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Comunicazioni dall'Aldilà con l'Entità "A"


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[Questo post nasce da un OT]

Forse ho posto uno stralcio di una comunicazione che si presta ad essere fraintesa. Ti dirò semplicemente che l'Enità A dise esattamente quello che dice Brian Weiss, anche se questo lo fa in modo estremamente sintetico. Se ci trovi qualcosa che non ti va dimmelo:

 

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1 ora fa, Pandora ha scritto:

Dovresti farmi una sintesi scritta però, purtroppo non posso sentire un video in questo momento, è poi è proprio da Regolamento

Dovrei fare la sintesi di una sintesi, mi è assai difficile la cosa. Comunque diciamo che la terra è una scuola ed attraverso varie incarnazioni riusciamo ad imparare ad amare. Come vedi non c'è nessun dualismo, non c'è nessun inferno eterno ma solo un progredire. Passata l'esperienza della terra esistono altri piani di esistenza, del resto l'universo è infinito...

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Sia chiaro, quì non c'è nessun PECCATO ORIGINALE.

SULLA MORTE ED IL MORIRE DELL’ENTITA’ A

La nostra impostazione del problema " vita-morte" è una impostazione che esclude la morte.

Cioè, in realtà, per noi la morte veramente non esiste. E non esiste inquantochè, nello stesso corpo umano, ciò che veramente vive è sempre l'anima. Il corpo soggiace a certe leggi biologiche e la vera vita è della mente, dell'intelligenza. L'uomo è tale in virtù di questi attributi. Il corpo non potrebbe avere null'altro che una certa meccanicità, una certa funzionalità ma, in voi, quello che veramente vi contraddistingue è la presenza dello spirito. Certo, non è che lo spirito vi contraddistingua nella banalità dei vari momenti della giornata. Esso non è certo nelle mille operazioni che un uomo svolge durante la giornata...

Lo spirito e' nelle vostre maggiori attività di pensiero, nell'assunzione di certe esperienze, di certe particolari attività che riguardano tutto l'essere.

Quando operate una scelta tra il bene e il male, quando scegliete la direzione della vostra esistenza in un settore o l'altro del bene, dell'etica, della morale. allora vi è lo spirito!... Sotto questo profilo, dunque, quando muore il corpo non muore niente! E' un'immagine, è una figura che muore. Si dissolve, si trasforma.

Anche sotto il profilo strettamente biologico la morte non esiste, non è che un fenomeno di " reversibilità". La materia ritorna alla materia, alla grande Natura, e il corpo si disintegra e ritorna ad essere quello che era prima di nascere. Non era altro che una serie di realtà, di consistenze bio-elettriche le quali raggrumate, per così dire, consolidate entro una cellula hanno dato vita al corpo e non avviene altro, alla morte, che l'operazione inversa. Tutto si rescinde. la cellula torna in libertà e la materia, che è passata attraverso una sua particolare trasformazione, che era diventata un "corpo", torna energia come lo era prima, un'energia che torna all'energia.

Da questo punto di vista la notazione o l'ammonimento biblico. "Sei polvere e alla polvere tornerai!" è fondamentalmente esatto, nel senso, appunto, di quella che è la realtà della materia.

Ma quando ciò avviene, contemporaneamente si ha un altro fenomeno. La vostra personalità, la parte vera autentica di voi stessi, può seguire lo stesso fenomeno della morte?

A questo punto si prospettano le due tesi antitetiche: quella spiritualista e quella materialista. Secondo la tesi materialista, la cosiddetta anima - questa essenza - si distruggerebbe col corpo.

Ma, in realtà, questa essenza che viene riconosciuta anche dal materialismo, era veramente legata in maniera indissolubile al corpo? Veramente il corpo esprimeva lo spirito, o lo spirito era un secondo elemento posto accanto al corpo?

La tesi materialista non tien conto del fatto dell'interdipendenza fra corpo o soma e realtà intelligente dell'uomo, e non tien conto del fatto che la personalità spirituale si svolge durante la vita dell'uomo in maniera opposta a quella del corpo, tanto è vero che sorgono conflitti continui fra istinti corporali, istinti biologici, e istinti, per così dire " mentali". In altri termini, fra mente e corpo vi è, durante la vita, una lotta continua. E' una lotta continua che non dipende soltanto dall'adeguarsi all'etica o alle leggi sociali, quanto, effettivamente, da una consistenza personale e da un valore personale, che è diverso dal valore dell'istinto della materia. Insomma, se voi doveste seguire esclusivamente l'istinto della materia dovreste svolgervi al livello delle bestie, e dovreste poter sopravvivere e conservarvi solo in conseguenza di una lotta biologica.

La lotta biologica non esiste fra gli uomini. Esiste una lotta mentale, una lotta per l'affermazione di principi, una lotta di natura sociale o di natura economica; non esiste una lotta biologica, salvo che in casi delinquenziali, ben delimitati. E l'uomo si accorge di questa lotta continua, che e', da una parte, la lotta o l'istinto della materia che si muove entro e fuori certi orizzonti, certe direzioni, e dall'altra quella che e' invece della personalità profonda vera dell'individuo, che si svolge lungo certi binari di un'etica non più di natura sociale, ma di natura sostanziale, tutta "dentro". Voi, per questa etica personale, per questo istinto, per questo inconscio spirituale, sacrificate spesso il vostro corpo, e lo sacrificate quando lo soffocate, quando controllate i vostri istinti, quando vorreste far certe cose e non le fate perché la vostra natura spirituale si rifiuta, si ribella, perché se voi faceste certe cose, non ne avreste pace e il rimorso vi distruggerebbe continuamente.

E perché tutto questo?

Perché secondo la tesi del materialismo tutto questo non dovrebbe esserci, se lo spirito risultasse essere semplicemente una estrinsecazione biologica, cioè un prodotto della natura. E un prodotto della natura non può essere contrario alla natura, ma funzionale ad essa, interno allo schema della natura stessa. Questa lotta fra l'inconscio spirituale e l'istinto biologico dimostra invece che l'origine dell'inconscio spirituale non può derivare dalla natura, perché non può creare principi opposti a sé e cioè che le sono antitetici. Entro uno schema ed entro certe leggi l'effetto " spirituale", in quanto materialisticamente risultante dagli elementi biologici, non potrebbe contrastare con la natura stessa.

Ora questa riflessione, che e' del tutto obiettiva e che si presta ben poco ad una opposizione, e' una delle principali armi in difesa della seconda versione che si dà del fenomeno della morte e cioè di questo elemento indipendente che segue leggi sue proprie. In base a queste leggi sue proprie, che noi definiamo leggi dello spirito, esso svolge dopo la morte un suo ruolo. Infatti, questo spirito, questa presenza inconscia fortissima nell'uomo, se non è di natura materiale come appare da questo brevissimo esame della tesi del materialismo, evidentemente non segue le leggi della natura.

E se non le ha seguite durante la vita, perché dovrebbe seguirle al momento della morte?

Non le ha seguite durante la vita quando e' stato in continua lotta con i principi biologici, quando ha lottato costantemente con la natura, cioè col proprio corpo materiale, quando ha soffocato certi istinti materiali per una sua pace interiore, per un suo bisogno di integrità, perché dovrebbe soggiacere proprio in ultimo ad una legge che non gli appartiene, cioè a dire alla legge della natura?

Che è vita o morte o, per meglio dire, trasformazione o evoluzione. Quindi seguirà sue leggi.

E quali possono essere le altre leggi se non sono quelle materiali? Quelle spirituali, non c'e' alcuna altra risposta! L'opposto della legge materiale e' la legge spirituale. E possiamo chiamarla legge mentale, o psichica, e possiamo darle tutti i nomi che vogliamo, non ha importanza, la sostanza del discorso rimane sempre la stessa: e' una serie di leggi che e' oltre la morte, che non e' toccata dalla morte o dalla trasformazione della materia e quindi se essa non soggiace a una legge finita, essa e' in un'orbita in cui le leggi non sono più finite. Tralasciamo il fatto se il "non essere finito" comporti necessariamente l'infinito; quello che ci interessa e' che alla morte del corpo quest'anima non muore.

 

Ora, evidentemente, al momento della morte accadono molti e complessi fenomeni. Chi muore in realtà non soffre. La sofferenza, come ben sapete in quanto noi lo abbiamo già detto, e' semmai del corpo. Un corpo può soffrire perché una certa morte può essere dolorosa in senso biologico, certamente. Ma la morte, come dolore, non tocca lo spirito in sé, cioè non e' il fenomeno della morte a dare dolore. e' quello della malattia a dare dolore. La distinzione e' importante, soprattutto tenendo conto di tanta gente, a comprova di ciò, che muore tranquillamente o muore, come voi dite, senza accorgersene, passando dal sonno alla morte.

Si, certo, morire cosi e' comodo, e' bello, e' simpatico.

E' simpatico inquantochè non si ha quello choc violento del dolore materiale, ma in ogni modo, questo comprova che la morte, senza un fatto fisico doloroso, in sé non ha alcun dolore. E non potrebbe averlo, un dolore, inquantochè la morte, da un punto di vista strettamente spirituale, è l'allontanamento dello spirito dal corpo, dell'anima dal corpo. E noi facciamo una distinzione fra anima e spirito. Ordunque l'anima, in cui e' compreso lo spirito, soggiace a certi fenomeni, direi quasi a delle necessità tecniche. Nel momento in cui il corpo muore, l'anima e' lucidamente consapevole di quello che avviene.

