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La finta spiritualità, l'illusione del risveglio e la personalità spirituale


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Apro questo thread per discutere, con chi ne avrà piacere, di un fenomeno sfumato eppure estremamente pervasivo che bene o male influisce molto sulla percezione della spiritualità contemporanea, ovvero tutto ciò che è delineato dai contorni della New Age. 

Prima di tutto, è necessario descrivere almeno a grandi linee cosa sia e come si sia sviluppata. La New Age non ha nulla a che vedere, come molti pensano erroneamente, con la Teosofia e l'Antroposofia, o con i movimenti neognostici. Si tratta invece di un fenomeno subculturale nato sotto la spinta dei movimenti hippie alla fine degli anni 60. Se in un primo momento era caratterizzata da un certo impegno sociale (gli adepti new age volevano cambiare il mondo, erano in attesa della famigerata nuova era dell'acquario), ha poi inesorabilmente perso la sua spinta "rivoluzionaria" per adeguarsi a dinamiche più individualiste, diventando anche un fenomeno di mercato con un ricco giro d'affari e un marketing esplosivo, che fa leva con estrema astuzia sulle problematiche moderne (solitudine, mancanza di direzione spirituale, pressione eccessiva del materialismo), e fornisce delle soluzioni a prima vista concrete e soprattutto rapide. 

Nascono così innumerevoli corsi a pagamento, in cui letteralmente si compra la "conoscenza" di svariate discipline: cristalloterapia, tarocchi, reiki, corsi per uscire dal corpo, meditazioni per risvegliarsi in 7 giorni, tecniche per diventare chiaroveggenti, fitoterapia, e chi più ne ha più ne metta. 

Ma l'argomento di questo thread non è tanto il mercato della spiritualità new age, quanto piuttosto l'atteggiamento interiore che ne deriva. 

Dal mio punto di vista (ma la mia opinione, come sempre, vale nulla) noto alcune caratteristiche nella spiritualità moderna che, secondo me, hanno effetti estremamente nocivi, sarà poi chi legge a dirmi se è d'accordo o se vuole aggiungere altro. 

