In realtà tutto questo ha solo un comune denominatore. La paura della morte. La tecnologia ci ha completamente allontanati dai nostri sensi, e quindi non siamo più in grado di capire la vita. Inoltre la tecnologia ha portato con sé le invenzioni, e quindi i beni materiali creando disparità sempre maggiori tra esseri umani. Più cresce la tecnologia più il divario si amplia. Questo perché la tecnologia oggi ti può rendere una persona completamente immersa nel benessere fisico e addirittura senza preoccupazioni sul futuro. Ecco che la corsa al guadagno è inarrestabile. In tutto questo però nessuno guarda le macerie che ci stiamo lasciando dietro. E nemmeno quanto povero spiritualmente stia diventando l'uomo. Perché la spiritualità si coltiva. E lo si fa sporcandosi, sentendo, odorando, vivendo situazioni (anche pericolose) o vivendo insieme ad altre persone allo stato brado. ecc...ecc...
Quando fai queste cose si smuove qualcosa dentro. Oggi invece la maggior parte dei benestanti ha perfino paura di sporcarsi le mani, e vive in una gabbia dorata fatta solo di cose per soddisfare i propri capricci fisici, senza sentire niente di emozionante o di calore dentro.
La pandemia a chi non ha paura della morte (come me) ha insegnato solamente quanto sia scadente il livello umano delle persone. E che basta una probabilità su 10mila di morire per vendersi anche la madre, e di come sia disposto a fare le cose anche più schifose pur di eliminare quella unica possibilità su 10mila.
Questo è il trionfo della tecnologia. L'eliminazione dell'umanità dall'umano.
Vivremo certamente bene in futuro. Esattamente come quei cani ingabbiati pieni di ogni avere ma vuoti dentro. Avendoli privati dell'unica cosa che vale la pena vivere: l'esperienza di vita, che comprende l'incognita, l'imprevedibilità, le emozioni, le gioie estreme così come i traumi estremi. Tutto quello che trasforma un bebè in un adulto.