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Giulia

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Everything posted by Giulia

  1. Ciao, Eris. Il sogno lucido e un sogno in cui si è consapevoli di sognare. Ci sono poi sogni estremamente vividi (una volta sola ricordo di aver percepito un profumo in sogno ed era un sogno così vivido che mi sono subito chiesta se era premonitore). In genere io do la massima attenzione a sogni vividi come questo. Il fatto che ci sia stata una rottura non vuol dire che il vostro legame sentimentale si sia sciolto. Potreste definitivamente prendere strade diverse, oppure potreste ritrovarvi ancora assieme. Tu come ti sentiresti a questo riguardo? Anche se a te non interessa tornare assieme a questa persona, resta il fatto che, in base alle mie conoscenze, un legame sentimentale non si scioglie semplicemente per una rottura. Oltre la dimensione fisica esistono altre dimensioni, in cui potremmo intrattenere rapporti speciali con alcune persone che sono a noi affini, anche se sul piano fisico la storia é finita. Inoltre, in base alle mie esperienze, nelle dimensioni non fisiche, tramite per esempio i sogni, possiamo accedere alle diramazioni alternative a quelle sulle quali le nostre scelte di vita ci hanno cristallizzato. Ma se la situazione con il tuo ex é ancora fluida, cioè aperta a un possibile superamento del problema che vi ha diviso e a una riconciliazione perchè c'è qialcosa di profondo e forte che comunque vi lega, direi che questo sogno molto vivido potrebbe essere un invito a considerare cosa vuoi fare riguardo alla scelta di rompere con lui.
  2. Buona sera. Questo thread nasce per aiutare chi vuole sperimentare le OBE o viaggi astrali, per discutere dei blocchi più frequenti, delle tecniche migliori per distaccarsi e dell'induzione della paralisi del sonno e dei sogni lucidi, che si rivelano, in base alla mia esperienza e di quella di altri praticanti, l'ideale trampolino di lancio per le OBE. Invito praticanti e persone alle prime armi a partecipare, con la precisazione che questa non è la sede opportuna per discutere della veridicità o meno del fenomeno, e quindi qualsiasi polemica in proposito sarebbe fuori luogo.
  3. Ciao, Chiara, e benvenuta. C’é una discussione che ho avviato su questo tema: Anche se devo avvisarti che ci sono state polemiche. Comunque penso che scorrendo fra i vari post troverai diverse informazioni e riflessioni interessanti. Ho appena aperto un'altra discussione sui viaggi astrali a cui ti invito a partecipare: Io penso che il fatto che tu sia curiosa e ti interroghi e rifletti sulla realtà delle cose, sull’universo, sul significato della vita, l’anima, l’energia sia proprio quello che induce in te queste esperienze. Il fatto che nei sogni ad esse associati ti senti stanca potrebbe essere dovuto al conflitto tra la tua curiosità che innesca un’esplorazione al di là della dimensione fisica ed il tuo grande sforzo di tenerti “giù”. Inoltre la stanchezza potrebbe essere la trasposizione in sogno della paralisi. Per molti versi mi ricordi me stessa alla tua età. All’epoca, mi ha molto aiutato leggere libri sui viaggi astrali, come il primo libro di Robert Monroe, I miei viaggi fuori dal corpo (e assolutamente non gli altri due), i libri di William Buhlman sullo stesso tema ed altri. Poi seguirei gli argomenti che più ti affascinano. Il sogno con tua mamma in cucina, tu che urli (sapessi quanto tentavo di urlare durante le paralisi senza riuscirci) e il suo sguardo cattivo richiama appunto le presenze talora inquietanti che si possono presentare all'inizio di questo percorso. Nella discussione che ti ho linkato (dopo aver avuto più di un migliaio di viaggi astrali e sogni e sogni lucidi significativi) concludo così:
  4. Ciao, CinCin. Ho aperto la discussione con lo scopo primario di aiutare chi ha queste esperienze (e sono in larga parte giovani o giovanissimi), specie se accompagnate dalla percezione di presenze inquietanti, a comprenderle e possibilmente superare le percezioni inquietanti. Avrei voluto incontrare la me stessa di oggi, con il bagaglio di nozioni che ho, quando a 14 anni sono cominciate. Io la vedo grosso modo così: esiste una dimensione fisica (dove mi puoi parlare di caffè, cortisolo, iperglicemia e parasonnie) ed esiste una dimensione (molto più complessa, che in base alle mie ricerche ed esperienze abbraccia anche il fisico) che chiamo per semplicità non fisica, che possiamo esplorare per così dire da disincarnati mentre il corpo dorme, sebbene il