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Giulia

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  1. [Di questa esperienza potrei aver parlato nel vecchio forum] Tra il 1997 e il 1998 mi é capitato che mentre stavo dormendo avvertii la presenza di una persona in corridoio. Mi resi conto di essere sveglia ma nel corpo astrale. Mi alzai e mi avviai in corridoio per vedere cosa stava succedendo. Con mia enorme sorpresa mi ritrovai davanti una mia congiunta (che chiamerò Lucia) che all’epoca dei fatti aveva venticinque anni, undici meno di me, e viveva – come vive tutt’ora – a circa 800 km da dove vivo io. Quello che però appariva strano era che Lucia dimostrava circa dieci anni in più della propria età. Aveva i capelli più lunghi di come ero abituata a vederla, ed erano di una tonalità leggermente più chiara (biondo, anziché biondo scuro). Era vestita in modo fine ed elegante, come se il suo tenore di vita fosse decisamente elevato (all'epoca dei fatti vestiva in modo casual, essendo ancora una studentessa che viveva con i genitori). Compresi che Lucia mi stava facendo visita dal futuro e decisi prontamente di chiederle delle informazioni. Per prima cosa le chiesi di mio marito, se stava bene, perché all’epoca attraversava una delicata situazione di salute. Lei mi rassicurò. Poi le chiesi se si era sposata (all'epoca dei fatti non mi risultava avere impegni sentimentali). Mi disse che sì, certo, si era sposata, e mi disse anche il nome di suo marito, usando un diminutivo particolare. Ma io notai nel contempo uno sguardo triste nei suoi occhi, nonostante il decisivo benessere economico di cui pareva godere. Mi disse una frase del tipo: «Non ne è valsa la pena». Intuii che questo aveva in qualche modo a che fare con il suo tenore di vita. Poi l'esperienza finì e mi svegliai. L'indomani mi precipitai a telefonare a Lucia per raccontarle la mia esperienza (eravamo molto legate e ci sentivamo anche più volte al giorno anche se, vivendo a una notevole distanza l’una dall’altra, io non sapevo delle sue amicizie più recenti), ma, per non condizionarla negativamente, non le parlai della parte brutta dell'esperienza, della sua tristezza, della sua sensazione che non ne fosse valsa la pena. Con grande stupore scoprii che da pochissimo aveva cominciato a frequentare un ragazzo. Il nome del ragazzo era diverso dal diminutivo, ma Lucia meravigliatissima mi disse che il nome con il quale lo avevo sentito chiamare nella mia OBE era quello con cui fin da piccolo era chiamato in casa dai suoi (genitori e fratelli) anche se nessun altro lo chiamava così. La meraviglia fu naturalmente reciproca. L'esperienza venne accantonata per un po', anche a titolo di scaramanzia, sebbene io continuassi ogni tanto a pensarci con una certa trepidazione, per quella frase «Non ne è valsa la pena». In particolare sapevo che Lucia teneva moltissimo ad avere dei bambini, ma una diagnosi relativa a diverse problematiche sembrava segnarla in senso negativo. Tre anni e mezzo dopo questa OBE Lucia e il suo ragazzo si sposarono. Lui aveva avuto modo di vagliare varie opportunità di lavoro, e aveva optato alla fine per un impiego da capocontabile, con molte ore di lavoro al giorno e uno stipendio modesto. Lucia invece si dedicava anima e corpo a superare i problemi che le impedivano di avere figli. Il loro tenore di vita non era quello che avevo visto nella mia OBE. Intanto, con l'avvicinarsi della scadenza dei 10 anni, mi rendevo conto, ricevendo delle foto via e-mail, che Lucia portava i capelli decisamente più lunghi e che li aveva schiariti di un paio di toni. Dopo lunghe traversie su cui non sto a dilungarmi nacque, pochi anni prima dello scadere della data temuta, la prima bambina, che rese felicissimi Lucia e suo marito, seguita a ruota da un fratellino. Ora, a distanza di venticinque anni dalla mia esperienza, sono una famiglia felice di 4 persone, ma non hanno certamente il tenore di vita che avevo intuito dalla mia OBE. Conclusioni? Decisamente l'OBE rispecchiava fedelmente una serie di fattori chiave (in particolare il matrimonio con una persona specifica, la salute di mio marito) e altri fattori meno importanti (taglio e colore dei capelli di Lucia), ma una variabile non era stata confermata: il tenore di vita. Sembrerebbe che la scelta del lavoro di lui e la decisione di Lucia di dedicarsi anima e corpo alla famiglia abbiano costituito la variabile che ha scongiurato lo scenario da me visto, quello per il quale "non ne era valsa la pena". Che dire? Questa esperienza sembra confermare che, anche se alcuni fatti importanti sembrano già segnati (come in questo caso l’incontro con l’anima gemella), noi godiamo del libero arbitrio e che possiamo occasionalmente, dal QUI e ORA, affacciarci alla finestra del tempo non lineare e dare una sbirciatina alle nostre "probabilità". Questo si evince anche da tante persone che hanno avuto un'esperienza di premorte, hanno visto il futuro dei propri cari senza di loro e hanno deciso di tornare dall’Aldilà per modificare quel futuro.
