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SauroClaudio

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  1. Attraverso i risultati di lunghi ed esaurienti contatti medianici con una entità disincarnata, il libro spiega i perché dell’esistenza, della vita e della morte, della sopravvivenza dello spirito e della reincarnazione. L’Autore, che dal 1963 al 1989 ha diretto il CENTRO ITALIANO DI PARAPSICOLOGIA, porta a conoscenza del grande pubblico il risultato di oltre 20 anni di studi nell’ambito della “parapsicologia di frontiera”. L’opera, RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X , giunta oggi alla sua sedicesima edizione, contiene il distillato di una conoscenza integrale dello spirito, venuta da una “voce” (quella dell’Entità A, che si manifesta attraverso Corrado Piancastelli) la cui potenza dialettica getta un solido ponte tra la dimensione umana e quella che ci attende dopo la morte. La seduta medianica, con le sue “trance” a incorporazione, ritrova in tal modo una sua validità documentaria e una sua funzione di insostituibile tramite tra noi “viventi” e un mondo che sta al di là della frontiera-morte. Le vere leggi che guidano la nostra struttura spirituale, al di qua e al di là della morte, le autentiche motivazioni della nostra vita in terra, ci vengono esposte e spiegate da questo eccezionale contatto medianico che distrugge il falso moralismo e la falsa spiritualità. La collaborazione tra esseri umani ed entità disincarnate ci presenta, in maniera chiara e illuminante, una visione completa, vera e confortante della vita e del “dopo”: la soluzione del problema della vita e della morte. Il libro RAPPORTO DALLA DIMENSIONE X certamente convincerà molti dubbiosi e farà nascere il dubbio in molti scettici. Il QR code al quale si accede dal libro contiene stralci di comunicazioni dell’Entità A e di altre Entità, registrate durante la trance del medium Corrado Piancastelli. Due analisi scientifiche hanno evidenziato una totale diversità tra le voci medianiche e quella di Piancastelli.
  2. Andate su YouTube e digitate Entità à, e poi fate un confronto con le religioni umane, tutte le religioni, siamo lontani un miliardo di anni luce. Comunque l'importante è non credere ora, qui lo spiega benissimo e spiega soprattutto il processo evolutivo. Come dice K.Gibran: "quello che dico non pretendo che lo comprendiate, ogni cosa si dimostra informe al principio ma non alla fine, e vorrei che mi ricordaste come un principio"
  3. Sia chiaro, quì non c'è nessun PECCATO ORIGINALE. SULLA MORTE ED IL MORIRE DELL’ENTITA’ A La nostra impostazione del problema " vita-morte" è una impostazione che esclude la morte. Cioè, in realtà, per noi la morte veramente non esiste. E non esiste inquantochè, nello stesso corpo umano, ciò che veramente vive è sempre l'anima. Il corpo soggiace a certe leggi biologiche e la vera vita è della mente, dell'intelligenza. L'uomo è tale in virtù di questi attributi. Il corpo non potrebbe avere null'altro che una certa meccanicità, una certa funzionalità ma, in voi, quello che veramente vi contraddistingue è la presenza dello spirito. Certo, non è che lo spirito vi contraddistingua nella banalità dei vari momenti della giornata. Esso non è certo nelle mille operazioni che un uomo svolge durante la giornata... Lo spirito e' nelle vostre maggiori attività di pensiero, nell'assunzione di certe esperienze, di certe particolari attività che riguardano tutto l'essere. Quando operate una scelta tra il bene e il male, quando scegliete la direzione della vostra esistenza in un settore o l'altro del bene, dell'etica, della morale. allora vi è lo spirito!... Sotto questo profilo, dunque, quando muore il corpo non muore niente! E' un'immagine, è una figura che muore. Si dissolve, si trasforma. Anche sotto il profilo strettamente biologico la morte non esiste, non è che un fenomeno di " reversibilità". La materia ritorna alla materia, alla grande Natura, e il corpo si disintegra e ritorna ad essere quello che era prima di nascere. Non era altro che una serie di realtà, di consistenze bio-elettriche le quali raggrumate, per così dire, consolidate entro una cellula hanno dato vita al corpo e non avviene altro, alla morte, che l'operazione inversa. Tutto si rescinde. la cellula torna in libertà e la materia, che è passata attraverso una sua particolare trasformazione, che era diventata un "corpo", torna energia come lo era prima, un'energia che torna all'energia. Da questo punto di vista la notazione o l'ammonimento biblico. "Sei polvere e alla polvere tornerai!" è fondamentalmente esatto, nel senso, appunto, di quella che è la realtà della materia. Ma quando ciò avviene, contemporaneamente si ha un altro fenomeno. La vostra personalità, la parte vera autentica di voi stessi, può seguire lo stesso fenomeno della morte? A questo punto si prospettano le due tesi antitetiche: quella spiritualista e quella materialista. Secondo la tesi materialista, la cosiddetta anima - questa essenza - si distruggerebbe col corpo. Ma, in realtà, questa essenza che viene riconosciuta anche dal materialismo, era veramente legata in maniera indissolubile al corpo? Veramente il corpo esprimeva lo spirito, o lo spirito era un secondo elemento posto accanto al corpo? La tesi materialista non tien conto del fatto dell'interdipendenza fra corpo o soma e realtà intelligente dell'uomo, e non tien conto del fatto che la personalità spirituale si svolge durante la vita dell'uomo in maniera opposta a quella del corpo, tanto è vero che sorgono conflitti continui fra istinti corporali, istinti biologici, e istinti, per così dire " mentali". In altri termini, fra mente e corpo vi è, durante la vita, una lotta continua. E' una lotta continua che non dipende soltanto dall'adeguarsi all'etica o alle leggi sociali, quanto, effettivamente, da una consistenza personale e da un valore personale, che è diverso dal valore dell'istinto della materia. Insomma, se voi doveste seguire esclusivamente l'istinto della materia dovreste svolgervi al livello delle bestie, e dovreste poter sopravvivere e conservarvi solo in conseguenza di una lotta biologica. La lotta biologica non esiste fra gli uomini. Esiste una lotta mentale, una lotta per l'affermazione di principi, una lotta di natura sociale o di natura economica; non esiste una lotta biologica, salvo che in casi delinquenziali, ben delimitati. E l'uomo si accorge di questa lotta continua, che e', da una parte, la lotta o l'istinto della materia che si muove entro e fuori certi orizzonti, certe direzioni, e dall'altra quella che e' invece della personalità profonda vera dell'individuo, che si svolge lungo certi binari di un'etica non più di natura sociale, ma di natura sostanziale, tutta "dentro". Voi, per questa etica personale, per questo istinto, per questo inconscio spirituale, sacrificate spesso il vostro corpo, e lo sacrificate quando lo soffocate, quando controllate i vostri istinti, quando vorreste far certe cose e non le fate perché la vostra natura spirituale si rifiuta, si ribella, perché se voi faceste certe cose, non ne avreste pace e il rimorso vi distruggerebbe continuamente. E perché tutto questo? Perché secondo la tesi del materialismo tutto questo non dovrebbe esserci, se lo spirito risultasse essere semplicemente una estrinsecazione biologica, cioè un prodotto della natura. E un prodotto della natura non può essere contrario alla natura, ma funzionale ad essa, interno allo schema della natura stessa. Questa lotta fra l'inconscio spirituale e l'istinto biologico dimostra invece che l'origine dell'inconscio spirituale non può derivare dalla natura, perché non può creare principi opposti a sé e cioè che le sono antitetici. Entro uno schema ed entro certe leggi l'effetto " spirituale", in quanto materialisticamente risultante dagli elementi biologici, non potrebbe contrastare con la natura stessa. Ora questa riflessione, che e' del tutto obiettiva e che si presta ben poco ad una opposizione, e' una delle principali armi in difesa della seconda versione che si dà del fenomeno della morte e cioè di questo elemento indipendente che segue leggi sue proprie. In base a queste leggi sue proprie, che noi definiamo leggi dello spirito, esso svolge dopo la morte un suo ruolo. Infatti, questo spirito, questa presenza inconscia fortissima nell'uomo, se non è di natura materiale come appare da questo brevissimo esame della tesi del materialismo, evidentemente non segue le leggi della natura. E se non le ha seguite durante la vita, perché dovrebbe seguirle al momento della morte? Non le ha seguite durante la vita quando e' stato in continua lotta con i principi biologici, quando ha lottato costantemente con la natura, cioè col proprio corpo materiale, quando ha soffocato certi istinti materiali per una sua pace interiore, per un suo bisogno di integrità, perché dovrebbe soggiacere proprio in ultimo ad una legge che non gli appartiene, cioè a dire alla legge della natura? Che è vita o morte o, per meglio dire, trasformazione o evoluzione. Quindi seguirà sue leggi. E quali possono essere le altre leggi se non sono quelle materiali? Quelle spirituali, non c'e' alcuna altra risposta! L'opposto della legge materiale e' la legge spirituale. E possiamo chiamarla legge mentale, o psichica, e possiamo darle tutti i nomi che vogliamo, non ha importanza, la sostanza del discorso rimane sempre la stessa: e' una serie di leggi che e' oltre la morte, che non e' toccata dalla morte o dalla trasformazione della materia e quindi se essa non soggiace a una legge finita, essa e' in un'orbita in cui le leggi non sono più finite. Tralasciamo il fatto se il "non essere finito" comporti necessariamente l'infinito; quello che ci interessa e' che alla morte del corpo quest'anima non muore. Ora, evidentemente, al momento della morte accadono molti e complessi fenomeni. Chi muore in realtà non soffre. La sofferenza, come ben sapete in quanto noi lo abbiamo già detto, e' semmai del corpo. Un corpo può soffrire perché una certa morte può essere dolorosa in senso biologico, certamente. Ma la morte, come dolore, non tocca lo spirito in sé, cioè non e' il fenomeno della morte a dare dolore. e' quello della malattia a dare dolore. La distinzione e' importante, soprattutto tenendo conto di tanta gente, a comprova di ciò, che muore tranquillamente o muore, come voi dite, senza accorgersene, passando dal sonno alla morte. Si, certo, morire cosi e' comodo, e' bello, e' simpatico. E' simpatico inquantochè non si ha quello choc violento del dolore materiale, ma in ogni modo, questo comprova che la morte, senza un fatto fisico doloroso, in sé non ha alcun dolore. E non potrebbe averlo, un dolore, inquantochè la morte, da un punto di vista strettamente spirituale, è l'allontanamento dello spirito dal corpo, dell'anima dal corpo. E noi facciamo una distinzione fra anima e spirito. Ordunque l'anima, in cui e' compreso lo spirito, soggiace a certi fenomeni, direi quasi a delle necessità tecniche. Nel momento in cui il corpo muore, l'anima e' lucidamente consapevole di quello che avviene. L'anima vede il suo corpo che e' morto, se ne rende conto, sente l'ambiente che le e' intorno, le sofferenze dei cari. Avverte dolore di queste sofferenze e questo fenomeno di attenzione, di veglia, dura uno o due giorni, qualche volta un po' di più, qualche volta un po' meno. Poi cosa accade? L'anima cade in una specie di sonno letargico, diciamo noi, cioè perde coscienza di sé, e si risveglia dopo un periodo variabilissimo che dipende da molte circostanze che sarebbe qui troppo lungo elencare. Questo tempo di sonno e' proporzionato alla sua evoluzione spirituale. E perché c'e' questo sonno? Questo sonno e' necessario per diverse ragioni. Fra le principali vi e' che l'anima ha bisogno di questo sonno per liberarsi da una sorta di richiamo terreno, un richiamo che e' forte non appena si muore. Essa ha bisogno di non essere turbata dal dolore dei cari che sono rimasti in Terra, quindi, durante questo sonno, si svolge un fenomeno singolarissimo. Il trapassato "sogna" tutta la sua vita cioe', in altri termini, si ripresenta in lui un po' tutta la sequenza della sua esistenza e nella sua semincoscienza tutta particolare, lo spirito - quando si risveglierà - riavrà presenti davanti a sè le fondamentali azioni compiute e potrà quindi, risvegliandosi, fare un bilancio esatto del bene e del male, dell'utilità o inutilità della propria vita, vagliare insomma le singole attività, i singoli affetti, collegandoli col quadro generale della sua evoluzione. Ora, questo sonno che tende appunto a isolarlo, a lasciarlo solo, e' un sonno impenetrabile. Cioè a dire, nel momento in cui effettivamente l'anima cade in questa sonnolenza, in questo letargo, e' in una posizione di privilegio. Non può comunicare con alcuno, né alcuno può comunicare con essa, e' praticamente come un letargo animale, proprio necessario. L'anima ha quindi questa possibilità di riepilogo, di sintesi, di vaglio della sua vita e, alla fine, potrà fare appunto questo bilancio. E perché questo? Perché contrariamente a quanto si crede in Terra, il giudizio sullo spirito non lo fa Dio, non e' Dio il giudice! Giudice dell'anima e' l'anima stessa. Cioè, ognuno di voi, quando ritornerà spirito, vaglierà da solo la propria esistenza, e non c'e' tema che possa sbagliare, ecco la necessità del letargo che e' automatico. Non dipende dallo spirito, non e' lo spirito che può richiamare quello che gli fa comodo, e quello che non gli fa comodo lo mette da parte. E' un fenomeno spontaneo al quale l'anima non può sottrarsi. E l'anima e' in condizioni di giudicarsi con assoluta equità e severità, e può vagliare effettivamente quello che di giusto o di non giusto ha fatto, ciò che di utile ha fatto soprattutto rispetto al programma che scelse quando venne in terra, perché l'anima decide da sola l'esperienza da fare in terra. Ora la fedeltà a questo programma, il vaglio dell'utilità o meno di certe situazioni che affrontò in terra, sono al suo diretto esame, e alla fine lo spirito si accorgerà da solo degli errori compiuti e accorgendosene ne soffrirà e naturalmente vorrà , cercare di sanarli, " espiare", per cosi dire, certe infrazioni e questo sarà il suo purgatorio. Il letargo dura un periodo che, all'incirca, secondo il vostro tempo, e' di tre o quattro mesi. Dopo, lo spirito si risveglia ed e' completamente libero, cioè è completamente sveglio, per intenderci, e quindi può vagliare esattamente le sue responsabilità, le azioni che egli mosse nel corpo per suo volere. Di questo e' responsabile, e delle azioni del corpo alle quali egli non poté fare opposizione, non e' responsabile. Le responsabilità dello spirito sono viste in una maniera completamente diversa da quella che voi potete immaginare. Cioè, vi sono azioni del corpo (la maggior parte) che non sono volute dallo spirito, e sulle quali lo spirito non ha potuto svolgere nessuna censura, alcuna azione, per cui, ad un certo punto, vi sono effettivamente manifestazioni che sfuggono al controllo dello spirito, oppure casi in cui veramente la mente materiale prende il sopravvento, e quando lo spirito non può veramente fare nulla egli non e' responsabile. Egli