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OBE: Paralisi del Sonno e la “Old Hag Syndrome”


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Quando studiavo per gli esami universitari fino a tarda notte, e/o mi capitava di prendere un caffè nel tardo pomeriggio, spesso mi capitava poi la notte che la mia mente si svegliava nel corpo ancora addormentato, quando i muscoli sono ancora paralizzati come avviene durante il sonno REM, per impedirci di mimare le azioni del sogno. Non riuscivo a gridare, non riuscivo neanche a sollevare di un millimetro le palpebre, e sentivo un rumore forte, come se mi trovassi all’interno di un frullatore. Avrei poi scoperto negli anni a venire che gli addetti ai lavori le chiamano vibrazioni.

Ci vollero 15 anni prima di capire che quel fenomeno era strettamente collegato alle OBE/Viaggi Astrali, ai quali mi ero nel frattempo cominciata ad interessare. Me ne accorsi una notte del 1990, quando ero molto stressata perché non riuscivo a trovare un appartamento in affitto a nel milanese e per lavoro soggiornavo ormai da 4 mesi in albergo. Il mio capo mi aveva appena messo alle strette dicendomi di trovare una soluzione immediatamente. Verso mezzanotte mi stavo assopendo quando ho cominciato a sentire in sottofondo le vibrazioni e ho sentito le gambe e le braccia che mi volavano via, e le tirai giú terrorizzata. Era l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita che, tramite i viaggi astrali, mi avrebbe portato a scoprire nuove realtà è a espandere i miei orizzonti.

Nei 15 anni in cui ho subito passivamente le paralisi notturne senza sapere che erano lo stato in cui si può tranquillamente avere un’OBE, avevo ideato un sistema per uscire da quella situazione svegliando il corpo. Immaginavo di fare un esercizio che richiede molta concentrazione: immaginavo di muovere le mani in due sensi contrari, una in senso circolare e l’altra su e giù. Questo esercizio richiedeva tanta concentrazione per cui riuscivo sempre a svegliare il corpo.

Ho citato la Old Hag Syndrome o Sindrome della Vecchia Strega di cui riporto un’immagine (ma in internet se ne trovano molte di più) perché molte persone dichiarano di sentire un’oppressione sul petto durante le paralisi, come se una creatura sinistra le stesse schiacciando, opprimendo o soffocando. Oppure ne percepiscono la presenza nella stanza e non possono reagire. In realtà leggo che alle paralisi del sonno si ricollega anche una certa fatica a respirare normalmente. Poiché il fenomeno é sempre esistito, le varie culture l’hanno interpretato in base alle proprie cognizioni, tradizioni e anche superstizioni.

In questo articolo  https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/paralisi-del-sonno.html come tanti che ho letto, si parla diffusamente dei sintomi, ma non delle OBE, sebbene la foto inclusa vi faccia riferimento. Questi articoli di natura scientifica interpretano le percezioni che si hanno durante la paralisi come allucinazioni. Io personalmente non ne ho mai sofferto, per cui non so che dire. Personalmente non credo nell’esistenza dei demoni, se non quelli creati dai nostri stati d’animo negativi, dai conflitti con gli altri, ecc.

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4 ore fa, Giulia ha scritto:

Quando studiavo per gli esami universitari fino a tarda notte, e/o mi capitava di prendere un caffè nel tardo pomeriggio, spesso mi capitava poi la notte che la mia mente si svegliava nel corpo ancora addormentato, quando i muscoli sono ancora paralizzati come avviene durante il sonno REM, per impedirci di mimare le azioni del sogno. Non riuscivo a gridare, non riuscivo neanche a sollevare di un millimetro le palpebre, e sentivo un rumore forte, come se mi trovassi all’interno di un frullatore. Avrei poi scoperto negli anni a venire che gli addetti ai lavori le chiamano vibrazioni.

Ci vollero 15 anni prima di capire che quel fenomeno era strettamente collegato alle OBE/Viaggi Astrali, ai quali mi ero nel frattempo cominciata ad interessare. Me ne accorsi una notte del 1990, quando ero molto stressata perché non riuscivo a trovare un appartamento in affitto a nel milanese e per lavoro soggiornavo ormai da 4 mesi in albergo. Il mio capo mi aveva appena messo alle strette dicendomi di trovare una soluzione immediatamente. Verso mezzanotte mi stavo assopendo quando ho cominciato a sentire in sottofondo le vibrazioni e ho sentito le gambe e le braccia che mi volavano via, e le tirai giú terrorizzata. Era l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita che, tramite i viaggi astrali, mi avrebbe portato a scoprire nuove realtà è a espandere i miei orizzonti.

Nei 15 anni in cui ho subito passivamente le paralisi notturne senza sapere che erano lo stato in cui si può tranquillamente avere un’OBE, avevo ideato un sistema per uscire da quella situazione svegliando il corpo. Immaginavo di fare un esercizio che richiede molta concentrazione: immaginavo di muovere le mani in due sensi contrari, una in senso circolare e l’altra su e giù. Questo esercizio richiedeva tanta concentrazione per cui riuscivo sempre a svegliare il corpo.

Ho citato la Old Hag Syndrome o Sindrome della Vecchia Strega di cui riporto un’immagine (ma in internet se ne trovano molte di più) perché molte persone dichiarano di sentire un’oppressione sul petto durante le paralisi, come se una creatura sinistra le stesse schiacciando, opprimendo o soffocando. Oppure ne percepiscono la presenza nella stanza e non possono reagire. In realtà leggo che alle paralisi del sonno si ricollega anche una certa fatica a respirare normalmente. Poiché il fenomeno é sempre esistito, le varie culture l’hanno interpretato in base alle proprie cognizioni, tradizioni e anche superstizioni.

In questo articolo  https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/paralisi-del-sonno.html come tanti che ho letto, si parla diffusamente dei sintomi, ma non delle OBE, sebbene la foto inclusa vi faccia riferimento. Questi articoli di natura scientifica interpretano le percezioni che si hanno durante la paralisi come allucinazioni. Io personalmente non ne ho mai sofferto, per cui non so che dire. Personalmente non credo nell’esistenza dei demoni, se non quelli creati dai nostri stati d’animo negativi, dai conflitti con gli altri, ecc.

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Per me non è insolito vedere/sentire presenze durante le paralisi, ma ci sono degli elementi comuni, almeno nelle mie esperienze, su cui vorrei riflettere. 

Innanzitutto non ho mai visto un vero e proprio mostro. Nella quasi totalità dei casi sono persone fastidiose, che nella mia mente sono o parenti miei, o parenti di chi dorme con me in quel momento. Penso che sia un collegamento che faccio per mettere queste "energie" in relazione alla persona a cui appartengono, perchè poi a conti fatti non hanno l'aspetto fisico dei veri parenti. Mi è capitata la zia (finta) che mi accarezzava il viso con la faccia da schizzata indemoniata dicendomi di seguirla, la trisnonna (non mia) che girellava per la stanza rompendomi le scatole. Poi ci sono pure i conoscenti che si siedono addosso, sulle gambe, sulla pancia. 

Perfino nell'episodio di possessione a cui ho accennato nell'altro thread, si trattava di qualcosa che apparteneva ad una persona. Mi misi a dormire con l'intento di percepire una persona di questo forum (di cui manco sotto tortura dirò il nick), perchè mi avevano detto che era spesso malata. Neanche il tempo di coricarmi ed entrai in paralisi. Subito arrivò una "forza", appartenente a questa persona, che io identificai come un demone, e mi entrò dentro. Si prendeva gioco di me con frasi tipo " E ora mandami via, dai, mandami via" "tanto non ce la fai", ridendo. Nel frattempo mi scaldava la spina dorsale, tant'è che alla fine mi sembrava di avere magma dentro il corpo. Mi accorsi che stava utilizzando la mia rabbia e la mia paura per prendere forza, e lo fregai. Mi imposi di rimanere del tutto impassibile, e nell'arco di un minutino circa se ne andò. Per me si tratta di una percezione reale, ero sveglia al 100% sebbene fossi paralizzata. Ciò che ho compreso è che probabilmente, in un discreto numero di casi, il demone è una parte di noi (o di altri). Ciò non lo rende meno cattivo o meno pericoloso, tutt'altro. Allo stesso modo anche le presenze che si sentono durante le paralisi, potrebbero essere parti dell'ego, nostro o altrui. 

Purtroppo molte persone credono che una "parte di noi stessi" non sia altro che un concetto astratto, mentale. Invece, almeno per quel che ho potuto sperimentare io, la nostra struttura sottile è costituita da moltissime parti che hanno letteralmente una vita propria, una determinata forza, un intento, un'energia e un'impronta del tutto personale. In momenti molto delicati, in cui si è ipersensibili, come ad esempio durante le paralisi, può capitare di percepire queste parti, di aver accesso alla reale frammentazione dell'ego umano, e percepire queste forze come qualcosa di tenebroso, oscuro, mostruoso, malvagio, o semplicemente sconosciuto. Questo perchè nel nostro consueto ordine mentale, si ha l'erronea percezione di un Sè unitario. 

Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. 

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58 minuti fa, Freya ha scritto:

 

 

Purtroppo molte persone credono che una "parte di noi stessi" non sia altro che un concetto astratto, mentale. Invece, almeno per quel che ho potuto sperimentare io, la nostra struttura sottile è costituita da moltissime parti che hanno letteralmente una vita propria, una determinata forza, un intento, un'energia e un'impronta del tutto personale. In momenti molto delicati, in cui si è ipersensibili, come ad esempio durante le paralisi, può capitare di percepire queste parti, di aver accesso alla reale frammentazione dell'ego umano, e percepire queste forze come qualcosa di tenebroso, oscuro, mostruoso, malvagio, o semplicemente sconosciuto. Questo perchè nel nostro consueto ordine mentale, si ha l'erronea percezione di un Sè unitario. 

 

Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. 

Secondo me l'ipotesi allucinatoria non esclude per niente il discorso ''parte di noi stessi''. Anzi, è proprio uno dei mezzi che abbiamo per conoscerle meglio, le parti di noi stessi.

Io credo di avero capito abbastanza bene il discorso allucinatorio, sia perchè ne ho tantissime (di allucinazioni) e quindi ho esperienza e sia perchè ormai sono arrivata ad osservarle da fuori, senza identificarmi. (Ho provato anche ad interagirci).

Non sono immagini prese a caso nè sono immagini estranee a noi. Dire allucinazione non è dire ''cosa che salta fuori dal nulla e che non ha legami con noi''.

Con allucinazione si intende una falsa percezione di uno stimolo reale. Non c'è alcun motivo per considerare le allucinazioni qualcosa di diverso da parti di noi stessi.

Mi sembra più che altro che alcuni ritengano i processi fisiologici come cose diverse da se stessi, quando invece ogni singolo fotogramma  che arriva nella mente, percepito o non percepito, è roba anche nostra. Non esiste, ma proprio non esiste una percezione di qualcosa che non è anche roba nostra.

Edited by malia
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9 minuti fa, malia ha scritto:

Secondo me l'ipotesi allucinatoria non esclude per niente il discorso ''parte di noi stessi''. Anzi, è proprio uno dei mezzi che abbiamo per conoscerle meglio, le parti di noi stessi.

Io credo di avero capito abbastanza bene il discorso allucinatorio, sia perchè ne ho tantissime (di allucinazioni) e quindi ho esperienza e sia perchè ormai sono arrivata ad osservarle da fuori, senza identificarmi. (Ho provato anche ad interagirci).

Non sono immagini prese a caso nè sono immagini estranee a noi. Dire allucinazione non è dire ''cosa che salta fuori dal nulla e che non ha legami con noi''.

Con allucinazione si intende una falsa percezione di uno stimolo reale. Non c'è alcun motivo per considerare le allucinazioni qualcosa di diverso da parti di noi stessi.

Mi sembra più che altro che alcuni ritengano i processi fisiologici come cose diverse da se stessi, quando invece ogni singolo fotogramma  che arriva nella mente, percepito o non percepito, è roba anche nostra. Non esiste, ma proprio non esiste una percezione di qualcosa che non è anche roba nostra.

cito da wikipedia, perchè non mi va di spulciare trattati sui massimi sistemi:

"l'allucinazione riscontra uno stimolo esterno che non esiste assolutamente"

Secondo me non è così. O almeno, non sempre. Oppure, se si vuol essere più specifici, parlare di interno ed esterno ha ben poco senso, soprattutto quando il discorso vira verso energie sottili, forze e percezioni extrasensoriali. E non ha senso perchè se ciò che viene percepito non è sul piano fisico, segue leggi differenti, e deve essere considerato in maniera differente, non secondo i canoni classici dentro/fuori. 

Edited by Freya
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Guest Black Sam
2 ore fa, Freya ha scritto:

 

Per me non è insolito vedere/sentire presenze durante le paralisi, ma ci sono degli elementi comuni, almeno nelle mie esperienze, su cui vorrei riflettere. 

Innanzitutto non ho mai visto un vero e proprio mostro. Nella quasi totalità dei casi sono persone fastidiose, che nella mia mente sono o parenti miei, o parenti di chi dorme con me in quel momento. Penso che sia un collegamento che faccio per mettere queste "energie" in relazione alla persona a cui appartengono, perchè poi a conti fatti non hanno l'aspetto fisico dei veri parenti. Mi è capitata la zia (finta) che mi accarezzava il viso con la faccia da schizzata indemoniata dicendomi di seguirla, la trisnonna (non mia) che girellava per la stanza rompendomi le scatole. Poi ci sono pure i conoscenti che si siedono addosso, sulle gambe, sulla pancia. 

Perfino nell'episodio di possessione a cui ho accennato nell'altro thread, si trattava di qualcosa che apparteneva ad una persona. Mi misi a dormire con l'intento di percepire una persona di questo forum (di cui manco sotto tortura dirò il nick), perchè mi avevano detto che era spesso malata. Neanche il tempo di coricarmi ed entrai in paralisi. Subito arrivò una "forza", appartenente a questa persona, che io identificai come un demone, e mi entrò dentro. Si prendeva gioco di me con frasi tipo " E ora mandami via, dai, mandami via" "tanto non ce la fai", ridendo. Nel frattempo mi scaldava la spina dorsale, tant'è che alla fine mi sembrava di avere magma dentro il corpo. Mi accorsi che stava utilizzando la mia rabbia e la mia paura per prendere forza, e lo fregai. Mi imposi di rimanere del tutto impassibile, e nell'arco di un minutino circa se ne andò. Per me si tratta di una percezione reale, ero sveglia al 100% sebbene fossi paralizzata. Ciò che ho compreso è che probabilmente, in un discreto numero di casi, il demone è una parte di noi (o di altri). Ciò non lo rende meno cattivo o meno pericoloso, tutt'altro. Allo stesso modo anche le presenze che si sentono durante le paralisi, potrebbero essere parti dell'ego, nostro o altrui. 

Purtroppo molte persone credono che una "parte di noi stessi" non sia altro che un concetto astratto, mentale. Invece, almeno per quel che ho potuto sperimentare io, la nostra struttura sottile è costituita da moltissime parti che hanno letteralmente una vita propria, una determinata forza, un intento, un'energia e un'impronta del tutto personale. In momenti molto delicati, in cui si è ipersensibili, come ad esempio durante le paralisi, può capitare di percepire queste parti, di aver accesso alla reale frammentazione dell'ego umano, e percepire queste forze come qualcosa di tenebroso, oscuro, mostruoso, malvagio, o semplicemente sconosciuto. Questo perchè nel nostro consueto ordine mentale, si ha l'erronea percezione di un Sè unitario. 

Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. 

Ho un'esperienza molto simile. La mia compagna aveva intenzione di operare energeticamente per guarire una persona e quando ha espresso la volontà di comprendere il da farsi attraverso il sogno, è stata attaccata psichicamente da un entità. Nella stessa notte, dopo avermi svegliato per raccontarmi l'accaduto, ho avuto anch'io una proiezione in cui l'ho soccorsa. Ho visto il sigillo dello Spirito nella casa della persona da guarire e successivamente tale entità in casa nostra, così l'ho esorcizzata con estrema violenza sbattendo ripetutamente la testa dell'ombra contro la parete mentre pronunciavo dei nomi Divini, ed è evaporata. Io nella proiezione ero accompagnato da diversi esorcisti Cristiani che durante la stessa proiezione, dopo lo scontro, mi hanno purificato. Abbiamo deciso successivamente di non operare nessuna forma di guarigione sulla persona.

 

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A costo di apparire fastidiosa.

 

Non esiste allucinazione che non coinvolga i sensi del corpo. L'espressione   ''extrasensoriale'' , in questo ambito, per me non ha senso. Se di un ''fenomeno'' tipo la strega che sta seduta sul petto, percepisci il peso, percepisci la difficoltà a respirare quindi a muovere i muscoli del diaframma, perchè devo considerarla extrasensoriale quando sono proprio i sensi a comunicarmi quella cosa? Vedi (anche se sei solo tu a vederla) la strega che non c'è, vero, ma la percezione non è extrasensoriale.

Se vedo grande puffo in una stanza, e poi vedo, mentre mi sveglio del tutto, che grande puffo era la cosa che il mio cervello ha trovato per dare senso ad un gioco di luci, perchè devo chiamarla extrasensoriale?

Se sento che qualcuno sposta le coperte quando invece è il corpo che si assesta su condizioni fisiologiche  e non è la coperta che si sposta, ma la gamba che cambia assetto, perchè devo considerarle extrasensoriale?

