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Psicopatia e narcisismo, i vantaggi del male


Freya

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46 minuti fa, malia ha scritto:

Sono d'accordo sul fatto che perdere il contatto con la propria parte selvaggia possa portare a vivere sottotono, o infelici, o ad inflarsi e perseverare in situazioni strane.

Immagino che sia come non conoscersi bene. 

Credo che bisognerebbe avere la capacità di accogliere ogni aspetto della parte selvaggia con cui si recupera il contatto altrimenti si è punto e a capo: molte azioni che compiamo verso noi stessi così come il permetterci di rimanere in situazioni pericolose, provengono da rabbia, paura, intolleranza verso parti di noi. A volte si perde il contatto con questa parte selvaggia proprio perchè non l'abbiamo voluta accogliere.

Penso che ci voglia, alla base, capacità di amare (se stessi) incondizionatamente.

C'era un altro discorso, sopra, che mi interessava approfondire, non per farmi gli affari tuoi, ma perchè potrebbe essere una chiave di lettura per tutte quelle situazioni in cui vi è ostinazione nel proseguire rapporti disfunzionali. 

20 ore fa, malia ha scritto:

Non so cosa intendi per ''artificialmente''. Se è roba diversa da quella nata per motivi di cultura, etica, morale ''umana'', o altro.

Io non dimentico il fascino subito, il piacere provato quando ho cominciato ad avere a che fare con quel tipo di personalità (si possono fare distinzioni tra genitori e persone in cui ci si imbatte più o meno per scelta nel corso della vita); io a quel piacere non ho  voluto  rinunciare, nè mi sogno di negare il motivo per cui mi sono sentita attratta da quel tipo di personalità (quello sarebbe un modo per negare delle parti di me).

 

Secondo te è possibile che in questo caso manchino gli strumenti interiori per distinguere l'azione del reprimere da quella del superare? 

Superare non significa negare, reprimere, far finta che qualcosa non sia mai esistito, ma comprenderlo e passare oltre. Un processo anche naturale, se vogliamo, perchè tutta la crescita avviene sulla base di questi presupposti. Ad esempio, da bambini non capivamo alcune cose e finivamo per fare capricci, poi con la maturazione certi atteggiamenti vengono superati appunto, non negati (nessuno si sognerebbe mai di dire che da bambino si comportava come un adulto o negare che aveva certi atteggiamenti, no?). 

Edited by Freya
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Scusate non ho letto i commenti precedenti quindi spero di non scrivere cose gia dette.

Io penso che alla base non ci sia tanto il gusto di essere trattati come oggetti ma credo che queste personalita' siano particolarmente brave a solleticare il nostro ego e a farci sentire speciali.

Attorno ai narcisisti si trovano sempre enabler che per sentimento o opportunismo o debolezza chiudono un occhio.

 

L'innamoramento e' causa di uno squilibrio interiore? Si, penso spesso ci si innamori del trauma o del fatto che se ne condivida uno piu che della persona.

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4 ore fa, Freya ha scritto:

C'era un altro discorso, sopra, che mi interessava approfondire, non per farmi gli affari tuoi, ma perchè potrebbe essere una chiave di lettura per tutte quelle situazioni in cui vi è ostinazione nel proseguire rapporti disfunzionali. 

Secondo te è possibile che in questo caso manchino gli strumenti interiori per distinguere l'azione del reprimere da quella del superare? 

Superare non significa negare, reprimere, far finta che qualcosa non sia mai esistito, ma comprenderlo e passare oltre.

La prima domanda che mi faccio è a cosa serve il ''passare oltre''? Questa cosa non la capisco molto. Io tutto quello che faccio è per radicarmi, per godere di tutti gli aspetti, anche quelli trucidi, malati: mi sembra ricchezza in ogni caso.

Io comprendo e uso quello che ho compreso per ''divertirmi'', per giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco, il passare oltre cosa mi darebbe?

Giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco è disfunzionale?

Le pratiche per passare oltre le conosco, le applico anche molto più facilmente degli altri.

 

Proprio l'aver potuto fare dei paragoni tra il passare oltre e il radicarmi, a me ha fatto pensare che ''passare oltre'' non mi eccita in generale. Mi fa sentire un ghiacciolo che guarda la vita da dietro un vetro, mi annoio, muoro di noia.

Uso la pratica del ''passare oltre'' all'occorrenza, ma non la considero il modo di vivere che mi da energia.

 

Non so se questo modo di vivere è dato dalla mancanza degli strumenti interiori per distinguere l'azione del reprimere dal passare oltre. Immagino che si, possa essere così.

 

Edited by malia
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28 minuti fa, malia ha scritto:

La prima domanda che mi faccio è a cosa serve il ''passare oltre''? Questa cosa non la capisco molto. Io tutto quello che faccio è per radicarmi, per godere di tutti gli aspetti, anche quelli trucidi, malati: mi sembra ricchezza in ogni caso.

Io comprendo e uso quello che ho compreso per ''divertirmi'', per giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco, il passare oltre cosa mi darebbe?

Giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco è disfunzionale?

Le pratiche per passare oltre le conosco, le applico anche molto più facilmente degli altri.

 

Proprio l'aver potuto fare dei paragoni tra il passare oltre e il radicarmi, a me ha fatto pensare che ''passare oltre'' non mi eccita in generale. Mi fa sentire un ghiacciolo che guarda la vita da dietro un vetro, mi annoio, muoro di noia.

Uso la pratica del ''passare oltre'' all'occorrenza, ma non la considero il modo di vivere che mi da energia.

 

Non lo so, Malia, perchè non conosco la tua situazione. Ma prendendo in esame la questione in generale, io ad esempio conosco personalmente persone che non riuscendo a liberarsi di relazioni disfunzionali, alla lunga hanno sviluppato sintomatologie varie: depressione, attacchi di panico, anche fibromialgia, turbe varie e chi più ne ha più ne metta. E queste persone sono tante, molte di più di quelle che oggettivamente ne traggono vantaggi, che sono delle vere e proprie rarità (saresti la prima che conosco).

Quindi, no, in linea generale giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco (il fuoco brucia e lo sai) non è disfunzionale in sè per sè, se si hanno gli strumenti per maneggiarlo (? io non penso che esistano o si possano applicare, al limite solo in una relazione paziente-professionista psichiatrico). E' un pò da coglioni se poi la bruciatura alla lunga si infetta e ti viene la setticemia, questo sì, oggettivamente. 

Passare oltre il piacere del fuoco, a conti fatti, e in questi casi, lo vedo come un atteggiamento intelligente. Voler sopravvivere è intelligente, voler vivere bene anche, secondo me. 

Edited by Freya
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Senza sconfinare nel patologico e parlare addirittura di psicopatici, la questione è perché le persone sono spesso attratte da individui  sprezzanti, eccessivamente sicuri di sé e senza nemmeno troppi  scrupoli? Secondo me è perché credono che questo tipo di personalità sia espressione di forza e vogliono un po' di questa forza, vogliono poterla assaporare per interposta persona.....ad un certo punto però capiscono che la vera forza è ben altro (molte volte è proprio quella che al giorno d'oggi viene definita debolezza) e  quando succede questi soggetti perdono automaticamente fascino ai loro occhi, rivelandosi per ciò che sono: persone la cui anima ha un grado di maturazione ancora molto basso.