svolge un giudizio sulle azioni che veramente hanno potuto dare certe esperienze, certi significati. Di queste egli risponde. Egli non risponde, naturalmente, delle banalità della sua vita, della sua giornata terrena. Risponde soltanto delle azioni veramente impegnate, veramente importanti e, ciò soprattutto, perché lo spirito scelse per grosse linee un suo programma, come quello ad esempio di capire il significato della solidarietà umana, il significato della carità, l'importanza del dolore (scegliendosi una vita di sofferenza). Ora, in fin dei conti allo spirito interessano esperienze valide sul piano spirituale, e non gli interessano tutte le beghe sociali e umane. Lo spirito svolge un suo particolare ruolo. Egli dalle esperienze umane trae soltanto quegli elementi che sono utilizzabili sul piano spirituale. Non e' l'esperienza in sè che ha importanza per lo spirito. Per esempio, se il corpo lavora in terra questa esperienza non serve allo spirito e perché ? Perché egli, nell'altro mondo, di questa esperienza di lavoro materiale non sa che farsene, inquantochè non gli serve. Egli, però, dal tipo di lavoro può trarre esperienza; egli può capire l'importanza dell'attività, dell'evoluzione, della forza, della volontà nel lavoro. Egli, insomma, può trarre dall'esperienza di fare il falegname ad esempio un'esperienza di tipo diverso e capire l'importanza dell'attività, del moto, della necessità del lavoro in senso astratto, in senso funzionale allo spirito. E questo valore del lavoro gli serve anche dopo, perché egli e' in evoluzione. Lo spirito non e' fermo. Lo spirito che intuisce veramente, che capisce l'importanza dell'attività, l'importanza dell'applicazione, l'importanza della meditazione e l'importanza di capire il prossimo, per esempio, va avanti. Il prossimo esiste anche nel nostro mondo, vi sono altri esseri viventi intorno a noi. Ma per capire l'importanza della fraternità, bisogna acquisirne l'esperienza, e dove la si può acquisire bene? In Terra! Perché in Terra il concetto di fraternità e' fortemente ostacolato e lo spirito che riesce ad afferrare, a capire l'importanza della fraternità in Terra, la utilizzerà anche dopo. E cosi via di seguito. Insomma lo spirito trae attraverso il corpo i significati, le esperienze vere che non sono quelle apparenti del mondo, ma quelle che stanno " dentro" le varie attività. Quando riesce a cogliere la maggior parte di queste esperienze la sua evoluzione nell'ambito della Terra e' finita, non ha più ragione di vivere in essa. Cosi, se uno spirito, per esempio, vuole scendere in Terra per capire l'importanza della carità e se riesce ad afferrarla, ad impadronirsi spiritualmente di questo concetto ed a svolgere praticamente questa virtù, nel momento in cui l'ha messa in pratica e l'ha veramente digerita, in Terra non ci resta più. Può darsi che egli raggiunga questa verità a trent'anni e a trent'anni il corpo muore. Perché rimanere ancora in Terra per lo spirito sarebbe inutile. Ora tutto questo apparentemente voi non lo vedete e non lo potete vedere perché tutto questo fenomeno " occulto" della vostra vita si maschera nei rivoli delle attività banali della società, del mondo. Ma in questi rivoli apparentemente banali si celano queste potenti necessità dei vostri spiriti che vengono in Terra per delle ragioni ben precise. Insomma non e' possibile che voi concepiate un Dio, il quale crei lo spirito, e lo crei per il semplice gusto di farlo venire in Terra a perder tempo, semplicemente per incarnarsi in quel ricco e passare la sua vita tra i bagordi, ecc. ecc... Quando sarà morto il corpo, lo spirito si troverà davanti a quel suo giudizio e capirà tutta l'importanza della sua vita magari inutile, di una vita che poteva essere sfruttata in un altro modo, di esperienze che si potevano conquistare in un altro modo, e via di seguito>>.”” A questa comunicazione aggiungo un brano di Belline, un mantra che gli ha scritto il famoso filosofo biologo scienziato e ricercatore: Ernest Junger Belline, poeta francese, nel 1960 perde un figlio di vent'anni. E' l‘unico figlio che hanno e per i genitori è uno strazio atroce. Dopo qualche mese però nel dormiveglia Belline crede di sentire la voce del figlio. Dirà era chiaramente la sua voce, lo stesso tono, la stessa impronta. Per alcuni mesi Belline porrà domande al figlio morto, sul suo incidente stradale, su ciò che ha provato. Strano, la voce non descrive nessun tunnel come usualmente credono i cultori delle esperienze post mortem, ma semplicemente un grande vuoto da cui gradualmente è emerso. Finche Michel si congeda : " Compi i gesti della vita come un rituale. Lava le tue mani ed i tuoi pensieri. Alla fine tutto è nel pensiero" La moglie che gli è accanto non sentirà mai niente e resterà sempre scettica, valutando il fenomeno come una suggestione. Ma Belline sentirà la necessità di scrivere un libro dove inviterà in egual misura atei e credenti, che esprimano la loro opinione su un possibile o meno aldilà. Il libro "Il terzo orecchio è interessante, diventa un Best-seller ed alla fine il famoso Ernest Junger (zoologo e filosofo) scriverà un "Mantra" da porre come conclusione del dibattito. " Coloro che si rompono il capo per sapere se è possibile vivere nelle stelle non hanno la minima idea di cosa sia la VITA Quando saliamo fino al mondo delle nevi, tutto diventa più semplice, cristallino. La VITA parla con voce più chiara. I ghiacci eterni, riserva inesauribile di calore, di forza, di amore. Noi siamo contemporaneamente, embrioni di una superiore condizione e seno materno che porta questa stessa condizione. Lo sciame di efemeridi che il vento diperde, ha anch'esso, la sua patria temporale, la sua continuità fuori del tempo. Nascita e morte: è sotto questa forma che l'individuo ha pagato la sua entrata e la sua uscita, qualunque sia la commedia interpretata interiormente. Quando la morte si avvicina alla velocità del baleno ci sembra che la VITA non possa sfuggirgli. Ma non si tratta in quel caso di velocità. La VITA è fuori del tempo. E' ciò che provoca la rabbia segreta del demonio. Quand'anche la morte riuscisse a scacciare la VITA alla velocità della luce, quest'ultima conserverebbe un palmo di vantaggio sulla morte che s'attacca ai suoi passi e non è che la sua ombra. Vi sono delle cose che una parte del nostro essere è costretto per necessità a dissimulare all'altra parte. L'ora della nostra morte è una di quelle. E' solamente l'arrivo inaspettato della morte che ci sorprende, non la morte stessa. Siamo smarriti per un momento come dopo un risveglio. Poi sappiamo che è venuta l'ora di alzarci. Non abbiamo mai smesso di conoscerla durante il lungo sonno, durante la lunga notte. Ernest Junger
  4. Dovrei fare la sintesi di una sintesi, mi è assai difficile la cosa. Comunque diciamo che la terra è una scuola ed attraverso varie incarnazioni riusciamo ad imparare ad amare. Come vedi non c'è nessun dualismo, non c'è nessun inferno eterno ma solo un progredire. Passata l'esperienza della terra esistono altri piani di esistenza, del resto l'universo è infinito...
  5. [Questo post nasce da un OT] Forse ho posto uno stralcio di una comunicazione che si presta ad essere fraintesa. Ti dirò semplicemente che l'Enità A dise esattamente quello che dice Brian Weiss, anche se questo lo fa in modo estremamente sintetico. Se ci trovi qualcosa che non ti va dimmelo:
  6. E' la premessa che è sbagliata. Cristo è venuto per salvarci dal PECCATO ORIGINALE, poi ci hanno aggiunto che ci ha salvato, in tal modo da tutti gli altri peccati. La Madonna è stata esonerata dal PECCATO ORIGINALE. Vedi G.A.B.R.E.L resta molto poco senza il PECCATO ORIGINALE, e di questo messaggio cosa ne dici, chiaramente viene da un altra parte:
  7. Intanto Mattarella è andato in Polonia che è già fortemente impegnata con le truppe in Ucraina............nulla accade a caso.
  8. Il punto è che molti punti della Bibbia si basano sulla pre-logica. Ad esempio tutta la Religione Cristiana si basa sul PECCATO ORIGINALE che poi è una favola. Voi togliete il PECCATO ORIGINALE dalla Religione Cristiana e vedete cosa resta, fate un semplice ragionamento e vedete cosa resta. Se volete possiamo anche fare una discussione in tal senso.
  9. C’è da dire che conoscendo la storia questi fenomeni non sono nuovi. La statua di Apollo nel famoso tempio di Delfi trasaliva quando la Pitonessa stava per emettere un oracolo. Vi era inoltre una folla di altre immagini che piangevano e sudavano. Tutte le statue degli Dei sudarono sangue dopo la terribile sconfitta di Canne, quando sembrò ai romani, di fronte alla rovina imminente della Roma creduta immortale, che gli Dei impassibili li avessero traditi. Dione narra che durante la guerra tra Cesare e Pompeo una statua sudò per tre giorni e poco prima dell’assassinio di Cesare, molte statue avevano sudato e pianto. Tralascio gli innumerevoli altri fatti che sono descritti da Giovanni Pioli nel suo articolo “Sulla comparsa di lacrime e sangue”
  10. La comparsa di lacrime e sangue sulle immagini di Cristo e della Madonna (articolo di Giovanni Pioli) Luce ed Ombra – Gennaio Marzo 1997 Questo fenomeno, per quanto straordinario ed apparentemente anormale, non è affatto nuovo né raro nella storia della fenomenologia connessa con l’esaltazione del sentimento religioso. Per quanto ci si possa arrabattare nel dare a questi fenomeni una spiegazione logica o materialistica, bisogna riconoscere che la maggioranza di questi fatti non sono frutto di inganno o di truffa, ma sono a parte alcuni assolutamente genuini essendo stati studiati da non credenti, da persone agnostiche o atee e che non credevano nel fenomeno stesso. Del resto non si è mai capito che significato dare a questi fenomeni, se indicassero una disgrazia prossima ventura, se una guerra o altro. Pare che nella maggioranza dei casi non vi sia nessuna connessione frà eventuali catastrofi imminenti e questi fenomeni che lasciano un punto di domanda. Allora partiamo da uno dei fenomeni meglio conosciuti. Il 29 Agosto 1953 Antonina Giusto era nella sua casa insieme con due amiche. Sofferente di epilessia fece una crisi epilettica. Al risveglio lei e le amiche notarono che il quadro di marmo con la Madonna in rilievo piangeva abbondantemente, tanto da bagnare il cuscino che stava sotto. Furono avvisate le autorità ecclesiastiche che subito pensarono ad un imbroglio, ma esaminato attentamente il quadro di vanti e di retro si resero conto che non poteva trattarsi che di un fenomeno autentico . Il quadro fu esaminato anche da altri studiosi agnostici i quali non riscontrarono nessun trucco. Seguì l’esame chimico fisico delle lacrime che risultarono in tutto e per tutto lacrime umane.. Il quadro fu esposto al muro della casa prospicente e coperto con un vetro, e la lacrimazione continuò anche nei giorni seguenti, ed addirittura la lacrimazione durò quattro mesi, finche si esaurì. Ma nel frattempo un'altra immagine della madonna, “La Madonnina di Siracusa, il 24 Settembre 1953 cominciò a piangere, anche questa fu sottoposta alle stesse analisi ma non fu riscontrato alcun trucco A Porto Empedocle il 20 Febbraio 1954, una madonna posta nella Chiesa di S. Paolo cominciò a perdere sangue dal suo cuore, poco dopo a Caltanisetta piange un S. Giovanni Decollato. Nella stessa chiesa si mette a piangere un Cristo. Il 29 Febbraio 1954, gli studiosi dei fenomeni scrivono “La scienza ha detto la sua parola definitiva (e cioè che non ci ha capito un cacchio). Tocca ora alla Chiesa pronunciarsi sulla natura dei fatti” Ma il caso più importante di emorragia ectoplasmica plurima è quello che va sotto il nome di “caso Vachère”. Esso è riportato da una monografia di Edvarg Fielding, dopo un inchiesta che durò mesi, ed implicò il coinvolgimento di decine di studiosi soprattutto miscredenti. Essi furono testimoni diretti del fenomeno e poterono intervistare centinaia di persone che avevano assistito al fatto. Il sacerdote francese Cesare Vachère, già precettore di nobili famiglie del Belgio, si era ritirato a 60 anni nella sua piccola casa a Mireabeau, presso Poitiers. Persona caritatevole, molto pio, curava i malati con le piante (come me). Nel 1906 avendogli un amico di Roma donato due olografie del “Sacro Cuore”, egli ne aveva appesa una all’altare della sua piccola cappella privata. Nel 1906, mentre si accingeva a celebrare messa, con la cappella piena di gente, , notò sulla fronte dell’immagine delle macchie rossastre, che nel pomeriggio sembrarono liquefarsi.. Il 13 settembre, di fronte a decine di testimoni, comparvero sulla fronte delle ferite come da corona di spine. Il 14 settembre abbondante sangue dalla ferita al cuore.. Il 15 settembre il sangue incominciava a colare dalle mani. Il 16 settembre alla Messa , con la cappella piena di gente, abbondante sangue comincia a colare dall’ostia tanto da impregnare di sangue non solo la veste sacerdotale, ma anche l’altare in abbondanza tale da formare una grossa macchia ai piedi dell’altare. Avendo il Vachère informato di tutto il vescovo, questo gli ordina di consegnare il quadro al rettore del seminario, che lo consegna al Sant’Uffizio per le analisi. Ma il problema non stava nel quadro, visto che poco dopo cominciarono a sanguinare tutte le immagini del Cristo sulla Via Crucis, quadri posti a 3 metri di altezza, e il sanguinamento fu talmente abbondante da scendere fino a terra. Nel frattempo erano corsi ad esaminare il fenomeno studiosi di ogni genere, ma in particolare Fielding di Mirebau, ateo ed agnostico, insieme a numerosi suoi colleghi che non poterono che constatare la realtà del fenomeno. Una delle principali relatrici del fatto fu la Sig Lichnerowicz che scrisse “ Davanti a me il sangue apparve e continuò a sgorgare con rapidità sufficiente per impregnare tutti i pannoloni che erano stati posti sotto il quadro. Confesso che non vedo con quale trucco egli avrebbe potuto ottenere quel fenomeno. Il quadro era senza vetro, appeso ad un chiodo, e poteva essere esaminato davanti e di retro”” Nessun trucco quindi, ma la cosa non fu presa bene dall’autorità ecclesiastica, tanto che fu interpretata come un fenomeno satanico. Solo il povero Vachère confidandosi con degli amici disse: “ Ma proprio a me doveva capitare una cosa del genere, “ tanto che cadde in una profonda depressione. C’è da dire che conoscendo la storia questi fenomeni non sono nuovi. La statua di Apollo nel famoso tempio di Delfi trasaliva quando la Pitonessa stava per emettere un oracolo. Vi era inoltre una folla di altre immagini che piangevano e sudavano. Tutte le statue degli Dei sudarono sangue dopo la terribile sconfitta di Canne, quando sembrò ai romani, di fronte alla rovina imminente della Roma creduta immortale, che gli Dei impassibili li avessero traditi. Dione narra che durante la guerra tra Cesare e Pompeo una statua sudò per tre giorni e poco prima dell’assassinio di Cesare, molte statue avevano sudato e pianto. Tralascio gli innumerevoli altri fatti che sono descritti da Giovanni Pioli nel suo articolo “Sulla comparsa di lacrime e sangue”
  11. Non poteva mancarci la nostra Medjugorje. Vedremo se anche qui si arriverà ad 85.000 messaggi che non dicono assolutamente nulla.....................
