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[Di questa esperienza potrei aver parlato nel vecchio forum]
 

Tra il 1997 e il 1998 mi é capitato che mentre stavo dormendo avvertii la presenza di una persona in corridoio. Mi resi conto di essere sveglia ma nel corpo astrale.

Mi alzai e mi avviai in corridoio per vedere cosa stava succedendo. Con mia enorme sorpresa mi ritrovai davanti una mia congiunta (che chiamerò Lucia) che all’epoca dei fatti aveva venticinque anni, undici meno di me, e viveva – come vive tutt’ora – a circa 800 km da dove vivo io. Quello che però appariva strano era che Lucia dimostrava circa dieci anni in più della propria età. Aveva i capelli più lunghi di come ero abituata a vederla, ed erano di una tonalità leggermente più chiara (biondo, anziché biondo scuro). Era vestita in modo fine ed elegante, come se il suo tenore di vita fosse decisamente elevato (all'epoca dei fatti vestiva in modo casual, essendo ancora una studentessa che viveva con i genitori).  Compresi che Lucia mi stava facendo visita dal futuro e decisi prontamente di chiederle delle informazioni. Per prima cosa le chiesi di mio marito, se stava bene, perché all’epoca attraversava una delicata situazione di salute. Lei mi rassicurò. Poi le chiesi se si era sposata (all'epoca dei fatti non mi risultava avere impegni sentimentali). Mi disse che sì, certo, si era sposata, e mi disse anche il nome di suo marito, usando un diminutivo particolare. Ma io notai nel contempo uno sguardo triste nei suoi occhi, nonostante il decisivo benessere economico di cui pareva godere. Mi disse una frase del tipo: «Non ne è valsa la pena». Intuii che questo aveva in qualche modo a che fare con il suo tenore di vita.

Poi l'esperienza finì e mi svegliai. L'indomani mi precipitai a telefonare a Lucia per raccontarle la mia esperienza (eravamo molto legate e ci sentivamo anche più volte al giorno anche se, vivendo a una notevole distanza l’una dall’altra, io non sapevo delle sue amicizie più recenti), ma, per non condizionarla negativamente, non le parlai della parte brutta dell'esperienza, della sua tristezza, della sua sensazione che non ne fosse valsa la pena. Con grande stupore scoprii che da pochissimo aveva cominciato a frequentare un ragazzo. Il nome del ragazzo era diverso dal diminutivo, ma Lucia meravigliatissima mi disse che il nome con il quale lo avevo sentito chiamare nella mia OBE era quello con cui fin da piccolo era chiamato in casa dai suoi (genitori e fratelli) anche se nessun altro lo chiamava così. La meraviglia fu naturalmente reciproca. L'esperienza venne accantonata per un po', anche a titolo di scaramanzia, sebbene io continuassi ogni tanto a pensarci con una certa trepidazione, per quella frase «Non ne è valsa la pena». In particolare sapevo che Lucia teneva moltissimo ad avere dei bambini, ma una diagnosi relativa a diverse problematiche sembrava segnarla in senso negativo.

Tre anni e mezzo dopo questa OBE Lucia e il suo ragazzo si sposarono. Lui aveva avuto modo di vagliare varie opportunità di lavoro, e aveva optato alla fine per un impiego da capocontabile, con molte ore di lavoro al giorno e uno stipendio modesto. Lucia invece si dedicava anima e corpo a superare i problemi che le impedivano di avere figli.

Il loro tenore di vita non era quello che avevo visto nella mia OBE. Intanto, con l'avvicinarsi della scadenza dei 10 anni, mi rendevo conto, ricevendo delle foto via e-mail, che Lucia portava i capelli decisamente più lunghi e che li aveva schiariti di un paio di toni.  Dopo lunghe traversie su cui non sto a dilungarmi nacque, pochi anni prima dello scadere della data temuta, la prima bambina, che rese felicissimi Lucia e suo marito, seguita a ruota da un fratellino. Ora, a distanza di venticinque anni dalla mia esperienza, sono una famiglia felice di 4 persone, ma non hanno certamente il tenore di vita che avevo intuito dalla mia OBE.

Conclusioni? Decisamente l'OBE rispecchiava fedelmente una serie di fattori chiave (in particolare il matrimonio con una persona specifica, la salute di mio marito) e altri fattori meno importanti (taglio e colore dei capelli di Lucia), ma una variabile non era stata confermata: il tenore di vita. Sembrerebbe che la scelta del lavoro di lui e la decisione di Lucia di dedicarsi anima e corpo alla famiglia abbiano costituito la variabile che ha scongiurato lo scenario da me visto, quello per il quale "non ne era valsa la pena".

Che dire? Questa esperienza sembra confermare che, anche se alcuni fatti importanti sembrano già segnati (come in questo caso l’incontro con l’anima gemella), noi godiamo del libero arbitrio e che possiamo occasionalmente, dal QUI e ORA, affacciarci alla finestra del tempo non lineare e dare una sbirciatina alle nostre "probabilità". Questo si evince anche da tante persone che hanno avuto un'esperienza di premorte, hanno visto il futuro dei propri cari senza di loro e hanno deciso di tornare dall’Aldilà per modificare quel futuro.

 

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Ciao. Bellissimo racconto.

La tua esperienza mi ha fatto pensare al paradosso temporale dei viaggi nel tempo. Se la vera Lucia, nella vera linea temporale che ha percorso, non ha mai avuto un alto tenore di vita, allora chi era la Lucia benestante che ti era venuta a trovare?

Inoltre se ho capito bene tu le hai taciuto la sua futura benestante infelicita’. Quindi non l’hai condizionata sul suo futuro affinché conoscendolo lo evitasse. Allora quale fattore è intervenuto per sottrarla all ineluttabile infelicita’?

Volevo capire che tipo di morale si estrae: tu sei solo stata spettatrice di un suo futuro che poteva essere peggiore e invece l’hai vista sudare per realizzare i suoi veri sogni? Sei sicura di non averla incoraggiata anche un pochino?

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È un'esperienza davvero particolare. 

Ho due teorie: o era una proiezione dal futuro, ma il solo pensarci mi fa andare in tilt il cervello, oppure una rappresentazione mentale che la tua amica si stava facendo, in quel momento, del suo futuro col tizio appena conosciuto, e che ti ha mostrato in obe.

 

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Il 13/2/2023 at 19:27, Pandora ha scritto:

Ciao. Bellissimo racconto.

La tua esperienza mi ha fatto pensare al paradosso temporale dei viaggi nel tempo. Se la vera Lucia, nella vera linea temporale che ha percorso, non ha mai avuto un alto tenore di vita, allora chi era la Lucia benestante che ti era venuta a trovare?

Inoltre se ho capito bene tu le hai taciuto la sua futura benestante infelicita’. Quindi non l’hai condizionata sul suo futuro affinché conoscendolo lo evitasse. Allora quale fattore è intervenuto per sottrarla all ineluttabile infelicita’?

Volevo capire che tipo di morale si estrae: tu sei solo stata spettatrice di un suo futuro che poteva essere peggiore e invece l’hai vista sudare per realizzare i suoi veri sogni? Sei sicura di non averla incoraggiata anche un pochino?

Ciao, Pandora. In base alle varie esperienze che ho avuto in OBE e che comportassero precognizione circa il futuro, io ho incontrato la vera Lucia, anche in considerazione dei nostri strettissimi rapporti. Tuttavia ho notato dalle mie varie esperienze che, più vicini sono nel tempo i fatti relativi a una precognizione, più aderente alla realtà dei fatti è la precognizione stessa, come se il futuro più lontano avesse maggiore fluidità. Potrebbe essere che fatti cruciali, come la persona del suo futuro marito e la salute di mio marito, e fatti scontati, come il taglio e il colore dei capelli, fossero  segnati da scelte messesi già in moto in una dimensione spirituale, mentre altri, ancora non determinatisi, dipendessero dalle scelte dei due. 

Per rispondere alla tua domanda, non solo mi sono guardata bene dall'informare Lucia sul finale che avevo visto, ma non ho mai interferito in alcun modo nelle scelte della coppia, anche perchè non erano affar mio. 

Il 13/2/2023 at 20:25, Freya ha scritto:

È un'esperienza davvero particolare. 

Ho due teorie: o era una proiezione dal futuro, ma il solo pensarci mi fa andare in tilt il cervello, oppure una rappresentazione mentale che la tua amica si stava facendo, in quel momento, del suo futuro col tizio appena conosciuto, e che ti ha mostrato in obe.

 

Ciao, Freya, come dicevo sopra, secondo me era una proiezione nel futuro, ma si trattava di un futuro che non riguardava solo me (come per esempio la salute di mio marito cui io contribuisco attivamente) ma anche il futuro di altre persone che, come dicevo, poteva essere in parte già segnato per via di scelte fatte sul piano spirituale, e, più in là nel tempo essere più fluido, perchè dipendente da precise scelte dei due, nelle quali non ho minimamente interferito.

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Le mie esperienze più significative di OBE e viaggi astrali sono tutte esplorative. Non ho memoria di aver incontrato persone o personaggi particolari. 

Durante una di queste ho visto il soggiorno di una persona che non conoscevo se non virtualmente, e la descrizione, almeno a quanto mi è stato poi riferito da questa persona, coincideva. 

Le altre, posteriori, sono tutte il frutto di una tecnica per uscire dal corpo che ho imparato quando ho capito come gestire le paralisi, ma vorrei precisare che senza la paralisi come condizione preesistente io non riesco a staccarmi volontariamente. 

La tecnica consiste nel lanciarsi, letteralmente, fuori dal corpo. Siccome per farlo accumulo una discreta quantità di energia, non è insolito che il lancio mi porti in luoghi astrusi. In uno di questi lanci mi sono sparata dentro un posto assurdo, che somigliava moltissimo a una sorta di nebulosa rossiccia. Attraversai questo ambiente insolito e mano a mano perdevo la spinta, finchè non atterrai su un disco metallico, che sembrava proprio un classico ufo, della grandezza di 3 metri circa. La sensazione era esattamente quella che si può avere atterrando su una superficie metallica. Non avevo delle belle sensazioni, quindi decisi di andarmene subito, usando il disco come base per spingermi di nuovo. Con mia grande sorpresa, uscita da questa nube entrai in un luogo del tutto diverso, pieno di luce, anzi, pieno di tantissime luci:  erano sfere luminose abbastanza piccole all'interno di un immenso spazio nero. Sarei rimasta a lungo, se avessi potuto galleggiare o volare, ma inevitabilmente stavo di nuovo perdendo la spinta. Subito dopo piombai dentro il corpo e mi "svegliai". 

In un'altra, sempre in modalità razzo sparato, attraversai una porzione di universo molto ampia, non so dire come. Ad un certo punto mi ritrovai in quello che secondo me era il limite del nostro universo, nel senso che in questa esperienza io sapevo di essere arrivata fin lì. Ma sapevo anche che oltre questo limite c'era un altro universo, di natura superiore, differente, e che esisteva una zona di passaggio, un luogo intermedio fra i due universi. Decisi quindi di andare in questo luogo intermedio, e da lì mi voltai a contemplare questo universo, che da quella distanza mi sembrava un enorme ammasso disomogeneo di materia, in continua evoluzione ed espansione, dalla forma leggermente allungata. Non so dire cosa ho provato, era una sensazione che non ho mai più provato, come una specie di tenerezza. 

Nella terza esperienza che voglio condividere, appena giunta la paralisi, decisi di gettarmi fuori dal corpo ma questa volta con un intento molto particolare e anche abbastanza presuntuoso. Decisi che volevo arrivare ad osservare Dio. Dopo il lancio mi ritrovai in uno spazio completamente nero, e pensai che qualcosa non avesse funzionato. Mi guardavo intorno e non c'era niente, poi alzai lo sguardo e vidi un cerchio luminoso bianchissimo. Tant'è che pensai di stare osservando la luna e pensai "ma pensa te, volevo vedere Dio e sto guardando la luna, vabbè sarà per un'altra volta". Però più mi avvicinavo a questo cerchio e più mi rendevo conto che non era affatto la luna, era un buco. Arrivai al limite di questo buco bianco, e mi accorsi di non poter proseguire oltre, perchè avevo la netta sensazione che per attraversarlo dovevo morire definitivamente. Così tornai indietro e mi svegliai. 

Ci tengo a precisare che nessuna di queste esperienze era un sogno. Ero assolutamente consapevole, potevo controllare i miei movimenti e la mia attenzione, quindi o sono esperienze reali oppure sono allucinazioni. 

 

Edited by Freya
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Riflettevo su cosa fosse significativo per me; in passato avrei detto i miei sogni perchè in parte li decifro, poi ho riscontri, ecc, tutte quelle che cose che dici: toh, l'avevo pre-visto, ma che poi, personalmente non mi servono (e non mi sono mai serviti) a niente (e manco agli altri, perchè quelle poche volte che ho avuto il coraggio di condiverli, il risultato è stato quello di gettare le persone nel panico); forse mi hanno aiutato a vedere meglio delle cose che non riuscivo a vedere con altri occhi; ma da qui a farne un monumento, no.

 Le OBE: ogni volta è un viaggio diverso che mi segna; ricordo i posti che vedo come se fosse vita mia, meglio della vita mia, ho sentimenti legati a quelle esperienze, proprio nel cuore, e poi è come se si impregnasse la stanza in cui le vivo di qualcosa che mi dà calore. Un legame, una necessità. E' più  significativo, per me,  come un nutrimento che come utilità per qualcosa.

Edited by malia
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3 ore fa, Freya ha scritto:

 

Le altre, posteriori, sono tutte il frutto di una tecnica per uscire dal corpo che ho imparato quando ho capito come gestire le paralisi, ma vorrei precisare che senza la paralisi come condizione preesistente io non riesco a staccarmi volontariamente. 

