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Freya

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  1. Sì, allora francamente non capisco tutta questa strenua difesa del dialogo con tornado. Ma qual è il problema, alle fine? Cioè il tuo problema col nostro comportamento, qual è? Ma soprattutto chi se ne frega di cosa dice tornado?
  2. Per me non ha senso star lì a dirsi sono peggiorato o migliorato, altrimenti si cade nell'errore di avere un'idea irreale di perfezione che può fare seri danni. Poi vedi i mostri in OBE e rispondi male a tornado.
  3. In effetti io, sinceramente, Malia, non capisco in base a quale legge chi dialoga (? Forse sarebbe meglio dire interagisce) con entità non umane, oppure chi ha esperienze spirituali, debba poi per forza essere in grado di rapportarsi a tutti gli altri esseri umani in modo impeccabile e in qualsiasi contesto, fra l'altro secondo criteri che stabilisci tu. Avere esperienze spirituali non rende automaticamente perfetti. Si ha il diritto di essere infastiditi pur avendo una certa esperienza spirituale, e di manifestarlo se si ritiene opportuno. Le due cose non si escludono a vicenda, come credi tu. E se non lo credi, tutta questa "moralizzazione" è fuori luogo, a tratti grottesca. Pensaci.
  4. Io mi riferivo esclusivamente all'ultimo scambio fra me e lui, non quello prima. Per il resto sono d'accordo con te, ma per quanto mi riguarda l'affermazione di Tornado mi rimane piuttosto indifferente, proprio per questo non ho sentito il bisogno di rispondere per filo e per segno, ma andare avanti con serenità scambiando opinioni con altre persone.
  5. L'ultimo post di tornado non è oggettivamente utilizzabile per un dialogo. Sono affermazioni perentorie in cui lui dice che sostanzialmente non ho capito niente delle mie esperienze personali. Non vedo come si possa dialogare con questi presupposti. Non è semplice scetticismo eh, non confondiamo le cose. Lo scetticismo va benissimo, se posto in un contesto di discussione costruttiva. Io, personalmente, in quell'atteggiamento non vedo niente di costruttivo, non sono neanche critiche, sono cose che lui ha stabilito a priori, inamovibili. Perché una persona dovrebbe perderci del tempo?
  6. Certamente, dentro e fuori, come dissi in un altro post, sono concetti che non hanno molto senso in relazione alle esperienze di natura spirituale. Tuttavia, secondo me, parlare di "viaggio interiore" può dare vita a una serie di fraintendimenti che poi, alla fine, riducono il viaggio astrale ad essere concepito come una sorta di fantasiosa avventura allucinatoria prodotta dal cervello e/o dai meccanismi psichici. Questo penso avvenga perchè comunemente per "interiore" si intende esclusivamente la nostra propria interiorità psichica, il mondo della personalità, mentre il corpo astrale si situa ad un livello ancora più interno (?- dopo spiego come la penso io), ed è ciò che determina la vita psichica nella sua interezza. Per alcuni questa progressiva interiorità viene tradotta meglio in termini di elevazione, cioè il piano astrale sarebbe un piano in cui la materia è differente, più raffinata rispetto a quella fisica. Certamente non credo sia opportuno parlare di corpo astrale come un qualcosa che "sta" dentro il corpo fisico, come verrebbe da pensare parlando di "viaggio interiore". Credo di poterne parlare con una certa cognizione, potendo vedere i corpi sottili da molti anni. Quel che si palesa a me (ma anche ad altri che ho avuto la fortuna di conoscere) quando osservo il corpo astrale, non è di certo un bagliore interno al corpo, ma una serie di nubi luminose disomogenee che si estendono ben oltre il corpo fisico, avvolgendolo. Osservando questo fenomeno posso intuire che il viaggio astrale è determinato dalla consapevolezza