  12. IL PAPAGALLINO DI AMBURGO La storia del Pappagallino di Amburgo è una storia decisamente strana, ma avvenuta veramente, inquadrabile nei fenomeni di parapsicologia, ma che comunque ognuno può interpretare a suo modo. La traggo dal libro di Enrico Marabini, docente di Parapsicologia presso l’Università di Bologna. Il libro che è estremamente serio e critico si chiama “Propedeutica Parapsicologica- Cooperativa libraria Università editrice Bologna.- Nel 1970 i coniugi Von Damàros avevano una figlia, Barbara che aveva 14 anni. Abitavano ad Amburgo. Nel Natale del 1970 comprarono un pappagallino a cui diedero nome Butchi. Butchi divenne presto amico di tutti. Era come un altro figlio, solo che non parlava. Gorgheggiava con il suo accento di giungla Brasiliana, ma non riuscivano ad insegnargli neppure il suo nome. Il 17 Giugno 1971 Barbara morì, vittima di una strana malattia.. Qualcosa dicono, inerente allo sviluppo delle sua età. Aveva 14 anni. I coniugi Damàros non avevano altri figli, per cui il dolore fu enorme e niente poteva consolarli. Alcuni mesi dopo Butchi, il pappagallino, cominciò a parlare con voce d’uomo, dando notizie di Barbara, oppure dicendo, con la stessa voce della ragazza morta “Ich bin Barbara”, io sono Barbara, . E poi brevi frasi per comunicare: “ Sto bene, qui sono felice, , Ho visto Goethe. La nonna cadrà e si romperà una gamba. La mia compagna di scuola morirà il tal giorno. E la nonna qualche giorno dopo cade e si rompe una gamba, e la compagna di scuola muore. Qualche settimana fa, scrive Vintila Horia, madre della bambina, Butchi aveva profetizzato la morte di una vicina, ed i coniugi Von Damàros aspettavano che la profezia si avverasse, e puntualmente si è avverata.. Sono centinaia di frasi, una dopo l’altra, registrate nel corso degli ultimi anni, prima che il pappagallino morisse. Il fenomeno comincia sempre con il solito gorgheggio del pappagallino per nulla diverso da quello di qualsiasi altro uccello della sua specie. Poi improvvisamente, a quella dell’uccello si sovrappone una voce d’uomo, interrotta a volte da quella di Barbara stessa. Sono parole chiare, che raccontano qualche cosa, descrivono lo stato d’animo della ragazza o sussurrano “La mia mamma, la mia dolce mamma”. La voce a volte pronuncia parole in inglese, francese, russo, parole che i genitori ignorano.. Ed intanto il fenomeno viene studiato dai più famosi parapsicologi e psicologi della Germania. In occasione della visita di Géerman de Grumosa, famoso parapsicologo spagnolo, quando questi passando la fiamma dell’accendino davanti agli occhi del pappagallino mentre parlava, si rese conto che era in trance poiché non sbatteva le palpebre né dimostrava di essere disturbato dal fuoco. Ed ecco la seconda inattesa parte di questo capitolo, racconta Marabini. Dopo un anno dalla mia visita a Reinbek, i miei contatti con la famiglia Dàmaros sono stati sporadici. Ma venendo a sapere che l’uccellino era morto, volli sapere le sue ultime premonizioni. Il 3 Febbraio 1974, l’uccellino annunciò per la prima volta la sua prossima morte. Sette volte tornò sull’argomento, finchè un giorno, i Von Damàros si trovavano alla Sierra di Eifel in vacanza, , Butchi venne di notte a dire addio ai suoi padroni. Volò per la stanza dell’albergo in cui alloggiavano, ricevette il suo bacio serale, e si addormentò per sempre nella mano della signora Von Dàmaros. Molte le interpretazioni date a questo fenomeno dagli studiosi. Visto che non hanno potuto smentirlo avendolo verificato di persona, alcuni dettero un interpretazione prettamente animistica (cioè che abbia agito attraverso il pappagallino l’anima della bambina), altri ripiegarono su un interpretazione prettamente Junghiana, e cioè che possa aver agito l’inconscio dei genitori sul pappagallino per fargli dire tutte quelle cose. Marabini lascia la cosa in sospeso; ognuno è libero di pensarla come vuole.
  13. ESTRATERRESTRI INCONTRATI DA GIOVANNI 23° Per chi pensasse che Pier Giorgio Caria sia un visionario dicendo che gli Extraterrestri hanno rapporti anche con il Vaticano, vi riporto questo episodio: https://www.eurocomu...iii-gli-alieni/ La morte del Cardinale Capovilla riporta alla ribalta un episodio poco conosciuto dal pubblico, in quanto con Loris Capovilla scompare l’ultimo testimone di un incontro che Papa Giovanni XXIII avrebbe avuto con un “essere alieno” nel 1961 due anni prima della sua morte. L’incontro sarebbe avvenuto nei giardini della Villa Pontificia di Castel Gandolfo e Loris Capovilla ne sarebbe stato testimone. Il Segretario del Papa per espresso desiderio di Roncalli avrebbe mantenuto per anni il segreto di questo “incontro”. La notizia apparve su un quotidiano inglese e fu poi ripresa dal “Sun” nel 1985. Molti, all’interno della Santa Sede, sono propensi a ritenerlo veritiero. Secondo quanto riferito da Mons. Capovilla, il “contatto” sarebbe avvenuto in un pomeriggio di luglio del 1961. «Camminavamo – racconta Capovilla – il lago a pochi passi, uno accanto all’altro, come due amici, come avevamo fatto tante volte in quegli splendidi pomeriggi d’estate. Come persone qualsiasi che hanno voglia di starsene un po’ in disparte, fuori dalla routine quotidiana. A un tratto, sopra le nostre teste apparvero luci colorate, arancio, ambra, azzurro e poi accadde l’imponderabile che è difficile da raccontare: le luci si fermano per qualche minuto sulle nostre due figure che camminano fianco a fianco, poi il contatto. Una delle astronavi si stacca dallo stormo e atterra nel lato sud del giardino. Il portellone si apre e dalla carlinga esce fuori qualcosa» .È «assolutamente umano» riferirà Capovilla, solo che ha una luce intorno che lo avvolge. Caddero in ginocchio i due, poi Roncalli si alzò e senza esitare andò verso “l’uomo”, quell’essere assolutamente umano avvolto da una luce tenue, penetrante. Parlarono per circa venti minuti ma non si potevano sentire quelle voci: «non sentii nulla» ma parlavano tra di loro, gesticolavano. Per ben venti minuti poi l’Uomo voltò le spalle e se ne ritornò sull’astronave che ripartì. «Roncalli mi guardò e pianse. Quando ritornò verso di me – prosegue Capovilla – mi disse: “I figli di Dio sono dappertutto. Anche se a volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri stessi fratelli”». Questo avrebbe detto Papa Roncalli al suo segretario che per anni, forse per volere dello stesso Giovanni XXIII, gli impose il silenzio sulla vicenda. Sono passati 55 anni dall’“incontro” in quello strano pomeriggio e tuttora in Vaticano sono presenti dubbi e perplessità. Ora con la morte del Cardinale Capovilla, ultimo testimone del fatto straordinario, si chiude il ricordo di quel contatto.