La tecnica consiste nel lanciarsi, letteralmente, fuori dal corpo. Siccome per farlo accumulo una discreta quantità di energia, non è insolito che il lancio mi porti in luoghi astrusi. In uno di questi lanci mi sono sparata dentro un posto assurdo

Stavo per chiedere cosa siano queste OBE, ma se sono collegate alla paralisi del sonno,  io le vivo malissimo, mi terrorizza perché ho il terrore di non riuscire più a riprendere governo del mio corpo.

Ricordo solo una volta di essere uscita, andavo ancora al liceo e di pomeriggio mi ero addormentata sul divano in sala, mi sono svegliata galleggiando in posizione fetale a un metro e mezzo da terra, decidendo di tornare subito nel corpo.

La maggior parte delle volte comunque, mi sveglio nel letto e mi siedo, oppure muovo un braccio, fino a quando mi rendo conto che il braccio fisico è ancora giu’, e il braccio “spirituale” invece ha obbedito ai miei comandi.

Non so se sia questa la OBE ma penso di si. Non ho cose eclatanti da raccontare tranne la difficoltà che provo a riprendere me stessa durante la paralisi.

Per questo motivo la vivo con ansia.

Ricordo una volta in cui mia mamma venne a svegliarmi aprendo le tapparelle e dicendomi delle cose, mi ero messa seduta sul letto cercando di risponderle e di alzarmi, ma il mio corpo fisico era ancora sdraiato e addormentato, e ci volle in po’ prima di riuscire a rientrare.

Sono queste le OBE? Voi come fate a tornare?

 

 

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2 ore fa, Pandora ha scritto:

Stavo per chiedere cosa siano queste OBE, ma se sono collegate alla paralisi del sonno,  io le vivo malissimo, mi terrorizza perché ho il terrore di non riuscire più a riprendere governo del mio corpo.

Ricordo solo una volta di essere uscita, andavo ancora al liceo e di pomeriggio mi ero addormentata sul divano in sala, mi sono svegliata galleggiando in posizione fetale a un metro e mezzo da terra, decidendo di tornare subito nel corpo.

La maggior parte delle volte comunque, mi sveglio nel letto e mi siedo, oppure muovo un braccio, fino a quando mi rendo conto che il braccio fisico è ancora giu’, e il braccio “spirituale” invece ha obbedito ai miei comandi.

Non so se sia questa la OBE ma penso di si. Non ho cose eclatanti da raccontare tranne la difficoltà che provo a riprendere me stessa durante la paralisi.

Per questo motivo la vivo con ansia.

Ricordo una volta in cui mia mamma venne a svegliarmi aprendo le tapparelle e dicendomi delle cose, mi ero messa seduta sul letto cercando di risponderle e di alzarmi, ma il mio corpo fisico era ancora sdraiato e addormentato, e ci volle in po’ prima di riuscire a rientrare.

Sono queste le OBE? Voi come fate a tornare?

 

 

Sì, sono esperienze extracorporee.  Non è inusuale che si stacchi solo una parte del corpo sottile, ad esempio solo la parte superiore. Anche a me è capitato. Personalmente ritengo che quando succede questo si stia staccando il corpo eterico, cioè l'involucro più prossimo a quello fisico. Se ne può anche sentire la pesantezza e ci mette un po' di tempo a riallinearsi perfettamente al rientro. Le paralisi al rientro infatti durano molto. Io ad esempio quando mi butto fuori non lo faccio mediante il corpo eterico. Mi concentro sui chakra superiori ed esco da lì (come se uscissi dalla testa), senza avere una forma definita. Il rientro e il distacco sono molto più semplici così, almeno per me. 

Comunque è impossibile non riprendere il controllo del corpo fisico. Dovrebbe sopraggiungere la morte perché succeda. Ma prima o poi accade inevitabilmente, quindi meglio provare prima. Ti ho messo allegria vero?

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14 ore fa, Freya ha scritto:

Le mie esperienze più significative di OBE e viaggi astrali sono tutte esplorative. Non ho memoria di aver incontrato persone o personaggi particolari. 

Durante una di queste ho visto il soggiorno di una persona che non conoscevo se non virtualmente, e la descrizione, almeno a quanto mi è stato poi riferito da questa persona, coincideva. 

Le altre, posteriori, sono tutte il frutto di una tecnica per uscire dal corpo che ho imparato quando ho capito come gestire le paralisi, ma vorrei precisare che senza la paralisi come condizione preesistente io non riesco a staccarmi volontariamente. 

La tecnica consiste nel lanciarsi, letteralmente, fuori dal corpo. Siccome per farlo accumulo una discreta quantità di energia, non è insolito che il lancio mi porti in luoghi astrusi. In uno di questi lanci mi sono sparata dentro un posto assurdo, che somigliava moltissimo a una sorta di nebulosa rossiccia. Attraversai questo ambiente insolito e mano a mano perdevo la spinta, finchè non atterrai su un disco metallico, che sembrava proprio un classico ufo, della grandezza di 3 metri circa. La sensazione era esattamente quella che si può avere atterrando su una superficie metallica. Non avevo delle belle sensazioni, quindi decisi di andarmene subito, usando il disco come base per spingermi di nuovo. Con mia grande sorpresa, uscita da questa nube entrai in un luogo del tutto diverso, pieno di luce, anzi, pieno di tantissime luci:  erano sfere luminose abbastanza piccole all'interno di un immenso spazio nero. Sarei rimasta a lungo, se avessi potuto galleggiare o volare, ma inevitabilmente stavo di nuovo perdendo la spinta. Subito dopo piombai dentro il corpo e mi "svegliai". 

In un'altra, sempre in modalità razzo sparato, attraversai una porzione di universo molto ampia, non so dire come. Ad un certo punto mi ritrovai in quello che secondo me era il limite del nostro universo, nel senso che in questa esperienza io sapevo di essere arrivata fin lì. Ma sapevo anche che oltre questo limite c'era un altro universo, di natura superiore, differente, e che esisteva una zona di passaggio, un luogo intermedio fra i due universi. Decisi quindi di andare in questo luogo intermedio, e da lì mi voltai a contemplare questo universo, che da quella distanza mi sembrava un enorme ammasso disomogeneo di materia, in continua evoluzione ed espansione, dalla forma leggermente allungata. Non so dire cosa ho provato, era una sensazione che non ho mai più provato, come una specie di tenerezza. 

Nella terza esperienza che voglio condividere, appena giunta la paralisi, decisi di gettarmi fuori dal corpo ma questa volta con un intento molto particolare e anche abbastanza presuntuoso. Decisi che volevo arrivare ad osservare Dio. Dopo il lancio mi ritrovai in uno spazio completamente nero, e pensai che qualcosa non avesse funzionato. Mi guardavo intorno e non c'era niente, poi alzai lo sguardo e vidi un cerchio luminoso bianchissimo. Tant'è che pensai di stare osservando la luna e pensai "ma pensa te, volevo vedere Dio e sto guardando la luna, vabbè sarà per un'altra volta". Però più mi avvicinavo a questo cerchio e più mi rendevo conto che non era affatto la luna, era un buco. Arrivai al limite di questo buco bianco, e mi accorsi di non poter proseguire oltre, perchè avevo la netta sensazione che per attraversarlo dovevo morire definitivamente. Così tornai indietro e mi svegliai. 

Ci tengo a precisare che nessuna di queste esperienze era un sogno. Ero assolutamente consapevole, potevo controllare i miei movimenti e la mia attenzione, quindi o sono esperienze reali oppure sono allucinazioni. 

 

Ciao, Freya. Sono molto colpita dalle tue due esperienze, quella ai limiti del nostro universo, in cui voltandoti a guardarlo hai provato un senso di tenerezza, e quello in cui hai voluto vedere Dio, in cui compaiono diversi elementi delle esperienze di premorte, come il buio prima, poi il disco luminoso e infine la barriera per cui si ha la sensazione che procedendo oltre si muore.

Per entrambe queste esperienze, potresti trovare interessante cimentarti nella valutazione della Scala di Greyson sulle NDE, di cui trovi la versione italiana nella Tavola 2 di questo articolo: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2018.00045/full

14 ore fa, malia ha scritto:

Riflettevo su cosa fosse significativo per me; in passato avrei detto i miei sogni perchè in parte li decifro, poi ho riscontri, ecc, tutte quelle che cose che dici: toh, l'avevo pre-visto, ma che poi, personalmente non mi servono (e non mi sono mai serviti) a niente (e manco agli altri, perchè quelle poche volte che ho avuto il coraggio di condiverli, il risultato è stato quello di gettare le persone nel panico); forse mi hanno aiutato a vedere meglio delle cose che non riuscivo a vedere con altri occhi; ma da qui a farne un monumento, no.

 Le OBE: ogni volta è un viaggio diverso che mi segna; ricordo i posti che vedo come se fosse vita mia, meglio della vita mia, ho sentimenti legati a quelle esperienze, proprio nel cuore, e poi è come se si impregnasse la stanza in cui le vivo di qualcosa che mi dà calore. Un legame, una necessità. E' più  significativo, per me,  come un nutrimento che come utilità per qualcosa.

Mi piace molto questo concetto, Malia, su come senti le OBE. A parer mio ci possono portare su un piano molto più spirituale di quello che percepiamo nella vita di veglia, più intenso e nostro, da cui la sensazione di nutrimento e calore. 

 

11 ore fa, Pandora ha scritto:

Stavo per chiedere cosa siano queste OBE, ma se sono collegate alla paralisi del sonno,  io le vivo malissimo, mi terrorizza perché ho il terrore di non riuscire più a riprendere governo del mio corpo.

Ricordo solo una volta di essere uscita, andavo ancora al liceo e di pomeriggio mi ero addormentata sul divano in sala, mi sono svegliata galleggiando in posizione fetale a un metro e mezzo da terra, decidendo di tornare subito nel corpo.

La maggior parte delle volte comunque, mi sveglio nel letto e mi siedo, oppure muovo un braccio, fino a quando mi rendo conto che il braccio fisico è ancora giu’, e il braccio “spirituale” invece ha obbedito ai miei comandi.

Non so se sia questa la OBE ma penso di si. Non ho cose eclatanti da raccontare tranne la difficoltà che provo a riprendere me stessa durante la paralisi.

Per questo motivo la vivo con ansia.

Ricordo una volta in cui mia mamma venne a svegliarmi aprendo le tapparelle e dicendomi delle cose, mi ero messa seduta sul letto cercando di risponderle e di alzarmi, ma il mio corpo fisico era ancora sdraiato e addormentato, e ci volle in po’ prima di riuscire a rientrare.

Sono queste le OBE? Voi come fate a tornare?

 

 

Ciao, Pandora. Io ho vissuto passivamente le paralisi del sonno per una quindicina d’anni, prima di rendermi conto che costituivano il perfetto trampolino di lancio per le OBE. Le paralisi sono collegate al sonno REM, fase in cui quasi tutti i muscoli, ad accezione di quelli che ci tengono in vita, sono paralizzati, per impedirci di mimare con il corpo le azioni del sogno e metterci in pericolo. La differenza nel nostro caso sta nel fatto che durante il sonno REM la nostra mente si sveglia, facendoci avvertire la paralisi (e nel mio caso quasi sempre le vibrazioni, tranne che negli episodi più spirituali che ho avuto, come l’incontro con persone defunte, incluso mio padre).

Ho notato che fin tanto che queste paralisi vengono vissute passivamente, c’è una sensazione spiacevole, finanche di terrore. Nel mio caso mi sono resa conto che, quando il mio corpo dormiva e nel contempo la mia mente era sveglia, ero libera di spostarmi dal piano fisico a quello astrale, e la prima volta che me ne accorsi fu proprio perché alla paralisi e alla vibrazione sentii gambe e braccia che “mi volavano via”. Ho notato che sul piano astrale per me la realtà è molto più fluida e arricchita. Per esempio, quando facevo i primi esperimenti nel mio monolocale di Lodi, mi aggiravo per la casa e, affacciandomi alla finestra, invece di vedere la fila dei garage separati da una strada in cemento, ho visto un parco bellissimo con una fontana e una vegetazione lussureggiante. In un altro caso, sempre a Lodi, la mia poltrona letto verde e blu mi apparve come un comodissimo divano semicircolare, con una vivida luce per quanto fosse notte. 
 

Un’altra cosa che mi piaceva fare, quando gironzolavo per casa fuori dal corpo, era specchiarmi in specchi astrali. Nei primi tempi, quando non avevo ancora il controllo della tecnica, e inoltre vivevo weekend solitari perché Lodi era a 40 km dal mio posto di lavoro, mi vedevo con un viso emaciato, a volte con dei cerotti sul viso, e i capelli arruffati. Col passare degli anni la mia immagine allo specchio é andata migliorando sempre di più, e mi vedevo addirittura ringiovanita, fatto che attribuisco alla saggezza maturata.

Anch’io ho avuto paura di rimanere chiusa fuori dal corpo, per molti anni, fino a quando ho letto la teoria di William Buhlman, che descrive questi come viaggi “all’interno” del nostro mondo spirituale, anche se la percezione é quella di “uscire fuori”. Mi sono definitivamente tranquillizzata quando un mio viaggio é stato interrotto bruscamente da una telefonata e sono istantaneamente rientrata nel corpo. 
 

In pochissimi casi di carattere mistico per me ho momentaneamente perso la cognizione che quello non era il mio habitat naturale e che dovevo tornare al mio corpo, ma mi é bastato pensarlo per riallinearmi ad esso.

8 ore fa, Freya ha scritto:

Sì, sono esperienze extracorporee.  Non è inusuale che si stacchi solo una parte del corpo sottile, ad esempio solo la parte superiore. Anche a me è capitato. Personalmente ritengo che quando succede questo si stia staccando il corpo eterico, cioè l'involucro più prossimo a quello fisico. Se ne può anche sentire la pesantezza e ci mette un po' di tempo a riallinearsi perfettamente al rientro. Le paralisi al rientro infatti durano molto. Io ad esempio quando mi butto fuori non lo faccio mediante il corpo eterico. Mi concentro sui chakra superiori ed esco da lì (come se uscissi dalla testa), senza avere una forma definita. Il rientro e il distacco sono molto più semplici così, almeno per me. 

