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49 minuti fa, Freya ha scritto:

Tutti credono di esserlo, anche quando non lo sono.

dipende cosa si cerca

cercare di disfarsi del mondo oppure realizzarsi con gli altri

io propenderei per la prima

visto che la seconda è intrinseca di ipocrisia 

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Il 12/8/2023 at 17:15, Karver ha scritto:

quanti di voi sul forum sono degli onesti ricercatori?

Tutti lo sono altrimenti non sarebbero ricercatori. Non riesco a concepire un ricercatore non onesto, non saprei proprio cosa voglia dire. Me lo spiegheresti?

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On 8/12/2023 at 5:15 PM, Karver said:

quanti di voi sul forum sono degli onesti ricercatori?

Forse nessuno. O pochissimi.
Mi spiego.
Ricercatore è qualcuno che cerca le verità universali.
Che sono tali in quanto valide in tutte le situazioni e per tutti gli uomini.
Non lo sono quelle che "funzionano" o "funzionicchiano" solo in certi contesti.
Faccio alcuni esempi banali. Uno studia alimentazione, quindi mangia qualcosa che gli fa bene apparentemente, quindi lo proclama cibo sano - o mangia qualcosa che gli fa male apparentemente quindi lo proclama veleno. Senza considerare il suo DNA, il suo stato di salute, la versione del prodotto acquistato e tanti altri fattori. Oppure legge studi fatti dagli sconosciuti, semplicemente "fidandosi".
In questo caso non è un ricercatore onesto.
Per esserlo dovrebbe fare ricerca lui stesso in laboratorio suo senza leggere lavori altrui, inoltre dovrebbe considerare sempre tutte le variabili, non concentrarsi su un unico contesto o solo su se stesso. Le "verità" "relative" non ci servono perché non sono verità.
C'è molta fantasticheria e un tirare a indovinare nella "ricerca" moderna. Praticare una dottrina non è esattamente fare ricerca. Tanto meno se la si pratica in modo sporadico/ superficiale.

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18 minuti fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Forse nessuno. O pochissimi.
Mi spiego.
Ricercatore è qualcuno che cerca le verità universali.
Che sono tali in quanto valide in tutte le situazioni e per tutti gli uomini.
Non lo sono quelle che "funzionano" o "funzionicchiano" solo in certi contesti.
Faccio alcuni esempi banali. Uno studia alimentazione, quindi mangia qualcosa che gli fa bene apparentemente, quindi lo proclama cibo sano - o mangia qualcosa che gli fa male apparentemente quindi lo proclama veleno. Senza considerare il suo DNA, il suo stato di salute, la versione del prodotto acquistato e tanti altri fattori. Oppure legge studi fatti dagli sconosciuti, semplicemente "fidandosi".
In questo caso non è un ricercatore onesto.
Per esserlo dovrebbe fare ricerca lui stesso in laboratorio suo senza leggere lavori altrui, inoltre dovrebbe considerare sempre tutte le variabili, non concentrarsi su un unico contesto o solo su se stesso. Le "verità" "relative" non ci servono perché non sono verità.
C'è molta fantasticheria e un tirare a indovinare nella "ricerca" moderna. Praticare una dottrina non è esattamente fare ricerca. Tanto meno se la si pratica in modo sporadico/ superficiale.

per esempio per quanto riguarda la mia esperienza

non conta per forza quello che dice il medico di turno su cosa mangiare e che farmaco prendere

a volta basta un po' raziocinio

mi autoosservo, penso, ragiono e vedo cosa mi serve per migliorarmi

ma in realtà dovrebbe essere così

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On 8/20/2023 at 2:02 PM, Karver said:

quelli che magari dicono io pratico ma poi non fanno nulla

Se il senso della domanda era quello, quanti praticano ciò che dicono, io vado oltre dicendo che non basta praticare per progredire. Ammesso che tutti praticano ciò che dicono, si può praticare:
- una dottrina non adatta a te senza saperlo.
- una dottrina adatta a te ma obsoleta.
- una dottrina incompleta.
- una dottrina completa ma basata su testi alterati, non originali che quindi ha perduto molto della sua efficacia.
- una dottrina non compresa.
- una dottrina non interpretata correttamente secondo le intenzioni dell'autore.
Inoltre si può praticare in modo approssimativo oppure senza continuità o fermandosi a metà strada o mescolando varie dottrine (sincretismo random) o pensando ad altro  (distrazioni, divagazioni, tentazioni). Tutto questo porta all'insuccesso indipendentemente se si pratica o meno.

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1 ora fa, G.a.b.r.i.e.l ha scritto:

Se il senso della domanda era quello, quanti praticano ciò che dicono, io vado oltre dicendo che non basta praticare per progredire. Ammesso che tutti praticano ciò che dicono, si può praticare:
- una dottrina non adatta a te senza saperlo.
- una dottrina adatta a te ma obsoleta.
- una dottrina incompleta.
- una dottrina completa ma basata su testi alterati, non originali che quindi ha perduto molto della sua efficacia.
- una dottrina non compresa.
- una dottrina non interpretata correttamente secondo le intenzioni dell'autore.
Inoltre si può praticare in modo approssimativo oppure senza continuità o fermandosi a metà strada o mescolando varie dottrine (sincretismo random) o pensando ad altro  (distrazioni, divagazioni, tentazioni). Tutto questo porta all'insuccesso indipendentemente se si pratica o meno.

a me capita l'ultima cosa che hai detto

come se ogni giono dovessi cominciare da capo

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