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Nero

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Posts posted by Nero

  1. In CN ci sono solo cittadini del mondo - anzi dell'orbe terracqueo.

    Giustamente disinteressati a ciò che avviene in questa penisoletta provinciale, nonostante la storica ed esaltante novità di un presidente del consiglio y soy mujer.

    Del resto era scritto: fin dai tempi in cui si tentava di parlare del libro di Scurati,  il coro reclamava che era tutta un'ossessione. Finito il coro, finita l'ossessione, rimane adesso solo la modesta realtà - che non è nemmeno nascosta, quindi è off topic, come avrebbe sancito un'antica moderatrice. Giustamente, guardate dove è relegata la politica, in fondo a destra, vicino lo sgabuzzini delle scope, prima della toilette.

    Lo staff di CN può stare tranquillo, Parlare di Trump e di Putin non fa male a nessuno.

    Addio, raga'. Stateve bbuono.

  2. Il periodo covid l'ho vissuto in campagna, non in città. Bellissimo. Il silenzio, il tempo che sembrava essersi fermato, le strade deserte.

    Le mascherine rendevano interessante e importante ogni sguardo. Si scopriva qualcosa anche negli occhi di chi conoscevamo bene, e di chi eravamo abituati a frequentare ogni giorno. Gli occhi tristi di Michele, il mio tabaccaio, che pure rideva e parlava sempre a voce alta.

    Il senso di pericolo, di allarme, di attenzione a ogni gesto sarebbe stato prezioso anche se fosse stato ingiustificato. Ma le notizie da ogni parte d'Italia rendevano tutti partecipi a una condizione comune, che ricordava tempi antichi, di un'Italia povera, raccolta intorno a un tavolo della cucina a raccontarsi di paure, di timidezze e di coraggio.

    In tutto questo, stridente come un gesso sulla lavagna, veniva fuori la follia dei negazionisti - quelli colti e politicizzati, che ne facevano un tema costituzionale di "libertà", e quelli ignoranti, che rinunciavano momentaneamente alla battaglie per la terra piatta o per le scie chimiche.

    Questo aspetto demenziale, devo dire, è stato il lato più negativo, che mi dava un vero e proprio malessere. Il trionfo, o almeno l'emersione di una coglioneria pubblica senza vergogna, che sarebbe servita nei momenti immediatamente successivi a provocare altri sfasci.

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  3. Adesso capisco perché nei bagni progettati dagli architetti i lavandini sono all'altezza dei canestri da basket, le tazze sono mascherate da paracarri e i rubinetti tutti son fatti per essere aperti con la mano sinistra.

  4. 1 Sei uomo donna o *? U

    2 segno zodiacale? V ->V

    3 colore preferito? Verde scuro

    4 un tuo difetto - pietoso

    5 due pregi - pietoso, attento

    6 un tuo difetto in ammmore - la noia

    7 un tuo pregio in ammore - - - 

    8 quale caratteristica fisica proprio non ti attira? - cattivi odori

    9 e quale/quali caratteristiche ti attraggono fisicamente? - la grazia

    10 baci: occhi aperti o chiusi? - dipende dal sonno

    11 sei geloso/a/*? - possessivo

    12 cosa pensi di un partner geloso/a/*/y/z? - va tutto bene se rimane umana

    13 di subito qui e adesso qualcosa di carino - il primo - - - è indimenticabile

    14 sai esultare come Peter pan? (, quello del film, non mister paceall'animasua) - boh

    15 a proposito di film: il tuo preferito in assoluto? - La prima notte di quiete

    16 sei tipodacane, tipodagatto, o tipodaqualcos'altro? - tutt'e due

    17 il tuo utente CN preferito/a/*/xyz - preferito per cosa?

    18 una cosa che vorresti mangiare ma non puoi - le polpette in umido di mia nonna

    19 il tuo gusto della pizza preferita - margherita con alici, bassa

    20 la tua canzone preferita - Rimmel

    21 fatti una domanda, datti una risposta - perchè ho risposto a questo questionario? Non lo so

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  5. 23 ore fa, Freya ha scritto:

    Certo. Infatti la stranezza in questo caso non è tanto l'alone in sè. Se fosse stato uno, forse, non avrei neanche riproposto l'argomento, ma il fatto che siano ben tre su un rullino. La quantità è notevole e la posizione è curiosa. Sono appunto incidenti rari, e statisticamente è difficile farlo tre volte in una sessione. Tutto può essere però. 

