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Maya e circuiti elettronici


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La prima volta che ho visto le pitture dei  Maya sono rimasto stupito e interessato per la geometria che le contraddistingue.

In modo particolare, mi colpiva la somiglianza di esse con gli schemi elettronici, i circuiti stampati e, in genere, l'elettronica visualizzata.

Mi chiedevo come mai,quindi andai a curiosare tra le sculture e trovai la stessa somiglianza specialmente in alcuni bassorilievi!

Scontata l'ipotesi della coincidenza,mi chiedevo se,in qualche modo,i Maya avessero avuto un contatto con qualcuno o qualcosa che si sarebbe potuto mettere in relazione con la tecnologia di cui parliamo.

Sono andato a curiosare nei loro miti e ho scoperto quello del re Pakal,che penso conosciate anche voi:

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.m.wikipedia.org/wiki/K%27inich_Janaab%27_Pakal&ved=2ahUKEwiLsK3b__b_AhV7nf0HHZqLB3AQFnoECBIQAQ&usg=AOvVaw0mRQEjW9tYMKjtmL9AV2fs

in particolare:

 

https://www.google.com/search?client=ms-android-wtn&sxsrf=AB5stBgg1xiKPTVc5JrwaVCJmmVRtLQq7A:1688550354413&q=re+pakal&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwjGir2gpPf_AhW1nf0HHbJuDToQ0pQJegQICxAB&biw=412&bih=753&dpr=1.75#imgrc=WL10Wcm0vIRY1M

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://m.youtube.com/watch%3Fv%3D4ybuZv6-sjg&ved=2ahUKEwjl9uaQgPf_AhWUhf0HHeHzBIEQjjh6BAgSEAI&usg=AOvVaw1Ixjb18YnkUMpArIwFU5qF

Dunque, qualcosa è successo al tempo dei Maya.

Qualsiasi cosa sia successa, aliena o meno, deve aver colpito quel popolo in modo tale da influenzarlo psicologicamente e culturalmente.

Aggiungo che nell'area centro americana, si si o succedute civiltà, prima e dopo  i Maya, in cui si intuisce qualcosa di strano, interessante e, forse un po' inquietante.

Il fiorire di quelle civiltà ha un qualcosa di intelligente attivo e creativo che non si riscontra in altre: l'uso della pietra,l'architettura,la grande importanza della religione, l'osservazione del cielo, la suddivisione del tempo la cura del territorio, la cura e l'uso della comunicazione, ecc....

TUTTO CIÒ SEGNALA QUALCOSA DI MODERNO, PERFINO DI ATTUALE!!

 

Osservate bene questi circuiti:

https://www.google.com/search?q=circui+elwttronico&oq=circui+elwttronico&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOdIBCDYzMDlqMGo0qAIAsAIA&client=ms-android-wtn&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8&chrome_dse_attribution=1#imgrc=lkssudXUuLzWmM

e schede madri:

https://www.google.com/search?client=ms-android-wtn&sxsrf=AB5stBiLGh8KVTkZSRbvL_kjO1mTyHZo5A:1688550065534&q=scheda+madre&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwiTut2Wo_f_AhU5_7sIHY-dD-sQ0pQJegQICRAB&biw=412&bih=753&dpr=1.75

 

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Iniziamo dal racconto riguardante il sarcofago di Pakal: nel filmato, il narratore srotola una serie di inesattezze, eufemisticamente parlando, e fa delle affermazioni non dimostrate e indimostrabili.

Tanto per cominciare, le "piramidi" degli antichi Maya non differiscono da quelle degli Egizi solo per il fatto di avere la sommità "tagliata": in realtà, non sono piramidi, sono edifici piramidali a gradoni, come la cosiddetta piramide di Djoser, la più antica delle costruzioni piramidali egizie e l'unica tra quelle egizie ad avere quella forma particolare. Inoltre, la piattaforma che sta alla sommità degli edifici piramidali dei Maya è sempre occupata da uno o più templi.

