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Esperienze di OBE significative


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[DAL VECCHIO FORUM: INCONTRO IN OBE CON CREATURA MALVAGIA - MARZO 2012]
 

Un paio di settimane prima di avere questa esperienza, mi ero procurata un mp3 della durata di 20 minuti progettata per indurre le OBE; tuttavia, fino al giorno prima, ero riuscita a provarlo soltanto alcune volte e di giorno, ma in ciascuno di quei casi mi aveva aiutato ad entrare nel giro di pochi minuti in uno stato modificato di coscienza. 

Nella notte di cui parlo sono finalmente riuscita ad ottenere una OBE che, per quanto breve, sarebbe risultata estremamente importante per me, anche negli anni a venire. 

Questa esperienza contiene anche dei riferimenti a discorsi di ordine etico che talora emergono quando si parla dei potenziali danni che in astrale potremmo causare o subire se … non esistesse un ordine superiore ispirato al bene, come questa esperienza testimonia. 

Mi trovavo in uno stato di dormiveglia, quando, proprio al principio di un sogno, mi trovai nel mezzo di una strada fatta di ciottoli, dove mi era appena caduto qualcosa (non so cosa con l’esattezza), che però dovevo assolutamente ritrovare. Come toccai il selciato, il punto in cui mi trovavo si riempì di fango, ragion per cui dovetti infilare la mano nel fango; ma la cosa non mi disturbò. In effetti, l’atto stesso di infilare la mano nel fango (per trovare quello che mi era caduto) mi permise di entrare in uno stato di lucidità, ritengo per via delle numerose volte che, divenuta cosciente delle vibrazioni, ero uscita dal corpo proprio grazie alla mia mania di infilare la mano attraverso il cuscino, il materasso o un muro, ecc. 

A questo punto devo però fare una piccola premessa. All’epoca dei fatti, era in atto una bruttissima controversia giudiziale di natura familiare, durata moltissimi anni, a causa di una persona estremamente materialista, litigiosa e gretta, oltretutto dedita a pratiche di magia nera, che aveva indirizzato più volte anche alla mia persona. Questi fatti mi stavano procurando grossi dispiaceri ormai da mesi, ma erano fatti così infarciti di irragionevole odio e cupidigia, nonché ricatti morali, che non mi procuravano ormai alcun senso di rabbia, ma solo di tristezza! 

Ebbene, come nella scena dell’inferno del film “Aldilà dei sogni”, nell’atto di diventare lucida e di rendermi conto che mi trovavo fuori dal corpo, mi resi conto che la persona in questione si trovava proprio lì, nel fango dove io stavo cercando l’oggetto smarrito, e, come nel film, dal fango ne emergeva solo la testa. Mi resi conto in quel momento, che, nella posizione di grande potere e forza in cui mi trovavo, potevo con facilità estrema estrarre la persona dal fango tirandola per i capelli e chiedere spiegazioni di questo comportamento così disdicevole. Preciso che non era mia intenzione fare a questa persona alcun male. Solo chiedere cosa volesse da noi. Cominciai a tirare la persona fuori dal fango per i capelli, rendendomi conto che era pesante e scivolosa, ma che avevo una forza indicibile e avrei potuto superare qualsiasi sotacolo. 

Tuttavia, avevo appena cominciato a strattonarla per chiederle perché ci stesse facendo tanto male quando, quasi immediatamente, fui distratta dal mio intento da una presenza angelica che proveniva, sotto forma di amorevole bagliore di luce, da un angolo della parte superiore della mia camera da letto. La sensazione istantanea che provai, oltre che di magnetica attrazione per questa presenza, fu la sensazione che quello che mi pareva appunto un angelo fosse così potente e protettivo che nulla avrebbe potuto mai farci del male. Infatti, fui istantaneamente indotta a mollare la presa e a dirigermi verso il punto in cui la potente protezione angelica era più fortemente percepibile. 

Quindi direi che mi sono momentaneamente trovata in una situazione eticamente discutibile, in cui io ero estremamente forte e, volendo, avrei potuto (in via puramente ipotetica) anche fare del male ad una persona che di male ce ne stava facendo tanto. Tuttavia, non solo non era assolutamente mia intenzione usare tale forza contro quella persona, ma fui anche istantaneamente indotta ad abbandonare il mio originario impulso di affrontare il mio rivale dalla presenza immensamente più potente e protettiva di questa presenza angelica, che magneticamente mi attraeva nella sua direzione. 

Mi sono successivamente chiesta se questa esperienza non abbia in qualche modo influenzato positivamente anche questa persona, che negli anni a seguire è diventata gradualmente più malleabile, e (mi dicono) si sta anche stufando della magia nera e delle pratiche magiche in generale, almeno quelle intese dai cialtroni cui si rivolgeva. 

Ad ogni modo, durante questa modificazione del mio stato di coscienza, mi resi conto che la mano non era più nel fango, ma che stava attraversando il materasso del letto, che quel giorno condividevamo anche con nostro figlio di pochi anni. Sentivo la sua manina di bimbo addormentato appoggiata a me, ma, nel contempo, continuavo con la mano ad attraversare il materasso, sapendo che, nel momento in cui l’avessi attraversato, sarei stata libera di muovermi fuori dal corpo nella mia camera da letto. 

E questo fu infatti quello che accadde. Mi ritrovai a galleggiare nella camera da letto avvolta da una luce soffusa, e per qualche attimo tentai persino di nuotare nell’aria, godendo di quella deliziosa sensazione libertà dal corpo fisico. Ero estremamente lucida. Sapevo bene che, qualora mi fossi girata a guardare, avrei visto il mio corpo addormentato nel letto e, per la mia solita vigliaccheria, me ne guardai deliberatamente. Al contrario, galleggiai in direzione del nostro armadio a tre ante. Ecco una cosa interessante. Solo poche ore prima avevamo affannosamente cercato dei documenti importanti nell’anta centrale dell’armadio (l’unica che non conteneva solo vestiti), ma io avevo assicurato a mio marito che in quella parte dell’armadio c’erano solo i nostri più cari ricordi di famiglia: fotografie, vecchie pagelle e cartoline, ecografie e altri ricordi della gravidanza e del parto (come i nostri due braccialetti forniti in ospedale), e così via. Ebbene, in questa versione astrale dalla nostra camera da letto, le ante laterali (quelle preposte solo agli abiti) erano sostituite da mensole sulle quali erano collocate tante foto di famiglia e ricordi gioiosi. Inoltre, le foto erano diverse dal normale, poiché erano tridimensionali, e sembravano costituite dai pezzi di un puzzle: pulsavano di luce e di colore, avevano un loro spessore e si libravano tranquillamente a mezz’aria. Meraviglioso!!!! 