E' il sistema della proprocezione e dell'elaborazione dati del cervello che non funziona al 100% in determinati momenti. Ma non c'è niente di extrasensoriale.

Per me non ha neanche senso l'idea delle ''leggi differenti''. Le leggi sono uniche: quello che cambia è la conoscenza o  meno di queste leggi. Se te o io, non conosciamo questa o quella legge, ci mettiamo, sbagliando, secondo me,  la pezza del 'sono leggi differenti'.

 

Che capisco se l'espressione viene usata per semplificare il discorso, o la condivisione del discorso, ma non esistono leggi differenti.

 

 

 

 

Edited by malia
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37 minuti fa, Black Sam ha scritto:

Ho un'esperienza molto simile. La mia compagna aveva intenzione di operare energeticamente per guarire una persona e quando ha espresso la volontà di comprendere il da farsi attraverso il sogno, è stata attaccata psichicamente da un entità. Nella stessa notte, dopo avermi svegliato per raccontarmi l'accaduto, ho avuto anch'io una proiezione in cui l'ho soccorsa. Ho visto il sigillo dello Spirito nella casa della persona da guarire e successivamente tale entità in casa nostra, così l'ho esorcizzata con estrema violenza sbattendo ripetutamente la testa dell'ombra contro la parete mentre pronunciavo dei nomi Divini, ed è evaporata. Io nella proiezione ero accompagnato da diversi esorcisti Cristiani che durante la stessa proiezione, dopo lo scontro, mi hanno purificato. Abbiamo deciso successivamente di non operare nessuna forma di guarigione sulla persona.

 

Infatti, anche io non ho mai più fatto una cosa simile, se non su persone che conosco molto bene. 

2 minuti fa, malia ha scritto:

A costo di apparire fastidiosa.

 

Non esiste allucinazione che non coinvolga i sensi del corpo. L'espressione   ''extrasensoriale'' , in questo ambito, per me non ha senso. Se di un ''fenomeno'' tipo la strega che sta seduta sul petto, percepisci il peso, percepisci la difficoltà a respirare quindi a muovere i muscoli del diaframma, perchè devo considerarla extrasensoriale quando sono proprio i sensi a comunicarmi quella cosa? Vedi (cioè qualcuno che non è te) la strega che non c'è, vero, ma la percezione non è extrasensoriale.

Se vedo grande puffo in una stanza, e poi vedo, mentre mi sveglio del tutto, che grande puffo era la cosa che il mio cervello ha trovato per dare senso ad un gioco di luci, perchè devo chiamarla extrasensoriale?

Se sento che qualcuno sposta le coperte quando invece è il corpo che si assesta su condizioni fisiologiche  e non è la coperta che si sposta, ma la gamba che cambia assetto, perchè devo considerarle extrasensoriale?

E' il sistema della proprocezione e dell'elaborazione dati del cervello che non funziona al 100% in determinati momenti. Ma non c'è niente di extrasensoriale.

Per me non ha neanche senso l'idea delle ''leggi differenti''. Le leggi sono uniche: quello che cambia è la conoscenza o  meno di queste leggi. Se te o io, non conosciamo questa o quella legge, ci mettiamo, sbagliando, secondo me,  la pezza del 'sono leggi differenti'.

 

Che capisco se l'espressione viene usata per semplificare il discorso, o la condivisione del discorso, ma non esistono leggi differenti.

 

 

 

 

È per questo che ho detto "non sempre", al posto di "mai". 

L'esempio di grande puffo è la classica illusione, non è neanche un'allucinazione. Anche le altre che citi tecnicamente sono illusioni, ovvero percezioni distorte di uno stimolo esistente, visivo o tattile. Ma chiaramente io non mi riferivo a questo genere di percezioni, che non prendo nemmeno in considerazione se parlo di extrasensorialità. 

Si possono prendere in esame le voci, che probabilmente sono un fenomeno misto, talvolta del tutto allucinatorio (magari voci udite dentro un sogno si riflettono nello stato di veglia in paralisi e sembrano lì accanto) e talvolta no. Esempio mio: una volta sono quasi svenuta di paura sentendo la voce di un mio amico, mentre ero in paralisi, che mi chiamava fortissimo, come se fosse lì nel letto con me (ero sola). Non sentivo questa persona da mesi, forse perfino un anno intero, non ricordo precisamente. Riprese le funzioni motorie guardai il telefono, e questa persona mi aveva scritto proprio qualche minuto prima. Che cosa era? Un'allucinazione ipnagogica? Ma per piacere.

Altro esempio recente: mi trovavo a dormire dal mio fidanzato e mentre ero paralizzata vedevo e sentivo una vecchietta rompicoglioni che camminava avanti e indietro nella stanza. Fin qui niente di che. Il fatto è che ogni volta che si avvicinava percepivo una pressione energetica sul mio "involucro' sottile, non so come altro spiegarmi. Come se la sua energia cozzasse contro la mia. Non sentivo "sensazioni corporee", il mio corpo non veniva neanche scalfito da quella percezione, era tutta interamente concentrata sul piano sottile. 

Ne avrei anche altri di esempi, ma questi mi bastano per sostenere che, almeno per quanto mi riguarda, gli stimoli "esterni" esistono e sono reali, magari non in tutti i casi, ovviamente. 

Se tu preferisci credere che sia la peperonata del giorno prima o il cervello che non ti funziona, io non ho nessun problema comunque. Rimango della mia opinione. 

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Il 17/2/2023 at 13:46, Black Sam ha scritto:

Ho un'esperienza molto simile. La mia compagna aveva intenzione di operare energeticamente per guarire una persona e quando ha espresso la volontà di comprendere il da farsi attraverso il sogno, è stata attaccata psichicamente da un entità. Nella stessa notte, dopo avermi svegliato per raccontarmi l'accaduto, ho avuto anch'io una proiezione in cui l'ho soccorsa. Ho visto il sigillo dello Spirito nella casa della persona da guarire e successivamente tale entità in casa nostra, così l'ho esorcizzata con estrema violenza sbattendo ripetutamente la testa dell'ombra contro la parete mentre pronunciavo dei nomi Divini, ed è evaporata. Io nella proiezione ero accompagnato da diversi esorcisti Cristiani che durante la stessa proiezione, dopo lo scontro, mi hanno purificato. Abbiamo deciso successivamente di non operare nessuna forma di guarigione sulla persona.

 

Deve essere stata un’esperienza molto intensa. Mi fa venire in mente le occasioni in cui Gesú scacciava i demoni, che poi erano spesso malattie mentali.

Commento i messaggi di Malia e di Freya perché, dopo aver copiato dei thread dal vecchio forum, mi sono ricordata che una parte negativa di me aveva attivamente osteggiato le mie prime esperienze in astrale, quando vivevo a Lodi nei primi anni ‘90.

1) La prima volta é stata un’esperienza terribile che mi ha fatto temere di essere impazzita: mentre mi allontano dal corpo fisico, sento una voce lamentosa provenire dal mio corpo fisico (in un periodo in cui conducevo vita solitaria perché non avevo amici) che mi dice: “Non andare. Resta qui a piangere con me”. Avevo 30 anni. Terrorizzata, ho desistito e ho dormito per una settimana con la luce accesa.

2) Poi, sempre durante le prime esplorazioni astrali della casa di Lodi, ho incontrato almeno due volte, appena uscita dal corpo, un mio alter ego, in tutto simile a me, ma vestita di nero e con rossetto e smalto delle unghie rosso vivo, che mi attaccava fisicamente ricacciandomi nel corpo fisico.

3) Infine, nel 1994, in occasione del mio fortissimo desiderio di incontrare la figlia 14enne defunta di un mio collega, mi si é parato davanti, emergendo dal pavimento della camera da letto, un Cristo appeso alla croce a grandezza d’uomo. Pur avendo desistito dal mio intento, tre ore dopo ho incontrato la bambina, un incontro intenso e ricco di elementi di precognizione circa i successivi 40 giorni.

A mio parere, nel mio caso, un’educazione religiosa che ama rappresentare Gesú non per la sua potenza, che é anche nostra, ma come uomo morto inchiodato a una croce, era l’ultimo di una serie di ostacoli che dovevo incontrare sulla mia strada.

Allucinazioni o parti del nostro io? Potrebbero essere la stessa cosa.

 

Edited by cincin
correzione chiesta dall'utente.
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Ho avuto un'esperienza recentemente che vorrei condividere con voi, nella speranza di chiarirmi le idee. Premetto che ho avuto un'infinità di risvegli in paralisi del sonno, ho sperimentato molte allucinazioni, moltissime volte ho avuto paura e mi sono svegliato, altre volte mi sono svegliato con dei meccanismi mentali miei ed altre volte ho sfruttato le paralisi come rampa di lancio per uscire dal corpo.