Veniamo a Pakal: nacque nel 603 e morì nel 683, quindi a 80 anni, non a 77 e fu sovrano per 68 anni

https://it.wikipedia.org/wiki/K'inich_Janaab'_Pakal

La lastra che copriva l'ingresso alla scala che conduce alla sua tomba non era sollevabile con le dita, come una moderna botola, era una lastra di pietra e venne sollevata con grande fatica.

La scala non era al momento accessibile, perché totalmente ricoperta di materiale di riporto, ci vollero 3 anni (alcuni scrivono 2, altri 4) per sgombrarlo tutto e arrivare alla camera sepolcrale.

Il sarcofago venne iniziato nell'ultimo decennio della sua vita e terminato durante il regno di suo figlio, K'inich Kan B'ahlam II, quindi non è molto più antico della piramide, anche se effettivamente questa venne elevata dopo il completamento del sepolcro.

Nella sua posizione originale il coperchio del sarcofago non si vedeva come se avesse un rilievo in posizione orizzontale, cioè visibile dal lato lungo, bensì in posizione verticale, cioè dal lato corto che sta dalla parte dei piedi. In pratica la si deve osservare così https://blogstorico.files.wordpress.com/2016/08/lastra-pacal-palenque.jpg?w=640 e non così https://leganerd.com/wp-content/uploads/2011/05/LEGANERD_041232-copy.jpg

L'immagine che ritrae un moderno a astronauta, con il suo bel casco, affiancato da una specie di pilastro nel quale si vede una testa umana emergere da qualcosa che sembra un casco molto simile a quello moderno è fuorviante: quella figura umana non è Pakal e per di più il pilastro non è pertinente alla cultura Maya, si tratta della raffigurazione di una divinità di altra cultura messicana che sta emergendo dalle fauci di un serpente,

Pakal non è a cavallo di un razzo, come ipocritamente sostenuto da von Däniken e copiato da Kolosimo, che confessò a un mio amico che nemmeno lui ci credeva: sta al fianco (lo si vede bene osservando le sue ginocchia) di un albero che per i Maya era l'axis mundi, la Sacra Ceiba al cui vertice sta un uccello il cui nome è Vucub Caquix, cioè Sette (Vucub) Ara Macao (Caquix).

Qual è il significato? Per un visitatore che entri nella camera la lastra appare orientata in senso sud (Mostro della Terra e piedi di Pakal) - nord (testa di Pakal e Vucub Caquix) e il nome dell'uccello porta all'inizio il numero sette, vucub, perché è la zoomorfizzazione dell'Orsa Maggiore: qundi, Pakal sta salendo verso il cielo dei suoi antenati divinizzati, quello che nella concezione tomistica è l'empireo, cioè il cielo delle stelle fisse, che per i Maya si trovava al di sopra del nord celeste, dove Pakal diventerà a sua volta una divinità.

Per capire tutto questo è necessario conoscere l'iconografia con la quale si esprimevano gli antichi Maya, che è del tutto disponibile perché conosciamo una quantità enorme di monumenti e statue in pietra e/o stucco nonché raffigurazioni pittoriche, provenienti da affreschi e vasellame dipinto: però è necessario aver voglia e tempo per studiare l'argomento.

Detto questo, per quanto riguarda una eventuale similitudine tra alcuni glifi Maya e i circuiti elettronici a noi contemporanei, c'è una quantità pressoché infinita di petroglifi, geoglifi e pitture, risalenti persino al paleolitico, che possono richiamare i meandri circuitali: per citare qualche esempio, molte incisioni rupestri risalenti al neolitico presenti in Val Camonica, in Lombardia, le pitture della Grotta di Porto Badisco, in Puglia e per andare più lontano da noi ma più vicini nel tempo alcuni petroglifi di Nazca.

https://it.frwiki.wiki/wiki/Palenque#Temple_des_inscriptions

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beh,ma bisogna pur dire che l'arte maya,insieme a quella azteca e inca,segue una geometria strutturale e una impostazione del tutto diversa da quella dei petroglifi che citi:

 

IMG0078.jpg

Vuoi mettere?

