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Giulia

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  1. Ciao @malia. Ecco il link alla tecnica di Bruce Moen:
  2. Quello che propongo in questo post é l’uso di sedute meditative preparatorie per meglio progettare e mettere in atto un’OBE al fine di incontrare una persona cara deceduta. Una delle cose più importanti che ho appreso negli anni circa la modalità con cui si verificano i contatti cosiddetti medianici in quieto stato meditativo è il fatto che l’IMMAGINAZIONE è lo strumento più pratico è utile fra quelli a nostra disposizione per raggiungere lo scopo ed è anche il principale strumento che i nostri cari hanno a portata di mano nell’Aldilà per comunicare con noi. L’immaginazione è una cosa con cui abbiamo familiarità, perché la usiamo tutti i giorni, e ha l’effetto di aprire la nostra mente alla percezione di dimensioni non-fisiche, consentendo anche un’effettiva comunicazione con i trapassati. Inoltre l’immaginazione ha un forte potere creativo, sia sul piano fisico che su quello spirituale: per cui, immaginando un qualsiasi scenario in cui collocare il nostro incontro con i nostri cari nel Mondo dello Spirito, partecipiamo attivamente alla vera e propria creazione di quell’ambiente e i nostri cari, richiamati dal nostro pensiero (come provato da tante testimonianze che non sto qui a citare), accorreranno istantaneamente ad incontrarci là dove li stiamo aspettando. Vari autori parlano del ruolo chiave dell’immaginazione per contattare i nostri cari; fra questi cito Bruce Moen (1948 - 2017) il quale si soffermava in modo particolare sull’importanza di “fare finta che…” una certa cosa stia succedendo per accedere al Mondo dello Spirito. Altro ingrediente importante è una sorta di fiduciosa calma che (se necessario, tramite la pratica della meditazione) ci permette di scollegarci temporaneamente dagli stimoli del mondo materiale e di sintonizzarci sull’oggetto del nostro desiderio, oltre naturalmente a consentirci di abbattere l’insidioso muro del dubbio che noi tutti siamo in grado di erigere quando permettiamo al nostro senso critico di interporsi. Bruce Moen, creatore del sito web www.afterlife-knowledge.com, era un ingegnere che, nella sua ricerca sull’Aldilà è stato per molti anni discepolo di Robert Monroe, autore del libro “I miei viaggi fuori dal corpo” e fondatore del Monroe Institute. Moen ha scritto diversi libri per illustrare le proprie tesi e teneva conferenze sull’argomento in tutto il mondo. Per la visualizzazione, ovvero per l’uso di quello che chiamava il senso non-fisico della vista, Moen suggerisce un esercizio preliminare al contatto vero e proprio che ha lo scopo di definire il tipo di visualizzazione cui nella nostra unicità abbiamo accesso: non tutti visualizzano le immagini mentali allo stesso modo. L’esercizio preliminare, che è anche una sorta di esercizio di “riscaldamento”, consiste nel visualizzare mentalmente un oggetto qualsiasi, proprio con lo scopo di capire in che modo ciò avviene per noi. Moen scriveva in un suo post del 2002 che, a questo scopo, è possibile visualizzare ad esempio «(…) un’immagine del numero 12, una banana, qualsiasi cosa. Una volta che vedo quell’immagine, che sia a tre dimensioni, olografica, tutta a colori, oppure fugace, indistinta, appena appena percepibile, o in bianco e nero, ne deduco che il mio senso non-fisico della vista sia sufficientemente stimolato per essere usato, e parto da lì». Naturalmente la percezione non-fisica può coinvolgere anche l’udito (dalla chiaroveggenza o vista non-fisica, si passa quindi alla chiarudienza), oppure una sensazione interiore più generalizzata, che può includere quella cinestesica di essere toccati, accarezzati o abbracciati (la clarosensanzione) o un pensiero, un’informazione (clarocognizione). A quanto ho potuto constatare, è sufficiente stimolare uno dei sensi non-fisici, per attivare anche gli altri, anche se in noi tutti tendono a predominare dei canali (o sensi non-fisici) piuttosto che altri. Se l’esercizio di visualizzazione riguarderà una persona cara, potranno essere coinvolte emozioni molto forti. Queste emozioni sono un alleato importante. Laddove infatti le emozioni che insorgono a seguito della perdita di un proprio caro possono essere come un violento uragano che sradica ogni certezza circa l'esistenza di un qualsiasi Aldilà, se con pazienza e perseveranza riusciamo ad approdare ad uno stato d'animo di fiducia e di calma (e possono anche volerci mesi o anni, questo è più che naturale), le emozioni evocate dal ricordo di momenti trascorsi insieme diventano preziose per permetterci di sintonizzarci sul più sottile canale che riguarda la percezione del Mondo dello Spirito. In primo luogo è utile tener presente che non esiste una reale separazione a livello sensoriale fra noi e i nostri cari. Infatti siamo entrambi spirito, anche se noi siamo uno spirito incarnato che, da sveglio, abita un tempo e uno spazio particolari, mentre i nostri cari sono spirito disincarnato, liberi dai nostri parametri di spazio e tempo. Per il resto, i nostri cari ci sono ancora più vicini di prima, liberi da malattie, bisogni materiali, preoccupazioni quotidiane e preconcetti di qualsiasi natura: sono semplicemente desiderosi di esserci vicini e di rassicurarci del fatto che stanno bene. Pertanto, rievocare le sensazioni che provavamo quando eravamo fisicamente ancora insieme è un utile strumento per cominciare. Moen suggerisce di far finta di conversare con la persona che desideriamo contattare, far finta di vederla, far finta di domandare qualcosa e far finta di ricevere una risposta, insistendo sulla potente forza creativa dell’immaginazione. In altre parole, se facciamo mentalmente finta che qualcosa stia accadendo, stiamo ponendo le basi perché sul piano spirituale questa si verifichi davvero. Se, come in genere avviene, le immagini o sensazioni risultano fugaci e indistinte, Moen suggerisce la “tecnica dell'autostrada”, per la quale presento qui di seguito una libera traduzione: «Immaginate di guidare lungo l’autostrada a 100 km all’ora, e di vedere un segnale sulla destra, che magari dice "Uscita A3 a 5 km". Vedete l’indicazione solo per qualche secondo, perché procedete velocemente, ma essa vi fornisce un’informazione su qualcosa che sta per arrivare. Certo non fermereste la macchina per tornare in retromarcia a cercare quel cartello e visionarlo meglio, vero? No: continuereste a guidare sapendo che fra un po’ ci sarà l’uscita per l’A3. Lo stesso accade con queste immagini fugaci e indistinte: sono come cartelli stradali che vi forniscono informazioni su dove si dirige la strada che state percorrendo a gran velocità. Per continuare con la metafora dell’autostrada: Una volta visto il cartello "Uscita A3 a 5 km", potreste focalizzare l’attenzione su quel cartello, limitandovi a ricordare quello che diceva senza tentare di rivederlo. Così facendo, potreste percepire un’altra immagine fugace, un altro cartello stradale che dice "Bar da Luigi a 4 km". Ripensare di nuovo a quello che avete appena visto (senza cercare di tornare indietro a rivederlo, ma solo ricordando questa nuova immagine), vi condurrà probabilmente ad un’altra immagine ancora. Continuando con questo sistema, scoprirete che, insieme a ogni “segnale”, percepirete pensieri, idee, sensazioni, emozioni. Se a questo punto vi sarà ancora necessario continuare a fare finta, potreste inventare una storia che raccolga tutte le informazioni provenienti dai vari input ricevuti, in modo da costruire un insieme coerente. Per esempio, la storia potrebbe essere: l’uscita per l’A3 si trova a 5 km da me, e probabilmente vicino all’uscita c’è il Bar da Luigi. Così facendo, vi si riveleranno con tutta probabilità altri elementi della storia, come immagini, pensieri, sensazioni. Ad un certo punto, prima o poi, scoprirete che la storia comincia a prendere vita in modo indipendente dal vostro pensare e, anche se l’informazione che vi arriva è del tutto inaspettata, il consiglio è quello di stare al gioco. Magari vi sembrerà che vi stiate inventando tutto, ma continuate a seguire le vicende che vi si presentano, e continuate a porre domande riguardo alle persone o cose che percepite. Se seguite questo sistema, verrà il momento che, come molti altri che l’hanno seguito, riceverete delle prove a testimonianza del fatto che almeno parte di quello che state sperimentando è assolutamente reale. Quando ciò accade, siete a buon punto nel processo di rimozione di eventuali convinzioni che prima potevano bloccarvi e questo vi porterà a nuove percezioni e a ricevere ulteriori prove». (Testo tratto da un post di Bruce Moen pubblicato nel 2002 sul forum di www.afterlife-knowledge.com) In altre parole, Moen suggerisce che, in questo processo di raccolta di impressioni e informazioni, che dapprincipio sono create da noi con l’immaginazione, cominceranno a saltare fuori particolari che sapremo di non aver potuto inventare. Sono questi che, una volta verificati, ci daranno la conferma di essere stati veramente in contatto con l’Aldilà. Ci sono due cose importanti che ho appreso da Bruce Moen. La prima è che non tutti visualizziamo le immagini o percepiamo i contatti dal Mondo dello Spirito allo stesso modo ed è utile scoprire in che modo visualizziamo le immagini o percepiamo determinate sensazioni prima di cominciare. Per molti anni, ad esempio, ero stata convinta che i medium avessero questo misterioso potere di vedere i defunti in modo vivido e continuativo, come se un vero e proprio film sonoro, a colori e tridimensionale scorresse su richiesta nella loro mente o si sovrapponesse alla realtà ordinaria. In realtà, il contatto con i nostri cari nell’Aldilà è un qualcosa di molto più complesso e delicato, e varia da persona a persona e anche da medium a medium. Se io ad esempio chiedessi a chi mi legge di pensare alla propria maestra delle scuole elementari, che immagine o sensazione si formerà nella sua mente? Magari la vedrete con l’occhio della mente indossare il tailleur giallo che aveva il primo giorno di scuola, in piedi davanti alla cattedra con la lavagna alle spalle; magari sentirete la sua voce che spiega una regola di grammatica o vi chiama per nome durante l’appello; oppure percepirete la sua presenza accanto a voi mentre vi corregge un compito… L’immagine potrebbe essere chiara oppure appena percettibile, o potrebbe essere un semplice flash che vi ricorda di lei. In qualunque modo la vostra maestra si presenterà a voi, con immagini, suoni, idee o sensazioni, è proprio quello il modo (o uno dei modi) in cui voi, foste anche un medium professionista, percepite gli spiriti disincarnati. Proprio per questo, Moen raccomanda ai propri seguaci l’esercizio di riscaldamento citato prima, teso a visualizzare una cosa qualsiasi per vedere in che modo ciò avviene. Va anche ricordato che, come nei sogni, potranno nel corso di questo esercizio apparirci contenuti di carattere simbolico: nella medianità finalizzata al contatto personale (ovvero non per conto di terzi), è in genere il diretto interessato la persona più qualificata per interpretare tali elementi, in quanto il simbolo si presenterà in base alla valenza che ha per chi lo percepisce. La seconda cosa che ho imparato da Moen è che, se le immagini, voci o sensazioni sono fugaci e indistinte, non mi devo soffermare su di esse per cercare di metterle meglio a fuoco, ma devo andare avanti con fiduciosa calma e aspettarmene delle altre. Veniamo ora a un esercizio pratico. Desiderate contattare una persona cara, sentire la sua presenza accanto a voi, parlarle, farle magari delle domande. Il suggerimento di Moen, dopo esservi rilassati ed aver fatto l’esercizio di riscaldamento, è quello di tornare con la memoria ad un incontro sereno avuto con quella persona quando era ancora fisicamente viva: visualizzate la scena in tutti i suoi dettagli, l’ambiente, il modo in cui la persona cara è vestita, il modo in cui vi guarda e vi parla, le sensazioni che vi trasmette e il modo in cui voi parlate a lei. Rivivete