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zarina

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Everything posted by zarina

  1. No no È lo slogan - menomalechetizioc'è- che ha rievocato antichi rituali anni 90 😂 Comunque incredibile che tizioc'è ci fosse per davvero. E non so se io gli avrei scritto.. Però bello che abbia reagito con fiducia e apertura alla cosa
  2. Spalancati @@*@@ no, socchiusi ==*== 😍 00*00 occhi aperti -- * - - occhi chiusi ##*## occhi con molto mascara
  3. Nei miei sogni ricorre il nome Niccoló, da anni Nella realtà non conosco nessuno che si chiama così, ma nei sogni mi spunta sempre Niccoló. Non ho mai approfondito perché non è mai seguito da cognome o altri riferimenti anagrafici..
  4. Sei uomo donna o *? Donna Segno zodiacale? Toro ♉ Colore preferito? Nero Un tuo difetto Mancanza di equilibrio, egoismo Due pregi Leale sopra la media, che come pregio vale per 2 Un tuo difetto in ammore Inquietudine Un tuo pregio in ammore Autostima Quale caratteristica fisica proprio non ti attira? Disarmonia E quale/quali caratteristiche ti attraggono fisicamente? Mani, postura Baci: occhi aperti o chiusi? Aperti Sei geloso/a/*? Non particolarmente Più possessiva che gelosa Cosa pensi di un partner geloso/a/*/y/z? Penso che il problema della gelosia non sia tanto provarla, che alla fine può essere anche normale, quanto buttare questa cosa sull'altro, colpevolizzandolo, invece che viverla come qualcosa che riguarda noi Di subito qui e adesso qualcosa di carino Goleador alla coca cola Sai esultare come Peter pan? (, quello del film, non mister paceall'animasya) Internamente A proposito di film: il tuo preferito in assoluto? In assoluto non esiste Un preferito tra i recenti visti : Babylon Sei tipodacane, tipodagatto, o tipodaqualcos'altro? Gattissimo, gatto extreme Il tuo utente CN preferito/a/*/xyz Diversi tra i rimasti, quindi pochi in assoluto Pando 🖤 Una cosa che vorresti mangiare ma non puoi I porcini in ogni periodo dell'anno Il tuo gusto della pizza preferita Bassa, scrocchierella, bufala pomodorini e basilico + poco origano La tua canzone preferita Una sola non esiste Una delle.. Sympathy for the devil RS Fatti una domanda, datti una risposta Rinasceresti uomo o donna? Lepidottero
  5. Estahté al limone o niente.
  6. zarina

    Salon Kitty

    Era sempre al chiuso che succedeva. Tra quelle pareti squallide e bianche, le poltroncine intarsiate e il fumo che entrava da tutte le serrature sporcando l'aria e impregnando i suoi capelli crespi. Sembrava di stare in gabbie medicate... appesantite da velluti polverosi, senza finestre né spiragli. Niente che lasciasse intravedere la trasparenza dell'aria, o i bagliori delle stelle la notte. Era come se tutto, dai tappeti ai respiri, fosse intriso di qualcosa di stantio che pesava sul diaframma. Lo champagne pizzicava la gola e ammucchiava le parole l'una sull'altra, che non si vedevano più. La musica, insignificante e tristemente spensierata, si aggirava per i corridoi disperdendo un senso di attesa e di morte. Lei lo faceva con solenne freddezza e distacco. Una dolce, sadica indifferenza. La toccavano nervosi, come fosse una bambola con le ciglia abbassate, affondando il viso dentro i capelli pesanti. E ogni volta dopo, mossa da un premuroso senso del dovere, prendeva carta e penna, e compilava con cura il suo rapporto. "Non ha parlato molto questo venerdì.. " Scriveva in bella calligrafia, cercando di sembrare precisa sulle osservazioni. Ci teneva a portare a termine il suo lavoro, come un soldato. Non aveva stimoli né voglie naturali. Non c'era indulgenza né comprensione in nessuno dei suoi gesti, ma il suo sguardo brillava di una tenace dignità. Era stata scelta dopo attenta selezione genetica, estetica e morale. Addestrata a conversare in due lingue e ad adornarsi di un'eleganza sobria ma carica di promesse vistose. A sorridere sempre, senza ridere mai. A spostare i polsi, e le caviglie, con movimenti allungati e pieni