Edited by cincin
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7 minuti fa, Rainbowisback ha scritto:

Senza sconfinare nel patologico e parlare addirittura di psicopatici, la questione è perché le persone sono spesso attratte da individui  sprezzanti, eccessivamente sicuri di sé e senza nemmeno troppi  scrupoli? Secondo me è perché credono che questo tipo di personalità sia espressione di forza e vogliono un po' di questa forza, vogliono poterla assaporare per interposta persona.....ad un certo punto però capiscono che la vera forza è ben altro (molte volte è proprio quella che al giorno d'oggi viene definita debolezza) e  quando succede questi soggetti perdono automaticamente fascino ai loro occhi, rivelandosi per ciò che sono: persone la cui anima ha un grado di maturazione ancora molto basso. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io volevo sconfinare proprio nel patologico invece, perchè questi due disturbi hanno caratteristiche abbastanza definite, anche se è difficile trovarli puri, di solito sono mescolati ad altri problemi. 

Un narcisista patologico non può essere definito semplicemente come sprezzante, eccessivamente sicuro di sè e con pochi scrupoli. Uno psicopatico neanche. Questo perchè credo che laddove non c'è la patologia, ci possono essere tratti più o meno marcati, ma una relazione è possibile e non arreca una grande sofferenza (può capitare, ma non per schemi disfunzionali, semmai per problemi "normali"). 

Non me ne volere, ma la minimizzazione di questi disturbi è uno dei motivi principali per i quali molti continuano a frequentare queste persone (non li considerano malati). E quindi non si tutelano.

Edited by Freya
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3 ore fa, Freya ha scritto:

Io volevo sconfinare proprio nel patologico invece, perchè questi due disturbi hanno caratteristiche abbastanza definite, anche se è difficile trovarli puri, di solito sono mescolati ad altri problemi. 

Un narcisista patologico non può essere definito semplicemente come sprezzante, eccessivamente sicuro di sè e con pochi scrupoli. Uno psicopatico neanche. Questo perchè credo che laddove non c'è la patologia, ci possono essere tratti più o meno marcati, ma una relazione è possibile e non arreca una grande sofferenza (può capitare, ma non per schemi disfunzionali, semmai per problemi "normali"). 

Non me ne volere, ma la minimizzazione di questi disturbi è uno dei motivi principali per i quali molti continuano a frequentare queste persone (non li considerano malati). E quindi non si tutelano.

No, credo tu abbia frainteso la mia premessa, non volevo dire che queste persone non esistono o che  non siano malate, ma non essendo molto informata sull'argomento  ho preferito rispondere solo ad una  parte del tuo post di apertura, cioè quella riguardante il possibile motivo che porta le persone a voler essere trattate come oggetti, con poca cura (e questo succede anche se si ha a che fare con individui che sono solo egoisti, sprezzanti ecc ecc).

Certo poi che gli psicopatici non sono solo individui particolarmente insensibili e strafottenti, mai messo in dubbio ...quelle sono proprio persone che hanno dei problemi a livello mentale e non vedo come si possa avere con loro non dico una relazione d'amore,  ma una relazione punto e basta eppure a quanto pare succede.

Allargando il discorso alla nostra società, una volta su YouTube vidi un intervento di uno psichiatra che appunto  sosteneva che  gli  spregiudicati individui che ne sono al comando (in vari settori) potrebbero avere in molti  casi  tendenze psicopatiche e la cosa mi colpì molto, perché non è esattamente rassicurante  sapere di essere nelle mani di gente del genere, che spesso  controlla l'intero mondo della  politica e della finanza mondiale ...un'altra volta invece lessi che spesso sono i chirurghi di alto livello ad essere fatti in questo modo e che  in quei casi  forse è pure un bene perché sono molto  più adatti a gestire lo stress, i ritmi allucinanti che questa professione comporta  ecc ecc. ....inoltre sarebbe  il loro stesso essere impassibili  e indifferenti al  dolore altrui a renderli  più lucidi e distaccati, in una parola più efficienti.

Edited by cincin
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1 minuto fa, Rainbowisback ha scritto:

No, credo tu abbia frainteso la mia premessa , non volevo dire che queste persone non esistono o che  non siano malate, ma non essendo molto informata sull'argomento argomento ho preferito rispondere solo ad una  parte del tuo post di apertura, cioè quella riguardante il possibile motivo che porta le persone a voler essere trattate come oggetti, con poca cura (e questo succede anche se si ha a che fare con individui che  sono solo egoisti, sprezzanti ecc ecc).

Certo poi che gli psicopatici non sono solo individui particolarmente insensibili e strafottenti, mai messo in dubbio ...quelle sono proprio persone che hanno dei problemi a livello mentale e non vedo come si possa avere con loro non dico una relazione d'amore,  ma una relazione punto e basta eppure a quanto pare succede.

Allargando il discorso alla nostra società, una volta su YouTube vidi un intervento di uno psichiatra che appunto  sosteneva che  gli  spregiudicati individui che ne sono al comando (in vari settori) potrebbero avere in molti  casi  tendenze psicopatiche e la cosa mi colpì molto, perché non è esattamente rassicurante  sapere di essere nelle mani di gente del genere, che spesso  controlla la politica, la finanza ecc ...un'altra volta invece lessi che spesso sono i chirurghi di alto livello ad essere fatti in questo modo e che  in quei casi  forse è pure un bene perché sono molto  più adatti a gestire lo stress, i ritmi allucinanti che questa professione comporta  ecc ecc. ....inoltre sarebbe  il loro stesso essere impassibili  e indifferenti al  dolore altrui a renderli  più lucidi e distaccati, in una parola più efficienti.

 

 

 

Ci sono professioni in cui essere psicopatici è un vantaggio. Tuttavia, uno psicopatico non dovrebbe in nessun modo essere a capo di organizzazioni che gestiscono la vita di molte persone, perchè un minimo di empatia è necessaria. 

Eppure, è così che va. 

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9 ore fa, Freya ha scritto:

Secondo me dipende anche da come è finita. Se si viene mollati, allora è più difficile smaltire la delusione. Nel caso contrario invece, vuol dire che si è preventivamente accumulato la forza necessaria, e quindi il dopo potrebbe anche essere piacevole. Almeno, per mia esperienza è stato così. Io dopo aver lasciato il narcisista patologico ho vissuto in "paradiso", stavo benissimo. Addirittura potrei dire che solo in quel momento mi sono resa conto del tutto di quanto mi facesse male, anche nei piccoli gesti quotidiani, e non averlo più intorno era uno sballo totale. Potrei paragonarlo alla fine di una pena in carcere. 

Ma nel mio caso io non lo amavo più da tanto tempo, e probabilmente non l'ho mai amato nel vero senso della parola. Più che una questione emotiva, alla fine era diventata una questione di comodità che mandavo avanti per inerzia. 

Semmai, successivamente, mi sono attaccata così fortemente a quella sensazione di "sballo da libertà ottenuta", che poi diventa veramente difficile tornare dentro una relazione, perchè mi sono innamorata della mia solitudine, della gioia di non dover più scendere a compromessi, della fine di quella bruttissima sensazione di camminare sempre sulle uova e pesare ogni parola per paura di rompere un equilibrio fragilissimo. 