dello spostamento della coscienza all'interno di questa sostanza. Essendo composta da diversi tipi di luce con consistenza, grandezza e colore differenti, posso anche ipotizzare che le percezioni saranno differenti a seconda delle "sezioni" in cui si sposta la coscienza, e quindi non esista un solo tipo di viaggio astrale, ma tanti differenti viaggi con altrettanti livelli di consapevolezza. Essendo dei veri e propri contenitori di "impressioni", che filtrano la luce dei piani superiori in una maniera predefinita a seconda del soggetto, penso anche che durante le paralisi, la nostra psiche, venendo a contatto diretto con queste "nubi" (non si è del tutto fuori dal corpo, ma si è comunque scollegati da esso) ed essendo in una condizione di mezzo, ne traduca il contenuto nell'unica maniera possibile ed automatica in quel momento, ovvero come fa durante il sonno normale, dando origine alla sensazione di "estraneo malvagio", "persona che girella nella stanza", "peso sulle gambe", e così via. Ovvero viene attuata una trasposizione dei contenuti sottili direttamente sul piano fisico, che quindi vengono distorti in qualcosa di pauroso. In entrambi i casi comunque, cioè sia nel sonno normale che durante la paralisi, si tratta di una traduzione più o meno parziale dei dati contenuti in questi involucri. Non dico che non esistano casi in cui si è di fronte a vere e proprie illusioni, perchè ovviamente esistono anche quelle( cioè scambiare delle forme presenti nella stanza per qualcos'altro), ma ritengo che molte volte il fenomeno sia di natura diversa. Questo accade anche in alcune esperienze extracorporee vere e proprie. In molte tradizioni ad esempio si parla del guardiano della soglia o di una figura simile. Esso non sarebbe altro che l'insieme di tutta l'energia sottile che ostacola il viaggio, assumendo forme mostruose. Entrare nel dettaglio comunque sarebbe lungo e complesso. Ora, io, quando osservo i corpi sottili, li colloco per forza in una dimensione fisica, almeno a livello visivo, quindi riesco a inserirli in un certo spazio, altrimenti non potrei percepirli. Tuttavia mi rendo conto che lo spazio in cui sono non è quello fisico, ma non è neanche interiore. Semmai riesco a collocarli in uno spazio anteriore, che credo sia il termine più giusto, almeno per quel che mi riguarda. Ovvero sono posizionati "prima" del piano fisico. Non sono nè dentro nè fuori, ma in una dimensione antecedente. Anche per questo motivo, spesso i contenuti psichici dell'essere umano presentano caratteristiche simili. Questa dimensione "antecedente" è un grande contenitore da cui vengono riversate informazioni di natura collettiva e filtrate poi soggettivamente dai singoli veicoli astrali. Per questo, secondo me, parlare di viaggio interiore è fuorviante, perchè porta a pensare che tutto si fermi alla singola percezione distorta di uno stimolo psichico, ma oltre questo c'è un intero "regno" che rimane fuori dalla questione, quando invece è il protagonista principale. Quando muoriamo le condizioni evidentemente sono molto diverse. In questo caso ovviamente non ho mezzi per affermarlo con certezza, ma penso che una volta svincolati del tutto dal piano fisico, si possa accedere a modalità percettive proprie del piano astrale, in cui sopra, sotto, dentro e fuori sono termini che non hanno senso.
  7. Quindi per te durante il viaggio astrale si compie un "viaggio interno", mentre alla morte ci si distacca veramente dal corpo? Nel senso, come concili le tue esperienze coi defunti con il concetto di "viaggio interiore"? Non è la stessa cosa a staccarsi durante il viaggio astrale e la morte? Se sì, e si tratta di un viaggio dentro di sé, come si possono percepire poi i defunti, che dovrebbero appunto stare nella loro "dimensione interiore"?