Domenica mattina, orario stimato 10:30, mi sono svegliato in paralisi dopo una dormita infinita da solo nel letto, ero pienamente consapevole di essere in paralisi ed ero molto tranquillo, avevo gli occhi aperti e vedevo la luce entrare dalle fessure della serranda quando ho avuto la sensazione che le coperte mi stessero soffocando (molto simile alla sensazione della strega seduta sul petto) ed ho pensato, letteralmente, "sti cazzi, è un'allucinazione", ho chiuso poi gli occhi per tornare a dormire ma ho sentito chiaramente un peso poggiarsi sul letto, alla sinistra del mio corpo, ho pensato subito che il gatto fosse entrato e che fosse venuto a svegliarmi per i croccantini, mi sono guardato intorno (sempre in paralisi) ma del gatto nessuna traccia, almeno per quello che riuscivo a vedere con la testa bloccata, in quel momento ho sentito il peso spostarsi, la sensazione era quella di qualcuno che si metteva a cavalcioni su di me ed ho visto chiaramente le coperte muoversi fino a coprirmi la testa; ho avuto paura e sono uscito dalla paralisi, mi sono tolto le coperte dalla testa e la stanza era vuota, ho ricominciato a dormire nella speranza di tornare in paralisi, ma nulla.

escludendo l'allucinazione, pensate all'interazione con un ente esterno o con una parte di me?

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2 ore fa, occhibianchi ha scritto:

Ho avuto un'esperienza recentemente che vorrei condividere con voi, nella speranza di chiarirmi le idee. Premetto che ho avuto un'infinità di risvegli in paralisi del sonno, ho sperimentato molte allucinazioni, moltissime volte ho avuto paura e mi sono svegliato, altre volte mi sono svegliato con dei meccanismi mentali miei ed altre volte ho sfruttato le paralisi come rampa di lancio per uscire dal corpo.

Domenica mattina, orario stimato 10:30, mi sono svegliato in paralisi dopo una dormita infinita da solo nel letto, ero pienamente consapevole di essere in paralisi ed ero molto tranquillo, avevo gli occhi aperti e vedevo la luce entrare dalle fessure della serranda quando ho avuto la sensazione che le coperte mi stessero soffocando (molto simile alla sensazione della strega seduta sul petto) ed ho pensato, letteralmente, "sti cazzi, è un'allucinazione", ho chiuso poi gli occhi per tornare a dormire ma ho sentito chiaramente un peso poggiarsi sul letto, alla sinistra del mio corpo, ho pensato subito che il gatto fosse entrato e che fosse venuto a svegliarmi per i croccantini, mi sono guardato intorno (sempre in paralisi) ma del gatto nessuna traccia, almeno per quello che riuscivo a vedere con la testa bloccata, in quel momento ho sentito il peso spostarsi, la sensazione era quella di qualcuno che si metteva a cavalcioni su di me ed ho visto chiaramente le coperte muoversi fino a coprirmi la testa; ho avuto paura e sono uscito dalla paralisi, mi sono tolto le coperte dalla testa e la stanza era vuota, ho ricominciato a dormire nella speranza di tornare in paralisi, ma nulla.

escludendo l'allucinazione, pensate all'interazione con un ente esterno o con una parte di me?

È difficile da dire. Potrebbero essere entrambe le cose. Penso che alcuni indizi li puoi trovare nelle situazioni che hai vissuto nelle ore/giorni precedenti. Ad esempio stati d'animo particolari, particolarmente forti o insoliti, o pratiche spirituali nuove. Cose così, che magari potrebbero far propendere per la seconda ipotesi.

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Guest Black Sam

Penso di aver fuso qualcosa e di non riuscire più a differenziare le cose 😂

Per spiegarmi però, sconfino un po' oltre. Credo che analizzando le proprie esperienze è facilmente comprensibile come gli elementi superiori, profondi, governano quelli inferiori e grossolani. Lo si può distinguere, ad esempio, grazie alla precognizione mattutina dove si sognano eventi della giornata, o in maniera più simbolica durante le 13 Notti, con la visione di eventi con 1 o 12 mesi di anticipo. Potremmo dire che ogni evento accade prima nei piani sottili; dimensioni costituite da specifica energia sottile che corrisponde anche a dimensioni prettamente psichiche, così come a parti del corpo, componenti della famiglia, e tanto altro. Nel corpo tale struttura è solitamente legata alla colonna vertebrale e ad un impulso Spirituale che precipita e diventando molteplice si ammanta di elementi maggiormente complessi. Ad una maggiore profondità non c'è davvero separazione tra micro e macro, è un continuum che, come ripeto, chi ha una leggera precognizione può intuire. Durante le 13 Notti ebbi una proiezione ad una certa profondità, e chiesi al mio HGA, questo è reale? E mi rispose: Oh, si, ti accorgerai di quanto è vero tutto questo! e in maniera simbolica mi mostrò cosa mi sarebbe accaduto da lì a 9 mesi di distanza con figure ben definite che successivamente entrarono a far parte della mia vita. Prederteminismo o complessi personali che si sono concretizzate nella realtà secondo la Volontà che l'Angelo rappresenta? L'Angelo è un'entità preterumana o una mia proiezione? Io penso che nella realtà psico energetica è separato, nella dimensione della coscienza quotidiana è un fuoco che arde e si manifesta nella sincronicità e in senso assoluto siamo un'unica cosa, per questo vuoti in essenza. 

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9 ore fa, occhibianchi ha scritto:

Ho avuto un'esperienza recentemente che vorrei condividere con voi, nella speranza di chiarirmi le idee. Premetto che ho avuto un'infinità di risvegli in paralisi del sonno, ho sperimentato molte allucinazioni, moltissime volte ho avuto paura e mi sono svegliato, altre volte mi sono svegliato con dei meccanismi mentali miei ed altre volte ho sfruttato le paralisi come rampa di lancio per uscire dal corpo.

Domenica mattina, orario stimato 10:30, mi sono svegliato in paralisi dopo una dormita infinita da solo nel letto, ero pienamente consapevole di essere in paralisi ed ero molto tranquillo, avevo gli occhi aperti e vedevo la luce entrare dalle fessure della serranda quando ho avuto la sensazione che le coperte mi stessero soffocando (molto simile alla sensazione della strega seduta sul petto) ed ho pensato, letteralmente, "sti cazzi, è un'allucinazione", ho chiuso poi gli occhi per tornare a dormire ma ho sentito chiaramente un peso poggiarsi sul letto, alla sinistra del mio corpo, ho pensato subito che il gatto fosse entrato e che fosse venuto a svegliarmi per i croccantini, mi sono guardato intorno (sempre in paralisi) ma del gatto nessuna traccia, almeno per quello che riuscivo a vedere con la testa bloccata, in quel momento ho sentito il peso spostarsi, la sensazione era quella di qualcuno che si metteva a cavalcioni su di me ed ho visto chiaramente le coperte muoversi fino a coprirmi la testa; ho avuto paura e sono uscito dalla paralisi, mi sono tolto le coperte dalla testa e la stanza era vuota, ho ricominciato a dormire nella speranza di tornare in paralisi, ma nulla.

escludendo l'allucinazione, pensate all'interazione con un ente esterno o con una parte di me?

Ho una domanda. Se prima eri in grado di vedere benché paralizzato e non hai visto il gatto, come ci sono finite le coperte sulla testa?

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16 ore fa, Giulia ha scritto:

 

Allucinazioni o parti del nostro io? Potrebbero essere la stessa cosa.

 

Rifletto un attimo su questa frase. 

Dipende. Spesso il termine allucinazione viene usato per indicare una condizione di anomalia cerebrale, soprattutto nel contesto medico-scientifico: 

da un punto di vista biologico si ha un’ irritazione che si traduce in iper-funzionamento di alcune zone del cervello che provocherebbero una interpretazione non veritiera di una serie di stimoli sensoriali.

Invece, le allucinazioni presenti in soggetti in stato confusionale, per esempio da astinenza acuta da alcol o droghe, sono causate da un’alterazione diffusa dell’attività elettrica dell’intero encefalo.

Esiste, anche, una ipotesi dopaminergica nella schizofrenia, in cui le allucinazioni deriverebbero da un iperfunzionamento delle vie mesolimbiche.

In condizioni di deprivazione sensoriale, al contrario, le allucinazioni costituiscono una difesa dell’organismo in carenza di stimoli, poiché il cervello lavora sempre e, non potendo spegnersi, genera false percezioni.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2017/03/allucinazioni-cause-trattamento/

Di conseguenza il contenuto dell'allucinazione sarebbe puramente immaginario, senza sostanza, e la causa va ricercata in diverse anomalie del funzionamento del cervello. 