L’esperienza terminò con un breve contatto con il contenuto dell’armadio, dopo di che mi ritrovai sveglia nel letto. 

Ho pensato di riportare questa esperienza nei dettagli perché ritengo dimostri come, anche in un momento di grande vulnerabilità dovuta ad aggressioni di carattere meschino e materialistico, in cui il mio stesso atteggiamento era dettato da un bisogno di chiarimento con chi ci stava facendo tanto male sul piano materiale, e non certo da amore incondizionato per il nostro aggressore, l’essenza spirituale delle cose è stata quella che ha prevalso, non solo grazie ad un intervento angelico che mi ha portato istantaneamente ad abbandonare il mio progetto terreno, garantendomi un senso di amore e grande protezione, ma anche grazie alla constatazione che i bei ricordi, le istantanee di vita familiare, hanno una propria dimensione spirituale sul piano non fisico dell’esistenza, che sopravvive in astrale a oggetti materiali come armadi e vestiti, che sul piano spirituale non hanno alcun rilievo.

Il fatto che i ricordi di famiglia fossero costituiti da pezzi di puzzle mi suggerisce, a distanza di 7 anni dagli eventi, che i piccoli o grandi screzi che possono nascere in una famiglia sono dovuti spesso alla nostra peculiare natura terrena, ma ciò non pregiudica il componimento di questi dissensi e la formazione di meravigliosi segni (le foto tridimensionali pulsanti di luce e di colore) del nostro passaggio in questa dimensione fisica. 

 
[…]
 

Certo che a distanza di 7 anni sono in grado di fare considerazioni che all'epoca non erano alla mia portata. All'epoca mi sono semplicemente sentita estremamente protetta da qualcosa di soprannaturale, mi sono distolta dall'intento terreno di affrontare la persona in un modo o nell'altro, e (cosa iù importante) ho saputo apprezzare i veri doni della vita.

Riguardo all'altra persona, so che é sicuramente cresciuta, ma altro non so. Sicuramente, a seguito di questa esperienza, si é comunque andata a rafforzare in me l'idea che non possiamo intervenire in modi negativi o sbrigativi sulla vita di altre persone, non fosse altro che per dar loro uno scrollone o chiedere spiegazioni. Non possiamo intervenire nella naturale evoluzione spirituale di un'altra persona se non con le azioni di tutti i giorni e tutti conservano il proprio libero arbitrio. Altra cosa importante, visto che si parlava di magia nera, ho avuto la chiara cognizione che questa non ha alcun potere, perché siamo tutti protetti dal fatto che sotto sotto siamo scintille divine.

Il film Al di là dei sogni mi ha dato solo lo spunto per visualizzare un ipotetico territorio infernale. In realtà é un film che non condivido, e che ha ben poca attinenza con i riscontri che ho sull'Aldilà. Quindi lo considero inquietante e fuorviante.

 

 
Edited by Giulia
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20 ore fa, Freya ha scritto:

Non so cosa scriveva Fan, mi ricordo molto vagamente le sue esperienze. Quel che posso dire, riguardo una delle mie, è che probabilmente se il viaggio avviene nel piano fisico (almeno sulla terra) segue leggi differenti, specie se si tratta di un luogo lontano, e non della stanza in cui si è presenti col corpo. Una delle poche volte in cui mi è capitato di vedere un luogo reale (o quel che era un luogo reale secondo me), staccandomi, mi sono allineata con una sorta di "strada", facendomi trascinare. Mi spiego meglio: quel giorno ero andata a dormire col pensiero di passare il weekend in un posto sul mare che non conoscevo, non è che avessi pensieri particolari al riguardo, ci pensavo e basta. Staccandomi ho sentito l'urgenza di infilarmi in questo condotto, che non vedevo ma percepivo benissimo perchè lasciarmi trascinare mi dava un piacere intenso, ogni parte di me vibrava di questo piacere insolito. La strada passava in mezzo ai boschi, questo lo ricordo bene, e mi ricordo pure che la velocità con cui viaggiavo era piuttosto elevata, ma niente a che vedere con il teletrasporto tipico del viaggio astrale (in cui spesso pensi ad un luogo e sei già lì). Quindi mi sono dovuta spostare nello spazio, seppur in maniera molto veloce tramite questa linea-strada, e sono finita su una spiaggia, in cui potevo osservare l'ambiente, gli ombrelloni del bagno coi loro disegni, tutti i dettagli che poi ho scoperto essere reali al 100% due giorni dopo. Mentre guardavo questo posto senza avere la minima idea di che luogo fosse, mi sentivo trascinare ancora da questa strada, che mi stava risucchiando sotto terra. Infatti sono scesa di qualche metro sotto terra, mentre sentivo una vibrazione assordante. Il piacere si era trasformato in una sensazione orribile, come se fossi dentro un martello pneumatico. Così sono rientrata subito nel corpo. Il rientro è avvenuto immediatamente, quindi penso che nel momento in cui ci si "sveglia", a prescindere dal posto in cui si è nel piano fisico, non si debba fare la strada al contrario. La mia idea è che fosse una sorta di linea magnetica, non so trovare altre spiegazioni. Il che spiegherebbe anche perchè continuava sotto terra. 

Per quel che riguarda invece il piacere, al momento non ho spiegazioni certe, ma nel corso del tempo l'ho sperimentato varie volte, anche e soprattutto in paralisi. Ultimamente è diventato così intenso da essere ingestibile del tutto, non mi permette neanche di staccarmi. Non so se avete mai provato qualcosa di simile, mi piacerebbe saperlo e soprattutto se avete trovato qualche soluzione. La sensazione è quella di essere attraversati da tantissime piccole vibrazioni che provocano un piacere fortissimo in ogni zona del corpo, oppure concentrato in parti isolate e insopportabile. 

Ciao, Freya. Il fatto che attribuisci maggiore precisione ai viaggi sul piano fisico che non siano casa tua potrebbe essere una spiegazione. Casa mia si presenta in astrale profondamente arricchita di stanze, mobili, specchi, magari impoverita di cose che servono solo alla vita fisica. Ho visitato una volta la casa di mia nonna e la casa dove vivevamo in precedenza, oltre che il mio ufficio a 40 km da casa e un’edicola dove lavorava un mio amico, e in tutti questi casi ho visto una realtà aderente al mondo fisico.

Riguardo alle vibrazioni non ho mai sperimentato quello che capita a te. Ho notato che maggiore é l’elevatezza e misticitá dell’esperienza, minori se non assenti sono le vibrazioni.