Comunque è impossibile non riprendere il controllo del corpo fisico. Dovrebbe sopraggiungere la morte perché succeda. Ma prima o poi accade inevitabilmente, quindi meglio provare prima. Ti ho messo allegria vero?

Ciao, Freya. Io mi sono fatta un’idea leggermente diversa. Ovvero che esista un corpo eterico, che percepisce la realtà fisica in modo perfettamente aderente alla realtà fisica nei minimi particolari, come capita a chi ha un’esperienza di premorte ed é in grado di descrivere con la massima precisione cosa capita per esempio intorno al proprio corpo inanimato, oggetti, strumenti, discorsi ecc. Alcuni ricercatori dicono che sopravviva per circa tre giorni alla morte del corpo fisico. E poi il corpo astrale, che esiste su un piano più fluido, come lo descrivevo sopra.

Io non ho mai avuto esperienze con il corpo eterico, ragion per cui non ho mai collaborato a quei test in cui bisognava in OBE leggere un cartello o dei numeri. Non escludo che altre persone possano viaggiare con il corpo eterico. Per il momento mi sono solo imbattuta in casi in cui esistesse un effettivo pericolo di vita oppure in quei casi in cui un soggetto venga abusato o torturato, e si stacchi automaticamente dal corpo fisico osservando i fatti a distanza.

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Il 13/2/2023 at 16:06, Giulia ha scritto:

[Di questa esperienza potrei aver parlato nel vecchio forum]
 

Tra il 1997 e il 1998 mi é capitato che mentre stavo dormendo avvertii la presenza di una persona in corridoio. Mi resi conto di essere sveglia ma nel corpo astrale.

Mi alzai e mi avviai in corridoio per vedere cosa stava succedendo. Con mia enorme sorpresa mi ritrovai davanti una mia congiunta (che chiamerò Lucia) che all’epoca dei fatti aveva venticinque anni, undici meno di me, e viveva – come vive tutt’ora – a circa 800 km da dove vivo io. Quello che però appariva strano era che Lucia dimostrava circa dieci anni in più della propria età. Aveva i capelli più lunghi di come ero abituata a vederla, ed erano di una tonalità leggermente più chiara (biondo, anziché biondo scuro). Era vestita in modo fine ed elegante, come se il suo tenore di vita fosse decisamente elevato (all'epoca dei fatti vestiva in modo casual, essendo ancora una studentessa che viveva con i genitori).  Compresi che Lucia mi stava facendo visita dal futuro e decisi prontamente di chiederle delle informazioni. Per prima cosa le chiesi di mio marito, se stava bene, perché all’epoca attraversava una delicata situazione di salute. Lei mi rassicurò. Poi le chiesi se si era sposata (all'epoca dei fatti non mi risultava avere impegni sentimentali). Mi disse che sì, certo, si era sposata, e mi disse anche il nome di suo marito, usando un diminutivo particolare. Ma io notai nel contempo uno sguardo triste nei suoi occhi, nonostante il decisivo benessere economico di cui pareva godere. Mi disse una frase del tipo: «Non ne è valsa la pena». Intuii che questo aveva in qualche modo a che fare con il suo tenore di vita.

Poi l'esperienza finì e mi svegliai. L'indomani mi precipitai a telefonare a Lucia per raccontarle la mia esperienza (eravamo molto legate e ci sentivamo anche più volte al giorno anche se, vivendo a una notevole distanza l’una dall’altra, io non sapevo delle sue amicizie più recenti), ma, per non condizionarla negativamente, non le parlai della parte brutta dell'esperienza, della sua tristezza, della sua sensazione che non ne fosse valsa la pena. Con grande stupore scoprii che da pochissimo aveva cominciato a frequentare un ragazzo. Il nome del ragazzo era diverso dal diminutivo, ma Lucia meravigliatissima mi disse che il nome con il quale lo avevo sentito chiamare nella mia OBE era quello con cui fin da piccolo era chiamato in casa dai suoi (genitori e fratelli) anche se nessun altro lo chiamava così. La meraviglia fu naturalmente reciproca. L'esperienza venne accantonata per un po', anche a titolo di scaramanzia, sebbene io continuassi ogni tanto a pensarci con una certa trepidazione, per quella frase «Non ne è valsa la pena». In particolare sapevo che Lucia teneva moltissimo ad avere dei bambini, ma una diagnosi relativa a diverse problematiche sembrava segnarla in senso negativo.

Tre anni e mezzo dopo questa OBE Lucia e il suo ragazzo si sposarono. Lui aveva avuto modo di vagliare varie opportunità di lavoro, e aveva optato alla fine per un impiego da capocontabile, con molte ore di lavoro al giorno e uno stipendio modesto. Lucia invece si dedicava anima e corpo a superare i problemi che le impedivano di avere figli.

Il loro tenore di vita non era quello che avevo visto nella mia OBE. Intanto, con l'avvicinarsi della scadenza dei 10 anni, mi rendevo conto, ricevendo delle foto via e-mail, che Lucia portava i capelli decisamente più lunghi e che li aveva schiariti di un paio di toni.  Dopo lunghe traversie su cui non sto a dilungarmi nacque, pochi anni prima dello scadere della data temuta, la prima bambina, che rese felicissimi Lucia e suo marito, seguita a ruota da un fratellino. Ora, a distanza di venticinque anni dalla mia esperienza, sono una famiglia felice di 4 persone, ma non hanno certamente il tenore di vita che avevo intuito dalla mia OBE.

Conclusioni? Decisamente l'OBE rispecchiava fedelmente una serie di fattori chiave (in particolare il matrimonio con una persona specifica, la salute di mio marito) e altri fattori meno importanti (taglio e colore dei capelli di Lucia), ma una variabile non era stata confermata: il tenore di vita. Sembrerebbe che la scelta del lavoro di lui e la decisione di Lucia di dedicarsi anima e corpo alla famiglia abbiano costituito la variabile che ha scongiurato lo scenario da me visto, quello per il quale "non ne era valsa la pena".

Che dire? Questa esperienza sembra confermare che, anche se alcuni fatti importanti sembrano già segnati (come in questo caso l’incontro con l’anima gemella), noi godiamo del libero arbitrio e che possiamo occasionalmente, dal QUI e ORA, affacciarci alla finestra del tempo non lineare e dare una sbirciatina alle nostre "probabilità". Questo si evince anche da tante persone che hanno avuto un'esperienza di premorte, hanno visto il futuro dei propri cari senza di loro e hanno deciso di tornare dall’Aldilà per modificare quel futuro.

 

Interessante coincidenza. Un’ora fa Lucia ha pubblicato sulla sua pagina un testo che finisce così:

”Quando si sedimenta l’affetto, ti conforti: vabbe’, allora valeva la pena.”

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11 ore fa, Freya ha scritto:

Non è inusuale che si stacchi solo una parte del corpo sottile, ad esempio solo la parte superiore. Anche a me è capitato. Personalmente ritengo che quando succede questo si stia staccando il corpo eterico, cioè l'involucro più prossimo a quello fisico. Se ne può anche sentire la pesantezza e ci mette un po' di tempo a riallinearsi perfettamente al rientro.

Le paralisi al rientro infatti durano molto. Io ad esempio quando mi butto fuori non lo faccio mediante il corpo eterico.

Mi concentro sui chakra superiori ed esco da lì (come se uscissi dalla testa), senza avere una forma definita. Il rientro e il distacco sono molto più semplici così, almeno per me. 

corpo fisico, corpo sottile, corpo eterico

non ho la più pallida idea di cosa si parli 😓

ci vorrebbe una legenda.

Comunque mi corrisponde la descrizione di quanto sia difficile riallineare quel “qualsiasi cosa sia” al corpo fisico. Appunto io ho sempre paura di non farcela.

E a volte mi viene talmente male che mi resta un senso di fastidio tutta la mattina come se fossi sconnessa, con difficoltà a concentrarmi.

È anche per questo che mi stanno sulle palle le paralisi del sonno. 

Non ho capito però cosa lanci fuori dalla testa, ma se in quel momento con la paralisi senti gia’ di essere fuori dal corpo, come fai a fare uscire qualcos’altro dalla testa con la quale non stai riuscendo a riallinearti?

11 ore fa, Freya ha scritto:

Comunque è impossibile non riprendere il controllo del corpo fisico. Dovrebbe sopraggiungere la morte perché succeda. Ma prima o poi accade inevitabilmente, quindi meglio provare prima. Ti ho messo allegria vero?

beh

no

Dell’esperienza che raccontavo prima di mia mamma che alzava le tapparelle per svegliarmi, non ho raccontato che quello che mi aveva scioccato era che lei  era venuta verso di me chiamandomi per svegliarmi scocciata, mentre io ero seduta e la guardavo allibita fino a rendermi conto che no, il mio corpo giaceva ancora e lei vedeva solo quello, non vedeva “me” seduta.

Qualsiasi cosa io fossi.

Non avevo pensato di essere morta, ma quando fai fatica a riprendere possesso di te stessa, non è divertente.

Si moriremo tutti. Chissà se sarà così. Chissà se quando ho avuto l’apparizione mentale di mia mamma mentre era in coma, poco prima che morisse, io abbia visto quel corpo astrale o come lo chiami. Chissà se questa “cosa” di cui ho fatto anche io esperienza sopravviva alla morte fisica, perché in teoria ne ho constatato l’indipendenza dal fisico anche se non sono mai andata a farci passeggiate. Chissà se allontanarsi può essere pericoloso non riuscendo più a ritrovare la strada di casa. Chissà.

 

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3 ore fa, Pandora ha scritto:

Non avevo pensato di essere morta, ma quando fai fatica a riprendere possesso di te stessa, non è divertente.

 

Ciao, Pandora. Io per esempio non mi proietto dalla testa, ma quando avverto la paralisi e/o le vibrazioni, mi alzo semplicemente dal letto, e se non devo girovagare per la casa, attraverso il muro o un portale con un’idea chiara di dove voglio andare e mi ritrovo nel nuovo ambiente.

É normale la sensazione di mancato riallineamento e di scombussolamento, specie se una persona queste esperienze non le cerca.

Ti mando in privato un audio di un esercizio di radicamento/ancoraggio (in inglese grounding) registrato quasi dieci anni fa, nel caso ti possa essere utile.

La terminologia che usiamo per descrivere i veicoli con cui ci spostiamo é una terminologia personale di convenienza. Fatto sta che io mi sento molto più a mio agio da quando considero questi viaggi come viaggi interiori e non come un allontanamento dal corpo.

Edited by Giulia
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7 ore fa, Giulia ha scritto:

Ciao, Freya. Sono molto colpita dalle tue due esperienze, quella ai limiti del nostro universo, in cui voltandoti a guardarlo hai provato un senso di tenerezza, e quello in cui hai voluto vedere Dio, in cui compaiono diversi elementi delle esperienze di premorte, come il buio prima, poi il disco luminoso e infine la barriera per cui si ha la sensazione che procedendo oltre si muore.

Per entrambe queste esperienze, potresti trovare interessante cimentarti nella valutazione della Scala di Greyson sulle NDE, di cui trovi la versione italiana nella Tavola 2 di questo articolo: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2018.00045/full

Mi piace molto questo concetto, Malia, su come senti le OBE. A parer mio ci possono portare su un piano molto più spirituale di quello che percepiamo nella vita di veglia, più intenso e nostro, da cui la sensazione di nutrimento e calore. 

 

Ciao, Pandora. Io ho vissuto passivamente le paralisi del sonno per una quindicina d’anni, prima di rendermi conto che costituivano il perfetto trampolino di lancio per le OBE. Le paralisi sono collegate al sonno REM, fase in cui quasi tutti i muscoli, ad accezione di quelli che ci tengono in vita, sono paralizzati, per impedirci di mimare con il corpo le azioni del sogno e metterci in pericolo. La differenza nel nostro caso sta nel fatto che durante il sonno REM la nostra mente si sveglia, facendoci avvertire la paralisi (e nel mio caso quasi sempre le vibrazioni, tranne che negli episodi più spirituali che ho avuto, come l’incontro con persone defunte, incluso mio padre).

Ho notato che fin tanto che queste paralisi vengono vissute passivamente, c’è una sensazione spiacevole, finanche di terrore. Nel mio caso mi sono resa conto che, quando il mio corpo dormiva e nel contempo la mia mente era sveglia, ero libera di spostarmi dal piano fisico a quello astrale, e la prima volta che me ne accorsi fu proprio perché alla paralisi e alla vibrazione sentii gambe e braccia che “mi volavano via”. Ho notato che sul piano astrale per me la realtà è molto più fluida e arricchita. Per esempio, quando facevo i primi esperimenti nel mio monolocale di Lodi, mi aggiravo per la casa e, affacciandomi alla finestra, invece di vedere la fila dei garage separati da una strada in cemento, ho visto un parco bellissimo con una fontana e una vegetazione lussureggiante. In un altro caso, sempre a Lodi, la mia poltrona letto verde e blu mi apparve come un comodissimo divano semicircolare, con una vivida luce per quanto fosse notte. 
 

Un’altra cosa che mi piaceva fare, quando gironzolavo per casa fuori dal corpo, era specchiarmi in specchi astrali. Nei primi tempi, quando non avevo ancora il controllo della tecnica, e inoltre vivevo weekend solitari perché Lodi era a 40 km dal mio posto di lavoro, mi vedevo con un viso emaciato, a volte con dei cerotti sul viso, e i capelli arruffati. Col passare degli anni la mia immagine allo specchio é andata migliorando sempre di più, e mi vedevo addirittura ringiovanita, fatto che attribuisco alla saggezza maturata.

