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I nostri tic, le nostre manie, idiosincrasie, situazioni assurde


malia

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- ogni volta che bevo un bicchiere d'acqua devo controllare se ci sono minuscole briciole. Se ne trovo una butto via tutto. A tavola odio anche i miei stessi eventuali residui di cibo e svuoto il bicchiere spesso. Stessa cosa per le posate, tra un pasto e l'altro le pulisco.

- non riesco a dormire senza tappi nelle orecchie, anche se c'è un silenzio di tomba. Probabilmente mi farò tumulare coi tappi, non si sa mai.

- non sopporto chi cammina troppo in casa avanti e indietro, indipendentemente dal motivo e a prescindere dalla calzatura.

- devo guardare tutti i film in lingua originale, ovviamente con sottotitoli, anche se sono in turco o islandese. 

 

 

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Una marea

Non sopporto le briciole sparse. Irrazionalmente, mi disturbano i pensieri. 

Non entro mai in ascensore, e non mi chiudo mai a chiave da nessuna parte, mai, nemmeno nei bagni pubblici, non mi importa se qualcuno apre.

Parlo da sola.

Ho una strana attrazione per l'occupare i posti degli altri. 
Tipo la parte del letto che non è la mia, il posto in macchina che non è il mio, il posto a tavola che è disposto per qualcun'altro.

Non posso mangiare con la pancia scoperta 


Ma sicuro ne ho altre 


 

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Arrivo sempre in ritardo, vivo in un mondo parallelo nel quale l’orologio è una vergine di Norimberga che stritola il ritmo circadiano degli esseri umani.

Un giorno riuscirò a far comprendere al mondo che gli orari sono un abominio che urla vendetta al Cielo.

Sono lenta. Nel parlare nel mangiare nel fare le cose. Quando sento un mio vocale, mi stufo di quella lentezza cantilenante e aumento la velocità di ascolto.

Odio il colore verde, specie nei vestiti.

Odio i profumi le creme e le cremine profumate, i saponcini e i sali da bagno.

La mattina appena sveglia sono pimpante e chiacchierina come Lurch “chiamatooo?”

Meglio non rivolgermi la parola prima del caffè (tanto non mi esce nemmeno la voce)

Odio i tanga.

Non riesco a guardare gli uomini con le sopracciglia ad ala di gabbiano.

Ah e odio quelle situazioni, a tavola, in cui bisogna tenere la conversazione perché magari non conosci tanto bene l’altra persona, ma tu hai anche un sacco di fame e non vedi l’ora di prendere una forchettata di cibo, ma al tempo stesso non vuoi finire per parlare masticando con la bocca aperta, perché è una roba bruttissima e tristissima da vedere. 

La mia tecnica in questi casi è : fare all’altra persona  una domanda che comporti una risposta moolto lunga, tipo “dimmi tutte le capitali del mondo” oppure “raccontami la storia della tua vita nei dettagli più insignificanti e barbosi” e immediatamente dopo, veloce come un fulmine, mettermi in bocca una bella forchettata di cibo, e, ahh, godermelo. Ti ho fregato, bello.

Beh. Ci sono quegli stronzi che invece di rispondere, ti ripassano la palla : “eh? Cosa? Non ho sentito” “Puoi ripetere la domanda?” “cosa hai detto?” “cosa intendi?” “ma le capitali in ordine alfabetico o geografico?” ma tu ormai hai già infilato quaranta pennette al pesto in bocca, e le devi ancora masticare, tutte, e nemmeno vuoi dargliela vinta, perché tu hai capito che lui ha capito che volevi fregarlo per poter mangiare, ma non vuoi nemmeno dargli la soddisfazione di umiliarti, rispondendo con la bocca piena, però ti ha rovinato la festa perché mastichi stressata, perché l’operazione masticatoria purtroppo richiede il suo tempo, secondi e secondi interminabili di imbarazzo mentre lui ti fissa e tu stai facendo munch munch come una mucca che rumina, e allora gli fai cenno con la mano 🤚 per dire, senza dirlo “aspetta, non lo vedi che devo masticare un bue muschiato farcito di angurie?” “ma devi proprio guardarmi in faccia mentre mastico?” e ti fa la faccina in attesa, nell’espressione “ma come, non rispondi?” così lui, lo stronzo, che ormai  ha passato la palla a te, a quel punto può, tranquillamente, mangiare, mentre tu sprofondi nel rossore e ancora non hai finito lo stesso, e ti riprometti “la prossima volta bocconi più piccoliiii!”.