con la memoria il vostro incontro. Potrebbe essere stata una cena di famiglia, una festa, una passeggiata fatta assieme, un periodo di tempo trascorso a conversare … Usate il potentissimo strumento dell’immaginazione per fare finta che l’incontro si stia verificando adesso, ricordando che secondo molte testimonianze esiste un duplicato spirituale delle nostre case e di tutti i luoghi che ci uniscono qui sul piano fisico, oltre all’immediatezza con cui i nostri cari si sintonizzano con noi quando li cerchiamo. In altre parole, ricreare l’incontro in ambientazione spirituale non dovrebbe costare alcuna fatica, in quanto dovrete solo immaginare i luoghi a voi cari, sapendo con certezza che questi esistono intatti, anzi ringiovaniti, abbelliti e spiritualizzati sul piano più sottile in cui sia voi che la persona cara vivete. Le immagini che riceverete saranno in parte create da voi, ma in parte conterranno comunicazioni della persona cara. Se ad esempio il luogo spirituale in cui incontrate il vostro caro si differenzia o comincia a differenziarsi da un luogo a voi noto, è possibile che il vostro interlocutore vi stia trasmettendo le immagini del luogo così come si presenta sul piano spirituale. Quando cominciate a ricevere impressioni, immagini, parole, informazioni… prendetene mentalmente nota. È importante poi trascrivere o registrare appena possibile i dettagli che riceviamo, anche perché sul momento potremmo non renderci conto della loro rilevanza (proprio perché quando la valvola a riduzione del nostro cervello è allentata, cose ordinariamente straordinarie appaiono ovvie) oppure potremmo scartarli credendoli inventati, mentre una verifica successiva potrebbe risultare la prova che non si trattava di qualcosa di inventato o emerso dal subconscio ma di una informazione che ha validità e che noi non potevamo conoscere. Il 2 maggio 2002 stavo facendo questo esercizio per comunicare con un nostro caro amico inglese, deceduto nell’aprile di quell’anno. La nostra famiglia era da anni legata sia a lui che a sua moglie e ogni volta che andavamo in Inghilterra ci scambiavamo visite e uscivamo insieme. Dopo la morte di lui in aprile, l’avevo in effetti incontrato quasi subito in OBE, e in quell’occasione mi aveva parlato del suo rammarico per non aver mai scritto un libro. Quale professore universitario aveva scritto parecchi articoli e anche poesie, ma mai un libro. Incredibilmente il fatto che non avesse mai scritto un libro vero e proprio fu rimarcato successivamente alla mia OBE dal necrologio pubblicato dalla sua sede universitaria e dai giornali, ma si trattava di un’informazione che io non avrei mai potuto conoscere altrimenti. Il 2 maggio, mentre mi concentravo su di lui secondo la tecnica sopra descritta, il nostro amico si limitò a dirmi che sua moglie l’avrebbe presto raggiunto. Io rimasi costernata da questa dichiarazione, credendola frutto della mia immaginazione. Sua moglie stava bene e l’avevamo anche sentita dopo i funerali. Decisi tuttavia di allertare i miei genitori, che avevano rapporti telefonici con questa amica, e circa un mese dopo questa spiacevole rivelazione venimmo a sapere che la nostra amica si trovava in ospedale perché le era stato diagnosticato un tumore al cervello. Fu solo svariati mesi dopo che venni a sapere dal figlio di lei che la diagnosi era stata fatta proprio il 2 maggio 2002, a seguito di una caduta e di una TAC di controllo. La nostra amica morì la sera del 19 giugno 2002, anche se noi ne fummo informati solo qualche giorno dopo. Ma la notte fra il 19 e il 20 giugno ebbi un’OBE: mi ritrovai sulla porta di casa, e di fronte a me, sul pianerottolo, si apriva la porta di un altro appartamento, che nella realtà del mondo fisico non esisteva, ma la cui esistenza sul piano spirituale non mi stupiva affatto. Da questo appartamento veniva tanta luce; sulla porta i nostri due amici, lui deceduto in aprile e lei a quanto ci constava in coma in clinica, mi salutavano insieme sorridenti e mi ringraziavano per il mio interessamento. In quel momento ebbi la netta sensazione che anche lei avesse abbandonato il piano fisico e si fosse felicemente ricongiunta con il marito, come ci venne puntualmente comunicato qualche giorno dopo. Ho voluto richiamare questi avvenimenti per illustrare quanto un rapporto di amicizia o di affetto possa agire da fattore trainante nel mantenimento dei contatti anche dopo la morte del corpo fisico. È giusto naturalmente passare ogni elemento al vaglio critico della nostra razionalità; tuttavia, tener nota dei dettagli può regalarci infinte soddisfazioni quando questi si rivelano esatti, provandoci senza ombra di dubbio che i nostri cari sono vivi nell’Aldilà. E se un rapporto di amicizia può aiutare la comunicazione, quanto più determinante a questo fine potrà rivelarsi un rapporto di parentela stretta, come tra genitori e figli, tra coniugi, fra fratelli? Chiudo questo post ricordando a chi mi legge l’importanza di tenere questa tecnica sotto il proprio diretto controllo, utilizzandola solo quando ci si trova in uno stato d’animo sereno e tranquillo, che, come abbiamo visto, può essere pazientemente coltivato, mantenendo sempre un sano equilibrio fra la nostra vita di tutti i giorni e i preziosi momenti che destiniamo ai nostri cari nell’Aldilà, così come li dedicheremmo ad un familiare o un amico che abita in un’altra città. [Testo tratto e riadattato da una pubblicazione del 2014] Dunque, per chi abbia familiarità con le OBE, ma trovasse difficoltà a incontrare e comunicare con una persona cara deceduta, consiglio caldamente queste pratiche preparatorie in quieto stato meditativo per: Stabilire un solido contattato con l’interessato nell’oltrevita Superare eventuali problemi che il lutto comporta, come la negazione, che rischiano di inquinare il contatto con pregiudizi anche inconsci Affinare il progetto di incontro in OBE con finalità chiare e condivise con l’interessato, per non farsi distrarre durante l’OBE, ma al contrario usare consapevolmente incontri fortuiti con altre entità per farsi dare utili indicazioni su come trovare/incontrare il proprio caro Trascrivere le comunicazioni essenziali avute in stato meditativo e le finalità del desiderato incontro in OBE, per poi ripassarle durante il giorno e in particolare prima di andare a dormire.
  3. Ciao, Malia. L’incontro in obitorio mi dá pensare appunto che tu non avessi accettato in toto il suo trapasso. In effetti tu dici che era una delle prime volte, e ci sta un’esperienza del genere, la possibilità che tu stessi esplorando il fenomeno morte anche filtrato dal tuo lutto. Domanda: dopo la morte l’hai effettivamente visto senza vita, in obitorio o altrove? Se sí, ció avra contribuito all’accettazione del trapasso. Se no, allora c’è un motivo più radicato per il fatto che ti ritrovi in questo stato di negazione. Da come parli, il fatto che ti sembra sia solo al lavoro, dopo due anni, certo non aiuta. Potresti provare a fare delle sedute di meditazione e parlargli (secondo la tecnica di Bruce Moen, che posso riportare magari in un thread a parte) chiarendo non solo quali sono le tue richieste per l’OBE, il tipo di ambientazione e privacy che desideri, ma anche magari prima chiedendo se ha qualcosa di specifico da dirti lui. Queste informazioni potresti poi riportarle per iscritto (ció che desideri, l’ambientazione per l’incontro in OBE) e ripassarle più volte, in particolare prima di andare a dormire, in modo da non rischiare di essere distratta dal tuo obbiettivo quando sarà il momento. É un modo di fare che mi ha molto aiutato, specialmente nel caso di un caro amico morto all’estero, la cui morte mi ha molto traumatizzata. Adesso cerco la tecnica di Bruce.
  4. Pandora, non sei la prima ne’ l’ultima a trovarti in questa situazione. Spesso i messaggi sono del tutto individuali e più spesso ancora trascurati nel momento in cui si presentano. Tu hai già fatto tutto quanto potevi in quel momento. Ci sono tecniche per parlare con i propri cari nell’Aldilá, per trovare conforto dopo questi eventi, ma dovró trovare la sede opportuna per parlarne.
  5. Ciao, Pandora. La prima cosa da osservare é che durante il collasso ti trovavi in uno stato modificato di coscienza, cosa che può rendere una persona capace di captare informazioni altrimenti non ottenibili. Leggendo quanto affermano persone uscite da un periodo di coma farmacologico, le tue percezioni sono molto simili a quelle che essi descrivono. C’é poi da tenere conto di quanto osservato ad esempio da Barbara Brennan (1939 - 2022) autrice tra l’altro del libro “Mani di Luce”, terapeuta, psicoterapeuta e scienziata, che si è dedicata per oltre trent'anni allo studio del campo energetico umano fondando una scuola che porta il suo nome. La Brennan aveva il dono di osservare il campo energetico umano e i centri energetici chiamati chakra (parola di origine sanscrita) che si trovano nel corpo sottile e sono deputati a raccogliere, metabolizzare e rilasciare l’energia vitale che ci circonda. Dalla sua osservazione dei morenti in stato terminale, la Brennan osserva che nelle ore precedenti la morte, dei 7 centri energetici principali, avveniva una dissoluzione dei tre centri inferiori (che ci legano al piano fisico) e una significativa espansione dei quattro centri superiori, deputati ad amore/relazioni, comunicazione/ascolto, intuizione/immaginazione creativa/lucidità mentale e spiritualità/saggezza/conoscenza trascendentale. Se prendiamo poi in esame i frequenti casi di “miglioria della morte”, uno stato di improvviso miglioramento, vitalità e lucidità osservato nelle ore o nei giorni antecedenti la morte finanche in persone cognitivamente compromesse come nei casi demenza, fin dai tempi di Ippocrate, di cui la scienza fatica a darsi una spiegazione, si può avere una spiegazione di come questa comunicazione tra tua mamma e te possa essere accaduta, sia durante il tuo collasso che poi la sera.
  6. Ciao, @occhibianchi, io pur avendo subito le paralisi per una quindicina d’anni prima di scoprire le OBE, non ho mai ritenuto di esplorare quello stato, ma solo di svegliarmi. Quindi non ho fatto gli esperimenti necessari per aprire gli occhi. Non so cosa dire sulle coperte fisiche che si sarebbero mosse da sole. Se eri paralizzato non potevi muoverle tu. Inoltre mi risulta che siano stati fatti degli esperimenti per esempio sul peso che viene rilasciato al momento del decesso (si parla di 21 grammi) e un qualcosa con quel peso non può spostare le coperte. Immagino che non sia stato il gatto. Non so cosa pensare.
  7. Mi scuso per non essere riuscita a salvare la risposta nel post precente. Sí, Freya, nel caso del termine “allucinazione” il linguaggio medico scientifico é decisamente offensivo della nostra intelligenza, come anche l’altro articolo che avevo linkato sulle paralisi del sonno: non prende in minima considerazione le esperienze di cui stiamo parlando. Del resto anche in sogni e sogni lucidi io incontro persone defunte che si identificano e mi danno informazioni. Non sono mie semplici prioiezioni oniriche. Ma non è possibile discorrere di queste esperienze con chi le nega. É una strada senza uscita.
  8. Sí, Occhibianchi, la risposta di Malia mi torna. Ecco un articolo sui falsi risvegli: https://www.sognilucidi.it/sonno-e-sogni/falso-risveglio/, in cui si parla anche della possibile compresenza della paralisi del sonno. Io ho avuto per fortuna pochi falsi risvegli, ma mi hanno molto spaventato, perché ero assolutamente certa di essermi svegliata e di aver cominciato a svolgere le attività della giornata, per poi trovare magari una singola cosa che non corrispondeva alla realtà e risvagliarmi molto spaventata. Il suggerimento di questo articolo è quello di fare una prova di realtà, come ad esempio immaginare di accendere la luce e stare a vedere se si accende davvero. Io durante le paralisi del sonno non riesco a vedere, perché non riesco neanche a sollevare di un millimetro le palpebre. La tua esperienza é sicuramente inquietante, ma sono certa che con questo esercizio puoi risovere.