Anch’io ho avuto paura di rimanere chiusa fuori dal corpo, per molti anni, fino a quando ho letto la teoria di William Buhlman, che descrive questi come viaggi “all’interno” del nostro mondo spirituale, anche se la percezione é quella di “uscire fuori”. Mi sono definitivamente tranquillizzata quando un mio viaggio é stato interrotto bruscamente da una telefonata e sono istantaneamente rientrata nel corpo. 
 

In pochissimi casi di carattere mistico per me ho momentaneamente perso la cognizione che quello non era il mio habitat naturale e che dovevo tornare al mio corpo, ma mi é bastato pensarlo per riallinearmi ad esso.

Ciao, Freya. Io mi sono fatta un’idea leggermente diversa. Ovvero che esista un corpo eterico, che percepisce la realtà fisica in modo perfettamente aderente alla realtà fisica nei minimi particolari, come capita a chi ha un’esperienza di premorte ed é in grado di descrivere con la massima precisione cosa capita per esempio intorno al proprio corpo inanimato, oggetti, strumenti, discorsi ecc. Alcuni ricercatori dicono che sopravviva per circa tre giorni alla morte del corpo fisico. E poi il corpo astrale, che esiste su un piano più fluido, come lo descrivevo sopra.

Io non ho mai avuto esperienze con il corpo eterico, ragion per cui non ho mai collaborato a quei test in cui bisognava in OBE leggere un cartello o dei numeri. Non escludo che altre persone possano viaggiare con il corpo eterico. Per il momento mi sono solo imbattuta in casi in cui esistesse un effettivo pericolo di vita oppure in quei casi in cui un soggetto venga abusato o torturato, e si stacchi automaticamente dal corpo fisico osservando i fatti a distanza.

Nel test ho fatto 9 per l'esperienza del buco bianco, e ben 14 per l'altra. Strano ma vero, perchè sembra più simile all'NDE l'altra. Ho notato che nello studio fatto, la maggior parte dei pazienti durante le NDE presenta distorsioni temporali e di pensiero, mentre in pochi casi ci sono elementi di natura soprannaturale o trascendentale. Sembra che nelle OBE, almeno nel mio caso, sia esattamente il contrario, soprattutto per quel che riguarda la velocità del pensiero, che è esattamente identico a quello della veglia, anche come ritmo. 

Comunque, se ho capito bene, secondo te ci si può staccare soltanto col corpo astrale? Non lo so. Io ho visto ambienti fisici che corrispondevano a quelli reali, ed ho fatto anche qualche esperimento, ma volontariamente non sono mai riuscita a vedere luoghi realmente esistenti. Mi è successo solo per caso. 

4 ore fa, Pandora ha scritto:

corpo fisico, corpo sottile, corpo eterico

non ho la più pallida idea di cosa si parli 😓

ci vorrebbe una legenda.

Comunque mi corrisponde la descrizione di quanto sia difficile riallineare quel “qualsiasi cosa sia” al corpo fisico. Appunto io ho sempre paura di non farcela.

E a volte mi viene talmente male che mi resta un senso di fastidio tutta la mattina come se fossi sconnessa, con difficoltà a concentrarmi.

È anche per questo che mi stanno sulle palle le paralisi del sonno. 

Non ho capito però cosa lanci fuori dalla testa, ma se in quel momento con la paralisi senti gia’ di essere fuori dal corpo, come fai a fare uscire qualcos’altro dalla testa con la quale non stai riuscendo a riallinearti?

beh

no

Dell’esperienza che raccontavo prima di mia mamma che alzava le tapparelle per svegliarmi, non ho raccontato che quello che mi aveva scioccato era che lei  era venuta verso di me chiamandomi per svegliarmi scocciata, mentre io ero seduta e la guardavo allibita fino a rendermi conto che no, il mio corpo giaceva ancora e lei vedeva solo quello, non vedeva “me” seduta.

Qualsiasi cosa io fossi.

Non avevo pensato di essere morta, ma quando fai fatica a riprendere possesso di te stessa, non è divertente.

Si moriremo tutti. Chissà se sarà così. Chissà se quando ho avuto l’apparizione mentale di mia mamma mentre era in coma, poco prima che morisse, io abbia visto quel corpo astrale o come lo chiami. Chissà se questa “cosa” di cui ho fatto anche io esperienza sopravviva alla morte fisica, perché in teoria ne ho constatato l’indipendenza dal fisico anche se non sono mai andata a farci passeggiate. Chissà se allontanarsi può essere pericoloso non riuscendo più a ritrovare la strada di casa. Chissà.

 

Con la paralisi non mi sento affatto fuori dal corpo, semmai prigioniera del corpo. E' così che parte il lancio. 😄 

Anche perchè, come dice Giulia, rimanere nel corpo durante le paralisi coscienti espone ad esperienze terrificanti.

Ti capitano spesso le paralisi oppure è un fenomeno molto sporadico? 

Edited by Freya
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19 minuti fa, Freya ha scritto:

Nel test ho fatto 9 per l'esperienza del buco bianco, e ben 14 per l'altra. Strano ma vero, perchè sembra più simile all'NDE l'altra. Ho notato che nello studio fatto, la maggior parte dei pazienti durante le NDE presenta distorsioni temporali e di pensiero, mentre in pochi casi ci sono elementi di natura soprannaturale o trascendentale. Sembra che nelle OBE, almeno nel mio caso, sia esattamente il contrario, soprattutto per quel che riguarda la velocità del pensiero, che è esattamente identico a quello della veglia, anche come ritmo. 

Comunque, se ho capito bene, secondo te ci si può staccare soltanto col corpo astrale? Non lo so. Io ho visto ambienti fisici che corrispondevano a quelli reali, ed ho fatto anche qualche esperimento, ma volontariamente non sono mai riuscita a vedere luoghi realmente esistenti. Mi è successo solo per caso. 

Con la paralisi non mi sento affatto fuori dal corpo, semmai prigioniera del corpo. E' così che parte il lancio. 😄 

Anche perchè, come dice Giulia, rimanere nel corpo durante le paralisi coscienti espone ad esperienze terrificanti.

Ti capitano spesso le paralisi oppure è un fenomeno molto sporadico? 

A me accadevano molte più paralisi  quando dormivo a pancia in su, è una posizione di apertura e fiducia, ma queste paralisi mi levavano entrambe, facendomi sentire indifesa ed esposta come se fossi attaccata, calcola che non era infrequente la sensazione che “qualcosacuno” volesse proprio senza invito entrare dal mio respiro, per cui evito la posizione da anni, quindi le paralisi sono molto più sporadiche, ma qua ci spingiamo proprio verso le entità.

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Contribisco random e non cito qualcuno in particolare.

Capisco perchè lo vivo, il senso di terrore durante le (percepite o meno) paralisi.

Da esperienze che ho, con il corpo che ho ora, vedo che ad ogni micro risveglio (che poi è quello che ci fa percepire le paralisi e OBE, ecc.) c'è un aumento del battito cardiaco.

Il nostro corpo complesso (MENTE), a volte fa corripondere (quando non sa che pesci pigliare) uno stato d'animo, un sentimento, un sentire, ad un comportamento spontaneo del corpo, tipo il risveglio con un aumento dei battiti. La relazione non è univoca del tipo: provo terrore---->allora ho il battito cardico accelerato.

Può essere che (provatelo, fate l'esperienza) -------> il senso di terrore è la prima sensazione di merda che la mente è riuscita a trovare per far quadrare i conti con il battito cardiaco aumentato.

 

Immagino che questa ipotesi possa modificare alcune suggestioni appaganti, ma...mi dico: non mentite a voi stessi con le suggestioni.... Se non mentite, quello che vi torna indietro a livello di forza, apprendimento, ecc è 56 volte migliore.

 

Edited by malia
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16 minuti fa, Pandora ha scritto:

A me accadevano molte più paralisi  quando dormivo a pancia in su, è una posizione di apertura e fiducia, ma queste paralisi mi levavano entrambe, facendomi sentire indifesa ed esposta come se fossi attaccata, calcola che non era infrequente la sensazione che “qualcosacuno” volesse proprio senza invito entrare dal mio respiro, per cui evito la posizione da anni, quindi le paralisi sono molto più sporadiche, ma qua ci spingiamo proprio verso le entità.

A me una volta mi è proprio entrato qualcosa nel corpo. Sono stata posseduta per qualche minuto durante una paralisi, ma è stato un errore mio eh, ho ficcato il naso dove non dovevo prima di mettermi a letto.

Difficile dire quanti dei mostri e delle entità viste o percepite in paralisi siano reali e quante siano invece allucinazioni. Per quel che mi riguarda penso che a volte si possa essere infastiditi da altre persone in astrale piuttosto che da vere e proprie entità, ma anche che in quei momenti si è molto sensibili e predisposti a percepire in maniera creativa parecchie sensazioni/rumori esterni. 

Edited by Freya
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Guest Black Sam
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22 minuti fa, malia ha scritto:

Contribisco random e non cito qualcuno in particolare.

Capisco perchè lo vivo, il senso di terrore durante le (percepite o meno) paralisi.

Da esperienze che ho, con il corpo che ho ora, vedo che ad ogni micro risveglio (che poi è quello che ci fa percepire le paralisi e OBE, ecc.) c'è un aumento del battito cardiaco.

Il nostro corpo complesso (MENTE), a volte fa corripondere (quando non sa che pesci pigliare) uno stato d'animo, un sentimento, un sentire, ad un comportamento spontaneo del corpo, tipo il risveglio con un aumento dei battiti. La relazione non è univoca del tipo: provo terrore---->allora ho il battito cardico accelerato.

Può essere che (provatelo, fate l'esperienza) -------> il senso di terrore è la prima sensazione di merda che la mente è riuscita a trovare per far quadrare i conti con il battito cardiaco aumentato.

 

Immagino che questa ipotesi possa modificare alcune suggestioni appaganti, ma...mi dico: non mentite a voi stessi con le suggestioni.... Se non mentite, quello che vi torna indietro a livello di forza, apprendimento, ecc è 56 volte migliore.

 

Quello che ti è tornato indietro in forza, apprendimento ecc, che applicazione ha? In che modo ti ha aiutato e ti aiuta?

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5 ore fa, Black Sam ha scritto:

Quello che ti è tornato indietro in forza, apprendimento ecc, che applicazione ha? In che modo ti ha aiutato e ti aiuta?

Quando non disperdi le energie in cose fasulle, tipo credere che il senso di terrore provato è provocato dal bau bau che sta ai piedi del letto, o addosso a te (o peggio ancora in alcune derive  in cui c'è chi pensa di essere vessato dal demonio a causa della propria credenza) quelle  energie ti tornano moltiplicate,  per guardare e vivere la realtà con occhi diversi e un cuore diverso.

La paura sottrae energie, costruisce confini, limita. Superare quella paura (sedersi di fronte al bau bau o al demonio per parlargli,  nelle OBE) spezza le catene e ti libera. Più forte è la paura più grande è l'energia che si libera. Uno dei modi per spezzare quelle catene è osservare bene il corpo e gli automatismi della mente.

La non conoscenza o la non percezione di automatismi a cacchio tipo : 'tachicardia panico mostro morte' costituisce una gabbia e sottrae energia; quella energia, se sottratta, invece, alla paura,  ti permette di guardare le cose con occhi che vedono meglio la realtà, con lenti più pulite, ti permette di vedere aspetti che prima non vedevi e che non sono altro che ricchezza dalla quale puoi attingere. E il rapporto non è 1:1. Il rapporto è: 1 di  paura -10 di amore (ricchezza).

Io vivo alcune OBE, non tutte, come un condensato di sensazioni che normalmente ci metterei anni a provare e a ricordare. Per questo poi mi lego al posto in cui le vivo, tipo la stanza, il divano, il letto di questa o quella stanza, quell'ora della notte, ecc.

Forse dovrei mangiare più kiwi.

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16 ore fa, Freya ha scritto:

Nel test ho fatto 9 per l'esperienza del buco bianco, e ben 14 per l'altra. Strano ma vero, perchè sembra più simile all'NDE l'altra. Ho notato che nello studio fatto, la maggior parte dei pazienti durante le NDE presenta distorsioni temporali e di pensiero, mentre in pochi casi ci sono elementi di natura soprannaturale o trascendentale. Sembra che nelle OBE, almeno nel mio caso, sia esattamente il contrario, soprattutto per quel che riguarda la velocità del pensiero, che è esattamente identico a quello della veglia, anche come ritmo. 

Comunque, se ho capito bene, secondo te ci si può staccare soltanto col corpo astrale? Non lo so. Io ho visto ambienti fisici che corrispondevano a quelli reali, ed ho fatto anche qualche esperimento, ma volontariamente non sono mai riuscita a vedere luoghi realmente esistenti. Mi è successo solo per caso. 

Ciao, Freya. Mi fa piacere che hai fatto il test di Greyson, che in entrambi i casi presenta un punteggio significativo per i ricercatori riguardo alla profondità delle esperienze, che definirei comunque mistiche. Nell’esperienza in cui hai chiesto di incontrare Dio, mi ha colpito il fatto che hai raggiunto una barriera, un punto di non ritorno, così tipica nelle NDE.

Riguardo alla precisione dei dettagli che si vedono durante un’OBE, che costituisce anche la prima parte di molte NDE o esperienze simili a NDE (NDE-like experience), io parlo solo per me. Non sei la prima persona che dichiara di vedere ambienti fisici corrispondenti a quelli reali. L’utente FAN del vecchio forum, che ha raccolto le sue esperienze in un’unica discussione (che ho salvato) “Vi racconto i miei viaggi astrali” racconta diverse esperienze analoghe alle tue. Il fatto che a te capitino per caso ben si allinea con le esperienze di NDE che in genere colgono del tutto impreparati i protagonisti. Chiaramente, come hai giustamente notato, esistono differenze fra viaggi astrali ed NDE, dove il punteggio medio nelle esperienze di premorte é 15.

