Sull'ego umano (dal vecchio forum)

[cincin]

Copio-incollo un thread avviato nel vecchio forum da Fausto Intilla.

Fausto Intilla: “La nostra vita ha una durata infinitamente breve rispetto all’eternità del tempo; il nostro corpo ha un’estensione nello spazio infinitamente piccola rispetto alla vastità dell’Universo. Com'è possibile che tutto ciò non abbia alcuna influenza sul nostro ego? Se ne avesse, esso verrebbe ridimensionato in un istante; e in un istante, dalla faccia della Terra scomparirebbero guerre, fame e disperazione, per milioni e milioni di persone”.

 

cincin: Ma chi dice tutto ciò se non il nostro ego? E' diventare Consapevoli di questo ego che lo fa ridimensionare.

 

Fausto Intilla: ...attraverso la meditazione, credo che alcune persone vi riescano. Ma chi è in grado di convincere milioni e milioni di persone che ciò [meditazione] è cosa buona e saggia? O forse basterebbe convincere solo poche migliaia di persone, ovvero quelle che attualmente mantengono le redini dell'intera sorte dell'umanità, attraverso un potere economico-finanziario che ha ormai superato ogni limite? Poche migliaia di persone assolutamente convinte che "il potere logora, ma è meglio non perderlo"

A mio parere, altruismo, bontà d'animo e rispetto del prossimo, sono qualità umane inversamente proporzionali all'estensione del nostro ego (a prescindere da qualsiasi credo religioso a cui apparteniamo; infatti anche agli atei è concesso il dono del buon senso, attraverso il quale possiamo incamminarci verso orizzonti più lontani, di impronta spirituale).

 

cincin: Non è possibile convincere nessuno che la meditazione è cosa buona e saggia e ognuno dovrà verificarlo da sè. Se la meditazione è elevazione della Consapevolezza (e lo è, di fatto) verificare se la meditazione è cosa buona e saggia esige, di partenza, una Consapevolezza un po' più elevata della media.
E i potenti se ne guardano bene dal divulgarla perchè inconsciamente sanno che più sei meditativo e più il loro potere diminuisce.
Ovviamente hai ragione quando dici che l'ego è inversamente proporzionale al rispetto del prossimo.