mario61 Posted January 21 Share Posted January 21 in attesa che si faccia vivo Sauro post-COVID post-Vaccino COVID ? [img]https://i.imgur.com/X6mRldY.jpg[/img] Un database di vaccini ha trovato un possibile collegamento tra il vaccino bivalente COVID-19 Pfizer/BioNTech e gli ictus ischemici nelle persone di età superiore ai 65 anni che hanno ricevuto il vaccino, hanno affermato il CDC e la FDA in un comunicato stampa congiunto. Il rilascio non raccomanda alle persone di cambiare le loro pratiche di vaccinazione, affermando che la scoperta del database probabilmente non rappresentava un "vero rischio clinico". Il CDC ha affermato che tutti, comprese le persone di età superiore ai 65 anni, dovrebbero rimanere aggiornati sui loro vaccini COVID, incluso il richiamo bivalente. Il comunicato stampa afferma che il Vaccine Safety Datalink (VSD), "un sistema di sorveglianza quasi in tempo reale", ha sollevato una preoccupazione per la sicurezza riguardo al booster Pfizer/BioNTech. "Sebbene la totalità dei dati suggerisca attualmente che è molto improbabile che il segnale in VSD (Vaccine Safety Datalink) rappresenti un vero rischio clinico, riteniamo che sia importante condividere queste informazioni con il pubblico, come abbiamo fatto in passato, quando uno dei nostri sistemi di monitoraggio della sicurezza rileva un segnale." Nessuna maggiore probabilità di ictus legata al vaccino bivalente Pfizer era stata trovata da Pfizer/BioNTech, dalla Veterans Administration, dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) gestito dal CDC e dalla FDA, o da altre agenzie che monitorano le reazioni dei vaccini, il comunicato stampa ha detto.Non sono stati identificati problemi di sicurezza relativi all'ictus con il vaccino bivalente Moderna. La CNN, citando un funzionario del CDC, ha riferito che circa 550.000 anziani che hanno ricevuto booster bivalenti Pfizer sono stati monitorati dal VSD e 130 di loro hanno avuto ictus entro tre settimane dall'iniezione. Nessuna di quelle 130 persone è morta, ha detto la CNN. La questione sarà discussa alla riunione di gennaio del comitato consultivo per i vaccini e i prodotti biologici correlati della FDA.I booster bivalenti contengono due ceppi di vaccino: uno per proteggere dal virus COVID-19 originale e un altro per le sottovarianti Omicron. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 21 Author Share Posted January 21 Antiossidanti dietetici, qualità della nutrizione e caratteristiche cardiovascolari tra onnivori, flexitariani e vegetariani in Polonia: i risultati dell'indagine rappresentativa nazionale multicentrica WOBASZ Antioxidants 2023 , 12 (2), 222; https://doi.org/10.3390/antiox12020222 18 gennaio 2023 Diversi rapporti hanno dimostrato che più modelli dietetici a base vegetale forniscono un maggiore apporto di antiossidanti rispetto alle diete ricche di carne e prodotti animali. I dati sull'assunzione di nutrienti chiave nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (CVD) in relazione a diete particolari nei paesi dell'Europa centrale e orientale sono scarsi. Lo scopo di questo studio era valutare la qualità della nutrizione e le caratteristiche CVD in un campione rappresentativo di adulti polacchi che seguivano diversi modelli dietetici. I partecipanti sono stati classificati come vegetariani se escludevano la carne (inclusa carne rossa, pollame e pesce), ma consumavano altri prodotti di origine animale come uova, latticini e miele. Coloro che hanno dichiarato di consumare regolarmente latticini ma carne rossa o pollame con una frequenza ≥1 volta al mese ma ≤1 volta alla settimana sono stati classificati come flessibili. Le persone che consumavano carne > 1 volta a settimana sono state classificate come onnivori. I vegetariani avevano un BMI (massa corporea) e glicemia serica media sostanzialmente inferiore rispetto agli onnivori e ai flexitariani I vegetariani avevano inoltre una minore prevalenza di ipertensione e obesità rispetto ai mangiatori di carne. In conclusione, i risultati dell'attuale ricerca hanno mostrato un apporto inappropriato di diversi nutrienti, inclusi antiossidanti molto potenti, indipendentemente dal regime alimentare. I flexitariani non avevano un profilo CVD più favorevole rispetto agli onnivori. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 21 Author Share Posted January 21 Il tanto atteso vaccino contro l'HIV fallisce in una vasta sperimentazionehttps://www.jnj.com/janssen-and-global-partners-to-discontinue-phase-3-mosaico-hiv-vaccine-clinical-trial Il vaccino era in fase di sviluppo dal 2019 ed è stato somministrato a 3.900 partecipanti allo studio fino a ottobre 2022, ma i dati mostrano che non protegge dall'HIV rispetto a un placebo, secondo lo sviluppatore Janssen Pharmaceutical .Gli esperti stimano che il fallimento significhi che non ci sarà un altro potenziale vaccino all'orizzonte per 3-5 anni. Nessun problema di sicurezza era stato identificato con il vaccino durante la sperimentazione, che ha studiato il trattamento sperimentale negli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini o con persone transgender. Non esiste una cura per l'HIV, ma la progressione della malattia può essere gestita con i trattamenti esistenti. Più di 1,5 milioni di persone in tutto il mondo sono state infettate dall'HIV nel 2021 e 38,4 milioni di persone convivono con il virus, secondo UNAIDS . Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 23 Author Share Posted January 23 https://www.nytimes.com/2023/01/17/books/review/and-finally-henry-marsh.html?searchResultPosition=1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
stranger1 Posted January 23 Share Posted January 23 (edited) Il dottore mi dice che devo mangiare carne perché il mio sangue è carente di ferro e nella carne c'è il ferro, dopo un paio di minuti mi dice che non devo mangiare carne perché nel sangue c'è troppo acido urico che mi fa venire l'artrite ai piedi e anche la gotta. Il dottore mi dice di mangiare burro e non margarina perché nel mio sangue c'è carenza di vitamina D e nel burro biologico c'è la vitamina D, dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare burro perché sono obeso e ho la pressione alta. Il dottore mi dice di mangiare sale perché il sale da cucina (cloruro di sodio) stimola l'intelligenza, infatti esiste il proverbio ("metti un po' di sale in zucca"), dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare sale da cucina (cloruro di sodio) perché il sale fa aumentare la pressione ed io sono già iperteso. Il dottore mi dice di mangiare verdura perché sono stitico, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare la verdura perché ho la colite. Il dottore mi dice di mangiare dolci, zuccheri e pasta perché il cervello ha bisogno di energia, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare dolci, zuccheri e pasta perché ho il diabete. Il dottore mi dice di mangiare fagioli e ceci, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare fagioli e ceci perché poi dentro l'ascensore butto scorregge puzzolenti. Ma Insomma ! Cosa devo mangiare ? Edited January 23 by stranger1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 23 Author Share Posted January 23 .... cambia dottore Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Pandora Posted January 23 Share Posted January 23 4 ore fa, stranger1 ha scritto: Il dottore mi dice di mangiare dolci, zuccheri e pasta perché il cervello ha bisogno di energia, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare dolci, zuccheri e pasta perché ho il diabete. 🙂 vabbe dai, allora anche gli architetti fanno i tetti a falde dove cade tanta neve per farla scivolare giù, e i tetti piatti dove questo accorgimento non serve. Questo non significa che il tetto piatto non vada bene e chi te lo propone un incapace, bisogna valutare le circostanze. Infatti un bravo medico, pur raccomandando a tutti le linee guida generali, di fronte al caso specifico dara’ consigli specifici, perché gli individui non sono tutti uguali. E’ per questo che non bisogna mai improvvisarsi nel faidate seguendo delle raccomandazioni generiche lette su internet o sulle riviste di salute, senza aver prima consultato il proprio medico, perché può andare bene finché ti va bene, ma se tu hai qualche controindicazione specifica puoi fare dei danni, nonostante quella cosa lì faccia bene alla maggioranza, ma non a te. Quindi se sei obeso e diabetico le raccomandazioni per te sono diverse dalle linee guida per tutti gli altri. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malia Posted January 23 Share Posted January 23 4 ore fa, stranger1 ha scritto: Il dottore mi dice che devo mangiare carne perché il mio sangue è carente di ferro e nella carne c'è il ferro, dopo un paio di minuti mi dice che non devo mangiare carne perché nel sangue c'è troppo acido urico che mi fa venire l'artrite ai piedi e anche la gotta. Il dottore mi dice di mangiare burro e non margarina perché nel mio sangue c'è carenza di vitamina D e nel burro biologico c'è la vitamina D, dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare burro perché sono obeso e ho la pressione alta. Il dottore mi dice di mangiare sale perché il sale da cucina (cloruro di sodio) stimola l'intelligenza, infatti esiste il proverbio ("metti un po' di sale in zucca"), dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare sale da cucina (cloruro di sodio) perché il sale fa aumentare la pressione ed io sono già iperteso. Il dottore mi dice di mangiare verdura perché sono stitico, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare la verdura perché ho la colite. Il dottore mi dice di mangiare dolci, zuccheri e pasta perché il cervello ha bisogno di energia, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare dolci, zuccheri e pasta perché ho il diabete. Il dottore mi dice di mangiare fagioli e ceci, ma dopo un paio di minuti mi dice di non mangiare fagioli e ceci perché poi dentro l'ascensore butto scorregge puzzolenti. Ma Insomma ! Cosa devo mangiare ? Bah, secondo me non ti si mai avvicinato ad un medico e queste sono deduzioni tue....prima di dedurre cose fai da te...impare ad ascoltare il tuo corpo. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 23 Author Share Posted January 23 L'assunzione di uova è associata a minori rischi di alterazione del glucosio a digiuno e ipertensione negli adulti dello studio Framingham Offspring Nutrients 2023 , 15 (3), 507 [18/01/2023 ] https://doi.org/10.3390/nu15030507 L'associazione tra consumo di uova e fattori di rischio cardiometabolico come l'ipertensione (HBP) e il glucosio a digiuno alterato (IFG) o il diabete di tipo 2 (T2D) è ancora oggetto di dibattito. Le uova sono una fonte chiave di colesterolo nella dieta e possono essere un'importante fonte di proteine nella dieta degli Stati Uniti, ma il loro possibile ruolo nell'evoluzione del rischio cardiometabolico non è ancora ben compreso. Per molti anni, le linee guida dietetiche statunitensi per gli americani hanno raccomandato di limitare l'assunzione di uova come mezzo per limitare l'assunzione di colesterolo nella dieta, riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari. Questa guida è stata rivista nelle linee guida dietetiche del 2015 quando è stato stabilito che il colesterolo alimentare non era un nutriente preoccupante per il consumo eccessivo. Questo studio esamina l'associazione tra il consumo di uova e questi risultati tra 2349 adulti di età compresa tra 30 e 64 anni nel Framingham Offspring Study. Il consumo di ≥5 uova a settimana è stato associato a IFG media e SBP inferiori dopo quattro anni di follow-up.Una maggiore assunzione di uova ha portato a minori rischi di sviluppare IFG o T2D e ipertensione (HBP). Gli effetti benefici del consumo di uova erano più forti in combinazione con altri modelli dietetici sani e cioè una maggiore assunzione di latticini, pesce, frutta e verdure non amidacee, cereali integrali, frutta secca e fibre alimentari. La composizione nutritiva delle uova potrebbe spiegare i loro effetti benefici sugli esiti legati al glucosio. Ad esempio, il contenuto proteico delle uova può svolgere un ruolo nel metabolismo del glucosio fungendo da sostituto dei carboidrati, che hanno un carico glicemico più elevato, come substrato per la gluconeogenesi o promuovendo la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Inoltre, i tuorli d'uovo sono una ricca fonte di carotenoidi luteina e zeaxantina che sono stati associati a una glicemia post-carico inferiore di 2 ore e all'insulina a digiuno. Questi nutrienti possono svolgere un ruolo importante nella modulazione dell'infiammazione attraverso l'inibizione del fattore nucleare-kappa B, o nella limitazione dello stress ossidativo attraverso l'interazione con la via del fattore 2 correlato al fattore nucleare-eritroide. Infine, le uova sono una delle poche fonti alimentari di vitamina D, che può svolgere un ruolo importante nel metabolismo del glucosio migliorando la funzione delle cellule beta pancreatiche attraverso effetti sia diretti che indiretti sulla secrezione di insulina, miglioramento dell'azione dell'insulina e riduzione dell'infiammazione sistemica. Gli effetti favorevoli delle uova sulla pressione sanguigna possono essere attribuiti a un numero di peptidi bioattivi derivati dalle uova che hanno una sostanziale capacità antiossidante e possono inibire gli enzimi di conversione dell'angiotensina, abbassando così la pressione sanguigna. Questo studio ha rilevato che il consumo regolare di uova come parte di una dieta sana ha effetti benefici a lungo termine sulla pressione sanguigna e sul metabolismo del glucosio e riduce i rischi a lungo termine di ipertensione e diabete. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 25 Author Share Posted January 25 Gli integratori regolari di vitamina D possono ridurre il rischio di melanomahttps://journals.lww.com/melanomaresearch/Abstract/9900/Regular_use_of_vitamin_D_supplement_is_associated.51.aspx Gli individui che assumono regolarmente integratori di vitamina D hanno una probabilità significativamente inferiore di avere una storia di melanoma maligno o qualsiasi tipo di cancro della pelle rispetto ai non utilizzatori, affermano i ricercatori finlandesi. Hanno anche riscontrato una tendenza al beneficio con l'uso occasionale. Lo studio, pubblicato il 28 dicembre su Melanoma Research , ha coinvolto quasi 500 persone che frequentavano una clinica dermatologica che hanno riferito del loro uso di integratori di vitamina D. Gli utenti regolari hanno avuto una significativa riduzione del 55% delle probabilità di avere una diagnosi di melanoma passata o presente , mentre l'uso occasionale è stato associato a una riduzione non significativa del 46%. La riduzione è stata simile per tutti i tipi di cancro della pelle. "Il nesso causale tra vitamina D e melanoma non può essere confermato dai risultati attuali".Anche se il collegamento dovesse essere dimostrato, "rimane da rispondere la domanda sulla dose ottimale di vitamina D per via orale affinché abbia effetti benefici". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 26 Author Share Posted January 26 Sigarette elettroniche potenzialmente dannose: l'imaging PET mostra una maggiore infiammazione polmonare nei consumatori di sigarette elettroniche rispetto ai fumatori di sigarettehttps://jnm.snmjournals.org/content/early/2023/01/19/jnumed.122.264529 Secondo un nuovo studio pubblicato online su The Journal of Nuclear Medicine , gli utenti di sigarette elettroniche (sigarette elettroniche) hanno una maggiore infiammazione polmonare rispetto ai fumatori e ai non fumatori di sigarette. Questo studio è il primo a fornire la prova che l'aspirazione di liquidi con le sigarette elettroniche crea una risposta infiammatoria unica nei polmoni che è diversa dal fumo di sigaretta. "Avere questi risultati fornisce ai pazienti ulteriori prove sugli effetti potenzialmente dannosi dell'uso di sigarette elettroniche sui polmoni". "Il lavoro fa avanzare ciò che è attualmente noto sugli impatti dell'uso di sigarette elettroniche sulla salute respiratoria e fornisce una migliore comprensione del danno e della riduzione del danno associato all'uso di sigarette elettroniche rispetto al fumo di sigaretta". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted January 29 Share Posted January 29 Il 21/1/2023 at 15:40, mario61 ha scritto: Antiossidanti dietetici, qualità della nutrizione e caratteristiche cardiovascolari tra onnivori, flexitariani e vegetariani in Polonia: i risultati dell'indagine rappresentativa nazionale multicentrica WOBASZ Antioxidants 2023 , 12 (2), 222; https://doi.org/10.3390/antiox12020222 18 gennaio 2023 Diversi rapporti hanno dimostrato che più modelli dietetici a base vegetale forniscono un maggiore apporto di antiossidanti rispetto alle diete ricche di carne e prodotti animali. I dati sull'assunzione di nutrienti chiave nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (CVD) in relazione a diete particolari nei paesi dell'Europa centrale e orientale sono scarsi. Lo scopo di questo studio era valutare la qualità della nutrizione e le caratteristiche CVD in un campione rappresentativo di adulti polacchi che seguivano diversi modelli dietetici. I partecipanti sono stati classificati come vegetariani se escludevano la carne (inclusa carne rossa, pollame e pesce), ma consumavano altri prodotti di origine animale come uova, latticini e miele. Coloro che hanno dichiarato di consumare regolarmente latticini ma carne rossa o pollame con una frequenza ≥1 volta al mese ma ≤1 volta alla settimana sono stati classificati come flessibili. Le persone che consumavano carne > 1 volta a settimana sono state classificate come onnivori. I vegetariani avevano un BMI (massa corporea) e glicemia serica media sostanzialmente inferiore rispetto agli onnivori e ai flexitariani I vegetariani avevano inoltre una minore prevalenza di ipertensione e obesità rispetto ai mangiatori di carne. In conclusione, i risultati dell'attuale ricerca hanno mostrato un apporto inappropriato di diversi nutrienti, inclusi antiossidanti molto potenti, indipendentemente