  14. Entità A - LA VERITA' COME ASSOLUTO E LE IDEE SEMPLICI https://www.youtube.com/watch?v=GUjsb1m-sNg
  15. E così si fece sera. e Almitra l'indovina disse: Sia benedetto questo giorno e questo luogo e il tuo spirito che ha parlato. E lui rispose: Ero io a parlare ? Non sono stato io stesso un uditore ? Quindi scese i gradini del tempio e tutto il popolo lo seguì. Lui raggiunse la sua nave e restò in piedi sul ponte. E ancora rivolto al popolo levò alta la voce e disse: Popolo di Orfalese, il vento mi comanda di lasciarvi. Io sono meno impaziente del vento, tuttavia devo andare. Per noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato al tramonto. Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio. Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e dispersi. Brevi furono i miei giorni tra voi, e ancor più brevi le parole che ho detto. Ma se la mia voce si affievolirà nel vostro orecchio e il mio amore svanirà nella vostra memoria, allora io tornerò. E con cuore più ricco e labbra più docili allo spirito, parlerò con voi. Sì, tornerò con la marea, E se anche la morte mi celasse e mi avvolgesse il silenzio più profondo, ancora cercherò il vostro ascolto. E non cercherò invano. Se ciò che ho detto è verità, questa verità dovrà rivelarsi in una voce più chiara e in parole più somiglianti ai vostri pensieri. Io vado col vento, popolo di Orfalese, ma non verso il nulla. E se questo giorno non è compimento delle vostre attese né del mio amore, sia allora promessa per un altro giorno. I bisogni dell'uomo mutano, ma non il suo amore né il desiderio che sia l'amore a placarli. Sappiate dunque che io tornerò dal silenzio più grande. La nebbia che all'alba si dissolve e lascia sui campi solo rugiada, si alzerà per raccogliersi in nube e ricadere sotto forma di pioggia. E io fui come nebbia. Nella quiete della notte ho camminato per le vostre strade e il mio spirito è entrato nelle vostre case, I palpiti del vostro cuore erano nel mio cuore e sul mio volto soffiava il vostro respiro, e vi ho conosciuti tutti. Sì, ho conosciuto la vostra gioia e il vostro dolore e, nel sonno, i vostri sogni erano i miei sogni. Tra voi sovente sono stato un lago circondato da montagne. In me si sono rispecchiate le vostre vette e i curvi pendii, e anche il lento sfilare delle greggi dei vostri pensieri e passioni. E al mio silenzio è giunto come a ruscelli il riso dei vostri bambini e a fiumi l'ardente desiderio dei vostri giovani. E raggiunta la mia profondità, ruscelli e fiumi non avevano ancora smesso il canto. Ma qualcosa di più dolce del riso e più grande del desiderio è giunto sino a me. L'infinito in voi; L'uomo immenso del quale non siete altro che cellule e nervi; Nel cui cantico ogni vostra voce non è che un muto singhiozzo. E' nell'uomo immenso che voi siete immensi, Ed è nel guardarlo che vi ho guardato e amato. Poiché a quali distanze, al di là di questa immensa sfera, può giungere l'amore ? Quali visioni, quali attese e quali speranze si eleveranno oltre quel volo ? Come una quercia gigantesca in piena fioritura è l'uomo immenso in voi. La sua forza vi lega alla terra, la sua fragranza vi solleva nell'aria, e nel suo perdurare voi siete immortali. Vi è stato detto che voi, simili a una catena, siete deboli quanto il vostro anello più debole. Questa non è che una mezza verità. Voi siete anche forti come il vostro anello più forte. Misurarvi dalla vostra azione più meschina è come calcolare la potenza dell'oceano dalla fragilità della sua schiuma. Giudicarvi dai vostri errori è accusare le stagioni per la loro incostanza. Sì, voi siete come l'oceano, E sebbene le navi, pesanti di carichi, attendano la marea sulle vostre rive, voi, come l'oceano, non la potete affrettare. E inoltre siete come le stagioni, E benché nel vostro inverno neghiate la vostra primavera, La primavera che è in voi sorride intatta e assopita. Non pensiate che io vi parli così affinché vi diciate l'un l'altro: "Ci ha ben lodato. In noi non ha visto che il buono". Io vi ho solo tradotto in parole ciò che voi stesse conoscete in pensiero. E che cos'è la parola se non l'ombra di una conoscenza inespressa ? I vostri pensieri e le mie parole sono le onde di una memoria sigillata che conserva la traccia del nostro passato, E dei remoti giorni in cui la terra non conosceva noi né sé stessa, E delle notti in cui era preda del caos. Uomini savi sono venuti per darvi la loro saggezza. Io sono venuto per attingerla da voi. E ho trovato quanto è più grande della saggezza: La fiamma dello spirito in voi che si alimenta di sé stessa, Mentre voi, noncuranti del suo espandersi, piangete l'inaridire dei giorni. E ho trovato la vita che cerca la vita in corpi che temono la tomba. Qui non ci sono tombe. Queste montagne e queste pianure sono una culla e una pietra per il guado. Quando passate per il campo dopo aver sepolto i vostri avi, guardatevi intorno e vedrete voi stessi con i vostri figli danzare mano nella mano. In verità, spesso fate festa senza saperlo. Altri uomini vennero a blandire la vostra fede con dorate promesse e voi a loro rendeste ricchezze e potenza e gloria. Io vi ho dato meno di una promessa, eppure siete stati con me più generosi: Mi avete dato la più profonda sete di vita futura. Certo non vi è dono più grande per un uomo di ciò che muta ogni proposito in labbra ardenti e tutta la vita in una fonte. E in questo sta il mio onore e la mia ricompensa: Vengo a bere a una fonte e trovo l'acqua viva essa stessa assetata; E mentre io bevo l'acqua mi beve. Qualcuno tra voi mi ha stimato superbo e troppo schivo per ricevere doni. In verità sono troppo superbo per accettare compensi, ma non doni. E sebbene abbia mangiato bacche sulle colline quando mi avreste invitato alla vostra mensa, E dormito sotto il portico del tempio quando mi avreste dato asilo con gioia, Non è stata forse la vostra amorevole preoccupazione per i miei giorni e le mie notti a rendere il cibo dolce alla mia bocca e a circondare il mio sonno di visioni ? Per tutto questo io vi benedico ancora. Voi date molto e lo ignorate: In verità la bontà che si ammira allo specchio si tramuta in pietra, E una buona azione che si compiace di sé stessa genera una maledizione. E alcuni di voi mi hanno giudicato distante ed ebbro della mia solitudine, E hanno detto, "Lui tiene consiglio con gli alberi della foresta, ma non con gli uomini. Siede solitario sulle cime dei monti e guarda dall'alto la nostra città". E' vero, ho scalato montagne e ho camminato in luoghi remoti. Ma come avrei potuto vedervi se non da una grande altitudine o da una grande distanza ? In verità, come si può essere vicini se non si conosce la lontananza ? E altri tra voi si sono tacitamente rivolti a me pronunziando queste parole: "Straniero, straniero, amante di irraggiungibili altezze, perché vivi sulle cime dove le aquile costruiscono il loro nido ? Perché cerchi l'impossibile ? Quali tempeste vorresti carpire ? E quali uccelli chimerici insegui nel cielo ? Vieni, e sii uno di noi. Scendi, placa la tua fame col nostro pane e spegni la tua sete col nostro vino". Nella solitudine dell'anima questo hanno detto; Ma se la loro solitudine fosse stata più profonda avrebbero capito che ricercavo soltanto il segreto della vostra gioia e della vostra pena, E che inseguivo soltanto la vostra essenza più vasta che si libra nel cielo. Ma il cacciatore è stato anche la preda; Molte frecce hanno lasciato il mio arco solo per mirare al mio petto. E il volatile è stato anche il rettile; Quando le mie ali si dispiegavano al sole, la loro ombra sulla terra era una tartaruga. E io, il credente, sono stato anche lo scettico, Poiché sovente ho messo il dito nella mia stessa piaga, per avere di voi la conoscenza e la fede più profonde. Ed è con questa fede e questa conoscenza che io dico, Voi non siete rinchiusi nel vostro corpo, né confinati nelle case o nei campi. Ciò che voi siete ha la sua dimora tra le montagne ed erra nel vento. E non è qualcosa che striscia al sole per scaldarsi o scava buche nel buio per trovare rifugio. Ma qualcosa di libero, uno spirito che avvolge la terra e muove nell'etere. Se queste sono parole vaghe, non cercate di chiarirle. Vago e nebuloso è l'inizio di ogni cosa, ma non la sua fine. E vorrei che mi ricordaste come un inizio. La vita, e tutto ciò che vive, è concepito nella nebbia e non nel cristallo. E chissà se il cristallo non è la nebbia che si dilegua ? Nel ricordarmi, non scordatevi di questo: Ciò che in voi sembra più fragile e confuso, è invece più forte e determinato. Non è forse il respiro che ha eretto e temprato la vostra struttura ? E non è forse un sogno che nessuno di voi ricorda di aver sognato, ciò che ha edificato la vostra città e modellato ogni cosa in essa ? Se solo poteste vedere il flusso di questo respiro, non vorreste vedere nient'altro. E se solo poteste udire il sussurro di questo sogno, non vorreste ascoltare suono diverso. Ma voi non vedete né udite, e questo è bene. Il velo che offusca i vostri occhi sarà sollevato dalla mano che lo ha tessuto, E la creta che ostruisce le vostre orecchie sarà rimossa dalle dita che l'hanno impastata. E voi vedrete. E voi udirete. Ma non rimpiangerete di aver conosciuto la cecità, né di essere stati sordi. Poiché in quel giorno conoscerete il fine nascosto. E benedirete l'oscurità come avreste benedetto la luce. Dette queste cose si guardò intorno e vide il timoniere in piedi vicino alla sbarra scrutare ora le vele gonfie ora l'orizzonte. E disse: Paziente, troppo paziente è il capitano della mia nave. Il vento soffia e le vele sono inquiete; Anche il timone implora la sua rotta; Tuttavia il mio capitano ha atteso con calma il mio silenzio. E questi miei marinai, che già udivano il coro del mare aperto, hanno saputo ascoltarmi pazienti. Non aspetteranno più a lungo. Sono pronto. Il fiume ha raggiunto il mare, e ancora una volta la grande madre accoglie il figlio nel suo grembo. Addio, popolo d'Orfalese. Questo giorno è finito. Si chiude su di noi come il giglio acquatico sul suo domani. Serberemo quello che qui ci è stato donato, E se non sarà sufficiente, ci ricongiungeremo per tendere ancora le mani verso colui che dà. Tornerò a voi, non dimenticatemi. Sarà tra breve, e il mio anelito raccoglierà polvere e saliva per un altro corpo. Sarà tra breve, un attimo di calma nel vento e un'altra donna mi partorirà. Addio a voi e alla giovinezza trascorsa con voi. Appena ieri ci incontrammo. Voi avete cantato per me nella mia solitudine e io ho costruito una torre nel cielo con i vostri desideri. Ma ora il nostro sogno è finito, è volato via il sonno e non è più l'alba. Il mattino volge al termine, il nostro dormiveglia si è trasformato nella pienezza del giorno, e dobbiamo separarci. Se ancora una volta ci incontreremo nel crepuscolo della memoria, parleremo nuovamente insieme, e il canto che voi intonerete sarà allora più profondo. E se le nostre mani si toccheranno in un altro sogno, costruiremo un'altra torre nel cielo. Così dicendo fece un segnale ai marinai e subito essi levarono le ancore e, liberata la nave dagli ormeggi, salparono verso oriente. E un grido venne dal popolo come da un solo cuore, salì nel crepuscolo e dal mare fu portato lontano come uno squillo di tromba. Solo Almitra rimase in silenzio fissando la nave fino a che scomparve nella foschia. E quando tutto il popolo si disperse lei restò sola sul molo mentre nel suo cuore riaffioravano le parole: "Sarà tra breve, un attimo di calma nel vento, e un'altra donna mi partorirà" Il Commiato da "Il Profeta" di Kahlil Gibran
  16. AUTOBIOGRAFIA DI UN REINCARNATO DI EDWAR W RYALL Nel frattempo volevo segnalare un libro di un reincarnato che in parte ricorda un po la mia storia. Anche Edward W. Ryall ha cominciato ad avere i suoi primi ricordi da piccolissimo, però ha avuto molti più ricordi di me, e l'ultimo ricordo è che si confrontava con un altro soldato su un prato, in sella ad un cavallo entrambi, l'altro soldato ha avuto la meglio, l'ultimo ricordo è la spada che gli tranciava il collo, poi più nulla. “Fin dai primi anni di questa vita ho avuto dei ricordi di una esistenza precedente``. Cosi inizia questo incredibile libro testimonianza. L’Autore in una vita precedente era il contadino John Fletcher, nato in Inghilterra nel 1645 e perito tragicamente nella battaglia di Segedmoor. La sua di quel tempo fu un’esistenza normale, quella di un uomo di campagna come tanti, ciò nondimeno fu colma di avvenimenti importanti e significativi. Con una grandissima quantità di particolari Ryall fa riemergere dalla sua coscienza una storia semplice ma avvincente, affrescando una testimonianza di vita nell’Inghilterra del 1600 a dir poco eccezionale. Edward W. Ryall è un uomo come tanti. Non ha mai sognato ad occhi aperti ma sin da piccolo ha sempre avute ricordi, a volte limpidissimi, di un’altra vita. Pregiudizi ed incomprensioni, l`opposizione della famiglia prima e della moglie poi, gli hanno impedito per anni di rendere pubblica questa sua esperienza affascinante, ma l’impeto del ricordo ha avuto la meglio. Oggi Ryall - che ha già superato la sessantina , ha finalmente rotto gli indugi ed ha raccolto in questo diario tutte le sue memore antiche, autorevolmente e sempre confermate da fatti storici realmente accaduti. Ma quello che è significativo è che Edward W. Ryall ha avuto in questa vita l'intromissione violenta di un personaggio della vita precedente. Nel 1944 era ufficiale inglese e stava attraversando con altri soldati un campo coltivato, quando ha sentito distintamente la voce di sua moglie della vita precedente che gli ha detto "fermati"; e dice era proprio la voce di mia moglie della vita precedente perchè aveva un timbro particolare, inconfondibile. A quel "fermati" Edward W. Ryall prontamente si è fermato. Se avesse fatto un altro passo in avanti avrebbe pestato su una mina, ma quel "fermati" gli ha fatto subito rivolgere gli occhi a terra ed ha visto che una spanna più avanti il terreno era mosso. Subito è stata individuata la mina. Quella voce gli aveva salvato la vita. Così penso che anche noi siamo continuamente seguiti dai nostri cari e chissà quante volte ci hanno salvato la vita, magari non con un intervento così eclatante, ma con un consiglio interiore.