Insomma, dipende, non sempre un narcisista patologico lascia segni indelebili, le ferite possono essere rimarginate. Penso che laddove persiste un malessere andrebbe capito per quale motivo continua ad esserci e di cosa ci si è sentiti privati per sempre, perchè a volte, come vedi, dopo queste relazioni anzichè privazioni si possono sperimentare anche valori aggiunti e riappropriazione della propria dignità come esseri umani. Non dargliela vinta.

Si hai ragione, finchè si sta “dentro” e si viene mollati difficilmente si avrà la forza di superare il momento anzi si rimane in attesa del ripensamento da parte del narcisista (il circolo vizioso). Alla fine si diventa ciechi, accettando tutto senza opporre alcuna resistenza per non deludere ulteriormente il proprio “carnefice” e meritare il “perdono”.

E’ vero, una volta usciti fuori di propria volontà, quando si riaccende “la luce” è tutta un'altra cosa: “vedi” tutto e diventa facile tagliare ogni tipo di contatto e si inizia a stare bene a vedere tutto sotto un altra luce. Quello che poi varia a seconda dei soggetti è il “decorso” completo del disintossicamento.

Confermo che dopo questo tipo di esperienze subentra un senso di “appagamento” della propria condizione di solitudine: la quiete dopo la tempesta; difficilmente viene in mente di rimettersi in gioco perché gli equilibri effettivamente raggiunti rischiano di venire stravolti. Si rischia di rinchiudersi in questo “stato di quiete” però è questo forse il momento in cui si possono fare delle scelte liberi da ogni condizionamento emotivo e forti dell’esperienza acquisita. D’ora in poi non ci si può più svendere a nessuno.

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L’Adesso è il vostro unico punto di accesso al regno senza tempo e senza forma dell’Essere - E. Tolle

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On 9/8/2023 at 8:41 AM, Freya said:

Lo psicopatico non ha emozioni (...)

Io direi che lo psicopatico si dissocia dalla realtà, la quale anche se riuscisse e volesse percepire viene comunque coperta dalle sue ossessioni - a causa dell'impreparazione e incapacità di accettare la sua natura. Al posto della realtà (=molte persone), c'è "io, io, io!" (=una persona). A mio avviso non è che non ha "emozioni", piuttosto non percepisce la presenza dell'altro accanto. Sperimentare la presenza dell'altro accanto ovvero essere coscienti della sua presenza richiede la coordinazione delle varie funzionalità del cervello umano, cosa molto problematica per uno psicopatico che non concepisce elaborazione o computazione parallela. Se potesse percepire l'altro davvero (non basta vederlo e toccarlo) non sarebbe più psicopatico, le emozioni secondo me non c'entrano in questo discorso. Quando si percepisce chiaramente e in modo cosciente l'altro, allora non serve l'emozione (attività mentale), non è necessario appiccicare a quell'esperienza un pensiero/ ragionamento/ emozione. Se resta pura coscienza meglio ancora. Il problema dello psicopatico è che il suo "mondo" non prevede la presenza di nessuno al di fuori di lui. Non c'è l'altro. Non è che lo snobba, semplicemente non lo percepisce. E siccome entra in relazione con altre persone per "amore" o per lavoro, le vede come oggetti - non ha alternative. Inutile colpevolizzare questi soggetti se prima non guariscono da tale disturbo. Come fare per evitare di incontrarli e di frequentarli? Attraverso le scelte di vita a monte, ad esempio a me piacciono soltanto donne indipendenti con un forte carattere e che praticano arti marziali - possibilmente non a livello agonistico ma per difesa personale, soprattutto come uno stile di vita. Indipendenti nel campo psico-fisico e spirituale, non finanziario (su quello ognuno decide liberamente come preferisce). Una donna (o uomo) con quelle caratteristiche, non può cadere nella trappola del vittimismo. Sono stufo di incrociare per strada umanoidi, uomini o donne che siano, che fanno la vittima e si lamentano dalla mattina alla sera. Tuttavia gli umani indipendenti con un forte carattere e che praticano arti marziali sono rari perché quando tu hai, ed esprimi, un forte carattere subito la società addita questi eroi come fossero streghe, diavolesse, stregoni, diavoli. Il che non è piacevole, per cui moltissimi si sottomettono ad un modello sociale suggerito, 'innocuo' (e inutile) perdendo la propria identità. La creatura senza identità in seguito è spinta a diventare psicopatica, ciò perché viene a mancare il fondamento dell'essere. L'ossessione del modello sociale, competitivo, separatista e antiumano sostituisce la visione d'insieme. Se si accettano compromessi, invece, può capitare di incontrare e frequentare soggetti "pericolosi". Che però ti insegneranno l'importanza delle priorità e certi meccanismi psicologici-patologici, che prima ignoravi, non tutto il mal vien per nuocere.

Edited by G.a.b.r.i.e.l
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posso dire la mia? Ammesso che abbia competenze in materia psicologica

la persona psicopatica o schizzoide è una persona che tende ad assorbire gli atteggiamenti dagli altri perchè non ha una sua personalità o non l'ha mai sviluppata o è nata normale e poi la persa con l'educazione

e qui mi ricollego al discorso di cincin che dice che i bambini sono illuminati ma inconsapevoli

 

per quanto riguarda le emozioni apro una parentesi a parte

se tutti quanti hanno delle emozioni sono tutti psicopatici

la persona normale matura ha emozioni neutrali

ne positive ne negative

raggiunge uno stato di spietatezza dove non ci sono sentimentalismi personali

Edited by Karver
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11 ore fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Io direi che lo psicopatico si dissocia dalla realtà, la quale anche se riuscisse e volesse percepire viene comunque coperta dalle sue ossessioni - a causa dell'impreparazione e incapacità di accettare la sua natura. Al posto della realtà (=molte persone), c'è "io, io, io!" (=una persona). A mio avviso non è che non ha "emozioni", piuttosto non percepisce la presenza dell'altro accanto. Sperimentare la presenza dell'altro accanto ovvero essere coscienti della sua presenza richiede la coordinazione delle varie funzionalità del cervello umano, cosa molto problematica per uno psicopatico che non concepisce elaborazione o computazione parallela. Se potesse percepire l'altro davvero (non basta vederlo e toccarlo) non sarebbe più psicopatico, le emozioni secondo me non c'entrano in questo discorso. Quando si percepisce chiaramente e in modo cosciente l'altro, allora non serve l'emozione (attività mentale), non è necessario appiccicare a quell'esperienza un pensiero/ ragionamento/ emozione. Se resta pura coscienza meglio ancora. Il problema dello psicopatico è che il suo "mondo" non prevede la presenza di nessuno al di fuori di lui. Non c'è l'altro. Non è che lo snobba, semplicemente non lo percepisce. E siccome entra in relazione con altre persone per "amore" o per lavoro, le vede come oggetti - non ha alternative. Inutile colpevolizzare questi soggetti se prima non guariscono da tale disturbo. Come fare per evitare di incontrarli e di frequentarli? Attraverso le scelte di vita a monte, ad esempio a me piacciono soltanto donne indipendenti con un forte carattere e che praticano arti marziali - possibilmente non a livello agonistico ma per difesa personale, soprattutto come uno stile di vita. Indipendenti nel campo psico-fisico e spirituale, non finanziario (su quello ognuno decide liberamente come preferisce). Una donna (o uomo) con quelle caratteristiche, non può cadere nella trappola del vittimismo. Sono stufo di incrociare per strada umanoidi, uomini o donne che siano, che fanno la vittima e si lamentano dalla mattina alla sera. Tuttavia gli umani indipendenti con un forte carattere e che praticano arti marziali sono rari perché quando tu hai, ed esprimi, un forte carattere subito la società addita questi eroi come fossero streghe, diavolesse, stregoni, diavoli. Il che non è piacevole, per cui moltissimi si sottomettono ad un modello sociale suggerito, 'innocuo' (e inutile) perdendo la propria identità. La creatura senza identità in seguito è spinta a diventare psicopatica, ciò perché viene a mancare il fondamento dell'essere. L'ossessione del modello sociale, competitivo, separatista e antiumano sostituisce la visione d'insieme. Se si accettano compromessi, invece, può capitare di incontrare e frequentare soggetti "pericolosi". Che però ti insegneranno l'importanza delle priorità e certi meccanismi psicologici-patologici, che prima ignoravi, non tutto il mal vien per nuocere.