cervello farà sempre da filtro dell'esperienza fintantoché siamo in vita. Il mio parere, basato sulle mie esperienze, è che la paralisi del sonno (come anche i sogni e i sogni lucidi) costituisce lo spartiacque fra le due dimensioni, che sono solo apparentemente separate. Di qui le presenze talora inquietanti, che a parer mio costituiscono i guardiani della dimensione disincarnata, che, sempre a parer mio, si alimentano dei nostri pregiudizi, della cultura secondo la quale ci siamo formati, ecc. ecc. Nel caso specifico di Don Bosco, che è stato qui richiamato, ritengo che possa averne fatto esperienza, ma che, essendo lui Santo, vi abbia proprio incontrato il maligno che con la sua Santa Vita combatteva, Santa Vita in cui i sogni si sono rivelati molto importanti e premonitori. Ti ho citato la tecnica della sveglia solo per spiegarti come alcuni praticanti di viaggi astrali inducono gli stessi, non per uscire dal tema che stiamo trattando, ma per meglio spiegarlo. Non sto consigliando a nessuno di indurre il fenomeno. Anzi, da 25 anni che offro supporto alle persone a lutto in particolare, sconsiglio anche le OBE. Avrei voluto conoscere don Bosco in quei due anni, e parlarci assieme, perché lo ammiro molto. Spero che lui guardi con comprensione il mio sforzo di tutelare chi ha episodi involontari, perché della sua Santità non ho dubbi, e a questa attribuisco le prove che ha dovuto affrontare, che non si limitano certo solo a questo tema.
  5. A dire il vero l’unico parente che ne ha fatto esperienza ha un eccezionale interesse per fatti soprannaturali. La mamma di questo cugino ha invece sempre avuto sogni sui defunti e recentemente una esperienza molto particolare, anch’essa OT. Da parte mia, ho, il vantaggio di avere una famiglia multiculturale che non mi ha indottrinato e mi ha sempre lasciato pensare con la mia testa. Avendo un’eccezionale interesse per il soprannaturale, presumo che quei 15 anni fossero di preparazione. Avevo anche altri fenomeni particolari, che qui non c’entrano, fin dai 9 anni. Il terrore in quegli anni derivava dall’essere sveglia con la mente e sentirmi come annegare in un corpo paralizzato. Io mio unico scopo era svegliare il corpo, con una tecnica inventata da me. I guardiani li ho trovati quando ho cominciato a tentare di uscire dal corpo.
  6. Ciao CinCin. Caffè a parte, a me capitava sempre quando il corpo era più stanco della mente e si produceva uno stato di mente sveglia in corpo addormentato. Ti ho fatto degli esempi. Poi capita che una persona sia più sensibile e portata di altri, ma il succo è che ho un enorme interesse per la materia e, quando l'ho approfondita con le giuste letture, sono andata avanti anche senza il caffè. C'è anche la tecnica del sonno interrotto che tanti usano. Puntano la sveglia nel cuore della notte (quando sono nel sonno profondo) si alzano, lavano il viso con acqua fredda, leggono un po' e poi tornano a letto. Questo facilita l'induzione del medesimo stato: mente sveglia in corpo che dorme.
  7. Ciao, CinCin ❤️ In realtà, più che ai livelli di stress, attribuisco quei primi 15 anni di paralisi vissute senza neanche sapere cosa fosse l’atonia muscolare del sonno REM, ai livelli di caffeina. Se bevevo il caffè di pomeriggio/sera, per poter studiare senza addormentarmi sui libri, o se per lo sfinimento facevo un sonnellino pomeridiano (a casa nostra si prendeva il caffè dopo pranzo) si creava uno stato per il quale il corpo era esausto ma la mente ancora fresca. Risultato: mente sveglia in corpo addormentato e dunque constatazione in stato di mente sveglia della paralisi di quasi tutti i muscoli. Quando nei tardi anni ottanta ho cominciato a leggere di tutto e di piú sui viaggi astrali, ho capito che quel meccanismo di mente sveglia in un corpo addormentato poteva portare alla libertà di abbandonare il veicolo fisico per viaggiare nel mondo non fisico, fatto che la prima volta é successa a tarda sera quando avevo 29 anni. É stato quando ho capito il meccanismo e deciso di indurre volontariamente quello stato che ho incontrato parti di me che cercavano di boicottarmi, cercando finanche di strangolare il mio corpo astrale. Allora battevo in ritirata, ma l’entusiasmo per quell’avventura era più forte dei boicottaggi, e ho continuato per quella strada. Le uniche persone che mi riferivano di episodi di paralisi in quegli anni in cui internet non esisteva ancora erano studenti ed atleti, persone che come me venivano più facilmente a trovarsi con mente sveglia in un corpo sfinito dalla stanchezza.