L'anima vede il suo corpo che e' morto, se ne rende conto, sente l'ambiente che le e' intorno, le sofferenze dei cari. Avverte dolore di queste sofferenze e questo fenomeno di attenzione, di veglia, dura uno o due giorni, qualche volta un po' di più, qualche volta un po' meno.

Poi cosa accade? L'anima cade in una specie di sonno letargico, diciamo noi, cioè perde coscienza di sé, e si risveglia dopo un periodo variabilissimo che dipende da molte circostanze che sarebbe qui troppo lungo elencare. Questo tempo di sonno e' proporzionato alla sua evoluzione spirituale. E perché c'e' questo sonno? Questo sonno e' necessario per diverse ragioni. Fra le principali vi e' che l'anima ha bisogno di questo sonno per liberarsi da una sorta di richiamo terreno, un richiamo che e' forte non appena si muore. Essa ha bisogno di non essere turbata dal dolore dei cari che sono rimasti in Terra, quindi, durante questo sonno, si svolge un fenomeno singolarissimo.

Il trapassato "sogna" tutta la sua vita cioe', in altri termini, si ripresenta in lui un po' tutta la sequenza della sua esistenza e nella sua semincoscienza tutta particolare, lo spirito - quando si risveglierà - riavrà presenti davanti a sè le fondamentali azioni compiute e potrà quindi, risvegliandosi, fare un bilancio esatto del bene e del male, dell'utilità o inutilità della propria vita, vagliare insomma le singole attività, i singoli affetti, collegandoli col quadro generale della sua evoluzione. Ora, questo sonno che tende appunto a isolarlo, a lasciarlo solo, e' un sonno impenetrabile. Cioè a dire, nel momento in cui effettivamente l'anima cade in questa sonnolenza, in questo letargo, e' in una posizione di privilegio. Non può comunicare con alcuno, né alcuno può comunicare con essa, e' praticamente come un letargo animale, proprio necessario. L'anima ha quindi questa possibilità di riepilogo, di sintesi, di vaglio della sua vita e, alla fine, potrà fare appunto questo bilancio.

E perché questo? Perché contrariamente a quanto si crede in Terra, il giudizio sullo spirito non lo fa Dio, non e' Dio il giudice! Giudice dell'anima e' l'anima stessa. Cioè, ognuno di voi, quando ritornerà spirito, vaglierà da solo la propria esistenza, e non c'e' tema che possa sbagliare, ecco la necessità del letargo che e' automatico. Non dipende dallo spirito, non e' lo spirito che può richiamare quello che gli fa comodo, e quello che non gli fa comodo lo mette da parte. E' un fenomeno spontaneo al quale l'anima non può sottrarsi. E l'anima e' in condizioni di giudicarsi con assoluta equità e severità, e può vagliare effettivamente quello che di giusto o di non giusto ha fatto, ciò che di utile ha fatto soprattutto rispetto al programma che scelse quando venne in terra, perché l'anima decide da sola l'esperienza da fare in terra.

Ora la fedeltà a questo programma, il vaglio dell'utilità o meno di certe situazioni che affrontò in terra, sono al suo diretto esame, e alla fine lo spirito si accorgerà da solo degli errori compiuti e accorgendosene ne soffrirà e naturalmente vorrà , cercare di sanarli, " espiare", per cosi dire, certe infrazioni e questo sarà il suo purgatorio. Il letargo dura un periodo che, all'incirca, secondo il vostro tempo, e' di tre o quattro mesi. Dopo, lo spirito si risveglia ed e' completamente libero, cioè è completamente sveglio, per intenderci, e quindi può vagliare esattamente le sue responsabilità, le azioni che egli mosse nel corpo per suo volere. Di questo e' responsabile, e delle azioni del corpo alle quali egli non poté fare opposizione, non e' responsabile. Le responsabilità dello spirito sono viste in una maniera completamente diversa da quella che voi potete immaginare. Cioè, vi sono azioni del corpo (la maggior parte) che non sono volute dallo spirito, e sulle quali lo spirito non ha potuto svolgere nessuna censura, alcuna azione, per cui, ad un certo punto, vi sono effettivamente manifestazioni che sfuggono al controllo dello spirito, oppure casi in cui veramente la mente materiale prende il sopravvento, e quando lo spirito non può veramente fare nulla egli non e' responsabile. Egli svolge un giudizio sulle azioni che veramente hanno potuto dare certe esperienze, certi significati. Di queste egli risponde. Egli non risponde, naturalmente, delle banalità della sua vita, della sua giornata terrena. Risponde soltanto delle azioni veramente impegnate, veramente importanti e, ciò soprattutto, perché lo spirito scelse per grosse linee un suo programma, come quello ad esempio di capire il significato della solidarietà umana, il significato della carità, l'importanza del dolore (scegliendosi una vita di sofferenza).

Ora, in fin dei conti allo spirito interessano esperienze valide sul piano spirituale, e non gli interessano tutte le beghe sociali e umane. Lo spirito svolge un suo particolare ruolo. Egli dalle esperienze umane trae soltanto quegli elementi che sono utilizzabili sul piano spirituale. Non e' l'esperienza in sè che ha importanza per lo spirito. Per esempio, se il corpo lavora in terra questa esperienza non serve allo spirito e perché ? Perché egli, nell'altro mondo, di questa esperienza di lavoro materiale non sa che farsene, inquantochè non gli serve. Egli, però, dal tipo di lavoro può trarre esperienza; egli può capire l'importanza dell'attività, dell'evoluzione, della forza, della volontà nel lavoro. Egli, insomma, può trarre dall'esperienza di fare il falegname ad esempio un'esperienza di tipo diverso e capire l'importanza dell'attività, del moto, della necessità del lavoro in senso astratto, in senso funzionale allo spirito. E questo valore del lavoro gli serve anche dopo, perché egli e' in evoluzione.

Lo spirito non e' fermo. Lo spirito che intuisce veramente, che capisce l'importanza dell'attività, l'importanza dell'applicazione, l'importanza della meditazione e l'importanza di capire il prossimo, per esempio, va avanti. Il prossimo esiste anche nel nostro mondo, vi sono altri esseri viventi intorno a noi. Ma per capire l'importanza della fraternità, bisogna acquisirne l'esperienza, e dove la si può acquisire bene? In Terra! Perché in Terra il concetto di fraternità e' fortemente ostacolato e lo spirito che riesce ad afferrare, a capire l'importanza della fraternità in Terra, la utilizzerà anche dopo. E cosi via di seguito. Insomma lo spirito trae attraverso il corpo i significati, le esperienze vere che non sono quelle apparenti del mondo, ma quelle che stanno " dentro" le varie attività. Quando riesce a cogliere la maggior parte di queste esperienze la sua evoluzione nell'ambito della Terra e' finita, non ha più ragione di vivere in essa. Cosi, se uno spirito, per esempio, vuole scendere in Terra per capire l'importanza della carità e se riesce ad afferrarla, ad impadronirsi spiritualmente di questo concetto ed a svolgere praticamente questa virtù, nel momento in cui l'ha messa in pratica e l'ha veramente digerita, in Terra non ci resta più. Può darsi che egli raggiunga questa verità a trent'anni e a trent'anni il corpo muore. Perché rimanere ancora in Terra per lo spirito sarebbe inutile.

Ora tutto questo apparentemente voi non lo vedete e non lo potete vedere perché tutto questo fenomeno " occulto" della vostra vita si maschera nei rivoli delle attività banali della società, del mondo. Ma in questi rivoli apparentemente banali si celano queste potenti necessità dei vostri spiriti che vengono in Terra per delle ragioni ben precise. Insomma non e' possibile che voi concepiate un Dio, il quale crei lo spirito, e lo crei per il semplice gusto di farlo venire in Terra a perder tempo, semplicemente per incarnarsi in quel ricco e passare la sua vita tra i bagordi, ecc. ecc... Quando sarà morto il corpo, lo spirito si troverà davanti a quel suo giudizio e capirà tutta l'importanza della sua vita magari inutile, di una vita che poteva essere sfruttata in un altro modo, di esperienze che si potevano conquistare in un altro modo, e via di seguito>>.””

A questa comunicazione aggiungo un brano di Belline, un mantra che gli ha scritto il famoso filosofo biologo scienziato e ricercatore: Ernest Junger

 

 

Belline, poeta francese, nel 1960 perde un figlio di vent'anni. E' l‘unico figlio che hanno e per i genitori è uno strazio atroce.

Dopo qualche mese però nel dormiveglia Belline crede di sentire la voce del figlio.

Dirà era chiaramente la sua voce, lo stesso tono, la stessa impronta.

Per alcuni mesi Belline porrà domande al figlio morto, sul suo incidente stradale, su ciò che ha provato.

Strano, la voce non descrive nessun tunnel come usualmente credono i cultori delle esperienze post mortem, ma semplicemente un grande vuoto da cui gradualmente è emerso.

Finche Michel si congeda : " Compi i gesti della vita come un rituale.
Lava le tue mani ed i tuoi pensieri.
Alla fine tutto è nel pensiero"

La moglie che gli è accanto non sentirà mai niente e resterà sempre scettica, valutando il fenomeno come una suggestione.