9 ore fa, malia ha scritto:

Quando non disperdi le energie in cose fasulle, tipo credere che il senso di terrore provato è provocato dal bau bau che sta ai piedi del letto, o addosso a te (o peggio ancora in alcune derive  in cui c'è chi pensa di essere vessato dal demonio a causa della propria credenza) quelle  energie ti tornano moltiplicate,  per guardare e vivere la realtà con occhi diversi e un cuore diverso.

La paura sottrae energie, costruisce confini, limita. Superare quella paura (sedersi di fronte al bau bau o al demonio per parlargli,  nelle OBE) spezza le catene e ti libera. Più forte è la paura più grande è l'energia che si libera. Uno dei modi per spezzare quelle catene è osservare bene il corpo e gli automatismi della mente.

La non conoscenza o la non percezione di automatismi a cacchio tipo : 'tachicardia panico mostro morte' costituisce una gabbia e sottrae energia; quella energia, se sottratta, invece, alla paura,  ti permette di guardare le cose con occhi che vedono meglio la realtà, con lenti più pulite, ti permette di vedere aspetti che prima non vedevi e che non sono altro che ricchezza dalla quale puoi attingere. E il rapporto non è 1:1. Il rapporto è: 1 di  paura -10 di amore (ricchezza).

Io vivo alcune OBE, non tutte, come un condensato di sensazioni che normalmente ci metterei anni a provare e a ricordare. Per questo poi mi lego al posto in cui le vivo, tipo la stanza, il divano, il letto di questa o quella stanza, quell'ora della notte, ecc.

Mi piace molto il tuo approccio, Malia ❤️

Edited by Giulia
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1 ora fa, Giulia ha scritto:

Ciao, Freya. Mi fa piacere che hai fatto il test di Greyson, che in entrambi i casi presenta un punteggio significativo per i ricercatori riguardo alla profondità delle esperienze, che definirei comunque mistiche. Nell’esperienza in cui hai chiesto di incontrare Dio, mi ha colpito il fatto che hai raggiunto una barriera, un punto di non ritorno, così tipica nelle NDE.

Riguardo alla precisione dei dettagli che si vedono durante un’OBE, che costituisce anche la prima parte di molte NDE o esperienze simili a NDE (NDE-like experience), io parlo solo per me. Non sei la prima persona che dichiara di vedere ambienti fisici corrispondenti a quelli reali. L’utente FAN del vecchio forum, che ha raccolto le sue esperienze in un’unica discussione (che ho salvato) “Vi racconto i miei viaggi astrali” racconta diverse esperienze analoghe alle tue. Il fatto che a te capitino per caso ben si allinea con le esperienze di NDE che in genere colgono del tutto impreparati i protagonisti. Chiaramente, come hai giustamente notato, esistono differenze fra viaggi astrali ed NDE, dove il punteggio medio nelle esperienze di premorte é 15.

Mi piace molto il tuo approccio, Malia ❤️

Non so cosa scriveva Fan, mi ricordo molto vagamente le sue esperienze. Quel che posso dire, riguardo una delle mie, è che probabilmente se il viaggio avviene nel piano fisico (almeno sulla terra) segue leggi differenti, specie se si tratta di un luogo lontano, e non della stanza in cui si è presenti col corpo. Una delle poche volte in cui mi è capitato di vedere un luogo reale (o quel che era un luogo reale secondo me), staccandomi, mi sono allineata con una sorta di "strada", facendomi trascinare. Mi spiego meglio: quel giorno ero andata a dormire col pensiero di passare il weekend in un posto sul mare che non conoscevo, non è che avessi pensieri particolari al riguardo, ci pensavo e basta. Staccandomi ho sentito l'urgenza di infilarmi in questo condotto, che non vedevo ma percepivo benissimo perchè lasciarmi trascinare mi dava un piacere intenso, ogni parte di me vibrava di questo piacere insolito. La strada passava in mezzo ai boschi, questo lo ricordo bene, e mi ricordo pure che la velocità con cui viaggiavo era piuttosto elevata, ma niente a che vedere con il teletrasporto tipico del viaggio astrale (in cui spesso pensi ad un luogo e sei già lì). Quindi mi sono dovuta spostare nello spazio, seppur in maniera molto veloce tramite questa linea-strada, e sono finita su una spiaggia, in cui potevo osservare l'ambiente, gli ombrelloni del bagno coi loro disegni, tutti i dettagli che poi ho scoperto essere reali al 100% due giorni dopo. Mentre guardavo questo posto senza avere la minima idea di che luogo fosse, mi sentivo trascinare ancora da questa strada, che mi stava risucchiando sotto terra. Infatti sono scesa di qualche metro sotto terra, mentre sentivo una vibrazione assordante. Il piacere si era trasformato in una sensazione orribile, come se fossi dentro un martello pneumatico. Così sono rientrata subito nel corpo. Il rientro è avvenuto immediatamente, quindi penso che nel momento in cui ci si "sveglia", a prescindere dal posto in cui si è nel piano fisico, non si debba fare la strada al contrario. La mia idea è che fosse una sorta di linea magnetica, non so trovare altre spiegazioni. Il che spiegherebbe anche perchè continuava sotto terra. 

Per quel che riguarda invece il piacere, al momento non ho spiegazioni certe, ma nel corso del tempo l'ho sperimentato varie volte, anche e soprattutto in paralisi. Ultimamente è diventato così intenso da essere ingestibile del tutto, non mi permette neanche di staccarmi. Non so se avete mai provato qualcosa di simile, mi piacerebbe saperlo e soprattutto se avete trovato qualche soluzione. La sensazione è quella di essere attraversati da tantissime piccole vibrazioni che provocano un piacere fortissimo in ogni zona del corpo, oppure concentrato in parti isolate e insopportabile. 

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[COPIO DAL VECCHIO FORUM]
 

Vorrei raccontarvi di una delle più emozionanti e commoventi OBE che mi sia mai capitata. Per fornire un resoconto completo di questo contatto particolare, ho integrato il resoconto delle due OBE specifiche con un sogno ed un contatto successivo avvenuto in stato meditativo. Ho modificato il nome di battesimo dell'interessata, ma ho il consenso dei genitori per quanto riguarda il riferire questa storia.

Daniela (1994 - 2008)
 
Quella che segue è una delle più toccanti esperienze di OBE che io abbia mai avuto; è quella che ha avuto l’impatto forse maggiore sulla mia vita, dandomi la certezza che l’Aldilà era letteralmente a portata di mano. I fatti risalgono alle 3 del mattino, di lunedì, 29 agosto 1994. All’epoca, avevo appena compiuto 33 anni.

Era da circa tre anni che avevo cominciato ad avere esperienze di proiezione astrale, o “fuori dal corpo” che dir si voglia, ed avevo anche incontrato mio nonno, che non avevo mai conosciuto in vita, in quanto era mancato 4 anni prima della mia nascita. Ma fino a quel momento, era sempre stato come se lui mi venisse incontro a metà strada, per così dire, in una zona non meglio definita fra Cielo e Terra. In fatti, mi ero esercitata ad avere queste OBE nel mio appartamentino da single, il sabato o la domenica pomeriggio, dopo aver staccato il telefono per essere sicura di non essere disturbata. Preferivo farlo di giorno, perché c’era la luce del sole, ed io avevo sempre avuto paura del buio. Col tempo, ero passata dalla semplice curiosità circa gli aspetti e le possibilità “tecniche” legate alle OBE ad un approccio più spirituale, mirato ad ottenere prove circa la vita dopo la morte del corpo fisico. Da quando queste esperienze erano diventate per me una fonte di ricerca spirituale, mio nonno era diventato per me come una guida, e raramente non si presentava quando andavo in cerca di lui.

Ma veniamo a Daniela.

Dall’ 8 al 14 agosto 1994 avevo passato la mia prima settimana all’ Arthur Findlay College di Stansted, sede dell’Unione Spiritualista Inglese. Era stato il mio primo contatto approfondito con lo Spiritualismo e con medium professionisti. Al mio ritorno in ufficio, il lunedì successivo alla vacanza, avevo saputo che le condizioni di salute Daniela, figlia quattordicenne di uno dei miei colleghi, che al ritorno da una vacanza estiva in Spagna con i genitori aveva cominciato a soffrire di una patologia fulminante che aveva aggredito diversi organi vitali erano peggiorate. Mercoledì, 17 agosto, ricevemmo la triste notizia che Daniela era improvvisamente morta in ospedale. La notte prima aveva detto buona notte a suo padre, pregandolo di venirla a trovare il più presto possibile la mattina dopo. Ma non ce l’aveva fatta a superare la notte e solo l’infermiera si trovava accanto a lei quando aveva all’improvviso sentito che stava succedendo qualcosa di strano e le aveva chiesto di abbracciarla forte.

Questa notizia mi sconvolse. Avevo parlato solo una volta con Daniela al telefono, prima di partire per Stansted, perché mi trovavo per caso al centralino dell’azienda per la quale lavoravo, e lei chiamava per parlare con il papà. Ma adesso ero assillata da un pensiero che mi pressava anche con una certa urgenza, e cioè che avrei potuto dare a suo padre delle prove che Daniela era viva e stava bene proprio grazie a queste mie OBE. Non mi rendevo proprio conto di quanto poteva essere difficile parlare di esperienze così fuori dall’ordinario. Il papà di Daniela sarebbe rientrato al lavoro il 29 agosto e, durante la settimana precedente il suo rientro in ufficio, l’urgenza di andare a controllare come stava Daniela divenne sempre più pressante e non riuscivo praticamente a pensare ad altro. Si trattava di una sensazione strana e molto forte, che avrei sperimentato più volte in futuro (sebbene mai a questi livelli), ma era anche la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere e la prima volta che concepivo l’idea di usare le OBE per conto di un’altra persona.

Quell’ultima settimana provai tutte le notti, ma senza alcun successo.

La domenica sera mi ritrovavo ancora con lo stesso problema. DOVEVO ASSOLUTAMENTE vedere Daniela quella notte, ad ogni costo.

Quella notte passai le prime tre ore a rigirarmi nel letto, cercando disperatamente di rilassarmi e di raggiungere uno stato ipnagogico sufficientemente lungo che mi permettesse di uscire consapevolmente dal corpo, ma inutilmente. Non avevo un’esperienza sufficiente in questo campo, e neanche mi rendevo conto all’epoca di quanto il senso di urgenza dettato da uno stato di lutto o di dolore potesse rivelarsi un vero e proprio ostacolo per questo tipo di esperienza. Ero in preda ad una grande frustrazione.

Intorno alla mezzanotte riuscii effettivamente ad uscire dal corpo, ma mi trovai ad affrontare un’esperienza piuttosto inaspettata ed inquietante: ero in preda a forti vibrazioni, quasi una corrente elettrica mi attraversasse il corpo, quando vidi emergere dal pavimento della camera da letto un Cristo a grandezza d’uomo appeso alla croce. Questo fatto, che, come scoprii in seguito, era in pratica l’ultima barriera posta all’esperienza dell’Oltre Vita dai miei preconcetti religiosi, mi terrorizzò, e abbandonai definitivamente il progetto di andare a cercare Daniela.

Ma intorno alle 3 del mattino mi ritrovai di nuovo all’improvviso fuori dal corpo, sebbene questa volta mi ritrovassi in un ambiente completamente differente e, per la prima volta nella mia vita, non provavo né un senso di paralisi né le vibrazioni, e, cosa più importante, non avevo paura. Non mi trovavo in camera da letto, e non mi trovavo neanche in quel posto così familiare, a ”metà strada fra Cielo e Terra” dove ero solita incontrare mio nonno. Mi trovavo in un altro posto e mi trovavo faccia a faccia con Daniela.

Mi apparve leggermente più giovane di una quattordicenne, ed in uno stato d’animo che all’epoca mi era sembrato leggermente confuso. Oggi, con il senno di poi, dopo aver visitato altre volte l’Aldilà in circostanze del tutto diverse, mi rendo conto di cosa possa avermi dato quella sensazione. Non era Daniela ad essere confusa: LO ERO IO.

Mi sarei aspettata che mi accogliesse a braccia aperte visto il mio incontro in ufficio con suo padre l’indomani, ed invece non mostrava particolare entusiasmo. Le chiesi se stava bene, e mi rispose di sì. Le chiesi se desiderava inviare un messaggio a suo padre e a sua madre, e ricevetti una risposta che mi lasciò perplessa: “Beh sì! No, non al momento!" (Come poteva essere? Avrei visto suo padre il giorno dopo!) "Fra qualche tempo parlerai con mia mamma” continuò Daniela (non conoscevo sua mamma) " ma solo dopo che avrai paralato con una donna che parla il francese" (Questa fu la dichiarazione più strana di tutte. Non avevo idea di cosa potesse voler dire).

Dopo una breve conversazione, Daniela si allontanò, come se non ci fosse più nulla da dire. E qui successe un altro fatto piuttosto unico fra tutte le mie esperienze di OBE. Sebbene fossi stata lasciata da sola, non avvertivo alcun bisogno, necessità o urgenza di rientrare nel corpo fisico. Mi ritrovai lì a stazionare senza saper bene cosa stavo facendo e cosa dovevo fare. In passato, avevo sempre avvertito, in tutte le esperienze fuori dal corpo, questo forte bisogno di rientrare alla svelta. Una specie di “elastico” psicologico che mi richiamava indietro. Ma questa volta (fatto del tutto eccezionale) sembravo vivere il medesimo stato d’animo quieto ed un po’ disinteressato di Daniela, e mi chiedevo cosa stesse accadendo.

Ma dopo essere stata lì ferma per un po’ per conto mio, mi resi conto all’improvviso che non dovevo rimanere là. Fui presa dal panico, e come una falena che si mette a girare convulsamente intorno ad una luce, cominciai a cercare il mio corpo fisico per poi rientrare finalmente nel letto.

Manco a dirlo, quando il papà di Daniela rientrò al lavoro il giorno dopo, non riuscii a spiccicare parola sull’accaduto, nonostante l’emozione incredibile che provavo.