  8. Solo una breve aggiunta a quanto ha scritto Pandora. Il momento della paralisi del sonno di cui stiamo parlando in questo thread, è un momento particolarmente delicato per chi sta imparando "come si fa" un viaggio astrale, proprio perchè è il momento in cui possibili prevenzioni e paure si possono manifestare in modo più tangibile e aggressivo, motivo per cui ho aperto la discussione. In quei due anni (2010/2011) in cui scrivevo su questo forum prima di ammalarmi, ho sempre usato il mio spazio su CN in questa sezione del forum per aiutare (oltre a persone a lutto e persone fragili con i loro sogni) le persone che volevano imparare a fare i viaggi astrali, invariabilmente molto giovani e spesso minorenni. Una volta un utente ha insistito moltissimo per parlarmi via Skype per imparare a fare i viaggi astrali e, quando ho ceduto per lo sfinimento, mi sono accorta con costernazione che si trattava di un bambino di 12 anni. Se questo avveniva 10 anni fa, chissà che audience abbiamo oggi. Di qui il mio accresciuto senso di responsabilità nel trattare questo tema specifico.
  9. @tornado ti rispondo per l’ultima volta, perché mi hai chiamato in causa. Nei viaggi astrali non puoi parlare di chilometri di distanza, perché oltre il guscio fisico lo spazio tridimensionale e il tempo lineare non sono quelli fisici. Comunque, nelle mie prime esperienze astrali, quelle che induco volontariamente e con la massima facilità ogni qualvolta sperimento la paralisi e le vibrazioni, ho sentito il mio corpo respirare, ed era il respiro tipico del sonno. Inoltre potevo infilare la mano e il braccio attraverso il cuscino o il materasso. Inoltre, come @Freya, mi é capitato di sentirmi senza forma, come un palloncino che gravitava verso il soffitto, quando ero ancora focalizzata sulla versione astrale di casa mia. Quando ho visto una figura angelica emanante amore incondizionato in una esperienza molto ricca intorno al 2006, mi é apparsa come un globo di luce. É chiaro che se mi sposto in dimensioni più spirituali, non mi importa di sentire il respiro del mio corpo, perché ho altre priorità, tipo incontrare persone defunte. Peró quasi sempre avverto una sorta di elastico psicologico che mi ricorda che la dimensione dei disincarnati non é la mia e devo prima o poi tornare indietro. Concordo con @Freya che distaccarsi dal corpo, non significa "uscire dalle proprie gabbie mentali" e ritengo che la sindrome della Vecchia Strega e simili esperienze inquietanti siano per i neofiti prodotti appunto da questa gabbia. Inoltre credo che la tua gabbia, @tornado, sia insormontabile, così come credo che tu non abbia avuta alcuna delle esperienze di cui stiamo parlando. Per uscire dalle gabbie mentali occorre l’esperienza diretta e una conseguente elaborazione ed evoluzione spirituale. @tornado ha scritto “Se tu, Freyia e Giulia aveste veramente una vita astrale, non stareste neppure qui a discuterne.” @tornado se tu ti limitassi a dire quello che credi o non credi, saresti ancora giustificabile. Ma parlare di truffe astrali ed esprimere totale ignoranza circa l’importanza della condivisione, mi fa sorgere la domanda: ma cosa ci fai qui? @Freya mi interessa moltissimo il tuo ultimo post. Lo leggo con calma stasera.
  10. Ciao, Pandora. Scusa il ritardo con cui rispondo. Anch'io avevo la paura di restare "chiusa fuori" all'inizio, e per un certo numero di anni. Quando facevo i primi esperimenti di uscita volontaria i cellulari non esistevano, ma mi assicuravo sempre di aver staccato telefono e citofono. Inoltre avvertivo una sorta di elastico psicologico che mi legava al corpo fisico e mi ricordava che quella esperienza era temporanea. Solo in eventi particolarmente importanti o mistici (incontro con la figlia 14enne di un collega, con un amico di famiglia morto prematuramente e con mio padre, per esempio) non sentivo più l'elastico psicologico, ma permaneva la consapevolezza di dover rientrare. Mi sono tolta questa paura quando una volta il telefono è squillato proprio nel corso di una esperienza di OBE: a quel punto, mi sono istantaneamente riallineata con il corpo fisico ormai del tutto sveglio. Riguardo alle presenze disturbanti, abbiamo approfondito molto nel 3D sulla sindrome della Vecchia Strega. Per me si tratta di ostacoli posti dalla nostra cultura per boicottarci, ostacoli che personalmente ho superato fra il 1990 e il 1994, in un periodo in cui Internet era agli inizi, non c'erano certo i Forum per parlarne, e quindi ho dovuto fare ricorso a tutti i libri che trovavo sull'argomento.