Interessante la tua osservazione che nella visita alla struttura balneare due giorni prima di andarci tu abbia ipotizzato di aver seguito una linea magnetica. Sicuramente quel risucchio sotto terra non lo avevi cercato tu. Interessante anche come il viaggio di andata sia stato più a rilento, proprio come se tu ti lasciassi accompagnare in qualche modo anziché fiondarti direttamente a destinazione. Io ho tratto la conclusione che in realtà in queste esperienze non siamo soli, che qualcosa/qualcuno ci accompagni, ma é un’idea mia.

 

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Il 16/2/2023 at 10:08, Pandora ha scritto:

Chissà se quando ho avuto l’apparizione mentale di mia mamma mentre era in coma, poco prima che morisse, io abbia visto quel corpo astrale o come lo chiami. Chissà se questa “cosa” di cui ho fatto anche io esperienza sopravviva alla morte fisica, perché in teoria ne ho constatato l’indipendenza dal fisico anche se non sono mai andata a farci passeggiate. Chissà se allontanarsi può essere pericoloso non riuscendo più a ritrovare la strada di casa.

[CHIEDO A UN ADMIN: NON SO COME FARE MULTICITAZIONI IN UN UNICO POST QUANDO IL TEMPO CONCESSO PER LA MODIFICA É BREVISSIMO]
 

Ciao, Pandora. Ci sono un’enormità di episodi che confermano che una persona cara, al momento del trapasso, compaia in un modo o nell’altro ai propri familiari. In particolare dopo uno stato di coma il senso di riacquistata libertà deve essere super-energizzante.

Io stessa, in un’OBE, ricevetti la visita di una nostra amica di famiglia appena morta, che era in coma per un tumore al cervello, assieme a suo marito che era morto 40 giorni prima di lei. Solo il giorno dopo ricevetti da mia mamma la notizia. I due mi apparvero felici insieme, mentre mi affacciavo dalla porta di casa mia, davanti a una porta di un appartamento che nella realtà non esisteva, con una forte luce dietro di loro. Mi salutavano e mi ringraziavano perché in quei 40 giorni avevo fatto di tutto per aiutare il marito con piccoli compiti, dopo che mi aveva comunicato “Mia moglie non mi sopravviverá per molto”.

John Lerma, un medico specializzato nella cura dei malati terminali presenta le storie vere di visite angeliche e di visioni dell'altra vita narrate dai suoi pazienti, e almeno uno dei suoi libri é disponibile in italiano.

In quanto alla pericolosità di allontanarsi col nostro veicolo sottile (chiamiamolo così) questo si muove al di là dello spazio-tempo che conosciamo sul piano fisico. Nelle mie esperienze sento una sorta di elastico psicologico che mi collega al fisico e mi ricorda di tornare poi indietro, ma nelle esperienze di contatto con persone defunte (come Daniela nel 1994, o mio padre nel 2015) l’elastico non lo sento. Per me sono viaggi interiori sui piani sottili di cui noi tutti siamo parte, e non comportano alcun pericolo. Dopo 15 minuti trascorsi con mio padre mi sono ritrovata perfettamente riallineata col mio fisico nel letto.

 

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6 ore fa, Giulia ha scritto:


 

Ciao, Pandora. Ci sono un’enormità di episodi che confermano che una persona cara, al momento del trapasso, compaia in un modo o nell’altro ai propri familiari. In particolare dopo uno stato di coma il senso di riacquistata libertà deve essere super-energizzante.

Io stessa, in un’OBE, ricevetti la visita di una nostra amica di famiglia appena morta, che era in coma per un tumore al cervello, assieme a suo marito che era morto 40 giorni prima di lei. Solo il giorno dopo ricevetti da mia mamma la notizia. I due mi apparvero felici insieme, mentre mi affacciavo dalla porta di casa mia, davanti a una porta di un appartamento che nella realtà non esisteva, con una forte luce dietro di loro. Mi salutavano e mi ringraziavano perché in quei 40 giorni avevo fatto di tutto per aiutare il marito con piccoli compiti, dopo che mi aveva comunicato “Mia moglie non mi sopravviverá per molto”.

John Lerma, un medico specializzato nella cura dei malati terminali presenta le storie vere di visite angeliche e di visioni dell'altra vita narrate dai suoi pazienti, e almeno uno dei suoi libri é disponibile in italiano.

In quanto alla pericolosità di allontanarsi col nostro veicolo sottile (chiamiamolo così) questo si muove al di là dello spazio-tempo che conosciamo sul piano fisico. Nelle mie esperienze sento una sorta di elastico psicologico che mi collega al fisico e mi ricorda di tornare poi indietro, ma nelle esperienze di contatto con persone defunte (come Daniela nel 1994, o mio padre nel 2015) l’elastico non lo sento. Per me sono viaggi interiori sui piani sottili di cui noi tutti siamo parte, e non comportano alcun pericolo. Dopo 15 minuti trascorsi con mio padre mi sono ritrovata perfettamente riallineata col mio fisico nel letto.

 

A me è successa una cosa molto strana la sera che è morta, e non so se sia una Obe.

Mia mamma era (stata mandata) in coma perché le avevano improvvisamente triplicato la dose di morfina (senza nemmeno avvertirci che non si sarebbe svegliata mai più ma lasciamo stare), i medici dicevano che sarebbe stato orribile per lei svegliarla perché l’overdose l’aveva mandata in blocco renale e avrebbe sofferto troppo, sosteneva anche che non fosse certo che non percepisse niente e non ci sentisse, io ero arrabbiatissima perché l’avevano mandata in stato di incoscienza e la vedevo come un cadavere che ancora respirava mentre l’overdose la uccideva lentamente, insomma brutti momenti, le tenevo la mano pregavo e parlavo e continuavo a chiedermi quanto le arrivasse. Cosa sentisse.

Beh quella sera mi avevano costretto ad uscire a cena per staccarmi da quella situazione ossessiva, e ad un certo punto sono semi svenuta, mi sono sdraiata su una panca perché non riuscivo a stare nemmeno seduta, sarà stato lo stress o il fatto che mangiassi qualcosa dopo giorni, non riuscivo più a muovermi, ed è come se percepissi il mondo stando dentro una vasca piena d’acqua, ho come perso i sensi ma ero presente, non lucida perché la mente non afferrava i pensieri ma senziente, mi arrivavano tutti i suoni e le parole delle persone intorno ma mi era impossibile parlare o alzare un solo dito perché ero sopraffatta.