Nella psicoanalisi invece le allucinazioni vengono considerate manifestazioni dell'inconscio. In questo caso sì, certamente hanno una concretezza differente, vengono trattate, studiate ed analizzate al pari dei sogni e possono essere assimilate alle parti del nostro io. 

Quando ho scritto questo: 

"Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. "

Naturalmente mi riferivo alla definizione medica/patologica di allucinazione, ovvero tutta quella parte di letteratura scientifica che studia il fenomeno dal punto di vista esclusivamente biologico, e a cui generalmente viene dato più valore, attendibilità e risalto rispetto all'ipotesi psichiatrica. Questo è dimostrato facilmente dal fatto che le allucinazioni vengono spesso trattate come un qualsiasi altro disturbo di natura organica. Ovvero l'approccio principale consiste nel fornire alla persona che ne è affetta degli antipsicotici per farle scomparire, senza particolari indugi sul significato che possono avere. 

Da qui la velata accusa di non saper riconoscere i processi fisiologici come parte di noi stessi, dimostrazione che chi l'ha scritto forse ha qualche pregiudizio nei confronti del mio pensiero, o semplicemente l'ha frainteso. In realtà, se non si capisce, basta chiedere. Per me, il processo fisiologico, è l'esito del funzionamento di un processo sottile, quindi non è la causa dell'allucinazione, ma la sua conseguenza a livello fisico. E con questo mi allaccio anche al discorso di Black Sam, che giustamente ritiene, come me, che le cause primarie siano nei piani sottili. Osservare soltanto l'anomalia cerebrale e il "malfunzionamento percettivo", PER ME, è come guardare il dito anzichè la luna. Oltretutto, se ci fai caso, le pagine mediche sono piene di termini come "malfunzionamento" "anomalia" "patologia""distorsione""disturbo", ovvero vi è un approccio generale al fenomeno totalmente negativo. E anche questo, secondo me, non va bene, non aiuta. Non aiuta neanche chi vive questa condizione, anzi, contribuisce ad aumentarne la percezione negativa. 

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5 ore fa, Giulia ha scritto:

Ho una domanda. Se prima eri in grado di vedere benché paralizzato e non hai visto il gatto, come ci sono finite le coperte sulla testa?

Il mio dubbio era questo, le ho viste muoversi da sole fino a coprirmi gli occhi, poi ovviamente ho deciso di uscire dalla paralisi. Non avevo paura ma sicuramente la cosa mi ha inquietato. 

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15 ore fa, occhibianchi ha scritto:

Ho avuto un'esperienza recentemente che vorrei condividere con voi, nella speranza di chiarirmi le idee. Premetto che ho avuto un'infinità di risvegli in paralisi del sonno, ho sperimentato molte allucinazioni, moltissime volte ho avuto paura e mi sono svegliato, altre volte mi sono svegliato con dei meccanismi mentali miei ed altre volte ho sfruttato le paralisi come rampa di lancio per uscire dal corpo.

Domenica mattina, orario stimato 10:30, mi sono svegliato in paralisi dopo una dormita infinita da solo nel letto, ero pienamente consapevole di essere in paralisi ed ero molto tranquillo, avevo gli occhi aperti e vedevo la luce entrare dalle fessure della serranda quando ho avuto la sensazione che le coperte mi stessero soffocando (molto simile alla sensazione della strega seduta sul petto) ed ho pensato, letteralmente, "sti cazzi, è un'allucinazione", ho chiuso poi gli occhi per tornare a dormire ma ho sentito chiaramente un peso poggiarsi sul letto, alla sinistra del mio corpo, ho pensato subito che il gatto fosse entrato e che fosse venuto a svegliarmi per i croccantini, mi sono guardato intorno (sempre in paralisi) ma del gatto nessuna traccia, almeno per quello che riuscivo a vedere con la testa bloccata, in quel momento ho sentito il peso spostarsi, la sensazione era quella di qualcuno che si metteva a cavalcioni su di me ed ho visto chiaramente le coperte muoversi fino a coprirmi la testa; ho avuto paura e sono uscito dalla paralisi, mi sono tolto le coperte dalla testa e la stanza era vuota, ho ricominciato a dormire nella speranza di tornare in paralisi, ma nulla.

escludendo l'allucinazione, pensate all'interazione con un ente esterno o con una parte di me?

Per me è la stessa cosa (ente esterno o parte di te) perché ci sono parti di noi che non vediamo proprio,  non sai che ci sono, e quando ci interagisci pensi che siano enti a parte, e in un certo senso lo sono, nella misura in cui hai integrato e compreso  ogni microgrammo di significato di quella cosa, circostanza impossibile da osservare  visto la dimensione in cui siamo immersi che è infinita, infinita non solo dal punto di vista della vastità del tipo in un lungo, in largo, avanti e indietro nel tempo, ecc, ma della continua materializzazione della trasformazione tra macro e micro, tra alto e basso, tra prima e dopo. Ci troviamo in continuazione a percepire, ognuno col suo modo, i punti in cui il macro diventa micro, il prima diventa dopo, l'alto diventa basso, e viceversa e gli diamo noi un verso, noi un senso per i  motivi più vari.

 

Prova a prendere in considerazione entrambe le cose e vedi cosa ti cambia, quella che ti è più utile per stimolare la ricerca, non per darti certezze.

 

Io quando ho letto quello che hai scritto ho notato delle cose: eri sicuro di avere avuto gli occhi aperti quando hai visto la luce del sole entrare dalla tapparella. E invece poteva essere una delle situazioni percepite nei falsi risvegli in cui vediamo/sentiamo cose note tipo la luce della tapparella, tipo il peso del gatto, tipo le coperte che si spostano. La dispercezione in quella fase investe ogni senso.

 

Io mesi fa, e l'ho scritto a qualcuno che è in questa discussione, ma ora non ricordo bene a chi, ho provato più volte ad interagire con quelle che sentivo come presenze durante le paralisi. Ci ho provato per diverse notti e di volta in volta erano, per come percepite, entità con caratteri diversi, alcune più simpatiche, altre più stronze.

 

Nella prima di una di queste prove,   terrore puro e quindi dovevo fare qualcosa perché avevo paura di morire di infarto,  ho detto mentalmente: ''ahò, vabbò, anche se non ci credo vediamo se sei qualcosa di senziente, dammi un segno di qualsiasi tipo''. A quel punto ''sento''  l'entità, diciamo, avvicinarsi, sento il fiato sul viso, e sento un bacio sulla bocca. Mi viene ancora di più terrore all'idea di avere vicino qualcosa di senziente, e continuo a ''parlarci'', chiedendo un altro segno perché il primo poteva essere una coincidenza. Di nuovo, altro bacio. E' continuato per una manciata di volte. Richiesta di segno, che poi a quel punto chiedevo direttamente il bacio nonchalance.png.8abb2df57cf3dfeff74824fa7648251b.png, proprio in amicizia, e mi arrivava il segno. Questa esperienza non mi ha lasciata indifferente, ma mi dico: io ho chiesto un segno, io, da me è partita la volontà, l'intento, e io all'intento attribuisco un potere enorme, quindi mi dico che potrei, tra discorso mentale e (dis)percezione fisica, aver fatto tutto da sola.

Altra esperienza, questo meno friendly. Sento la presenza e la sfido, di nuovo, così, per prova, per vedere se era senziente. Chiaramente percepisco (e quando dico ''chiaramente''  lo so che in quei momenti non sono a piombo con le percezioni) che l'entità non aveva voglia, anzi, mi consigliava di lasciar perdere, ma io insistevo pesantemente, e niente, e poi m'ha dato il segno di quanto cattivo poteva essere, e che poi non dovevo lamentarmi. 

 

Altre volte ho chiesto di essere confortata in momenti di angoscia profonda, e ho avuto il conforto con le sensazioni fisiche: abbraccio, lenzuola e coperte ''spostate'', calore, ecc. E mi piaceva l'idea di avere qualcuno/qualcosa di diverso da me, toh, lì, in attesa di sta deficiente, che sarei io, che durante le paralisi parla, fa, sfida, chiede e viene ''accontentata''.

 

Questo per dire cosa?  Siamo sicuri che per giustificare la potenza che abbiamo come uomini dobbiamo tirare in ballo le schiere degli angeli?

 

Non lo so, o tirare in ballo roba esterna è solo un modo per tenere lontana  la paura che nasce dal vedere la nostra di potenza? Potenza, solitudine, incapibilità shocked.gif.b11fbcca1f17eaaca8092ecbd3d70392.gif, perché così ci si appoggia a qualcosa che ha un verso predefinito, qualcosa di sicuro, affidabile? ''Prima le cose succedono nei piani sottili...''  e invece era ''Ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto''. 

 

 

 

 

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2 minuti fa, malia ha scritto:

 

 

Questo per dire cosa?  Siamo sicuri che per giustificare la potenza che abbiamo come uomini dobbiamo tirare in ballo le schiere degli angeli?