  11. @tornado non ho idea di come tu possa permetterti di fare un calderone di tutte queste cose, attribuendo anche alla sottoscritta il concetto di truffa a sfondo economico. Questa non è solo un’offesa personale: tu hai inquinato con i tuoi post una discussione seria, che poteva essere utile anche ai neofiti. Nota bene: i viaggi astrali si possono controllare, chi lo fa da decenni può aiutare i neofiti a superare eventuali ostacoli che si incontrano proprio durante la paralisi del sonno, durante i viaggi astrali si possono incontrare i morti, Gesú, angeli e guide e i propri cari viventi. Non é permesso “spiare” perche non é etico, non é permesso fare del male perché non é etico. Almeno nel mio caso durante la paralisi la mia mente é SVEGLIA e questa lucidità me la porto con me nel viaggio astrale. Secondo me tu non hai la più pallida idea di quello che dici. Non so quale sia il tuo problema.
  12. Parlavo della tua descrizione della paralisi e vibrazioni come fatto ultra-piacevole, quasi al di là di umana sopportazione. É proprio questo che mi preoccupa: che qualcuno che vive le sue prime esperienze si trovi a leggere che durante la paralisi del sonno la mente é congelata e altre dichiarazioni del genere. Secondo me queste dichiarazioni non vengono dall’esperienza e sono pericolose.
  13. Mi rendo conto che si tratta di un territorio difficile da sviscerare. Per questo ho cercato di condividere il più possibile su quello che ho capito, il modo in cui l'ho capito e il perché trovo preziose le esperienze personali. In particolare, trovo inevitabile accostare alle esperienze in paralisi, quelle in meditazione, in stato di dormiveglia, in stato di sogno e in OBE. Sono giunta alla conclusione che la paralisi del sonno è per molti un punto di passaggio che può essere anche insidioso, e che soffermarsi sugli ostacoli che in questa fase si incontrano (presenze sinistre e mostri vari) sia un auto-boicottaggio per coloro che cercano esperienze spiritualmente appaganti sul piano non-fisico. Naturalmente ci sono delle eccezioni, come nel caso di @Freya, per esempio. I miei guardiani li ho incontrati solo quando ho tentato le prime OBE, quando ero mezza dentro e mezza fuori, e li ho combattuti e sconfitti. Li attribuisco ad una cultura che cerca di vietare a tutti i costi l'esplorazione del non-fisico. Per @malia, non credo che l'atonia muscolare giustifichi per esempio la percezione di familiari inopportuni che girano per la stanza. Le mie percezioni, dopo aver sconfitto i guardiani sono tutte benevole, aggiungo mistiche. Per @tornado la mia mente è pienamente sveglia durante la paralisi del sonno, non congelata. Per @Karver hai ragione. Trovo sia importantissimo essere in pace con se stessi. Questo fa parte dell'autodisciplina di cui parlavo. Per @Pandora concordo che sia utile avere riscontri nel reale. Per questo ho cercato di in tutti i modi di trovare una spiegazione per lo spostamento delle coperte (spostamento effettivo e non semplicemente percepito). In questo ho offerto delle teorie, perché non so come possa accadere. L'unica volta in cui (alle prime armi) mi sono trasportata in OBE presso l'edicola di una persona con cui avevo avuto un diverbio, ho cercato di buttare per aria tutte le riviste, ma senza successo. Una volta, nel 1994/95, quando lavoravo come segretaria per un'azienda che non aveva alcun guardiano notturno, e dove era tassativamente obbligatorio lasciare le finestre chiuse la sera, se no, al minimo alito di vento, sarebbe partito un allarme che avvertiva le forze dell'ordine di una possibile intrusione, ho dimenticato di controllare le finestre. Al ritorno a casa (40 km di distanza) me ne sono resa conto ma non potevo più farci niente, perché tutti i responsabili vivevano lontano dagli uffici. Ero terrorizzata dalle possibili conseguenze. Quella notte, entrata nel mio stato di paralisi, ho come proiettato i miei sensi a 40 km di distanza, e mi sono ritrovata in ufficio, intorno alle ore 18:00 di quel giorno. Ho visto le signore delle pulizie che lavoravano e le ho viste chiudere le finestre (che poi ho trovato regolarmente chiuse la mattina dopo). Questo è un esempio di riscontro. Nel 2011, in coppia con un altro viaggiatore, ci siamo incontrati in astrale. Il riscontro doveva anche venire da una parola chiave segreta che ci saremmo dovuti scambiare. E' stato un grande successo e un altro tipo di riscontro. Attribuisco il successo al fatto che con l'altro viaggiatore c'era un dialogo sereno sull'argomento.