    Possiamo metterla anche in un altro modo.

    La chimica nel processo fotografico è quanto ci sia di più simile alla magia, o almeno al mondo e al metodo degli alchimisti.

    Da un foglio di carta bianca, nel buio rossastro della camera oscura - infernale, sottilmente demoniaco? - vedi emergere un'immagine della realtà, che è essa stessa un'altra realtà. E' sempre percepita, anzi aspettata, come un'altra realtà, simile a quella che era stata ripresa con la macchina, ma in qualche modo diversa. Un momento di Rivelazione.

    Il momento della ripresa, con la macchinetta al collo, è quello della scienza positiva, solare - la limpidezza cristallina delle lenti, la fermezza metallica rassicurante nella meno della fotocamera, il clic deciso dello scatto. Tutto così corporeo.

    Il rollino così impressionato riposa un'ora, un giorno, spesso anche un mese in un cassetto. Riposa, nel buio. Quel cassetto è un rito di passaggio in un'altra dimensione.

    L'emulsione della pellicola, quella parte sensibile, è a base di argento. Lo stesso argento manipolato per secoli dagli alchimisti. Lo setsso argento col quale si faceva il chiodo da infiggere nel cuore dei vampiri.

    Il momento in cui si entra, anzi si usa, si organizza la camera oscura, il processo stesso di sviluppo e stampa non è più scienza e tecnica solare e positiva. E' vissuto come manipolazione alchemica. Il calderone della strega. Le mani nello sviluppo, viscido, l'odore solfureo, e poi la svelamento di un'immagine che emerge dapprima come ombra, poi sempre meglio delineata.

    La verità è che ci si aspetta sempre che quell'immagine ci dica qualcosa di più, che sveli un segreto. Si osserva la foto di un volto come non abbiamo mai osservato quello stesso volto nella realtà, alla ricerca di un dettaglio, un mistero svelato.

    Anche senza aloni.

     

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  6. 12 ore fa, Freya ha scritto:

    Se intendi in fase di stampa sì, certo che è possibile. Ho aperto questa discussione anche per sapere se a qualcuno che sviluppa foto per mestiere o per hobby è mai capitato e se corrisponde a quello che c'è lì sulle mie.

    E' passato molto tempo da quando sviluppavo pellicole in camera oscura. Un'altra epoca. Incidenti di quel tipo erano rari, ma solo perché ci si sta attenti - un po' come quando si attraversa la strada, nel senso che teoricamnte sarebbe facile finire sotto una macchina, dato che sono tante e corrono forte, su strade strette etc etc.

    Nonostante l'attenzione, comunque, un dito appena umido di qualunque cosa (un prodotto chimico, ma anche zucchero, saliva, un residuo di caffè, una lacrima, sudore) è sempre possibile, magari non in fase di laboratorio, ma successivamnte, da parte di chi maneggia la foto - la superficie della carta fotografica è per definizione sensibile e tale rimane, in qualche modo, in tutte le fasi della sua vita. 

    Nelle raccolte di foto conservate, o ereditate, ho visto - senza farci molto caso, cioè senza approfondire - ogni genere di macchiette o di sfocature. Non so dire se ce ne sono state uguali alle tue - simili sicuramnte, ma le similitudini sono ingannevoli.  

     

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  7. 2 ore fa, Freya ha scritto:

    Comunque immagino che se fosse un'impronta di sporco avrebbe dovuto deteriorare la carta, oltre a macchiarla. 

    Non necessariamente. Anzi, è decisamente più probabile che la carta rimanga intatta, meccanicamnte, mentre sono assai più ammissibili dei blandi processi chimici di superficie. Le foto da pellicola, su carta, sono un concentrato di fenomeni chimici, a cominciare dallo sviluppo, in laboratori nei quali è facile che qualche schizzetto di liquidi attivi vada a finire dove non dovrebbe.

     

  8. Non so dove sono state conservate quelle foto in questi trent'anni, se sono state chiuse in un libro potrebbe essere una contaminazione con carta, muffa o inchistro, ossia una blanda reazione chimica che si verifica nel punto più chiuso del contatto.

    Ma è più credibile che sia un'impronta digitale, cioè un polpastrello a suo tempo leggermente sudato o appena umido di qualcosa che al momento non ha visibilmente sporcato la foto, ma col tempo la sostanza abbia avuto un effetto chimico.