Io penso, sono convinta di essermi sovrapposta a mia mamma in quel momento, sentendo come sentiva lei, provando quello che provava lei, è come se mi avesse dato una risposta.

Più tardi andai a casa perché ero distrutta e avevo bisogno di dormire con mio fratello che mi dava il cambio, e appena appoggiai la testa sul cuscino arrivò l’apparizione fugace e definitissima come in pieno giorno, e due minuti dopo la telefonata che mi diceva di correre al suo capezzale. E’ morta quella notte.

Ho saputo dopo che mio fratello sapendo che ero stata male collassando aveva esitato per telefonarmi, ci ha pensato lei ad avvertirmi.

edit COME FARE MULTICITAZIONI IN UN UNICO POST

Se devi citare più persone cita il primo e poi clicca i “+”  accanto agli altri cita, ti comparirà un quadratino con il numero di quote accanto alla tua risposta, cliccali

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17 ore fa, Pandora ha scritto:

un certo punto sono semi svenuta, mi sono sdraiata su una panca perché non riuscivo a stare nemmeno seduta, sarà stato lo stress o il fatto che mangiassi qualcosa dopo giorni, non riuscivo più a muovermi, ed è come se percepissi il mondo stando dentro una vasca piena d’acqua, ho come perso i sensi ma ero presente, non lucida perché la mente non afferrava i pensieri ma senziente, mi arrivavano tutti i suoni e le parole delle persone intorno ma mi era impossibile parlare o alzare un solo dito perché ero sopraffatta.

Io penso, sono convinta di essermi sovrapposta a mia mamma in quel momento, sentendo come sentiva lei, provando quello che provava lei, è come se mi avesse dato una risposta.

Ciao, Pandora. La prima cosa da osservare é che durante il collasso ti trovavi in uno stato modificato di coscienza, cosa che può rendere una persona capace di captare informazioni altrimenti non ottenibili.

Leggendo quanto affermano persone uscite da un periodo di coma farmacologico, le tue percezioni sono molto simili a quelle che essi descrivono.

C’é poi da tenere conto di quanto osservato ad esempio da Barbara Brennan (1939 - 2022) autrice tra l’altro del libro “Mani di Luce”, terapeuta, psicoterapeuta e scienziata, che si è dedicata per oltre trent'anni allo studio del campo energetico umano fondando una scuola che porta il suo nome. La Brennan aveva il dono di osservare il campo energetico umano e i centri energetici chiamati chakra (parola di origine sanscrita) che si trovano nel corpo sottile e sono deputati a raccogliere, metabolizzare e rilasciare l’energia vitale che ci circonda. Dalla sua osservazione dei morenti in stato terminale, la Brennan osserva che nelle ore precedenti la morte, dei 7 centri energetici principali, avveniva una dissoluzione dei tre centri inferiori (che ci legano al piano fisico) e una significativa espansione dei quattro centri superiori, deputati ad amore/relazioni, comunicazione/ascolto, intuizione/immaginazione creativa/lucidità mentale e spiritualità/saggezza/conoscenza trascendentale.
 

Se prendiamo poi in esame i frequenti casi di “miglioria della morte”, uno stato di improvviso miglioramento, vitalità e lucidità osservato nelle ore o nei giorni antecedenti la morte finanche in persone cognitivamente compromesse come nei casi demenza, fin dai tempi di Ippocrate, di cui la scienza fatica a darsi una spiegazione, si può avere una spiegazione di come questa comunicazione tra tua mamma e te possa essere accaduta, sia durante il tuo collasso che poi la sera.

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2 ore fa, Giulia ha scritto:

Ciao, Pandora. La prima cosa da osservare é che durante il collasso ti trovavi in uno stato modificato di coscienza, cosa che può rendere una persona capace di captare informazioni altrimenti non ottenibili.

Leggendo quanto affermano persone uscite da un periodo di coma farmacologico, le tue percezioni sono molto simili a quelle che essi descrivono.

C’é poi da tenere conto di quanto osservato ad esempio da Barbara Brennan (1939 - 2022) autrice tra l’altro del libro “Mani di Luce”, terapeuta, psicoterapeuta e scienziata, che si è dedicata per oltre trent'anni allo studio del campo energetico umano fondando una scuola che porta il suo nome. La Brennan aveva il dono di osservare il campo energetico umano e i centri energetici chiamati chakra (parola di origine sanscrita) che si trovano nel corpo sottile e sono deputati a raccogliere, metabolizzare e rilasciare l’energia vitale che ci circonda. Dalla sua osservazione dei morenti in stato terminale, la Brennan osserva che nelle ore precedenti la morte, dei 7 centri energetici principali, avveniva una dissoluzione dei tre centri inferiori (che ci legano al piano fisico) e una significativa espansione dei quattro centri superiori, deputati ad amore/relazioni, comunicazione/ascolto, intuizione/immaginazione creativa/lucidità mentale e spiritualità/saggezza/conoscenza trascendentale.
 

Se prendiamo poi in esame i frequenti casi di “miglioria della morte”, uno stato di improvviso miglioramento, vitalità e lucidità osservato nelle ore o nei giorni antecedenti la morte finanche in persone cognitivamente compromesse come nei casi demenza, fin dai tempi di Ippocrate, di cui la scienza fatica a darsi una spiegazione, si può avere una spiegazione di come questa comunicazione tra tua mamma e te possa essere accaduta, sia durante il tuo collasso che poi la sera.

In casi come questo, va detto che tutto si gioca sull’esperienza PERCEPITA  da chi l’ha vissuta.

Non dico che la discriminante sia la convinzione pregressa di chi vive l’esperienza, perché è indipendente da questo quello che ci piove addosso.

Dico che è difficile portarlo al di fuori di se stessi mostrandolo a chi non era dentro il tuo film.

Eppure anche in situazioni come queste può esistere la possibilità di ottenere un riscontro nel reale.

Se per esempio quando ho visto mia mamma in un lampo, invece di dubitare di ciò che ho visto e andare a fumare una sigaretta, fossi immediatamente andata a svegliare mio papà per avvertirlo che dovevamo andare subito da lei, la telefonata successiva avrebbe dato un riscontro non solo a me, ma anche a lui, portandolo nel mio film.

Perché se a volte il problema è essere troppo creduloni

il problema è quando non lo si è abbastanza.

(ho parafrasato il cattivo di Strange days)

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7 ore fa, Pandora ha scritto:

Se per esempio quando ho visto mia mamma in un lampo, invece di dubitare di ciò che ho visto e andare a fumare una sigaretta, fossi immediatamente andata a svegliare mio papà per avvertirlo che dovevamo andare subito da lei, la telefonata successiva avrebbe dato un riscontro non solo a me, ma anche a lui, portandolo nel mio film.