  17. GENESI DELLA GRAVITAZIONE Lo sviluppo di questi concetti ci apre la porta allo studio di un altro problema che ci attende, quello della fase BETA, l’energia. Accenniamo alle prime sue forme , per poi analizzare quelle che ne derivano per evoluzione. Come l’idrogeno è il tipo di protozoo unicellulare della chimica inorganica, come il carbonio lo è per la chimica organica, così la gravitazione è la protosfera tipica dell’universo dinamico. Quando Y giunse per la prima volta nell’ultima fase radioattiva della sua maturazione evolutiva, alla genesi di BETA, l’universo man mano che si disintegrava come materia, fu pervaso da energia radiante, che poi involvendo si condensò per correnti dinamiche centripete nel nucleo della nebulosa spiraloide (il quale per il fatto che rappresenta la massima concentrazione dinamica, è appunto più caldo) da cui poi nacque il vortice della Via Lattea e delle galassie. Mentre la materia ripercorre il suo ciclo di maturazione evolutiva, è tuttora vibrante di questa energia in periodo di diffusione. E quando la materia sarà di nuovo vecchia, l’energia che ne rinasce, più matura, non tenderà a riavvolgersi in un nuovo nucleo materia, ma ascenderà verso la fase ALFA, prendendo le vie della VITA e della COSCIENZA. La ragione per cui la vita è apparsa sul vostro pianeta (oltre che su molti altri) è appunto dovuto al fatto che questo sistema è vecchio, come vedremmo. Qui la materia è all’ultima sua maturità, stà morendo per disgregazione radioattiva e l’energia si è incanalata decisamente nella superiore fase ALFA. La prima genesi di BETA, la GRAVITAZIONE, appare dunque come la forma originaria di energia, , una matrice da cui nasceranno come figlie tutte le altre forme, per mezzo di distinzione e differenziazione, nel processo evolutivo. Precisiamo. Intendo qui per gravitazione, non la piccola gravitazione di Newton, caso particolare al vostro pianeta, ma una gravitazione in senso più vasto, risultante dall’equilibrio delle forze inverse, di attrazione e repulsione, opposte e complementari. (legge di dualità che poi vedremo), una gravitazione figlia diretta del movimento, cioè energia gravifica figlia dell’energia cinetica. Ecco come avviene la trasformazione: il movimento, primo prodotto dell’evoluzione fisico-dinamica, è forza centrifuga e tende per questo alla diffusione, all’espansione, alla digregazione della materia. Espansione in tutte le direzioni è di fatto la direzione dell’evoluzione. Ma subito questa direzione si inverte, per la legge dell’equlibrio, in direzione centripeta, controspinta involutiva, e le forze di espansione si completano in quelle di attrazione. Così la prima esplosione cinetica trova subito il suo ritmo, il principio della Legge, riordina subito il disordine, appena si manifesta, in un nuovo ordine, il movimento si equilibra in una coppia di forze antagoniche. Così la gravitazione vi appare come energia cinetica della materia, e come prima nata, le è così inerente e strettamente connessa, che non vi è possibile isolarla. Così la materia attrae la materia. E l’universo dato da masse lanciate in tutte le direzioni e divise da spazi immensi, è tuttavia legato tutto in un unità indissolubile, e tenuto stretto e pur mosso ad un tempo da questa forza che diventa la sua circolazione ed il suo respiro fisico. All’apparizione dunque della forza protodinamica, l’universo per la prima volta si muove, si generano i movimenti siderali, la gravitazione ne inizia la guida lungo il binario attrazione-repulsione, che sono il binomio costitutivo di ogni forza come di ogni manifestazione dell’essere. La Sostanza acquista nella nuova fase la forma di coscienza lineare del divenire fenomenico, la prima manifestazione del sistema trino, successivo a quello spaziale. Nasce il tempo. La protoforma di BETA si propaga. Con il movimento nasce la direzione, la corrente, la vibrazione, il ritmo, l’onda. Nasce il tempo che misura la velocità di trasmissione. L’universo è tutto pervaso da un palpitio nuovo, di più intenso, di più rapido divenire. E quando ricondensandosi per concentrazione delle correnti dinamiche, la materia di nuovo inizia il suo ciclo ascensionale, è presa tutta in un vortice dinamico che la guida e la plasma nella genesi stellare, in un evoluzione diversa e superiore alla precedente, intima maturazione stechiogenetica, una maturazione da cui nasceranno una miriade di nuove creature più agili ed attive, come l’elettricità, la luce, il calore il suono e così via, tutta la serie delle individuazioni dinamiche, ma esse si distilleranno all’ultimo nella suprema creazione della VITA. L’individualità di questi nuovi esseri radianti, così agili e dinamici di fronte all’individuazione di Y, si definisce per ritmo, per onda.. L’unità di misura delle forme di BETA è la velocità di vibrazione nella dimensione di questa fase, il TEMPO. La gravitazione, è la protoforma dell’universo dinamico. Essendo energia è radiante e si trasmette per onde. Ha una sua velocità di propagazione superiore a quella delle onde elettromagnetiche ed a quella della luce e che è massima nel sistema. Qui i concetti della teoria di Einstein vanno completati. La gravitazione è relativa alla velocità di traslazione dei corpi. La massa varia ed aumenta con il crescere della velocità di cui è funzione. Il concetto di trasmissione istantanea cade per tutte le forze. La gravitazione impiega tempo, sia pur minimo a trasmettersi. Essa ha come tutte le forme dinamiche una sua tipica lunghezza d’onda. . Essa si compone, come abbiamo detto di due unità opposte e complementari, attrazione e repulsione, e si muove entro questi due estremi , positivo e negativo. La legge scoperta da Newton sui lavori di Keplero, detta legge di gravitazione o gravitazione universale, dice che la materia attrae la materia in ragione diretta delle masse, ed in ragione inversa del quadrato della distanza. Ma con ciò la meccanica Newtoniana non ha potuto nulla spiegare dell’architettura dei mondi. Questo enunciato non è che la constatazione del fatto che la gravitazione decresce in ragione del quadrato della distanza: indica il principio che misura la diffusione dell’energia gravifica , il quale non è che un aspetto del principio che regola la diffusione di ogni forma di energia e che vi dimostra la loro comune origine, il principio dell’onda e della sua trasmissione sferica. Le radiazioni conservano tutte le loro fondamentali caratteristiche di energia cinetica da cui nacquero e da questa comunanza di origine che si stabilisce fra di esse questa affinità di parentela. Un'altra prova della parentela delle forme dinamiche è nella qualità della luce, prossima derivazione per evoluzione dell’energia gravifica. In questa forma di energia luminosa ritrovate in parte le caratteristiche dell’originale forma di energia radiante gravifica. Einstein affermò in base al calcolo, quanto le affermazioni fatte durante le eclissi solari vi hanno poi confermato, e cioè che i raggi luminose subiscono nelle vicinanze del sole una deviazione, poiché ne sono attratti. Si potrebbe dire che la luce pesa; la luce cioè subisce l’influsso delle spinte attrattive e repulsive dell’ordine gravifico; esiste una pressione delle radiazioni luminose. Vi dirò di più: tutte le radiazioni esercitano nel propagarsi una pressione di natura gravifica, in rapporto diretto alla loro prossimità genetica, nella successione evolutiva alla loro protoforma dinamica, la gravitazione. Indirizzate le indagini in questo senso, analizzate con il calcolo questi principi e la scienza giungerà a scoperte che la rivoluzioneranno.
  18. FUSIONE FREDDA MODERNA STORIA DI ALCHIMIA ED INQUISIZIONE. Che poi non si faccia è ovvio, crollerebbe l'introito di tutte le 12 multinazionali del Petrolio e del Metano, oltre che azzerare completamente tutti gli introiti della Russia per il Metano e Petrolio. Figurati se si fa!!!!! Che sia vera io ci credo, del resto quellli che la ammettono sono fisici nucleari non gente di strada.Poi per quanto riguarda Louis Kervran ti dirò che bisognerebbe considerarlo un po meglio, anche a livello biologico avvengono delle trasmissioni a debole energia, per cui ci potrebbero essere delle trasmutazioni di certi elementi.Del resto devresti chiedere a qualsiasi ospedale quanto è difficile alzare il sodio quando è basso, anche attraverso fleboclisi. Quasi sempre si alza il potassio in maniera inspiegabile anche se l'individuo non lo assume nè per via alimentare nè per fleboclisi. E' una delle cose che i medici non sanno spiegarsi. Ed allora non sappiamo se la spiegazione possiamo trovarla nelle ipotesi di Louis Kervran, che sembrebbero assurde, ma in realtà potrebbero non esserlo. Ciò che è la vita ancora non lo sappiamo, non c'è nessuna formula che la esprime neppure quantistica, e cioò che avviene nell'ambito della vita potrebbe essere ancora più misterioso. Ti faccio un esempio: noi assumiamo una quantità altissima di ALLUMINIO ORGANICO tramite l'alimentazione, soprattutto attraverso la verdura, però i nostri livelli ematici di ALLUMINIO sono praticamente zero. Come lo spieghi?? https://www.youtube.com/watch?v=Oxr2hN02J6M&feature=emb_logo
  19. EINSTEIN SOLO NEL MACROCOSMO Un punto da puntualizzare è che le formule einsteniane, qualora dovessero funzionare funzionerebbero semplicemente nel macrocosmo, perchè se noi scendiamo a livello atomico e subatomico, i concetti di dilatazione dello spazio e contrazione del tempo non funzionano più, io direi che si perdono completamente. La teoria di Einstein è infatti una teoria classica dei campi, che concepisce lo spazio e il tempo come continui, cioè infinitamente divisibili, e gli eventi che in essi accadono come deterministici, ovvero dipendenti gli uni dagli altri in base a precise e quantificabili relazioni di causa ed effetto. Nella relatività generale, massa ed energia da un lato, spazio e tempo dall’altro, sono vincolati da rapporti numerici che descrivono con assoluta precisione la distribuzione e il moto della massa-energia nonché la curvatura dello spazio-tempo in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Per dirla con il famoso aforisma del grande fisico John Wheeler: Mass tells space-time how to curve, and space-time tells mass how to move [La massa dice allo spazio-tempo come curvarsi e lo spazio-tempo dice alla massa come muoversi]. D’accordo, ma cosa c’è che non va in una simile descrizione della realtà? Nulla, a parte il fatto che le sue previsioni funzionano solo per il macrocosmo, cioè per oggetti di grandi dimensioni. Quando ci avventuriamo, invece, dal lato opposto della scala delle grandezze, cioè nel mondo subatomico, troviamo che i fenomeni osservabili sono regolati dalle leggi formulate da un’altra descrizione della realtà, che, nel suo ambito, è efficace almeno quanto la relatività generale: la fisica quantistica. Nel mondo dei quanti, spazio e tempo non sono continui come nella relatività generale, ma discreti. Esistono cioè limiti alla loro divisibilità, al di sotto dei quali i concetti stessi di spazio e di tempo perdono significato: sono la lunghezza di Planck (1,6×10⁻³⁵ m) e il tempo di Planck (5,4×10⁻⁴⁴ s). Non solo. A fondamento della fisica quantistica c’è il principio di indeterminazione, che definisce l’impossibilità di conoscere con precisione assoluta entrambi i valori di grandezze coniugate, come la posizione e la quantità di moto di una particella. È un principio che nasce dalla natura ondulatoria dei quanti: non solo i fotoni, ma anche le particelle costituenti la materia comune — protoni, elettroni e neutroni — sono descritti nella fisica quantistica da funzioni d’onda, che hanno una distribuzione probabilistica. Ciò vuol dire che è connaturata al mondo subatomico una dose ineliminabile di incertezza, che riguarda qualsiasi grandezza fisica: la posizione, la velocità, la massa, la temperatura ecc. L’indeterminazione intrinseca dei quanti spazza via la classica e ordinata bellezza del mondo descritto dalla relatività generale. Alle scale più piccole, una frenetica e ininterrotta serie di fluttuazioni quantistiche rende la struttura dello spazio-tempo irregolare, discontinua, simile a una schiuma in perenne ebollizione. Al livello dei quanti, la realtà è caotica, indeterminata, probabilistica e gli strumenti della relatività generale diventano inadatti a descrivere e prevedere cosa accade. Ma — si potrebbe obiettare — se la relatività generale e la fisica quantistica funzionano così bene nei loro rispettivi ambiti, cosa vieta di lasciare le cose come stanno, continuando a usare due diverse descrizioni della realtà fisica a seconda della scala dei fenomeni considerati? Questo è di fatto ciò che accade quando i due domini non si sovrappongono: si usa la relatività generale, non la fisica quantistica, per descrivere, ad esempio, i fenomeni di lente gravitazionale generati da ammassi di galassie. E si ricorre alla fisica quantistica, non alla relatività generale, quando si studia il fenomeno di entanglement tra particelle arbitrariamente distanti. Consideriamo per esempio un elettrone. È dotato di massa e deve possedere, pertanto, un suo minuscolo campo gravitazionale, che, per la relatività generale, si irradia a partire da un punto preciso dello spazio, nel quale si suppone che l’elettrone si trovi in un dato momento. Ma l’esperimento della doppia fenditura ha dimostrato incontrovertibilmente che gli elettroni soggiacciono alle regole della fisica quantistica: il loro comportamento è probabilistico e viene descritto da funzioni d’onda. Ciò vuol dire che un elettrone non può trovarsi in nessun luogo preciso dello spazio in un momento determinabile a priori. Tale comportamento probabilistico influenza anche il campo gravitazionale dell’elettrone, che non può perciò essere descritto con i metodi deterministici propri della relatività generale.