Circa 10 giorni dopo ebbi un’altra OBE “programmata”, questa volta al pomeriggio, durante la quale cercai di rivedere Daniela. Non appena uscita dal corpo, percepii la presenza di una creatura angelica (una donna), più alta di me e bellissima (sebbene non riuscissi effettivamente a “vederla” come attraverso gli occhi fisici), che mi offri il braccio con decisione e mi accompagnò lentamente attorno a quello che appariva una specie di letto (sebbene non potessi vedere chi vi dormisse). Mi chiese per favore di parlare a bassa voce, per non svegliare Daniela. Poi mi riaccompagnò al mio letto, perché tornassi nel corpo, dove rientrai in maniera inusitatamente delicata.

Sebbene non avessi una grande esperienza dell’Aldilà all’epoca, trassi la conclusione che Daniela in quel momento stava riposando, e non doveva essere disturbata.

Alcuni giorni dopo il mio primo incontro con Daniela, il 1 settembre 1994, fummo informati in ufficio che una giovane Assistente al Servizio Marketing era appena stata assunta. Questa nuova collega, che aveva praticamente la mia età, poiché era solo 4 giorni più giovane di me, era bilingue (italiano-francese) ed era appena rientrata in Italia dopo diversi anni passati in Francia; all’epoca passava regolarmente due finesettimana al mese in Francia. Per una fortuita serie di coincidenze, questa ragazza ed io cominciammo quasi subito a chattare attraverso l’intranet aziendale di varie cose, ed io mi trovai ad accennarle che avevo queste OBE ed avevo appena avuto questa incredibile esperienza di incontrare Daniela e non avevo idea di come gestire la cosa.

Circa un mese dopo, la collega dell’Servizio Marketing mi venne a dire di essersi trovata a parlare con il papà di Daniela alla macchina del caffè del piano di sotto e che lui le aveva parlato così apertamente di questo lutto così recente che lei non aveva resistito alla tentazione di riferirgli che io avevo qualcosa da dirgli.

Prima di quel momento, non avevo programmato e neanche immaginato che una cosa del genere potesse mai verificarsi.

Così, circa 40 giorni dopo la morte di Daniela, suo papà passò nel mio ufficio a chiedermi “che cosa stavo combinando con la Daniela”. Naturalmente fui presa dall’imbarazzo. Sentivo che per lui non era facile parlare di cose del genere, ma mi venne immediatamente incontro dicendomi che sua moglie avrebbe gradito incontrarmi e, senza chiedermi alcun dettaglio circa le mie “esperienze”, mi chiese se potevo andare a pranzo da loro.

E questo è proprio quanto capitò. Dopo pranzo, la mamma di Daniela ed io ci ritirammo in soggiorno a parlare un po’ di tutto. Si verificò esattamente quello che Daniela aveva predetto, e la sua apparente mancanza di trasporto nel parlarmi era probabilmente dovuta al fatto che il mio fermento interiore nell’incontrarla non aveva alcun modo di essere veicolato nella realtà di tutti i giorni con la velocità che mi aspettavo o che speravo.

Sebbene non ci fossimo mai incontrate prima, la mamma di Daniela ed io passammo diverse ore a parlare quel pomeriggio. Mi chiese un resoconto dettagliato e condivise con me molti ricordi di sua figlia. Mi disse anche di stare attenta a non parlare di questo argomento troppo apertamente con suo marito, perché troppo emotivo per gestire un qualcosa di così delicato. Mi raccontò di una ADC che aveva avuto alcuni giorni dopo il trapasso di Daniela, quando una mattina, svegliandosi, aveva avvertito distintamente la presenza di Daniela che le parlava e che le diceva che stava bene, che andava tutto bene e che sarebbe andato tutto bene.

Ad integrazione di questo racconto, devo riferire un sogno avuto nel 2003.

Dal 1994, ero sempre rimasta in contatto con i genitori di Daniela (di cui custodisco una foto in sala), e ci eravamo visti almeno due volte all’anno. Quando nacque nostro figlio, mi avevano anche regalato un orologione di stoffa, che era stato di Daniela, ed una sua copertina per la culla.

Nel corso del 2003, senza alcun preavviso, ho sognato Daniela bellissima, ormai ventiduenne, che (come era capitato per altre persone a me care, inclusa mia nonna), sembrò essermi venuta in sogno con il preciso scopo, non solo di mostrarmi che bella giovane adulta era ormai diventata, ma per descrivermi il suo trapasso, mostrandomi come era stato dolce, e conseguentemente difficile per lei capire l’esatto momento in cui aveva per così dire lasciato questa Terra.

Nel sogno mi mostrava di trovarsi con l’infermiera ed un momento dopo di non aver più bisogno di respirare, ma che aveva dovuto ripercorre più volte con il pensiero quegli istanti avanti ed indietro nel tempo per cercare di capire esattamente in che “momento” si era verificato il trapasso.

Il contatto più recente con Daniela risale invece al novembre del 2008. I suoi genitori mi avevano espressamente chiesto se potevo cercare di incontrarla. E l’incontro è arrivato quasi subito, carico di emozioni da togliere il fiato. Non mi rendevo conto in quel momento di quale stagione si stesse avvicinando. Ma Daniela, vestita di un rosso vivace, ha avuto queste meravigliose parole per i suoi genitori: era tanto dispiaciuta di averli lasciati; avrebbe voluto abbracciarli con tutti i Natali che avevano dovuto trascorrere senza di lei. 

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[SEMPRE DAL VECCHIO FORUM]

Ciao, Ragazzi. Avevo già intenzione di affrontare questo argomento prima di continuare con altri episodi e le domande di Lussy me ne danno l'occasione.

Devo fare una premessa che reputo importante. Nel corso degli anni ho potuto maturare delle idee circa la nostra esistenza spirituale che sono radicalmente diverse da quelle apprese nell’infanzia. Come molti, da ragazza ero molto condizionata da una certa educazione religiosa, che si basa sull’idea di un Dio padre onnipotente che, nonostante il proprio amore misericordioso, giudica e punisce le creature che al momento del trapasso non si trovino in stato di grazia, e addirittura può condannarle al fuoco eterno. In particolare spiccava nella mia fantasia il dio rabbioso dell’antico testamento, che, se perde la pazienza, fa strage di bambini ed adulti. In questa mia visione esistevano anche entità demoniche, personificazioni del male che si contrappongono a dio, e che sono costantemente attorno a noi, ci sussurrano all’orecchio i loro pensieri malvagi mentre il nostro angelo custode piange per il dispiacere. Di ciò che avvenisse dopo la morte non avevo alcuna idea, e mi prefiguravo una sorta di sonno lassù, aldilà delle nuvole, in attesa del giudizio universale.

Tutto questo è stato sfatato negli anni da un percorso di ricerca cominciato fin dall’adolescenza, con la lettura de La vita oltre la vita di Raymond Moody e tante altre esperienze di pre-morte, e con la lettura di libri quali La Crisi della Morte di Ernesto Bozzano, che descrivono le vicende del trapasso così come ci sono state rivelate nella seconda metà del 19° secolo e nella prima metà del 20° tramite medium in trance profonda (fenomeno oramai poco usuale). Queste persone erano spesso umili ed ignoranti, eppure i loro scritti riportavano vicende molto simili fra di loro, e simili anche a quelle riportate da chi ha esperienze di NDE.

Senza entrare nel merito di tutto ciò, volevo però spiegare come negli anni sono passata da una visione della nostra vita non-fisica, della nostra vita al di fuori dello spazio e del tempo, dominata dalla paura del giudizio, del castigo e delle entità demoniache, ad una visione completamente fiduciosa nell’esistenza di una Fonte Divina di Puro Amore Incondizionato, che è stata definita da una persona che avuto una NDE e di cui mi sfugge il nome come “più grande dell’amore di tutte le mamme dell’universo messe assieme”. In questa mia nuova visione, noi siamo emanazione di questa Fonte e, al di fuori della dimensione fisica, SIAMO COMUNQUE SPIRITO, quindi animati da un profondo senso di appartenenza a questa Fonte Divina di Puro Amore Incondizionato e costantemente protetti e guidati da amorevoli entità preposte allo scopo. In questa nuova visione, domina la Legge di Attrazione, in base alla quale noi attraiamo a noi le cose a cui pensiamo di più e le cose che ci aspettiamo di più. In altre parole, se io penso alla pace e all’armonia, attraggo pace ed armonia; ma se penso al fatto che non desidero contrasti e conflitti, rischio di attrarre contrasti e conflitti. In questa mia nuova visione, quindi, l’immaginazione creativa e la visualizzazione positiva giocano un ruolo fondamentale. Negli anni ho anche scoperto che il pensiero positivo è molto più potente di quello negativo, e che un solo pensiero positivo può cancellare un gran numero di pensieri negativi. Di qui l’importanza dei cosiddetti Lightworkers, coloro che con la preghiera e la meditazione diffondono la LUCE nel nostro mondo.

A proposito di entità negative, devo precisare che non credo che esista una personificazione del male allo stato puro, ma so che i pensieri che si basano sulla paura, sul pessimismo, sullo scoraggiamento e sul senso di penuria sono contagiosi se ci sentiamo depressi o ansiosi e possono generare nei sogni e nelle OBE delle personificazioni che possono spaventarci. 

Di qui l’importanza, specie da giovani, di avventurarsi nei viaggi astrali senza remore o preconcetti dettati dai suddetti stati d’animo negativi. In caso contrario, possono sorgere degli ostacoli, alcuni dei quali derivano, in base alla mia esperienza, anche da primitivi meccanismi di difesa che il nostro istinto di conservazione può mettere in campo. I più banali sono la paura di non riuscire a “rientrare nel corpo” o varie forme di auto-boicottaggio dell’esperienza.

In una delle mie prime esperienze, ad esempio, quando per via delle traversie che vivevo all’epoca ero una persona piuttosto depressa e sola, mi ero appena staccata dal corpo fisico ed ero sul punto di spiccare il volo quando ho sentito la mia voce lamentosa, proveniente dal mio corpo fisico, chiamarmi insistentemente, dicendomi “Resta qui a piangere con me!” Naturalmente l’esperienza mi ha terrorizzato, ho temuto di essere impazzita, e sono immediatamente rientrata. Credo di aver dormito per circa una settimana con la luce accesa dopo questa esperienza. La spiegazione che mi do, a quasi 20 anni di distanza, è che, così come esiste una parte più primitiva del nostro cervello (il cervello rettiliano) preposta alle pulsioni ancestrali di sopravvivenza, territorio, aggressività e difesa, esistono anche a livello psicologico e fisiologico degli arcaici guardiani del corpo fisico, preposti a tenerci agganciati alla dimensione fisica, anche tramite ragionamenti scettici, razionali e logici, che rifiutano il soprannaturale. È possibile che, senza questi meccanismi di aggancio al mondo fisico, senza questa sorta di zavorra, noi non potremmo sperimentare a fondo questa dimensione e trarne la necessaria esperienza. Ciò non toglie che coloro che hanno la passione e l’impulso di esplorare le dimensioni più sottili dello Spirito non possano in parte liberarsi di questa zavorra, sia fisica che mentale, tramite il pensiero positivo, l’amore ed il non giudizio verso il prossimo, la meditazione e la visualizzazione creativa.

Un’altra esperienza negativa l’ho avuta due o tre volte sempre alla stessa epoca, quando ero triste e depressa, con pochi amici ed un lavoro che non mi soddisfaceva. In queste esperienze, non appena uscita dal corpo, sono stata aggredita in quella che era la versione astrale del mio bilocale da single, da una figura femminile vestita di nero, in tutto uguale a me, ma con unghie e rossetto di un rosso acceso, un tipo di trucco che non ho mai usato. In tutti questi casi ho strenuamente combattuto e vinto l’aggressore, battendo poi in ritirata, ma non ho mai avuto dubbi circa il fatto che si trattasse di una mia sub-personalità depressa, che deliberatamente boicottava i miei viaggi. 

Che insegnamento ne ho tratto? Ho capito che non era il caso di andarsene a zonzo in astrale senza una meta precisa e solo per sfuggire alla noia o alla tristezza, perché c’era comunque il rischio di un auto-boicottaggio. Ho capito che era importante essere animata da un obiettivo preciso, e da uno stato d’animo gioioso e fiducioso. L’ultimo ostacolo credo di averlo trovato nell’esperienza con Daniela, quando il grosso crocifisso é emerso dal pavimento cercando di sbarrarmi la strada. Da quel momento in poi, non ho più fatto esperienze spiacevoli, e ce ne sono state svariate centinaia. Se qualche ostacolo c’è stato, ha avuto comunque un rilievo marginale, e preannunciava comunque un successo.

Spero di aver riassunto in modo efficace ed utile il mio pensiero circa lo stato d’animo da coltivare per avere delle esperienze serene anche su questo territorio ancora poco conosciuto.

Un caro saluto.
Giulia http://www.cosenascoste.com/forum/public/style_emoticons/default/smiley.gif 
 

 

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[DAL VECCHIO FORUM]
 

4 settembre 2009 - Incontro con il cardinale

Mi ero alzata alle tre e mezza del mattino per chattare con un’amica che abita in Olanda. Non capita spesso, ma avevamo un appuntamento e sono rimasta a chiacchierare online con lei per un’oretta, bevendo il caffè.

Dopo la chat, ero molto determinata nell’intento di avere un’OBE: ne avevamo parlato. Non avevo molto tempo a disposizione, perché dovevo fare una traduzione che richiedeva 3 ore di lavoro e dovevo completarla entro le 9 del mattino. Nondimeno sono tornata a letto per cercare di riaddormentarmi ed avere l’esperienza. Preciso che qualche mese prima in sogno mi era stato promesso un ‘giretto’ in Paradiso, e nutrivo grandi speranze che i tempi fossero maturi.

