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Quando da ragazzina studiavo filosofia, avevo serie difficoltà nel relazionarmi con il punto di vista di molti dei maggiori pensatori della storia, uno su tutto Leibniz e le sue monadi, che per riuscirci a capire visualizzavo come gusci o palloncini racchiudenti ogni singola cosa, rompendomi la testa nel riuscire ad entrare in quella logica ed un quel ragionamento, perché per riuscire a farlo dovevo momentaneamente uscire da me stessa e dalle mie convinzioni ed affrontare l'horror vacui del non avere più alcun tipo di appiglio o di riferimento pratico e materiale.

Ed e' così un po' per tutti ogni volta che qualcuno descrive un sistema di riferimento completamente diverso dal nostro, al quale opponiamo ciò che per noi è conosciuto e noto, rifiutando inconsciamente di predisporci davvero all'ascolto ed innestando una gara spesso insistente allo sfinimento di un "ho ragione io" che nessuno ci ha chiesto di ingaggiare, sovrapponendo la nostra voce alla loro, le nostre ragioni alle loro.

E questa volontà di supremazia vive nel mentale, ed è una caratteristica della personalità, dell'io.

Questi giorni sto ascoltando alcuni video di Federico Cimaroli, ascoltandoli tutti insieme rischio la confusione, e chiedo lumi a chi lo avesse compreso meglio.

Cimaroli chiama questo affannarsi sul piano materiale, personalità, affermando che è l'anima ad essere ciò che permane, e non la personalità.

Il problema è che permane solo quando viene coltivata, come i talenti che se seppelliti non danno frutto.

L'anima cosa sarebbe, come si usa, come si sviluppa. L'anima sarebbe l'ascolto cardiaco, l'ascolto del cuore, con il cuore.

Insomma il famoso concetto cristiano del cuore indurito è di chi utilizza la mente per ascoltare, per discernere, con l'io, con la personalità, e non con il cuore.

Su un piano materiale il discorso del cuore è stato reso melenso e sdolcinato dalla banalizzazione che lo ha ridotto ad uno slogan sentimentale che ci commuove quei due secondi che gli dedichiamo per poi lasciarci esattamente come prima, coinvolti nei nostri interventi materiali.

Insomma la maggioranza delle persone che anche seguono esercizi spirituali di varia entità hanno un io radicato nella mente, mentre il discorso di Cimaroli prevede un Io che prende radici nel cuore, e solo questo è anima, in quanto mettendo il proprio centro nel cuore diventa possibile il discernimento radicato nella fede, fede da intendersi in senso cristiano come un salto nel vuoto senza paracadute, di fiducia.

Il radicamento nella personalità mentale invece perde la dimensione della fede, dell'ideale, nel discernimento, e si mangia pezzo per pezzo l'anima, non consentendole di crescere e svilupparsi, e questa sarebbe l'opera degli asura, demoni che attaccano il vuoto e l'imprevedibile della fede, cercano di attaccare il Messaggero della fede stessa, rendendoci uomini locusta, che hanno lo stesso emozioni, sentimenti, un loro sentire, che vivono percepiscono ed agiscono su un piano strettamente orizzontale e materiale ma non di tipo evolutivo spirituale, per cui privo di anima e pieno di opportunità Materiali.

Correggetemi se ho fatto errori di interpretazione, o comunque date le vostre interpretazioni, io intanto devo ancora capire se questa cosa mi convince davvero.

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Ho visto che hai descritto l'anima come una serie di atteggiamenti. Per capire Cimaroli, che riprende tantissimo Steiner e altri esoteristi (più o meno new age, a seconda), l'anima va considerata come un centro concreto. Un centro che si interfaccia e si relaziona con la realtà usando parametri e criteri completamente diversi da quelli conosciuti, fra cui anche il sostare nell'imprevedibilità (il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo). Mentre la personalità ha bisogno di basi sicure, di qualsiasi tipo, mentali o materiali, l'anima vive al di sopra dell'illusione, se così si può definire. Pertanto essa può "giocare" con gli avvenimenti considerandoli nella loro inconsistenza, che è poi la principale caratteristica del mondo fenomenico. 