  9. [CHIEDO A UN ADMIN: NON SO COME FARE MULTICITAZIONI IN UN UNICO POST QUANDO IL TEMPO CONCESSO PER LA MODIFICA É BREVISSIMO] Ciao, Pandora. Ci sono un’enormità di episodi che confermano che una persona cara, al momento del trapasso, compaia in un modo o nell’altro ai propri familiari. In particolare dopo uno stato di coma il senso di riacquistata libertà deve essere super-energizzante. Io stessa, in un’OBE, ricevetti la visita di una nostra amica di famiglia appena morta, che era in coma per un tumore al cervello, assieme a suo marito che era morto 40 giorni prima di lei. Solo il giorno dopo ricevetti da mia mamma la notizia. I due mi apparvero felici insieme, mentre mi affacciavo dalla porta di casa mia, davanti a una porta di un appartamento che nella realtà non esisteva, con una forte luce dietro di loro. Mi salutavano e mi ringraziavano perché in quei 40 giorni avevo fatto di tutto per aiutare il marito con piccoli compiti, dopo che mi aveva comunicato “Mia moglie non mi sopravviverá per molto”. John Lerma, un medico specializzato nella cura dei malati terminali presenta le storie vere di visite angeliche e di visioni dell'altra vita narrate dai suoi pazienti, e almeno uno dei suoi libri é disponibile in italiano. In quanto alla pericolosità di allontanarsi col nostro veicolo sottile (chiamiamolo così) questo si muove al di là dello spazio-tempo che conosciamo sul piano fisico. Nelle mie esperienze sento una sorta di elastico psicologico che mi collega al fisico e mi ricorda di tornare poi indietro, ma nelle esperienze di contatto con persone defunte (come Daniela nel 1994, o mio padre nel 2015) l’elastico non lo sento. Per me sono viaggi interiori sui piani sottili di cui noi tutti siamo parte, e non comportano alcun pericolo. Dopo 15 minuti trascorsi con mio padre mi sono ritrovata perfettamente riallineata col mio fisico nel letto.
  10. Ciao, Freya. Il fatto che attribuisci maggiore precisione ai viaggi sul piano fisico che non siano casa tua potrebbe essere una spiegazione. Casa mia si presenta in astrale profondamente arricchita di stanze, mobili, specchi, magari impoverita di cose che servono solo alla vita fisica. Ho visitato una volta la casa di mia nonna e la casa dove vivevamo in precedenza, oltre che il mio ufficio a 40 km da casa e un’edicola dove lavorava un mio amico, e in tutti questi casi ho visto una realtà aderente al mondo fisico. Riguardo alle vibrazioni non ho mai sperimentato quello che capita a te. Ho notato che maggiore é l’elevatezza e misticitá dell’esperienza, minori se non assenti sono le vibrazioni. Interessante la tua osservazione che nella visita alla struttura balneare due giorni prima di andarci tu abbia ipotizzato di aver seguito una linea magnetica. Sicuramente quel risucchio sotto terra non lo avevi cercato tu. Interessante anche come il viaggio di andata sia stato più a rilento, proprio come se tu ti lasciassi accompagnare in qualche modo anziché fiondarti direttamente a destinazione. Io ho tratto la conclusione che in realtà in queste esperienze non siamo soli, che qualcosa/qualcuno ci accompagni, ma é un’idea mia.
  11. Ho una domanda. Se prima eri in grado di vedere benché paralizzato e non hai visto il gatto, come ci sono finite le coperte sulla testa?
  12. Deve essere stata un’esperienza molto intensa. Mi fa venire in mente le occasioni in cui Gesú scacciava i demoni, che poi erano spesso malattie mentali. Commento i messaggi di Malia e di Freya perché, dopo aver copiato dei thread dal vecchio forum, mi sono ricordata che una parte negativa di me aveva attivamente osteggiato le mie prime esperienze in astrale, quando vivevo a Lodi nei primi anni ‘90. 1) La prima volta é stata un’esperienza terribile che mi ha fatto temere di essere impazzita: mentre mi allontano dal corpo fisico, sento una voce lamentosa provenire dal mio corpo fisico (in un periodo in cui conducevo vita solitaria perché non avevo amici) che mi dice: “Non andare. Resta qui a piangere con me”. Avevo 30 anni. Terrorizzata, ho desistito e ho dormito per una settimana con la luce accesa. 2) Poi, sempre durante le prime esplorazioni astrali della casa di Lodi, ho incontrato almeno due volte, appena uscita dal corpo, un mio alter ego, in tutto simile a me, ma vestita di nero e con rossetto e smalto delle unghie rosso vivo, che mi attaccava fisicamente ricacciandomi nel corpo fisico. 3) Infine, nel 1994, in occasione del mio fortissimo desiderio di incontrare la figlia 14enne defunta di un mio collega, mi si é parato davanti, emergendo dal pavimento della camera da letto, un Cristo appeso alla croce a grandezza d’uomo. Pur avendo desistito dal mio intento, tre ore dopo ho incontrato la bambina, un incontro intenso e ricco di elementi di precognizione circa i successivi 40 giorni. A mio parere, nel mio caso, un’educazione religiosa che ama rappresentare Gesú non per la sua potenza, che é anche nostra, ma come uomo morto inchiodato a una croce, era l’ultimo di una serie di ostacoli che dovevo incontrare sulla mia strada. Allucinazioni o parti del nostro io? Potrebbero essere la stessa cosa.
  13. [DAL VECCHIO FORUM: INCONTRO IN OBE CON CREATURA MALVAGIA - MARZO 2012] Un paio di settimane prima di avere questa esperienza, mi ero procurata un mp3 della durata di 20 minuti progettata per indurre le OBE; tuttavia, fino al giorno prima, ero riuscita a provarlo soltanto alcune volte e di giorno, ma in ciascuno di quei casi mi aveva aiutato ad entrare nel giro di pochi minuti in uno stato modificato di coscienza. Nella notte di cui parlo sono finalmente riuscita ad ottenere una OBE che, per quanto breve, sarebbe risultata estremamente importante per me, anche negli anni a venire. Questa esperienza contiene anche dei riferimenti a discorsi di ordine etico che talora emergono quando si parla dei potenziali danni che in astrale potremmo causare o subire se … non esistesse un ordine superiore ispirato al bene, come questa esperienza testimonia. Mi trovavo in uno stato di dormiveglia, quando, proprio al principio di un sogno, mi trovai nel mezzo di una strada fatta di ciottoli, dove mi era appena caduto qualcosa (non so cosa con l’esattezza), che però dovevo assolutamente ritrovare. Come toccai il selciato, il punto in cui mi trovavo si riempì di fango, ragion per cui dovetti infilare la mano nel fango; ma la cosa non mi disturbò. In effetti, l’atto stesso di infilare la mano nel fango (per trovare quello che mi era caduto) mi permise di entrare in uno stato di lucidità, ritengo per via delle numerose volte che, divenuta cosciente delle vibrazioni, ero uscita dal corpo proprio grazie alla mia mania di infilare la mano attraverso il cuscino, il materasso o un muro, ecc. A questo punto devo però fare una piccola premessa. All’epoca dei fatti, era in atto una bruttissima controversia giudiziale di natura familiare, durata moltissimi anni, a causa di una persona estremamente materialista, litigiosa e gretta, oltretutto dedita a pratiche di magia nera, che aveva indirizzato più volte anche alla mia persona. Questi fatti mi stavano procurando grossi dispiaceri ormai da mesi, ma erano fatti così infarciti di irragionevole odio e cupidigia, nonché ricatti morali, che non mi procuravano ormai alcun senso di rabbia, ma solo di tristezza! Ebbene, come nella scena dell’inferno del film “Aldilà dei sogni”, nell’atto di diventare lucida e di rendermi conto che mi trovavo fuori dal corpo, mi resi conto che la persona in questione si trovava proprio lì, nel fango dove io stavo cercando l’oggetto smarrito, e, come nel film, dal fango ne emergeva solo la testa. Mi resi conto in quel momento, che, nella posizione di grande potere e forza in cui mi trovavo, potevo con facilità estrema estrarre la persona dal fango tirandola per i capelli e chiedere spiegazioni di questo comportamento così disdicevole. Preciso che non era mia intenzione fare a questa persona alcun male. Solo chiedere cosa volesse da noi. Cominciai a tirare la persona fuori dal fango per i capelli, rendendomi conto che era pesante e scivolosa, ma che avevo una forza indicibile e avrei potuto superare qualsiasi sotacolo. Tuttavia, avevo appena cominciato a strattonarla per chiederle perché ci stesse facendo tanto male quando, quasi immediatamente, fui distratta dal mio intento da una presenza angelica che proveniva, sotto forma di amorevole bagliore di luce, da un angolo della parte superiore della mia camera da letto. La sensazione istantanea che provai, oltre che di magnetica attrazione per questa presenza, fu la sensazione che quello che mi pareva appunto un angelo fosse così potente e protettivo che nulla avrebbe potuto mai farci del male. Infatti, fui istantaneamente indotta a mollare la presa e a dirigermi verso il punto in cui la potente protezione angelica era più fortemente percepibile. Quindi direi che mi sono momentaneamente trovata in una situazione eticamente discutibile, in cui io ero estremamente forte e, volendo, avrei potuto (in via puramente ipotetica) anche fare del male ad una persona che di male ce ne stava facendo tanto. Tuttavia, non solo non era assolutamente mia intenzione usare tale forza contro quella persona, ma fui anche istantaneamente indotta ad abbandonare il mio originario impulso di affrontare il mio rivale dalla presenza immensamente più potente e protettiva di questa presenza angelica, che magneticamente mi attraeva nella sua direzione. Mi sono successivamente chiesta se questa esperienza non abbia in qualche modo influenzato positivamente anche questa persona, che negli anni a seguire è diventata gradualmente più malleabile, e (mi dicono) si sta anche stufando della magia nera e delle pratiche magiche in generale, almeno quelle intese dai cialtroni cui si rivolgeva. Ad ogni modo, durante questa modificazione del mio stato di coscienza, mi resi conto che la mano non era più nel fango, ma che stava attraversando il materasso del letto, che quel giorno condividevamo anche con nostro figlio di pochi anni. Sentivo la sua manina di bimbo addormentato appoggiata a me, ma, nel contempo, continuavo con la mano ad attraversare il materasso, sapendo che, nel momento in cui l’avessi attraversato, sarei stata libera di muovermi fuori dal corpo nella mia camera da letto. E questo fu infatti quello che accadde. Mi ritrovai a galleggiare nella camera da letto avvolta da una luce soffusa, e per qualche attimo tentai persino di nuotare nell’aria, godendo di quella deliziosa sensazione libertà dal corpo fisico. Ero estremamente lucida. Sapevo bene che, qualora mi fossi girata a guardare, avrei visto il mio corpo addormentato nel letto e, per la mia solita vigliaccheria, me ne guardai deliberatamente. Al contrario, galleggiai in direzione del nostro armadio a tre ante. Ecco una cosa interessante. Solo poche ore prima avevamo affannosamente cercato dei documenti importanti nell’anta centrale dell’armadio (l’unica che non conteneva solo vestiti), ma io avevo assicurato a mio marito che in quella parte dell’armadio c’erano solo i nostri più cari ricordi di famiglia: fotografie, vecchie pagelle e cartoline, ecografie e altri ricordi della gravidanza e del parto (come i nostri due braccialetti forniti in ospedale), e così via. Ebbene, in questa versione astrale dalla nostra camera da letto, le ante laterali (quelle preposte solo agli abiti) erano sostituite da mensole sulle quali erano collocate tante foto di famiglia e ricordi gioiosi. Inoltre, le foto erano diverse dal normale, poiché erano tridimensionali, e sembravano costituite dai pezzi di un puzzle: pulsavano di luce e di colore, avevano un loro spessore e si libravano tranquillamente a mezz’aria. Meraviglioso!!!! L’esperienza terminò con un breve contatto con il contenuto dell’armadio, dopo di che mi ritrovai sveglia nel letto. Ho pensato di riportare questa esperienza nei dettagli perché ritengo dimostri come, anche in un momento di grande vulnerabilità dovuta ad aggressioni di carattere meschino e materialistico, in cui il mio stesso atteggiamento era dettato da un bisogno di chiarimento con chi ci stava facendo tanto male sul piano materiale, e non certo da amore incondizionato per il nostro aggressore, l’essenza spirituale delle cose è stata quella che ha prevalso, non solo grazie ad un intervento angelico che mi ha portato istantaneamente ad abbandonare il mio progetto terreno, garantendomi un senso di amore e grande protezione, ma anche grazie alla constatazione che i bei ricordi, le istantanee di vita familiare, hanno una propria dimensione spirituale sul piano non fisico dell’esistenza, che sopravvive in astrale a oggetti materiali come armadi e vestiti, che sul piano spirituale non hanno alcun rilievo. Il fatto che i ricordi di famiglia fossero costituiti da pezzi di puzzle mi suggerisce, a distanza di 7 anni dagli eventi, che i piccoli o grandi screzi che possono nascere in una famiglia sono dovuti spesso alla nostra peculiare natura terrena, ma ciò non pregiudica il componimento di questi dissensi e la formazione di meravigliosi segni (le foto tridimensionali pulsanti di luce e di colore) del nostro passaggio in questa dimensione fisica. […] Certo che a distanza di 7 anni sono in grado di fare considerazioni che all'epoca non erano alla mia portata. All'epoca mi sono semplicemente sentita estremamente protetta da qualcosa di soprannaturale, mi sono distolta dall'intento terreno di affrontare la persona in un modo o nell'altro, e (cosa iù importante) ho saputo apprezzare i veri doni della vita.Riguardo all'altra persona, so che é sicuramente cresciuta, ma altro non so. Sicuramente, a seguito di questa esperienza, si é comunque andata a rafforzare in me l'idea che non possiamo intervenire in modi negativi o sbrigativi sulla vita di altre persone, non fosse altro che per dar loro uno scrollone o chiedere spiegazioni. Non possiamo intervenire nella naturale evoluzione spirituale di un'altra persona se non con le azioni di tutti i giorni e tutti conservano il proprio libero arbitrio. Altra cosa importante, visto che si parlava di magia nera, ho avuto la chiara cognizione che questa non ha alcun potere, perché siamo tutti protetti dal fatto che sotto sotto siamo scintille divine.Il film Al di là dei sogni mi ha dato solo lo spunto per visualizzare un ipotetico territorio infernale. In realtà é un film che non condivido, e che ha ben poca attinenza con i riscontri che ho sull'Aldilà. Quindi lo considero inquietante e fuorviante.