Pandora, non sei la prima ne’ l’ultima a trovarti in questa situazione. Spesso i messaggi sono del tutto individuali e più spesso ancora trascurati nel momento in cui si presentano. Tu hai già fatto tutto quanto potevi in quel momento.

Ci sono tecniche per parlare con i propri cari nell’Aldilá, per trovare conforto dopo questi eventi, ma dovró trovare la sede opportuna per parlarne.

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2 ore fa, Giulia ha scritto:

Pandora, non sei la prima ne’ l’ultima a trovarti in questa situazione. Spesso i messaggi sono del tutto individuali e più spesso ancora trascurati nel momento in cui si presentano. Tu hai già fatto tutto quanto potevi in quel momento.

Ci sono tecniche per parlare con i propri cari nell’Aldilá, per trovare conforto dopo questi eventi, ma dovró trovare la sede opportuna per parlarne.

No beh se ne vuoi parlare apri un 3D, ma se è per me, non preoccuparti su questo aspetto.

Mia mamma si è già manifestata diverse volte, ma la cosa più bella è passare ancora il tempo con lei in sogno. 

 

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Il 17/2/2023 at 10:37, Giulia ha scritto:

Ho capito che non era il caso di andarsene a zonzo in astrale senza una meta precisa e solo per sfuggire alla noia o alla tristezza, perché c’era comunque il rischio di un auto-boicottaggio. Ho capito che era importante essere animata da un obiettivo preciso, e da uno stato d’animo gioioso e fiducioso.

Io da un paio d'anni cerco di avere un incontro (produttivo) con un mio amico morto. Non sono mossa da uno stato d'animo gioioso perché io ancora neanche l'ho com-presa la sua morte, vivo come se fosse fuori per lavoro, non riesco proprio a soffermarmi sul pensiero degli ultimi giorni della sua vita e la sua morte. Era una persona molto intelligente e brillante, ma aveva dei comportamenti che non condividevo per niente.

In OBE ho manifestato la volontà di incontrarlo ed è accaduto più volte e la mia volontà era quella di chiedergli dei consigli.  Quello che succede è che o mi dà dei messaggi che non capisco oppure, e questa è quello che succede più spesso, l'incontro è popolato da altre persone, che in quel momento mi sembrano defunti come lui, e la mia attenzione è catturata da loro. Per esempio, una delle prime volte l'ho visto nell'obitorio dell'ospedale (dove è in realtà morto) insieme ad altri cadaveri, vedevo quello che, in forma di simbolo,  accadeva sul suo corpo (e non so se è giusto o sbagliato considerarlo come quello che lui voleva far(mi) vedere) però di fianco c'erano gli altri cadaveri che volevano attenzione: io ero distratta da loro.

Il risultato è che io non ci capisco niente, né riesco ad avere degli spunti così, per fare riflessioni.

 

Il motivo secondo te quale può essere? Non ho accettato la sua morte e quindi parto male, con delle barriere mie; non condividevo alcuni suoi comportamenti e quindi anche qui, barriere mie. 

 

Durante gli incontri cerco di tenere a bada i pensieri per non inquinare la cosa.

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Ciao, Malia.

L’incontro in obitorio mi dá pensare appunto che tu non avessi accettato in toto il suo trapasso. In effetti tu dici che era una delle prime volte, e ci sta un’esperienza del genere, la possibilità che tu stessi esplorando il fenomeno morte anche filtrato dal tuo lutto.

Domanda: dopo la morte l’hai effettivamente visto senza vita, in obitorio o altrove? Se sí, ció avra contribuito all’accettazione del trapasso. Se no, allora c’è un motivo più radicato per il fatto che ti ritrovi in questo stato di negazione. 

Da come parli, il fatto che ti sembra sia solo al lavoro, dopo due anni, certo non aiuta.

Potresti provare a fare delle sedute di meditazione e parlargli (secondo la tecnica di Bruce Moen, che posso riportare magari in un thread a parte) chiarendo non solo quali sono le tue richieste per l’OBE, il tipo di ambientazione e privacy che desideri, ma anche magari prima chiedendo se ha qualcosa di specifico da dirti lui.

Queste informazioni potresti poi riportarle per iscritto (ció che desideri, l’ambientazione per l’incontro in OBE) e ripassarle più volte, in particolare prima di andare a dormire, in modo da non rischiare di essere distratta dal tuo obbiettivo quando sarà il momento.

É un modo di fare che mi ha molto aiutato, specialmente nel caso di un caro amico morto all’estero, la cui morte mi ha molto traumatizzata.

Adesso cerco la tecnica di Bruce.

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9 ore fa, malia ha scritto:

Io da un paio d'anni cerco di avere un incontro (produttivo) con un mio amico morto. Non sono mossa da uno stato d'animo gioioso perché io ancora neanche l'ho com-presa la sua morte, vivo come se fosse fuori per lavoro, non riesco proprio a soffermarmi sul pensiero degli ultimi giorni della sua vita e la sua morte. Era una persona molto intelligente e brillante, ma aveva dei comportamenti che non condividevo per niente.

In OBE ho manifestato la volontà di incontrarlo ed è accaduto più volte e la mia volontà era quella di chiedergli dei consigli.  Quello che succede è che o mi dà dei messaggi che non capisco oppure, e questa è quello che succede più spesso, l'incontro è popolato da altre persone, che in quel momento mi sembrano defunti come lui, e la mia attenzione è catturata da loro. Per esempio, una delle prime volte l'ho visto nell'obitorio dell'ospedale (dove è in realtà morto) insieme ad altri cadaveri, vedevo quello che, in forma di simbolo,  accadeva sul suo corpo (e non so se è giusto o sbagliato considerarlo come quello che lui voleva far(mi) vedere) però di fianco c'erano gli altri cadaveri che volevano attenzione: io ero distratta da loro.

Il risultato è che io non ci capisco niente, né riesco ad avere degli spunti così, per fare riflessioni.

 

Il motivo secondo te quale può essere? Non ho accettato la sua morte e quindi parto male, con delle barriere mie; non condividevo alcuni suoi comportamenti e quindi anche qui, barriere mie. 

 

Durante gli incontri cerco di tenere a bada i pensieri per non inquinare la cosa.

Ciao @malia. Ecco il link alla tecnica di Bruce Moen: 

 

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20 ore fa, Giulia ha scritto:

Domanda: dopo la morte l’hai effettivamente visto senza vita, in obitorio o altrove? Se sí, ció avra contribuito all’accettazione del trapasso. Se no, allora c’è un motivo più radicato per il fatto che ti ritrovi in questo stato di negazione. 