dal regime alimentare. I flexitariani non avevano un profilo CVD più favorevole rispetto agli onnivori. ANTIOSSIDANTI ESOGENI NON VITAMINICI E VITAMINE ANTIOSSIDANTI Abbiamo da poco trattato gli antiossidanti esogeni detti anche ANTI-ROS ed abbiamo messo fra questi le vitamine C ed E senza specificare la differenza: orbene perché certi antiossidanti come la C e la E sono chiamati anche vitamine?? Dopo aver annoverato una serie potentissima di antiossidanti quali Criptoxantina , Zeaxantina , Rubixantina , Violaxantina , Rodoxantina ,Cantaxantina , Bioflavonoidi, Antociani, Epigallato di Epigallacatechina (EGCG), Curcumina, 6-shagoal della Zenzero, Astaxantina, Zeaxantina abbiamo dovuto annoverare anche le vitamine antiossidanti quali appunto la C e la E. Ma perché l’Astaxantina che è 550 volte più potente come anti ROS della Vit C non è pure una vitamina?? Questo per il semplice fatto che la Vit C, così pure la Vit E, non sono solo anti ROS, ma hanno funzioni fisiologiche ben precise. Ad esempio la Vit.C è indispensabile per la sintesi del Collagene, per il passaggio degli ioni ferrici dalla siderofillina alla ferritina e quindi per l’assorbimento del ferro, per il metabolismo della tirosina, per la sintesi del citocromo P450 che ha una funzione fondamentale nei processi di degradazione delle sostanze esogene, nel rinforzare l’azione di due nucleotidi AMP e GMP ciclici che controllano la maggior parte delle secrezioni ormonali, ed infine nella sintesi delle Gamma Globuline, o anticorpi di difesa contro virus e batteri. Tutte queste funzioni nessun anti ROS le possiede, ed è anche per questo che la Vit C viene chiamata vitamina., Per quanto riguarda la Vit E è indispensabile per la sintesi dell’EME (emoglobina, citocromi e molte altre sostanze che hanno funzione nel metabolismo cellulare). Controlla inoltre la repressione dell’acido Aminolevulinico e del Porfobilinogeno, ed anche qui nessun altro anti ROS lo può fare ed è anche per questo che viene chiamata vitamina mentre tutti gli altri citati sono solo anti ROS. Anche gli anti ROS non vitaminici vengono utilizzati quasi sempre in determinate patologie. Ad esempio l’Astaxantina e la Zeaxantina vengono utilixxati quasi sempre nei prodotti farmaceutici indicati per le patologie retiniche (maculopatie ecc), ma a dosaggi di 5-10 mg (a dosi maggiori sarebbero tossici), mentre i prodotti vitaminici sono molto più malleabili, ad esempio la Vit C viene somministrata nei Centri di Termoterapia Oncologica, in flebo alla dose di 30-50 gr, la Vit E può essere somministrata in dosi minori, generalmente 60 mg, dosi maggiori, fino a 250 mg, si riservano a coloro che hanno predisposizione alle trombosi(D-Dimero alto), perché si è visto che la Vit E, se data in dosi alte (250 mg =400UI),ha una buona azione nel prevenire i trombi e non si sa ancora con quale meccanismo. Si tenga inoltre presente, che a parità di dosaggio, la Vit E è 70 volte più potente come anti ROS della Vit 😄 della Vit C ne servono mediamente 80-120 mg/die che si assumono generalmente mangiando frutta, la Vit E essendo liposolubile si assume generalmente con gli olii, ma fra questi, anche se di Vit E ne servono 4-10 mg/die , la maggior parte ne sono carenti, soprattutto quelli che per l’estrazione vengono trattati a 200 gradi, pertanto la sua carenza è leggermente più diffusa rispetto alla Vit C, pur essendo le sue funzioni estremamente importanti. Se vi trovate di fronte un anemia che non si corregge con la somministrazione di Ferro e Vit C (essendo però state escluse altre patologie) pensate anche alla Vit E, perché, come già detto, questa è indispensabile nella sintesi dell’EME (sarebbe da valutare anche una carenza di Rame). Un ultimo consiglio: la Vit E se assunta alla sera, prima di andare a letto, concilia il sonno (le compresse da 60 mg sono ottime). Vedremo più tardi che anche le altre vitamine liposolubili, la A la D e soprattutto la K2, possono avere un azione anti ROS però con meccanismo indiretto (la Vit A perché agisce su vari coenzimi, la Vit D perché agisce sulle Pompe Ioniche, la Vit K perché agisce sulla Tromboplastina Plasmatica). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted January 29 Author Share Posted January 29 .... era ora Assunzione di carote e rischio di sviluppare il cancro: uno studio prospettico di coortehttps://www.mdpi.com/2072-6643/15/3/678 Nutrients 2023 , 15 (3), 678; 29 gennaio 2023 Una coorte di 57.000 cittadini danesi è stata seguita per più di 20 anni attraverso questionari estesi e controlli clinici. Abbiamo dimostrato in precedenza che i cittadini che mangiano carote crude hanno un rischio ridotto di sviluppare il cancro del colon-retto. Una riduzione dose-dipendente dell'incidenza è stata osservata per il cancro del polmone e del pancreas, così come per la leucemia. Nei casi di cancro al seno e alla prostata non sono state dimostrate alcuna associazione e nessuna risposta alla dose. Le carote lavorate non hanno mostrato alcun effetto. L'effetto preventivo potrebbe essere dovuto ai composti poliacetilenici falcarinolo e falcarindiolo nelle carote, mentre il carotene potrebbe non avere alcun effetto. I poliacetileni vengono inattivati dal riscaldamento, confermando le nostre scoperte secondo cui solo l'assunzione di carote crude ha un effetto. Le prove indirette dell'effetto preventivo del cancro delle carote negli esseri umani hanno raggiunto un livello in cui una sperimentazione umana prospettica è ora opportuna. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted January 31 Share Posted January 31 Riporto solo quello che avevo scritto all'inizio del Forum precedente: Mi scuso se il brano può risultare ostico per i non addetti ai lavori e pure lungo, ma vi assicura ne vale la pena. Leggetelo e cogliete quello che riuscite a cogliere, può risultarvi utile a titolo preventivo. Tempo fa avevo riportato quanto segue: Quote " ”Stà per verificarsi una rivoluzione nella medicina, è cominciata diversi anni fa in laboratori di molti laboratori di ricerca.. Negli ultimi anni, la consapevolezza del fenomeno ha cominciato ad approdare su tutti i giornali medici, varie riviste importanti e siti internet. Ed io vi dico che non passerà molto tempo prima che tutti sulla terra divengano consapevoli e comprendano la potenza di questa trasformazione e di come potrà cambiare il mondo. Questo rivoluzione è il risultato di nuove ed ampie ricerche in moltissimi laboratori del mondo e su un numero elevatissimo di studi sulla popolazione che evidenziano l’importanza della Vit.D. Infatti è emerso che questa straordinaria vitamina (che non è neppure una vitamina ma un ormone) consente di migliorare non solo la nostra salute ossea ma la sua carenza è collegata ad un numero imprecisato di patologie. Infatti si è visto che la carenza di questa vitamina è collegata a 17 tipi di cancro, oltre che a malattie cardiache, pressione alta, ictus, malattie autoimmuni e lo stesso diabete. L’uomo è l’unico animale che ha perso, durante l’evoluzione, la capacità di sintetizzarla senza l’esposizione al sole. Paradossalmente abbiamo trovato bassi livelli di questa vitamina anche in Florida ed in molte zone dell’Africa. Si tenga presente che l'uomo di colore per sintetizzarla deve esporsi molto più tempo al sole del bianco. Prof. Sarom Khalasa in base agli studi del Proff. Michael Holick e Prof Jeffrey Bland della Boston Uiversyty" Vi avevo anche posto il sito di un articolo comparso sulla rivista “ LE SCIENZE” tradotto dal Scientific American dove si riportava quanto segue: Spoiler Nello studio degli effetti preventivi della vitamina D, i ricercatori del Moores Cancer Center dell'Università della California a San Diego, hanno proposto un nuovo modello di sviluppo del cancro che si basa sulla perdita della capacità da parte delle cellule cancerose di legarsi le une alle altre.Tale modello, denominato DINOMIT, differisce in modo sostanziale da quello attualmente più accreditato, secondo cui l'origine prima delle neoplasie sarebbe una mutazione genetica."Il primo evento nel tumore è la perdita di comunicazione tra le cellule dovuta, tra le altre cose, a bassi livelli di vitamina D e di calcio”, ha spiegato l'epidemiologo Cedric Garland, docente di medicina preventiva e di famiglia della School of Medicine dell'UC San Diego, che ha guidato lo studio. "In questo nuovo modello, proponiamo che tale perdita possa rivestire un ruolo nell'insorgenza del cancro per effetto di un disturbo nella comunicazione tra cellule che è essenziale per il ricambio delle cellule sane, permettendo alle forme di cancro più aggressive di svilupparsi.” Secondo quanto riferito sull'ultimo numero della rivista “Annals of Epidemiology”, il modello di Garland prevede che questa mancata comunicazione potrebbe rendere conto degli stadi primordiali di molti tumori. Precedenti studi hanno collegato la vitamina D ad alcune neoplasie: tale legame è stato testato in più di 200 studi epidemiologici e le sue basi fisiopatologiche sono state analizzate in circa 2500 ricerche di laboratorio.Secondo