Ma Belline sentirà la necessità di scrivere un libro dove inviterà in egual misura atei e credenti, che esprimano la loro opinione su un possibile o meno aldilà.

Il libro "Il terzo orecchio è interessante, diventa un Best-seller ed alla fine il famoso Ernest Junger (zoologo e filosofo) scriverà un "Mantra" da porre come conclusione del dibattito.

" Coloro che si rompono il capo per sapere se è possibile vivere nelle stelle non hanno la minima idea di cosa sia la VITA

Quando saliamo fino al mondo delle nevi, tutto diventa più semplice, cristallino.

La VITA parla con voce più chiara.

I ghiacci eterni, riserva inesauribile di calore, di forza, di amore.

Noi siamo contemporaneamente, embrioni di una superiore condizione e seno materno che porta questa stessa condizione.

Lo sciame di efemeridi che il vento diperde, ha anch'esso, la sua patria temporale, la sua continuità fuori del tempo.

Nascita e morte: è sotto questa forma che l'individuo ha pagato la sua entrata e la sua uscita, qualunque sia la commedia interpretata interiormente.

Quando la morte si avvicina alla velocità del baleno ci sembra che la VITA non possa sfuggirgli.

Ma non si tratta in quel caso di velocità.

La VITA è fuori del tempo.

E' ciò che provoca la rabbia segreta del demonio.

Quand'anche la morte riuscisse a scacciare la VITA alla velocità della luce, quest'ultima conserverebbe un palmo di vantaggio sulla morte che s'attacca ai suoi passi e non è che la sua ombra.

Vi sono delle cose che una parte del nostro essere è costretto per necessità a dissimulare all'altra parte.

L'ora della nostra morte è una di quelle.

E' solamente l'arrivo inaspettato della morte che ci sorprende, non la morte stessa.

Siamo smarriti per un momento come dopo un risveglio.

Poi sappiamo che è venuta l'ora di alzarci.

Non abbiamo mai smesso di conoscerla durante il lungo sonno, durante la lunga notte.

 

Ernest Junger

 

 

 

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Andate su YouTube e digitate Entità à, e poi fate un confronto con le religioni umane, tutte le religioni, siamo lontani un miliardo di anni luce. Comunque l'importante è non credere ora, qui lo spiega benissimo e spiega soprattutto il processo evolutivo. Come dice K.Gibran: "quello che dico non pretendo che lo comprendiate, ogni cosa si dimostra informe al principio ma non alla fine, e vorrei che mi ricordaste come un principio"

 

 

Edited by SauroClaudio
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Attraverso i risultati di lunghi ed esaurienti contatti medianici con una entità disincarnata, il libro spiega i perché dell’esistenza, della vita e della morte, della sopravvivenza dello spirito e della reincarnazione.
 L’Autore, che dal 1963 al 1989 ha diretto il CENTRO ITALIANO DI PARAPSICOLOGIA, porta a conoscenza del grande pubblico il risultato di oltre 20 anni di studi nell’ambito della “parapsicologia di frontiera”. L’opera, RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X , giunta oggi alla sua sedicesima edizione, contiene il distillato di una conoscenza integrale dello spirito, venuta da una “voce” (quella dell’Entità A, che si manifesta attraverso Corrado Piancastelli) la cui potenza dialettica getta un solido ponte tra la dimensione umana e quella che ci attende dopo la morte.
La seduta medianica, con le sue “trance” a incorporazione, ritrova in tal modo una sua validità documentaria e una sua funzione di insostituibile tramite tra noi “viventi” e un mondo che sta al di là della frontiera-morte.
 Le vere leggi che guidano la nostra struttura spirituale, al di qua e al di là della morte, le autentiche motivazioni della nostra vita in terra, ci vengono esposte e spiegate da questo eccezionale contatto medianico che distrugge il falso moralismo e la falsa spiritualità.
 
La collaborazione tra esseri umani ed entità disincarnate ci presenta, in maniera chiara e illuminante, una visione completa, vera e confortante della vita e del “dopo”: la soluzione del problema della vita e della morte.
Il libro RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X certamente convincerà molti dubbiosi e farà nascere il dubbio in molti scettici.
Il QR code al quale si accede dal libro contiene stralci di comunicazioni dell’Entità A e di altre Entità, registrate durante la trance del medium Corrado Piancastelli. Due analisi scientifiche hanno evidenziato una totale diversità tra le voci medianiche e quella di Piancastelli.

 

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Per intanto pongo questo, dove l'Entità a (Andrea), illustra le autentiche motivazioni per le quali siamo venuti in terra e perchè lo Spirito non intenda essere riconosciuto:

 

 

Il pensioro su Dio dell'Entità Andrea:

 

 

Una mia considerazione: noi viviamo in un universo che è regolato da un insieme di leggi perfettamente coordinate, ed è anche nello studio di queste leggi che si sviluppa la Scienza. Il pretendere che tutte queste leggi siano dovute al caso, come vorrebbero alcuni, è una pura follia. Pertanto la scienza si trova di fronte ad un LIBRO APERTO, dal quale deduce un ifinità di formule, sia quella inetrenti l'astronomia, sia quelle inerenti il subatomico. E queste leggi presentano una costanza che va oltre qualsiasi logica. Ma al di la delle formule della scienza esiste un aspetto dell'universo che non può essere espresso da nessuna legge, è la VITA stessa che non si presta a nessuna legge, non c'è nessuna formula che può esprimerla. In questo senso, come dice Andra, la realtà di Dio la troviamo soprattutto nella VITA, e non perchè Dio la da la VITA, ma la VITA intesa proprio come principio che stà alla base di tutta la realtà universale.

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9 ore fa, SauroClaudio ha scritto:

Confucio e Lao-Tze, e confronti con il Cristianesimo:

Bellissimo il finale di questa comunicazione,ma Andrea si dimentica di dire che l'uomo non ha solo un fortissimo bisogno del padre ma anche della madre, anzi talvolta l'"esigenza" della madre travalica quella del padre. Nel ambito del cattolicesimo ci sono moltissime correnti mariane, talvolta chi è devoto alla Madonna quasi si dimentica la figura di Cristo. Pensiamo a tutte le processioni con la Madonna e per la Madonna, dove la figura del padre e di Cristo sembra completamente dimenticata. Così troverete il prete che vi dirà che per salvarsi dall'inferno è importantissimo recitare rosari, dimenticandosi che Cristo aveva detta: "quando pregate non scialaquate continuamente le stesse parole, dite solamente PADRE NOSTRO"", tutto il resto nella preghiera PADRE NOSTRO ce lo hanno aggiunto dopo. Del resto è comprensibile, anche da un punto di vista psicologico colei che ci ha generato può diventare più importante del padre stesso. Io credo che A se ne dimentichi perchè è implicito che sia così.

 

 

Edited by SauroClaudio
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In questa comunicazione Andrea vi parlerà di ciò che è veramente lo spirito e di ciò che è veramente l'universo e del rapporto che esiste fra spirito ed universo. Ascoltatelo con attenzione perchè ne vale la pena. C'è un punto che forse vi lascierà perplessi e cioè quando dice "nessuno potrà togliermi l'esistenza, neppure Dio".Questo è un punto che verrà discusso in un altra discussione, cercherò di porla, se la cosa vi fa piacere. Ma qualche commento mi piacerebbe averlo. Al commento di A faccio seguire anche se solo per iscritto tutto "Il commiato de IL PROFETA", visto che anche A parla di maestri.

 

 

Edited by SauroClaudio
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Questa comunicazione di Andrea è estremamente interessante perchè all'inizio dice cos'è veramente l'inconscio, e successivamente fa una sintesi di tutto il suo messaggio. Pertanto nessun INCONSCIO COLLETTIVO alla Jung, ma un inconscio che è solo di natura psichica e che si concretizza come INTROIEZIONE DEL DIVIETO. Anche lo spirito si serve dell'inconscio per trasmettere e per recepire segnali, ma lo spirito non diventa mai inconscio cerebrale, caso mai il segnale che lancia lo spirito potremmo chiamarlo SUPERCONSCIO, che ha una funzione esattamente opposta all'INTROIEZIONE DEL DIVIETO, caso mai analizza ciò che è stato vietato e se positivo ed utile manda dei segnali, segnali che lo spingono l'uomo a superare il divieto per acquisire esperienza, e quindi ai fini evolutivi. Mi piace poi quando dice che di fronte alla morte del corpo lo spirito farebbe "salti di gioia"...