  14. Grazie, Malia. É importante sapere cosa ciascuno pensa quando si dialoga e ti ringrazio per il tuo tempo. Quando ho detto quella frase non mi riferivo al forum, ma al DSM - manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Il mio pensiero é che noi in uno stato ordinario di coscienza abbiamo una visione ristretta della realtà e che il cervello opera come una valvola a riduzione, un imbuto che ci permette di mettere a fuoco la realtà terrena in sicurezza. Riguardo ai sensi, ti ringrazio per l’elenco che mi hai fatto. Io conosco altri nomi per i sensi che si attivano quando la valvola riduzione che é il cervello si allarga, come: 1) la chiaroveggenza (o capacità di vedere), 2) la chiarudienza (o capacità di udire suoni e parole), 3) la clarosensazione o chiarosenzienza (ovvero la capacità di percepire tramite le sensazioni) e 4) la clarocognizione o chiaroconoscenza (e cioè la capacità di sapere delle cose, di pensare con chiarezza). Inoltre quando comunico con altri e il mio corpo dorme, esiste una sorta di telepatia, e quando percepisco la realtà la distinzione fra i vari sensi non c’è più perché al suo posto si presenta una sorta di conoscenza globale, dove é davvero difficile distinguere fra ciò che vedo e ciò che so. Per quanto riguarda le aspettative, penso che siano la chiave di tutto, per cui ho dovuto imparare a disciplinarle il più possibile, consapevole del fatto che ciò che mi accade dipende da me e da come mi approccio alla realtà. Ho dovuto imparare che lasciare che la mia mente vaghi in preda alla paura dell’ignoto significa cedere il mio potere personale a qualsiasi cosa le paure le alimenta. Quindi, non appena mi sento a disagio per qualcosa, ne prendo atto e cambio punto di riferimento per potermi sentire bene. Dopo qualche anno di addestramento questo sistema per me funziona abbastanza bene. Molto interessante. Credo che @occhibianchi avrá piacere di leggerlo. In quindici anni in cui ho “subito” le paralisi senza sapere a cosa potevano portare, ho avuto un unico scopo: svegliare il corpo, poiché mi ci sentivo annegare dentro e mi sembrava di trovarmi in un frullatore. La mia mente era pienamente sveglia. Forse questo mi é stato utile.
  15. Ciao, @tornado. Non capisco perché fai questo discorso a Pandora. Tutta questa storia del lavoro molto intenso e perseverante che l'individuo comune non avrebbe il coraggio di fare è a parer mia un'italianata superstiziosa e alimentata da una certa qual religiosità deviante che presenta la morte come un confine oltre il quale conviene non avventurarsi. Il discorso che poi fai sulla famiglia allargata è del tutto terreno. Non puoi usare semplici conoscenze terrene per descrivere la vita da disincarnati nel Mondo dello Spirito. Inoltre, a parer mio il Mondo dello Spirito comprende anche noi, la terra, la materia. Basta aprirsi a questa idea. Luca 17, 20-21 "Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».
  16. Ciao, Pandora. Ho amici psicologi che non credono alla continuità della vita dopo la morte. Sono ottimi psicologi ma non so come possano gestire il tuo quesito a 360 gradi se escludono a priori i contatti dall’Aldilá. Per quanto ne so, dopo la morte di una persona cara c’è spesso una fase di negazione: una parte di noi li vorrebbe sapere ancora vivi, magari in un posto geograficamente lontano. Si tende a sognarli senza la consapevolezza del loro trapasso. Sapere nel sogno che la persona é morta é un passo avanti nell’elaborazione del lutto. Mi sembra di capire che tu sai con il cuore che lei é con te, ma sei consapevole della sua assenza materiale. Mi incuriosisce la frase “resteremo sole” (tu e lei) su cui ti sei poi corretta. Cosa pensavi? Cosa potresti aver inteso? L’unica cosa che posso aggiungere in base alle mie esperienze simili con marito vivente ma geograficamente lontano per lavoro é che magari essere morti é un po’ la stessa cosa: si é lontani in un altro modo ma si è sempre vicini lo stesso.
  17. Ciao, Pandora. A me non è successo con persone defunte (che pure incontro in sogni, sogni lucidi e OBE) ma spesso con mio marito vivente, quando era lontano per lavoro. Quando mi stavo appisolando oppure ero semplicemente annoiata dalla traduzione che stavo eseguendo con il pilota automatico, lo vedevo sistematicamente aggirarsi per la casa facendo piccoli lavoretti, come era solito fare. Quello che noto in questo ultimo sogno, però (correggimi se sbaglio) é una lucidità da parte tua che tua mamma era morta e un suo tentativo di interagire con te a questo riguardo, non limitandosi semplicemente ad essere CON te. Non mi occupo di psicologia, ma so che ci sono psicologici che non credono alla continuità della vita dopo la morte. Mi limito a fare delle considerazioni in base alle mie esperienze.