  • Una visione olistica, troppo olistica, spesso mischiata con la fisica quantistica anche quando non c'entra niente. Ma soprattutto la persona che ne esprime i concetti, di fisica quantistica non ci capisce assolutamente niente. Il danno più grave di questa visione è che, seppur magari in ultima analisi sia vera, porta la persona a vivere nella menzogna. Ovvero: se io vivo con la convinzione che tutto sia UNO, e mi adeguo forzatamente a questa idea senza averne mai avuto la benchè minima percezione, non faccio altro che mentire a me stesso. Per percezione si intende esperienza diretta e conoscenza oggettiva, ovvero, minimo il Samadhi. 
  • Un rimando all'infinito del vero lavoro interiore, nella convinzione che "beh tanto ci sono tantissime vite a disposizione, e prima o poi tutti torneremo all'origine". Un'idea davvero fanciullesca, in primis perchè chi la esprime, di solito, non ha la minima idea di come si attui, realmente, la reincarnazione (o rinascita), non ricorda nessuna vita precedente alla sua attuale, nè che cosa significhi tornare all'origine, e ovviamente non sa neanche cosa sia l'origine. E' un atto di pura fede basato sul nulla più assoluto. 
  • La convinzione deleteria al 100% che l'illuminazione consista nel benessere interiore. Cioè se io imparo a stare bene, a essere sereno, vuol dire che sono illuminato. Grandi risate.
  • Il pensiero "positivo", sempre e comunque. Il mantra è sempre quello: sorridi che va tutto bene. E l'ombra? Beh, l'ombra è un'illusione (ah, vabbè). L'unicornista moderno, quello che deve avere per forza l'arcobaleno in testa, si taglia le gambe da solo. Non è consapevole del fatto che scartando continuamente gli esiti "negativi" e focalizzandosi esclusivamente sul lato positivo di una vicenda, ne azzera il valore didattico, il potenziale shock trasformativo. E questo perchè? Perchè non vuole soffrire. 
  • L'uso smodato della famosa legge dello specchio. Questo è particolarmente grave in tutti quei casi nei quali, per seguire il suddetto principio, il poveraccio se ne fa fare di ogni tipo, nella convinzione che ciò che le persone gli fanno è sempre e solo specchio della sua interiorità. Situazione terribile che espone anche ad abusi perchè si diventa incapaci di dire no, ci si pone nella più totale accoglienza dell'altro, anche quando invece sarebbe molto più spirituale e sano rispondere con un bel vaffan***o. 
  • Buonismo, tolleranza estrema, negazione degli impulsi percepiti come negativi. Questo atteggiamento è figlio di quello sopra: moltissimi rifiutano la rabbia, la tristezza, il dolore, e quando li provano si sentono pure in colpa. Non capiscono la differenza fra repressione, corretta gestione e trasmutazione vera delle emozioni.
  • Mix casuali di filosofia orientale e psicologia, in particolare quella comportamentale. Due cose che non c'azzeccano niente l'una con l'altra eppure, da buoni occidentali incapaci di comprendere le basi della dottrina buddista, ci infiliamo spesso cose che non c'entrano nulla e che fanno parte esclusivamente della nostra cultura, e quindi ecco che nascono robe come la mindfulness e similari, che trascinano la realizzazione suprema in un contesto che non gli appartiene, quello della personalità.
  • Dal punto sopra si giunge al fulcro del problema: la spiritualizzazione della personalità. Ovvero, quel fenomeno tipico di chi, abbracciando queste credenze e spesso senza fare nessuna esperienza degna di nota, si sente arrivato a qualcosa di importante, ma in realtà ha solo appreso una serie di nozioni spiritualeggianti che non l'hanno cambiato di una virgola nell'essenza, hanno solo illuminato la sua personalità. Queste persone, se incontrano un vero maestro, vanno in mille pezzi (e ciò è un bene). 

Chi più chi meno, chi si avvicina oggi alla spiritualità (non parlo delle religioni) viene in contatto con queste cose, magari assume anche qualcuno di questi atteggiamenti, che poi dovrà per forza correggere se intraprende un percorso serio. Alcuni di questi atteggiamenti sono davvero duri a morire, perchè rappresentano un'ancora di salvezza alla quale molti hanno agganciato il loro (falso) benessere. 

Per come la vedo io, tutto questo è l'esito di una pressione materialista troppo forte, causa o conseguenza del crollo delle religioni occidentali. Da un lato, abbiamo gli scettici a oltranza e i materialisti sfrenati, che ormai sulla terra rappresentano la maggioranza. Per contrasto, è nata una spiritualità ignorante, che fa salire rapidamente agli eccessi, simula, rende superficiale il percorso interiore, allontana anch'essa dalla vera conoscenza di sè, proprio come una convinzione materialista.

 

 

Edited by Freya
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Guest Black Sam
Il 29/6/2023 at 11:47, Freya ha scritto:
  • Mix casuali di filosofia orientale e psicologia, in particolare quella comportamentale. Due cose che non c'azzeccano niente l'una con l'altra eppure, da buoni occidentali incapaci di comprendere le basi della dottrina buddista, ci infiliamo spesso cose che non c'entrano nulla e che fanno parte esclusivamente della nostra cultura, e quindi ecco che nascono robe come la mindfulness e similari, che trascinano la realizzazione suprema in un contesto che non gli appartiene, quello della personalità.