Devo precisare che all’epoca dei fatti ero immersa nella lettura di un libro, chiamato Life in the World Unseen ("La Vita nel Mondo Invisibile"), di A. Borgia, il cui protagonista è un ministro della chiesa che parla del proprio trapasso nel mondo dello Spirito e di tutte le cose che aveva dovuto disimparare circa la religione (sebbene ciò fosse avvenuto in modo del tutto non traumatico, anzi gioioso ed entusiasta, fra colleghi che si accorgono con meraviglia che le cose stavano molto meglio di come credevano) ed i luoghi trovati e gli spiriti incontrati nella nuova dimensione. Al momento del trapasso, gli dà il benvenuto un altro uomo di chiesa deceduto prima di lui, che per l’occasione indossava i medesimi paramenti che usava indossare sulla terra. In occasione di una visita ricevuta nel Mondo dello Spirito da una delle Sfere più Elevate, descrive un altro spirito che era stato in terra un ministro della chiesa (dal libro si evince che quest’ultimo doveva aver ricoperto una posizione molto elevata nel suo ministero, tipo vescovo o cardinale, sebbene avesse completamente abbandonato tutte le false credenze che la sua religione comportava).

Per tornare alla mia esperienza all’alba del 4 settembre, sono tornata a dormire ed erano già passate le 6 quando ho cominciato a sognare. Durante il sogno ad un certo punto mi sono resa conto che stavo sognando, in un momento in cui mi trovavo davanti ad una lavagna su cui c’erano scritte delle parole col gesso bianco, da parte di un nostro amico di famiglia morto nel 2002, che dicevano: "Dille di non pensare alcun pensiero proprio e di aspettare un attimo senza pensare a nulla ....". È stato proprio seguendo questo suggerimento che mi sono resa conto di trovarmi in un sogno, e poi di essere sveglia con la mente nel corpo addormentato, di essere libera di alzarmi dalla versione astrale del letto e fare un giro della versione astrale della casa.

Naturalmente, ero entusiasta dell’occasione, che era proprio quella che mi ero riproposta poco prima. Sono uscita dalla camera da letto “camminando” (in astrale) e mi sono ritrovata in una casa molto più ampia della nostra. Nella sala di questa casa più grande, ho incontrato con grande meraviglia una specie di cardinale, che mi offriva quella che sembrava una tazza di caffè, anzi ad essere più precisa un 'cappuccino'. Leggermente interdetta, l’ho accettata però con cortesia per non apparire sgarbata, e ho anche fatto il gesto di bere, sebbene non abbia sentito il sapore di alcunché. Ma questa specie di cardinale mi ricordava in tutto lo spirito elevato di cui parla Borgia nel suo libro. Inoltre il concetto della tazza di caffè come valenza spiritualmente energizzante mi era stato presentato in un importantissimo sogno lucido nel maggio del 2002, quando ho incontrato appunto il caro amico di famiglia di cui prima, morto in aprile, al seguito della cui morte avevo perso per almeno una settimana la fede nell’esistenza dell’aldilà, che mi aveva fatto una bella ramanzina su quanto fosse dispiaciuto di quel periodo in cui avevo perso la mia fiducia. Mi aveva detto che il fatto di immaginare che dopo la morte ci fosse il nulla (e che lui non esistesse più) era stato come privarlo della sua tazza di caffè al mattino (ci sono moltissime OBE che attinenti a questa persona e a sua moglie, morta 40 giorni dopo di lui … ci sarebbe da scrivere un libro! Insomma è il più loquace comunicante che io abbia nell’Aldilà).

Insomma, presumo che la visita del Cardinale con la tazza di caffè debba aver rappresentato una visita piuttosto importante ricevuta dal Mondo dello Spirito, specie perché rappresentava la figura presentata da Borgia, un Ministro nel vero senso della parola, che con gioia ed umiltà ha rivisto tutto il suo credo. Dopo aver bevuto il caffè, il cardinale se n’è andato e mi sono ritrovata ad esplorare l’ambiente circostante.

Mi sono guardata (come mio solito) in un paio di specchi astrali, ed ero molto contenta del mio aspetto che (al contrario di quanto mi accadeva nei primi viaggi astrali compiuti nei primi anni ’90) mi rimandava un’immagine di me molto radiosa e sicuramente più radiosa della mia immagine fisica. A quel punto non ero però sufficientemente concentrata sull’obiettivo originale: fare un giretto in Paradiso. Ho tentato di spiccare il volo un paio di volte, ma per qualche motivo non ha funzionato e sono rientrata nel corpo. 

Questa è stata la prima OBE in 8 mesi. Più ci penso, più sono convinta che la lettura del libro di Borgia ed altre letture correlate, mi abbiano messo in contatto con questo spirito elevato, rappresentante della VERA spiritualità proveniente dalle sfere più elevate, e che il caffè o cappuccino astrale offertomi non sia stato un semplice atto di cortesia, ma come un benvenuto in una nuova fase della mia ricerca esplorativa. 

Devo anche sottolineare quanto le parole del mio amico scritte sulla lavagna, che mi invitavano a sospendere momentaneamente i ‘miei pensieri’, con la conseguente uscita da un sogno comune e l’ingresso in un sogno lucido (trampolino di lancio frequente per le OBE) non erano in effetti solo scritte alla lavagna, (sebbene questo fosse quello che in sogno vedevo) ma sono state pronunciate nella mia mente… le ho proprio sentite. 

Quindi questo mio amico-Guida sarebbe entrato nel mio sogno e mi avrebbe svegliato dal sogno stesso, dandomi le istruzioni necessarie su come procedere per l’esperienza astrale. Questo comportamento è assolutamente coerente con la personalità di questa persona sia nella vita che nel dopo-vita, ed avvalora l’idea che mi segua e mi guida. 
Aggiungo che il motivo per cui mi ha attratto il libro di Borgia, che è anche quello per cui la mia amica me lo ha dato, è il fatto che egli descrive un piano definito da molti in inglese “Summerland” o Terra dell’Eterna Estate (o, considerata l’estate britannica, Terra dell’Eterna Primavera), facilmente visitabile da parte nostra, anche se ci troviamo ancora in un corpo fisico, mentre dalle Sfere più Elevate è più facile che ci arrivi in visita qualcuno che non il contrario.

Mi sono guardata (come mio solito) in un paio di specchi astrali, ed ero molto contenta del mio aspetto che (al contrario di quanto mi accadeva nei primi viaggi astrali compiuti nei primi anni ’90) mi rimandava un’immagine di me molto radiosa e sicuramente più radiosa della mia immagine fisica. A quel punto non ero però sufficientemente concentrata sull’obiettivo originale: fare un giretto in Paradiso. Ho tentato di spiccare il volo un paio di volte, ma per qualche motivo non ha funzionato e sono rientrata nel corpo. 

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[DAL VECCHIO FORUM, RIPRENDEVO IL DISCORSO SU COME I VIAGGI ASTRALI SONO INIZIATI]
 

Da ragazza ho sofferto moltissimo di quella che viene chiamata ‘paralisi notturna’ e che all’epoca non sapevo assolutamente fosse collegata alle OBE. In pratica, se mi capitava di studiare fino a tardi, e soprattutto se prendevo il caffè alla sera, oppure se andavo a dormire nel pomeriggio, quindi se il corpo era molto stanco tanto da addormentarsi ma la mente era sveglia e attiva, mi capitava purtroppo di risvegliarmi, poco dopo essermi addormentata, ma solo con la mente, mentre il corpo continuava a dormire. Il corpo era completamente paralizzato, non riuscivo neanche a sollevare di un millimetro le palpebre, e sentivo una vibrazione, un rumore molto sgradevole, come se mi trovassi in un frullatore. Mi sembrava come di annegare nel mio corpo, e mi scuso per l’immagine un po’ cruda. Col tempo, ho ideato uno stratagemma per concentrarmi in modo tale sul corpo da risvegliarlo. In pratica immaginavo di fare quel giochetto di dissociazione con le mani, quando si muove una mano in senso rotatorio e l’altra su e giù. Questo trucco mi è servito egregiamente per molti anni, in quanto mi permetteva di risvegliare il corpo fisico, prima di scoprire cosa c’era dietro a tutto questo.

All’età di 29 anni, in un periodo di forte stress, perché non riuscivo a trovare casa nella zona di Milano, mi trovavo addormentata nella mia camera di albergo dove soggiornavo per lavoro, quando la situazione si è ripresentata: solo che questa volta mi sono sentita “volare via” le braccia e le gambe. Sul momento non mi sono chiesta come mai capitava una cosa così strana, anche se ero sveglissima con la mente. Mi sono limitata ad agire d’istinto e trattenere giù gambe e braccia, per poi risvegliarmi completamente.

Questo è stato poi l’inizio di una lunga ricerca sulle OBE che mi ha portato a leggere tutti i libri possibili sull’argomento ed anche ad ‘allenarmi’ il sabato e la domenica pomeriggio. Il mio scopo principale da allora (e sono passati ormai 20 anni) è stato quasi sempre quello di visitare l’Aldilà, incontrarmi con amici e parenti trapassati, controllare che stessero bene … una serie di esperienze meravigliosa!

Ma vorrei tornare un attimo alla paralisi notturna. Col tempo ho scoperto perché si verifica questa sorta di ‘disturbo del sonno’, anche se solo in parte. A quanto ho scoperto, durante il sonno REM (quello associato ai sogni più vividi) quasi tutti i muscoli del corpo, ad eccezione di quelli preposti alla sopravvivenza, sono paralizzati, per evitare che il nostro corpo si muova per mettere in atto le cose che sogna di fare. La paralisi notturna si verificherebbe quando delle aree non meglio definibili per me della nostra coscienza vigile diurna si attivano durante il sonno REM, invece di rimanere nello stato che è loro abituale. In pratica una parte di noi si sveglia, mentre il corpo dorme e i muscoli sono paralizzati. Dopo l’esperienza in albergo, e le molte letture, ho scoperto che per me era possibile scegliere due strade quando questo mi capitava: o risvegliare il corpo, come avevo fatto per gli ultimi 15 anni, ho volare via con quello che mi si è presentato all’epoca come un altro veicolo molto simile al corpo fisico. Quando la situazione cominciava a presentarsi, provavo ad infilare la mano ed il braccio attraverso il cuscino o attraverso il materasso e se riuscivo a passarci attraverso senza problemi, ‘uscivo’ dal corpo e partivo per le mie esplorazioni.

Ho cominciato con l’esplorare la camera da letto ed il soggiorno, poi ho scoperto che potevo spostarmi con estrema facilità su distanze maggiori, e dulcis in fundo che potevo visitare l’Aldilà.

Per quanto riguarda le esplorazioni della versione astrale della mia casa, sono sempre stata troppo vigliacca per guardare il mio corpo nel letto, per quanto l'abbia sentito respirare (tipico respiro del sonno) e ci abbia anche infilato un braccio dentro per vedere che consistenza avesse. Viceversa, avevo il coraggio, quando mi trovavo fuori dal corpo, di specchiarmi (di osservarmi in "specchi astrali") per vedere come era fatto il mio corpo astrale. Nelle prime esperienze, in un'epoca in cui non ero molto felice, ero sorpresa nel vedere che lo specchio mi rimandava un'immagine brutta di me: ad esempio, avevo come delle ecchimosi o cerotti sul viso, i capelli in disordine, vestiti brutti. Più in là negli anni, con il verificarsi di esperienze belle e anche mistiche, la mia immagine riflessa dagli specchi in astrale è diventata molto più radiosa. Ho anche usato molto gli specchi come 'portali' di passaggio nell'altra dimensione. Non per niente mi ha sempre appassionato il racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie che passa attraverso lo specchio ed entra in una casa dove tutti gli oggetti sono animati per poi avventurarsi in un'altra dimensione.

Ma non è sempre stata una passeggiata, specie all’inizio, quando non avevo il controllo di questi meccanismi. Nei primi tempi di sperimentazione volontaria mi capitava di essere sparata fuori dal corpo come un proiettile, attraverso tutti i piani del palazzo e per chilometri nello spazio, con una gran paura di farmi male sbattendo contro i soffitti (questa è tutta da ridere)… Ho avuto anche altre esperienze spiacevoli, che magari tratterò in successivo post.

Per ora devo interrompere, ma più in là vorrei anche spiegare perchè l'idea che si viaggi 'fuori' dal corpo è stata per me con il tempo (specie da quando ho letto i libri di Buhlman) superata dall'idea che si viaggi in realtà in una dimensione interiore.

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[DAL VECCHIO FORUM]
 

Le vibrazioni le avvertivo di frequente nei primi tempi, soprattutto durante la fase di “uscita”, ma ci sono state esperienze di tipo mistico/paradisiaco in cui non le ho avvertite affatto, ed in seguito la presenza delle vibrazioni si è ridotta nel complesso in modo abbastanza significativo.

Anche la sensazione di essere portata via l’avvertivo soprattutto all’inizio, quando non controllavo ancora il meccanismo e le OBE erano per lo più spontanee (sebbene le cercassi). Era così per esempio quando venivo sparata via per quelli che sembravano chilometri, come una specie di proiettile.

Altre volte, sempre al principio, mi sentivo galleggiare dolcemente, rimbalzare sotto il soffitto e tornare giù. Una volta mi sono anche trovata a galleggiare sotto il letto a pochi centimetri da terra, e mi sembrava di vedere ingigantito quel microstrato di polvere che si crea sul pavimento.

Tuttavia, da quando sono iniziate le esperienze volontarie, sembro avere un maggiore controllo su quanto mi succede, e non avverto un’energia che mi porta via. Sono al contrario io che, con una tecnica o l’altra, esco deliberatamente dal corpo per poi muovermi, o camminando o volando, sia attraverso la versione astrale della mia casa che in altri ambienti che raggiungo attraverso vari portali: specchi, muri, armadi (la tecnica dell’armadio, però, l’ho adottata prima di vedere Narnia). Una volta ho anche usato un apparecchio televisivo come portale.

Una mia amica mi aveva suggerito di lasciarmi sprofondare attraverso il letto: entrambe le volte che ho usato questo sistema, sono poi caduta lungo un tunnel verticale simile a quello di Alice, per poi atterrare in un’altra dimensione.