Ma la psicopatia non è un prodotto culturale, magari lo è il narcisismo patologico, per certi aspetti. Tuttavia, in entrambi i casi ci sono elementi soggettivi, per cui è impossibile affermare che siano esclusivamente il prodotto della società.

Questo è vero in particolare per la psicopatia primaria; il cervello di queste persone funziona in maniera differente, e questo fin dai primi anni di vita o in seguito a traumi fisici importanti. Non vengono indotti a non provare "emozioni regolari", semmai non ne sono capaci, proprio come chi è paralizzato non può muovere le gambe. 

Per me addossare le colpe alla società è un esercizio inutile. E' semmai la natura, per chi non crede nell'aspetto trascendente, a produrre caratteristiche disfunzionali e controproducenti negli organismi, talvolta. La natura è tutto tranne che "perfetta", nel senso umano del termine. Per la natura anche il cancro, in certi individui, rappresenta un vantaggio. Ciò che chiamiamo vantaggio non è tale per la natura, essa parla una lingua che ci è sconosciuta. 

8 ore fa, Karver ha scritto:

posso dire la mia? Ammesso che abbia competenze in materia psicologica

la persona psicopatica o schizzoide è una persona che tende ad assorbire gli atteggiamenti dagli altri perchè non ha una sua personalità o non l'ha mai sviluppata o è nata normale e poi la persa con l'educazione

e qui mi ricollego al discorso di cincin che dice che i bambini sono illuminati ma inconsapevoli

 

per quanto riguarda le emozioni apro una parentesi a parte

se tutti quanti hanno delle emozioni sono tutti psicopatici

la persona normale matura ha emozioni neutrali

ne positive ne negative

raggiunge uno stato di spietatezza dove non ci sono sentimentalismi personali

Prima di tutto, schizoide e psicopatico non sono la stessa cosa. Questo te lo posso assicurare io, che ho un carattere complessivamente schizoide. 

Il resto che dici può essere vero per chi intraprende un percorso di un certo tipo. Ma per intraprenderlo devi comunque avere una bussola morale interna. Prima si sperimenta la dualità e poi si supera. Non puoi superare nulla se non hai la capacità di discriminare tra bene e male, non hai niente da offrire, nulla da trasmutare. 

Per quel che riguarda Castaneda, visto che citi i suoi insegnamenti, uno psicopatico o un narcisista potrebbero essere usati come pinche tiranos, naturalmente non all'interno di relazioni sentimentali. Il pinche tiranos non va amato, in sostanza va preso in giro, la sua spietatezza va usata per imparare l'arte dell'agguato, e soprattutto in tempi brevi (certamente non per tutta la vita). Ma questa è una cosa che riguarda gli sciamani, che per Don Juan trassero enormi vantaggi anche dai conquistadores, molti dei quali si comportavano o erano a tutti gli effetti degli psicopatici (o sociopatici, anche meglio). Il resto della gente moriva come mosche. 

Edited by Freya
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14 hours ago, Karver said:

tende ad assorbire gli atteggiamenti dagli altri perchè non ha una sua personalità o non l'ha mai sviluppata o è nata normale e poi la persa con l'educazione

e qui mi ricollego al discorso di cincin che dice che i bambini sono illuminati ma inconsapevoli

Sì, è così. Un'esistenza borderline impedisce al soggetto di svilupparsi pienamente e in modo naturale (perché non si sente amato) quindi ad un certo punto spesso rinuncia a riconoscere la vera natura degli esseri umani - resta vuoto, e nel nulla inizia a specchiarsi negli altri, ad assorbire pregi e difetti di chi trova davanti. Non avendo strumenti per elaborare i valori e pregi si limita ad accumulare i difetti del partner, conoscente  o amico. Per questo motivo soltanto un essere molto evoluto sarebbe in grado di comunicare con lo psicopatico senza lasciarsi trascinare nell'abisso. Non avendo quest'ultimo difetti particolari paura e debolezze, lo psicopatico non sa come conquistarlo, come sfruttare l'ombra o il lato oscuro di ognuno nel caso specifico, non riesce ad agganciarsi a nessun aspetto della vita dell'essere evoluto dunque abbandona il ruolo di predatore e vampiro. Ed apre le porte alla guarigione.

5 hours ago, Freya said:

il cervello di queste persone funziona in maniera differente, e questo fin dai primi anni di vita o in seguito a traumi fisici importanti. Non vengono indotti

Non è la società a decidere il percorso di un uomo, ma è sempre l'uomo a scegliere tra opzioni disponibili. Solo che alcune persone, per la predisposizione genetica o a causa della superficialità nell'affrontare le nuove sfide e prove, se non aiutate dalla società poi non sono in grado, da sole, di notare opzioni costruttive per cui sono costrette (o "spinte") a impelagarsi in situazioni distruttive per se e per gli altri, strade senza uscita. Quando ognuno pensa solo a se stesso allora spuntano come funghi  psicopatici un po' ovunque per ricordarci che lo scopo della vita è condivisione., cosa che molti non sanno più che cos'è. Se lo psicopatico è incapace di percepire l'altro, non è perché la società lo vuole o lo provoca, semplicemente la società non lo aiuta a guarire o a capire e invece dovrebbe, è ben diverso. Una società però che non tende verso la perfezione, prima o poi si autodistrugge - poiché c'è un limite temporale per ogni cosa, atteggiamento, azzardo o "deviazione" altrimenti accade irreparabile, una deriva del DNA di una specie verso hybris o degenerazione irreversibile, soprattutto 'spirituale'.

Quote

Per me addossare le colpe alla società è un esercizio inutile. E' semmai la natura, per chi non crede nell'aspetto trascendente, a produrre caratteristiche disfunzionali e controproducenti negli organismi, talvolta. La natura è tutto tranne che "perfetta", nel senso umano del termine. Per la natura anche il cancro, in certi individui, rappresenta un vantaggio. Ciò che chiamiamo vantaggio non è tale per la natura, essa parla una lingua che ci è sconosciuta.