 

Sono d'accordo su tutto. Il discorso è estremamente ampio, per questo mi soffermo su questo punto e straparlo un po', augurandomi che non ti dispiaccia se divago leggermente.
Quando la persona Occidentale interessata alla Spiritualità scopre le filosofie Orientali, ne viene quasi subito catturata perché vede semplici verità che le Chiese esteriori dell'Occidente hanno cercato di nascondere e ridicolizzare per millenni. Il Panteismo, come tutte le forme di Sciamanesimo e di adorazione della Natura e delle forze naturali (Deva), diventano una fonte di scoperta, o rinascita, delle forze elementali che costituiscono l'essere umano anche in forma di Archetipi. La persona si rende conto di vivere forze che attraverso una visione animista può conoscere personalmente per scoprire se stesso, integrandosi nuovamente in una natura di cui si è dimenticato di fare parte. In Occidente rappresenta anche tutta quella riscoperta delle antiche religioni che rientrano nel Neo Paganesimo o altri fenomeni culturali degni di nota, come la Wicca, ma anche quella ricerca di sacralizzare la sessualità e in qualche modo la morte.
Questa visione naturale incentrata su Mater e Daimon è, in verità, primordiale, ed è una parte fondamentale della struttura umana, che purtroppo è stata offuscata dall'apparenza della dimostrabilità scientifica che la stessa Chiesa esteriore ha fatto propria; un auto condanna che ha portata le Chiese esteriori ad essere ciò che sono oggi, entità totalmente estranee alla Chiesa interiore e Universale. Quando queste due visioni si scontrano, ovvero la visione Panteista e Animista con la visione superficiale dell'Occidente che considera soltanto l'esteriorità della struttura, nasce una visione di unione, approssimazione e sentimentalismo totalmente incapace di percepire e valutare differenze e confini. Tutto diventa uno; tutto è tollerabile per via di una "non dualità" incompresa e incomprensibile per l'Occidentale, ma questa mentalità nasconde molteplici trappole per l'ego che soccombe a meccanismi di potere che pur non vedendo tacitamente accetta.
Jung, il famoso padre della psicoanalisi, per ovvi motivi riteneva la filosofia Orientale una parte necessaria da integrare per l'Occidentale moderno e viceversa, ciononostante vedeva molti pericoli. Jung fu il primo, che io sappia, a parlare di inconscio somatico, comprendendo come l'integrazione degli Archetipi e altresì il loro mal funzionamento avesse un ruolo importante anche in rapporto al corpo fisico, e non solo il proprio corpo; leggendo tutti gli eventi che circondano la stesura del testo Sette Sermoni ai Morti, è possibile dedurre che, sebbene non esplicitato, che io sappia, ritenesse in qualche modo possibile che la psiche influenzasse la realtà oggettiva. Una visione molto Sciamanica. Durante la stesura del testo, lui visse - e chi viveva con lui anche - fenomeni inspiegabili come presenze opprimenti, campanelli che suonavano da soli e altre particolarità. Questo potrebbe aprire una grande parentesi sulle implicazioni che comporta una tale possibilità.