 

Non lo so, o tirare in ballo roba esterna è solo un modo per tenere lontana  la paura che nasce dal vedere la nostra di potenza? Potenza, solitudine, incapibilità shocked.gif.b11fbcca1f17eaaca8092ecbd3d70392.gif, perché così ci si appoggia a qualcosa che ha un verso predefinito, qualcosa di sicuro, affidabile? ''Prima le cose succedono nei piani sottili...''  e invece era ''Ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto''. 

 

 

 

 

Ma guarda che per "esterno" si può intendere anche percezioni che riguardano altre persone, non angeli, madonne e santi. Che senso ha considerare interna la percezione della voce di un amico che mi stava scrivendo, presumibilmente, proprio in quel momento o leggermente prima? Di che stimolo si tratta? Ciò che è stato recepito era uno stimolo a me esterno, perchè non proveniva da me, ma da un'altra persona. Naturalmente l'ho filtrato e percepito coi miei sensi (udito), ma questo non cambia l'ubicazione della fonte, che era esterna a me. Per questo dico che non sempre si tratta di roba interna. Come è successo con questa voce (recepita telepaticamente), può succedere col corpo astrale di un'altra persona (presente lì oppure lontana, come l'episodio dell'attacco "demoniaco"). Non so se mi spiego. Altre volte, anzi, molte volte, sicuramente si percepisce roba nostra, ma le due opzioni non si escludono a vicenda, dipende. Non è sempre tutto in un modo o tutto nell'altro. 

"Come in alto così in basso" non significa che le cause di un fenomeno siano contemporaneamente in alto e in basso. L'origine è sempre una soltanto. Semmai indica la perfetta corrispondenza, l'interdipendenza dei fenomeni. 

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Guest Black Sam
3 ore fa, Freya ha scritto:

Rifletto un attimo su questa frase. 

Dipende. Spesso il termine allucinazione viene usato per indicare una condizione di anomalia cerebrale, soprattutto nel contesto medico-scientifico: 

da un punto di vista biologico si ha un’ irritazione che si traduce in iper-funzionamento di alcune zone del cervello che provocherebbero una interpretazione non veritiera di una serie di stimoli sensoriali.

Invece, le allucinazioni presenti in soggetti in stato confusionale, per esempio da astinenza acuta da alcol o droghe, sono causate da un’alterazione diffusa dell’attività elettrica dell’intero encefalo.

Esiste, anche, una ipotesi dopaminergica nella schizofrenia, in cui le allucinazioni deriverebbero da un iperfunzionamento delle vie mesolimbiche.

In condizioni di deprivazione sensoriale, al contrario, le allucinazioni costituiscono una difesa dell’organismo in carenza di stimoli, poiché il cervello lavora sempre e, non potendo spegnersi, genera false percezioni.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2017/03/allucinazioni-cause-trattamento/

Di conseguenza il contenuto dell'allucinazione sarebbe puramente immaginario, senza sostanza, e la causa va ricercata in diverse anomalie del funzionamento del cervello. 

Nella psicoanalisi invece le allucinazioni vengono considerate manifestazioni dell'inconscio. In questo caso sì, certamente hanno una concretezza differente, vengono trattate, studiate ed analizzate al pari dei sogni e possono essere assimilate alle parti del nostro io. 

Quando ho scritto questo: 

"Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. "

Naturalmente mi riferivo alla definizione medica/patologica di allucinazione, ovvero tutta quella parte di letteratura scientifica che studia il fenomeno dal punto di vista esclusivamente biologico, e a cui generalmente viene dato più valore, attendibilità e risalto rispetto all'ipotesi psichiatrica. Questo è dimostrato facilmente dal fatto che le allucinazioni vengono spesso trattate come un qualsiasi altro disturbo di natura organica. Ovvero l'approccio principale consiste nel fornire alla persona che ne è affetta degli antipsicotici per farle scomparire, senza particolari indugi sul significato che possono avere. 

Da qui la velata accusa di non saper riconoscere i processi fisiologici come parte di noi stessi, dimostrazione che chi l'ha scritto forse ha qualche pregiudizio nei confronti del mio pensiero, o semplicemente l'ha frainteso. In realtà, se non si capisce, basta chiedere. Per me, il processo fisiologico, è l'esito del funzionamento di un processo sottile, quindi non è la causa dell'allucinazione, ma la sua conseguenza a livello fisico. E con questo mi allaccio anche al discorso di Black Sam, che giustamente ritiene, come me, che le cause primarie siano nei piani sottili. Osservare soltanto l'anomalia cerebrale e il "malfunzionamento percettivo", PER ME, è come guardare il dito anzichè la luna. Oltretutto, se ci fai caso, le pagine mediche sono piene di termini come "malfunzionamento" "anomalia" "patologia""distorsione""disturbo", ovvero vi è un approccio generale al fenomeno totalmente negativo. E anche questo, secondo me, non va bene, non aiuta. Non aiuta neanche chi vive questa condizione, anzi, contribuisce ad aumentarne la percezione negativa. 

L'altro giorno ho scritto una preghiera, o una poesia, non cambia. Ho definito le strutture con cui mi identifico come Diavoli di sabbia e vento creati dalla personalità per resistere ad un'osservatore assoluto di totale silenzio che soggiace alla commedia vita. Magari ti sarà capitato di avere la percezione di tale osservatore in esperienze oniriche ed astrali dove è evidente la recita; ciò che si accorge della commedia è letteralmente il Bindu che hai visto nell'esperienza che hai raccontato nell'altro thread, quel piccolo cerchio nel nulla, che è morte, la morte dell'illusione e dell'individualità. Così ho scritto: "ed io, Diavolo di sabbia e vento, quante volte ancora dovrò morire, O Devi? chi è che teme la tua Danza?" La mente iniziatica è legata ad un processo di identificazione che segue una direzione opposta all'esplorazione delle diverse dimensioni, reali a tutti i livelli, semplicemente momentanea e instabile, duale, nella maggior parte di esse. Più l'identità transita verso questo osservatore, più diventa facile accedere e comprendere un multistrato di mezze verità. Il Diavolo di sabbia e un vampiro silenzioso quanto il silenzio meditativo di chi rimane incastrato nel pensiero del silenzio stesso, comprenderne il senso intellettualmente è vano e altezzoso, così per la morte, nch'essa vana come la sofferenza quando non segue questa direzione nascosta nella Maya. Se non è possibile vivere certe dinamiche, certamente non esistono, che importa, a quanti Diavoli di sabbia hai resistito con il dolore scaturito dal fuoco della pratica Spirituale? Quante volte il Diavolo di sabbia e vento ti ha fatto pensare che fosse più semplice morire? Sinceramente non biasimo chi non integra certe altezze.

 

Malia, continuo a non capire che cosa stai cercando dire. Nell'altro thread hai scritto fasullo per definire il Bau Bau, la manifestazione della paura e dei complessi, è stato semplicemente un pretesto per sottolineare la parola credere, perché quando ho chiesto in altri termini cosa trai dalla guarigione dell'inganno, hai scritto banalità che evidentemente non ti appartengono come "sole cuore amore". Vorresti separare la percezione biologica dall'interpretazione del fenomeno, mentre non riesci a separare la tua idiosincrasia linguistica all'interno del discorso. Eppure ho usato termini ben precisi per definire Angelo. Mentre tutto ciò ti permette una buona retorica, ti impedisce di definire un'idea. Se mettessi insieme il tuo intento, le tue idee e le tue parole, probabilmente, ti accorgeresti che né io, e nemmeno Freya, penso, neghiamo ciò che scrivi, semplicemente lo integriamo in una prospettiva multidimensionale che può o non può appartenerti.

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2 ore fa, occhibianchi ha scritto:

Il mio dubbio era questo, le ho viste muoversi da sole fino a coprirmi gli occhi, poi ovviamente ho deciso di uscire dalla paralisi. Non avevo paura ma sicuramente la cosa mi ha inquietato. 

Sí, Occhibianchi, la risposta di Malia mi torna. 
 

Ecco un articolo sui falsi risvegli: https://www.sognilucidi.it/sonno-e-sogni/falso-risveglio/, in cui si parla anche della possibile compresenza della paralisi del sonno. Io ho avuto per fortuna pochi falsi risvegli, ma mi hanno molto spaventato, perché ero assolutamente certa di essermi svegliata e di aver cominciato a svolgere le attività della giornata, per poi trovare magari una singola cosa che non corrispondeva alla realtà e risvagliarmi molto spaventata.

Il suggerimento di questo articolo è quello di fare una prova di realtà, come ad esempio immaginare di accendere la luce e stare a vedere se si accende davvero.

Io durante le paralisi del sonno non riesco a vedere, perché non riesco neanche a sollevare di un millimetro le palpebre.

La tua esperienza é sicuramente inquietante, ma sono certa che con questo esercizio puoi risovere.

