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Sandor

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  1. Ah, ah! Però non so se è davvero una candid camera. E' roba da farti prendere un accidente...
  2. Io sono sempre stato affascinato dalla regressione come strumento per risolvere problemi del passato. Cioè attingere alle risorse che ha il proprio io del passato e che noi nel presente non abbiamo più perché si sono erose. E' un concetto tipo il ripristino temporaneo del vecchio stato di un PC.
  3. In effetti con un altro browser funziona. Con Opera blocca la ricerca.
  4. C"è qualcosa che non va nel link...
  5. Per ora dico che è ineressante. Continua per favore.
  6. Conosco tutto l'armamentario bibliografico su antichi astronauti, Nibiru, Stitchin (o come si scrive), Philip J. Corso e retroingegneria extraterrestre, impronte degli dei e dei alieni della Bibbia. Sono nozioni che servono a far volare la fantasia, a speculare, a tentare di risolvere in modo alternativo (e parziale) la questione delle grandi domande esistenziali. Però il progresso umano esiste, la tecnica progredisce abbastanza naturalmente (tranne alcune eccezioni che forse considero tali per mia ignoranza). La cosa che più ritengo misteriosa e tutto sommato inspiegabile è la scintilla di coscienza, lo sviluppo della corteccia celebrale e delle sue funzioni, la nascita del linguaggio (che è una specie di virus, come dice qualcuno).
  7. Ma, sotto sotto, diciamocela tutta, noi crediamo un po' che la datazione nella storia antica abbia qualche falla. E anche, in generale, la narrazione. Vero?
  8. Perché, come facciamo a sapere che la coca non esisteva in Egitto illo tempore?
  9. Dobbiamo distinguere scienza e tecnica. La scienza opera al di là dell'applicazione pratica, la tecnica, invece è sostanzialmente applicazione pratica. Gli ultimi decenni/secoli hanno visto un grande progresso nella tecnica, supportato dalla scienza. Non sempre avviene, spesso la tecnica "arriva prima" della scienza. Quindi noi vediamo che mangiare foglie di salice ci fa stare meglio: prima ce le mettiamo in bocca e basta, poi ci facciamo estratti e tisane, infine estraiamo l'acido acetilsalicinico e lo mettiamo nel comodo formato pasticca o bustina in polvere. Fin qui la tecnica. Poi arriva la scienza (o forse la scienza stava già osservando con interesse ed eleborando statistiche) e dice che la sostanza funziona perché é così e così e fa questo e quello. Negli ultimi anni assistiamo ad una comunicazione ipertrofica della scienza o dei media che parlano di scienza, del tipo: abbiamo fatto questo studio e risulta che coltivare fragole su Marte è possibile (e sticazzi non ce l'aggiungi?). Spesso questi studi sono chiaramenti inutili e privi di applicazione pratica, statistiche, o addirittura cose indimostrabili. Non sappiamo se è una strategia del Potere, una delle tante strategie anestetizzanti e demoralizzanti a cui siamo sottoposti. Ma la scienza esiste, è nobile, ha un metodo e uno scopo, che vorremmo più alto, cioè rispondere alle grandi domande. Purtroppo, come molte altre cose, oggi è un po' inquinata dalla propaganda e dal sistema centralizzato dei finanziamenti pubblici, oltre che dalla necessità di attirare di tanto in tanto un po' di interesse mediatico. La scienza dovrebbe anche tornare in mano alle singole persone che non dovrebbero aver paura di fare ipotesi e testarle con sguardo obiettivo, al di là delle appartenenze politiche e di questo costante "divide et impera" mediatico con cui siamo bombardati al punto da ridurre tutto ad una questione di tifo, anche le questioni più serie.