Mi sai spiegare cosa stanno facendo i due personaggi attorno a ciò che stanno toccando?

E quella cosa che toccano cos'è?

L'immagine originale si trova qui:

http://research.famsi.org/uploads/schele/hires/01/IMG0078.jpg

e fa parte di un trittico trovato nella Piramide della Croce a Palenque.

Mi pare innegabile che i Maya rappresentino quello che pitturano con uno stile e una geometria perfetti che ricordano,in modo impressionante,una mentalità strumentale e macchinistica.

 

 

 

Edited by passworld
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Partendo da sx:

a - un sovrano che sta praticando l'autosalasso, quello che sembra un oggetto nelle sue mani è il suo sangue che scorre, per capirlo devi conoscere l'iconografia Maya legata a questa pratica;

b - due personaggi divisi dall'albero della vita o Axis Mundi, che sorge dal Mostro del mondo sotterraneo, sulla cima dell'albero è posato Vucub Caquix, la personificazione dell'Orsa Maggiore. Sulla "fronte" del Mostro c'è una coppa che contiene i 4 simboli della donazione del sangue, che sarà raccolto nella coppa stessa, quell'oggetto appuntito ritto, che sembra un pesce con tanto di spine è la personificazione della spina di Manta Ray che serviva a praticare il foro dal quale far sgorgare il sangue. Sui due rami sporgenti della cosiddetta croce si vede una serie di rettangolini che terminano in sferette: sono a loro volta sangue che scorre. I due personaggi ai lati della croce sono padre e figlio: il padre è morto ed è più piccolo, il figlio ha dimensioni maggiori ed è vivo, sulle braccia tiene la raffigurazione del cosiddetto dio giullare detto anche dio manichino, personificazione del potere e del sangue regale. Probabilmente si tratta del padre di Pakal e di suo figlio. Il padre di Pakal, defunto, è piccolo e vestito con abiti dimessi sia perché appunto è un morto, lo si capisce dalla testa del dio del mondo dei morti, Xibalbá, sia perché non apparteneva alla linea di sangue regale, trasmessa a Pakal solo dalla madre. Si tratta della rappresentazione di una cerimonia nella quale uno dei protagonisti, il padre, ha un ruolo secondario: la trasmissione del potere a Pakal, che in realtà è una assunzione del potere, perché il padre non glielo poteva trasmettere, anche se dalle sue mani sta sgorgando sangue nella stessa rappresentazione che si vede nel pannello precedente. Dato che il Tempio della Croce è stato edificato dal figlio di Pakal, alcuni interpretano la cerimonia nello stesso modo, ma il personaggio maggiore sarebbe Pakal che sta passando il potere al figlio, consegnandogli la personificazione del dio giullare: questa lettura, però, non spiega perché sotto i piedi del presunto  K'inich Kan B'ahlam II ci sia il glifo del dio della morte:

c - una delle tipiche rappresentazioni del dio degli inferi, lo "specchio fumante", raffigurato con gran parte dei suoi paraphernalia (per la definizione di questo termine vedi https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/paraphernalia).

Per capire come si arriva a queste spiegazioni è molto utile leggere il volume "Una foresta di re" di Linda Schele a David Freidel, nelle buone biblioteche civiche lo si trova con relativa facilità. I due autori spiegano con dovizia di particolari come e perché K'inich Kan B'ahlam II abbia fatto costruire i 3 templi del Gruppo delle Croci (https://it.wikipedia.org/wiki/Palenque#Gruppo_delle_Croci) e in quale data presumibilmente li abbia inaugurati. 

 

A parte il fatto che l'arte dei Maya ha una connotazione per l'appunto "artistica" del tutto paragonabile alla nostra e per me è sempre fonte di gioia e stupore osservare i loro capolavori, cosa c'entra l'arte degli Amerindiani con l'interpretazione dei petroglifi? Casomai saranno i glifi maya che vanno comparati con questi ultimi e con le volute di metalli presenti sulle piastre dei circuiti stampati.