[…]

[IN RISPOSTA ALLA DOMANDA DI FAN SE MI ERO SENTITA MAI AIUTATA NEL COMPIMENTO DI UN VIAGGIO ASTRALE]
 

Non so come mai l'attraversamento di un portale faciliti il collegamento diretto con un'altra dimensione così distinta, come l'Aldilà, ma credo che aiuti ad accentuare la concentrazione, per cui, se lo fai con un obiettivo ben preciso (tipo incontrare una persona in particolare), i risultati possono essere decisamente stupefacenti.

Per rispondere alla tua domanda su se mi sono mai accorta di essere aiutata in qualche modo da qualcuno, la risposta è sì, anche se non sempre. 

Nell'episodio in cui ho usato la tecnica di sprofondamento attraverso il letto, e mi sono ritrovata a cadere lungo un profondo tunnel verticale, c'erano due angeli che volavano sopra di me, uno da un lato ed uno dall'altro. In quel caso l'obiettivo (raggiunto) era quello di vedere un amico morto prematuramente.

Nell'episodio di Daniela, più precisamente nel secondo, una creatura angelica mi ha scortato facendomi capire che non era il momento di disturbare Daniela.

In una delle esperienze più recenti, del gennaio 2009, sempre mirata ad incontrare una personalità nell'Aldilà, sono stata aiutata da due persone, un uomo ed una donna (quest'ultima emanava una meravigliosa energia ed un gran calore spirituale) nella prima fase dell'esperienza, quella in cui stavo ancora aggirandomi nella versione astrale della mia casa alla ricerca di un portale (in quel caso avevo poi trovato una sorta di portone a spinta, del tipo uscita di sicurezza, ma molto più grande del normale, attraverso il quale mi ero poi ritrovata in un ambiente completamente diverso, immerso nella natura, con altissimi alberi sempreverdi ed un cielo pieno di stelle, per poi incontrare la persona che cercavo).

Quando nel 2003 abbiamo perso un amico in circostanze drammatiche, ho raggiunto l'ambiente in cui l'ho incontrato proprio come te, attraversando un muro. Quando l'ho incontrato, era assieme ad un angelo. Gli ho chiesto se quell'angelo era lì per proteggerlo, e lui mi ha risposto telepaticamente che era lì anche per proteggere me. Sia il nostro amico che l'angelo mi hanno poi spiegato che avevano preso delle misure di carattere tecnico per consentire quella mia esperienza; non era in sostanza grazie a me se questa visita poteva aver luogo, ma grazie a quanto loro avevano fatto per prepararla.

Altre volte però la persona che mi ha aiutato non era un angelo, ma una persona che conosco. Ad esempio, ho un'amica in Olanda che pratica tantissimo le OBE e ha una gran pazienza nel trascrivere le sue esperienze in un diario, e con lei mi sono spesso trovata a chattare di notte, scambiandoci idee sulle tecniche da adottare, poco prima di avere effettivamente un'esperienza molto significativa. Ebbene, in uno dei mie viaggi più complessi, in cui ho incontrato la figlia di un mio amico, anche lei morta purtroppo a 14 anni, ho notato accanto a me la presenza dell'amica olandese. L'ho scrollata per le spalle pregandola assolutamente di ricordare quell'incontro, una volta sveglia, ma successivamente lei non ricordava nulla. Resta il fatto che penso che anche una persona viva in carne ed ossa possa essere d'aiuto in un'OBE. In quell'occasione specifica, avevo annotato con particolare attenzione nel mio resoconto che esistevano due ambienti astrali distinti nella mia esperienza: una era la versione astrale della mia casa e l'altro era quello dove avevo incontrato la ragazza nell'aldilà. La mia amica olandese l'avevo vista accanto a me, nel luogo in cui ho incontrato la ragazza.

Al contrario, una mia amica italiana, mi ha detto una volta di essere riuscita ad ottenere un'OBE grazie alla mia presenza: io le avrei spiegato come uscire dal corpo e cosa fare e lei sarebbe riuscita seguendo le mie indicazioni. Io però non ricordo nulla, sebbene a quell'ora effettivamente dormissi, ed avessimo appunto organizzato per quella notte, nel nostro gruppo di discussione, un randevouz astrale.

Riassumendo, le persone o entità o angeli che ho incontrato in questi viaggi astrali specifici, in cui era palese la presenza di un aiuto, potevano trovarsi o al di qua o al di là del portale.

C'è stato poi il caso eclatante in cui mi sono trovata in OBE a confrontarmi con una persona appartenente all'aldiqua, che ci stava causando grandi difficoltà e sofferenze nella vita quotidiana, per chiedere una spiegazione del suo atteggiamento. Proprio nel momento in cui mi rendevo conto dell'enorme forza che il pensiero positivo aveva rispetto alle grette motivazioni di questa persona, una entità angelica, che si è presentata a me sotto forma di un bagliore di luce e fonte di immenso amore incondizionato, mi ha portato istantaneamente ad abbandonare il confronto che avevo in quel momento e a constatare invece tutte le cose e situazioni meravigliose che esistevano nella nostra vita, le uniche che avessero senso.

Quindi direi che sì, l’aiuto visibile o invisibile c’è e può presentarsi sotto molteplici forme, e anche appunto venire da forum di discussione come questo, che favoriscono lo scambio di idee ed esperienze e l'incontro fra persone con interessi comuni.

[DAL VECCHIO FORUM, A CHI MI CHIEDEVA DEI MIEI INCONTRI CON MIO NONNO, MORTO 4 ANNI PRIMA DELLA MIA NASCITA]
 

Il mio primo incontro con mio nonno risale alle primissime esperienze di OBE, intorno al 1990. All'epoca non ero molto esperta e stavo ancora cercando delle tecniche adeguate per controllare l'esperienza. Le OBE erano molto brevi, direi fugaci. All’epoca internet non esisteva, e neanche potevo disporre di un personal computer: quindi i miei diari relativi a quegli anni non sono su file, ma su quaderni su cui scribacchiavo a mano, che temo si trovino attualmente in un posto non ben identificato della nostra cantina. Devo assolutamente ritrovarli, perché, come nelle esperienze della vita di tutti i giorni, ciò che succede in astrale può essere ricordato per vent'anni per sommi capi, ma ci sono tantissimi dettagli che potrebbero essere interessanti e che invece sfuggono alla memoria.

Ad ogni modo, all'epoca, il mio sistema per incontrare una persona in astrale, anche se defunta, consisteva semplicemente nel tendere la mano. Io tendevo la mano alla ricerca di mio nonno, e lui mi veniva incontro con la sua mano. Ricordo che la prima volta indossava una camicia bianca e che irradiava un grande affetto e la sensazione che, sebbene non avesse avuto un ruolo nella mia vita perché era morto prima che nascessi, adesso aveva l’opportunità di farmi da guida.  

Non è molto come resoconto, me ne rendo conto, ma nei sogni che seguirono a questi primi incontri con l'Aldilà, mio nonno mi fece capire quanto era immensamente dispiaciuto per aver dovuto abbandonare la famiglia così presto (mio padre aveva 21 anni quando è morto e le mie zie erano più giovani di lui. Mia nonna gli è sopravvissuta per 40 anni). Dai sogni traspariva che lui era vivo, anzi più che vivo, ma viveva da un’altra parte, e gli sembrava quasi di aver tradito la propria famiglia andando a vivere in un posto così vicino eppure così lontano. A quanto mi comunicava, era come se lui avesse abbandonato la famiglia tipo dopo un anno di matrimonio, anche se nel tempo che noi conosciamo non era così. Deduco quindi che il suo senso di dispiacere fosse dettato anche dal fatto di essere morto a 52 anni, di non aver conosciuto i futuri generi e nuora ed i suoi 11 nipoti. Tanto per cominciare mi ha mostrato in sogno di essere stato presente al proprio funerale, con un aspetto in tutto simile a come si presentava negli ultimi tempi, ma prima di ammalarsi.

Gli incontri fugaci in OBE di cui non so fornire dettagli più precisi senza consultare i diari, culminarono in un incontro avuto poco prima di conoscere mio marito, che è un medico. Ricordo che mio nonno era seduto appunto dietro la scrivania di un ambulatorio medico, e mi dava dei consigli spassionati su come vivere meglio. In particolare ricordo che mi consigliava una dieta più ricca di verdure. Anche qui, chissà quanti dettagli mi sfuggono perché non ho accesso al resoconto scritto. Eppure è singolare che mio nonno, immensamente dispiaciuto per non aver potuto costituire una guida nella mia infanzia, mi abbia dato dei consigli del tipo che poi ho ricevuto a iosa, una volta conosciuto mio marito, medico e assolutamente fermo circa il fatto che è essenziale vivere una vita sana e mangiare tanta frutta e verdura.

Una curiosità: mio nonno morì a 52 a causa delle sigarette. Mio marito non ha mai fumato.

Da quella OBE in poi è un po’ come se mio nonno avesse dato le consegne a mio marito, per quanto riguarda il guidarmi e consigliarmi. Ho avuto altre guide in astrale, successivamente, ma mio marito è stato anche lui presente nelle mie esperienze, in maniera direi eclatante. Vedo quindi un filo conduttore ben preciso e sono convinta che la morte, o altre difficoltà, non possano separarci da coloro che ci vogliono bene.

[DAL VECCHIO FORUM A CHI MI CHIEDEVA SE INCONTRAVO MIO MARITO]
 

Vedo spesso mio marito sia in OBE che nel dormiveglia oppure in alcune esperienze che durano poche frazioni di secondo mentre sono seduta al computer impegnata in una traduzione noiosa (in questi casi entra in funzione una specie di “pilota automatico” mentre lavoro).  

Le esperienze che ho per così dire da sveglia, o quasi, si riferiscono a momenti in cui mio marito è fuori casa. In genere lo vedo invece vividamente con gli occhi della mente girare per casa ed impegnato in qualche faccenda domestica, come lui ama fare. 

Lo stesso dicasi in OBE in cui mi muovo nella versione astrale della nostra casa. Anche se in quel momento sta dormendo, posso incontrarlo per casa.

Ma l’esperienza più eclatante che ho avuto in OBE e che riguarda mio marito é quella del 1999. 
 

[DAL VECCHIO FORUM, A CHI MI CHIEDEVA CHE RAPPORTO VEDEVO FRA OBE E MEDIANITÁ]
 

Ti ringrazio per la tua domanda circa il rapporto tra medianità e OBE, perché mi è stata di spunto per alcune importanti riflessioni, ragion per cui sto modificando il mio post di stamattina per aggiungere qualche nuovo concetto. In origine il rapporto tra medianità e OBE stava soprattutto nel contatto con una persona specifica: ovvero verificare se una tal persona trapassata stava bene. Questo scopo si può raggiungere in modi diversi, tra cui il sogno lucido e l’OBE sono senz’altro molto tangibili.

Negli anni ho avuto la fortuna di avere dei grandi amici, dall’altra parte, che hanno collaborato con me. Uno in particolare, un amico morto nel 2002, mi ha aiutato moltissimo, e l’ho incontrato molte volte dopo la morte. Comunica con me con il pensiero, tramite sensitivi, in sogno ordinario, in sogno lucido ed in OBE. E’ stata una persona talmente volitiva e determinata fin dall’inizio nel far sapere che stava bene, nel chiedermi dei piccoli aiuti per comunicare con i familiari, e poi nel dimostrarmi che la vita continua dopo la morte e nel mostrarmi dei piccoli squarci dell’Aldilà, che lo considero una Guida ed un partner ideale. Inoltre, ogni volta che mi ha dato un appuntamento preciso, l’ha sempre rispettato, anche se magari con uno scarto di qualche giorno. In particolare mi ha detto una volta che l’Aldilà è un po’ come un mondo sottomarino e che è un po’ come se io fossi in grado di nuotare sott’acqua senza una riserva d’ossigeno. Mi ha detto che questo è un dono che non va sprecato, e che la cosa più grave che potrei fare è quella di non credere nella loro sopravvivenza dopo la morte. In altre parole, almeno per me, il contatto a livello medianico e quello a livello di sogno/OBE si intrecciano in maniera indissolubile. Sono giunta a ritenere che se ci sono delle fasi di stallo è perche non li coltivo entrambi. 

Ma con il tempo è andato anche modificandosi lo scopo di questi contatti. Mentre in origine dominava il desiderio di controllare che una tal persona stesse bene e fosse al sicuro dopo morta, con gli anni è nata un’ansia più generalizzata di verificare e rassicurare me stessa e gli altri che noi tutti possiamo stare bene quando abbandoniamo il corpo fisico definitivamente ed avere le prove che nella nostra vita di tutti i giorni esista uno scopo buono, audace, forse eroico, che non consista nella solita lotta titanica fra bene e male, o nello sconto di un karma negativa accumulato in passato, ma nella riscoperta che la nostra essenza è comunque positiva, e che veniamo in questo ambiente terreno con l’illusione di un ego solo per raffinare la nostra capacità di amare ed accettare il prossimo, di provare compassione senza giudicare. L’altro scopo insito nel fare verifiche sull’Aldilà, e coltivare quindi contatti medianici, è per me quello di provare che la fiducia in una fonte di amore incondizionato ed assoluto di cui noi siamo parte è molto più costruttiva dei complessi di colpa o del rinnegare parti del nostro passato che ci causano dolore. Riuscire a vedere l’aspetto positivo che una certa esperienza ci ha dato, provare gratitudine per noi stessi e per la nostra vita, dà una carica speciale per fare cose nuove e più grandi. E’ ovvio che queste cose non posso averle pensate da sola nel mio piccolo: devono essermi comunque venute da entità molto più evolute di me. In parte sono stata guidata a determinate letture, in parte ho avuto l’intuizione di sentirle come mie, ma sono certa che esista una grande collaborazione fra spiriti disincarnati ed incarnati nel perseguire questo scopo evolutivo.
 

 

 

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