  10. Questa massificazione, questo coinvolgimento dei singoli impotenti, anche nelle colpe, è parte del problema. Del tipo: Putin attacca l'Ucraina e i giornalisti dicono: "Eh, due guerre mondiali nel 900 e non abbiamo ancora imparato niente!". Ma noi chi? Noi giornalisti? Se non avete imparato niente (o quantomeno questa singola, semplice lezione) dimettetevi da giornalisti, non siete degni di parlare dai mass media! Noi governanti? Allora bisognava "imparare" a Putin o agli altri governanti che mandano alla guerra spostando ed esponendo al massacro altri uomini come pedine di un gioco da tavolo. Ma guardacaso chi arriva al potere pensa che, sì, le lezioni della scuola, del prete, della famiglia, della sua natura umana, sono importanti ma in fondo sono solo delle favolette e la realtà è un'altra cosa. Pensano: "Io ho il mio ruolo (o meglio, SONO il mio ruolo) e sono speciale e devo essere concreto, cinico, ambizioso, spregiudicato. Gli altri, beati loro, vivono nell'incoscienza e posso far di loro quello che mi pare." E chi subisce, alla fine pensa allo stesso modo, oppure semplicemente si rassegna. O forse non avevamo imparato nulla noi, gruppo di individui riuniti artificialmente sotto delle linee immaginarie chiamate confini, identificati artificialmente da una bandiera, invitati a commuoverci o emozionarci o coinvolgerci per una canzoncina pomposamente chiamata "inno". Elementi così profondamente radicati in noi che siamo pronti a cambiarli come se niente fosse se qualcun altro è più bravo a buttare le bombe e ci costringe a farlo.
  11. Ciò che dici è giusto e anch'io talvolta ho l'impressione che si tratti di un inferno (spero almeno un purgatorio però!). Però forse ci troviamo in difficoltà anche perché abbiamo un cervello che è in grado di gestire e considerare gruppi limitati di nostri simili (dicono che il limite massimo sia 150). Invece da un po' di tempo a questa parte, abbiamo cominciato a ragionare di "umanità", includendo miliardi di persone a migliaia di chilometri di distanza fisica ed emotiva da noi. Se ci pensi, questo è un fatto recente.
  12. La tua è una bella riflessione: l'uomo non si ritiene sufficiente come uomo e smania, ricerca, prova. Questa sua smania, che qualcuno ritiene nobile, nasconde una sorta di inadeguatezza. L'uomo intuisce qualcosa, capisce che occorrerebbe almeno chiarire il senso della sua esistenza ma si scontra costantemente con dei limiti. Insomma, capisce ma non abbastanza. E questo causa sofferenza.
  13. Mi permetto di segnalare gli studi dell'antropologo Louis Bolk: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Louis_Bolk Riassumendo all'osso, la sua teoria è che l'uomo non sia una scimmia evoluta ma una scimmia che ha arrestato la sua evoluzione e prova ne è la presenza di caratteri neotenici: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Neotenia Una tipica specie che presenta caratteri neotenici è il cane, di cui potete vedere i diversi stadi di evoluzione nel link sopra di Wikipedia. Ora, considerando che il cane è una specie "allevata" che presenta caratteri neotenici, è ovvio che qulacuno potrebbe pensare che... anche l'uomo sia una specie allevata! Ad esempio, ci ha pensato quel simpaticone di Biglino in un suo libro: https://www.macrolibrarsi.it/libri/__resi-umani-libro.php Nel link potete leggere un estratto interessante in cui si parla di esperimenti con le volpi in Russia, mi pare. La cosa interessante è che più si è docili, remissivi e obbedienti, più sembrano manifestarsi i caratteri neotenici nel giro di poche generazioni.
  14. Dobbiamo stare attenti a non finire da un eccesso all'altro. Il sogno e la fantasia vanno bene ma non devono essere fini a se stesse. La mia idea è che c'è qualcosa che deve ancora essere scoperto e che magari non è individuabile al momento perché sfugge alle maglie della logica o della coscienza o del metodo scientifico che sono gli strumenti attraverso i quali l'umanità è più ferrata oggi (lascio da parte il complottismo secondo cui "ci tengono nascosto che..."). Qualcuno vorrebbe invece far passare l'idea che non ci sia nulla da scoprire e che al massimo se ne può occupare qualche laboratorio sovvenzionato da Stati o multinazionali. Ecco, la mia idea e la mia speranza è che ci sia ancora qualcosa che è nelle nostre mani come singoli esseri umani, un principio che possiamo controllare, uno spazio per il mistero e la scoperta. Ma dev'essere reale, magari non spiegabile con la nostra intelligenza, ma deve funzionare o darci un vantaggio o farci capire qualcosa di più su noi stessi. Spero che capiate cosa intendo.
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