 

Edited by SauroClaudio
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IL TEMPO NON ESISTE IN SENSO ASSOLUTO

Quando l’Entità A dice che il tempo non esiste si riferisce chiaramente ad un tempo inteso in termini assoluti. E’ chiaro che nel relativo il tempo esiste, infatti noi nasciamo, diventiamo adulti, invecchiamo e moriamo. Però se noi rapportiamo questo tempo al tempo di un altro che nasce, diventa adulto, invecchia e muore, il tempo si annulla, non importa se la velocità è diversa, è la LEGGE che non cambia. Mentre questo avviene a livello umano tutto l’universo intorno continuerà a ruotare con lo stesso identico ritmo. E non possiamo conferire al ritmo il concetto di tempo, in quanto gli elementi fondamentali, nel ritmo restano tutti identici, per cui un apparente mutazione è solo un apparenza. Ma poste queste premesse voglio riferire in toto tutto il discorso di A relativo al tempo. Eccolo:

IL TEMPO NON ESISTE

Quando parliamo di velocità dell’universo, noi intendiamo soltanto attività, moto.
Parlando di moto viene spontaneo riferirsi al tempo, e analogamente quando parliamo di velocità ci riferiamo al tempo.
Nell’universo esiste una velocità uniforme, una velocità costante, e ciò come nel caso della vita, per la quale non ci si può chiedere se essa sia più veloce o meno veloce di un'altra, dato che evidentemente la velocità della vita è uguale per tutti, in quanto il processo di sviluppo al quale il fenomeno vita è costretto a soggiacere per giungere alla morte è quello che è.
Né ci si può riferire a fenomeni collaterali, per cui vi è chi muore prima e chi muore dopo, chi cresce prima e chi cresce dopo; a noi interessa soltanto il fenomeno di sviluppo in cui la velocità è sempre la stessa.
Quando noi poniamo di fronte due nebulose nelle stesse condizioni di esistenza, con le stesse possibilità di sviluppo, esse per diventare pianeti, impiegheranno ad esempio un miliardo di secoli.
Ma in virtù dell’uguaglianza, ambedue impiegheranno per compiere il ciclo un tempo x inesistente, dato che si tratta di un periodo che raffrontato ad un tempo soggettivo ad esse nebulose, finisce con l’essere annullato, perché la prima può rispecchiarsi soltanto nel tempo dell’altra e viceversa.
Quando noi diciamo “moto universale” o tempo universale”, intendiamo il principio ritmico costante dell’universo, che si trasforma ad una velocità costante.Ma noi vediamo il tempo nel brevissimo periodo della nostra vita.
La fisica ci dice che nulla viene distrutto, ma tutto si trasforma, e che l’elemento ritorna ad essere quello che era.Gli elementi più semplici dell’universo restano uguali a se stessi.
L’elemento “uno” dell’universo, può diventare l’elemento “uno” circondato da una grande spirale e può così apparire come un “uno” più grande e diverso, ma se togliamo la spirale esso rimane l’”uno” originale.
Il principio dell’universo è che nulla si trasforma realmente, ma che tutto resta identico, immutabile, costante, per cui la trasformazione apparente è la somma di elementi immutabili, statici, e non sostituzione per una trasformazione vera e propria.
Quando noi vediamo una somma di elementi, non dobbiamo dire che si tratta di un elemento diverso, ma possiamo essere ben certi che si tratta della somma di più elementi.
Immettendo al loro posto fisso tutte le cose noi eliminiamo il concetto di tempo.Immaginiamo di avere una scacchiera ed immaginiamo che l’universo sia diviso in tanti quadratini, come una rete topografica.
Poniamo al loro posto l’1, il 2 il 3 e via di seguito.
Esistendo un ritmo di spostamento ciclico costante, avremo che l’1 scatta al posto del 2 e che contemporaneamente il 2 passerà al 3 e poi al 4 come se i quadratini si rincorressero.
Avremo quindi che l’1 diverrà l’1 + 1, e poi ancora l’1 + 1 + 1, formando cioè tre elementi semplici.
Contemporaneamente sopraggiungeranno altri 1, in virtù di frantumazioni universali che procedono all’infinito, per cui l’1 diverrà l’1 elevato alla N.
E quando questo si frantumerà tutte le unità riprenderanno il loro cammino.
Non possiamo parlare di frantumazione specifica dato che nell’universo vi è un esistenza eterna, per cui dobbiamo immaginarci come un serbatoio eterno formato da questa energia che alimenta continuamente l’1, in modo che esso passi al 2 come in una scala divergente.
Immaginiamo ora un quadratino singolo, ed immaginiamo che esso sia un elemento infinitamente piccolo dell’universo.
Che cosa significa elemento infinitamente piccolo dell’universo?
Supponiamo con un concetto assurdo che esso non possa essere ulteriormente frantumato (mentre ogni più piccolo corpuscolo può frantumarsi all’infinito, in virtù del concetto dell’infinitamente piccolo).Poiché esso diventi più grande cosa deve avvenire?
Che altri corpi si aggreghino ad esso, per ingrandirlo nello sviluppo universale.
Ciascuno dei corpi che si aggrega al primo avanza con la stessa velocità, per cui esso diventa di infinita grandezza senza aver subito bruschi sobbalzi di velocità.
Né esiste un tempo, in quanto noi non diciamo “1” e solo dopo un certo intervallo aggiungiamo “+ 1” e poi ancora “+1”.
Ma nel ritmo “1+1+1” formiamo un certo numero senza che esso abbia avuto interferenze. Per questo motivo al ritmo non si può applicare il concetto di tempo, perchè l'attimo successivo è esattamente uguale al precedente e quella che muta è solo l'apparenza.
E così noi abbiamo la materia, la quale si avvolge, si moltiplica, pur conservando la sua identità.
Ed in questo fenomeno non vi è un tempo, , ma soltanto uno sviluppo ritmico.
Ed anche quando si realizza un fenomeno diverso esso è sempre nel ritmo.Ad un certo momento potrà formarsi un sistema planetario, con ritmo eternamente identico.
Vi è accelerazione? Si, vi può essere accelerazione, vi potranno essere dei fenomeni diversi, ma questi si verificheranno sempre in un quadratino o sfera isolata, mentre intorno l’universo continuerà a ruotare identicamente.
E la materia stessa, restando concretizzata ha un suo ritmo particolare.
I tempi e le velocità che vanno a formare in seno ad una particolarità universale, non sono dati isolatamente dallo sviluppo particolare, ma sono la conseguenza dei ritmi costanti che la circondano.
Ossia le velocità diverse che possono esistere, non si sono formate da sole, ma sono la conseguenza dell’isolamento in confronto a tempi costanti.
Consideriamo ancora un'altra possibilità: se è vero che fra ogni elemento vi è la distanza di “1”, possono aversi un altro corpo, un'altra esistenza, un altro fenomeno di vita universale, più lontano, per cui la distanza invece di essere “1” sia ad es. “4”, e quindi il rapporto e l’armonia possono essere gli stessi?
Questo ragionamento non può reggere, perché esso annulla l’esistenza dell’elemento “1”.
Noi dovremmo immaginare un elemento così grande, rispetto a quello più piccolo, da conservare inalterati i rapporti, nonostante la maggiore distanza.
Ma le grandezze universali sono tutte identiche è né può concepirsi un tempo, perché gli elementi sono semplici e l’elemento universale è l’”1” che solo in aggiunta ad altri può dare un apparenza relativa.
Quando noi diciamo “tempo universale” dobbiamo raffigurarci questo spostamento a scacchiera, in virtù del quale resta annullato il tempo in quanto il ritmo è costante.
Si potrebbe eventualmente dire che esiste un “tempo universale” rispetto ad un “non tempo”, così come si dice che c’è il bianco perché esiste il nero, che vi è la luce perché esiste il buio.


 

 

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In linea con Andrea, con Gibran e con Ubaldi:

RICORDI DELLA MIA VITA E DI UNA POSSIBILE REINCARNAZIONE

 

Ho voluto raccontare la mia vita perché non è una vita comune, ma si differenzia dalle altre per molte particolarità, in particolare i miei primi ricordi di infanzia.

Sono nato in una famiglia rigidamente cattolica, composta dai miei genitori, dai miei due fratelli e da mia nonna paterna, inizialmente anche dal fratello di mio padre.

Sono nato in un paese di montagna alto 1106 metri, Bosco Chiesanuova.

Prima di raccontare i ricordi della mia vita precedente voglio raccontare alcuni ricordi di questa vita.

I miei primi ricordi di questa vita risalgono alla primissima infanzia; il mio primo ricordo in particolare mi riporta ad una croce che si trovava in paese ma sulla strada che saliva verso Piazza Borgo.

Ricordo che tentavo di scalare dei gradini altissimi, tre gradini alla cima dei quali c’era una croce che tutti chiamavano Il Cristo. Il Cristo si trovava su una curva dove mia mamma andava spesso e si tratteneva nel parlare con una donna che sarà poi la mia maestra delle elementari.

Dimenticavo, anche mia madre era maestra, mio padre era farmacista, mio zio era dentista, mia nonna rimasta vedova ancora nel 1915, ha tenuto in piedi la farmacia (mio nonno era farmacista) fintanto che non si è laureato mio padre in farmacia.

Mio padre era il secondo di cinque fratelli, dei quali uno morto giovanissimo e di cui racconterò in seguito.

Poi c’era mio zio Giuliano, il primo dei fratelli, medico condotto, mia zia Dorotea che insegnava musica, lo zio Ginepro, dentista, che nei primi sette anni della mia vita abitava con noi, il fratello mancante, Ugo, era morto a 23 anni poco prima di laurearsi in Giurisprudenza, e per una causa banale, una caduta dalla bicicletta.

Ritornando al primo ricordo, i gradini del Cristo che io scalavo, devo dire che mi sembravano altissimi e non sono riuscito per diverse volte a raggiungere la croce, poi un bel giorno l’ho raggiunta e questo mi ha dato una grande soddisfazione.