di una grazia delicata e artefatta. Aveva imparato a riconoscere le uniformi, e disimparato il pudore. I nazisti non erano eroi nazionalisti quando sfilavano gli stivali. Non avevano niente dei paladini impettiti di nero che davano l'idea di essere in giro per i vicoli. Alcuni erano violenti, altri piangevano. Tutti erano banali e viziosi. Non volevano essere chiamati generali o continuare a fare i diplomatici. Vittime inconsapevoli della loro stessa mania di purificazione, ridevano sguaiatamente davanti a ridicoli balletti e si rendevano osceni protagonisti di scenette volgari. A vedersi da fuori, sarebbero sembrati perfino a loro stessi dei poveri stupidi. Se c'era qualcosa di salvabile, era la classe di Katherine, la padrona di casa. Istrionica madama. Era tutto un raffinato gioco di controllo a cassetti, in fondo. Le ragazze, che nell'alcova spingevano gli ufficiali alle confidenze politiche, erano a loro volta sorvegliate attraverso spie e microfoni nascosti. Invisibili ascoltatori, intercettavano gli incontri dai sotterranei, pronti a intervenire e trucidare in tempo reale i traditori, ma anche a preparare bozze di perversi ricatti privati. L'odore di muffa e sudore si mischiava a un certo olezzo chimico di ghisa disinfettata, e la gelida queite, era interrota solo dai rumori trasmessi nelle radioline scassate. Tuttavia sotto terra, sembrava che l'aria fosse meno satura e asfissiante che nelle camere. Lei aveva fede. Non era cieca, ma onesta. Quest'uomo è matto. Pensó. Tutto scellerato. Se ne era stato fermo per minuti interminabili davanti alla specchiera, come se non ci fosse una notte che dovesse finire, fuori. Seduto su sé stesso, con la testa tra le mani. Nessun furore, niente alcol sulle ferite. Nessuna droga per dimenticare. Poi si era alzato di una lentezza snervante, aveva tolto l'uniforme e l'aveva gettata via, come se gli bruciasse addosso. Aveva gli occhi di un azzurro che pareva fatto di lacrime, e l'aveva guardata come si guarda un essere umano, in quel deserto degradato, spoglio di arte e di poesia. Le aveva chiesto di concedersi senza durezza. E lo aveva fatto arreso e maldestro, con le mani aperte lo sconforto in quegli occhi che tutto avevano visto. Un tremore le attraversó le braccia. Non poteva sopportarlo. Sentiva lo spirito che si svigoriva, quell'emozione gentile le dava dolore fisico. La confusione le sporcó la mente. È così che si cade. Pensó. Nei palmi di un debole. È così che ci si arrende alla vita. Non c'era più la paura, erano spariti i suoni. E gli occhi aperti nel silenzio. Desiderare che ci fosse erba fresca dove sedere, e un sole tiepido, contento di scaldare. Intollerabile. Mille guerre di ferro e di fuoco si accesero nella sua testa. Lei non voleva cadere. Non poteva permettersi questa tenera inettitudine. Doveva sopravvivere nel suo mondo rovinato. Un colpo d'ombra, uno solo. Una pallottola dritta, per spegnere ogni traccia d'amore. "Margherita! Stai bene, Margherita.." Era di nuovo tutto spento. Liberamente ispirato da Salon kitty Peter Norden
  7. Collage di oejerum Mcmax Malia Pandora Giulia cincin Nero Occhi Freya Rainbow Anarko Lamia Decimo
  8. Ma in che razza di party ci hai portato?? Si, ho guardato il cielo, è stato allora che ho notato il glicine sopra di noi, ma non ho visto altro, se non stelle che iniziavano a brillare nel passaggio tra sera e notte
  9. Anche io ho tagliato delle parti centrali La cosa che mi colpisce oltre ad aver visto Occhi praticamente nello stesso ruolo, è il senso di preoccupazione e di frustrazione che ci pervade in diversi momenti durante il sogno Come se fossimo state sì, alla stessa festa, vivendo poi cose diverse con lo stesso stato d'animo La laurea in irresponsabilizzazione ❤️
  10. È molto triste che non abbiamo mangiato niente. Cioè io ne soffrivo proprio in diretta durante il sogno. Mi rendevo conto che continuavo a smanettare senza cibo e ci stavo male. Comunque quando ho letto il tuo sogno stamani sono rimasta..