4 ore fa, Freya ha scritto:

Rifletto un attimo su questa frase. 

Dipende. Spesso il termine allucinazione viene usato per indicare una condizione di anomalia cerebrale, soprattutto nel contesto medico-scientifico: 

da un punto di vista biologico si ha un’ irritazione che si traduce in iper-funzionamento di alcune zone del cervello che provocherebbero una interpretazione non veritiera di una serie di stimoli sensoriali.

Invece, le allucinazioni presenti in soggetti in stato confusionale, per esempio da astinenza acuta da alcol o droghe, sono causate da un’alterazione diffusa dell’attività elettrica dell’intero encefalo.

Esiste, anche, una ipotesi dopaminergica nella schizofrenia, in cui le allucinazioni deriverebbero da un iperfunzionamento delle vie mesolimbiche.

In condizioni di deprivazione sensoriale, al contrario, le allucinazioni costituiscono una difesa dell’organismo in carenza di stimoli, poiché il cervello lavora sempre e, non potendo spegnersi, genera false percezioni.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2017/03/allucinazioni-cause-trattamento/

Di conseguenza il contenuto dell'allucinazione sarebbe puramente immaginario, senza sostanza, e la causa va ricercata in diverse anomalie del funzionamento del cervello. 

Nella psicoanalisi invece le allucinazioni vengono considerate manifestazioni dell'inconscio. In questo caso sì, certamente hanno una concretezza differente, vengono trattate, studiate ed analizzate al pari dei sogni e possono essere assimilate alle parti del nostro io. 

Quando ho scritto questo: 

"Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. "

Naturalmente mi riferivo alla definizione medica/patologica di allucinazione, ovvero tutta quella parte di letteratura scientifica che studia il fenomeno dal punto di vista esclusivamente biologico, e a cui generalmente viene dato più valore, attendibilità e risalto rispetto all'ipotesi psichiatrica. Questo è dimostrato facilmente dal fatto che le allucinazioni vengono spesso trattate come un qualsiasi altro disturbo di natura organica. Ovvero l'approccio principale consiste nel fornire alla persona che ne è affetta degli antipsicotici per farle scomparire, senza particolari indugi sul significato che possono avere. 

Da qui la velata accusa di non saper riconoscere i processi fisiologici come parte di noi stessi, dimostrazione che chi l'ha scritto forse ha qualche pregiudizio nei confronti del mio pensiero, o semplicemente l'ha frainteso. In realtà, se non si capisce, basta chiedere. Per me, il processo fisiologico, è l'esito del funzionamento di un processo sottile, quindi non è la causa dell'allucinazione, ma la sua conseguenza a livello fisico. E con questo mi allaccio anche al discorso di Black Sam, che giustamente ritiene, come me, che le cause primarie siano nei piani sottili. Osservare soltanto l'anomalia cerebrale e il "malfunzionamento percettivo", PER ME, è come guardare il dito anzichè la luna. Oltretutto, se ci fai caso, le pagine mediche sono piene di termini come "malfunzionamento" "anomalia" "patologia""distorsione""disturbo", ovvero vi è un approccio generale al fenomeno totalmente negativo. E anche questo, secondo me, non va bene, non aiuta. Non aiuta neanche chi vive questa condizione, anzi, contribuisce ad aumentarne la percezione negativa. 

 

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4 ore fa, Freya ha scritto:

Rifletto un attimo su questa frase. 

Dipende. Spesso il termine allucinazione viene usato per indicare una condizione di anomalia cerebrale, soprattutto nel contesto medico-scientifico: 

da un punto di vista biologico si ha un’ irritazione che si traduce in iper-funzionamento di alcune zone del cervello che provocherebbero una interpretazione non veritiera di una serie di stimoli sensoriali.

Invece, le allucinazioni presenti in soggetti in stato confusionale, per esempio da astinenza acuta da alcol o droghe, sono causate da un’alterazione diffusa dell’attività elettrica dell’intero encefalo.

Esiste, anche, una ipotesi dopaminergica nella schizofrenia, in cui le allucinazioni deriverebbero da un iperfunzionamento delle vie mesolimbiche.

In condizioni di deprivazione sensoriale, al contrario, le allucinazioni costituiscono una difesa dell’organismo in carenza di stimoli, poiché il cervello lavora sempre e, non potendo spegnersi, genera false percezioni.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2017/03/allucinazioni-cause-trattamento/

Di conseguenza il contenuto dell'allucinazione sarebbe puramente immaginario, senza sostanza, e la causa va ricercata in diverse anomalie del funzionamento del cervello. 

Nella psicoanalisi invece le allucinazioni vengono considerate manifestazioni dell'inconscio. In questo caso sì, certamente hanno una concretezza differente, vengono trattate, studiate ed analizzate al pari dei sogni e possono essere assimilate alle parti del nostro io. 

Quando ho scritto questo: 

"Questo per dire che comunque non credo molto all'ipotesi allucinatoria, soprattutto perchè è fortemente limitante sotto il profilo introspettivo. Non viene esaminato il contenuto, ci si limita a dire che sono allucinazioni e stop, come se ciò che viene sperimentato non servisse a nulla. "

Naturalmente mi riferivo alla definizione medica/patologica di allucinazione, ovvero tutta quella parte di letteratura scientifica che studia il fenomeno dal punto di vista esclusivamente biologico, e a cui generalmente viene dato più valore, attendibilità e risalto rispetto all'ipotesi psichiatrica. Questo è dimostrato facilmente dal fatto che le allucinazioni vengono spesso trattate come un qualsiasi altro disturbo di natura organica. Ovvero l'approccio principale consiste nel fornire alla persona che ne è affetta degli antipsicotici per farle scomparire, senza particolari indugi sul significato che possono avere. 

Da qui la velata accusa di non saper riconoscere i processi fisiologici come parte di noi stessi, dimostrazione che chi l'ha scritto forse ha qualche pregiudizio nei confronti del mio pensiero, o semplicemente l'ha frainteso. In realtà, se non si capisce, basta chiedere. Per me, il processo fisiologico, è l'esito del funzionamento di un processo sottile, quindi non è la causa dell'allucinazione, ma la sua conseguenza a livello fisico. E con questo mi allaccio anche al discorso di Black Sam, che giustamente ritiene, come me, che le cause primarie siano nei piani sottili. Osservare soltanto l'anomalia cerebrale e il "malfunzionamento percettivo", PER ME, è come guardare il dito anzichè la luna. Oltretutto, se ci fai caso, le pagine mediche sono piene di termini come "malfunzionamento" "anomalia" "patologia""distorsione""disturbo", ovvero vi è un approccio generale al fenomeno totalmente negativo. E anche questo, secondo me, non va bene, non aiuta. Non aiuta neanche chi vive questa condizione, anzi, contribuisce ad aumentarne la percezione negativa. 

Mi scuso per non essere riuscita a salvare la risposta nel post precente.

Sí, Freya, nel caso del termine “allucinazione” il linguaggio medico scientifico é decisamente offensivo della nostra intelligenza, come anche l’altro articolo che avevo linkato sulle paralisi del sonno: non prende in minima considerazione le esperienze di cui stiamo parlando.

Del resto anche in sogni e sogni lucidi io incontro persone defunte che si identificano e mi danno informazioni. Non sono mie semplici prioiezioni oniriche.

Ma non è possibile discorrere di queste esperienze con chi le nega. É una strada senza uscita.

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Secondo me invece è giusto sondare la strada razionale prima di prendere in esame altre possibilità.

Il problema è quando queste esperienze, qualsiasi cosa siano, hanno dei riscontri nella realtà che stridono con l’ipotesi che parta tutto dalla nostra testa o da una disfunzione dei meccanismi del sonno.

Per esempio non è spiegabile con una allucinazione il fatto che le coperte di occhi si siano alzate e le abbia trovate poi realmente alzate, come non è spiegabile che l’allucinazione di un conoscente che chiama il tuo nome, se pure possibile, al tempo stesso ti mandi un messaggio al cellulare.

Nei casi nei quali esiste un riscontro con la realtà la definizione di allucinazioni diventa una coperta troppo stretta.

In altri casi invece resta il dubbio,

Detto questo. Non credo che tutte le allucinazioni siano reali esperienze che avvengono su altri piani di esistenza.

Ma in alcuni casi che hanno riscontro nel reale, irrazionale potrebbe essere  escludere a priori la possibilità che ci sia una dimensione della realtà che va oltre le leggi che fino ad oggi si conoscono.

@Giulia  ma si che è possibile discutere con chi le nega, anche nei processi per attestare i miracoli esiste l’avvocato del diavolo a portare argomenti contro, ed è un processo di scrematura che potrebbe anche essere utile, se solo lo si usa nel modo giusto.

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3 ore fa, Giulia ha scritto:

Sí, Occhibianchi, la risposta di Malia mi torna. 
 