Per me la perfezione non è ad esempio un mondo senza malattie o senza il male ma un mondo dove tutti hanno ben compreso per quale motivo una determinata malattia attecchisce in un determinato terreno, perché appare e perché non viene annullata rapidamente da un determinato organismo, perché non si autoguarisce sempre. E come mai il male supera il bene in determinate circostanze. Solo allora un male si trasforma in un bene, in seguito alla gnosi che trasmuta e chiarisce ogni cosa. Non può esistere un mondo senza contrappesi (malattia, il male) piuttosto può esistere società nella quale la malattia e il male, potenzialmente presenti, non hanno motivo di manifestarsi mai o quasi mai. Io parlo di quel tipo di perfezione 'relativa' ovvero relativa al contesto. Non esiste la 'perfezione assoluta'. E non vedo perché dovrebbe esistere in quanto eliminerebbe i contrappesi, potenzialmente necessari come archetipi e fondamento in ogni struttura vivente.

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Anche tanti santi e  personalità << sante >> di spicco, erano degli psicopatici.  Non c'è nessuna associazione tra psicopatia e male in senso stretto e nel contesto sociale. Anche i soggetti apparentemente più buoni di questa terra, possono essere degli psicopatici. 

La psicopatia quindi è ad ampio spettro, e può coinvolgere tutta la popolazione mondiale, ogni individuo, dal più << buono >> al più << cattivo >> 

Chi fa stermini di massa non necessariamente debba essere uno psicopatico, come ad esempio il colonnello Paul W. Tibbets Jr che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, non era certamente uno psicopatico.

Anzi al contrario solitamente lo psicopatico non commette nessun delitto con mani proprie, come i presidenti Bush e Bush Junior 🙏🏼 come anche il presidente Bolsonaro ha lasciato che il Covid uccidesse tantissimi brasiliani privandoli del vaccino al lungo, prima di avere un apparente ravvedimento (probabilmente fu costretto a cambiare idea perché lui stesso nella sua stupidità da psicopatico non credeva che il virus potesse mietere milioni di brasiliani) 

Ma tornando ai << santi >> o presunti tali, abbiamo ad esempio Teresa di Calcutta, psicopatica che negava gli antidolorifici ai moribondi perché secondo lei dovevano soffrire per andare in paradiso, mentre lei riceveva le migliori cure e attenzioni di questo mondo 😱 Anche Pio era uno psicopatico, che si provocò bruciature a mani e piedi con l'acido fenico, per farsi credere e per diventare famoso 🙏🏼

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1 hour ago, tornado said:

ampio spettro

Beh, hai mischiato argomenti diversissimi fra loro:
-credere in un dio o in una dottrina non è una patologia; forse non ti soddisfa la teoria dell'evoluzione della specie e quindi logicamente cerchi altro, o alternative.
-essere tentati dal diavolo non è una patologia; può capitare a tutti i fedeli di un culto religioso.
-avere un carattere bizzarro non è una patologia; del resto chi è che stabilisce la 'normalità'? Un politico? Uno psicologo? Entrambi mortali fallibili.
-apparire come antisociali non è una patologia; forse c'è un divario tra il tuo livello di coscienza e quello della maggioranza, per cui eviti il contatto non essenziale tra due paradigmi.
-nessuno compie crimini tanto per.. c'è sempre un motivo ed una giustificazione per ogni cosa. Ma qui si discute l'origine delle relazioni oppressive e come uscirne.

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On 13/9/2023 at 11:17 AM, malia said:

Premetto che quando io parlo di personalità narcisistica non penso minimamente al mito. Che poi ieri ci pensavo pure: pensavo che  il termine  usato ''narcisismo'' potesse generare confusione o ''distrarre''.

Non mi va di fare a gara a chi ha gli strumenti più affinati per discorrere delle varie personalità presenti nell'umanità tutta.

Però ripeto: la personalità narcisistica, così come occidentalmente descritta dalla psicologia di merda (ok?) è riconoscibile in ogni angolo del mondo e non può in nessun modo essere scambiata per altro come fai tu che dici: ''eh vabbè...a tutti viene voglia di pavoneggiarsi, o a tutti viene voglia di ammazzare qualcuno,  prima o poi'' che è vero, del resto, ma la personalità narcisistica è altro e viverci vicino ti porta ad impazzire se non sei attrezzato (ed è questo l'aspetto del male).

Solo se lo ri-conosci puoi più facilmente gestirlo.

Non ti dovresti preoccupare per il  fatto che ''poretto'' è incasellato in due definizioni; poretti sono quelli che si ritrovano ad averci a che fare a lungo, perchè sul breve periodo frequentare un narcisista è una bella esperienza. E non credere neanche che un narcisista possa apprezzare la delicatezza degli strumenti che una persona potrebbe usare per comprenderlo, per cogliere tutte le sfumature del suo animo, per accoglierlo: non gliene può fregare una m., ma 0 proprio.

 

Sono d'accordo in linea generale.

Ma una persona che non ha mai aperto un libro di psicologia,  i tratti del narcisista li sa descrivere ugualmente, perchè li vive, non ha bisogno di leggerli. Quando si arriva a leggere un manuale di psicologia e si legge dell'esistenza di quel tipo di personalià, ci si dice: ah, ecco, è così; si sarebbe potuto chiamare ''riso patate e cozze'' ma sempre quella roba è.

Correggetemi se sbaglio, ma molte persone che hanno a che fare con un narcisista, si imbattono nella descrizione di quella personalità e la ri-conoscono nel manuale di psicologia durante tentativi di informarsi per capire il proprio malessere, per dare un nome al proprio di malessere, per cercare di gestire il proprio malessere, perchè ci sente impazzire.

Non è che prima la psicologia occidentale ha coniato questa definizione, e poi dopo le persone l'hanno letta e ci hanno etichettano delle altre negando la realtà poliedrica ecc ecc.

Quando le persone leggono di queso tipo di personalità (tranne il narcisista che non ci si riconoscerà maiiiiii rotfl.gif.0b4ec792a1a12144dd37a928dabc677a.gif) la ri-conoscono.

 

 Per tornare al discorso dei miti...penso che i miti non sono roba detta in modo semplice e grezzo per ggggente semplice e grezza,  la semplicità nega la ricchezza di sfumature ecc, e ppperò non mi puoi incasellare in due definzioni, mi neghi, ecc.

I miti così come le descrizioni dei manuali moderni sono strumenti per conoscere/capire/ordinare  e non strumenti che creano realtà. Una definzione non crea niente. E a me sembra una scusa questa che porti delle descrizioni della personalità fatte a muzzo, come se fossero queste il nocciolo del problema.

Sicuramente la non comprensione di tutti gli aspetti di una persona non è una cosa buona, io per questo mi batto sempre, anzi  per questo che mi accusano di relativizzare troppo; se dico che la definzione di personalità narcisistica è utile non lo dico per dare addosso allo stronzo, o per ''creare stronzi'' funzionalmente utili ai miei scopi,  ma perchè ritengo che sia fondamentale per la comprensione e guarigione.