Ma in tutto questo tempo i gradini erano diventati mano a mano più bassi, ero io che crescevo.

Quando li vedevo altissimi probabilmente non sapevo camminare, è probabile che avessi alcuni mesi forse nove o dieci.

Così come ricordo quando ho imparato a camminare sul piazzale davanti a casa con mia madre che mi teneva con delle bretelle. Mi ha detto poi che ho imparato a camminare ad un anno.

Già a quel tempo iniziavano ad emergere altri ricordi, ricordi di una vita precedente.

Pertanto oltre ad avere ricordi lontanissimi di questa vita, emergevano gradatamente

ricordi di un'altra vita dove non esistevano auto, ma solo cavalli e

carrozze (o meglio carri, nel mio caso).

Ho cercato più volte di dare dei termini temporali a questa lontanissima vita, ma non sono mai riuscito nel mio intento.

Potrei dire che questa lontana vita è stata relativamente breve, infatti

ricordo le cure di mia madre che mi portava dei decotti, ricordo che mi

ero ammalato gravemente ed andavo continuamente soggetto a svenimenti.

Ricordo la mia camera, povera con un letto molto alto ed un piccolo quadro della madonna che portava sotto una piccola acquasantiera.

Ricordo la contrada in cui abitavo con le case disposte ad L ed un gruppo di stalle di fronte per cui si potrebbe disegnare come L\. Erano tre case su un lato e quattro case sull’altro lato e tre stalle di fronte.

Ricordo il nome di mia madre, Giulia e di mio padre, Stefano, il mio nome come quello di adesso Claudio.

Mia madre era premurosa con me e sentivo il suo amore; mio padre lo sentivo più distante, anche se spesso molto affettuoso.

La mia vita precedente sembra essersi svolta in una contrada del nord’Italia, penso il Veneto, vicino a dove sono tutt’ora (il dialetto, la struttura delle abitazioni, i luoghi mi ricordano la Lessinia)

Una piccola contrada, ma con le case stipate di gente.

Tutto il lavoro verteva sull’allevamento del bestiame, mucche e pecore.

Ricordo che aiutavo mio padre a mungere le mucche e le pecore, e poi lo aiutavo a fare il formaggio ed il burro.

Dentro la stalla avevamo un grande camino e dentro un pentolone sostenuto da tre grosse catene di ferro

Le mucche erano circa dieci, le pecore forse di più, due cavalli erano in fondo alla stalla.

Ricordo la stalla tutta nera per il fumo e le grossi travi di legno che sostenevano le pietre del tetto.

Ricordo le forme di formaggio allineate lungo la parete di fondo.

Ricordo che una volta mio padre mi disse che il formaggio non doveva essere acido, pertanto in giornata bisognava mungere le mucche e far bollire il latte per poi aggiungere il caglio.

La domenica si andava a messa, in un paesino poco distante dove c’era una chiesetta, dentro un grande crocifisso sul fondo, una madonna di lato all’altare, dei quadri

della via crucis sulle pareti, pochi banchi semplici.

Il paesino era in mezzo alle colline ed ai boschi, dei grandi pascoli ondulati dietro la chiesa. Il paesino non era tanto più grande della nostra contrada, ma le case erano tenute meglio, almeno alcune.

Nonostante il lavoro in stalla, che peraltro era modesto perché mio padre si faceva aiutare dagli altri tre figli più grandi di me, (avevo pure una sorella che era la più vecchia di tutti i fratelli, penso avesse

vent’anni, e di lei ricordo il nome : Teresa, mentre degli altri

fratelli il nome mi sfugge), mi rimaneva molto tempo per giocare con

gli amici, i giochi più vari, dal cianco, al nascondino, alla vecia, a

salire sugli alberi, ed a far pipì su chi passava sotto ecc .

 

Quello che mi è rimasto particolarmente impresso è un inverno molto freddo in cui ha fatto talmente tanta neve che avevamo difficoltà perfino a farci il sentiero per andare in stalla.

E’ stato un inverno che è durato moltissimo, la neve si è sciolta verso metà maggio, abbiamo dovuto razionare il fieno per gli animali, e mio padre ha dovuto andare a comprarne da uno che ne aveva in deposito.

Quell’inverno abbiamo patito la fame, restavano solo poche patate prima che si sciogliesse l’ultima neve.

Poi ricordo la mia malattia.

Per la prima volta persi coscienza mentre giocavo con un amico.

Mi ritrovai a letto ed i miei avevano chiamato un medico della zona, un omone grande e grosso con dei grossi baffi.

Ricordo che faceva a mia madre delle domande, poi ho saputo che svenendo mi ero fatto addosso cacca e pipì.

Mi prescrisse dei decotti e dei sali, ma il tutto mi risultava schifoso.

Poi gli episodi di perdita di coscienza si intensificarono, avevo perso

anche l’appetito, un forte mal di testa mi attanagliava continuamente,

infine cominciai a non vederci da un occhio, poi sempre meno anche

dall’altro.

Mia madre mi era sempre vicina e mi cantava delle canzoni.

Poi non ricordo più nulla.

Molti ricordi sono vivissimi, per altri ho dovuto fare uno sforzo per ricordare, non direi che si sono affievoliti.

 

Anche la domanda relativa al luogo, è cioè se sono sicuro che il tutto sia avvenuto in una contrada del Veneto e magari invece si trattasse di altro luogo e di altra nazione, è del tutto appropriata.

Anche la lingua, il dialetto, potrebbe essere stato diverso, ed io sin da piccolo posso averlo tradotto a livello inconscio in quello che era il mio dialetto di adesso.

Del resto  parecchi aspetti della lingua non mi tornavano.

Ho fatto l’esempio delle pigne che chiamavamo cotai, ma in nessun paese della Lessinia è rimasto questo termine per le pigne.

Quello che eventualmente mi aveva fatto supporre un paese della Lessinia erano i tetti ricoperti con grosse pietre e così pure le stalle, salvo alcune che erano ricoperte di paglia.

Pure le case erano di pietra salvo alcune stalle che erano di legno.

Devo dire che non ho fatto studi approfonditi se in altre zone si usassero le pietre per coprire le case e le stalle, ma so che questa è una caratteristica abbastanza originale della Lessinia.

Devo dire che ho girato in lungo ed in largo tutte le contrade della Lessinia ma non ho trovato niente che assomigliasse alla mia contrada della mia presunta vita precedente . Certe contrade come ad esempio i Biancari presso Bosco Chiesanuova erano abbastanza simili, ma era diverso tutto il contesto attorno, i pascoli e le montagne.

Un altro particolare significativo sta nel fatto che non mi sono mai state raccontate storie di streghe o di folletti.

L’unica cultura che ho ricevuto è stata quella religiosa, un po’ da parte dei miei genitori, ma soprattutto del parroco alla domenica, che ci leggeva il Vangelo.

Inoltre il parroco veniva spesso nella mia contrada con un lungo tabarro nero ed un cappello nero, faceva visita nelle case per raccogliere le offerte, e spesso si fermava in qualche casa dove radunava i bambini che dovevano fare la prima comunione.

Lo ricordo robusto, alto, con un pò di pancia.

Non aveva paura ad addentrarsi da solo nei boschi per raggiungere le contrade intorno al paese.

Mi sembrava molto attaccato al denaro, tanto che spesso ha avuto da discutere con mio padre per l’offerta.

Ricordo molto bene mia sorella Teresa, la più vecchia dei miei fratelli.

 Era sempre lei che andava a prendere l'acqua al pozzo, ed una volta riempito il secchio lo tirava su come se fosse una piuma.

Portava spesso un grembiule e lo ripiegava per raccogliere le mele.

In questo senso i miei fratelli la aiutavano, salivano sull'albero e gettavano le mele nel grembiule.

Per la legna avevamo un capannone di legno sul retro della casa che mio padre aveva costruito molti anni prima.

Però ricordo che quando andavamo a raccogliere la legna (ed i boschi non mancavano) per trasportarla la legavamo con delle specie di spaghi, forse con delle corde di juta, dopo la si accatastava nel capannone.

Una delle cose strane che posso rilevare attualmente, sta nel fatto che a quel tempo non si parlava di streghe, di folletti o di gnomi.

Questo te lo dico perchè avendo lavorato a Velo Veronese come medico, si parlava delle antiche tradizioni e delle antiche credenze nelle streghe e negli gnomi, tanto che una maestra del luogo aveva perfino fatto una commedia.

Al contrario nella mia vita precedente tutte queste cose non mi risultano, i miei genitori non mi hanno mai parlato di streghe o di gnomi.

La vita era estremamente semplice ed anche le costruzioni mentali di personaggi fantastici non esistevano.

Si era piuttosto molto legati alla chiesa ed al Vangelo, alle prediche del parroco, ma che non avrebbe comunque mai tirato in ballo streghe o gnomi o pratiche magiche (o almeno non l’ha mai fatto).

Quella che posso testimoniare è la grande semplicità di quella vita, basata su poche cose, sostanzialmente sulla sopravvivenza e senza costruzioni mentali fantastiche, che forse ci siamo inventati dopo.

Già che ci siamo volevo raccontarvi qualche altra cosa.

La figura del parroco era quella che mi colpiva di più.