No, perchè è morto di covid nei primi mesi della pandemia, quando le misure erano strettissime, non si poteva andare in ospedale, e non c'erano funerali ''classici'', diciamo. E' stato portato dall'ospedale direttamente al cimitero una diecina di giorni dopo la morte.

Mi faceva vedere e provare (non so come) il dolore fisico che aveva provato lui quando gli avevano versato tanti cubetti di ghiaccio in testa; immagino, senza scendere in particolari macabri, che fossero un simbolo del trattamento post mortem  che aveva ricevuto. E mi chiedevo: perchè di tutto quello che aveva passato, lui mi faceva vedere il dolore provato dopo, quando in teoria il dolore fisico non lo avrebbe dovuto più sentire?

Per questo io non trovo il senso in quello che ho visto. Idee?

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33 minuti fa, malia ha scritto:

No, perchè è morto di covid nei primi mesi della pandemia, quando le misure erano strettissime, non si poteva andare in ospedale, e non c'erano funerali ''classici'', diciamo. E' stato portato dall'ospedale direttamente al cimitero una diecina di giorni dopo la morte.

Mi faceva vedere e provare (non so come) il dolore fisico che aveva provato lui quando gli avevano versato tanti cubetti di ghiaccio in testa; immagino, senza scendere in particolari macabri, che fossero un simbolo del trattamento post mortem  che aveva ricevuto. E mi chiedevo: perchè di tutto quello che aveva passato, lui mi faceva vedere il dolore provato dopo, quando in teoria il dolore fisico non lo avrebbe dovuto più sentire?

Per questo io non trovo il senso in quello che ho visto. Idee?

Date le particolari condizioni nelle quali è morto, mi viene in mente una cosa che non so se sia plausibile.

Mesi fa avevo  letto una lettera di denuncia da parte dei familiari delle vittime del covid che oltre alle contestazioni blabla delle quali il 3D non è oggetto, lamentavano un aspetto particolare della gestione dei malati, ovvero parlavano della loro enorme sofferenza e senso di impotenza per l’isolamento disperato nel quale erano morti i loro cari, che immagino sia traumatico non solo per chi lo vive direttamente, ma anche per chi vorrebbe starti accanto e non può.

La lettera prendeva in considerazione anche il fatto che i cadaveri delle persone che amavano fossero stati “disumanizzati”, in relazione al sentimento della pietas verso i defunti, trattati come pezzi di carne infetta e chiusi dentro i sacchi neri dell’immondizia.

Potrebbe essere, ti chiedo, che il tuo amico defunto sia ancora in stato di choc per la propria morte, e ti inviti a condividere il suo dolore per le condizioni in cui è avvenuta, oppure che dentro di te esista un punto ferito che inconsciamente non ha accettato che il tuo amico, la persona alla quale volevi bene, prima e dopo morto sia stato gestito con quelle modalità, riproponendoti il nodo da sciogliere sotto forma di un suo dolore fisico post mortem.. che in realtà è il tuo per non avere potuto stargli accanto/onorarlo?

Non so, forse ho detto una sciocchezza, chiedo se ti risuona plausibile.

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27 minuti fa, Pandora ha scritto:

Potrebbe essere, ti chiedo, che il tuo amico defunto sia ancora in stato di choc per la propria morte, e ti inviti a condividere il suo dolore per le condizioni in cui è avvenuta, oppure che dentro di te esista un punto ferito che inconsciamente non ha accettato che il tuo amico, la persona alla quale volevi bene, prima e dopo morto sia stato gestito con quelle modalità, riproponendoti il nodo da sciogliere sotto forma di un suo dolore fisico post mortem.. che in realtà è il tuo per non avere potuto stargli accanto/onorarlo?

Non so, forse ho detto una sciocchezza, chiedo se ti risuona plausibile.

La prima che hai detto non l'avevo presa in considerazione, però ci sta tutta.  Non avevo mai pensato a questo aspetto. Dentro di me sento che quadra, in effetti.

 

La seconda: non per me o  forse non direttamente per me: quello che mi sconvolgeva in quei giorni è che la sua famiglia non ha potuto farlo, stargli accanto, onorarlo, anche perchè erano isolati  perchè positivi e fragili, la madre in ospedale sempre per lo stesso motivo, che poi gli è sopravvissuta; non si riusciva ad abbracciare nessuno, si stava  lì nel giardino a piangere da lontano e a cercare di portare un conforto senza  un contatto fisico.

Quindi, si, c'è del mio, nella questione da sciogliere.

 

Come si fa a capire, a depurare, quello che si vede in OBE dai nostri nodi?

 

 

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20 ore fa, malia ha scritto:

No, perchè è morto di covid nei primi mesi della pandemia, quando le misure erano strettissime, non si poteva andare in ospedale, e non c'erano funerali ''classici'', diciamo. E' stato portato dall'ospedale direttamente al cimitero una diecina di giorni dopo la morte.

Ciao, Malia. Allora in base alla mia esperienza il prolungato senso di negazione della morte non é solo plausibile perché non hai visto il corpo senza vita e ti sembra che sia via da qualche parte fuori a lavorare, ma più che motivato, perché nessuno dei suoi familiari lo ha visto cadavere. In effetti, nel caso del Covid della prima ondata, la gestione della morte di questi pazienti mi fa venire in mente il concetto di vilipendio di cadavere, e mi scuso per la crudezza dell’espressione.

Adesso si spiega meglio l’OBE in obitorio, per esempio, dove la tua attenzione veniva catturata non solo da lui, ma anche da altre persone morte sicuramente di Covid, visto che, sia i pazienti vivi che i pazienti morti, venivano ghettizzati tutti assieme, mandati alla cremazione in massa anche se ció era contrario alla volontà del paziente, e trasportati almeno in un’occasione che ricordo, con camion militari per tutta Italia perché i crematori erano pieni.

I cubetti di ghiaccio potrebbero essere un elemento simbolico (se non fosse reale) perché si riferisce, qualora fosse stato post mortem, al mantenimento della temperatura corporea e al dilazionamento del processo di decomposizione. Versati sulla testa, danno anch’essi l’idea di un trattamento sbrigativo e irrispettoso della persona.

Qualora fosse stato usato in vita, per abbassare la febbre, questo trattamento con ghiaccio sulla testa non è realistico. In quel caso sembrerebbe simbolico della disumanizzazione che con il Covid é stata scelleratamente messa in pratica.