 

 

 

 

 

Ma non è che cambiando i puntini sulle i  il significato cambia se lo scopo è sempre uguale. Non condivido semplicemente col riduzionismo concettuale che viene portato a testimone dal metodo pseudo scientifico della psicologia nostrana e la deriva attuale che certe etichette presumono di portare a "coscientizzare" gli individui su un fenomeno che è presente dalla notte dei tempi. Sono solo facili capri espiatori per non assumersi la responsabilità delle proprie azioni...Che sia il dea/dio buono distratto o "confuso" o che sia l'antidio/dea malefico che seduce e manipola è sempre colpa di qualcun' altro!?!?... e questa deriva è stata trasposta anche nella psicologia nostrana perchè funzionale a normare cio' che è lecito e cio' che non è considerato tale...

Ormai penso di averlo detto in tutte le salse..Quindi è una realtà parziale e molto personale al sistema valoriale in voga...Cambiano i tempi e cambia il sistema valoriale...questa non è una mia speculazione ma questa è storia

La Dea Madre - Quando Dio era femmina • Altrogiornale.org

In sostanza quello che penso è che non si possa intervenire sulla realtà basandosi sulla presenza di specifici "filtri" ideologici che non danno modo di camprendere la realtà nel suo insieme. Oggi sono libertario domani tutti in galera...La via di mezzo è sicuramente l'atteggiamento che permette una certa flessibilità fra gli opposti..

Edited by madmax
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17 minuti fa, madmax ha scritto:

 

Quindi andiamo sul concreto, per curiosità.

Mettiti nei panni di una donna, che si sente attratta da un tizio inizialmente fantastico, però a lungo andare rivela atteggiamenti e compie azioni che ahimè noi esseri inferiori consideriamo negative, che alla fine magari culminano nello sputarti in faccia e metterti le mani al collo perché ha trovato un limone marcio nel frigo (storia vera). Te cosa fai? Pensi che non è un malato di mente perché sono etichette?

Magari un giorno ti ritrovi un coltello piantato nella schiena. Ma cazzo, sono etichette, è inutile dare la colpa all'altro. Bisogna guardare in sé stessi, almeno finché si può, ovviamente (sotto terra diventa difficile).

Ora, questa non è la normalità, e io non ho mai detto che lo sia. Però esiste. Cosa c'è di così tanto irritante nel parlare di certi fenomeni chiamandoli per ciò che sono? Perché chiariamo bene una cosa, gli stronzi esistono dalla notte dei tempi, ma questa è un'altra cosa.

Quindi illuminaci, tu donna, cosa faresti e cosa penseresti? Sono curiosa di saperlo. Le opzioni non sono molte eh.

O lo molli- però da quel che dici la stronza saresti tu perché non ti assumi responsabilità.

O lo eviti fin dall'inizio- ma a quel punto discrimini, e se descrimini sei nella dualità.

O te lo tieni, ma a quel punto devi essere sensibile come il cemento.

Prego.

Edited by Freya
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1 hour ago, Freya said:

Quindi andiamo sul concreto, per curiosità.

Mettiti nei panni di una donna, che si sente attratta da un tizio inizialmente fantastico, però a lungo andare rivela atteggiamenti e compie azioni che ahimè noi esseri inferiori consideriamo negative, che alla fine magari culminano nello sputarti in faccia e metterti le mani al collo perché ha trovato un limone marcio nel frigo (storia vera). Te cosa fai? Pensi che non è un malato di mente perché sono etichette?

Magari un giorno ti ritrovi un coltello piantato nella schiena. Ma cazzo, sono etichette, è inutile dare la colpa all'altro. Bisogna guardare in sé stessi, almeno finché si può, ovviamente (sotto terra diventa difficile).

Ora, questa non è la normalità, e io non ho mai detto che lo sia. Però esiste. Cosa c'è di così tanto irritante nel parlare di certi fenomeni chiamandoli per ciò che sono? Perché chiariamo bene una cosa, gli stronzi esistono dalla notte dei tempi, ma questa è un'altra cosa.

Quindi illuminaci, tu donna, cosa faresti e cosa penseresti? Sono curiosa di saperlo. Le opzioni non sono molte eh.

O lo molli- però da quel che dici la stronza saresti tu perché non ti assumi responsabilità.

O lo eviti fin dall'inizio- ma a quel punto discrimini, e se descrimini sei nella dualità.

O te lo tieni, ma a quel punto devi essere sensibile come il cemento.

Prego.

Per dirla in breve questo tuo attaccamento emotivo al passato è il motivo del tuo disagio. Il problema è la "costruzione" o ricostruzione o ritorno ad una "normalità" dotata di senso con i "paletti" emotivi (paura e rabbia) di cui sono (viziati) o filtrati le tue esperienze pregresse che hai vissuto e che hanno creato un trauma o dramma (come un film che continui a rivederti in loop nella tua mente) che ha sostituito la realtà . Questo anche la pseudo scienza psicologica arriva a constatarne i limiti che la mente mette in moto per non ammettere a se stessa che il "trauma" ha generato un cambiamento soggettivo  (solo soggettivo) della sfera emotiva.

Ed è qui l'inghippo...cioè il limite funzionale dell'approccio scientifico...Cioè il presupposto che  "trovata la causa e quindi trovato il problema, e infine trovo la soluzione al problema con terapie psicologiche e/o farmacologiche che risolvono il problema"...All'apparenza funziona cosi ma c'è gente che in terapia c'è da una vita e non ha risolto nulla...Ci vuole un cambio di paradigma per avere un risultato migliore.....Qualcuno ti ha già indirizzato verso la soluzione e penso che tu non voglia capire per PAURA di ammetere la tua fragilità o impotenza nei confronti degli eventi che hai vissuto (almeno cosi li hai vissuti tu perchè ti sei sentita desautorata dal POTERE del diritto di controllare gli eventi a tuo personale o IDEALE happy end finale ). Il tuo tentativo di parcellizzare per definizione le cause del problema (esamina comportamentale del soggetto che ha generato il trauma quindi l'identificare il mostro) non hanno aiutato a risolvere il dramma che ancora vivi...e non lo risolverà, semplicemente perchè è un approccio raziocinante che non ammette le tue debolezze emotive ma anzi chiede GIUSTIZIA (la norma) morale. E' come una spirale di violenza o una faida da cui non si esce perchè ognuo degli attori del dramma si sente IN DIRITTO di accusare l'altro di aver sbagliato e di ESSERE SBAGLIATO...Tu vorresti soluzioni pratiche e immediate per una società che ha fatto del TUTTO E SUBITO il suo unico motivo morale, meritevole di questa esistenza...Il "motto" del Verga ROBA MIA VIENTENE CON ME è illusorio per antonomasia e coglie bene il senso...E penso che tu abbia capito che si tratta sempre di ATTACCAMENTO al proprio ego o alla propria immagine immacolata  ma comunque IDEALIZZATA che volevi riprodurre nella relazione col tuo ex. In sostanza è nel momento che della perfezione concettuale accetti l'imperfezione meravigliosa e compassionevole della dimensione emotiva (di tutta la dimensione emotiva e non solo di una parte funzionale al tuo interesse egoico) Perchè in questo frangente sei tu che non concedi  a te stessa in primis di essere stata fragile e imperfetta nel valutare la persona di cui ti eri innamorata (come se il tuo amore "candido e puro" giustificasse la dimensione ideale che ti eri creata nella tua mente). Lasciare andare quella dimensione utopistica che ti eri formata e con quella tutte le emozioni disturbanti di cui ancora il tuo ego si nutre e ritrovare quella tranquillità e serenità che meriti è il tuo vero e unico diritto e questo è il tuo POTERE più grande. Prova a fare giustizia al tuo diritto di essere in pace con il tuo "architetto" perchè se proprio vuoi un colpevole da estinguere e lasciare andare è proprio li dove è sempre stato...