Ora, non vorrei dilungarmi troppo con la storia delle religioni, spiegando come le religioni rivelate - spesso in antitesi a quelle naturali che le stesse definiscono idolatre - abbiano caratterizzato la forma mentis dell'Occidente, ma è bene precisare questa differenza perché, se le prime, naturali - astrali e ctonie - rappresentano la volontà dell'uomo di scoprire e in un certo senso governare la materia e le leggi sottili (Dharma) dentro e fuori da se, raggiungendo anche livelli incredibili di raffinatezza (basti pensare all'Abhidhamma Pitaka del Theraveda), la Religione rivelata rappresenta invece l'assoluto che si rivela all'uomo per Volontà Divina; una piccola differenza decisamente importante nella struttura del percorso interiore che viene chiamata Gnosi, e che in Oriente si ritrova solo in alcune sette Vaishnava. Questo è infatti caratterizzato da un Amore romantico che sposta la "dualità" oltre l'Ade rappresentato dalle forze naturali e Daimoniche; poiché Cristo redime la carne ed eleva l'uomo a Dio stesso, senza cadere nel ridicolo, ovviamente. La Chiesa, quella Universale e Interiore intendo, è la Sposa di Cristo; alcune sette Vaishnava praticano Bhava Bhakti sentendosi le Gopi di Krishna; i fratelli d'amore similmente a Dante seguono la "donna" Angelica; gli Ebrei come nel Cantico dei Cantici ritenevano la loro patria superna la Sposa di Dio, famosa la bellissima canzone Lecha Dodi; gli Gnostici, praticavano un matrimonio con la controparte Eonica chiamato Nimphos etc.etc.
Questo è un Samadhi differente dalla precedente integrazione, anch'essa necessaria; se la prima porta al nulla dentro e dietro la realtà fenomenica, la seconda riempie tutto, anche le stesse forze naturali rappresentate dagli Arconti (ad es. i reggenti Planetari), ed è il Pleroma. È possibile vedere ciò come solve e coagula, penso.
Tutto questo per asserire che, non è un male la speculazione tra psicologia, oriente ed occidente, anzi, è tutto molto bello, per me! quando lessi ciò che accadde a Jung prima della stesura di Sette Sermoni ai Morti, ricordo che in macchina, riflettevo sul significato delle esperienze di Jung facendo alcuni collegamenti con il panpsichismo russeliano, quando improvvisamente ebbi una immaginazione invadente e fuori luogo: vidi un vecchio vicino di casa trasferitosi in un'altra città che non vedevo da diverso tempo che mi chiedeva "perché non hai fatto ancora figli?". L'immagine era strana, avvertii che era una risposta alla mia speculazione intellettuale, così dissi alla mia compagna in macchina con me, che avremmo incontrato quell'uomo, e fu così, 5 minuti dopo, appena scesi dalla macchina incontrammo lui ed i suoi figli (bruttissimi come tutti i bambini, aggiungo 😂), e nella sua estrema semplicità questo avvenimento mi ha permesso di comprendere meglio il concetto di entità.
Effettivamente, molto di quello che hai scritto, appartiene semplicemente a persone che per molti motivi sono incapaci di andare oltre la forma. Quando si fa' una Sadhana Mantra, c'è una componente nella struttura del rituale che si chiama Kilakam e rappresenta il lucchetto che quando sbloccato permette di accedere al potere del mantra o della Divinità. Questo si applica anche a quanto è stato scritto, possiamo passare intere vite, e lo facciamo in ogni caso, a interagire con configurazioni psico energetiche che opprimono la nostra visione e governano il nostro destino, o, una volta compresa l'impossibilità di contare i granelli di sabbia del deserto, possiamo cercare il modo di sbloccare tutto in una volta e dirigerci interamente verso questo intento.