  18. Non so che medicinali prendi e quindi non posso commentare. Quello che volevo capire peró era se al mattino eri condizionato dalla fretta oppure no. Sembra di no, da quello che dici. Forse in un fine settimana o in un giorno in cui non devi studiare/lavorare potresti usare quel tempo in più in cui la fretta non ti blocca.
  19. Ciao, Kerver. Sí, quello che chiamo Ego é sempre pronto a boicottare. Hai provato mai a far caso a come ti senti a prima mattina dopo una nottata di sonno? C’è sempre questo senso di fretta?
  20. Ciao, Malia. Io mi riferivo ai 5 sensi. Tu a quali ti riferisci? É vero, non c’è scollegamento totale dalla realtà fisica quando si dorme, prova ne sia che la più sofferta OBE che ho avuto é stata quando sono stata all’ospedale a controllare mio marito che veniva operato d’urgenza a centinaia di km di distanza pur essendo sola in casa con nostro figlio di 2 anni. Sicuramente non ero scollegata da nostro figlio. Inoltre, pur facendo sempre attenzione a non tenere telefoni collegati, una volta il telefono é squillato durante un’OBE e mi sono istantaneamente riallineata col corpo fisico. Per quanto riguarda i sopravvissuti ad esperienze di NDE, non ho escluso che ci fosse attività cerebrale non rilevabile (sono impaziente che anche la scienza ci arrivi) ma non accetto la conclusione secondo cui si tratti degli ultimi sprazzi di vita del cervello morente e che la coscienza sia un prodotto del cervello, che dopo la morte del cervello non c’è più. La parola “coscienza” sarà sicuramente un termine arbitrario, perché noi non sappiamo tutto, e non abbiamo creato abbastanza parole per descrivere tutto. Potrebbe significare “ció che percepiamo”. Quando parlo dell’uso che la scienza fa della parola “allucinazione” ho fatto una distinzione fra materialisti puri e ricercatori più aperti che collocano per esempio il rapimento estatico che la Chiesa attribuisce al Soprannaturale fra le forme di allucinazione. Quando ho pubblicato il grafico ho indicato delle informazioni e basta una ricerca su internet per capire di cosa si tratta. Ma il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) colloca le nostre Apparizioni Mariane fra le “Sindromi culturalmente caratterizzate”: quindi un manuale di riferimento internazionale sui “disturbi mentali”considera le trance estatiche prodotte dalle nostre Apparizioni Mariane e simili delle “sindromi” condivise da una determinata cultura. Non possiamo su un forum che tratta del paranormale considerare tutto ciò che viene percepito al di lá del piano fisico un “disturbo mentale”. Che senso ha? Per scollegamento dai sensi (5 sensi) intendo per esempio avere gli occhi chiusi in fase di addormentamento e percepire immagini vivide e spiritualmente significative per me, dense di significato che va al di lá della semplice vista. É vero: oltre a considerarci tutti collegati, la teoria di Gregg Braden considera queso campo di energia intelligente uno specchio delle nostre aspettative personali, dunque solo relativamente condivisibile con altre persone. Ma ci sono teorie come La Legge di Attrazione, che ho studiato a fondo, e il nocciolo di tutte le principali religioni, che dicono la stessa cosa. Tutto quello che ti succede dipende da te (che sia l’io terreno o l’io completo) e gli altri (mostri inclusi) non te lo possono imporre se non é in linea con le tue aspettative. Infine, cosa intendi per “fenomeni al limite” esattamente?