  11. Coincidenza, anche io ho sognato stamani mattina presto @Pandora e @occhibianchi Eravamo ad una cena all'aperto, tante persone, ed era sicuramente inizio estate. Eravamo disposti su lunghi tavoli rettangolari bianchi piuttosto anonimi, dove stranamente non c'era cibo, anche se noi mangiavamo, non saprei che, l'aria. Io avevo Pandora alla mia destra e davanti alcune donne vestite color pennette alla vodka e salmone anni 80 e acconciate come damigelle (a quel punto capisco che forse siamo ad un matrimonio estivo nel 1983). Noi parliamo e intanto continuiamo a mangiare cose inesistenti. Proprio io mangio, e sotto non c'è niente. Il sogno continua ed è pieno di dettagli colorati.. bambini che urlano, persone che si alzano e parlano anche con noi, bizzarri balli di gruppo, addirittura ricordo sopra le nostre teste un glicine rigoglioso, e un coniglio che gira tra i tavoli (???). L'unica cosa che manca è il cibo. Non c'è traccia di cibo. A un certo momento mi giro e vedo che alle nostre spalle c'è occhi. È a una tavola di soli maschi. Lui parla, gli altri ascoltano in silenzio. (come nel sogno di pandi, si trova in mezzo agli uomini). Sembra che non si sia proprio accorto che ci siamo anche noi. Improvvisamente il sogno cambia atmosfera e mi ritrovo in cima a una scala a chiocciola gialla e molto ripida. Sento dalle voci che di sotto ci sono occhi e gli uomini del tavolo. Vorrei origliare perché non riesco a sentire le parole, ma ho paura a scendere la scala. Allora sono presa da una strana ansia. Perché ho lasciato Pandora al tavolo e l'ho persa di vista, e ho perso anche occhi che è di sotto e temo verrà inghiottito nel seminterrato in fondo alle scale che sono sicura si chiuderà sotto ai miei piedi. Vorrei avvertire entrambi ma non trovo il telefono da nessuna parte e mi trovo in questo limbo angosciante tra la scala ripida illuminata da questa luce calda, giallina, e la pergola invasa dalla luce blu e grigia della sera.
  12. Ricordo con nostalgia i natali di quando ero bambina e mi sembrava tutto così normale e scontato. Una casa pulita e una colazione già pronta. Il tempo che passava lento, come se non dovesse mai finire. Mi svegliavo in una casa già viva, anche senza che mi fossi svegliata io. Le stanze già piene di voci e la musica accesa. La giornata che prendeva forma e io che dovevo solo camminarci dentro contenta.
  13. Emozione buona, di serenità Ho pensato a un capriolo
  14. 1) Hai mai rischiato di morire? Sì 2) Hai paura della morte? Non lo so 3) In quale modo speri assolutamente di non morire? In pubblico 4) Hai mai visto morire qualcuno? Sì 5) Credi che esista vita dopo la morte? Sì 6) Credi nella reincarnazione? Sono confusa 7) E nelle NDE (Near Death Experience)? Sì 😎 Hai mai desiderato davvero di morire? No 9) Hai mai tentato il suicidio? No 10) Provi invidia per la gente che non c'è più? No 11) Cosa ne pensi della pena di morte? Barbara 12) E della tortura? Inutile 13) Credi che EleChan sia malata per aver ideato questo test? Per niente
  15. personaggi della letteratura che: 1) sposeresti Laurie Laurence 2) ti porteresti a letto Dracula / Edgar Stark 3) accopperesti Jay Gatsby / Il piccolo principe 4) eleggeresti presidente del consiglio Holden Caulfield / Jane Marple 5) non ti augureresti mai di incontrare Humbert Humbert 6) non hai capito Edmond Dantes / Elena Greco 7) vorresti come migliore amico/a Ulisse/ Cosimo Piovasco di Rondò / Dean Moriarty
  16. zarina

    Diari di marzo