  14. [DAL VECCHIO FORUM] Le vibrazioni le avvertivo di frequente nei primi tempi, soprattutto durante la fase di “uscita”, ma ci sono state esperienze di tipo mistico/paradisiaco in cui non le ho avvertite affatto, ed in seguito la presenza delle vibrazioni si è ridotta nel complesso in modo abbastanza significativo.Anche la sensazione di essere portata via l’avvertivo soprattutto all’inizio, quando non controllavo ancora il meccanismo e le OBE erano per lo più spontanee (sebbene le cercassi). Era così per esempio quando venivo sparata via per quelli che sembravano chilometri, come una specie di proiettile.Altre volte, sempre al principio, mi sentivo galleggiare dolcemente, rimbalzare sotto il soffitto e tornare giù. Una volta mi sono anche trovata a galleggiare sotto il letto a pochi centimetri da terra, e mi sembrava di vedere ingigantito quel microstrato di polvere che si crea sul pavimento.Tuttavia, da quando sono iniziate le esperienze volontarie, sembro avere un maggiore controllo su quanto mi succede, e non avverto un’energia che mi porta via. Sono al contrario io che, con una tecnica o l’altra, esco deliberatamente dal corpo per poi muovermi, o camminando o volando, sia attraverso la versione astrale della mia casa che in altri ambienti che raggiungo attraverso vari portali: specchi, muri, armadi (la tecnica dell’armadio, però, l’ho adottata prima di vedere Narnia). Una volta ho anche usato un apparecchio televisivo come portale.Una mia amica mi aveva suggerito di lasciarmi sprofondare attraverso il letto: entrambe le volte che ho usato questo sistema, sono poi caduta lungo un tunnel verticale simile a quello di Alice, per poi atterrare in un’altra dimensione. […] [IN RISPOSTA ALLA DOMANDA DI FAN SE MI ERO SENTITA MAI AIUTATA NEL COMPIMENTO DI UN VIAGGIO ASTRALE] Non so come mai l'attraversamento di un portale faciliti il collegamento diretto con un'altra dimensione così distinta, come l'Aldilà, ma credo che aiuti ad accentuare la concentrazione, per cui, se lo fai con un obiettivo ben preciso (tipo incontrare una persona in particolare), i risultati possono essere decisamente stupefacenti.Per rispondere alla tua domanda su se mi sono mai accorta di essere aiutata in qualche modo da qualcuno, la risposta è sì, anche se non sempre. Nell'episodio in cui ho usato la tecnica di sprofondamento attraverso il letto, e mi sono ritrovata a cadere lungo un profondo tunnel verticale, c'erano due angeli che volavano sopra di me, uno da un lato ed uno dall'altro. In quel caso l'obiettivo (raggiunto) era quello di vedere un amico morto prematuramente.Nell'episodio di Daniela, più precisamente nel secondo, una creatura angelica mi ha scortato facendomi capire che non era il momento di disturbare Daniela.In una delle esperienze più recenti, del gennaio 2009, sempre mirata ad incontrare una personalità nell'Aldilà, sono stata aiutata da due persone, un uomo ed una donna (quest'ultima emanava una meravigliosa energia ed un gran calore spirituale) nella prima fase dell'esperienza, quella in cui stavo ancora aggirandomi nella versione astrale della mia casa alla ricerca di un portale (in quel caso avevo poi trovato una sorta di portone a spinta, del tipo uscita di sicurezza, ma molto più grande del normale, attraverso il quale mi ero poi ritrovata in un ambiente completamente diverso, immerso nella natura, con altissimi alberi sempreverdi ed un cielo pieno di stelle, per poi incontrare la persona che cercavo).Quando nel 2003 abbiamo perso un amico in circostanze drammatiche, ho raggiunto l'ambiente in cui l'ho incontrato proprio come te, attraversando un muro. Quando l'ho incontrato, era assieme ad un angelo. Gli ho chiesto se quell'angelo era lì per proteggerlo, e lui mi ha risposto telepaticamente che era lì anche per proteggere me. Sia il nostro amico che l'angelo mi hanno poi spiegato che avevano preso delle misure di carattere tecnico per consentire quella mia esperienza; non era in sostanza grazie a me se questa visita poteva aver luogo, ma grazie a quanto loro avevano fatto per prepararla.Altre volte però la persona che mi ha aiutato non era un angelo, ma una persona che conosco. Ad esempio, ho un'amica in Olanda che pratica tantissimo le OBE e ha una gran pazienza nel trascrivere le sue esperienze in un diario, e con lei mi sono spesso trovata a chattare di notte, scambiandoci idee sulle tecniche da adottare, poco prima di avere effettivamente un'esperienza molto significativa. Ebbene, in uno dei mie viaggi più complessi, in cui ho incontrato la figlia di un mio amico, anche lei morta purtroppo a 14 anni, ho notato accanto a me la presenza dell'amica olandese. L'ho scrollata per le spalle pregandola assolutamente di ricordare quell'incontro, una volta sveglia, ma successivamente lei non ricordava nulla. Resta il fatto che penso che anche una persona viva in carne ed ossa possa essere d'aiuto in un'OBE. In quell'occasione specifica, avevo annotato con particolare attenzione nel mio resoconto che esistevano due ambienti astrali distinti nella mia esperienza: una era la versione astrale della mia casa e l'altro era quello dove avevo incontrato la ragazza nell'aldilà. La mia amica olandese l'avevo vista accanto a me, nel luogo in cui ho incontrato la ragazza.Al contrario, una mia amica italiana, mi ha detto una volta di essere riuscita ad ottenere un'OBE grazie alla mia presenza: io le avrei spiegato come uscire dal corpo e cosa fare e lei sarebbe riuscita seguendo le mie indicazioni. Io però non ricordo nulla, sebbene a quell'ora effettivamente dormissi, ed avessimo appunto organizzato per quella notte, nel nostro gruppo di discussione, un randevouz astrale.Riassumendo, le persone o entità o angeli che ho incontrato in questi viaggi astrali specifici, in cui era palese la presenza di un aiuto, potevano trovarsi o al di qua o al di là del portale.C'è stato poi il caso eclatante in cui mi sono trovata in OBE a confrontarmi con una persona appartenente all'aldiqua, che ci stava causando grandi difficoltà e sofferenze nella vita quotidiana, per chiedere una spiegazione del suo atteggiamento. Proprio nel momento in cui mi rendevo conto dell'enorme forza che il pensiero positivo aveva rispetto alle grette motivazioni di questa persona, una entità angelica, che si è presentata a me sotto forma di un bagliore di luce e fonte di immenso amore incondizionato, mi ha portato istantaneamente ad abbandonare il confronto che avevo in quel momento e a constatare invece tutte le cose e situazioni meravigliose che esistevano nella nostra vita, le uniche che avessero senso.Quindi direi che sì, l’aiuto visibile o invisibile c’è e può presentarsi sotto molteplici forme, e anche appunto venire da forum di discussione come questo, che favoriscono lo scambio di idee ed esperienze e l'incontro fra persone con interessi comuni. [DAL VECCHIO FORUM, A CHI MI CHIEDEVA DEI MIEI INCONTRI CON MIO NONNO, MORTO 4 ANNI PRIMA DELLA MIA NASCITA] Il mio primo incontro con mio nonno risale alle primissime esperienze di OBE, intorno al 1990. All'epoca non ero molto esperta e stavo ancora cercando delle tecniche adeguate per controllare l'esperienza. Le OBE erano molto brevi, direi fugaci. All’epoca internet non esisteva, e neanche potevo disporre di un personal computer: quindi i miei diari relativi a quegli anni non sono su file, ma su quaderni su cui scribacchiavo a mano, che temo si trovino attualmente in un posto non ben identificato della nostra cantina. Devo assolutamente ritrovarli, perché, come nelle esperienze della vita di tutti i giorni, ciò che succede in astrale può essere ricordato per vent'anni per sommi capi, ma ci sono tantissimi dettagli che potrebbero essere interessanti e che invece sfuggono alla memoria.Ad ogni modo, all'epoca, il mio sistema per incontrare una persona in astrale, anche se defunta, consisteva semplicemente nel tendere la mano. Io tendevo la mano alla ricerca di mio nonno, e lui mi veniva incontro con la sua mano. Ricordo che la prima volta indossava una camicia bianca e che irradiava un grande affetto e la sensazione che, sebbene non avesse avuto un ruolo nella mia vita perché era morto prima che nascessi, adesso aveva l’opportunità di farmi da guida. Non è molto come resoconto, me ne rendo conto, ma nei sogni che seguirono a questi primi incontri con l'Aldilà, mio nonno mi fece capire quanto era immensamente dispiaciuto per aver dovuto abbandonare la famiglia così presto (mio padre aveva 21 anni quando è morto e le mie zie erano più giovani di lui. Mia nonna gli è sopravvissuta per 40 anni). Dai sogni traspariva che lui era vivo, anzi più che vivo, ma viveva da un’altra parte, e gli sembrava quasi di aver tradito la propria famiglia andando a vivere in un posto così vicino eppure così lontano. A quanto mi comunicava, era come se lui avesse abbandonato la famiglia tipo dopo un anno di matrimonio, anche se nel tempo che noi conosciamo non era così. Deduco quindi che il suo senso di dispiacere fosse dettato anche dal fatto di essere morto a 52 anni, di non aver conosciuto i futuri generi e nuora ed i suoi 11 nipoti. Tanto per cominciare mi ha mostrato in sogno di essere stato presente al proprio funerale, con un aspetto in tutto simile a come si presentava negli ultimi tempi, ma prima di ammalarsi.Gli incontri fugaci in OBE di cui non so fornire dettagli più precisi senza consultare i diari, culminarono in un incontro avuto poco prima di conoscere mio marito, che è un medico. Ricordo che mio nonno era seduto appunto dietro la scrivania di un ambulatorio medico, e mi dava dei consigli spassionati su come vivere meglio. In particolare ricordo che mi consigliava una dieta più ricca di verdure. Anche qui, chissà quanti dettagli mi sfuggono perché non ho accesso al resoconto scritto. Eppure è singolare che mio nonno, immensamente dispiaciuto per non aver potuto costituire una guida nella mia infanzia, mi abbia dato dei consigli del tipo che poi ho ricevuto a iosa, una volta conosciuto mio marito, medico e assolutamente fermo circa il fatto che è essenziale vivere una vita sana e mangiare tanta frutta e verdura.Una curiosità: mio nonno morì a 52 a causa delle sigarette. Mio marito non ha mai fumato.Da quella OBE in poi è un po’ come se mio nonno avesse dato le consegne a mio marito, per quanto riguarda il guidarmi e consigliarmi. Ho avuto altre