Ecco un articolo sui falsi risvegli: https://www.sognilucidi.it/sonno-e-sogni/falso-risveglio/, in cui si parla anche della possibile compresenza della paralisi del sonno. Io ho avuto per fortuna pochi falsi risvegli, ma mi hanno molto spaventato, perché ero assolutamente certa di essermi svegliata e di aver cominciato a svolgere le attività della giornata, per poi trovare magari una singola cosa che non corrispondeva alla realtà e risvagliarmi molto spaventata.

Il suggerimento di questo articolo è quello di fare una prova di realtà, come ad esempio immaginare di accendere la luce e stare a vedere se si accende davvero.

Io durante le paralisi del sonno non riesco a vedere, perché non riesco neanche a sollevare di un millimetro le palpebre.

La tua esperienza é sicuramente inquietante, ma sono certa che con questo esercizio puoi risovere.

 

 

3 ore fa, Freya ha scritto:

Scusate, ma io non ho capito se al risveglio occhibianchi si è ritrovato le lenzuola nel punto in cui le aveva viste muoversi o no. Come è andata occhi?

eh si, ho la sensazione di essermi spiegato malissimo.

non era un falso risveglio, ho discreta esperienza con questo tipo di esperienze ed ho ovviamente dei metodi per verificare in che stato di coscienza mi trovo; in questo caso ero: sveglio, lucido, in stato di paralisi, con le palpebre aperte ed ho visto le coperte scorrere fino a coprirmi la testa, in quel momento, inquietato dall'evento, ho deciso di uscire dalla paralisi, non di svegliarmi perché già lo ero, e le coperte erano esattamente dove le avevo viste scorrere, dove sarebbero dovute essere? non ho ancora coperte quantistiche 😄

@Giulia ci sono dei metodi per fare piccoli movimenti in stato di paralisi senza dover necessariamente uscire da quello stato, ma dovresti adattarle al tuo modo di "essere".

19 ore fa, Freya ha scritto:

È difficile da dire. Potrebbero essere entrambe le cose. Penso che alcuni indizi li puoi trovare nelle situazioni che hai vissuto nelle ore/giorni precedenti. Ad esempio stati d'animo particolari, particolarmente forti o insoliti, o pratiche spirituali nuove. Cose così, che magari potrebbero far propendere per la seconda ipotesi.

questo è interessante, non ci avevo pensato prima di leggere, ho ricominciato vecchie pratiche ma senza avere la purezza necessaria per praticarle, ed effettivamente questo può generare fenomeni autonomi. grazie per lo spunto.

5 ore fa, malia ha scritto:

Per me è la stessa cosa (ente esterno o parte di te) perché ci sono parti di noi che non vediamo proprio,  non sai che ci sono, e quando ci interagisci pensi che siano enti a parte, e in un certo senso lo sono, nella misura in cui hai integrato e compreso  ogni microgrammo di significato di quella cosa, circostanza impossibile da osservare  visto la dimensione in cui siamo immersi che è infinita, infinita non solo dal punto di vista della vastità del tipo in un lungo, in largo, avanti e indietro nel tempo, ecc, ma della continua materializzazione della trasformazione tra macro e micro, tra alto e basso, tra prima e dopo. Ci troviamo in continuazione a percepire, ognuno col suo modo, i punti in cui il macro diventa micro, il prima diventa dopo, l'alto diventa basso, e viceversa e gli diamo noi un verso, noi un senso per i  motivi più vari.

 

Prova a prendere in considerazione entrambe le cose e vedi cosa ti cambia, quella che ti è più utile per stimolare la ricerca, non per darti certezze.

 

Io quando ho letto quello che hai scritto ho notato delle cose: eri sicuro di avere avuto gli occhi aperti quando hai visto la luce del sole entrare dalla tapparella. E invece poteva essere una delle situazioni percepite nei falsi risvegli in cui vediamo/sentiamo cose note tipo la luce della tapparella, tipo il peso del gatto, tipo le coperte che si spostano. La dispercezione in quella fase investe ogni senso.

 

Io mesi fa, e l'ho scritto a qualcuno che è in questa discussione, ma ora non ricordo bene a chi, ho provato più volte ad interagire con quelle che sentivo come presenze durante le paralisi. Ci ho provato per diverse notti e di volta in volta erano, per come percepite, entità con caratteri diversi, alcune più simpatiche, altre più stronze.

 

Nella prima di una di queste prove,   terrore puro e quindi dovevo fare qualcosa perché avevo paura di morire di infarto,  ho detto mentalmente: ''ahò, vabbò, anche se non ci credo vediamo se sei qualcosa di senziente, dammi un segno di qualsiasi tipo''. A quel punto ''sento''  l'entità, diciamo, avvicinarsi, sento il fiato sul viso, e sento un bacio sulla bocca. Mi viene ancora di più terrore all'idea di avere vicino qualcosa di senziente, e continuo a ''parlarci'', chiedendo un altro segno perché il primo poteva essere una coincidenza. Di nuovo, altro bacio. E' continuato per una manciata di volte. Richiesta di segno, che poi a quel punto chiedevo direttamente il bacio nonchalance.png.8abb2df57cf3dfeff74824fa7648251b.png, proprio in amicizia, e mi arrivava il segno. Questa esperienza non mi ha lasciata indifferente, ma mi dico: io ho chiesto un segno, io, da me è partita la volontà, l'intento, e io all'intento attribuisco un potere enorme, quindi mi dico che potrei, tra discorso mentale e (dis)percezione fisica, aver fatto tutto da sola.

Altra esperienza, questo meno friendly. Sento la presenza e la sfido, di nuovo, così, per prova, per vedere se era senziente. Chiaramente percepisco (e quando dico ''chiaramente''  lo so che in quei momenti non sono a piombo con le percezioni) che l'entità non aveva voglia, anzi, mi consigliava di lasciar perdere, ma io insistevo pesantemente, e niente, e poi m'ha dato il segno di quanto cattivo poteva essere, e che poi non dovevo lamentarmi. 

 

Altre volte ho chiesto di essere confortata in momenti di angoscia profonda, e ho avuto il conforto con le sensazioni fisiche: abbraccio, lenzuola e coperte ''spostate'', calore, ecc. E mi piaceva l'idea di avere qualcuno/qualcosa di diverso da me, toh, lì, in attesa di sta deficiente, che sarei io, che durante le paralisi parla, fa, sfida, chiede e viene ''accontentata''.

 

Questo per dire cosa?  Siamo sicuri che per giustificare la potenza che abbiamo come uomini dobbiamo tirare in ballo le schiere degli angeli?

 

Non lo so, o tirare in ballo roba esterna è solo un modo per tenere lontana  la paura che nasce dal vedere la nostra di potenza? Potenza, solitudine, incapibilità shocked.gif.b11fbcca1f17eaaca8092ecbd3d70392.gif, perché così ci si appoggia a qualcosa che ha un verso predefinito, qualcosa di sicuro, affidabile? ''Prima le cose succedono nei piani sottili...''  e invece era ''Ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto''. 

 

 

 

 

allora Malia, devo essere sincero, a me piace molto il modo in cui ti poni davanti alla ricerca, sono dell'idea che quando si presenta un fenomeno si abbia il dovere da una parte di fare tabula rasa di quel che si conosce (durante l'analisi) e poi con sistemi analogici relazionare il fenomeno alla nostra memoria, con l'obbligo inderogabile di non lasciarsi ossessionare dai fenomeni, che hanno importanza ZERO rispetto al lavoro interiore. Detto questo c'è molta differenza fra ente sensiente interno ed esterno, una differenza che nello stato di coscienza fisico, come quello che si ha in paralisi del sonno, è molto difficile da percepire, se non impossibile, quando invece la coscienza si innalza al livello astrale la differenza fra un'estroiezione di un ente interno ed un ente esterno è palese, lo si evince dal modo che ha di vibrare e da quello che trasmette (ricordiamoci sempre che sul piano astrale la comunicazione si percepisce dall'interno di se stessi). Nel caso specifico, la deduzione a cui ero arrivato da solo prima di postare, e ora rafforzata da quello che ha detto freja, è che il fenomeno sia nato da me, anche se ignoro la motivazione. 

Per quanto riguarda le tue riflessioni sul tirare in ballo forze esterne, hai mosso dei dubbi legittimi, il più delle volte è cosi, ci si riferisce a cose di natura diversa quando non si riesce a spiegare la propria natura, oppure per imprimere più o meno inconsciamente del potere alle proprie esperienze, con tutti i risvolti psicologici del caso.

Vorrei lanciarti una sfida, nel senso buono del termine, ho la netta sensazione che tu abbia la possibilità, quando senti una presenza vicino a te, di poter anche richiamare parti molto evolute di te, fossi in te un tentativo lo farei.

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