  8. Illuso da una vecchia superstizione, l’uomo aspetta sempre qualche cosa dal sacrificio dei suoi piaceri, ma non s’aspetta niente dal sacrificio della propria sofferenza. P.D. Ouspensky
  9. In effetti è un po' contorto, non risponde alla domanda di occhi. Ammesso che secondo te sia possibile staccarsi dal corpo, che cosa è per te questa cosa che si stacca?
  10. 1) Hai mai rischiato di morire? Non che io sappia 2) Hai paura della morte? No 3) In quale modo speri assolutamente di non morire? Per via di qualche malattia degenerativa del cervello 4) Hai mai visto morire qualcuno? No 5) Credi che esista vita dopo la morte? Sì 6) Credi nella reincarnazione? Sì 7) E nelle NDE (Near Death Experience)? Sì 😎 Hai mai desiderato davvero di morire? Sì 9) Hai mai tentato il suicidio? No 10) Provi invidia per la gente che non c'è più? No 11) Cosa ne pensi della pena di morte? Non è una soluzione 12) E della tortura? Non serve a niente 13) Credi che EleChan sia malata per aver ideato questo test? No, sono domande normali dai
  11. Del mio naso? Assolutamente no. Ma non è etrusco. Non somiglio molto agli etruschi. Son passati diversi anni eh
  12. Ma l'hai dedotto dal mio naso anche in questo caso?
  13. Quella non era ironia, era proprio una stronzata, caro maddo.
  14. Secondo me comunque, molta della fiducia che si ripone in questo tipo di esperienze dipende dal modo in cui si verificano. Ad esempio, se andassi a letto con l'intento di sognare tizio e caio, o di vederli in obe, e poi li vedessi, non mi fiderei molto. È ovvio che l'autoconvincimento può produrre circostanze oniriche di ogni genere, se si ha una certa volontà. E pure che in paralisi è facile vedere ciò che si vuol vedere, sempre per via dello stesso meccanismo. Io presumo che quando si parla seriamente di una certa esperienza di questo tipo, si abbia già scartato l'ipotesi di essersi suggestionati da soli, o almeno si sia consapevoli che seppur esista questa possibilità, sia piuttosto limitata. Anche per questo motivo io, tranne rari casi, vado a dormire senza aspettarmi niente, non forzo nè paralisi nè obe. Faccio il vuoto e mi pongo nella maniera più passiva possibile, tranne rarissimi casi in cui mi do da sola l'input per sognare qualcosa. In questo modo so che le eventuali esperienze non saranno condizionate da me e dalla mia mente.
  15. Abbi pazienza, ma ciò non è vero. Durante una paralisi è possibile, almeno per quanto mi riguarda: - accorgersi di essere in paralisi, quindi accedere alla memoria di esperienze passate - ricordarsi che il fenomeno durerà poco e cercare di mantenere la calma e avere pazienza, quindi formulare pensieri lucidi e ragionevoli - mettere in pratica lezioni/insegnamenti/ tecniche apprese in passato (mi è capitato di voler recitare una preghiera a mente, o di fare appello alla mia capacità di osservare il pensiero per non essere invasa dalle sensazioni), quindi di nuovo accesso alla memoria - prendere decisioni (ad esempio decidere di uscire dal corpo), quindi è possibile agire secondo una propria volontà In alcuni casi le differenze con lo stato di veglia sono praticamente assenti a livello di coscienza, l'unica differenza sta nell'impossibilità di muovere il corpo.
  16. 1- ho detto " un discreto numero", non "tutte" , e si tratta in particolare di quelle in cui decido di uscire dal corpo. Quella del "demone" non la ricordo, cioè non mi ricordo il mio livello di lucidità. 2- sensazioni di presenze, energia che schiaccia, che preme su zone specifiche, etc, sono percezioni che mi capitano anche in stato di veglia normale, seppur con intensità minore rispetto a quella avvertita in paralisi. Quindi, a meno che non stia dormendo, non si tratta per forza e sempre di allucinazioni ipnagogiche.
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