guide in astrale, successivamente, ma mio marito è stato anche lui presente nelle mie esperienze, in maniera direi eclatante. Vedo quindi un filo conduttore ben preciso e sono convinta che la morte, o altre difficoltà, non possano separarci da coloro che ci vogliono bene. [DAL VECCHIO FORUM A CHI MI CHIEDEVA SE INCONTRAVO MIO MARITO] Vedo spesso mio marito sia in OBE che nel dormiveglia oppure in alcune esperienze che durano poche frazioni di secondo mentre sono seduta al computer impegnata in una traduzione noiosa (in questi casi entra in funzione una specie di “pilota automatico” mentre lavoro). Le esperienze che ho per così dire da sveglia, o quasi, si riferiscono a momenti in cui mio marito è fuori casa. In genere lo vedo invece vividamente con gli occhi della mente girare per casa ed impegnato in qualche faccenda domestica, come lui ama fare. Lo stesso dicasi in OBE in cui mi muovo nella versione astrale della nostra casa. Anche se in quel momento sta dormendo, posso incontrarlo per casa.Ma l’esperienza più eclatante che ho avuto in OBE e che riguarda mio marito é quella del 1999. [DAL VECCHIO FORUM, A CHI MI CHIEDEVA CHE RAPPORTO VEDEVO FRA OBE E MEDIANITÁ] Ti ringrazio per la tua domanda circa il rapporto tra medianità e OBE, perché mi è stata di spunto per alcune importanti riflessioni, ragion per cui sto modificando il mio post di stamattina per aggiungere qualche nuovo concetto. In origine il rapporto tra medianità e OBE stava soprattutto nel contatto con una persona specifica: ovvero verificare se una tal persona trapassata stava bene. Questo scopo si può raggiungere in modi diversi, tra cui il sogno lucido e l’OBE sono senz’altro molto tangibili.Negli anni ho avuto la fortuna di avere dei grandi amici, dall’altra parte, che hanno collaborato con me. Uno in particolare, un amico morto nel 2002, mi ha aiutato moltissimo, e l’ho incontrato molte volte dopo la morte. Comunica con me con il pensiero, tramite sensitivi, in sogno ordinario, in sogno lucido ed in OBE. E’ stata una persona talmente volitiva e determinata fin dall’inizio nel far sapere che stava bene, nel chiedermi dei piccoli aiuti per comunicare con i familiari, e poi nel dimostrarmi che la vita continua dopo la morte e nel mostrarmi dei piccoli squarci dell’Aldilà, che lo considero una Guida ed un partner ideale. Inoltre, ogni volta che mi ha dato un appuntamento preciso, l’ha sempre rispettato, anche se magari con uno scarto di qualche giorno. In particolare mi ha detto una volta che l’Aldilà è un po’ come un mondo sottomarino e che è un po’ come se io fossi in grado di nuotare sott’acqua senza una riserva d’ossigeno. Mi ha detto che questo è un dono che non va sprecato, e che la cosa più grave che potrei fare è quella di non credere nella loro sopravvivenza dopo la morte. In altre parole, almeno per me, il contatto a livello medianico e quello a livello di sogno/OBE si intrecciano in maniera indissolubile. Sono giunta a ritenere che se ci sono delle fasi di stallo è perche non li coltivo entrambi. Ma con il tempo è andato anche modificandosi lo scopo di questi contatti. Mentre in origine dominava il desiderio di controllare che una tal persona stesse bene e fosse al sicuro dopo morta, con gli anni è nata un’ansia più generalizzata di verificare e rassicurare me stessa e gli altri che noi tutti possiamo stare bene quando abbandoniamo il corpo fisico definitivamente ed avere le prove che nella nostra vita di tutti i giorni esista uno scopo buono, audace, forse eroico, che non consista nella solita lotta titanica fra bene e male, o nello sconto di un karma negativa accumulato in passato, ma nella riscoperta che la nostra essenza è comunque positiva, e che veniamo in questo ambiente terreno con l’illusione di un ego solo per raffinare la nostra capacità di amare ed accettare il prossimo, di provare compassione senza giudicare. L’altro scopo insito nel fare verifiche sull’Aldilà, e coltivare quindi contatti medianici, è per me quello di provare che la fiducia in una fonte di amore incondizionato ed assoluto di cui noi siamo parte è molto più costruttiva dei complessi di colpa o del rinnegare parti del nostro passato che ci causano dolore. Riuscire a vedere l’aspetto positivo che una certa esperienza ci ha dato, provare gratitudine per noi stessi e per la nostra vita, dà una carica speciale per fare cose nuove e più grandi. E’ ovvio che queste cose non posso averle pensate da sola nel mio piccolo: devono essermi comunque venute da entità molto più evolute di me. In parte sono stata guidata a determinate letture, in parte ho avuto l’intuizione di sentirle come mie, ma sono certa che esista una grande collaborazione fra spiriti disincarnati ed incarnati nel perseguire questo scopo evolutivo.
  15. [DAL VECCHIO FORUM, RIPRENDEVO IL DISCORSO SU COME I VIAGGI ASTRALI SONO INIZIATI] Da ragazza ho sofferto moltissimo di quella che viene chiamata ‘paralisi notturna’ e che all’epoca non sapevo assolutamente fosse collegata alle OBE. In pratica, se mi capitava di studiare fino a tardi, e soprattutto se prendevo il caffè alla sera, oppure se andavo a dormire nel pomeriggio, quindi se il corpo era molto stanco tanto da addormentarsi ma la mente era sveglia e attiva, mi capitava purtroppo di risvegliarmi, poco dopo essermi addormentata, ma solo con la mente, mentre il corpo continuava a dormire. Il corpo era completamente paralizzato, non riuscivo neanche a sollevare di un millimetro le palpebre, e sentivo una vibrazione, un rumore molto sgradevole, come se mi trovassi in un frullatore. Mi sembrava come di annegare nel mio corpo, e mi scuso per l’immagine un po’ cruda. Col tempo, ho ideato uno stratagemma per concentrarmi in modo tale sul corpo da risvegliarlo. In pratica immaginavo di fare quel giochetto di dissociazione con le mani, quando si muove una mano in senso rotatorio e l’altra su e giù. Questo trucco mi è servito egregiamente per molti anni, in quanto mi permetteva di risvegliare il corpo fisico, prima di scoprire cosa c’era dietro a tutto questo.All’età di 29 anni, in un periodo di forte stress, perché non riuscivo a trovare casa nella zona di Milano, mi trovavo addormentata nella mia camera di albergo dove soggiornavo per lavoro, quando la situazione si è ripresentata: solo che questa volta mi sono sentita “volare via” le braccia e le gambe. Sul momento non mi sono chiesta come mai capitava una cosa così strana, anche se ero sveglissima con la mente. Mi sono limitata ad agire d’istinto e trattenere giù gambe e braccia, per poi risvegliarmi completamente.Questo è stato poi l’inizio di una lunga ricerca sulle OBE che mi ha portato a leggere tutti i libri possibili sull’argomento ed anche ad ‘allenarmi’ il sabato e la domenica pomeriggio. Il mio scopo principale da allora (e sono passati ormai 20 anni) è stato quasi sempre quello di visitare l’Aldilà, incontrarmi con amici e parenti trapassati, controllare che stessero bene … una serie di esperienze meravigliosa!Ma vorrei tornare un attimo alla paralisi notturna. Col tempo ho scoperto perché si verifica questa sorta di ‘disturbo del sonno’, anche se solo in parte. A quanto ho scoperto, durante il sonno REM (quello associato ai sogni più vividi) quasi tutti i muscoli del corpo, ad eccezione di quelli preposti alla sopravvivenza, sono paralizzati, per evitare che il nostro corpo si muova per mettere in atto le cose che sogna di fare. La paralisi notturna si verificherebbe quando delle aree non meglio definibili per me della nostra coscienza vigile diurna si attivano durante il sonno REM, invece di rimanere nello stato che è loro abituale. In pratica una parte di noi si sveglia, mentre il corpo dorme e i muscoli sono paralizzati. Dopo l’esperienza in albergo, e le molte letture, ho scoperto che per me era possibile scegliere due strade quando questo mi capitava: o risvegliare il corpo, come avevo fatto per gli ultimi 15 anni, ho volare via con quello che mi si è presentato all’epoca come un altro veicolo molto simile al corpo fisico. Quando la situazione cominciava a presentarsi, provavo ad infilare la mano ed il braccio attraverso il cuscino o attraverso il materasso e se riuscivo a passarci attraverso senza problemi, ‘uscivo’ dal corpo e partivo per le mie esplorazioni.Ho cominciato con l’esplorare la camera da letto ed il soggiorno, poi ho scoperto che potevo spostarmi con estrema facilità su distanze maggiori, e dulcis in fundo che potevo visitare l’Aldilà.Per quanto riguarda le esplorazioni della versione astrale della mia casa, sono sempre stata troppo vigliacca per guardare il mio corpo nel letto, per quanto l'abbia sentito respirare (tipico respiro del sonno) e ci abbia anche infilato un braccio dentro per vedere che consistenza avesse. Viceversa, avevo il coraggio, quando mi trovavo fuori dal corpo, di specchiarmi (di osservarmi in "specchi astrali") per vedere come era fatto il mio corpo astrale. Nelle prime esperienze, in un'epoca in cui non ero molto felice, ero sorpresa nel vedere che lo specchio mi rimandava un'immagine brutta di me: ad esempio, avevo come delle ecchimosi o cerotti sul viso, i capelli in disordine, vestiti brutti. Più in là negli anni, con il verificarsi di esperienze belle e anche mistiche, la mia immagine riflessa dagli specchi in astrale è diventata molto più radiosa. Ho anche usato molto gli specchi come 'portali' di passaggio nell'altra dimensione. Non per niente mi ha sempre appassionato il racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie che passa attraverso lo specchio ed entra in una casa dove tutti gli oggetti sono animati per poi avventurarsi in un'altra dimensione.Ma non è sempre stata una passeggiata, specie all’inizio, quando non avevo il controllo di questi meccanismi. Nei primi tempi di sperimentazione volontaria mi capitava di essere sparata fuori dal corpo come un proiettile, attraverso tutti i piani del palazzo e per chilometri nello spazio, con una gran paura di farmi male sbattendo contro i soffitti (questa è tutta da ridere)… Ho avuto anche altre esperienze spiacevoli, che magari tratterò in successivo post.Per ora devo interrompere, ma più in là vorrei anche spiegare perchè l'idea che si viaggi 'fuori' dal corpo è stata per me con il tempo (specie da quando ho letto i libri di Buhlman) superata dall'idea che si viaggi in realtà in una dimensione interiore.