  2. Anch’io ho avuto un’esperienza in cui ho visionato il futuro dei successivi dieci anni, con informazioni che non ero assolutamente in grado di conoscere all’epoca, e solo il finale (che nella mia visione era molto triste) era diverso, ma trattandosi di un’OBE e non di un sogno ne parleró eventualmente in altra sede. Ho ricevuto invece predizioni precise da medium professionisti che coprivano uno l’arco dei successivi 6 mesi riguardo al lavoro e a un trasferimento geografico, l’altro l’arco dei successivi due anni per un fatto molto più importante riguardante la mia anima gemella. Cito questi episodi per fare una considerazione filosofica sul libero arbitrio. La mia idea é che sul piano spirituale noi potremmo avere già degli accordi di massima con altre persone e che certi eventi possano essere stati da noi giá scritti al di fuori dello spazio e del tempo, ma che restiamo comunque liberi sul piano fisico di seguire o meno il tracciato concordato, nei tempi che poi scegliamo. É possibile che animi più sensibili abbiano accesso a tali informazioni occasionalmente o meno, ma che per motivi etici noi conserviamo un diritto inalienabile alla libertà di scelta. Questo sembra anche il caso dei tantissimi episodi di NDE in cui l’interessato vede scene del futuro che vengono peró cancellate al momento del rientro in vita, lasciando solo una sensazione imprecisa di missione. A volte queste scene del futuro riguardano la vita dei propri congiunti qualora l’interessato scegliesse di non tornare in vita. Anche in questi casi estremi sembrerebbe sussistere una libertà di scelta almeno a livello individuale. Riguardo ai sogni premonitori mi é capitato di sognare la prima e la seconda notizia del TG circa vent’anni fa quando non seguivo la televisione. Come anche mi capita di sognare una persona che poi magari il giorno dopo si fa viva inaspettatamente. Sogni così lunghi e articolati come quelli di Freya e di Pandora non credo mi siano mai capitati, tuttavia nei viaggi astrali allora sí ho avuto accesso a informazioni sul futuro. Ne parlerò nella sede adatta.
  3. Ciao, Freya ❤️ Questi due capitoli di vita che racconti sono molto toccanti e in qualche modo dimostrano e confermano che i rapporti affettivi forti hanno una loro essenza al di fuori dello spazio e del tempo. Dimostrano inoltre che tu hai uno spiccato dono che tutela te e i tuoi affetti, come é successo, a dispetto degli eventi avversi, anche nel primo caso. Il fatto che tu non abbia preso queste premonizioni come oro colato ma abbia continuato a vivere la tua vita in autonomia sembra essere anch’esso un dono, nel senso che i fatti si sono poi svolti senza essere condizionati da ansie o aspettative particolari, lasciando a te il tuo libero arbitrio.
  4. In effetti è difficile a volte restare strettamente on topic (nel caso specifico sogni rispetto a stato di veglia, meditazione, OBE, NDE, ecc) quando si parla di manifestazioni psichiche come le premonizioni. É interessante leggere il quadro generale, incluse le fughe in obitorio a sei anni. Personalmente per motivi pratici ho orari di sonno/veglia anticipati di 4 ore rispetto a quello indicato, ma mi pare naturale che l’elaborazione dei fatti riguardanti la vita di veglia avvenga nella prima fase del sonno, quando tra parentesi i sogni sono più brevi. Naturalmente ci sono le eccezioni come per Malia. Il fatto che diverse persone collochino i sogni bui/demoni/altri da sé al centro della nottata é interessante. Quelli sono i momenti in cui mi può capitare di risvegliarmi a causa del sogno. Per me i sogni più freschi, illuminanti ed ispirati (inclusi i sogni premonitori) arrivano sempre nell’ultima parte della notte, dopo le fasi di elaborazione, quando la mente e l’animo sono più riposati e riallineati. É a quel punto che le fasi REM sono più lunghe ed i sogni più facili da ricordare, almeno per me.