La dimensione artistica dell'arte azteca a mio parere è decisamente inferiore, così come quella incaica.

Sono un matematico del ramo cosiddetto elettronico, proveniente dal Liceo Classico vecchio stampo e da più di 50 anni mi dedico professionalmente alla Information Technology, come analista di sistemi. Quindi mi permetto di osservare, Per riguardo l'ultima affermazione, che anche Pitagora, Euclide e altri insigni matematici/filosofi greci ragionavano di geometria e algebra in modo analogo al nostro: non per questo si possono tacciare i greci antichi, che hanno prodotto infiniti capolavori d'arte e di architettura seguendo la proporzione aurea, di aver avuto una mentalità strumentale e macchinistica (probabilmente volevi dire meccanicistica)

 

 

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Ti ringrazio per le spiegazioni sui rappresentati,io dico che i rappresentanti, cioè il modo di rappresentare dei Maya è geometrico,meccanicistico e schematico non dà emozioni

e non esprime sentimenti o molto calore umano.

D'altronde i maya ma anche gli aztechi e gli Inca avevano caratteristiche sistemiche molto accentuate:

a)gerarchizzazione severa e rigida

b)centralizzazione del potere e del possesso

c)macchinizzazione nel senso di un funzionalismo molto organizzato e controllato.

Ora,tu sai che i sistemi si evolvono attraverso queste tre caratteristiche:gerarchizzazione,macchinizzazione e centralizzazione.

Nei maya ma anche negli aztechi e negli inca, queste caratteristiche sono molto accentuate e significative!

L'arte conseguente le riflette e le manifesta,come d'altronde,le riflette e manifesta l'informatica e i suoi prodotti e componenti.

È qui che sta la somiglianza e,secondo me ,non c'è altra civiltà che li possa battere in questo!

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@ passworld 

"il modo di rappresentare dei Maya è geometrico, meccanicistico e schematico non dà emozioni"

Qui ci sarebbe da discutere all'infinito: a me le emozioni certe opere le danno, altroché se me le danno!

Io studio per hobby l'iconografia espressa utilizzando la giadeite: guarda un po' qui, due "scatolette" in legno di cedro, ricoperte di tessere di bellissima giadeite, con il coperchio sormontato dai ritratti dei sovrani di Tikal che le commissionarono, tenendo presente che entrambi sono alti meno di 20 cm

https://www.pinterest.it/pin/549931804476590183/?mt=login

https://www.pinterest.it/pin/969540626007519146/

http://www.sbresearchgroup.eu/images/Jade/giada108.jpg

e poi la maschera funeraria di Pakal

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fa/Palenque_-_Maske_des_Pakal.jpg/800px-Palenque_-_Maske_des_Pakal.jpg

e questa maschera in fuchsite, proveniente da scavi clandestini forse nella località di Rio Azul

https://traffickingculture.org/encyclopedia/case-studies/rio-azul-mask-2/

nota che la lingua ha la stessa forma e le stesse incisioni di quell'oggetto appuntito raffigurato sulla lastra tombale di Pakal.

 

Mi fermo qui, potrei andare avanti per ore a presentarti stupende opere d'arte maya in giadeite e/o altre pietre verdi: serpentinite, fuchsite, calcedonio, agata...

Dimenticavo: l'oggetto appuntito raffigurato sulla lastra di Pakal, che come ho scritto è una lancetta/spina caudale di Manta ray, ha la forma di un pesce ed è la rappresentazione dell'oggetto utilizzato per procurarsi l'autosalasso. Bene, nei glifi questo atto è rappresentato delineando una mano che stringe un pesce, a volte solo una pinna di pesce, con una evidente figura retorica che trasla il significato dell'oggetto, una spina di pesce, per rappresentarne la funzione utilitaristica.

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Mi spiego: se io guardo un quadro di Leonardo,Renoir,di Monet,di.....per non citarli tutti,artisti e stili,io mi emoziono,mi sento preso non tanto intellettualmente quanto emotivamente,il quadro muove sentimenti,fantasie,immaginazione creativa.