  16. [DAL VECCHIO FORUM] 4 settembre 2009 - Incontro con il cardinaleMi ero alzata alle tre e mezza del mattino per chattare con un’amica che abita in Olanda. Non capita spesso, ma avevamo un appuntamento e sono rimasta a chiacchierare online con lei per un’oretta, bevendo il caffè.Dopo la chat, ero molto determinata nell’intento di avere un’OBE: ne avevamo parlato. Non avevo molto tempo a disposizione, perché dovevo fare una traduzione che richiedeva 3 ore di lavoro e dovevo completarla entro le 9 del mattino. Nondimeno sono tornata a letto per cercare di riaddormentarmi ed avere l’esperienza. Preciso che qualche mese prima in sogno mi era stato promesso un ‘giretto’ in Paradiso, e nutrivo grandi speranze che i tempi fossero maturi.Devo precisare che all’epoca dei fatti ero immersa nella lettura di un libro, chiamato Life in the World Unseen ("La Vita nel Mondo Invisibile"), di A. Borgia, il cui protagonista è un ministro della chiesa che parla del proprio trapasso nel mondo dello Spirito e di tutte le cose che aveva dovuto disimparare circa la religione (sebbene ciò fosse avvenuto in modo del tutto non traumatico, anzi gioioso ed entusiasta, fra colleghi che si accorgono con meraviglia che le cose stavano molto meglio di come credevano) ed i luoghi trovati e gli spiriti incontrati nella nuova dimensione. Al momento del trapasso, gli dà il benvenuto un altro uomo di chiesa deceduto prima di lui, che per l’occasione indossava i medesimi paramenti che usava indossare sulla terra. In occasione di una visita ricevuta nel Mondo dello Spirito da una delle Sfere più Elevate, descrive un altro spirito che era stato in terra un ministro della chiesa (dal libro si evince che quest’ultimo doveva aver ricoperto una posizione molto elevata nel suo ministero, tipo vescovo o cardinale, sebbene avesse completamente abbandonato tutte le false credenze che la sua religione comportava). Per tornare alla mia esperienza all’alba del 4 settembre, sono tornata a dormire ed erano già passate le 6 quando ho cominciato a sognare. Durante il sogno ad un certo punto mi sono resa conto che stavo sognando, in un momento in cui mi trovavo davanti ad una lavagna su cui c’erano scritte delle parole col gesso bianco, da parte di un nostro amico di famiglia morto nel 2002, che dicevano: "Dille di non pensare alcun pensiero proprio e di aspettare un attimo senza pensare a nulla ....". È stato proprio seguendo questo suggerimento che mi sono resa conto di trovarmi in un sogno, e poi di essere sveglia con la mente nel corpo addormentato, di essere libera di alzarmi dalla versione astrale del letto e fare un giro della versione astrale della casa. Naturalmente, ero entusiasta dell’occasione, che era proprio quella che mi ero riproposta poco prima. Sono uscita dalla camera da letto “camminando” (in astrale) e mi sono ritrovata in una casa molto più ampia della nostra. Nella sala di questa casa più grande, ho incontrato con grande meraviglia una specie di cardinale, che mi offriva quella che sembrava una tazza di caffè, anzi ad essere più precisa un 'cappuccino'. Leggermente interdetta, l’ho accettata però con cortesia per non apparire sgarbata, e ho anche fatto il gesto di bere, sebbene non abbia sentito il sapore di alcunché. Ma questa specie di cardinale mi ricordava in tutto lo spirito elevato di cui parla Borgia nel suo libro. Inoltre il concetto della tazza di caffè come valenza spiritualmente energizzante mi era stato presentato in un importantissimo sogno lucido nel maggio del 2002, quando ho incontrato appunto il caro amico di famiglia di cui prima, morto in aprile, al seguito della cui morte avevo perso per almeno una settimana la fede nell’esistenza dell’aldilà, che mi aveva fatto una bella ramanzina su quanto fosse dispiaciuto di quel periodo in cui avevo perso la mia fiducia. Mi aveva detto che il fatto di immaginare che dopo la morte ci fosse il nulla (e che lui non esistesse più) era stato come privarlo della sua tazza di caffè al mattino (ci sono moltissime OBE che attinenti a questa persona e a sua moglie, morta 40 giorni dopo di lui … ci sarebbe da scrivere un libro! Insomma è il più loquace comunicante che io abbia nell’Aldilà). Insomma, presumo che la visita del Cardinale con la tazza di caffè debba aver rappresentato una visita piuttosto importante ricevuta dal Mondo dello Spirito, specie perché rappresentava la figura presentata da Borgia, un Ministro nel vero senso della parola, che con gioia ed umiltà ha rivisto tutto il suo credo. Dopo aver bevuto il caffè, il cardinale se n’è andato e mi sono ritrovata ad esplorare l’ambiente circostante. Mi sono guardata (come mio solito) in un paio di specchi astrali, ed ero molto contenta del mio aspetto che (al contrario di quanto mi accadeva nei primi viaggi astrali compiuti nei primi anni ’90) mi rimandava un’immagine di me molto radiosa e sicuramente più radiosa della mia immagine fisica. A quel punto non ero però sufficientemente concentrata sull’obiettivo originale: fare un giretto in Paradiso. Ho tentato di spiccare il volo un paio di volte, ma per qualche motivo non ha funzionato e sono rientrata nel corpo. Questa è stata la prima OBE in 8 mesi. Più ci penso, più sono convinta che la lettura del libro di Borgia ed altre letture correlate, mi abbiano messo in contatto con questo spirito elevato, rappresentante della VERA spiritualità proveniente dalle sfere più elevate, e che il caffè o cappuccino astrale offertomi non sia stato un semplice atto di cortesia, ma come un benvenuto in una nuova fase della mia ricerca esplorativa. Devo anche sottolineare quanto le parole del mio amico scritte sulla lavagna, che mi invitavano a sospendere momentaneamente i ‘miei pensieri’, con la conseguente uscita da un sogno comune e l’ingresso in un sogno lucido (trampolino di lancio frequente per le OBE) non erano in effetti solo scritte alla lavagna, (sebbene questo fosse quello che in sogno vedevo) ma sono state pronunciate nella mia mente… le ho proprio sentite. Quindi questo mio amico-Guida sarebbe entrato nel mio sogno e mi avrebbe svegliato dal sogno stesso, dandomi le istruzioni necessarie su come procedere per l’esperienza astrale. Questo comportamento è assolutamente coerente con la personalità di questa persona sia nella vita che nel dopo-vita, ed avvalora l’idea che mi segua e mi guida. Aggiungo che il motivo per cui mi ha attratto il libro di Borgia, che è anche quello per cui la mia amica me lo ha dato, è il fatto che egli descrive un piano definito da molti in inglese “Summerland” o Terra dell’Eterna Estate (o, considerata l’estate britannica, Terra dell’Eterna Primavera), facilmente visitabile da parte nostra, anche se ci troviamo ancora in un corpo fisico, mentre dalle Sfere più Elevate è più facile che ci arrivi in visita qualcuno che non il contrario. Mi sono guardata (come mio solito) in un paio di specchi astrali, ed ero molto contenta del mio aspetto che (al contrario di quanto mi accadeva nei primi viaggi astrali compiuti nei primi anni ’90) mi rimandava un’immagine di me molto radiosa e sicuramente più radiosa della mia immagine fisica. A quel punto non ero però sufficientemente concentrata sull’obiettivo originale: fare un giretto in Paradiso. Ho tentato di spiccare il volo un paio di volte, ma per qualche motivo non ha funzionato e sono rientrata nel corpo.
  17. [SEMPRE DAL VECCHIO FORUM] Ciao, Ragazzi. Avevo già intenzione di affrontare questo argomento prima di continuare con altri episodi e le domande di Lussy me ne danno l'occasione. Devo fare una premessa che reputo importante. Nel corso degli anni ho potuto maturare delle idee circa la nostra esistenza spirituale che sono radicalmente diverse da quelle apprese nell’infanzia. Come molti, da ragazza ero molto condizionata da una certa educazione religiosa, che si basa sull’idea di un Dio padre onnipotente che, nonostante il proprio amore misericordioso, giudica e punisce le creature che al momento del trapasso non si trovino in stato di grazia, e addirittura può condannarle al fuoco eterno. In particolare spiccava nella mia fantasia il dio rabbioso dell’antico testamento, che, se perde la pazienza, fa strage di bambini ed adulti. In questa mia visione esistevano anche entità demoniche, personificazioni del male che si contrappongono a dio, e che sono costantemente attorno a noi, ci sussurrano all’orecchio i loro pensieri malvagi mentre il nostro angelo custode piange per il dispiacere. Di ciò che avvenisse dopo la morte non avevo alcuna idea, e mi prefiguravo una sorta di sonno lassù, aldilà delle nuvole, in attesa del giudizio universale. Tutto questo è stato sfatato negli anni da un percorso di ricerca cominciato fin dall’adolescenza, con la lettura de La vita oltre la vita di Raymond Moody e tante altre esperienze di pre-morte, e con la lettura di libri quali La Crisi della Morte di Ernesto Bozzano, che descrivono le vicende del trapasso così come ci sono state rivelate nella seconda metà del 19° secolo e nella prima metà del 20° tramite medium in trance profonda (fenomeno oramai poco usuale). Queste persone erano spesso umili ed ignoranti, eppure i loro scritti riportavano vicende molto simili fra di loro, e simili anche a quelle riportate da chi ha esperienze di NDE. Senza entrare nel merito di tutto ciò, volevo però spiegare come negli anni sono passata da una visione della nostra vita non-fisica, della nostra vita al di fuori dello spazio e del tempo, dominata dalla paura del giudizio, del castigo e delle entità demoniache, ad una visione completamente fiduciosa nell’esistenza di una Fonte Divina di Puro Amore Incondizionato, che è stata definita da una persona che avuto una NDE e di cui mi sfugge il nome come “più grande dell’amore di tutte le mamme dell’universo messe assieme”. In questa mia nuova visione, noi siamo emanazione di questa Fonte e, al di fuori della dimensione fisica, SIAMO COMUNQUE SPIRITO, quindi animati da un profondo senso di appartenenza a questa Fonte Divina di Puro Amore Incondizionato e costantemente protetti e guidati da amorevoli entità preposte allo scopo. In questa nuova visione, domina la Legge di Attrazione, in base alla quale noi attraiamo a noi le cose a cui pensiamo di più e le cose che ci aspettiamo di più. In altre parole, se io penso alla pace e all’armonia, attraggo pace ed armonia; ma se penso al fatto che non desidero contrasti e conflitti, rischio di attrarre contrasti e conflitti. In questa mia nuova visione, quindi, l’immaginazione creativa e la visualizzazione positiva giocano un ruolo fondamentale. Negli anni ho anche scoperto che il pensiero positivo è molto più potente di quello negativo, e che un solo pensiero positivo può cancellare un gran numero di pensieri negativi. Di qui l’importanza dei cosiddetti Lightworkers, coloro che con la preghiera e la meditazione diffondono la LUCE nel nostro mondo. A proposito di entità negative, devo precisare che non credo che esista una personificazione del male allo stato puro, ma so che i pensieri che si basano sulla paura, sul pessimismo, sullo scoraggiamento e sul senso di penuria sono contagiosi se ci sentiamo depressi o ansiosi e possono generare nei sogni e nelle OBE delle personificazioni che possono spaventarci. Di qui l’importanza, specie da giovani, di avventurarsi nei viaggi astrali senza remore o preconcetti dettati dai suddetti stati d’animo negativi. In caso contrario, possono sorgere degli ostacoli, alcuni dei quali derivano, in base alla mia esperienza, anche da primitivi meccanismi di difesa che il nostro istinto di conservazione può mettere in campo. I più banali sono la paura di non riuscire a “rientrare nel corpo” o varie forme di auto-boicottaggio dell’esperienza. In una delle mie prime esperienze, ad esempio, quando per via delle traversie che vivevo all’epoca ero una persona piuttosto depressa e sola, mi ero appena staccata dal corpo fisico ed ero sul punto di spiccare il volo quando ho sentito la mia voce lamentosa, proveniente dal mio corpo fisico, chiamarmi insistentemente, dicendomi “Resta qui a piangere con me!” Naturalmente l’esperienza mi ha terrorizzato, ho temuto di essere impazzita, e sono immediatamente rientrata. Credo di aver dormito per circa una settimana con la luce accesa dopo questa esperienza. La spiegazione che mi do, a quasi 20 anni di distanza, è che, così come esiste una parte più primitiva del nostro cervello (il cervello rettiliano) preposta alle pulsioni ancestrali di sopravvivenza, territorio, aggressività e difesa, esistono anche a livello psicologico e fisiologico degli arcaici guardiani del corpo fisico, preposti a tenerci agganciati alla dimensione fisica, anche tramite ragionamenti scettici, razionali e logici, che rifiutano il soprannaturale. È possibile che, senza questi meccanismi di aggancio al mondo fisico, senza questa sorta di zavorra, noi non potremmo sperimentare a fondo questa dimensione e trarne la necessaria esperienza. Ciò non toglie che coloro che hanno la passione e l’impulso di esplorare le dimensioni più sottili dello Spirito non possano in parte liberarsi di questa zavorra, sia fisica che mentale, tramite il pensiero positivo, l’amore ed il non giudizio verso il prossimo, la meditazione e la visualizzazione creativa. Un’altra esperienza negativa l’ho avuta due o tre volte sempre alla stessa epoca, quando ero triste e depressa, con pochi amici ed un lavoro che non mi soddisfaceva. In queste esperienze, non appena uscita dal corpo, sono stata aggredita in quella che era la versione astrale del mio bilocale da single, da una figura femminile vestita di nero, in tutto uguale a me, ma con unghie e rossetto di un rosso acceso, un tipo di trucco che non ho mai usato. In tutti questi casi ho strenuamente combattuto e vinto l’aggressore, battendo poi in ritirata, ma non ho mai avuto dubbi circa il fatto che si trattasse di una mia sub-personalità depressa, che deliberatamente boicottava i miei viaggi. Che insegnamento ne ho tratto? Ho capito che non era il caso di andarsene a zonzo in astrale senza una meta precisa e solo per sfuggire alla noia o alla tristezza, perché c’era comunque il rischio di un auto-boicottaggio. Ho capito che era importante essere animata da un obiettivo preciso, e da uno stato d’animo gioioso e fiducioso. L’ultimo ostacolo credo di averlo trovato nell’esperienza con Daniela, quando il grosso crocifisso é emerso dal pavimento cercando di sbarrarmi la strada. Da quel momento in poi, non ho più fatto esperienze spiacevoli, e ce ne sono state svariate centinaia. Se qualche ostacolo c’è stato, ha avuto comunque un rilievo marginale, e preannunciava comunque un successo. Spero di aver riassunto in modo efficace ed utile il mio pensiero circa lo stato d’animo da coltivare per avere delle esperienze serene anche su questo territorio ancora poco conosciuto. Un caro saluto. Giulia http://www.cosenascoste.com/forum/public/style_emoticons/default/smiley.gif