Non c'entrano niente, quindi, i buoni sentimenti, ma semmai le virtù, tutte caratteristiche dell'anima. 

Continuando poi a seguirlo, troverai che fa delle differenze fra terza e quarta dimensione. Chi è in "terza dimensione" lotta con la personalità, è la classica fase (talvolta dura tutta la vita), in cui l'essere umano comincia a osservare i suoi meccanismi automatici, quelli della personalità. Pone quindi un distacco fra personalità e anima, e questo processo si svolge con la meditazione o il ricordo di sè, oppure con vie di intensa privazione (come quelle monastiche). In "quarta dimensione" non c'è più bisogno di osservarsi nè di rinunciare. L'anima prevale sulla personalità, e può utilizzarla in piena consapevolezza, non esiste più la dualità personalità-anima, spirito-materia e così via. La quarta dimensione è un fluire continuo in piena unità, l'unica differenza è che tutte le componenti sono al loro posto, dove devono essere, ovvero la personalità non prevale sull'anima, ma viene reso a quest'ultima il comando che gli spetta. 

Cosa è che non capisci nello specifico, comunque?

 

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38 minuti fa, Freya ha scritto:

Ho visto che hai descritto l'anima come una serie di atteggiamenti. Per capire Cimaroli, che riprende tantissimo Steiner e altri esoteristi (più o meno new age, a seconda), l'anima va considerata come un centro concreto.

Allora. Quello che so di Steiner è zero. Nulla.

Per cui quelli di Cimaroli sono per me discorsi totalmente nuovi, anche se non lo ascolterei se non mi risuonassero come una campana nelle profondità viscerali di qualcosa.

Può anche essere io mi sia fermata solo agli atteggiamenti, probabilmente ho fatto caso solo a quelli perché avevo più un bisogno mio di capire "e come si farebbe a fare questa cosa nel concreto".

E ho preso appunti sulle cose che mi colpivano di più, ma solo quando potevo, ascolto questi video mentre nel frattempo faccio dei lavori meccanici come disegnare al PC.

43 minuti fa, Freya ha scritto:

Un centro che si interfaccia e si relaziona con la realtà usando parametri e criteri completamente diversi da quelli conosciuti, fra cui anche il sostare nell'imprevedibilità (il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo). Mentre la personalità ha bisogno di basi sicure, di qualsiasi tipo, mentali o materiali

Si ma infatti un po' locusta mi ci sento, e forse è per questo che ho ho preso quei riferimenti più concreti.

44 minuti fa, Freya ha scritto:

Non c'entrano niente, quindi, i buoni sentimenti, ma semmai le virtù, tutte caratteristiche dell'anima.

Visto. Anche questo e' un concetto che mi trova di dura cervice. Già solo cercare di passare a questo è un lavorone.

46 minuti fa, Freya ha scritto:

troverai che fa delle differenze fra terza e quarta dimensione. Chi è in "terza dimensione" lotta con la personalità, è la classica fase (talvolta dura tutta la vita), in cui l'essere umano comincia a osservare i suoi meccanismi automatici, quelli della personalità. Pone quindi un distacco fra personalità e anima

Sì, questa è una parte che ho volutamente omesso per non complicare la spiegazione, che volevo fosse comprensibile anche alla seconda dimensione. 😬 Non volevo passare subito a questa gerarchia perché potrebbe essere considerata offensiva, ma in effetti non lo è, si tratta di constatazioni sul piano entro il quale ci muoviamo, e poi ho capito che ognuno di noi vorrebbe considerare se stesso perlomeno nella terza, parlo per me ovviamente, ma non essendo un ragionamento che prevede voti ho cercato di sganciarlo dalla competitività naturale della personalità, propria della seconda dimensione.

