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ho deciso di aprire questo topic, invece di scriverlo sul blog, perchè era una cosa da approfondire più vivamente.

Dunque partiamo dal principio

secondo l'esoterismo tolteco esisterebbeo 8 punti

volontà che è collegata a sentire vedere e sognare

e ragione che è collegata a parlare/pensare

poi ci sarebbero altri due punti collegati sempre alla volontà 

conoscenza silenziosa e intento 

ma non è argomento di questa discussione

quello che volevo approfondire era il vedere che parte dalla volontà

la realtà soggettiva o oggettiva quale sia risponde sempre alla volontà

le persone percepiscono fantasmi, ufo, alieni, volador, persino gli insetti di casa sono collegabili all'aspetto allucinatorio

io da quando ho tanti scarabei a casa mi son fatto un problema oltre il piano materiale

e mi son detto

sarà il mio vedere è sconquassato da basse frequenze

e questo è dovuto all'alimentazione, ai farmaci che prendo, a come vivo la mia vita

quindi tornando al punto di prima al titolo

tutto quello che percepite non è oggettivo ma soggettivo e riguarda l'aspetto prettamente vibratorio e di frequenza della esistenza di chi la percepisce

Posted
1 hour ago, Karver said:

tutto quello che percepite non è oggettivo ma soggettivo e riguarda l'aspetto prettamente vibratorio e di frequenza della esistenza di chi la percepisce

La percezione della realtà non è universale, riguarda il soggetto perché avviene dentro di noi (la decodifica dei suoni, immagini) non fuori di noi. Dunque, la percezione può essere instradata, può diventare non casuale. Un uomo ordinario ama certezze (quando non le possiede se le inventa) e sicurezza (spesso banali illusioni) quindi indirizza la percezione in quella direzione per filtrare solo quello che vuole vedere e sentire, il che gli impedisce di intravedere la verità delle cose. Di solito è estremista, seguace di qualche ideologia e per principio non cambia mai - la sua 'vita' è statica, sempre la stessa. Vuole sapere tutto ma non sa niente. Il guerriero, al contrario, sceglie un equilibrio salutare tra "sapere" e "non sapere" dato che non è possibile né auspicabile sapere tutto, non ha paura di dire di non sapere, la sua esistenza è caraterizzata dall'incertezza e dalla non-sicurezza il che gli permette di stare nel presente e di osservare liberamente la Totalità della realtà (non deve rendere conto a nessuno), per questo il regime lo teme essendo imprevedibile. Chi cerca l'oggettività, si perde. Quello che si può fare è portare la percezione ad un livello superiore, sensibilizzarla in modo da avere un segnale da elaborare fedele all'originale esterno e non distorto o confuso. Ma l'elaborazione la compie il soggetto, non può essere oggettiva.

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