  9. 20 ore fa, Menkalinan3 ha scritto:

    Mi piacciono i vostri racconti, è uno svelamento conoscitivo 😊

    Però è anche un pò malinconico... già, è così.

    Ultimamente mi vengono molto spesso alla mente i ricordi belli, non so se sia "normale", qualcuna mi disse che quando accade questo è perchè si invecchia, un pò strano perchè questa sensazione di nostalgia l' ho già provata da quasi adolescente, nostalgia di un passato molto remoto e indefinito.

    Invecchiare è la forma verbale malinconica per definire il semplice passare del tempo, cioè la sovrapposizione di epoche e di modi di vivere, che si accumulano e si sovrappongono nella memoria. Epoche e modi di vivere che alla fine sono altri noi stessi.

    La memoria è una continua, sottile, qualche volta struggente dislocazione, che quando è abbastanza intensa ci restituisce - se ci restituisce - al presente disorientati e con il senso di aver perduto irrimediabilmente qualcosa.

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  10. Ti direi che con questa proposta apri il vaso di Pandora delle emozioni e della fantasia, se non temessi di essere accusato di appropriazione indebita dalla Pandispagna d'ordinanza.

    Io non ho dubbi, i miei diciassette anni avanzati, sul punto di prendere la patente, quando avevo già scelto la macchina che avrei guidato legalmente di lì a poco, una MG nera che presidiava la vetrina del concessionario sotto casa, in via Nemorense. Era settembre, e i giorni, le sere di quella fine estate avevano il sapore dell'eternità.

     

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  11. 1) Hai mai rischiato di morire? Sì - dpo un'intervento chirurgico stavo davvero morendo

    2) Hai paura della morte? No - ho paura del disfacimento graduale del corpo e della mente

    3) In quale modo speri assolutamente di non morire? - ?

    4) Hai mai visto morire qualcuno? Sì, mia madre mi è morta in braccio

    5) Credi che esista vita dopo la morte? No, ma chissà

    6) Credi nella reincarnazione? No

    7) E nelle NDE (Near Death Experience)? Sì

    😎 Hai mai desiderato davvero di morire? No

    9) Hai mai tentato il suicidio? No

    10) Provi invidia per la gente che non c'è più? No

    11) Cosa ne pensi della pena di morte? Un residuato del passato, barbarico

    12) E della tortura? Come sopra, in peggio

    13) Credi che EleChan sia malata per aver ideato questo test? No

  12. 4 ore fa, Freya ha scritto:

    Era un'esagerazione voluta, la mia.

    Comunque come credi. 

    Quello che io credo è che i giochi basati sulla psicologia servono -  se interessa - a sapere cosa pensano, cosa sono gli psicologi o comunque le persone che inventano le domande. Il che equivale a dire che alla fine se ne ricava una panoramica sui luoghi comuni che caratterizzano la cultura diffusa.

    Lo dico così per essere buono ed educato.

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  13. 50 minuti fa, Freya ha scritto:

    Per i disturbi di personalità c'è lo psicologo, o, in alternativa, altri tipi di test.

    Il punto è proprio questo.

    Le cattiverie e le sorditezze non sono disturbi della personalità, ma normale umanità.

    Le considerano "disturbi" solo gli psicologi, in specie quelli comportamentalisti, di scuola americana, per i quali ad esempio anche chi è malinconico o ombroso, o scoglionato viene qualificato "asociale".

    Questi test, come anche i caratteri degli oroscopi, invece, contemplano solo comportamenti in bella copia, da salotto.

  14. 7 - avventuriero

    Ma non mi convince affatto.

    Ho risposto alle 36 domande cercando di essere netto, ma sono domande vaghe, che banalizzano una quantità di situazioni, o meglio banalizzano le ipotetiche reazioni, laddove in realtà in ogni situazione si reagisce secondo circostanze e persone.

    E poi in questi test mancano i vizi segreti, le storture mentali, le sorditezze, la cattiveria - un esempio, "quando gli altri litigano uscite dalla stanza?", dipende quando non me ne frega niente e litigano come galline, sì esco, ma altre volte posso mandarli affanculo prima di uscire, oppure esco e poi torno dentro per consolare o difendere un amico, oppure mi metto a litigare pure io, oppure ci provo un gusto maligno a vedere lo stronzo che che viene assalito da altri appena meno stronzi di lui, oppure dico una battuta velenosa prima di uscire, oppure ...