https://www.youtube.com/watch?v=SE0ZDfoGjHQ

 

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Il 14/9/2023 at 16:53, Freya ha scritto:

Non lo so, Malia, perchè non conosco la tua situazione. Ma prendendo in esame la questione in generale, io ad esempio conosco personalmente persone che non riuscendo a liberarsi di relazioni disfunzionali, alla lunga hanno sviluppato sintomatologie varie: depressione, attacchi di panico, anche fibromialgia, turbe varie e chi più ne ha più ne metta. E queste persone sono tante, molte di più di quelle che oggettivamente ne traggono vantaggi, che sono delle vere e proprie rarità (saresti la prima che conosco).

Quindi, no, in linea generale giocare col fuoco conoscendo le leggi del fuoco (il fuoco brucia e lo sai) non è disfunzionale in sè per sè, se si hanno gli strumenti per maneggiarlo (? io non penso che esistano o si possano applicare, al limite solo in una relazione paziente-professionista psichiatrico). E' un pò da coglioni se poi la bruciatura alla lunga si infetta e ti viene la setticemia, questo sì, oggettivamente. 

Passare oltre il piacere del fuoco, a conti fatti, e in questi casi, lo vedo come un atteggiamento intelligente. Voler sopravvivere è intelligente, voler vivere bene anche, secondo me. 

Non penso che rimanere in una relazione disfunzionale porti vantaggi, ma che si potrebbe trovare il modo per godere anche della parte piacevole di un narcisista.

Per me, a parte il rapporto bambino piccolo-genitore, gli altri tipi di rapporti tra adulti (coppia, amicizia, lavoro, ecc) sono tutti rapporti da cui una persona ci si può sottrarre; è difficile, pochi lo fanno, ecc, e il motivo è che molti adulti considerano i loro rapporti totalizzanti, quando non lo sono.

Se dovessi utilizzare l'espressione che usi tu ''andare oltre'', io la userei per ''consigliare'' di andare oltre le relazioni totalizzanti in generale e non oltre il ''narcisisita'', giusto per fare un esempio, perchè penso che così si possa godere di tanti tipi di relazioni, anche di quella col narcisista, o dello psicopatico.

 

 

 

 

 

 

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Il 8/9/2023 at 11:34, Freya ha scritto:

 

 Ma aldilà del masochismo, secondo me è evidente che c'è una falla grossa nella psiche di certi individui, che considerano inconsciamente blablabla

@madmax, come vedi non ho mai dipinto chi si trova in questa situazione come vittima assoluta. E nemmeno malia lo ha fatto, anzi. 

Il 10/9/2023 at 19:23, Freya ha scritto:

 

Quindi sarebbe opportuno sapere cosa ha da dire sui problemi di chi ne è attratto

Altro esempio

Il 10/9/2023 at 22:11, Freya ha scritto:

Io non credo, a conti fatti, di essere una vittima, ma penso di aver avuto (in passato) alcuni problemi che mi hanno portato a provare attrazione per una persona di quel genere.

Questo addirittura l'ho scritto a te, in risposta a un tuo commento. Mi sembra assurdo che ora tu mi accusi di questo: 

11 ore fa, madmax ha scritto:

Per dirla in breve questo tuo attaccamento emotivo al passato è il motivo del tuo disagio. Il problema è la "costruzione" o ricostruzione o ritorno ad una "normalità" dotata di senso con i "paletti" emotivi (paura e rabbia) di cui sono (viziati) o filtrati le tue esperienze pregresse che hai vissuto e che hanno creato un trauma o dramma (come un film che continui a rivederti in loop nella tua mente) che ha sostituito la realtà . Questo anche la pseudo scienza psicologica arriva a constatarne i limiti che la mente mette in moto per non ammettere a se stessa che il "trauma" ha generato un cambiamento soggettivo  (solo soggettivo) della sfera emotiva.

Ed è qui l'inghippo...cioè il limite funzionale dell'approccio scientifico...Cioè il presupposto che  "trovata la causa e quindi trovato il problema, e infine trovo la soluzione al problema con terapie psicologiche e/o farmacologiche che risolvono il problema"...All'apparenza funziona cosi ma c'è gente che in terapia c'è da una vita e non ha risolto nulla...Ci vuole un cambio di paradigma per avere un risultato migliore.....Qualcuno ti ha già indirizzato verso la soluzione e penso che tu non voglia capire per PAURA di ammetere la tua fragilità o impotenza nei confronti degli eventi che hai vissuto (almeno cosi li hai vissuti tu perchè ti sei sentita desautorata dal POTERE del diritto di controllare gli eventi a tuo personale o IDEALE happy end finale ). Il tuo tentativo di parcellizzare per definizione le cause del problema (esamina comportamentale del soggetto che ha generato il trauma quindi l'identificare il mostro) non hanno aiutato a risolvere il dramma che ancora vivi...e non lo risolverà, semplicemente perchè è un approccio raziocinante che non ammette le tue debolezze emotive ma anzi chiede GIUSTIZIA (la norma) morale. E' come una spirale di violenza o una faida da cui non si esce perchè ognuo degli attori del dramma si sente IN DIRITTO di accusare l'altro di aver sbagliato e di ESSERE SBAGLIATO...Tu vorresti soluzioni pratiche e immediate per una società che ha fatto del TUTTO E SUBITO il suo unico motivo morale, meritevole di questa esistenza...Il "motto" del Verga ROBA MIA VIENTENE CON ME è illusorio per antonomasia e coglie bene il senso...E penso che tu abbia capito che si tratta sempre di ATTACCAMENTO al proprio ego o alla propria immagine immacolata  ma comunque IDEALIZZATA che volevi riprodurre nella relazione col tuo ex. In sostanza è nel momento che della perfezione concettuale accetti l'imperfezione meravigliosa e compassionevole della dimensione emotiva (di tutta la dimensione emotiva e non solo di una parte funzionale al tuo interesse egoico) Perchè in questo frangente sei tu che non concedi  a te stessa in primis di essere stata fragile e imperfetta nel valutare la persona di cui ti eri innamorata (come se il tuo amore "candido e puro" giustificasse la dimensione ideale che ti eri creata nella tua mente). Lasciare andare quella dimensione utopistica che ti eri formata e con quella tutte le emozioni disturbanti di cui ancora il tuo ego si nutre e ritrovare quella tranquillità e serenità che meriti è il tuo vero e unico diritto e questo è il tuo POTERE più grande. Prova a fare giustizia al tuo diritto di essere in pace con il tuo "architetto" perchè se proprio vuoi un colpevole da estinguere e lasciare andare è proprio li dove è sempre stato...

https://www.youtube.com/watch?v=SE0ZDfoGjHQ

 

Non si capisce per quale motivo:

1. Continui a parlare e impicciarti di me e del mio vissuto facendo ipotesi, supposizioni e illazioni, nonostante questo thread non parli di me, ma della problematica in generale. Ti ripeto per l'ennesima volta che parlare di me è fuori tema, io non ho chiesto un consulto psichiatrico, tanto meno da un tizio che sembra Fusaro dopo una grossa sbornia. 