  5. Ciao, SauroClaudio. La tua infanzia sembra essere perfettamente identica alla mia. Noi però non avevamo mai una cerimonia così intensa e partecipata per ricordare i defunti. Ognuno andava al cimitero per conto suo. Se hai avuto un’infanzia simile alla mia, sarai andato a catechismo, e ti avranno messo in testa idee contraddittorie sul dopo vita, motivo per cui, quando sono diventata mamma, ho deciso di sovrintendente ad ogni singola lezione di catechismo di mio figlio, diventando io stessa catechista per 9 anni. Non volevo che gli fossero fatti i danni che erano stati fatti a me. Io vedo una correlazione diretta fra la cerimonia per i defunti a cui hai partecipato e un tentativo tuo personale di elaborare le tue nozioni sul dopo vita, un tentativo solo apparentemente fallito, poiché veniva da un animo giá spiccatamente libero di farsi le sue idee. Adesso che studio da una vita le storie sul dopo vita così come raccontate dai defunti che comunicano dall’aldilá (il primo libro che ho letto é “La crisi della morte” di Ernesto Bozzano), da coloro che sono fisicamente morti e sono poi stati rianimati dopo aver vissuto una NDE, e le mie esperienze in sogno e in OBE, direi che i tuoi sogni sono più che naturali. Quando ho cominciato a sognare i defunti, la prima cosa che notavo era che non erano morti, anzi partecipavano al proprio funerale, parlavano con i vivi che magari non li sentivano. Dalle mie esperienze so che lo spirito che sopravvive alla morte non è soltanto depositario di immensa consapevolezza, che può arrivarci sotto forma di intuizioni o conoscenze per esempio tramite la meditazione, ma senza l’aiuto del corpo ormai morto non è in grado di maneggiare un badile, per quanti sforzi faccia. Da quanto racconti, il tuo spirito a 13 anni ti comunicava giá di essere eterno, ma forse non avevi ricevuto ancora le indicazioni necessarie per andare oltre al destino ineluttabile del corpo fisico che dopo la morte viene chiuso in una bara e sotterrato e va incontro alla putrefazione. Posso solo aggiungere che, a causa del mio spiccato interesse per il dopo vita, e le mie ricerche personali con meditazione ed OBE, io soffro da sempre di claustrofobia, e anch’io ho sognato una volta di essere sotterrata viva. Spero che queste mie considerazioni possano essere utili.
  6. Dicevo che ho tratto la conclusione di aver fatto (istintivamente) quanto possibile per tenerlo in vita. É una mia sensazione. Con mio marito non parliamo di queste cose. Non hanno riscontro scientifico per quanto ne so. Volevo semplicemente evidenziare un caso in cui i legami affettivi e la forte volontà di stare accanto a una persona possono manifestarsi anche in un viaggio astrale. Di solito i miei incontri in astrale sono soprattutto con persone decedute, ma ci sono delle eccezioni, come in questo caso.
  7. Salve! Nel 1999 mio marito era ricoverato in ospedale a 180 km da casa per un’ischemia coronarica sotto osservazione. Nostro figlio di 2 anni ed io ci trovavamo a casa. Quella sera avevo preso appuntamento telefonico con mio marito per le 7:00 del mattino dopo. Non riuscivo ad addormentarmi e quando alla fine ho cominciato ad appisolarmi, tra mezza notte e l’una, ho sentito le vibrazioni e mi sono sentita violentemente risucchiare fuori dal corpo (era una pratica che mettevo in atto volontariamente da circa 9 anni, ma mai da sola con il bambino). Alla fine ho ceduto a questo risucchio e ho deciso di andare a controllare mio marito in ospedale. Me lo sono trovato davanti sdraiato su una sorta di lettiga e non indossava il pigiama. Istintivamente ho afferrato le sue caviglie e le ho tirate forte versi di me. Dopo mi sono sentita tranquilla e libera di tornare al mio corpo. Il mattino dopo la telefonata di mio marito non arrivava e io mi andavo preoccupando sempre di più. Ero a spasso con nostro figlio nel passeggino quando alla fine mi ha chiamato alle 10. Mi ha detto che, proprio all’ora della mia OBE aveva avuto una crisi ed era stato portato di corsa in sala operatoria. Essendo lui anche cardiologo, gli avevano detto che la sua era una situazione borderline, per cui poteva scegliere fra bypass e stent. Lui aveva scelto gli stent, intervento meno invasivo per il quale poteva rimanere sveglio. Gli ho chiesto cosa indossava durante l’intervento e mi ha risposto: “Niente! Faceva un gran freddo” Ho tratto la conclusione che, afferrandogli le caviglie e tirandole verso di me, ho istintivamente fatto quanto potevo per tenerlo in vita.
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