19 ore fa, Pandora ha scritto:

Potrebbe essere, ti chiedo, che il tuo amico defunto sia ancora in stato di choc per la propria morte, e ti inviti a condividere il suo dolore per le condizioni in cui è avvenuta, oppure che dentro di te esista un punto ferito che inconsciamente non ha accettato che il tuo amico, la persona alla quale volevi bene, prima e dopo morto sia stato gestito con quelle modalità, riproponendoti il nodo da sciogliere sotto forma di un suo dolore fisico post mortem.. che in realtà è il tuo per non avere potuto stargli accanto/onorarlo?

In base alla mia esperienza di incontro in OBE con defunti che erano prima in coma o gravemente debilitati per la cessazione progressiva della funzionalità dei vari organi, questi mi sono apparsi sempre istantaneamente guariti e in ottime condizioni. I problemi come quelli che descrivi mi sono capitati quando per me si trattava di un grave lutto, come nel caso di mio padre. Allora ho avuto una serie di incontri in cui gradualmente l’ho visto raggiungere il totale benessere. Ma questo lo ascrivo a un “mio” problema.

Per quanto ne so, nessuno spirito disincarnato rimane in stato di shock: se mai necessita di un periodo di riposo simile al sonno, che però avviene al di fuori del tempo lineare, quindi per noi in brevissimo tempo.

Per il resto condivido il pensiero di Pandora, che il tuo amico ti abbia proposto di condividere quel trattamento disumano che, associato al tuo senso di più che ragionevole negazione, ha creato una momentanea impasse.

Aggiungo un altro dettaglio, qualora saltasse fuori. I pazienti intubati e meccanicamente ventilati in terapia intensiva hanno probabilità di sperimentare il delirio, che é uno stato confusionale.

Come già detto, nulla di tutto ciò si protrae dopo il trapasso, che é uno stato di liberazione e felicità. Comprensibile peró, in tutte le persone che abbandonano le proprie famiglie e i propri amici in uno stato di disperazione, é un desiderio di confortarle e far sentire loro la propria vicinanza, rassicurandoli che sono pienamente guariti.

Quindi mi viene da dire che, se riesci adesso a sciogliere questo nodo, potresti essere tu la persona che, ristabiliti i contatti, potrebbe fare da tramite al tuo amico in questa dolorosa situazione.

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1 ora fa, Giulia ha scritto:

za di incontro in OBE con defunti che erano prima in coma o gravemente debilitati per la cessazione progressiva della funzionalità dei vari organi, questi mi sono apparsi sempre istantaneamente guariti e in ottime condizion

Quando “vidi” in un lampo  mia mamma poche ore prima della sua morte, effettivamente era in ottime condizioni, rispetto a come era diventato il suo corpo, però disperata. Difatti piangeva copiosamente, in piedi, luminosa e molto bella per la sua età, con le mani che stringevano le sponde del letto dove giaceva il suo corpo e con ancora addosso il camice di ospedale, mentre le lacrime le rigavano il viso, e mai l’avevo vista così.(

 

1 ora fa, Giulia ha scritto:

altre persone morte sicuramente di Covid, visto che, sia i pazienti vivi che i pazienti morti, venivano ghettizzati tutti assieme,

Questa intuizione mi colpisce, forse Malia non riesce a concentrarsi sul suo amico perché non deve concentrarsi solo su di lui, insomma potrebbe non essere un caso, infatti le vengono continuamente riproposti altri insieme a lui, come se la sua pena per il suo amico richiedesse di allargare lo sguardo della sua presa di coscienza anche di tutte quelle altre persone che hanno subito quella sorte terribile, e pensare questo, mi fa ritenere che quella sensibilità che è mancata alla popolazione in generale in preda alla paura che ha impedito di cogliere la reale portata a livello sottile di quello che stava accadendo, stia cercando dei canali attraverso persone più sensibili in grado di percepirla e che possano accogliere quel dolore.

Non so spiegare meglio quello che intendo. Forse il nodo da sciogliere potrebbe essere collettivo e non riguardare esclusivamente quella persona, se è vero che siamo tutti fratelli, tutti collegati, e che abbiamo tutti bisogno che l’ombra di quei giorni venga riscattata ritrovando la luce. Evidentemente ci sono persone nelle quali il semi della consapevolezza di “qualcosa” germogliano spontaneamente per una specie di riequilibrio collettivo o necessità di essere visto e riconosciuti. non lo so. Cavolo sarebbe una roba potente.

 

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2 ore fa, Pandora ha scritto:

Quando “vidi” in un lampo  mia mamma poche ore prima della sua morte, effettivamente era in ottime condizioni, rispetto a come era diventato il suo corpo, però disperata. Difatti piangeva copiosamente, in piedi, luminosa e molto bella per la sua età, con le mani che stringevano le sponde del letto dove giaceva il suo corpo e con ancora addosso il camice di ospedale, mentre le lacrime le rigavano il viso, e mai l’avevo vista così.

Eh, sì, Pandora. Sono ricordi preziosi da conservare. In effetti tu l'hai vista prima della morte, evidentemente in spirito, e quindi dall'aspetto guarito, ma disperata perchè probabilmente condivideva la sofferenza di chi le sarrebbe sopravvisuto, e ancora legata al corpo (sponde del letto, camice di ospedale).

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1 ora fa, Giulia ha scritto:

Eh, sì, Pandora. Sono ricordi preziosi da conservare. In effetti tu l'hai vista prima della morte, evidentemente in spirito, e quindi dall'aspetto guarito, ma disperata perchè probabilmente condivideva la sofferenza di chi le sarrebbe sopravvisuto, e ancora legata al corpo (sponde del letto, camice di ospedale).

Macché, era proprio un pianto per se stessa

Poverina ❤️

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Ne approfitto perchè vorrei altri spunti per un altro messaggio che non ho capito.

 

Sempre in Obe, avevo espresso il desiderio di incontrarlo, sempre lui, perchè volevo dei consigli su come aiutare la famiglia che a causa della sua morte era rimasta ''sola'' in condizioni complesse per una serie di motivi (la famiglia stretta sono la moglie e due figlie adolescenti di cui una affetta dalla sindrome di down).

Lo incontro (io neanche ci speravo) e ci vediamo in un posto veramente tetro, di notte (non l'avevo scelto io ma forse era la cornice del mio stato d'animo) e mi indica 3 tartarughe per terra, una grande e due piccole. Camminavano quando una delle piccole, avvicinandosi ad un buca, ci scivolava dentro e veniva ricoperta da una piccola valanga di terra che si era formata mentre scivolava (vedevo le gambette della tartaruga sotterrata muoversi, lei annaspava). Io mi precipitavo per tirarla fuori dalla buca ma lui mi fermava e mi diceva che le tartarughe sono abituate a muoversi nella terra, coperte dalla terra, anche quelle piccole e che quindi non mi dovevo preoccupare. In quel momento ho pensato: ''ok, mi fermo, del  resto se gli chiedo consiglio è perchè mi fido del suo punto di vista'';  ma mi sentivo scomoda.