Anche se aveva sempre uno o due curati, veniva sempre da solo nella contrada e soprattutto per benedire e farsi pagare la benedizione.

Comunque, dagli abitanti della contrada questa era vista come una cosa normale.

Chiedeva le offerte a chi sapeva che poteva darle.

Ad esempio mio padre era considerato un ricco, nella nostra stalla si faceva molto formaggio, non solo dal latte delle poche mucche che avevamo, ma il latte veniva portato anche dalle stalle vicine.

Il costo del latte a quel tempo era abbastanza basso, ma il costo del formaggio era abbastanza alto.

Per questo vi ho riferito che vi era stata una discussione fra il parroco e mio padre, relativamente all'offerta per la benedizione della stalla.

Nonostante mio padre fosse molto religioso, e ricordo la sua preghiera prima di ogni pasto, non era un bigotto, era molto realista, e questo lo si notava dai suoi discorsi chiari e semplici.

Ma la figura del parroco era del tutto particolare.

Lo ricordo quando arrivava anche in inverno con la neve alta e con i suoi stivaloni di pelle che gli arrivavano fin sopra il ginocchio.

Passava in mezzo ai boschi, dove c'era meno neve.

Lo ricordo quando arrivava all'alba (molto spesso anch'io mi alzavo molto presto per dare una mano in stalla) con il suo tabarro nero che si stagliava contro la neve.

Ricordo questa figura imponente che ripartiva al tramonto, e percorreva il sentiero che portava al paese e la sua figura si stagliava contro il colore rosso del cielo.

Quando era in contrada, si faceva ospitare per il pranzo da varie famiglie.

Molte volte lo abbiamo ospitato anche noi.

Ricordo, che quando c'era lui, la preghiera per il pranzo era più lunga.

Tirava fuori il suo libro delle lodi, e recitava una lode, poi seguiva mio padre con il suo solito pater-noster.

La mia contrada era nel bel mezzo di una valle, non saprei dirti quanto fossero alte le montagne che la circondavano.

C'erano però anche degli spazi piani intorno alla contrada che venivano utilizzati prevalentemente per il pascolo.

Noi avevamo però di lato alla casa un bell'orto grande, dove coltivavamo le patate ed il cavolo cappuccio.

Questi servivano per fare minestroni molto buoni, perchè mia madre usava anche parecchio burro..

Il paese invece si raggiungeva salendo lungo una dorsale, e talvolta d'inverno se c'era la neve alta era difficile raggiungerlo.

Quel famoso inverno che ha fatto un sacco di neve siamo stati alcuni mesi chiusi nella contrada senza raggiungere il paese.

Le patate che aveva prodotto mio padre hanno fatto sopravvivere anche altra gente che era rimasta senza nessuna scorta di cibo.

Mi pare di avervi detto tutti i miei ricordi.

Devo dire che questi ricordi non hanno turbato la mia vita da bambino e da adolescente.

Da quando mia madre mi ha detto (avevo circa cinque anni) “Non parlare con nessuno di queste fantasie, neppure con i tuoi fratelli e tanto meno con i tuoi amici, ti prenderebbero per matto”, io ho chiuso questi ricordi in un angolo della mia anima, quasi non fossero neppure miei, anche se altri particolari sono emersi in seguito.

Pertanto all’inizio io ho vissuto questi ricordi, quasi non fossero neppure miei, ma mi fossero capitati per caso; del resto allora non avevo un senso critico.

Cresciuto in un ambiente rigidamente cattolico, ho fatto il chierichetto fino a 12 anni, e per me allora esisteva solo il Paradiso, l’Inferno ed il Purgatorio.

Allora non mi sarei mai posto la domanda di una possibile reincarnazione.

Infatti quando ad 11 anni nel mese di Maggio il parroco di Bosco lesse la visione dell’inferno che ebbero i tre pastorelli di Fatima, con i diavoli in mezzo alle fiamme che rosolavano le anime come mortadelle su una griglia, io feci un ragionamento quasi schizofrenico e dissi fra me “Io sono una di quelle anime”

Questo mi fece star male moltissimo, per diverse notti mi sono visto all’inferno rosolato dai diavoli, e devo dire che in quelle notti ho dormito molto male.

Eppure avevo altri ricordi, di un'altra vita, ma questi non mi dicevano ancora nulla, tali ricordi erano relegati da una parte e ciò che dominava in me era la cultura cattolica ortodossa che mi era stata data.

Solo successivamente, verso i 15-16 anni cominciai a pormi delle domande e cioè perché avevo tali ricordi?

Cominciai a pensare che fossero veramente miei, che dietro di essi ci fosse qualcosa di reale, di realmente vissuto.

Si era risvegliato in me quel senso critico che prima non avevo avuto.

Più tardi lessi libri sulla reincarnazione e trovai molti riscontri.

Comunque non ne parlai con nessuno a parte un amico che era molto aperto e che ha creduto che tali ricordi non fossero fantasie, ma una possibile vita precedente che avevo vissuto.

Riguardo al periodo in cui si è svolta questa mia presunta vita precedente, ho il ricordo che mi era capitata in mano una moneta datata 1634, ma questo è un ricordo un po confuso e non preciso.

E’ probabile che la mia vita precedente sia da far risalire alla fine del 1800 quando il dialetto veneto si era ormai largamente imposto sul dialetto cimbro (sempre che io da bambino non abbia trasformato inconsciamente un'altra lingua nel mio dialetto, e questo è possibile)

E’ significativo che io non ricordi il nome dei miei due fratelli maschi e neppure dei miei amici, ma solo le loro fisionomie..

Pur avendo riferito questa mia presunta vita precedente ad alcuni parapsicologi, questi non diedero grande importanza alla cosa, anzi bollarono il tutto come “ fenomeni dell’inconscio”.

Eppure io sono certissimo di quei ricordi ed in particolare della mia malattia, del canto di mia madre, del suo piangere a volte mentre mi bagnava con l’acqua della piccola acquasantiera.

E' probabile che certi sogni possano ricordare una vita precedente.

Nel mio caso è stato diverso, i ricordi sono emersi a poco a poco fin dalla primissima infanzia.

Paradossalmente non ricordo di aver fatto sogni della mia vita precedente, e questo è abbastanza strano, perché ho avuto una morte dolorosa.

Ricordo mia madre che mi era vicina e mi cantava delle canzoni.

Capivo che soffriva per il mio stato, ma io pensavo che sarei guarito anche se le forze mi abbandonavano un po alla volta, e ci vedevo sempre meno prima da un occhio poi anche dall'altro.

In questa vita da piccolo non ho mai fatto esperienze simili.

Qualche volta mi sono ammalato di tonsillite e mi hanno fatto delle punture di penicillina, ma tutto si è risolto in poco tempo.

A tre anni e mezzo sono stato travolto da una macchina che faceva retromarcia.

Fortunatamente mi è passata solo sopra una gamba e mi ha procurato una ferita.

Ho dovuto stare a letto per alcuni giorni per quella ferita, e ricordo il Dott. Pizzoli che veniva a medicarmi con la tintura di iodio che mi bruciava terribilmente.

Ma il Dott.Pizzoli era una persona distinta, non era l'omone che avevano chiamato nella mia vita precedente dopo che ho perso conoscenza la prima volta.

Intendo dire che i ricordi frà questa vita e quelli della vita precedente sono ben distinti e non posso fare confusione.

Successivamente la mia vita si è svolta in modo normale, come quella di tutti gli altri ragazzi.

A 23 anni abbandonai definitivamente la Religione Cattolica, e questo è significativo, perché l’abbandonai dopo aver fatto un pellegrinaggio a Lourdes, dove mi ero pure prestato come barelliere.

Il solo vedere tutto quel mercato di articoli religiosi e tutte quelle taniche di acquasanta quasi ad ogni angolo mi dava il voltastomaco. Non ho mai trovato un posto meno spirituale di Lourdes.

Ma non divenni un ateo convinto, tanto che mi diedi alla lettura di Carl Gustav Jung.

Con il suo Inconscio Collettivo potevo spiegare anche i miei ricordi di una vita precedente, ricordi che forse avevo carpito dall’Inconscio Collettivo, però qualcosa non mi convinceva.

Era la chiarezza e la forza di certi ricordi che difficilmente si potevano far risalire ad un inconscio sia pur collettivo.

Ed allora pensai che in noi ci potesse essere una forza che sopravvive alla morte e che può rivivere in un altro corpo. Nel 1977 mi ero già laureato in medicina e mi si presentò l’occasione di fare un corso di ipnosi.

A Verona c’era un buon centro di Ipnosi Medica, diretto da Guantiero Guantieri, e così mi iscrissi.

Alla fine del primo anno pensai di fare con un amico del corso un ipnosi regressiva.

Così potei verificare di persona se i miei ricordi erano reali o non frutto della mia immaginazione.

Emerse tutto quello che avevo ricordato oltre a parecchie altre cose che non avevo ricordato spontaneamente in particolare un pellegrinaggio ad un santuario che avevo fatto prima di ammalarmi.

Si andava a piedi a quel santuario ogni anno, e quell’anno (forse avevo nove anni o dieci o undici chi lo sa?) avevano pensato di portare anche me. Ricordo solo che la strada è stata molto lunga, e poi un vago ricordo della cerimonia religiosa. Ma quello che mi rimase più impresso era la salita, quanta salita!!