Non so se ha senso quello che ho scritto. Spero sia intuibile.

52 minuti fa, Freya ha scritto:

Cosa è che non capisci nello specifico, comunque?

Come farlo

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1 ora fa, Pandora ha scritto:

 

Come farlo

Per farlo devi iniziare con degli esercizi pratici sulla mente. Non si può eseguire un lavoro di questo tipo senza tener conto della mente. Anche se sei cristiana e sei abituata a muoverti in un contesto essoterico, per fare questo genere di cose bisogna entrare nel vivo, e la preghiera non è sufficiente (o meglio, alcuni dicono lo sia, ma in casi eccezionalissimi, per persone che sono veramente portate a questo genere di relazione col divino, quindi diciamo di no perchè sono troppo pochi e si tratta per lo più di persone che hanno scelto la via monastica estrema).

C'è un testo bellissimo che si chiama "La nube della non conoscenza", scritto da un anonimo nel XIV secolo, che ti potrebbe essere utilissimo. Io lo trovo splendido per coniugare le tecniche meditative orientali con la contemplazione cristiana. Se riesci a capire come inserire queste pratiche nel tuo contesto, poi ti posso anche dare qualche indicazione più specifica. Leggilo. 

 

Edited by Freya
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2 ore fa, Freya ha scritto:

Anche se sei cristiana e sei abituata a muoverti in un contesto essoterico, per fare questo genere di cose bisogna entrare nel vivo, e la preghiera non è sufficiente (o meglio, alcuni dicono lo sia, ma in casi eccezionalissimi, per persone che sono veramente portate a questo genere di relazione col divino, quindi diciamo di no perchè sono troppo pochi e si tratta per lo più di persone che hanno scelto la via monastica estrema).

Questo è un altro aspetto che sto soppesando di tutta questa storia.

Riesco a capire quando Cimaroli parla di comprensione cardiaca perché attraverso la preghiera in passato ho attraversato dei momenti di quella che credo possa essere la comprensione cardiaca alla quale fa riferimento. Non è tuttavia uno stato nel quale sono riuscita a permanere.  Ma è uno stato pazzesco.

Tutti questi discorsi mi richiamano la memoria a quella fase.

Ma se devo dire la verità non sono completamente sicura che il lavoro esoterico sia proprio la mia strada, nel senso lo apprezzo, ma è come se fosse un cartello stradale sulla direzione da prendere per acchiappare il fil rouge che però dopo i primi scalini se li fai sul serio è un ascensore, per cui non so se sia la strada più adatta a me, nel senso che questi discorsi mi fanno bene, ma io lo vedo un protendersi verso l'alto sì, ma il gesto di volontà da solo non ce la farebbe con le proprie forze ed il proprio impegno se non ci fosse una controparte che ti fa entrare alla festa. Non il mio perlomeno. 

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Io ti consiglio di ascoltare i video di Cimaroli (no  libri) in ordine cronologico, dall'inizio fino ad arrivare ad oggi.

Lui si evolve (durante il periodo covid accelera); secondo me ora si ri-trova in una fase ''estrema''.

Lui è mosso da un fuoco che pochi di noi hanno (nel bene e nel male).  Secondo me, quando ha cominciato a fare video questo fuoco era in una fase più gestibile, e quello che comunicava era alla portata di tutti più o meno; non è così nei  video recenti.

Il gesto di volontà da solo non ce la fa perchè la volontà è già inquinata dal ragionamento; quello che ti smuove è la necessità estrema di qualcosa e cioè quella cosa che ti fa muovere senza avere il tempo di pensare troppo e solo in quello stato, se ti imbatti in qualcosa che ti è d'aiuto a livello di ''cuore'' (diciamo così), lo noti subito e lo segui fino a farne una pratica.

Non le chiamerei pratiche spirituali, ma pratiche mentali, all'inizio.