Se io guardo le opere dei Maya,provo altro:curiosità,interesse,

ammirazione per l'architettura e domande.

Sono un'arte e una cultura uniche nel loro genere,questo mi interessa molto,apprezzo ma non mi emoziono più di quel tanto.

Mi capita lo stesso davanti alle piramidi egizie,ai loro monumenti e pitture.

Anche gli Egizi mi danno quell'impressione che mi danno le opere maya,qualcosa di  matematico,di geometrico, di fisica applicata intuitivamente.Belli i disegni,belli i colori ,belli gli oggetti,piramidi fin troppo perfette,ecc...

Ma....manca un umano profondo,un UMANAMENTE UMANO CHE POTREBBE ANCHE SEMBRARE BANALE.

Maya,Aztechi,Inca e Egizi sembrano sospesi  a Dei della Perfezione,del Potere e

di qualcos'altro che mi sfugge.

 

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Si deve fare un distinguo: un conto è lo studio della struttura di un'opera d'arte, un conto sono le percezioni che uno "patisce" o esperimenta nel vederla.

Molti di noi non se ne accorgono ma praticamente tutte le opere d'arte sono costruite secondo canoni matematici e in particolare geometrici: pensa all'uso della prospettiva, allo studio dei volumi e delle proporzioni, niente di tutto questo è lasciato al caso. Per es., si dice che i Romani non conoscessero l'uso della prospettiva nella pittura: non è così, il secondo stile pompeiano lo dimostra, leggiti questo pezzo https://www.stilearte.it/prospettiva-la-grande-illusione/

Non c'è alcunché di meccanicistico in questo, né di manieristico: per piacere un'opera d'arte deve necessariamente soddisfare determinati criteri nelle proporzioni dei vari soggetti rappresentati, siano essi il frontone di un tempio piuttosto che le dimensioni delle parti del corpo di un individuo/animale scolpito nel marmo o fuso in bronzo.

Tanto per dire, la statua dell'Augusto di Primaporta ha le braccia e le mani apparentemente sproporzionate, troppo grandi nella posizione in cui lo ammiriamo oggi: in origine era posto in alto e se i suoi arti fossero stati scolpiti nelle normali proporzioni, braccia, mani e testa sarebbero apparsi sproporzionatamente piccoli.

Per quanto riguarda l'arte antica, nel caso della statuaria marmorea greco-romana noi viviamo sotto l'influsso degli studi dello storico dell'arte tedesco Johann Joachim Winckelmann, forse il massimo esponente del Neoclassicismo, che nfluenzò tutta la produzione statuaria successiva, vedi per es. quella di Antonio Canova. Winckelmann vide le statue come le vediamo noi oggi, prive di colori, di conseguenza si convinse e convinse tutti gli storici dell'arte successivi, fino a relativamente pochi anni fa, che il candore di quei marmi fosse voluto e affascinante, il massimo della bellezza e della perfezione: la verità è tutt'altra, guarda la statua dell'Augusto di Primaporta com'è oggi e come è stata ricostruita la sua panoplia di colori originali https://www.studiarapido.it/wp-content/uploads/2020/07/augusto-di-prima-porta.jpeg Lo stesso vale per l'Ara Pacis, vedi com'è e come era https://www.avvenire.it/c/2018/PublishingImages/317d7ae84b2746699074f2fdc3ed9d15/ara_pacis__59855752.jpg?width=1024   https://2.bp.blogspot.com/-lKoGqSwjb44/UiVrivaThOI/AAAAAAAAREM/Rgoz_nm7BRE/s1600/ara-pacis.jpg

 

Le emozioni che può trasmettere un'opera d'arte, invece, sono assolutamente soggettive, un fatto dipendente da come, quando e quanto si emoziona ciascuno di noi. E non possiamo discutere di questo, così come non si può discutere del gusto nel confronto dei cibi, dei vini e dei profumi.