Mi sono chiesto tante volte perché solo io avevo tali ricordi.

Poi ho letto il libro di Stevenson che aveva raccolto in tutto il mondo i ricordi di oltre mille bambini che ricordavano vite precedenti.

I ricordi non erano legati alla cultura, alla tradizione, alla religione, ma del tutto indipendenti.

Per questo il famoso Stevenson ha pensato di scrivere un libro, prendendo in considerazione i casi più eclatanti e praticamente inconfutabili: “ Reincarnazione 20 casi a sostegno”

Nel 1977 entrai come medico condotto a Velo Veronese, e li mi interessai anche della medicina popolare.

Nel 1980 mi sposai, ed ho avuto tre figli dalla consorte con la quale vivo ancora ora.

Nel 1984 mi stabilii anche come medico a Badia Calavena, dove abito ancora ora e dove esercito come medico di famiglia (a 64 anni.)

Facendo una valutazione critica di questi miei ricordi come medico, nella mia vita precedente credo di essere morto intorno ai 10-12 anni per una malattia che probabilmente era un tumore cerebrale e che mi causava continue crisi epilettiche. Sono morto con un dolore fortissimo alla testa e con mia madre che mi cantava delle canzoni e che cercava di consolarmi ( anche se sicuramente era disperata). Ricordo moltissime cose prima della mia malattia anche nei minimi dettagli. Incredibilmente non ricordo di aver fatto sogni che riguardassero la mia vita precedente . C'è un episodio significativo che collega questa vita alla mia vita precedente : intorno ai cinque anni, andavo insieme agli altri bambini all'albergo Bellavista per guardare Lascia o Raddoppia (era il 1956), ma spesso invece di fermarsi a guardare la televisione, si giocava, noi bambini a nascondino. Nel tentativo di nascondermi in una siepe insieme a mio cugino Gabriele, siamo saliti su un asse sotto la quale c'era la fogna dell'albergo Bellavista , ebbene l'asse si è rotta, ed io insieme a mio cugino siamo precipitati nella fogna. Mi cugino è riuscito ad aggrapparsi al bordo ed è risalito subito, ma io sono precipitato completamente. Stavo per annegare nella fogna, tanto che persi coscienza ed in quell'attimo mi sembrava di essere nel letto della mia vita precedente (va a capire il perchè !!). Subito però sono arrivati i soccorsi che mi hanno tirato su dalla cacca, e mi hanno accompagnato a casa. Ricordo mia madre che mi ha spogliato completamente sul marciapiede, mi ha poi fatto un bel bagno e mi ha profumato abbondantemente.

Questo episodio mi ha convinto ancora di più che i miei ricordi si riferissero ad episodi realmente avvenuti e non a costruzioni mentali inconsce di un bambino. Ma questa convinzione è avvenuta molti anni dopo, quando si è risvegliato in me il senso critico che ho detto.

Da ragazzo, verso i 20 anni mi appassionai di parapsicologia e mi abbonai alla rivista “Luce ed Ombra” del CIP di Bologna. Lessi anche “Rapporto dalla Dimensione X” di Giorgio di Simone sulle comunicazioni dell’Entità Andrea che si erano prolungate per oltre 50 anni. Tramite il CIP di Bologna e grazie alla prodigalità di Riccardo Cesanelli sono riuscito ad avere molte cassette delle sedute medianiche nelle quali si è manifestata l’Entità Andrea. Queste cassette le ho potute poi registrare e mettere su YouTube. Il concetto di Andrea è un concetto evolutivo, noi siamo su questa terra per fare esperienze, ed una volta morti le trasformiamo in idee semplici. Dopo un certo numero di incarnazioni riusciamo a conoscere completamente la materialità, e lo spirito (che è un campo di forze) passa ad altri piani dell’universo appunto per conoscerli. Questo concetto ha trovato il mio pieno consenso, ma più volte mi sono chiesto perché nella vita precedente sono morto così giovane. Con una vita sana, all’aperto, mangiando broccoli e patate non avrei dovuto morire di un tumore cerebrale. I broccoli, per giunta, sono anche antitumorali, ricchi di gruppi S-H, lo dicono i testi. Ed allora perché mi si è sviluppata una malattia così grave?? E’ una domanda a cui non sono mai riuscito a dare risposta.

_________________________________________________________________________

Questo giorno è terminato.

Un solo istante, un attimo di riposo in seno al vento, ed il mio desiderio raccoglierà saliva e polvere per un altro corpo.

Un solo istante, ed un'altra donna mi partorirà.

Solo ieri ci siamo incontrati dentro un sogno.

Alla mia solitudine avete offerto canzoni, e con i vostri desideri abbiamo eretto una torre nel cielo.

Se nella fioca memoria dovessimo ancora incontrarci , potremmo conversare e mi porgerete una canzone più profonda.

E se le nostre mani si incontreranno in un altro sogno, insieme erigeremmo un'altra torre nel cielo.

 

K. Gibran

 

 

Edited by SauroClaudio
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Ciao @SauroClaudio

Al di la' degli insegnamenti spirituali/filosofici di questa entità che ti confesso faccio fatica a seguire perché sono espressi in una maniera (secondo il mio personale gusto) troppo.. lenta.

Ma questa entità ha mai dato qualche prova nella realtà? 

Che so, profezie avverate, avvertimenti esatti, dimostrazioni sovrannaturali? 

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Ciao SauroClaudio, riguardo ai tuoi ricordi di una vita precedente, nella vita predecente del nostro forum cn, affermasti che ti eri inventato questa storia, si può sapere come stanno le cose?

Scusate ot, ma per me è molto importante conoscere la verità.

 

 

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Vorrei prima rispondere a Pandora, no l'Entità A non ha mai dato profezie avverate, avvertimenti esatti, dimostrazioni sovrannaturali, io credo che questo sia stato voluto. Tieni però presente che la voce di A è completamente diversa da quella del medium Piancastelli, è stata fatta analizzare più volte ed è completamente diversa proprio da un punto di vista medico -legale, l'ha analizzata anche l'Istituto Medico Legale di Torino che è il più qualificato ed ha detto che non potrebbe essere quella di Piancastelli. Inoltre faccio presente che attraverso la Trance di Piancastelli non si è manifestata solo l'Entità Andrea (così ha voluto farsi chiamare), ma altre 200 entità, anche se in forma molto sporadica, ed ancora più diverse, le trovi sul dischetto che è allegato al libro RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X di Giorgio Di Simone. Inoltre è stato eseguito un EEG durante la Trance che ha dimostrato che ci sono solo onde ALFA, cioè senza pensiero, e questo credo che sia già un fatto sovrannaturale.

Riguardo alla domanda di Menkalinan, lascio in sospeso. Se volte crederci credeteci e non vi farà per nulla male, se non volete crederci è uguale, non vi farà per nulla male. Avevo spiegato i motivi della negazione.

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41 minuti fa, SauroClaudio ha scritto:

Vorrei prima rispondere a Pandora, no l'Entità A non ha mai dato profezie avverate, avvertimenti esatti, dimostrazioni sovrannaturali, io credo che questo sia stato voluto. Tieni però presente che la voce di A è completamente diversa da quella del medium Piancastelli, è stata fatta analizzare più volte ed è completamente diversa proprio da un punto di vista medico -legale, l'ha analizzata anche l'Istituto Medico Legale di Torino che è il più qualificato ed ha detto che non potrebbe essere quella di Piancastelli. Inoltre faccio presente che attraverso la Trance di Piancastelli non si è manifestata solo l'Entità Andrea (così ha voluto farsi chiamare), ma altre 200 entità, anche se in forma molto sporadica, ed ancora più diverse, le trovi sul dischetto che è allegato al libro RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X di Giorgio Di Simone. Inoltre è stato eseguito un EEG durante la Trance che ha dimostrato che ci sono solo onde ALFA, cioè senza pensiero, e questo credo che sia già un fatto sovrannaturale.

Riguardo alla domanda di Menkalinan, lascio in sospeso. Se volte crederci credeteci e non vi farà per nulla male, se non volete crederci è uguale, non vi farà per nulla male. Avevo spiegato i motivi della negazione.

Te l'ho chiesto perché Gesù Cristo per dirne uno famoso che ha spiegato una dottrina, ha fatto molti miracoli sovrannaturali e fisicamente impossibili, per mostrare che le sue opere, e quindi di conseguenza anche le sue parole, erano Verità, cioè arrivavano da Dio, e si è anche fatto uccidere per averle dette, mentre se mettiamo sul piatto della bilancia quello che questa entità ha fatto, è stato limitarsi a essere già morto e possedere un corpo, ed è stato certificato, però questo dimostra solo la provenienza sovrannaturale o meglio non naturale, ma non prova che ciò che afferma sia la Verità assoluta, proprio perché ha dimostrato se stesso, ma la verità della sua "dottrina" non l'ha dimostrata in nessun modo, in realtà. Non si è mosso su diversi piani di riscontri. Cioè sinceramente adesso, dice delle cose che potrebbero apparire verosimili, sentendole dire, ma non è mica l'unica comunicazione che arrivi dall'aldila' della quale si sia mai sentito parlare nella storia eh, cioè come si suol dire nel tuo campo, non ha h index, non ha altre conferme in altre dottrine precedenti né offre conferme di nessun tipo. Cioè quello che dice è inedito al punto in cui bisognerebbe mandare al macero tutti i precedenti profeti mistici e medium, in cambio della certezza sia avvenuta una possessione spiritica che non ha dato altre prove oltre se stessa. 