 

 

 

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Probabilmente i miei tic più spinosi sono quelli di cui non mi rendo conto, quindi dovrebbero parlarne gli altri.

Ho delle abitudini e delle preferenze, questo sì.

Le posate mi piacciono pesanti, in pratica ho un paio di forchette che cerco sempre, ben appuntite.

Non sopporto le maniche appena troppo lunghe di camicie e pullover.

Non bevo mai, se posso, il caffè nelle tazzinette piccole, peggio ancora col piattino.

M'innervosice vedere che il liquido lavavetro della macchina è finito, e la pompetta elettrica gira a vuoto.

Le giornate di sole radioso mi immalinconiscono, anche se lo nascondo bene.

Quando leggo un libro, finisco per rompere la rilegatura, perchè lo spiano, stiro le pagine, lo schiaccio.

Quando mangio insieme a qualcuno che mangia male, mi passa la voglia, ma sul serio.

 

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Io ho la fissa per il letto, lo rifaccio ogni mattina e se capita, raramente, di essere arrivata la sera con il letto sfatto, lo rifaccio due minuti prima di infilarmici;

potrei accoltellare chi:

- taglia il formaggio storto;

- chi spezza con le mani il pane messo a tavola a disposizione di tutti, e pure storto, che se almeno avesse l'accortezza di spezzarlo bene...ci potrei passare sopra;

- nel parcheggio del supermercato chi apre il portabagagli per metterci dentro la spesa, e il portabagagli è pulito e in ordine, disinfettato, spazzolato...mi viene proprio un impulso omicida;

- la cartaigienica del mio bagno deve essere biancaaaaa, non rosa, nè celestina, non con la R di Rotolone Regina, ma biancaaaa;

- stendo il bucato e abbino il colore delle mollette al colore del capo steso e se questo non è possibile, e ce ne devo mettere due o tre devono essere dello stesso colore;

- la tavola, come il letto, sono posti sacriiiii; semplici ma in ordine; se mi devo pulire la bocca con la carta del giornale, io ci abbino la tovaglia.

Edited by malia
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18 ore fa, zarina ha scritto:

Una marea

Non sopporto le briciole sparse. Irrazionalmente, mi disturbano i pensieri. 

 

Mi hai fatto riflettere sul rapporto che ho io con le briciole.

A me piace il pane, quindi anche le briciole, poi ci gioco, le schiaccio, le metto in fila col dito - il tutto mentre parlo - ma mi danno fastidio quelle che vanno a finire sotto il bicchiere.

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38 minuti fa, Nero ha scritto:

Mi hai fatto riflettere sul rapporto che ho io con le briciole.

A me piace il pane, quindi anche le briciole, poi ci gioco, le schiaccio, le metto in fila col dito - il tutto mentre parlo - ma mi danno fastidio quelle che vanno a finire sotto il bicchiere.

Vederle in giro sparse mi dà la sensazione di scomposizione eterna. Così, minuscole, ognuna di loro probabilmente microfratturata in ancora altre biricioline che sfuggiranno per sempre al mio controllo, in giro nell'iperuranio.. Insopportabile. 

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5 ore fa, Vomitoyn ha scritto:

Quando trovo scritte cose senza senso non mie, mi viene voglia di riordinare con altre cose senza senso. 

Quando scrivi cose un pochino criptiche che nessuno capisce, lo fai per una tua idea di ordine avvicinando i nonsense ai nonsense? 👀😅

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23 minuti fa, Pandora ha scritto:

Mi è venuta in mente la mia paranoia di guidare solo con tutti i finestrini della macchina spalancati perché mi mette ansia l’idea essere inscatolata.