Riporto il tuo passaggio finale: "Maya,Aztechi,Inca e Egizi sembrano sospesi  a Dei della Perfezione, del Potere e di qualcos'altro che mi sfugge" forse quel qualcos'altro ti sfugge semplicemente perché non ti accorgi di essere immerso in una realtà del tutto simile: la nostra cultura, quella cinese, quella indiana e quant'altre sono attaccate a divinità, celesti o umane che siano (umane nel senso per es. del Presidente degli USA, della Russia, di coloro che maneggiano grandi quantità di denaro...) che sono potenti e per certi versi perfette, non ne possiamo fare a meno. E a ben guardare, queste "divinità" sono i personaggi in possesso del potere di alimentare la produzione artistica di altissima qualità

A questo proposito, ti voglio far notare che esiste una divergenza fortissima tra la visione "pubblica" della proprietà degli oggetti d'arte archeologici o comunque antichi, tipica dei paesi dell'Europa continentale, e quella "privatistica" tipicamente anglosassone. In pratica, la prima sostiene che il bene artistico è patrimonio pubblico della Nazione nella quale risiede, è stato prodotto o è stato rinvenuto, la seconda che il bene artistico, di qualsiasi genere esso sia, è pubblico ma in senso privato (scusa l'apparente antinomia), quindi soggetto alla circolazione e alle leggi di mercato tipiche di qualsiasi altro tipo di commercio. Quest'ultima visione si scontra con un gravissimo problema di fondo: i potenti aspirano alla libero mercato e alla proprietà dei migliori beni artistici, in nome della presunta miglior possibilità delle fruizione del bene, per tenerli in residenze o depositarli in caveau nei quali possono gustarne la visione solo loro e i loro accoliti ammessi...

 

Per finire, non capisco proprio cosa tu voglia dire con questo passaggio "anche gli Egizi mi danno quell'impressione che mi danno le opere maya, qualcosa di  matematico, di geometrico, di fisica applicata intuitivamente": cosa c'entra la "fisica applicata intuitivamente"? Cosa vuoi dire?

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Sono state fatte misure all'interno della grande piramide:

https://www.google.com/amp/s/tg24.sky.it/scienze/2018/08/01/scoperto-segreto-energia-piramide-cheope/amp

inoltre le tre piramidi influenzano il campo gravitazionale:la fisica ci dice che qualsiasi massa sulla terra esercita un effetto gravitazionale seppur minimo.

Le piramidi lo fanno  in modo particolare anche se minimo essendo piccole masse concentrate in un minimo spazio e volume.

Le tre piramidi egizie sono come tre piccole stelle poste in uno spazio minimo.

Naturalmente detto cum grano Salis e fatte le debite proporzioni.

Anni fa ho letto che un astronomo francese aveva simulato un ingrandimento proporzionale delle tre piramidi in uno spazio cosmico proporzionalmente uguale a quello di Giza.

Il risultato era stato sorprendente per l'effetto ottenuto:in pratica la forza gravitazionale dei tre oggetti in quello spazio AVEVA ORIGINATO UN PICCOLO BUCO NERO!

Conclusione

Intuitivamente o sulla base di qualche conoscenza,gli Egizi hanno fatto, in pratica,della FISICA APPLICATA!

La stessa fisica applicata intuitivamente dagli antichi romani:

 

 

 

 

 

 

 

Edited by passworld
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Se non erro, in quella discussione cin cin ti aveva fatto notare come il calice in questione poteva essere il frutto di una involontaria contaminazione.

Perché, vedi, un conto sono gli effetti collaterali, per così dire, di un atto come la costruzione di un edificio eo della creazione di un oggetto, un conto è che quegli effetti siano stati ottenuti volontariamente e coscientemente.

Nel caso del calice, si tratta dell'unico esempio noto, non ci sono pervenute copie sperimentali precedenti, non ci sono scritti che le attestino, non ci sono resti né notizie delle macchine per produrre le nanoparticelle etc. etc.