Ho associato subito le tartarughe alla sua famiglia, la mamma e le due figlie. (sbaglio in questo?)

Questa sua indicazione stride con il comportamento che aveva da vivo, perchè era iperprotettivo e anzi, secondo il mio punto di vista, la sua iperprotezione a volte stroncava la libertà di espressione di moglie e figlie.

Cosa non capisco?

 

 

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52 minuti fa, malia ha scritto:

da vivo, perchè era iperprotettivo e anzi, secondo il mio punto di vista, la sua iperprotezione a volte stroncava la libertà di espressione di moglie e figlie.

Probabilmente da non vivo vede le cose in una prospettiva diversa nella quale la tartaruga piccola caduta nel fango deve cavarsela.

Data la tua preoccupazione per quella famiglia dubito che quel messaggio provenga da te.

E’ una visione spirituale molto tosta sul destino, la responsabilità personale, e una fede immensa nell’Invisibile nella quale tutto ha un senso.

- - -

Discorso terra terra mio: al di là di questo insegnamento

secondo me

se puoi fare qualcosa per aiutarle, fallo, tanto sarà comunque un lasciare che se la cavino, non potrai certo risolvergli tutti i problemi, perché nessuno può sostituirsi alla protezione che gli dava lui, neanche volendo.

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Il 27/2/2023 at 12:51, Pandora ha scritto:

Probabilmente da non vivo vede le cose in una prospettiva diversa nella quale la tartaruga piccola caduta nel fango deve cavarsela.

Data la tua preoccupazione per quella famiglia dubito che quel messaggio provenga da te.

E’ una visione spirituale molto tosta sul destino, la responsabilità personale, e una fede immensa nell’Invisibile nella quale tutto ha un senso.

- - -

Discorso terra terra mio: al di là di questo insegnamento

secondo me

se puoi fare qualcosa per aiutarle, fallo, tanto sarà comunque un lasciare che se la cavino, non potrai certo risolvergli tutti i problemi, perché nessuno può sostituirsi alla protezione che gli dava lui, neanche volendo.

Ciao, @malia ❤️ Sono d’accordo con Pandora, sia nell’individuare nelle tartarughe di terra una metafora per la sua famiglia, sia nel fatto che dall’Aldilá si ha un quadro più grande e tranquillo su come evolveranno le cose in futuro. La scelta di quella metafora spiega anche come, chi è ormai al sicuro in una consapevolezza spirituale quale quella che si acquisce dopo la morte, vede in generale il nostro vivere terreno.

Quello su cui lavorerei, visto che mi sembra che tu sia già riuscita ad ottenere tanto per quanto riguarda il contatto con il tuo amico, é l’ambientazione tetra che descrivi, che mi pare venire dalla recente separazione sul piano fisico e che, una volta superata, potrá regalarti squarci più ampi di contatto e conoscenza. Il tuo atteggiamento di apertura e accettazione circa quello che lui ti comunica mi pare proprio quello giusto per proseguire questo vostro discorso.

Sul piano pratico, mi sembra che @Pandora abbia già detto tutto. D’altro canto non è detto che con comunicazioni successive tu non possa portare anche conforto a questa famiglia, ammesso che (fatto non scontato) la moglie accetti questo genere di informazioni.

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Cameo.

Mi ha colpito il fatto che la famiglia dell’amico di Malia venisse rappresentata da tartarughe, perché quando andavo all’universita’ un mio caro amico mi raccontò di avere sognato due piccole tartarughe andare verso di lui, dicendo che sentiva che questo sogno gli mostrava che stava per diventare padre.

Nemmeno a dirlo, un mese dopo lui e la sua fidanzata rimasero “incinti”, di due gemelli, neanche a dirlo.

Non so in quale cultura o mito le tartarughe rappresentino i bambini, trovo veramente interessante questo ricorso alla stessa simbologia, forse attinge ad una coscienza collettiva ancestrale

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  • 1 month later...

In questo momento non sono Pandora ma UAAS, utente anonima abbastanza sconcertata:

Buongiorno a tutti e complimenti per il forum, (yeeeh) vorrei raccontare una mia recente esperienza che vorrei capire come collocare (che nome darle) secondo la letteratura di riferimento rispetto alla quale confesso la piu grande ignoranza. 

Niente vibrazioni paralisi o sforzi di volontà tipici, ho semplicemente sognato di essere in un certo luogo e dire e fare cose con delle persone, alcune delle quali hanno riferito di avere sognato lo stesso luogo con le stesse persone (ci siamo percepiti tra noantri) e fare e dire le stesse cose con dettagli inquietanti per la precisione. 

Un fenomeno simile come potrebbe essere chiamato? Telepatia di gruppo? Sogno di gruppo? Viaggio astrale di gruppo? 

E se fosse un viaggio astrale, o una Oobe, che nemmeno so se siano la stessa cosa, come mai manca tutto il cerimoniale a corredo tipo paralisi eccetera? 

Grazie in anticipo per la risposta 

Vostra Uaaas

 

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13 minuti fa, Pandora ha scritto:

In questo momento non sono Pandora ma UAAS, utente anonima abbastanza sconcertata:

Buongiorno a tutti e complimenti per il forum, (yeeeh) vorrei raccontare una mia recente esperienza che vorrei capire come collocare (che nome darle) secondo la letteratura di riferimento rispetto alla quale confesso la piu grande ignoranza. 

Niente vibrazioni paralisi o sforzi di volontà tipici, ho semplicemente sognato di essere in un certo luogo e dire e fare cose con delle persone, alcune delle quali hanno riferito di avere sognato lo stesso luogo con le stesse persone (ci siamo percepiti tra noantri) e fare e dire le stesse cose con dettagli inquietanti per la precisione. 

Un fenomeno simile come potrebbe essere chiamato? Telepatia di gruppo? Sogno di gruppo? Viaggio astrale di gruppo? 

E se fosse un viaggio astrale, o una Oobe, che nemmeno so se siano la stessa cosa, come mai manca tutto il cerimoniale a corredo tipo paralisi eccetera? 

Grazie in anticipo per la risposta 

Vostra Uaaas

 

A occhio mi sembra un’allucinazione collettiva. 

  • Alien 1
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