  21. N.B.: Ci ho messo tre o quattro giorni a trovare il browser che mi permettesse di postare. Per me, su consiglio di un altro utente, ha funzionato Firefox da PC con sistema operativo Windows 10. Tuttavia ho dovuto rimuovere tutti i link e le formattazioni del testo. Cito @malia: “Mi sembra più che altro che alcuni ritengano i processi fisiologici come cose diverse da se stessi, quando invece ogni singolo fotogramma che arriva nella mente, percepito o non percepito, è roba anche nostra. Non esiste, ma proprio non esiste una percezione di qualcosa che non è anche roba nostra.” Concordo. Ecco che mi dai l’opportunità di arrivare finalmente a citare gli studi e le intuizioni di Gregg Braden. Chiedo scusa in anticipo per il lungo preambolo. Ricordo chiaramente che c’è stata una fase nella mia vita, che va dalla nascita fin verso i cinque/sei anni, in cui ero costantemente felice senza mai avere l’impressione che mi mancasse qualcosa. La mia vita era ricolma di beatitudine e magia ed ero convinta che tutto fosse possibile. Poi, quasi dall’oggi al domani, l’incantesimo si ruppe. Ritengo che ciò sia da ascrivere al fatto che, crescendo e frequentando la scuola, la società cominciò ad interferire con le mie innate conoscenze, insegnandomi che ero un individuo separato e scollegato dal resto del mondo. Tuttavia, la mia grande curiosità circa i grandi misteri della vita ebbe il sopravvento, e cominciai a leggere ogni sorta di libri a disposizione all’epoca che illustravano in particolare teorie scientifiche sull’universo e la storia dell’umanità, ivi inclusa l’archeologia biblica. Trovai strano che la ricerca scientifica si basasse tanto sulla premessa che tutto è separato. Così cominciai ad interessarmi ai film di fantascienza, soprattutto se questi si basavano su forti legami affettivi fra le persone. Fu in questo modo che scoccò in me di nuovo la speranza che tutto fosse possibile, di poter per esempio viaggiare nel tempo, per esempio nel passato, per fare una scelta diversa che evitasse un esito nefasto e portasse per esempio a salvare delle vite (per esempio Déjà Vu e La casa sul lago del tempo. Al momento sto guardando Manifest su Netflix). Intorno ai 9 anni cominciai a sperimentare dei forti déjà vu, che duravano in genere meno di un minuto, ma che mi proiettavano in uno stato modificato di coscienza molesto sul piano fisico (sentivo come un pugno allo stomaco, un colpo sul naso e un perdurante mal di testa dopo ogni episodio) ma piacevole sul piano mentale, in cui tutto (immagini, suoni, odori, sapori) mi sembrava chiaramente già vissuto. Questi episodi si intensificarono negli anni immediatamente precedenti all’incontro con mio marito e si interruppero definitivamente quando nacque nostro figlio. Intorno al 2014 mi imbattei nelle teorie di Gregg Braden (28 giugno 1954 -), uno scienziato americano che ha collaborato anche con la NASA. Designer esperto di sistemi informatici (Martin Marietta Aerospace), geologo informatico (Phillips Petroleum) e supervisore operativo tecnico (Cisco Systems), Braden è oggi considerato un’autorità nel collegare le conoscenze del passato con la scienza, la medicina e la pace del nostro futuro. Tra il 1979 e il 1990 Braden ha operato come problem solver durante un’epoca di crisi per le 500 società della Fortune. Oggi continua ad esercitare il problem-solving nell’opera tesa a colmare il divario fra la scienza moderna e la saggezza del nostro passato per giungere a soluzioni concrete alle problematiche che attanagliano le nostre vite. I suoi viaggi nei remoti villaggi montani, monasteri e templi del passato, uniti al suo background nelle scienze meccaniche, lo qualificano in modo particolare nel saper portare alla ribalta i benefici delle tradizioni del passato nella nostra vita di oggi. Bradden è autore di almeno 12 opere (tra cui 5 best seller) internazionali pubblicate in più di 40 lingue ed è rinomato come uno dei pionieri nel tracciare un ponte tra scienza e spiritualità. Ciò che ha portato Gregg Braden ad esprimere determinate teorie è stato, oltre agli studi effettuati da ragazzo e da adulto, l’aver vissuto ben due esperienze di NDE quando era ancora un bambino. Naturalmente Wikipedia lo colloca nel calderone non meglio definito dei pensatori New-Age, sul quale non mi esprimo. Bradden spiegava in parole semplici ed accessibili per la mia cultura non tecnica quello che cercavo di capire per identificare il ponte che potrebbe esistere fra scienza e spiritualità. Bradden spiega come per migliaia di anni tradizioni antiche, indigene e fortemente improntate alla spiritualità si basassero sul semplice presupposto che tutto è collegato, laddove la scienza, e successivamente la fisica quantistica abbiano fatto immani sforzi negli ultimi 300 anni per arrivare alle stesse conclusioni, partendo però dal presupposto che tutto è separato. Le recenti conclusioni di alcuni esperimenti scientifici sembrano avvicinarsi a dimostrare l’effettiva esistenza di campo energetico intelligente (che alcuni definiscono campo quantico, la matrix o Dio). Nelle parole di Bradden: «1) Il campo contiene tutte le cose: dalla prospettiva in cui la scienza lo vede ora, ogni cosa esiste in questo campo, l’universo esiste in questo campo, e nulla esiste al di fuori di questo campo. Quindi, tutte le cose che succedono, succedono in questo campo. 