    Caro diario, Parcheggio con due manovre. A secco, così. Con quel brivido del rischio. Che è un attimo, e sono danni, che poi sono soldi. Scendo dalla macchina che sembro una appena morta. Le chiavi me le metto in tasca, sennò chi le ritrova. Sono pallida, che sembro celeste. Mi guardo nel finestrino e ho la faccia a metà tra appena uscita dal dentista e prima comunione dopo quattro anni di catechismo. Non mi sopporto. Odio come cammino, il mio ginocchio dolorante, questa orrenda faccia uguale ogni giorno che le voglio bene giusto perché è la mia. Odio piegarmi a prendere i fogli, la borsa, questo agglomerato di cose inutili che mi porto dietro tutti i giorni. Gli altri pensano che in qualche modo io sappia cosa fare. A volte mi guardano e devo avere la faccia di una che nonostante il catechismo, sa qualcosa delle cose. La verità è che non me ne importa niente, quasi di niente. E mi dispiace a volte dare questa notizia. Vedo che ci rimangono così. Ci speravano che mi importasse qualcosa. Per questo scorro tra le persone con gli occhi sui piedi, cercando di non esserci, evitando ogni sguardo potenzialmente familiare e letale. E’ il momento del giorno che preferisco. Quando la giornata abbassa di botto le aspettative.. il tardo pomeriggio. Quante ore sono che aspetto questo momento, forse centoventi. Non ne potevo più della mattina con quella sua arrogante spocchia splendente. Del primo pomeriggio, che sembra fatto per dirti dormi, assopisciti, rilassati, e poi ti da uno spintone verso la vita. Mi ci voleva questo riequilibrarsi di luci e ombre, dei tram che si trascinano vicino ai marciapiedi e fanno scendere più persone di quante ne salgono, dell’ospedale che si illumina piano.. finestrina dopo finestrina, con questo grigiore speranzoso. La fretta che diventa sera in una manciata di momenti che ti fermi ad allacciarti una scarpa ti alzi ed è già finita. Quello che è successo è successo, ormai è andata. Non ci si volta indietro. Non sarà mai più oggi. Le cazzate di oggi rimangono qui e non sopravviveranno a domani. A parte qualche eccezione che ha a che fare col furto o la frode fiscale. Mi strizzo nel cappotto che sento il freddo salire dall’asfalto. Il solito bar, la solita ragazza stanca con le occhiaie e la voglia di andare a casa sulla schiena che rassetta le sedie lanciandole una sull' altra. Salgo le scale veloce, contandole tutte. E’ finita la giornata, chissà domani. No aspetta. Ma che l’ho chiusa la macchina? Maledetta paranoica. Torno veloce indietro. Giù per le scale. Una due tre quattro. La ragazza mi guarda e pensa ma povera te. Ecco le persone contromano. Di nuovo. Mi sembrano tutte vecchie e colorate di senape. Un ragazzo non ha la giacca. Lo guardo veloce e lui mi riguarda come gli avessi detto sei scemo? Ma fai come vuoi, ragazzo strano senza difese, stai senza giacca. Mica sono tua madre. Ah che poi, oltre che pallida, apatica, e appena morta, sono anche madre. Non ci voleva. Chiudo la macchina che è già chiusa. Mi riaggiusto la roba inutile tra le mani, questa armatura stupida senza senso, e riparto. Io ero fatta per altro. Avevo grandi progetti per me. Tipo rimanere bambina per sempre, allevare rettili, fare solo quel che mi va come Pollyanna. E invece guarda qui. Sono io quella grande. Tocca a me tornare indietro per controllare di aver chiuso la macchina già chiusa. Che pensiero vano e inutilizzabile. Almeno ho davvero chiuso col catechismo. Via con le scale. Una due tre quattro cinque. Il solito bar che ormai è chiuso. Il buio che si è preso la città. E’ finita la giornata. Domani chissà.
  17. A me è venuta subito in mente Calipso. La ninfa marina che nascose e cercó di trattenere Ulisse nella sua isola. Coincide anche con il senso di attesa, poiché era condannata a rimanere ferma tra gli scogli ad aspettare, in questo luogo incantato, ma desolato.
  18. Roberto Ferri
  19. Il tuo è tanto equilibrato rispetto ad altri Anche questo sembra rientrare nel profilo 2 Una certa armonia
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