  20. DIMOSTRATA LANIMA CON LA FISICA QUANTISTICA Quelle che stò per proporvi sono delle considerazioni che attingono al concetto di Anima che ha proposto secondo i presupposti della Fisica Quantistica un noto ricercatore in tal campo, ma che io stesso ho completamente modificato in quanto quello che veniva postulato era soltanto un campo elettromagnetico senza nocciolo individuale e scollegato dal concetto di VITA. Pertanto , in tale chiave, il concetto di anima sarebbe stato applicabile anche al vostro computer. Tendo a ribadirlo, perché quello che è postulato sotto è completamente mio. STRUTTURA ANIMICA DEGLI ANIMALI Certamente, gli animali hanno una struttura animica tanto più forte quanto più è elaborato il SNC. Anche gli animali possiedono un nocciolo individuale solo che questo a differenza di quello umano non si autoriconosce, cioè è privo di un attività critica. L’attività critica è subentrata nell’uomo o meglio ha trasformato il primate in uomo circa 200.000 anni fa (con il Cromagnon)ed in quel momento l’uomo ha iniziato a porsi la domanda dei significati, a guardare (e vedere) le stelle ed a sviluppare l’arte; l’attività critica dell’uomo è legata ad un'altra struttura che va oltre l’inconscio e non si intende in questa sede dare una terminologia che può richiamare alla religione, perché è tutt’altra cosa. Ma qui si intende parlare della struttura animica dell’animale (che ha anche l’uomo, come animale), la quale alla morte viene riutilizzata da altri animali simili, e può dare un impulso all'evoluzione delle specie (e quindi l’evoluzione della specie non avviene solo per selezione naturale in senso Darwiniano). Si tratta sostanzialmente di una forza magnetica, anche se molto debole e non rilevabile ma descritta molto bene dalla fisica quantistica. Il fatto che abbia specificato all’inizio che anche gli animali hanno un nocciolo individuale è estremamente importante per tutto il discorso che segue. Infatti una struttura energetica elettromagnetica ce l’ha anche il vostro computer, solo che questo non ha un nocciolo individuale né mai riuscirete a darglielo, né mai l’uomo riuscirà a costruire una struttura con un nocciolo individuale, perché questo è legato all’essenza stessa della vita, la quale va oltre a qualsiasi definizione sia fisica che filosofica. Ma la struttura animica è solo un aspetto della vita e possiamo definirlo come “un campo di informazione dinamica”. Per chi non avesse capito faccio un po una sintesi, perchè il discorso altrimenti può risultare effettivamente complesso: Un “campo di Informazione dinamica”, costituito da una determinata quantità di bit di Informazione, entro certi limiti di intensità, non potrà mai andare a costituire un singolo elettronvolt o Joule di energia. Ragion per cui, esso stesso (non potendo interagire con il resto dell’energia del sistema, molto più intensa e misurabile con strumenti fisici poiché in grado di interagire con i diversi campi elettromagnetici del sistema in questione), rimane sempre indipendente da qualsiasi processo entropico termodinamico. La cosa più importante che possiamo dedurre da queste ultime considerazioni, è che un “campo di informazione dinamica” che rientri entro certi limiti di intensità e che converga in un punto che da l’individualità, non è vincolato da alcun tipo di processo entropico termodinamico. Ne segue a volte l’andamento, ma non è soggetto ad alcuna interferenza di campo. Esso è quindi in grado di auto-organizzarsi, ossia di mantenere costante e regolare la sua struttura nel tempo, senza alcuna interferenza da parte dei comuni campi di energia che vanno a costituire l’ambiente del sistema considerato. Inoltre, esso, una volta libero (con la morte) sarà in grado di fondersi con altri campi di informazione dinamica della stessa intensità, e quindi di accrescere la sua estensione nello spazio, ma non necessariamente il suo livello di intensità. Ed ora andiamo a scoprire cosa ha a che fare tutto ciò che vi ho esposto sinora, con il concetto di Anima. La mente umana, come ben sappiamo, produce un determinato campo magnetico nell'ordine delle decine di femtoTesla (1 fT = 10^–15 T). Questo campo, lo dobbiamo semplicemente alla nostra attività cerebrale. Già allo stato fetale, ossia pochi mesi prima della nostra nascita, il nostro cervello, grazie alla sua costante attività, produce un campo di informazione dinamica che dal momento in cui veniamo al mondo, continua negli anni a farsi sempre più intenso, sino a raggiungere un determinato limite. Ora è assolutamente necessario che vi sia ben chiara una cosa: il campo di informazione dinamica prodotto dall’attività cerebrale non è nient’altro che il prodotto di un campo elettromagnetico, però campo elettromagnetico e campo di informazione dinamica inerente alla vita non vanno confusi, in quanto il primo è inerente alla vita e confluisce in un punto che da l'individualità, mentre il primo (campo elettromagnetico) resta anonimo, non necessariamente crea un campo di informazione, e può essere trovato, nel suo anonimato, in un infinità di altri sistemi non vitali. Se proprio vogliamo, possiamo identificare il campo di informazione dinamica del nostro cervello, come una sorta di “risonanza” del campo magnetico dovuto all’attività cerebrale (molto più intenso e quindi misurabile con strumenti fisici: es EEG ed altro). Un campo di informazione dinamica e confluente in un punto è in grado di auto-organizzarsi, ossia di mantenere costante e regolare la sua struttura nel tempo, senza alcuna interferenza da parte dei comuni campi di energia che vanno a costituire l’ambiente del sistema considerato (in questo caso: mente umana – ambiente ad essa circostante). Ecco quindi in quali termini potremmo intendere il concetto di Anima; ovvero, essa è da considerarsi un particolare tipo di campo di informazione dinamica, in grado di dissociarsi dal corpo fisico che lo “ospita”, nel momento in cui non vi sono più i presupposti per poter rimanere legato alla propria sorgente elettromagnetica (attività cerebrale). Affermare quindi che l’Anima sopravvive alla morte al di la di un tempo definito, è quindi in linea di principio del tutto corretto. Affermare che gli animali (oltre alla specie umana) hanno un’Anima, anche in questo caso è in linea di principio corretto. Tutte queste ipotesi e considerazioni, sono a mio avviso totalmente in accordo e “affini” alla teoria di Rupert Sheldrake sui campi morfogenetici, a quella di Richard Dawkins sulla Trasmissione dei Memi (memetica), e infine a quella di Carl Gustav Jung sull’Inconscio collettivo. Nella "scienza ortodossa", tutto il discorso sull'interazione tra Entropia termodinamica e Informazione, risulta valido solo ed esclusivamente su sistemi isolati (chiusi e aperti) in cui è presente un osservatore in grado di interagire con il sistema considerato e quindi di rilevare-calcolare tutto ciò che accade all’interno del sistema stesso (di cui egli fa parte). Questa condizione è quindi l’unica che ci è consentito di conoscere, sulla base della quale siamo in grado di misurare-calcolare ogni passaggio di stato dell’energia, con rispettivi livelli di entropia (termodinamica e dell’Informazione) e quantità di Informazione. Da questo assunto, si arriva quindi alla seguente conclusione: Per qualsiasi osservatore (si noti bene "osservatore") che si trovi all’interno di un sistema termodinamico, è assolutamente impossibile misurare-calcolare un’eventuale quantità di Informazione che si sposti o si trovi al di fuori del proprio sistema di riferimento. Nell’ipotesi a Molti Mondi di Everett, tutte queste mie considerazioni trovano sicuramente terreno fertile. Sia chiaro che queste considerazioni sono una deduzione logica che può derivare non solo dalla Fisica Quantistica, ma anche dalla Fisica Classica. Ho riportato in sintesi solo quello che ha scritto un fisico quantistico ma aggiungendo delle correzzioni che ritenevo indispensabili, ma non ho frainteso niente. Capisco che per te il Sapiens si serva solo del cervello per elaborare, ma ci sono dei fatti che farebbero pensare il contrario. E' chiaro che tutto passa attraverso il cervello. Hai capito, passa attraverso il cervello, non è il cervello. Rupert Sheldrake, biologo e saggista britannico, nei suoi scritti: A New Science of Life (1981) e The Presence of the Past (1988), elabora la teoria dei campi morfogenetici. Sheldrake si pone il problema di prevedere il comportamento di un aggregato (un sistema, un organismo complesso composto da più parti) sulla base dei comportamenti dei suoi singoli elementi. Prendendo come riferimento il volo degli stormi di uccelli, o la formazione dei cristalli, fino a considerare le molecole proteiche del corpo umano o la formazione di cellule diverse a partire da un'unica cellula e da un unico DNA, Sheldrake idividua la presenza di una forza invisibile presente nel sistema ma non identificata con uno dei suoi componenti, bensì col sistema stesso. Inoltre questo "campo morfico", responsabile dell'organizzazione, della struttura e della forma del sistema, avrebbe una sua memoria, determinata - questa si - dal contributo di ciascun membro. In linea con la moderna fisica, che parla di campi elettromagnetici e gravitazionali, e parallelamente alle scoperte della fisica quantistica sull'entanglement (ovvero sulla permanenza di una relazione tra due particelle subatomiche poste a distanza), Sheldrake elabora tre principi base dell'ipotesi della Causalità Formativa: I campi morfogenetici sono un nuovo tipo di campo che fino ad ora non è stato riconosciuto dalla fisica: non potranno mai essere realmente compresi attraverso le concezioni meccanicistiche classiche, ma richiedono concetti assolutamente nuovi. Ma guarda un po Sheldrake aveva postulato che ci fosse l'anima una scoperta che aveva fatto anche Platone. Così come gli organismi alla cui formazione presiedono, si evolvono. Hanno una storia e, grazie a un processo chiamato risonanza morfica, contengono in sé una memoria. Ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie e si sintonizza con i suoi membri passati, a sua volta contribuendo all'ulteriore sviluppo della specie stessa (al di la di qualsiasi concetto Darwiniano). Mi pare che sia quello che io stesso avevo postulato in altra occasione. Mi pare che questo sia strettamente collegato all'Inconscio Collettivo di Jung. Fanno parte di una famiglia più vasta di campi, detti campi morfici: così come i campi già noti dalla fisica, essi sono memorie di influenza all'interno dello spazio-tempo, localizzati dentro e intorno ai sistemi che organizzano e strutturano con le loro informazioni. Essi presiedono e organizzano i sistemi, ponendo ordine al caos e all'indeterminismo. Inoltre comprendono in sé e connettono le varie parti del sistema o dei sistemi che organizzano ____________________________________________________________________________________________________________________ Belline, poeta francese, nel 1960 perde un figlio di vent'anni. E' l‘unico figlio che hanno e per i genitori è uno strazio atroce. Dopo qualche mese però nel dormiveglia Belline crede di sentire la voce del figlio. Dirà era chiaramente la sua voce, lo stesso tono, la stessa impronta. Per alcuni mesi Belline porrà domande al figlio morto, sul suo incidente stradale, su ciò che ha provato. Strano, la voce non descrive nessun tunnel come usualmente credono i cultori delle esperienze post mortem, ma semplicemente un grande vuoto da cui gradualmente è emerso. Finche Michel si congeda : " Compi i gesti della vita come un rituale. Lava le tue mani ed i tuoi pensieri. Alla fine tutto è nel pensiero" La moglie che gli è accanto non sentirà mai niente e resterà sempre scettica, valutando il fenomeno come una suggestione. Ma Belline sentirà la necessità di scrivere un libro dove inviterà in egual misura atei e credenti, che esprimano la loro opinione su un possibile o meno aldilà. Il libro "Il terzo orecchio è interessante, diventa un Betz-seller ed alla fine il famoso Ernest Junger (zoologo e filosofo) scriverà un "Mantra" da porre come conclusione del dibattito. " Coloro che si rompono il capo per sapere se è possibile vivere nelle stelle non hanno la minima idea di cosa sia la VITA Quando saliamo fino al mondo delle nevi, tutto diventa più semplice, cristallino. La VITA parla con voce più chiara. I ghiacci eterni, riserva inesauribile di calore, di forza, di amore. Noi siamo contemporaneamente, embrioni di una superiore condizione e seno materno che porta questa stessa condizione. Lo sciame di efemeridi che il vento diperde, ha anch'esso, la sua patria temporale, la sua continuità fuori del tempo. Nascita e morte: è sotto questa forma che l'individuo ha pagato la sua entrata e la sua uscita, qualunque sia la commedia interpretata interiormente. Quando la morte si avvicina alla velocità del baleno ci sembra che la VITA non possa sfuggirgli. Ma non si tratta in quel caso di velocità. La VITA è fuori del tempo. E' ciò che provoca la rabbia segreta del demonio. Quand'anche la morte riuscisse a scacciare la VITA alla velocità della luce, quest'ultima conserverebbe un palmo di vantaggio sulla morte che s'attacca ai suoi passi e non è che la sua ombra. Vi sono delle cose che una parte del nostro essere è costretto per necessità a dissimulare all'altra parte. L'ora della nostra morte è una di quelle. E' solamente l'arrivo inaspettato della morte che ci sorprende, non la morte stessa. Siamo smarriti per un momento come dopo un risveglio. Poi sappiamo che è venuta l'ora di alzarci. Non abbiamo mai smesso di conoscerla durante il lungo sonno, durante la lunga notte. Ernest Junger Ciò che è veramente rivoluzionario in tutto questo discorso è non solo che l’anima come struttura energetica e campo di informazione dinamica può svincolarsi dal cervello con la morte e confluire ed alimentare altri campi di informazione dinamica che abbiano un nocciolo individuale (che presuppone la vita), ma anche che l’anima, intesa in tal senso, diventa determinante per l’evoluzione (e l’accrescimento delle specie) al di la di qualsiasi concetto Darwiniano di selezione naturale. Io credo, che in questo senso, nulla sia affidato al caso, ma strettamente inerente alla causa. Ciò che è veramente rivoluzionario in tutto questo discorso è non solo che l’anima come struttura energetica e campo di informazione dinamica può svincolarsi dal cervello con la morte e confluire ed alimentare altri campi di informazione dinamica che abbiano un nocciolo individuale (che presuppone la vita), ma anche che l’anima, intesa in tal senso, diventa determinante per l’evoluzione (e l’accrescimento delle specie) al di la di qualsiasi concetto Darwiniano di selezione naturale. Io credo, che in questo senso, nulla sia affidato al caso, ma strettamente inerente alla causa. L'ultima parte è di Ernest Junger e presuppone un altra struttura energetica, lo spirito, ma di questo ne parleremo in seguito.