Ovviamente nessuno vuole un passaggio da me.

 

Certo che no, cioè dico con questo freddo un passaggio coi finestrini spalancati, no ho già abbastanza reumatismi. 

O la storia dei finestrini è una scusa per non dare passaggi? 😄

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4 ore fa, Zagor ha scritto:

Certo che no, cioè dico con questo freddo un passaggio coi finestrini spalancati, no ho già abbastanza reumatismi. 

O la storia dei finestrini è una scusa per non dare passaggi? 😄

Non lo potremo mai scoprire; chi sa se avverte prima del passaggio, caso mai Oppure...?) )

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1 ora fa, Arianna ha scritto:

Odio dormire con la porta chiusa ,mi sento soffocare.Sono una maniaca dell'ordine.

Ma una maniaca dell’ordine che mette le tazze nell’armadietto con tutti i manici orientati nella stessa direzione, che appende i vestiti nell’armadio secondo gradazione di colore, che stira anche i calzini, o come?

Raccontaci, io sono l’esatto opposto e questo mondo sistemizzato mi incuriosisce. 

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Se il mio interlocutore volge lo sguardo da un'altra parte, smetto automaticamente di parlare e rimango in silenzio, fissandolo, finché non mi riguarda negli occhi. Quando capisco che sta effettivamente pensando a tutt'altro e fa finta di ascoltarmi, inizio a dire frasi sconnesse e parole a casaccio, come se fosse antani.

Non sopporto venire interrotto mentre parlo ed esprimo un concetto; mi sale proprio un istinto omicida. Se sono questioni di lavoro, tronco immediatamente la conversazione visto che se non hanno bisogno del mio contributo, possono fare a meno anche della mia presenza..

Quando un collega compila una tabella excel e le celle non sono formattate adeguatamente, soffro intimamente. Così gli prendo il mouse dalle mani e lo faccio io.

Se in ufficio o a casa d'altri vedo un cassetto o un armadio aperto, lo chiudo, più o meno consapevolmente.

Viceversa a casa mia lascio tutto come capita. Ante dell'armadio spalancate e vestiti riposti alla rinfusa. Ogni cambio di stagione mi riprometto di essere più ordinato ma dura il tempo di una lavatrice.

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Il 4/2/2023 at 13:56, Anarko ha scritto:

Se il mio interlocutore volge lo sguardo da un'altra parte, smetto automaticamente di parlare e rimango in silenzio, fissandolo, finché non mi riguarda negli occhi. Quando capisco che sta effettivamente pensando a tutt'altro e fa finta di ascoltarmi, inizio a dire frasi sconnesse e parole a casaccio, come se fosse antani.

Se il mio interlocutore non mi guarda, io provo a parlare lo stesso. Ma se continua a non guardarmi lo considero offensivo, e segno di falsità e malafede.

A meno che si stia disegnando. Grandi chiacchierate nelle aule di disegno.

La cosa di dire frasi a casaccio lo facevo con mia mamma quando fingeva di ascoltarmi. Era un gioco che condividevo con mio papà lanciandoci sguardi di intesa e ridacchiando mentre la sparavamo sempre più grossa.

In questo filone una cosa che non sopporto la faceva il mio ex. Io parlavo di qualcosa che ritenevo importante come l’estinzione dei puffi blu, e mi illudevo che dato che mi guardava fissa, ascoltasse. Invece ad una certa mi interrompeva liquidando il mio argomento per fare qualche osservazione su di me. “Si si i puffi blu, ma ti sei pettinata stamattina?”

”ti sto dicendo una cosa importante!”

”ma hai capelli strani! Non lo so, troppo gonfi a sinistra. Perché non vai dalla parrucchiera che c’è tempo?”

che nervi..

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Pure io ho la passione del letto, se il detersivo non è profumato come deve essere secondo me, vedo gli zombye copulare, nel senso che sporcano tutto. Il letto deve essere dritto meglio un piccolo arto zombie sopra, anziché la pieghetta. Piovimi in casa pure..ma non la coperta che non è dritta sul letto.

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