La controparte che ti fa entrare nella festa....e' un'iniziazione, che potrebbe non piacerti, anche se fosse piena di glitter e voci angeliche. Se la cerchi .... non è iniziazione.

Quello che Cimaroli indica con cuore è ''passione''; non c'entra con i '''buoni''' sentimenti nè con i buoni comportamenti se  buono è un aggettivo derivato dalla morale.

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17 ore fa, malia ha scritto:

Lui è mosso da un fuoco che pochi di noi hanno (nel bene e nel male).  Secondo me, quando ha cominciato a fare video questo fuoco era in una fase più gestibile, e quello che comunicava era alla portata di tutti più o meno; non è così nei  video recenti.

Anche io penso che i video più recenti siano più difficili da capire rispetto a quelli che vedevo all'inizio.

17 ore fa, malia ha scritto:

Il gesto di volontà da solo non ce la fa perchè la volontà è già inquinata dal ragionamento; quello che ti smuove è la necessità estrema di qualcosa e cioè quella cosa che ti fa muovere senza avere il tempo di pensare troppo e solo in quello stato, se ti imbatti in qualcosa che ti è d'aiuto a livello di ''cuore'' (diciamo così), lo noti subito e lo segui fino a farne una pratica.

Esatto si, hai colto la mia perplessità sul concetto che il gesto di volontà o lo stesso lavoro interiore possa essere abbastanza, perché parte dalla sola mente che non può farcela se manca quello stesso fuoco che smuove.

È anche vero però che il fuoco altrui può accendere una scintilla in noi ed è a livello di cuore, si.

17 ore fa, malia ha scritto:

Quello che Cimaroli indica con cuore è ''passione''; non c'entra con i '''buoni''' sentimenti nè con i buoni comportamenti se  buono è un aggettivo derivato dalla morale.

Esatto si.

Lui si muove nella traccia del cristianesimo a livello di passione di fuoco di fede che ci porta a fare un salto nel vuoto partendo dal cuore e non dalle considerazioni di opportunità o di convenienza o di etica, poiché quelle passano dalla mente, se ho capito ciò che intende.

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18 ore fa, Pandora ha scritto:

Questo è un altro aspetto che sto soppesando di tutta questa storia.

Riesco a capire quando Cimaroli parla di comprensione cardiaca perché attraverso la preghiera in passato ho attraversato dei momenti di quella che credo possa essere la comprensione cardiaca alla quale fa riferimento. Non è tuttavia uno stato nel quale sono riuscita a permanere.  Ma è uno stato pazzesco.

Tutti questi discorsi mi richiamano la memoria a quella fase.

Ma se devo dire la verità non sono completamente sicura che il lavoro esoterico sia proprio la mia strada, nel senso lo apprezzo, ma è come se fosse un cartello stradale sulla direzione da prendere per acchiappare il fil rouge che però dopo i primi scalini se li fai sul serio è un ascensore, per cui non so se sia la strada più adatta a me, nel senso che questi discorsi mi fanno bene, ma io lo vedo un protendersi verso l'alto sì, ma il gesto di volontà da solo non ce la farebbe con le proprie forze ed il proprio impegno se non ci fosse una controparte che ti fa entrare alla festa. Non il mio perlomeno. 

Non serve un invito alla festa. Semmai la volontà è quella di muovere i primi passi in direzione di una verità interiore viva, sperimentata personalmente. Non è necessario nemmeno inserirsi in un cammino esoterico particolare. Io quando ho iniziato l'osservazione di me non ero in nessuna scuola, non seguivo nessun cammino particolare, non avevo neanche letto roba in merito. Ero solo in uno stato di sofferenza mentale, tale per cui il distacco dal dialogo interiore è avvenuto in maniera del tutto spontanea. Non ho mica ricevuto l'invito ufficiale dall'alto. L'ho fatto perchè andava fatto, perchè in quel modo non potevo continuare, non era una condizione normale. 

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