  21. COMPLESSITA IRRIDUCIBILE DELLA VITA Quello che vi ho illustrato sul concetto di anima come campo di informazione dinamica può inoltre spiegare la COMPLESSITA'IRRIDUCIBILE DELLA VITA secondo Michael Behe. Poichè abbiamo relegato la selezione naturale di Darwin in un angolino, come impulso all'evoluzione resta questo campo di informazione che trasferisce dati e concetti di una struttura vitale, ad un altra struttura vitale fondendosi con questa. In questo senso non si intende l'evoluzione in senso creazionistico, ma semplicemente come legge che ha in se la vita di trasferire dati attraverso una struttura energetica che ha già elaborato in se questi dati e può così trasferirli, una volta che si è liberata dalla struttura elettromagnetica del cervello (con la morte) ad un altra struttura energetica vitale che le sia strutturalmente affine. COMPLESSITA’ IRRIDUCIBILE DELLA VITA Il concetto di "complessità irriducibile" viene elaborato da Michael Behe, biochimico della Leighton University, per descrivere quei meccanismi il cui funzionamento dipende dall'interazione di molte parti. Questi sistemi non possono formarsi per lenta evoluzione, ma debbono necessariamente essere progettati e assemblati tutti in una volta. Come afferma anche Michael Behe, troppi apparati delle creature viventi presentano una complessità irriducibile. Come esempio di "complessità irriducibile", Behe porta il caso della trappola per topi. Costituita di cinque pezzi - una molla, la fagliela, il gancetto che tiene la tagliola in posizione, l'esca, la tavoletta su cui il tutto è inchiodato - è una macchina molto semplice. Ma la sua semplicità "non può essere ridotta". Se manca un solo pezzo, non è che la trappola funzioni meno bene; non funziona affatto. Dunque, non può essersi formata a poco a poco, con aggiunte e miglioramenti; la trappola è stata progettata fin dall'inizio così. Molti apparati di esseri viventi sono ugualmente "irriducibili". Non funzionano se mancano anche solo di un componente I meccanismi biochimici che vengono studiati a livello molecolare non sono altro che delle "macchine composte di molecole" e come tali vanno osservate. Prendendo in esame una macchina semplice come la trappola per topi, si osserva che essa è composta da 5 parti (tagliola, molla, berretta, gancio e formaggio): togliendo una qualsiasi di queste parti, la trappola non funziona più, cioè la macchina non può essere resa più semplice di com'è. Lo stesso discorso vale per le "macchine molecolari", e Behe per dimostrarlo ha preso in esame il flagellum, il ciglio degli organismi monocellulari che funziona come una sorta di "motore fuori bordo". Gli evoluzionisti considerano gli organismi monocellulari, come i batteri, le forme di vita più semplici e primitive, trovandosi al gradino più basso della scala evolutiva attuale. In realtà non è così: le ricerche dei biochimici dimostrano che non c'è assolutamente niente di "semplice" e che tutt'altro che primitivi, i batteri rappresentano invece un caso di "miniaturizzazione". Il flagellum è un tipico caso di complessità irriducibile: è un meccanismo molto complesso, risultato dell'azione coordinata di ben 50 geni del DNA. Semplificando al massimo la descrizione, esso risulta composto da 3 diverse proteine che danno luogo a diverse strutture e funzioni: - la tubulina per i microtubuli; - la nexina, che produce una sorta di adesivo gommoso; - la dyneina che permette il movimento. Le tre proteine hanno una funzione coordinata che soltanto nell'insieme compone il flagellum e ne permette il funzionamento. Esse devono necessariamente essere esistite tutte e tre sin dall'inizio, né possono essersi formate gradualmente per selezione naturale perché, nell'intertempo tra la formazione dell'una e dell'altra, il flagello sarebbe stato inutilizzabile, non avrebbe consentito il movimento e la struttura – o addirittura i batteri stessi - sarebbero stati esposti alla soppressione da parte della selezione naturale stessa, perché inadatti alla vita. Un altro esempio, più facilmente comprensibile perché ci riguarda da vicino, è il meccanismo di coagulazione del sangue. Esso prevede una cascata proteica composta da 4 proteine diverse, tutte concorrenti, in un delicato equilibrio, ad ottenere l'effetto coagulante in caso di emorragia. L'intero meccanismo, in realtà, coinvolge una dozzina di proteine che hanno funzione regolatrice, controllando che il coagulo si formi solo dove è necessario, smontandolo quando non è più utile ecc. La cascata proteica necessita di tutte e 4 le proteine che la compongono ed è un esempio di complessità irriducibile, perché, se anche soltanto una delle proteine non fosse stata presente sin dall'inizio, negli individui portatori della cascata incompleta il meccanismo della coagulazione non avrebbe funzionato ed essi sarebbero in breve morti per emorragia o per trombosi. Diversi scienziati evoluzionisti hanno tentato di confutare questi studi, tra questi il dott. Russel F. Doolittle, membro della National Academy of Sciences, che in polemica con Behe ha cercato di dimostrare l'errore del ragionamento circa la coagulazione, applicando il consueto metodo "scientifico" degli evoluzionisti: ha cominciato col dare per certo il principio darwiniano, secondo il quale si possono comporre "alberi genealogici" degli esseri viventi in base alla percentuale di diversificazione delle sequenze di aminoacidi delle proteine che li compongono (maggiore diversità = precoce divergenza delle linee evolutive delle due specie rispetto al progenitore comune); ha continuato stabilendo che questo meccanismo di "errore-correzione" casuale, che si verifica continuamente nella duplicazione del DNA, è alla base della cascata proteica della coagulazione, nella quale le 4 diverse proteine sarebbero state prodotte da micromutazioni casuali di un'unica proteina iniziale; la dimostrazione di questo "dato scientifico" starebbe nella inutile complessità del meccanismo di coagulazione: «Nessun Creatore avrebbe progettato un sistema così indiretto e macchinoso» ha affermato Doolittle; ha concluso "leggendo in modo elastico" i risultati di una ricerca eseguita da altri scienziati, su due gruppi di topi ai quali era stato sottratto rispettivamente il gene produttore di due delle proteine della cascata proteica. I topi così manipolati sono andati incontro fatalmente ad emorragie o trombosi, ma, secondo Doolittle, accoppiandoli tra loro, la prole sarebbe stata perfettamente sana, il che avrebbe dimostrato che la coagulazione può avvenire anche in assenza di alcune proteine. Le conclusioni a cui erano giunti i ricercatori, invece, erano ben diverse: la prole di quei genitori deficitari era incapace di formare coaguli e le femmine morivano durante le gravidanze. Ben diversamente dai desideri di Doolittle, la ricerca ha dimostrato con prove certe e ripetibili che la cascata proteica della coagulazione è un esempio di complessità irriducibile e che soggetti deficitari anche di una sola proteina non potevano essere intermediari evolutivi, perché meccanismi semifunzionanti non sarebbero stati riconosciuti "vantaggiosi" nella "lotta per la sopravvivenza"; non avrebbero superato "il vaglio severo della selezione naturale" perché la loro utilità si sarebbe rivelata soltanto a posteriori, a processo evolutivo concluso, non durante la comparsa casuale dei singoli componenti del meccanismo Nulla accade a caso!! La Complessità Irriducibile dimostra senza ombra di dubbio che la natura ha un intelligenza sua propria che travalica qualsiasi nostra deduzione o immaginazione. Parlando della Complessità Irriducibile io non vorrei essere frainteso. Sono ben lungi da proporre una teoria creazionistica, ho solo detto che nell'ambito della vita potrebbero operare altre leggi che ci sfuggono e restando sempre in un campo prettamente materialistico. Del resto della vita sappiamo gran poco, per cui mi pare che sia lecito pensare che non si è tutto esaurito. Già la quantistica è alla ricerca continua di nuove leggi, io non vedo perchè per la vita dovremmo già sapere tutto, in realtà sappiamo ben poco. Ad esempio il flagellum, necessita per formarsi e per essere funzionale, di una determinata conformazione proteica oltre a tutto il resto e per formarsi solo per selezione naturale necessiterebbe di un miliardo di secoli. Questo nessuno lo può smentire, basta fare un semplice calcolo teorico. Questo significa che nell'ambito della vita operano delle leggi a noi sconosciute; in sostanza la vita tende per una legge sua intrinseca alla complessità ed alla funzionalità e qui il concetto di anima come campo di informazione dinamica ci stà alla perfezione (che poi ci siano delle eccezzioni questo è secondario). Il che significa che le proteine del flagellum si combinano già di suo secondo un determinato ordine senza dover passare attraverso infiniti passaggi selezionistici.. Io mi stupisco che non si possano accettare simili considerazioni, quando si accetta tranquillamente che l'universo è uscito da un punto (Big.Bang), che due elettrni possano comunicare anche se distanti miliardi di anni luce (quantistica), e che la Teoria delle Stringhe contempli 28 dimensioni.
  22. CO2 in atmosfera: mai così alta in 800.000 anni: sia chiaro che senza CO2 la temperatura media dell’atmosfera sarebbe di -18°. Questo vi da l’idea di quanto siano importanti anche minime variazioni della CO2 Per molte migliaia di anni i livelli di CO2 in atmosfera sono oscillati tra 170 e 280 parti per milione: le cose hanno iniziato a cambiare molto velocemente con l'inizio dell'era industriale. L'analisi dei dati mostra che procediamo al ritmo di oltre 2 ppm in media in più ogni anno, ma questo fino a 10 anni fa, mentre negli ultimi 10 anni la crescita è stata esponenziale: entro i prossimi 10 anni, se non prima, potremmo raggiungere le 500 ppm (o anche 550 ppm secondo alcuni esperti). Questo anticipa di 40 anni le previsioni: cioè si pensava che le 550 ppm si sarebbero raggiunte entro 50 anni. Negli anni '50, le prime misurazioni di Charles David Keeling evidenziavano concentrazioni stabili attorno a 310 ppm; oggi, in un milione di kg di aria troveremmo oltre 410 kg di anidride carbonica cioè 410 ppm , un terzo in più rispetto alle letture di 60 anni fa ed addirittura più che doppia di quella antecedente all’era industriale. Gli effetti di tutto questo sono difficilmente immaginabili: gli esseri umani non hanno mai respirato aria così satura di CO2. Sull'ultima volta che si sono toccati tali valori non c'è un accordo, ma potrebbe essere stato nel Pliocene, tra i 4,6 e i 2 milioni di anni fa, o nel medio Miocene (14-10 milioni di anni fa). Ma le 550 ppm si possono far risalire al Cretaceo o al Giurassico, cioè a 60-110 milioni di anni fa, l’epoca dei dinosauri. Gli aumenti della CO2 nell’atmosfera nella preistoria si pensa siano stati causati da immensi incendi che potevano interessare un intero continente: nella preistoria infatti la terra era tutta ricoperta di foreste. Un altro motivo può essere stata un intensa attività vulcanica, anche se questo è meno probabile dal momento che le eruzioni vulcaniche generano anche ANIDRIDE SOLFOROSA che ha un effetto raffreddante. Per cui le foreste che ricoprivano il pianeta se, assorbendo CO2 hanno contribuito a ridurre la temperatura della terra innescando i periodi glaciali, incendiandosi successivamente hanno dato luogo ai periodi caldi con conseguente scioglimento dei ghiacci. L’importanza della CO2 nel riscaldare l’atmosfera trattenendo i raggi infrarossi è tale che se nell’atmosfera non ci fosse la CO2 la temperatura si attesterebbe sui 18 gradi sotto zero. Ora siamo passati da 170 e 280 parti per milione prima dell’era industriale ai 410 parti per milione attuali. Benché non sia il peggiore gas serra (questo primato spetta al metano), la CO2 è il più abbondante e quello che può maggiormente incidere sul clima: livelli di 550 ppm di anidride carbonica potrebbero causare un aumento della temperatura media globale di 8 °C, ossia quattro in più del limite massimo prospettato . E’ possibile che livelli così alti di CO2 si possano raggiungere più rapidamente del previsto visti gli enormi incendi di interi continenti (es Australia, Siberia, Amazzonia). Inoltre l’aumento della temperatura di 8° C causerebbe lo scioglimento non solo dell’Artide, ma anche dell’Antartide con conseguente rialzo degli oceani di 67 metri. Già ora, che la temperatura media, rispetto a 60 anni fa, è aumentata di 3° centigradi (e non di 1,5 come si sente talvolta dire), già si sono sciolti gran parte dei ghiacciai alpini, si sono sciolti 5 miliardi di m^3 di ghiaccio in Groenlandia, si è praticamente sciolto il Polo Nord determinando problemi enormi per gli orsi bianchi e per le foche e trichechi che devono accontentarsi di qualche zolla di ghiaccio, si stanno sciogliendo tutti i bordi esterni del Polo Sud, e c’è il rischio che si stacchi una zolla di ghiaccio grande tre volte l’Italia e se questo avviene il livello degli oceani potrebbe alzarsi di 1 metro. Andrebbero sott’acqua, Venezia e tutte le città costiere. Il grave è che anche se cercassimo di abolire tutte le emissioni di CO2, la situazione dell’atmosfera è giunta ad un punto tale che la temperatura continuerebbe ad aumentare lo stesso. Questo dipende dal fatto che i 9/ 10 della CO2 è incamerata nell’acqua degli oceani. Questi, più aumenta la temperatura dell’atmosfera più rilasciano CO2 perché pure l’acqua si riscalda; ora si è visto, da studi fatti, che l’incremento esponenziale della CO2 dipende più dagli oceani che dall’attività industriale, si è visto anche, che in questo momento, gli oceani rilasciano molta più CO2 di quella che ci si aspetterebbe, pertanto è un circolo vizioso, più CO2 rilasciano gli oceani, più l’atmosfera si riscalda, e più si riscalda l’atmosfera più CO2 rilasciano gli oceani. C’è da presumere che quei 550 ppm sia una previsione troppo ottimistica. “”Gli oceanografi ritengono che negli oceani ci sia da 50 a 60 volte più CO2 che nell’atmosfera ed essi sono dei forti accumulatori di questo gas. È stato calcolato che dall’inizio della rivoluzione industriale ad oggi gli oceani hanno emesso circa 2 trilioni di tonnellate di biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera.”” Anche l’ipotesi formulata sulla rivista NATURE che sembra che gli oceani siano diventati meno assorbenti per delle correnti che fanno risalire l’acqua fredda delle profondità in superficie, a mano a mano che la parte alta si riscalda, si è dimostrata errata, in quanto si è visto che questo è un effetto transitorio e molto passeggero ed inoltre limitato alle acque tropicali e subtropicali. Insomma, uno studio successivo ha dimostrato che l’emissione di CO2 è costante e continua.