Già differente è il caso delle grandi piramidi di Giza, che in effetti sono state precedute da analoghi edifici ben più piccoli e da esperimenti di dimensioni cospicue, se non ricordo male due, finiti non proprio come si desiderava: che le masse delle 3 piramidi di Giza influenzino il campo gravitazionale è noto oggi ed è difficile verificarlo data l'esiguità di questa influenza, che questo fosse noto già a quel tempo non mi sembra proprio sia documentato, così come il fatto che possano funzionare da concentratori di energia. tantomeno abbiamo notizie che ci dicano che gli Egizi fossero consapevoli di tutto questo.

Inoltre, anche per le piramidi di Giza vale il discorso che abbiamo solo ipotesi su come fossero rifinite: probabilmente, erano coperte di lastre calcaree bianche, accuratamente lucidate, di conseguenza riflettenti. Data l'intensità dell'insolazione in quella piana, dovevano essere dei veri fari di giorno, quindi in effetti molto simili a 3 stelle, che però apparivano alla luce del sole, non di notte. Non ho mai letto che sia stata formulata l'ipotesi che mi azzardo a scrivere e cioè che se così fosse, forse hanno davvero ragione coloro che sostengono che siano la riproduzione in terra delle 3 stelle della Cintura di Orione, una specie di replica delle 3 stelle visibile quando quelle stelle non lo sono più,a causa della luce solare.

 

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Non hai capito il ragionamento.

Quell'astronomo ha "immaginato" informaticamente di aumentare la massa delle tre piramidi e di piazzarle in uno spazio cosmico virtuale come fossero tre stelle .

Le masse delle tre piramidi  moltiplicate X volte in uno spazio cosmico virtuale proporzionale a quello di Giza ma naturalmente enormemente più grande.

Bene,ha costruito un sistema stellare virtuale con le piramidi come  stelle.Il risultato era che le tre stelle così ottenute si attiravano al punto da provocare un campo gravitazionale simile a quello di un piccolo buco nero.

Questo esperimento spiega come,anche sulla terra,le tre piramidi rappresentino una massa concentrata di materia tale da causare un seppur minima deformazione gravitazionale.

Per questo,dentro le piramidi, gli strumenti usati  dagli scienziati davano misure anomale!

In teoria,con orologi atomici piazzati  dentro e fuori le piramidi,si potrebbe verificare qualche minima variazione di tempo.

 

 

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Non credo di essere io a non capire.

Gli algoritmi per fare ciò che ha fatto il francese li creano i matematici e sono strumenti logici, in pratica programmi molto evoluti che utilizzano funzioni matematiche avanzatissime, che producono pure invenzioni. Ad essere molto buoni e generosi si possono chiamare ipotesi, non certo fatti concreti: si tratta di puri esperimenti concettuali, al limite delle elucubrazioni, come quelli sui cosiddetti cervelli di Boltzmann.

Sulle piramidi di ipotesi ne sono state fatte a bizzeffe, più o meno strampalate, ormai non ci si bada più, servono solo per tenere in piedi i programmi televisivi di Giacobbo: tanto per dire, quelle cosiddette misurazioni sono state fatte utilizzando apparecchiature situate a 600 km di distanza...

Detto e scritto questo, vorrei semmai tornare all'argomento da cui sei partito, se non ti va più, per me abbiamo chiuso.

 

Edited by usékar
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In effetti guardandola, per la prima volta, quell immagine fa pensare a dei cunicoli o a dei canali, ma nel complesso sembra assomigliare a qualcosa di macchinoso sì. Come stessero mettendo a posto o regolando una qualche sorta di macchinario. 

D'altronde non è difficile calcolando che le civiltà a quei tempi erano strettamente connesse con la natura ed il mondo altro nonché con guide/intelligenze più fini e che vedessero il mondo in modo schematico, tecnico e geometrico come un ingranaggio macchinoso intrensicamente connesso a colui con il quale entra in contatto, essendo esso stesso parte integrante dell'ingranaggio. Non molto lontano dalle teorie scientifiche più moderne. 