  18. [COPIO DAL VECCHIO FORUM] Vorrei raccontarvi di una delle più emozionanti e commoventi OBE che mi sia mai capitata. Per fornire un resoconto completo di questo contatto particolare, ho integrato il resoconto delle due OBE specifiche con un sogno ed un contatto successivo avvenuto in stato meditativo. Ho modificato il nome di battesimo dell'interessata, ma ho il consenso dei genitori per quanto riguarda il riferire questa storia.Daniela (1994 - 2008) Quella che segue è una delle più toccanti esperienze di OBE che io abbia mai avuto; è quella che ha avuto l’impatto forse maggiore sulla mia vita, dandomi la certezza che l’Aldilà era letteralmente a portata di mano. I fatti risalgono alle 3 del mattino, di lunedì, 29 agosto 1994. All’epoca, avevo appena compiuto 33 anni.Era da circa tre anni che avevo cominciato ad avere esperienze di proiezione astrale, o “fuori dal corpo” che dir si voglia, ed avevo anche incontrato mio nonno, che non avevo mai conosciuto in vita, in quanto era mancato 4 anni prima della mia nascita. Ma fino a quel momento, era sempre stato come se lui mi venisse incontro a metà strada, per così dire, in una zona non meglio definita fra Cielo e Terra. In fatti, mi ero esercitata ad avere queste OBE nel mio appartamentino da single, il sabato o la domenica pomeriggio, dopo aver staccato il telefono per essere sicura di non essere disturbata. Preferivo farlo di giorno, perché c’era la luce del sole, ed io avevo sempre avuto paura del buio. Col tempo, ero passata dalla semplice curiosità circa gli aspetti e le possibilità “tecniche” legate alle OBE ad un approccio più spirituale, mirato ad ottenere prove circa la vita dopo la morte del corpo fisico. Da quando queste esperienze erano diventate per me una fonte di ricerca spirituale, mio nonno era diventato per me come una guida, e raramente non si presentava quando andavo in cerca di lui.Ma veniamo a Daniela.Dall’ 8 al 14 agosto 1994 avevo passato la mia prima settimana all’ Arthur Findlay College di Stansted, sede dell’Unione Spiritualista Inglese. Era stato il mio primo contatto approfondito con lo Spiritualismo e con medium professionisti. Al mio ritorno in ufficio, il lunedì successivo alla vacanza, avevo saputo che le condizioni di salute Daniela, figlia quattordicenne di uno dei miei colleghi, che al ritorno da una vacanza estiva in Spagna con i genitori aveva cominciato a soffrire di una patologia fulminante che aveva aggredito diversi organi vitali erano peggiorate. Mercoledì, 17 agosto, ricevemmo la triste notizia che Daniela era improvvisamente morta in ospedale. La notte prima aveva detto buona notte a suo padre, pregandolo di venirla a trovare il più presto possibile la mattina dopo. Ma non ce l’aveva fatta a superare la notte e solo l’infermiera si trovava accanto a lei quando aveva all’improvviso sentito che stava succedendo qualcosa di strano e le aveva chiesto di abbracciarla forte.Questa notizia mi sconvolse. Avevo parlato solo una volta con Daniela al telefono, prima di partire per Stansted, perché mi trovavo per caso al centralino dell’azienda per la quale lavoravo, e lei chiamava per parlare con il papà. Ma adesso ero assillata da un pensiero che mi pressava anche con una certa urgenza, e cioè che avrei potuto dare a suo padre delle prove che Daniela era viva e stava bene proprio grazie a queste mie OBE. Non mi rendevo proprio conto di quanto poteva essere difficile parlare di esperienze così fuori dall’ordinario. Il papà di Daniela sarebbe rientrato al lavoro il 29 agosto e, durante la settimana precedente il suo rientro in ufficio, l’urgenza di andare a controllare come stava Daniela divenne sempre più pressante e non riuscivo praticamente a pensare ad altro. Si trattava di una sensazione strana e molto forte, che avrei sperimentato più volte in futuro (sebbene mai a questi livelli), ma era anche la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere e la prima volta che concepivo l’idea di usare le OBE per conto di un’altra persona.Quell’ultima settimana provai tutte le notti, ma senza alcun successo.La domenica sera mi ritrovavo ancora con lo stesso problema. DOVEVO ASSOLUTAMENTE vedere Daniela quella notte, ad ogni costo.Quella notte passai le prime tre ore a rigirarmi nel letto, cercando disperatamente di rilassarmi e di raggiungere uno stato ipnagogico sufficientemente lungo che mi permettesse di uscire consapevolmente dal corpo, ma inutilmente. Non avevo un’esperienza sufficiente in questo campo, e neanche mi rendevo conto all’epoca di quanto il senso di urgenza dettato da uno stato di lutto o di dolore potesse rivelarsi un vero e proprio ostacolo per questo tipo di esperienza. Ero in preda ad una grande frustrazione.Intorno alla mezzanotte riuscii effettivamente ad uscire dal corpo, ma mi trovai ad affrontare un’esperienza piuttosto inaspettata ed inquietante: ero in preda a forti vibrazioni, quasi una corrente elettrica mi attraversasse il corpo, quando vidi emergere dal pavimento della camera da letto un Cristo a grandezza d’uomo appeso alla croce. Questo fatto, che, come scoprii in seguito, era in pratica l’ultima barriera posta all’esperienza dell’Oltre Vita dai miei preconcetti religiosi, mi terrorizzò, e abbandonai definitivamente il progetto di andare a cercare Daniela.Ma intorno alle 3 del mattino mi ritrovai di nuovo all’improvviso fuori dal corpo, sebbene questa volta mi ritrovassi in un ambiente completamente differente e, per la prima volta nella mia vita, non provavo né un senso di paralisi né le vibrazioni, e, cosa più importante, non avevo paura. Non mi trovavo in camera da letto, e non mi trovavo neanche in quel posto così familiare, a ”metà strada fra Cielo e Terra” dove ero solita incontrare mio nonno. Mi trovavo in un altro posto e mi trovavo faccia a faccia con Daniela.Mi apparve leggermente più giovane di una quattordicenne, ed in uno stato d’animo che all’epoca mi era sembrato leggermente confuso. Oggi, con il senno di poi, dopo aver visitato altre volte l’Aldilà in circostanze del tutto diverse, mi rendo conto di cosa possa avermi dato quella sensazione. Non era Daniela ad essere confusa: LO ERO IO.Mi sarei aspettata che mi accogliesse a braccia aperte visto il mio incontro in ufficio con suo padre l’indomani, ed invece non mostrava particolare entusiasmo. Le chiesi se stava bene, e mi rispose di sì. Le chiesi se desiderava inviare un messaggio a suo padre e a sua madre, e ricevetti una risposta che mi lasciò perplessa: “Beh sì! No, non al momento!" (Come poteva essere? Avrei visto suo padre il giorno dopo!) "Fra qualche tempo parlerai con mia mamma” continuò Daniela (non conoscevo sua mamma) " ma solo dopo che avrai paralato con una donna che parla il francese" (Questa fu la dichiarazione più strana di tutte. Non avevo idea di cosa potesse voler dire).Dopo una breve conversazione, Daniela si allontanò, come se non ci fosse più nulla da dire. E qui successe un altro fatto piuttosto unico fra tutte le mie esperienze di OBE. Sebbene fossi stata lasciata da sola, non avvertivo alcun bisogno, necessità o urgenza di rientrare nel corpo fisico. Mi ritrovai lì a stazionare senza saper bene cosa stavo facendo e cosa dovevo fare. In passato, avevo sempre avvertito, in tutte le esperienze fuori dal corpo, questo forte bisogno di rientrare alla svelta. Una specie di “elastico” psicologico che mi richiamava indietro. Ma questa volta (fatto del tutto eccezionale) sembravo vivere il medesimo stato d’animo quieto ed un po’ disinteressato di Daniela, e mi chiedevo cosa stesse accadendo.Ma dopo essere stata lì ferma per un po’ per conto mio, mi resi conto all’improvviso che non dovevo rimanere là. Fui presa dal panico, e come una falena che si mette a girare convulsamente intorno ad una luce, cominciai a cercare il mio corpo fisico per poi rientrare finalmente nel letto.Manco a dirlo, quando il papà di Daniela rientrò al lavoro il giorno dopo, non riuscii a spiccicare parola sull’accaduto, nonostante l’emozione incredibile che provavo.Circa 10 giorni dopo ebbi un’altra OBE “programmata”, questa volta al pomeriggio, durante la quale cercai di rivedere Daniela. Non appena uscita dal corpo, percepii la presenza di una creatura angelica (una donna), più alta di me e bellissima (sebbene non riuscissi effettivamente a “vederla” come attraverso gli occhi fisici), che mi offri il braccio con decisione e mi accompagnò lentamente attorno a quello che appariva una specie di letto (sebbene non potessi vedere chi vi dormisse). Mi chiese per favore di parlare a bassa voce, per non svegliare Daniela. Poi mi riaccompagnò al mio letto, perché tornassi nel corpo, dove rientrai in maniera inusitatamente delicata.Sebbene non avessi una grande esperienza dell’Aldilà all’epoca, trassi la conclusione che Daniela in quel momento stava riposando, e non doveva essere disturbata.Alcuni giorni dopo il mio primo incontro con Daniela, il 1 settembre 1994, fummo informati in ufficio che una giovane Assistente al Servizio Marketing era appena stata assunta. Questa nuova collega, che aveva praticamente la mia età, poiché era solo 4 giorni più giovane di me, era bilingue (italiano-francese) ed era appena rientrata in Italia dopo diversi anni passati in Francia; all’epoca passava regolarmente due finesettimana al mese in Francia. Per una fortuita serie di coincidenze, questa ragazza ed io cominciammo quasi subito a chattare attraverso l’intranet aziendale di varie cose, ed io mi trovai ad accennarle che avevo queste OBE ed avevo appena avuto questa incredibile esperienza di incontrare Daniela e non avevo idea di come gestire la cosa.Circa un mese dopo, la collega dell’Servizio Marketing mi venne a dire di essersi trovata a parlare con il papà di Daniela alla macchina del caffè del piano di sotto e che lui le aveva parlato così apertamente di questo lutto così recente che lei non aveva resistito alla tentazione di riferirgli che io avevo qualcosa da dirgli.Prima di quel momento, non avevo programmato e neanche immaginato che una cosa del genere potesse mai verificarsi.Così, circa 40 giorni dopo la morte di Daniela, suo papà passò nel mio ufficio a chiedermi “che cosa stavo combinando con la Daniela”. Naturalmente fui presa dall’imbarazzo. Sentivo che per lui non era facile parlare di cose del genere, ma mi venne immediatamente incontro dicendomi che sua moglie avrebbe gradito incontrarmi e, senza chiedermi alcun dettaglio circa le mie “esperienze”, mi chiese se potevo andare a pranzo da loro.E questo è proprio quanto capitò. Dopo pranzo, la mamma di Daniela ed io ci ritirammo in soggiorno a parlare un po’ di tutto. Si verificò esattamente quello che Daniela aveva predetto, e la sua apparente mancanza di trasporto nel parlarmi era probabilmente dovuta al fatto che il mio fermento interiore nell’incontrarla non aveva alcun modo di essere veicolato nella realtà di tutti i giorni con la velocità che mi aspettavo o che speravo.Sebbene non ci fossimo mai incontrate prima, la mamma di Daniela ed io passammo diverse ore a parlare quel pomeriggio. Mi chiese un resoconto dettagliato e condivise con me molti ricordi di sua figlia. Mi disse anche di stare attenta a non parlare di questo argomento troppo apertamente con suo marito, perché troppo emotivo per gestire un qualcosa di così delicato. Mi raccontò di una ADC che aveva avuto alcuni giorni dopo il trapasso di Daniela, quando una mattina, svegliandosi, aveva avvertito distintamente la presenza di Daniela che le parlava e che le diceva che stava bene, che andava tutto bene e che sarebbe andato tutto bene.Ad integrazione di questo racconto, devo riferire un sogno avuto nel 2003.Dal 1994, ero sempre rimasta in contatto con i genitori di Daniela (di cui custodisco una foto in sala), e ci eravamo visti almeno due volte all’anno. Quando nacque nostro figlio, mi avevano anche regalato un orologione di stoffa, che era stato di Daniela, ed una sua copertina per la culla.Nel corso del 2003, senza alcun preavviso, ho sognato Daniela bellissima, ormai ventiduenne, che (come era capitato per altre persone a me care, inclusa mia nonna), sembrò essermi venuta in sogno con il preciso scopo, non solo di mostrarmi che bella giovane adulta era ormai diventata, ma per descrivermi il suo trapasso, mostrandomi come era stato dolce, e conseguentemente difficile per lei capire l’esatto momento in cui aveva per così dire lasciato questa Terra.Nel sogno mi mostrava di trovarsi con l’infermiera ed un momento dopo di non aver più bisogno di respirare, ma che aveva dovuto ripercorre più volte con il pensiero quegli istanti avanti ed indietro nel tempo per cercare di capire esattamente in che “momento” si era verificato il trapasso.Il contatto più recente con Daniela risale invece al novembre del 2008. I suoi genitori mi avevano espressamente chiesto se potevo cercare di incontrarla. E l’incontro è arrivato quasi subito, carico di emozioni da togliere il fiato. Non mi rendevo conto in quel momento di quale stagione si stesse avvicinando. Ma Daniela, vestita di un rosso vivace, ha avuto queste meravigliose parole per i suoi genitori: era tanto dispiaciuta di averli lasciati; avrebbe voluto abbracciarli con tutti i Natali che avevano dovuto trascorrere senza di lei.
