io sono altro da esso; c'è separazione tra me e il fiore. Allo stesso modo se io osservo il mio corpo vuol dire che io, cioè colui che osserva, sono altro da lui; c'è separazione tra me (colui che osserva) e il mio corpo. 

Ora, fai la stessa cosa con i tuoi pensieri: se riesci ad osservare i pensieri mano a mano che affiorano nella tua mente vuol dire tu (l'osservatore) sei altro dai pensieri. Se non sei il tuo corpo e non sei i tuoi pensieri cosa sei allora? Sei quest'osservatore che non è fisico é immateriale; perché i pensieri non sono fisici, non li osservi con gli occhi. E qualcosa che non é fisico non può morire. Qualcosa di non fisico non è mai nato e quindi non può morire. 

E bravissima ad aver compreso cosa é Consapevolezza: la fine delle preoccupazioni. I bambini (prima dell'insorgere dell'ego, quella cosa che ti fa pensare al passato), come anche gli animali, non sono preoccupati, vivono. I bambini (e gli animali) non sanno nulla della morte. Anche se non sanno della vita. L'uomo, per poter sapere della vita, deve accettare di sapere della morte.

 

Fai un ragionamento astratto. Nulla vieta che l'esistenza possa avere termine con la morte cerebrale. 

Assolutamente no, noi siamo solo il nostro corpo, non ti puoi separare da esso, nulla vieta che una volta che crepa il corpo, anche noi crepiamo 😥 

Quello di credere che noi non siamo il nostro corpo, fa parte di un sistema di credenze e puri atti di fede, ma non ha nessun fondamento scientifico. 

Ecco cosa afferma il CICAP 🙏🏻 https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100078

<< In alcune culture non occidentali la coscienze è considerata come un'essenza metafisica, spirituale non ben definita distaccata dal corpo e dalle leggi della fisica e dotata di una propria autonomia. Essa è, in molti sistemi culturali, paragonata all'anima. Tuttavia l'accezione metafisica della coscienza è solo una astrazione filosofica che non ha alcun fondamento nella realtà e trae origine da diverse credenze religiose come un puro atto di fede >>

La consapevolezza di sé e dell'ambiente circostante, la da il cervello, non è separata dal corpo e non ha esistenza autonoma, quindi una volta spentosi il cervello, anche la persona si spegne 😕 te ne devi fare una ragione 🙏🏼

 

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