  23. CICLOGENIA DI EDERLEIN 6 settembre 2015 alle ore 0:16 La conoscete la Ciclogenia di Enderlein???? Questa dottrina afferma che, in condizioni ben precise, una particolare specie microbica può manifestarsi in differenti forme e stadi di sviluppo, dal più piccolo grado di dimensione ultramicroscopica sino agli stadi grandi, polinucleati, altamente sviluppati dei batteri e dei funghi. Enderlein partì dall'osservazione, che più si retrocede nello sviluppo – dal più evoluto e completo sino al più semplice – più plastica e variabile diventa anche la sostanza vivente e più velocemente avviene il passaggio da una forma vivente all'altra. Il risultato del lavoro di Enderlein è racchiuso nell'opera “Bakterien Cyclogenie”. Essa illustra il ciclo di sviluppo dei batteri a partire dal più piccolo stadio di virus del grumo similproteico, fino ad arrivare allo stadio di bacillo e da qui allo stato microscopico di fungo. Tutto ciò è stato confermato anche da ricerche recenti effettuate da Kölbel, Domagk, Uyeda, Harmsen e Meinecke dell'Istituto di Ricerca per la Tubercolosi di Borstel. Anche in questi lavori è stato omesso di citare Ende. Si osservi questo filmato, l'ingrandimento è spinto fino a 1200 X. A questo ingrandimento un globulo rosso, lo vedreste sullo schermo grande 3 cm. Qui ci sono dei flagellati (saranno flagellati??) estremamente mobili e delle dimensioni inferiori al micron; non sono neppure Bacterioides perchè sarebbero più grandi; che diavolo possono essere?? Una recente scoperta che pare dar ragione ad Enderlein è quella dei prioni, dei grumuli proteici privi di DNA che hanno la capacità di replicarsi, e come senza DNA?? Non c'è ancora una risposta. Ufficialmente sono stati scoperti quando c'è stata l'epidemia di Encefalopatia Spongiforme Bovina, o Morbo della Mucca Pazza ( Creutzfeldt-Jakob ); ufficialmente ci sarebbero stati solo due casi in Italia. Ufficialmente!!!! visto che un caso l'ho avuto anch'io a Badia Calavena, ed in quel periodo andai a trovare il mio amico neurologo nel suo studio dell'Ospedale di Borgo Roma, e mi balzarono all'occhio due EEG praticamente piatti, e gli chiesi " chi sono??" " sono due casi di Creutzfeldt-Jakob che abbiamo attualmente ricoverati" mi disse. Quindi credo che i casi siano stati molto di più di quelli che hanno detto, in realtà credo diverse centinaia, ma dovevano salvare il mercato della carne e non suscitare panico nella popolazione, quindi i casi ufficiali sono stati solo due. Ma vediamo cosa dice dei prioni l'enciclopedia Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Prione ""È considerato omologo ad un virus patogeno sebbene le sue proprietà biochimiche si discostino dalla classica definizione di virus, dove l'informazione genetica viene veicolata da acidi nucleici; essi aprono probabilmente il campo ad una nuova classe di agenti biologici. I prioni sono causa di una serie di malattie in una varietà di organismi, tra cui l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE, nota anche come "malattia della mucca pazza") in bovini e la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD) negli esseri umani. Tutte le malattie animali da prioni note influenzano la struttura del Sistema nervoso centrale o di altri elementi neurali dei tessuti, e tutti sono attualmente incurabili e sempre letali. La sua modalità di infezione è data da una particolare catena proteica alfa e beta ripiegata in maniera scorretta, che induce altre proteine ad assumere la stessa conformazione anomala. Queste proteine sono poi in grado a loro volta di infettare le proteine adiacenti. Studi recenti effettuati da ricercatori tedeschi hanno portato alla luce meccanismi secondo i quali questi agenti infettivi, responsabili delle suddette malattie, sarebbero trasmissibili per via aerea (un minuto di esposizione ad un aerosol con prioni è sufficiente per provocare la malattia). I risultati di questi esperimenti, presentati sulla rivista PLoS Pathogens, si pensa possano rappresentare un punto di partenza per la creazione e sperimentazione di nuove metodologie difensiv"" ""I prioni sono resistenti alle alte temperature e alle normali procedure di disinfezione. Si ritiene che il contagio avvenga quando l'animale introduca nel proprio organismo, mediante l'alimentazione, tessuti di animali infetti. Le farine animali, ricavate dagli animali morti e usate per l'alimentazione bovina fino allo scoppio della malattia, sono state ritenute la causa prima di questa pestilenza. In particolare, la modifica della sgrassatura delle farine, decisa nel Regno Unito sostituendo l'estrazione con solventi organici con altre metodiche, fu ritenuta la causa principale della mancata inattivazione del prione."" I prioni sarebbero resistenti a temperature di diverse centinaia di gradi, infatti, quando c'è stata l'epidemia in Inghilterra hanno dovuto bruciare ad oltre 700 gradi diverse migliaia di capi di bestiame e nonostante le altissime temperature avevano paura che alcuni prioni si diffondessero nell'aria. I prioni sono talmente piccoli che non sono visibili al microscopio ottico, ma solo a quello elettronico, ma quello che stupisce è come la vita possa essere presente in strutture così semplici. Ai prioni sono state attribuite diverse patologie ed in particolare: Agente della Malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ, o CJD) nell'uomo Agente della Nuova variante di MCJ (nvMCJ) Agente della Malattia di Gerstmann-Sträussler-Scheinker (MGSS) Agente del Kuru; Agente dell'Insonnia familiare fatale (IFF) Agente della scrapie degli ovini Si sono invocati i prioni anche nel Morbo di Alzheimer ed infatti inoculando piccole parti del cervello in cavie si trasmette la demenza inoltre con il microscopio elettronico si sono viste nel cervello le caratteristiche "placche" prioniche. Ma perchè mi direte ho tirato in ballo tutto questo discorso sui prioni, perchè adesso alcuni ricercatori cominciano a tirarli in ballo anche per certe forme tumorali. Sono ricerche solo all'inizio, ma si è visto che anche le cellule tumorali se inoculate in altro individuo si replicano e non c'è rigetto. Allora il discorso sulla Vit D non è più valido?? Invece diventa ancora più valido perchè si è visto che questo ormone agisce almeno su 900 geni, ed è probabile che agisca sulla replicazione dei prioni, sempre che questa ipotesi sia confermata da ulteriori ricerche. Ma questo spiegherebbe anche perchè la chemioterapia finora abbia avuto poco successo, probabilmente perchè i chemioterapici vanno ad interferire poco sulla replicazione prionica. E' probabile, che quell'ormone sintetizzato dal sole abbia un azione più energica ed anche più specifica sia nella prevenzione che nella cura.
  24. ASSURDITÀ DI EINSTEIN Ma io credo che oltre ai motivi politici Einstein sia stato mitizzato proprio per le sua assurdità e per le sue contraddizioni logiche. Come dice giustamente Leonardo Angeloni: “la sintesi è effettuata senza nessuna attenzione alle contraddizioni logiche e l’enumerazione, cioè la convalida sperimentale della teoria è completamente disattesa in virtù della ammissione che la velocità della luce rappresenta un valore limite non raggiungibile ( e neanche avvicinabile) da strumenti di misura macroscopici e tanto meno da osservatori umani.” Dimmi te che senso ha esprimere una formula dove uno dei fattori anziché essere una costante diventa una variabile, ed infatti se noi consideriamo la C che non è altro che la V della luce, dal momento che la V= SPAZIO/TEMPO, il tempo si contrae progressivamente a mano a mano che ti avvicini alla C fino ad annullarsi quando raggiunge la C. Ora avresti C= SPAZIO/ZERO = ZERO (qualcuno mi contraddica se può). In secondo luogo come la esprimi la MASSA, in Kg, Ettogrammi, Quintali, o numero di atomi che la compongono??? Non puoi certo esprimerla in ENERGIA dal momento che questa è quella che dovresti ricavare moltiplicando la massa per C^2. Ma come dice giustamente Leonardo Angeloni” Un semplice calcolo utilizzando l’equazione di Einstein E = mc2 e l’equazione di Plank E=hν mostra che ad un fotone ultravioletto di lunghezza d’onda di 250 nm corrisponde una massa circa 100.000 volte inferiore di quella di un elettrone a riposo dimostrando che siamo estremamente oltre il limite dell’applicabilità della meccanica classica.”” http://www.angleo.it...embre 2009_.pdf Inoltre se speri di calcolare l’energia espressa da una bomba atomica elevando 300.000 al quadrato stai fresco. Inoltre “Egli (Einstein) accetta le equazioni di Maxwell che conducono alla definizione della velocità della luce come una costante universale, tuttavia per poter giustificare la natura corpuscolare della radiazione, e quindi ricondurre la sua trattazione all’interno della meccanica classica egli è costretto ad una completa redifinizione dei concetti fondamentali di spazio e di tempo che da variabili indipendenti, assumono la funzione di variabili dipendenti dalla velocità del sistema di riferimento””. Inoltre “Questo procedimento, esteso da Einstein alle forze gravitazionali nella teoria generale della relatività ha portato, soprattutto in campo cosmologico, ad una trattazione in cui i buchi neri, la materia oscura e l’energia oscura la fanno da padrone con un peso maggiore al 95% dell’intero universo connotandola più come scienza occulta che come scienza razionale. Nessun essere razionale potrebbe mai dar fiducia ad un amministratore che è in grado di render conto di meno del 5% del patrimonio amministrato considerandolo od un incompetente od un intrigante. Per concludere “”E′ proprio la mancanza di questa corretta correlazione che ha portato erroneamente Einstein a simulare un campo gravitazionale con il moto uniformemente accelerato di un ascensore ed a sviluppare la sua teoria della relatività generale. L’uomo quindi, con i suoi apparati di misura e con i suoi sistemi di riferimento interni ed esterni viene reintrodotto all’interno del fenomeno fisico da cui si era autoescluso ritenendosi un osservatore esterno e neutrale senza peraltro rinunciare al criterio di oggettività che viene garantito con la determinazione dei processi di correlazione fra i vari sistemi di riferimento e quindi tra i vari sistemi di misura ed in ultima analisi tra i vari individui.”” La fisica ha bisogno di questa pre-logica per formulare le sue teorie pre-logiche di cui ha estremo bisogno, anche per questo Einstein è stato elevato a simbolo. La scienza ha sostituito la religione, oggi al posto di Gesù Cristo c’è Einstein che fa da padrone. Per questo nel tabernacolo l’Ostia è stata sostituita con E=M*C^2. Una volta se esprimevi qualcosa contro Gesù Cristo ti bruciavano sul rogo, ora se esprimi qualcosa contro Einstein vieni emarginato dalla Comunità Scientifica.
  25. ANCHE NEL RELATIVO L INFINITO TROVA LA SUA UNITA ESPRESSIVA NELLA SFERA Anche nel relativo l’infinito trova la sua attività espressiva nella sfera. La sfera infatti è un poliedro, ma nel quale gli angoli soni infiniti. Ogni punto della sfera è esattamente equivalente a qualsiasi altro punto ed è rappresentato dall’1. Né si potrebbe concepire un numero più grande dell’1, dal momento che non avrebbe alcun senso e sarebbe semplicemente la somma di elementi semplici 1+1+1 ecc. Se disegniamo una linea su tale sfera ci renderemo subito conto che non può trattarsi di una retta ma di un tratto di sfera composto da infiniti angoli. Pure se disegniamo una figura quale un triangolo sferico, ci renderemmo subito conto che non può trattarsi di un triangolo, perché a parte i tre angoli che balzano all’occhio, le tre linee che congiungono questi angoli (evidenti) sono composte da infiniti angoli. In sostanza qualsiasi figura si possa disegnare, sarà composta da infiniti angoli. La tendenza verso l’infinito, pertanto, non riguarda la sfera in toto ma qualsiasi suo punto. Oltretutto una sfera è facile da immaginare, mentre se immaginiamo un'altra funzione più semplice, che abbia tendenza all’infinito, ci risulta estremamente difficile. Una retta ad esempio. Una retta infinita, che non abbia né principio, né fine ci risulta estremamente difficile immaginarla. Comunque anche un tratto di retta è costituito da infiniti punti, per cui possiamo dire con certezza che qualsiasi funzione relativa esprime il concetto di infinito proprio perché l’elemento fondamentale che costituisce la realtà universale è l’1 al quale concettualmente non possiamo attribuire nessuna funzione di grandezza materiale. Comunque ritornando alla nostra sfera, possiamo immaginare un punto, un soggetto, che la percorra. Immaginiamo la terra, perfettamente liscia, e quindi priva di punti di riferimento, e noi che la percorriamo in lungo ed in largo. Ebbene potremmo girarla migliaia o milioni di volte e restare nella convinzione di trovarci su una superficie infinita. Soltanto un moto diverso, e cioè verso l’alto ci farebbe prendere coscienza della realtà. Vedendo la sfera dall’alto, ci renderemmo subito conto che si tratta di una superficie finita. In matematica troviamo dei paradossi: infatti essa ci dice che quanto maggiore è il raggio, tanto minore sarà la curvatura della circonferenza. In realtà per la sfera, per qualsiasi sfera non possiamo applicare questo concetto, perché qualsiasi sfera, pur diminuendo il raggio ha curvatura costante, qualsiasi sfera concettualmente è sovrapponibile a qualsiasi altra sfera. Possono diminuire certamente le dimensioni, ma può abbassarsi pure il punto dell’osservatore, ed allora ecco che la sfera riacquista la sua dimensione originaria. Ed anche un osservatore infinitamente piccolo che percorresse la superficie di un neutrone avrebbe la sensazione di trovarsi su una superficie infinita Inoltre la sfera è la figura tridimensionale con il minimo rapporto superficie/volume: ciò spiega perché a tale forma tendono molti oggetti fisici, dalle gocce di liquido ai corpi celesti. Ad esempio, le bolle sono sferiche perché la tensione superficiale tende a minimizzare l'area a parità di volume. E così sappiamo che tutti i corpi celesti tendono ad avere superficie sferica. Dalla matematica sappiamo che la superficie sferica è espressa dalla formula A=4(P GRECO) R2, mentre il volume è espresso dalla formula V =4/3 (P GRECO) R3 ma pure sappiamo per certo che con l'aumentare del raggio, il volume della sfera cresce più della superficie. Infatti il rapporto fra queste due quantità è r/3. Ora questo risulta un paradosso avendo una simile variante in quanto le espressioni per calcolare il volume e la superficie restano costanti. Ciò vorrebbe dire che ogni qualvolta riduciamo ad un terzo il raggio della sfera, diminuisce il volume di tre volte rispetto alla superficie, oppure viceversa ogni qualvolta triplichiamo il raggio di tre volte aumenta il volume di tre volte rispetto alla superficie. Ma questo è in aperto contrasto con le formule che ci portano a calcolare superficie e volume e che restano costanti. Dal momento che se ciò fosse vero anche il calcolo delle superfici e dei volumi dovrebbe essere espresso da delle variabili. Ma questo problema si pone solo quando ci rapportiamo ad una sfera più grande, mentre se restiamo nel singolo tutte le formule restano invariate. Ma quando noi ci rapportiamo facciamo un operazione che non ha valore per la singola sfera. Infatti noi rapportiamo l’1 all’1+1+1, cioè ad una somma di unità che si esprimono semplicemente in fase sequenziale. Ma una somma di unità non possono far variare le costanti fondamentali, perché tutto deve rapportarsi sempre all’1 che è l’elemento universale. Pertanto se è pur vero che con l’aumentare del raggio il volume della sfera cresce più della superficie, ciò resta semplicemente come dato teorico, mentre la sfera resta sostanzialmente con le sue caratteristiche fondamentali. Ad esempio se immaginiamo una persona infinitamente piccola che percorra la superficie di un neutrone, essa si troverebbe nelle stesse condizioni di un gigante che percorre la superficie di una sfera grande come una stella gigante. Entrambi crederebbero di trovarsi su una superficie infinita e potrebbero percorrerla all’infinito e tutti i calcoli relativi alle singole due sfere resterebbero invariati. Il rapporto r/3 ci dice semplicemente che l’universo si muove per unità triplici, cioè abbiamo 1+1+1 ed una volta raggiunto il 3 passiamo ad una nuova sequenza trina. In modo molto banale, anche nel relativo per fare un esempio, possiamo considerare la realtà come, materia, vita, psichismo. Oltre lo psichismo si salta ad un altra frequenza trina.
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