Questi sono sulla questione i purtroppo miei dubitosi angoscianti dubbi. 

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43 minuti fa, Pandora ha scritto:

Te l'ho chiesto perché Gesù Cristo per dirne uno famoso che ha spiegato una dottrina, ha fatto molti miracoli sovrannaturali e fisicamente impossibili, per mostrare che le sue opere, e quindi di conseguenza anche le sue parole, erano Verità, cioè arrivavano da Dio, e si è anche fatto uccidere per averle dette, mentre se mettiamo sul piatto della bilancia quello che questa entità ha fatto, è stato limitarsi a essere già morto e possedere un corpo, ed è stato certificato, però questo dimostra solo la provenienza sovrannaturale o meglio non naturale, ma non prova che ciò che afferma sia la Verità assoluta, proprio perché ha dimostrato se stesso, ma la verità della sua "dottrina" non l'ha dimostrata in nessun modo, in realtà. Non si è mosso su diversi piani di riscontri. Cioè sinceramente adesso, dice delle cose che potrebbero apparire verosimili, sentendole dire, ma non è mica l'unica comunicazione che arrivi dall'aldila' della quale si sia mai sentito parlare nella storia eh, cioè come si suol dire nel tuo campo, non ha h index, non ha altre conferme in altre dottrine precedenti né offre conferme di nessun tipo. Cioè quello che dice è inedito al punto in cui bisognerebbe mandare al macero tutti i precedenti profeti mistici e medium, in cambio della certezza sia avvenuta una possessione spiritica che non ha dato altre prove oltre se stessa. 

Questi sono sulla questione i purtroppo miei dubitosi angoscianti dubbi. 

Ma è chiaro, supera completamente altre dottrine ed altri medium, ma ogni spirito parla secondo la sua evoluzione. Non è poi vero che alcune dottrine profinano la stessa cosa, molti dicono cose simili, anche se non uguali, ma è naturale che non siano uguali. Ad esempio ne IL PROFETA di K.Gibran potrei trovarti 100 punti che dicono la stessa cosa, anche se in forma un po diversa, ma il messaggio è lo stesso. Te lo pongo sotto il commiato de IL PROFETA.

 

Edited by SauroClaudio
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2 hours ago, Pandora said:

angoscianti dubbi

Secondo me non è importante sapere se queste comunicazioni dicono La verità. Piuttosto, quello che conta, sarebbe stabilire come devono essere interpretate. Come una descrizione tecnico-scientifica dell'universo? Non credo. Oppure, è 'soltanto' una favola simbolico-esoterica che aiuta a scavare dentro sé stessi? Ciò vale anche per le religioni tradizionali il cui canone può essere inteso e decrittato, almeno in parte, in molti modi differenti (la NON- unità dei cristiani nel mondo ne è un esempio lampante). Tra questa vita e quella successiva non c'è nessuna interruzione percettibile per lo 'spirito' (o essere) che noi siamo, nel caso di un soggetto tendente all'evoluzione, dunque chi racconta il passaggio dall'interno ti parlerà di un continuum e gli sembrerà di trovarsi in un'altra condizione esistenziale improvvisamente senza l'intervento di un creatore. In realtà forse tra le due vite sono passati millenni ed è intervenuto un creatore per resuscitarlo dai morti. Forse colui che parla da 'altrove', lo sa benissimo, ma deve rispettare certe regole anche lui, non può dirlo in giro, non gli è permesso rivelare, a noi, i dettagli segreti sul funzionamento della cosiddetta re-incarnazione e come viene effettuata (non è detto sia automatica come credono in molti). Perciò nel cristianesimo hai alcune denominazioni che insegnano la reincarnazione al posto della resurrezione, come ad esempio la comunità "Vita Universale" di Würzburg, in Germania, fondata da una 'medium'/ 'veggente'/ 'profetessa' chiamata Gabriele. Mi sembra che ci sia anche un canale TV sul digitale terrestre che spiega le loro tesi e 'rivelazioni'. La resurrezione e la reincarnazione, non sono sempre inconciliabili dipende da come le interpreti, l'una e l'altra, alla fine potrebbero essere la stessa cosa. Se osservate da dentro o da fuori però ecco che danno l'impressione di trovarsi in opposizione perché cambia la prospettiva, le priorità non sono medesime per lo spirito individuale e per il cosmo che lo contiene. Secondo alcune teorie DIO è l'insieme degli Esseri. Secondo altre teorie la materia viene vivificata grazie all'esperienza dello spirito. Io dico che siamo l'infinito che prende coscienza di sé. Tutto questo, non contraddice la Bibbia, ma la integra ed esplica aspetti finora ignoti alle masse. La morte esiste e non esiste, a seconda del punto di riferimento.

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6 ore fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:
6 ore fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

 Tutto questo, non contraddice la Bibbia, ma la integra ed esplica aspetti finora ignoti alle masse.

 Perciò nel cristianesimo hai alcune denominazioni che insegnano la reincarnazione al posto della resurrezione, come ad esempio la comunità "Vita Universale" di Würzburg, in Germania, fondata da una 'medium'/ 'veggente

Ma se insegna cose diverse non é più cristianesimo, é una setta eretica.

E si, contraddice il cristianesimo che non è una religione esclusivamente scritturale e non potrebbe mai esserlo, dato che viene ripetuto più volte che gli Apostoli prima della Pentecoste mica li capivano tutti i discorsi di Gesù, assistendovi, per cui figurati se possiamo capire tutto noi solo leggendoli. 

Ma non voglio deragliare in un Ot, la mia iniziale era solo un'osservazione per cercare di inquadrare l'attendibilità di questi scenari, perché beh si certo a me interessa la Verità, che se è tale non può essere che una sola. 

6 ore fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Tra questa vita e quella successiva non c'è nessuna interruzione percettibile per lo 'spirito' (o essere) che noi siamo, nel caso di un soggetto tendente all'evoluzione, dunque chi racconta il passaggio dall'interno ti parlerà di un continuum e gli sembrerà di trovarsi in un'altra condizione esistenziale improvvisamente senza l'intervento di un creatore. In realtà forse tra le due vite sono passati millenni ed è intervenuto un creatore per resuscitarlo dai morti

Boh se parliamo di Dio, essendo Onnipotente, tutto gli è possibile, per cui chi sono io per dire che a Lui piacendo non possa fare reincarnare chi voglia Lui. Ma magari non riguarda tutti, per dire, per cui non é ritenuto così importante né è un'azione che viene sistemizzata, perché potrebbe essere un dono concesso in occasioni particolari, senza fare esempi fuorvianti, restando sul generico, e comunque se Gesù Cristo non ne parla, evidentemente non è importante, cioè non si fonda tutto intorno a quello. 

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49 minutes ago, Pandora said:

Ma se insegna cose diverse non é più cristianesimo, é una setta eretica.

Nel Cattolicesimo ci sono i misteri della fede che non è consentito indagare e svelare, per un motivo molto semplice: potrebbero confondere il fedele a tal punto da impedire di fatto la sua salvezza anche se in buona fede.. Ma indubbiamente nella Bibbia e nella Tradizione non c'è la spiegazione di tutto ciò che esiste sulla Terra e fuori della Terra, dentro e fuori di noi. Chi accetta il rischio, logicamente cerca la parte assente - non per trasgredire le regole ma per amore della conoscenza e saggezza, qualità apprezzate dal creatore. Infatti un sapere non contenuto nella Bibbia e nella Tradizione non è necessariamente in contraddizione con la dottrina cristiana. Il problema semmai è che la maggior parte dei credenti non è pronta per integrare ciò che manca. Ed è giusto, per loro, mantenere i misteri tali e quali sono stati tramandati per secoli e secoli. Prima o poi si saprà tutta la verità su vari argomenti ma alcuni preferiscono anticipare i tempi. Quindi ci si chiede se eretico è qualcosa che attualmente la Chiesa non insegna (ma potrebbe essere parte della verità complessiva) oppure eretico è qualcosa che verità non è, e dunque non può essere integrato? Ad esempio, nel Corano è scritto chi è il vero miscredente (traditore di Dio), e cioè, colui che divide ebrei cristiani e musulmani quando invece sarebbero un solo popolo istruito dalla stessa Sorgente, chiamato il Signore dei Mondi.. La Gnosi non è per tutti perché c'è chi si autoesclude dal progresso. Per (troppa) prudenza. O perché intuisce che si sarebbe smarrito.. E va bene così.

Il Passaggio tra due vite successive visto dall'interno sembra reincarnazione, ma visto dall'esterno sembra resurrezione. Questo accade perché lo spirito (o Essere) è lo stesso quindi non c'è l'interruzione, ma il corpo è stato cambiato, qui l'interruzione c'è in quanto l'uno, quello terrestre, è morto, l'altro quello celeste o comunque immortale e incorruttibile viene ricreato da zero. Ecco che in questo caso reincarnazione e resurrezione potrebbero descrivere lo stesso avvenimento, e che io avendo una mentalità scientifica chiamo Clonazione.

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