2) Il campo costituisce un ponte fra noi e il mondo che ci circonda, tra il nostro mondo interiore e quello esteriore. Ciò è importante perché, per esempio, quando offriamo energia di guarigione o una preghiera a una persona che si trova anche al lato opposto della terra, siamo in grado di influenzare le cose grazie a questo campo. 3) L’energia di questo campo costituisce uno specchio che riflette nel mondo che ci circonda ciò che riteniamo essere vero nel nostro mondo: tutti abbiamo convinzioni e aspettative circa ciò che è vero e possibile nel mondo: talora a livello conscio altre volte no; ma, indipendentemente da questo, il mondo conferma sempre quelle che sono le nostre reali convinzioni. La fisica quantistica sta ora studiando come e perché: - 1) Siamo tutti collegati; - 2) Non ci limitiamo semplicemente ad osservare la realtà, ma contribuiamo fattivamente a crearla tramite le nostre emozioni; - 3) Possiamo trovarci in più luoghi contemporaneamente e viaggiamo attivamente fra le varie dimensioni.» Queste idee mi hanno aiutato a colmare il divario tra le mie conoscenze innate ed il mio fermo desiderio di ottenere prove di prima mano circa la possibilità di fare cose apparentemente impossibili, quale ad esempio visitare l’Aldilà, viaggiare nel tempo, avere esperienze spiritualmente trasformative (STE) che mi hanno portato a nuove conferme circa il potere dell’aspettativa positiva. Mi rendo ora conto che il mio bisogno di leggere libri che parlassero di questi argomenti e poi cercare prove di prima mano possa essere stato un promemoria (déjà vu compresi) posto in essere da quello che chiamo Io Superiore o Io Completo a beneficio del mio Io Terreno, al di là dello spazio e del tempo, in modo da non deragliare dal mio percorso terreno teso a riscoprire ciò che nella mia prima infanzia era un dato di fatto. Di qui la mia convinzione (confermata dalle evidenze che ho ricevuto in tanti anni) che la morte costituisce il risveglio da un’illusione momentanea di essere persone separate in balia degli eventi. Per venire alla sindrome della Vecchia Strega, se davvero nella realtà fisica noi NON siamo solo semplici osservatori di ciò che percepiamo, ma contribuiamo con le nostre emozioni a creare ciò che percepiamo, mi viene da dire che, a maggior ragione nella più fluida dimensione astrale, questi meccanismi sono più evidenti e immediati. Se tutto è collegato e noi non siamo esseri separati in balia degli eventi come appena ipotizzato, la conclusione potrebbe essere che, se incontriamo sul nostro cammino situazioni o entità moleste, abbiamo la possibilità di riflettere su quali nostre convinzioni e aspettative (consce o inconsce) tali molestie ed ostacoli si fondano. Ho constatato nella vita che le aspettative che la società mi aveva inculcato erano sì molto forti e condivise, ma non insormontabili. È stato così che, quando un Cristo a grandezza d’uomo morto e inchiodato alla croce è emerso dal pavimento della mia camera da letto, mentre cercavo disperatamente di incontrare la figlia 14enne morta di un mio collega per portargli notizie di lei, mi sono sì spaventata, ma dopo tre ore sono riuscita nell’intento: trovo che la Chiesa Cattolica sbagli a usare come simbolo di Dio e del Regno di Dio in Terra (vedi campo energetico intelligente di Gregg Braden) un uomo morto, perché pone la morte del corpo fisico come un ostacolo, come la barriera ultima contemplabile che si fissa in modo radicato nelle menti di tanti fedeli. Da questo punto di vista la Chiesa Anglicana, con tutte le sue pecche è diversa: presenta nelle chiese la croce vuota, segno di vita dopo la morte. La mia ultima osservazione sul campo energetico intelligente contenitore di ogni cosa è che vedo un collegamento fra questo campo che permeerebbe tutto e il fluido universale degli spiritisti dell’ottocento, in grado di permettere al non fisico di attingere energia per muovere oggetti fisici.
  22. Grazie, @cincin, per aver condiviso il tuo parere. Questo è un vecchio post, prelevato dal vecchio forum, di un altro utente con cui mi sono trovata molto in sintonia sul discorso dei viaggi astrali (entrambi ne abbiamo avuti più di un migliaio). solo che lui era più interessato a cercare verifiche sul piano fisico, mentre io mi interessavo di più all'Aldilà. Inevitabilmente le nostre esperienze si sono incrociate, perchè lui ha avuto alcune esperienze coninvoltenti defunti e io alcune esperienze coinvolgenti il piano fisico. Mi rammarico ancora della perdita del tuo studio sui viaggi astrali che linkavi sul veccio forum, ma che a febbraio non era più accessibile.
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