"S'immerse all'interno della vasca riponendo totale fiducia nel potere della piena opera.
Nel vento e nel suo farsi moto;
Nella terra e nella sua conduttività;
Nel fuoco e nel suo calore;
Nell'acqua e nel suo essere corrente. 
Intonó un canto e dalla parola fu trasportato e con solenne attesa si dispose a ricevere i doni e la grazia offerti dal calice del suo stesso altare. 
Di unico suono tutto il tempio si rivestì e la grande divinità si sollevò in cielo. Così mise i suoi abiti, e colmo di regalità salutó il popolo in segno di rispetto e gratitudine, e verso l'orizzonte pregno d'immortalità si ridiresse."

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Io non penso che Nature,una delle riviste  scientifiche più importanti,pubblichi un articolo che spiega l'energia delle piramidi egizie senza averne verificato la consistenza .

Per quanto riguarda le piramidi maya,una mia amica mi diceva,qualche anno fa,di aver avuto un'esperienza divertente ma anche inquietante salendone due a Palenque..Man mano che saliva,i suoi capelli le si sono rizzati in testa,sulla cima li aveva dritti come fusi.

Una volta discesa, i capelli le erano tornati a posto.Ne aveva parlato con un paio di guide del sito e loro le avevano detto di non preoccuparsi per i capelli,succedeva anche ad altre.

Per quanto riguarda il resto,penso che per il momento abbiamo detto abbastanza.

 

 

 

 

 

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1 ora fa, ShamanArt ha scritto:

In effetti guardandola, per la prima volta, quell immagine fa pensare a dei cunicoli o a dei canali, ma nel complesso sembra assomigliare a qualcosa di macchinoso sì. Come stessero mettendo a posto o regolando una qualche sorta di macchinario. 

D'altronde non è difficile calcolando che le civiltà a quei tempi erano strettamente connesse con la natura ed il mondo altro nonché con guide/intelligenze più fini e che vedessero il mondo in modo schematico, tecnico e geometrico come un ingranaggio macchinoso intrensicamente connesso a colui con il quale entra in contatto, essendo esso stesso parte integrante dell'ingranaggio. Non molto lontano dalle teorie scientifiche più moderne. 

Chiunque direbbe che quei due maya stiano lavorando a un macchinario.Ma fossero

anche tutti simboli,COME MAI I SIMBOLI MAYA SEMBRANO OGGETTI SOLIDI E PARTI DI MACCHINE? 

Con rispetto  parlando,sembra di stare in un negozio di hardware (nel senso di oggetti,parti meccaniche,strumenti)

E di guardare schemi elettronici,schede di computer,bassorilievi di effetti piezoelettrici.

Quello che dici sugli "dei" e l',importanza della religione per i maya,diciamo che la gente non sa che piramidi templi e tutte le costruzioni che stavano su un certo sito maya erano usati SOLO per i rituali religiosi e di sacrifici umani,mai abitati.

La gente stava da tutt'altra parte.

I sacerdoti avevano un potere totale, gli Inca erano comandati da un solo capo che aveva potere assoluto: Maya,Aztechi e Inca erano civiltà fortemente gerarchizzate ,centralizzate e "macchinizzate" nel senso dell'organizzazione,dell'efficienza e della funzionalità.

In quelle civiltà c'era qualcosa di...non so chi e che cosa che non si riscontra altrove.

Come ben scrivi:"D'altronde non è difficile calcolando che le civiltà a quei tempi erano strettamente connesse con la natura ed il mondo altro nonché con guide/intelligenze più fini e che vedessero il mondo in modo schematico, tecnico e geometrico come un ingranaggio macchinoso intrensicamente connesso a colui con il quale entra in contatto, essendo esso stesso parte integrante dell'ingranaggio. Non molto lontano dalle teorie scientifiche più moderne"

 

Lo stesso accadde agli Egizi,in parte ai Sumeri,ai Dogon e altri.

 

 

 

 

 

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