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16 ore fa, Black Sam ha scritto:

Sono d'accordo su tutto. Il discorso è estremamente ampio, per questo mi soffermo su questo punto e straparlo un po', augurandomi che non ti dispiaccia se divago leggermente.
Quando la persona Occidentale interessata alla Spiritualità scopre le filosofie Orientali, ne viene quasi subito catturata perché vede semplici verità che le Chiese esteriori dell'Occidente hanno cercato di nascondere e ridicolizzare per millenni. Il Panteismo, come tutte le forme di Sciamanesimo e di adorazione della Natura e delle forze naturali (Deva), diventano una fonte di scoperta, o rinascita, delle forze elementali che costituiscono l'essere umano anche in forma di Archetipi. La persona si rende conto di vivere forze che attraverso una visione animista può conoscere personalmente per scoprire se stesso, integrandosi nuovamente in una natura di cui si è dimenticato di fare parte. In Occidente rappresenta anche tutta quella riscoperta delle antiche religioni che rientrano nel Neo Paganesimo o altri fenomeni culturali degni di nota, come la Wicca, ma anche quella ricerca di sacralizzare la sessualità e in qualche modo la morte.

Questa è una delle modalità con cui potrebbe essere affrontato il percorso individuale mediante l'ispirazione delle filosofie orientali, ma purtroppo non avviene mai, se non in casi sporadici. Quel che noto io, invece, è che di solito chi si avvicina alle rielaborazioni occidentali del buddismo, non lo fa per conoscere sè stesso ma per trovare una rapida soluzione mentale a qualche suo malessere. E questa soluzione di solito non avviene attraverso un percorso di riconoscimento delle proprie parti, ma attraverso un autoconvincimento circa alcune nozioni: tutto è uno, abbiamo tante vite, io non sono la mia mente.

Addirittura io vedo gente che, una volta scoperto che può osservare il suo dialogo interiore (che poi, inevitabilmente, nelle prime fasi si ferma automaticamente), pensa di essere illuminata. 

In realtà c'è una grandissima ignoranza a proposito delle forze di cui parli. 

 

16 ore fa, Black Sam ha scritto:

 


Questa visione naturale incentrata su Mater e Daimon è, in verità, primordiale, ed è una parte fondamentale della struttura umana, che purtroppo è stata offuscata dall'apparenza della dimostrabilità scientifica che la stessa Chiesa esteriore ha fatto propria; un auto condanna che ha portata le Chiese esteriori ad essere ciò che sono oggi, entità totalmente estranee alla Chiesa interiore e Universale. Quando queste due visioni si scontrano, ovvero la visione Panteista e Animista con la visione superficiale dell'Occidente che considera soltanto l'esteriorità della struttura, nasce una visione di unione, approssimazione e sentimentalismo totalmente incapace di percepire e valutare differenze e confini. Tutto diventa uno; tutto è tollerabile per via di una "non dualità" incompresa e incomprensibile per l'Occidentale, ma questa mentalità nasconde molteplici trappole per l'ego che soccombe a meccanismi di potere che pur non vedendo tacitamente accetta.

Proprio per questo io all'interno del thread sulla finta spiritualità non ho menzionato la religione, perchè si tratta di fenomeni diversi. 

La finta spiritualità ingannatrice aggancia chi si discosta dalla religione, chi vuol essere a tutti i costi "alternativo". 

In entrambi i casi però, il minimo comun denominatore è, secondo me, la ricerca di un sistema semplice per ottenere benefici spirituali, che non passa attraverso una reale conoscenza di sè o un reale contatto con la dimensione divina, ma si avvale di un accumulo nozionistico e cretinerie fantasiose in un caso o nell'accettazione passiva di dogmi e intermediari umani nell'altro (che demandano il "lavoro" ad altri). 

Della religione e i suoi effetti potenzialmente nocivi ne hanno parlato in lungo e in largo tantissime persone, ma di questo genere di spiritualità no. Di norma questi percorsi non vengono percepiti negativamente ( se non appunto da chi è religioso o ateo materialista, guarda caso), ma anzi spesso vengono incoraggiati. 

Anche l'animismo e il panteismo possono condurre a finta spiritualità. Prendi ad esempio tutti questi finti sciamani che portano gruppi di gente nelle montagne e fanno riti per chiamare gli elementali e per entrare in contatto con la natura, così, per entrare in contatto con sè stessi. Questa gente è solo molto fortunata che tali forze non rispondano mai alle chiamate che fanno, perchè se lo facessero scapperebbero a gambe levate o probabilmente ci lascerebbero la pelle. Non c'è la minima idea di quale sia la preparazione necessaria per affrontare determinare energie. Tutte queste cose, nel 99% dei casi, vengono vissute con una superficialità stucchevole che mi lascia interdetta. 

Edited by Freya
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a me è stato tramandato da persone esperte

maestri, coach, ricercatori

che la vera spiritualità o meglio la spiritualità fatta in maniera coerente avviene quando si inizia ad affidarsi al percepibile

e quindi si controlla la postura, il respiro, come ti muovi, come vuoi le gambe, le braccia eccetera

non a caso lo yoga oppure sport come il nuoto coordinano queste funzioni

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