  19. Ciao, Freya. Mi fa piacere che hai fatto il test di Greyson, che in entrambi i casi presenta un punteggio significativo per i ricercatori riguardo alla profondità delle esperienze, che definirei comunque mistiche. Nell’esperienza in cui hai chiesto di incontrare Dio, mi ha colpito il fatto che hai raggiunto una barriera, un punto di non ritorno, così tipica nelle NDE. Riguardo alla precisione dei dettagli che si vedono durante un’OBE, che costituisce anche la prima parte di molte NDE o esperienze simili a NDE (NDE-like experience), io parlo solo per me. Non sei la prima persona che dichiara di vedere ambienti fisici corrispondenti a quelli reali. L’utente FAN del vecchio forum, che ha raccolto le sue esperienze in un’unica discussione (che ho salvato) “Vi racconto i miei viaggi astrali” racconta diverse esperienze analoghe alle tue. Il fatto che a te capitino per caso ben si allinea con le esperienze di NDE che in genere colgono del tutto impreparati i protagonisti. Chiaramente, come hai giustamente notato, esistono differenze fra viaggi astrali ed NDE, dove il punteggio medio nelle esperienze di premorte é 15. Mi piace molto il tuo approccio, Malia ❤️
  20. Quando studiavo per gli esami universitari fino a tarda notte, e/o mi capitava di prendere un caffè nel tardo pomeriggio, spesso mi capitava poi la notte che la mia mente si svegliava nel corpo ancora addormentato, quando i muscoli sono ancora paralizzati come avviene durante il sonno REM, per impedirci di mimare le azioni del sogno. Non riuscivo a gridare, non riuscivo neanche a sollevare di un millimetro le palpebre, e sentivo un rumore forte, come se mi trovassi all’interno di un frullatore. Avrei poi scoperto negli anni a venire che gli addetti ai lavori le chiamano vibrazioni. Ci vollero 15 anni prima di capire che quel fenomeno era strettamente collegato alle OBE/Viaggi Astrali, ai quali mi ero nel frattempo cominciata ad interessare. Me ne accorsi una notte del 1990, quando ero molto stressata perché non riuscivo a trovare un appartamento in affitto a nel milanese e per lavoro soggiornavo ormai da 4 mesi in albergo. Il mio capo mi aveva appena messo alle strette dicendomi di trovare una soluzione immediatamente. Verso mezzanotte mi stavo assopendo quando ho cominciato a sentire in sottofondo le vibrazioni e ho sentito le gambe e le braccia che mi volavano via, e le tirai giú terrorizzata. Era l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita che, tramite i viaggi astrali, mi avrebbe portato a scoprire nuove realtà è a espandere i miei orizzonti. Nei 15 anni in cui ho subito passivamente le paralisi notturne senza sapere che erano lo stato in cui si può tranquillamente avere un’OBE, avevo ideato un sistema per uscire da quella situazione svegliando il corpo. Immaginavo di fare un esercizio che richiede molta concentrazione: immaginavo di muovere le mani in due sensi contrari, una in senso circolare e l’altra su e giù. Questo esercizio richiedeva tanta concentrazione per cui riuscivo sempre a svegliare il corpo. Ho citato la Old Hag Syndrome o Sindrome della Vecchia Strega di cui riporto un’immagine (ma in internet se ne trovano molte di più) perché molte persone dichiarano di sentire un’oppressione sul petto durante le paralisi, come se una creatura sinistra le stesse schiacciando, opprimendo o soffocando. Oppure ne percepiscono la presenza nella stanza e non possono reagire. In realtà leggo che alle paralisi del sonno si ricollega anche una certa fatica a respirare normalmente. Poiché il fenomeno é sempre esistito, le varie culture l’hanno interpretato in base alle proprie cognizioni, tradizioni e anche superstizioni. In questo articolo https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/paralisi-del-sonno.html come tanti che ho letto, si parla diffusamente dei sintomi, ma non delle OBE, sebbene la foto inclusa vi faccia riferimento. Questi articoli di natura scientifica interpretano le percezioni che si hanno durante la paralisi come allucinazioni. Io personalmente non ne ho mai sofferto, per cui non so che dire. Personalmente non credo nell’esistenza dei demoni, se non quelli creati dai nostri stati d’animo negativi, dai conflitti con gli altri, ecc.
  21. Ciao, Pandora. Io per esempio non mi proietto dalla testa, ma quando avverto la paralisi e/o le vibrazioni, mi alzo semplicemente dal letto, e se non devo girovagare per la casa, attraverso il muro o un portale con un’idea chiara di dove voglio andare e mi ritrovo nel nuovo ambiente. É normale la sensazione di mancato riallineamento e di scombussolamento, specie se una persona queste esperienze non le cerca. Ti mando in privato un audio di un esercizio di radicamento/ancoraggio (in inglese grounding) registrato quasi dieci anni fa, nel caso ti possa essere utile. La terminologia che usiamo per descrivere i veicoli con cui ci spostiamo é una terminologia personale di convenienza. Fatto sta che io mi sento molto più a mio agio da quando considero questi viaggi come viaggi interiori e non come un allontanamento dal corpo.
  22. Interessante coincidenza. Un’ora fa Lucia ha pubblicato sulla sua pagina un testo che finisce così: ”Quando si sedimenta l’affetto, ti conforti: vabbe’, allora valeva la pena.”
  23. Ciao, Freya. Sono molto colpita dalle tue due esperienze, quella ai limiti del nostro universo, in cui voltandoti a guardarlo hai provato un senso di tenerezza, e quello in cui hai voluto vedere Dio, in cui compaiono diversi elementi delle esperienze di premorte, come il buio prima, poi il disco luminoso e infine la barriera per cui si ha la sensazione che procedendo oltre si muore. Per entrambe queste esperienze, potresti trovare interessante cimentarti nella valutazione della Scala di Greyson sulle NDE, di cui trovi la versione italiana nella Tavola 2 di questo articolo: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2018.00045/full Mi piace molto questo concetto, Malia, su come senti le OBE. A parer mio ci possono portare su un piano molto più spirituale di quello che percepiamo nella vita di veglia, più intenso e nostro, da cui la sensazione di nutrimento e calore. Ciao, Pandora. Io ho vissuto passivamente le paralisi del sonno per una quindicina d’anni, prima di rendermi conto che costituivano il perfetto trampolino di lancio per le OBE. Le paralisi sono collegate al sonno REM, fase in cui quasi tutti i muscoli, ad accezione di quelli che ci tengono in vita, sono paralizzati, per impedirci di mimare con il corpo le azioni del sogno e metterci in pericolo. La differenza nel nostro caso sta nel fatto che durante il sonno REM la nostra mente si sveglia, facendoci avvertire la paralisi (e nel mio caso quasi sempre le vibrazioni, tranne che negli episodi più spirituali che ho avuto, come l’incontro con persone defunte, incluso mio padre). Ho notato che fin tanto che queste paralisi vengono vissute passivamente, c’è una sensazione spiacevole, finanche di terrore. Nel mio caso mi sono resa conto che, quando il mio corpo dormiva e nel contempo la mia mente era sveglia, ero libera di spostarmi dal piano fisico a quello astrale, e la prima volta che me ne accorsi fu proprio perché alla paralisi e alla vibrazione sentii gambe e braccia che “mi volavano via”. Ho notato che sul piano astrale per me la realtà è molto più fluida e arricchita. Per esempio, quando facevo i primi esperimenti nel mio monolocale di Lodi, mi aggiravo per la casa e, affacciandomi alla finestra, invece di vedere la fila dei garage separati da una strada in cemento, ho visto un parco bellissimo con una fontana e una vegetazione lussureggiante. In un altro caso, sempre a Lodi, la mia poltrona letto verde e blu mi apparve come un comodissimo divano semicircolare, con una vivida luce per quanto fosse notte. Un’altra cosa che mi piaceva fare, quando gironzolavo per casa fuori dal corpo, era specchiarmi in specchi astrali. Nei primi tempi, quando non avevo ancora il controllo della tecnica, e inoltre vivevo weekend solitari perché Lodi era a 40 km dal mio posto di lavoro, mi vedevo con un viso emaciato, a volte con dei cerotti sul viso, e i capelli arruffati. Col passare degli anni la mia immagine allo specchio é andata migliorando sempre di più, e mi vedevo addirittura ringiovanita, fatto che attribuisco alla saggezza maturata. Anch’io ho avuto paura di rimanere chiusa fuori dal corpo, per molti anni, fino a quando ho letto la teoria di William Buhlman, che descrive questi come viaggi “all’interno” del nostro mondo spirituale, anche se la percezione é quella di “uscire fuori”. Mi sono definitivamente tranquillizzata quando un mio viaggio é stato interrotto bruscamente da una telefonata e sono istantaneamente rientrata nel corpo. In pochissimi casi di carattere mistico per me ho momentaneamente perso la cognizione che quello non era il mio habitat naturale e che dovevo tornare al mio corpo, ma mi é bastato pensarlo per riallinearmi ad esso. Ciao, Freya. Io mi sono fatta un’idea leggermente diversa. Ovvero che esista un corpo eterico, che percepisce la realtà fisica in modo perfettamente aderente alla realtà fisica nei minimi particolari, come capita a chi ha un’esperienza di premorte ed é in grado di descrivere con la massima precisione cosa capita per esempio intorno al proprio corpo inanimato, oggetti, strumenti, discorsi ecc. Alcuni ricercatori dicono che sopravviva per circa tre giorni alla morte del corpo fisico. E poi il corpo astrale, che esiste su un piano più fluido, come lo descrivevo sopra. Io non ho mai avuto esperienze con il corpo eterico, ragion per cui non ho mai collaborato a quei test in cui bisognava in OBE leggere un cartello o dei numeri. Non escludo che altre persone possano viaggiare con il corpo eterico. Per il momento mi sono solo imbattuta in casi in cui esistesse un effettivo pericolo di vita oppure in quei casi in cui un soggetto venga abusato o torturato, e si stacchi automaticamente dal corpo fisico osservando i fatti a distanza.
  24. Ciao, Pandora. In base alle varie esperienze che ho avuto in OBE e che comportassero precognizione circa il futuro, io ho incontrato la vera Lucia, anche in considerazione dei nostri strettissimi rapporti. Tuttavia ho notato dalle mie varie esperienze che, più vicini sono nel tempo i fatti relativi a una precognizione, più aderente alla realtà dei fatti è la precognizione stessa, come se il futuro più lontano avesse maggiore fluidità. Potrebbe essere che fatti cruciali, come la persona del suo futuro marito e la salute di mio marito, e fatti scontati, come il taglio e il colore dei capelli, fossero segnati da scelte messesi già in moto in una dimensione spirituale, mentre altri, ancora non determinatisi, dipendessero dalle scelte dei due. Per rispondere alla tua domanda, non solo mi sono guardata bene dall'informare Lucia sul finale che avevo visto, ma non ho mai interferito in alcun modo nelle scelte della coppia, anche perchè non erano affar mio. Ciao, Freya, come dicevo sopra, secondo me era una proiezione nel futuro, ma si trattava di un futuro che non riguardava solo me (come per esempio la salute di mio marito cui io contribuisco attivamente) ma anche il futuro di altre persone che, come dicevo, poteva essere in parte già segnato per via di scelte fatte sul piano spirituale, e, più in là nel tempo essere più fluido, perchè dipendente da precise scelte dei due, nelle quali non ho minimamente interferito.
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