  15. 18 minuti fa, malia ha scritto:

     Non so perchè, ma secondo me il burro fa bene il suo lavoro sulla pasta o sul riso e non da solo a vedersela con i formaggi.

    L'ultimo tango a Barletta.

    Tutto giusto, ma basta lasciar sciogliere il burro. La crema viene da sè - io uso il burro bavarese o francese, non so se vale.

  16. Forse hai sbagliato formaggio.

    Cioè. Un po' tutti tendono a raggrumarsi in qualche forma di blob, recupearndo grossolanamente, in peggio, il proprio stato originario, ma qualcun di più, più in fretta, più da stronzo.

    Pecorino e parmigiano sono quelli che riescono meglio, specialmente se sono già meno duri da interi, ossia morbidosi.

    Già col solo burro la crema viene spontanea, anche senza sbattere e maneggiare. Poi basta aggiungere un po' d'acqua, magari un goccio d'olio. Non deve succedere niente di spettacolare, la crema viene da sè, sta lì che ti guarda.

    Anzi, di più. La crema viene comunque, se ci metti tanto formaggio, parmigiano o pecorino che sia - sulla pasta calda.

     

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  17. Promessa per Pandi-spagna

    Si può fare con tutti i tipi di pasta, corta o lunga.

    La pasta corta bisogna avere cura di farla bollire decisamente di più del tempo indicato.

    La gricia è una variante dell'amatriciana, con la quale ha in comune il guanciale e la cipolla. L'amatriciana è un successo quasi sicuro anche fatta per quattro o sei persone, mentre la gricia ha equilibri più delicati, che sono più difficili da calcolare e mantenere quando aumenta la quantità - in pratica, meglio per due. La quantità giusta varia secondo il tipo di pasta, per gli spaghetti usare 100 grammi a testa, o anche un po' meno, con i rigatoni o le mezze pennone 120. Nell'incertezza, meglio meno.

    Guanciale. Una scelta importante: listarelle fini o dadini? Io lo preferisco molto fino, lo prendo in salumeria già affettato sottile, poi lo spezzetto a mano, possibilmente a pezzi lunghi e relativamente sottili, irregolari. Ma anche i dadini vanno bene, tenendo conto che, se troppo cotti, poi tendono a diventare duri. 100 grammi bastano, se è di più non succede niente. Deve diventare croccante.

    In teoria il guanciale così preparato dovrebbe essere rosolato in padella senza aggiunta di olio, dato che il grasso setsso di cui è fatto in gran parte si scioglie. Ma è facilissimo che così si bruciacchi. Io aggiungo sempre un generoso giro d'olio. E ci macino sopra il pepe. Ma le cose rimangno ferme, cioè non accendo la fiamma sotto la padella, perché si deve prima cuocere la pasta. Bisogna calcolare bene i tempi, per la pasta servono almeno dieci minuti (lunga) o quasi venti (corta), mentre per soffriggere il guanciale ne bastano cinque, o anche meno.

    Cipolla. Poca poca, quella rossa di Tropea, che è meno aggressiva. La taglio a pezzettini piccoli, che metto in un piattino, poi la butto in padella alla fine, quando il guanciale è pronto, spengo e la butto dentro, deve bastare il calore residuo.

    Pecorino. L'ideale è grattarlo a mano, ma ancora più importante è che sia morbido, non troppo stagionato. Più è morbido, meglio è. Ne serve tanto. Seve sia a fare la crema, sia per completare il piatto con una spolverata generosa finale. La crema si fa dove si vuole, ossia nel fondo piatto di portata o in una ciotola a parte, o anche in entrambi: tre cucchiai pieni di pecorino grattato, si aggiungono un paio di cucchiai dell'acqua calda della pasta che sta bollendo, ma io ci metto anche un paio di ricciolotti di burro. Non bisogna avere paura di esagerare col pecorino, nel dubbio mettine ancora. Io ne butto una presa anche nella padella, insieme alla cipolla, a fuoco spento.

    A questo punto è tutto chiaro. Scolo la pasta, la metto nella padella col guanciale, mescolo, spolvero pecorino (aiuta a raccogliere l'olio), poi verso il tutto nel piatto di portata, dove c'è il fondo di crema, o l'aggiungo dalla ciotola, e mescolo ancora affettuosamnte. 

    Una birra fresca va benissimo.

    Vino rosso anche.

     

     

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