2. Mi accusi di cose senza senso, come ad esempio di non voler ammettere a me stessa di essere stata imperfetta e fragile e quant'altro. Non solo non è così, visto che ne avevo anche brevemente parlato, in più di un commento, ma personalmente sono andata ben oltre l'ammissione di fragilità e imperfezione. Per me la mia (e quella di altri soggetti), è stata manifesta deficienza, nel senso oggettivo del termine, ovvero assenza di strumenti idonei per comprendere con chi avevo a che fare, come reagire nel modo più giusto. Deficienza che, personalmente, ho già pagato a caro prezzo, uscendone poi fuori senza grossi traumi emotivi, come invece supponi tu, non si sa bene come (ma chi ti conosce? Ci siamo mai parlati a quattrocchi? Cosa sai della mia vita per dire sciocchezze simili?). 

3. Di quali soluzioni parli? Io ho già risolto abbastanza la questione, anche a livello interiore, altrimenti non sarei qui a dare consigli a chi eventualmente ne ha bisogno. Questo thread non è una comoda guida per accusare gli altri a piacimento di questo o quel disturbo. Il mio intento è descrivere questo genere di personalità a chi, per deficienza personale, non è in grado di riconoscerla nell'immediato e fare delle riflessioni in merito. 

4. Sembra che per te affermare che l'altro sia malato di narcisismo patologico equivalga a scaricare tutte le colpe sull'altro, tralasciando le proprie debolezze. Ma solo un cretino totale potrebbe farlo, e nemmeno la psicologiamerda lo fa, checchè tu ne dica. Quindi siccome non è così, e nessuno qui ha mai detto o fatto intendere niente del genere, temo che tu stia proiettando su di me qualche tuo fastidio interiore, qualche tuo personale problema che a questo punto sei tu che non sei riuscito a risolvere. A me però, a differenza tua, non importa una mazza del tuo vissuto e non mi interessa farti da specchio o da contenitore per la tua immondizia interiore, quindi, se hai qualcosa da dire in generale sei il benvenuto (ti ho fatto delle domande a cui puntualmente non hai risposto), ma se continui a rivolgerti a me con consulti psichiatrici del cazzo non richiesti, ti segnalerò. Uomo avvisato, mezzo salvato. 

2 ore fa, malia ha scritto:

Non penso che rimanere in una relazione disfunzionale porti vantaggi, ma che si potrebbe trovare il modo per godere anche della parte piacevole di un narcisista.

Per me, a parte il rapporto bambino piccolo-genitore, gli altri tipi di rapporti tra adulti (coppia, amicizia, lavoro, ecc) sono tutti rapporti da cui una persona ci si può sottrarre; è difficile, pochi lo fanno, ecc, e il motivo è che molti adulti considerano i loro rapporti totalizzanti, quando non lo sono.

Se dovessi utilizzare l'espressione che usi tu ''andare oltre'', io la userei per ''consigliare'' di andare oltre le relazioni totalizzanti in generale e non oltre il ''narcisisita'', giusto per fare un esempio, perchè penso che così si possa godere di tanti tipi di relazioni, anche di quella col narcisista, o dello psicopatico.

 

 

 

 

 

 

Probabilmente dipende dalle persone all'interno della coppia. Nel mio caso, ad esempio, le poche parti piacevoli non valevano quelle spiacevoli. Quindi occorre mettere sui due piatti della bilancia questi aspetti e tirare le somme. 

Questo, ovviamente, vale fin quando non si arriva alla violenza fisica, secondo me. Se inizia quella, per quanto un narcisista patologico o uno psicopatico possano essere piacevoli in altri momenti, è bene scegliere di allontanarsi, per tutelarsi. Su questo credo che non ci possa essere disaccordo, a meno che uno non cerchi il dolore fisico e la morte, ma a quel punto dovrebbe veramente chiedersi quale grosso problema ha. 

 Dal mio punto di vista, comunque, anche la violenza psicologica è condizione sufficiente per mollare la presa. Per me non esiste nulla in una persona, ma proprio nulla, per la quale valga la pena mettersi in condizioni di prolungato disagio. Zero. Lo farei solo per mio figlio, perchè è mia precisa responsabilità (cioè non smetterei di relazionarmi con lui nemmeno se fosse un delinquente). Gli altri non sono mia responsabilità, nessuno mi deve niente e io non devo nulla a nessuno. 

 

Edited by Freya
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  • 5 months later...
Il 15/9/2023 at 00:28, Karver ha scritto:

posso dire la mia? Ammesso che abbia competenze in materia psicologica

la persona psicopatica o schizzoide è una persona che tende ad assorbire gli atteggiamenti dagli altri perchè non ha una sua personalità o non l'ha mai sviluppata o è nata normale e poi la persa con l'educazione

e qui mi ricollego al discorso di cincin che dice che i bambini sono illuminati ma inconsapevoli

 

per quanto riguarda le emozioni apro una parentesi a parte

se tutti quanti hanno delle emozioni sono tutti psicopatici

la persona normale matura ha emozioni neutrali

ne positive ne negative

raggiunge uno stato di spietatezza dove non ci sono sentimentalismi personali

Premesso che psicopatico e schizoide sono agli antipodi. Per farti un esempio:

In uno spogliatoio c'è una panca libera e ci sono 3 armadietti:

- Lo psicopatico arriva e occupa tutta la panca.

- La persona non affetta da disturbi di personalità si ritaglia semplicemente il suo spazio.

- Lo schizoide è a casa, probabilmente non si è nemmeno mai iscritto in palestra. 

Cos'è che contraddistingue lo psicopatico? La totale mancanza di empatia. Qui nello specifico si parla di narcisismo che può sfociare nella psicopatia. Ma prima di tutto bisogna comprendere la differenza tra tratti narcisistici e narcisismo patologico. I primi non sfociano in un disturbo conclamato (più o meno tutti abbiamo tratti di un cluster o dell'altro). Mentre il secondo è riconoscibile quando il soggetto è egosintonico (ovvero, afferma con convinzione ogni suo sentimento o azione disfunzionale).

Il narcisista patologico è più "facile" da incontrare perché è quello che ha bisogno di più dell'approvazione sociale e con buone probabilità sarà quello che si metterà più in mostra (vale per tutto il cluster B). Una donna o un uomo avranno quindi più possibilità di conoscere un narcisita rispetto ad uno schizzoide proprio per questo motivo. E non mi riferisco solo a relazione amorose. 

Inoltre - concludo - la mancanza di empatia non significa non (ri)conoscere le emozioni: è invece non farsi coinvolgere. Tant'è che gli psicopatici performanti sono i migliori a captare le emozioni altrui e a manovrare le persone a loro piacimento. 

Edited by GufoOscuro
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