Garland, altri ricercatori hanno trovato che le cellule aderiscono le une alle altre nei tessuti con adeguati livelli di vitamina D, comportandosi come cellule epiteliali mature. Senza un adeguato livello di vitamina D, esse possono perdere la loro adesività insieme con la loro identità di cellule differenziate e ritornare a uno stato simile a quello delle staminali. I ricercatori sostengono inoltre che la dieta e l'integrazione possono ristabilire gli appropriati livelli della sostanza e con ciò probabilmente anche prevenire lo sviluppo di neoplasie. "I livelli di vitamina D possono essere incrementati con una modesta supplementazione con vitamina D3 in quantità intorno a 2000 UI al giorno," ha sottolineato Garland E' incredibile in questo modello studiato dai più illustri ricercatori dell' Moores Cancer Center dell'Università della California a San Diego, il tumore non sarebbe dovuto ad una mutazione genetica ma ad una mancanza di Vit D che provoca la perdita dell'adesività fra le cellule che ne causa l'impossibilità di auto riconoscimento. Tale auto riconoscimento fra le cellule sarebbe importantissimo, perchè impedirebbe alle cellule di legarsi le une alle altre, non solo ma farebbe regredire le cellule a livelli primordiali simili alle cellule staminali. Da qui ne risulta la comleta perdita di autocontrollo delle cellule che si replicherebbero in modo caotico. Questo spiegherebbe anche perchè le metastasi siano difficilmente riportabili al tumore iniziale da cui sono partite. Questa non è un ipotesi ma è quasi una certezza suffragata ormai da 200 studi epidemiologici e da 2500 ricerche di laboratorio. Il fatto che l'articolo sia comparso sulla rivista Scientific American ne convalida ulteriormente la validità. Secondo ulteriori studi riferiti dal Prof Saram Khalasa la mancanza di Vit. D sarebbe alla base di 17 tipi di tumore, in particolare i carcinomi, il tumore della mammella , ed il tumore del collo dell'utero. Si tenga presente che da una semplice ricerca che ho fatto io la mancanza di Vit D è cronica nella popolazione (valori medi 10 contro 30-100), perchè non è una vitamina che si trova nell'alimentazione, ma si sintetizza nella pelle con l'esposizione al sole. Si tratta di uno studio dei ricercatori del Moores Cancer Center dell'Università della California, quindi estremamente qualificato. Tale studio conferma altri numerosi studi che si stanno facendo in tutto il mondo. Nel suo testo sulla Vit D, il professore universitario Sarom Khalasa, sottolinea come una carenza di Vit D sia alla base di 17 tipi di cancro.Del resto un motivo forte se non determinante che mostra quanto i ricercatori del Moores Cancer Center dell'Università della California abbiano ragione stà nel fatto che i supposti fattori cancerogeni spesso non lo sono affatto. Ne è un esempio lampante la radioterapia che si usa per i tumori.I raggi X della radioterapia non colpiscono solo il tumore, ma anche i tessuti sani circostanti o sovrastanti. Ebbene non si è mai verificato nella storia della medicina un tumore da raggi X. Si possono manifestare delle ulcere a distanza anche di anni, spesso inguaribili, ma mai un tumore. Che dire allora di altre sostanze supposte cancerogene?? Lo vedremo parlando dell’infiammazione.Ora viene da chiedersi se questo meccanismo è univoco per tutti i tipi di cancro, o se esistono forme di cancro che si sviluppano con altri meccanismi?? E’ probabile che sia un meccanismo univoco, perché anche le cellule del sangue hanno i recettori G sulla loro membrana e comunicano fra loro. Intendo dire che anche le leucemie rispondono a questo meccanismo. Del resto abbiamo visto che la radioterapia non provoca tumori, ma nei tessuti irraggiati passa anche il sangue, passano in abbondanza i linfociti, ed allora perché dopo 40 sedute di radioterapia non si manifesta una leucemia?? E che cos’è che può determinare mutazioni genetiche e rotture del DNA più dei raggi X??A pensarci bene, credo che tale meccanismo sia univoco perché tutti i fattori cancerogeni possono essere alla base di un disturbo dell’adesività e comunicazione cellulare mediato dalla Vit D e dal Calcio.Ma qual è il meccanismo principale che può determinare questo squilibrio?? E’ presto detto : è l’infiammazione! Io preciserei l’infiammazione cronica. Qualsiasi infiammazione cronica possiamo considerarla una forma pre-tumorale. Ma cos’è l’infiammazione?? Clinicamente, i segni cardine dell'infiammazione sono: arrossamento, tumefazione, calore della parte infiammata, dolore, alterazione funzionale (rubor, tumor, calor, dolor, functio laesa, predisposizione per lo sviluppo di tumori). Sono manifestazione delle modificazioni tissutali che consistono in: vasodilatazione, aumento della permeabilità dei capillari, stasi circolatoria, infiltrazione leucocitaria (con marginazione, rotolamento e adesione sulla superficie endoteliale di leucociti attraverso l'espressione di molecole di adesione, fase finale di extravasazione leucocitaria attraverso l'endotelio, chemiotassi per risposta dei leucociti presenti nello spazio interstiziale agli agenti chemiotattici, i quali li indirizzano verso la sede del danno). Fisiologicamente si hanno: Spoiler - modificazioni vascolari - passaggio dei leucociti dal letto capillare al tessuto leso - migrazione dei leucociti all'interno del tessuto soggetto al processo flogistico, in seguito a stimoli chemiotattici - alterazione dell'adesività cellulare e mancata comunicazione fra le cellule (vengono a mancare i recettori G) con conseguente sviluppo di tumori se l'infiammazione è cronica. Ma gli stimoli che causano infiammazione quali sono: - Le infezioni, di qualsiasi tipo, sono uno degli stimoli più comuni per l'insorgenza dell'infiammazione, spesso le tossine prodotte dai patogeni sono una delle cause principali di infiammazione. I recettori TLR (Toll-like receptors) sono in grado di riconoscere organismi estranei (non-self) e scatenare la risposta immunitaria con conseguente infiammazione. - La risposta immunitaria è un'altra causa principale di infiammazione. Essa può avvenire in seguito all'infezione da parte di un organismo patogeno con rilascio di sostanze proinfiammatorie (citochine, leucotrieni...) ma in condizioni patologiche può essere anche diretta verso cellule self facendo insorgere una malattia autoimmune; spesso questa tipologia di malattia determina infiammazione cronica. In alternativa, si possono avere risposte immunitarie non regolate ed eccessive che oltre ad uccidere i patogeni arrecano danno anche alle cellule circostanti. - La necrosi, a differenza dell'apoptosi, provoca pressoché in tutti i casi infiammazione acuta nei tessuti circostanti poiché rilascia numerose molecole proinfiammatorie quando libere al di fuori della cellula, come per esempio ATP ed acido urico. - L'ipossia tramite il rilascio di HIF-1α (Hypoxia Induced Factor-1α) da parte delle cellule che subiscono una forte riduzione dell'apporto di ossigeno. Tale proteina agisce quale fattore di trascrizione per proteine pro-infiammatorie o coinvolte nell'infiammazione come VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor). - I corpi estranei di tutti i tipi possono indurre infiammazione a causa di lesioni tissutali o infezioni. - I radicali liberi possono essere un motivo importate di infiammazione. con la loro capacità di cedere uno o più elettroni, possono determinare infiammazione generalizzata o locale per danno cellulare e liberazione di fattori flogogeni - Di conseguenza la mancanza di fattori sia endogeni ( glutatione reduttasi, glutatione perossidasi ed altri) che esogeni (Vit C, Vit E, Antocianine, Bioflavoni ecc) che neutralizzano i radicali liberi o superossidi può determinare infiammazione con lo stesso mecanismo di cui sopra. - I raggi X e le radiazioni cosmiche (protoni) possono dare infiammazione generalizzata perchè rompono il DNA cellulare ed il dNA mitocondriale, disturbani quindi il ciclo dell'ossigeno e di conseguenza si ha liberazione di HIF-1α (Hypoxia Induced Factor-1α) - I campi magnetici intensi e prolungati nel tempo possono dare un intenso aumento di calore della zona interessata con conseguente rilascio di istamina e prostaglandine che causano un infiammazione cronica - Certi metalli come il l'Asbesto possono dare infiammazione cronica per rilascio di mediatori latenti (IFN-γ, TNF-α, IL-1β, LPS, PAF); in particolare l'Asbesto penetra fino alla pleura polmonare per le sue fibre estremamente sottili ed appuntite; oltre all'asbesto ci sono altri metalli ed oligoelementi che nel tempo possono dare flogosi cronica con lo stesso meccanismo o con delle variabili (mercurio, piombo, uranio ecc) - Le allergie, che possono manifestarsi nei confronti di qualsiasi sostanza determinano la liberazione di numerosi prodotti infiammatori, e possono essere alla causa di numerose malattie autoimmuni - Le carenze di tutte le vitamine sia liposolubili che idrosolubile può determinare processi infiammatori. Questo si ha perche le cellule in seguito alla carenza può determinare fattori proinfiammatori; un esempio classico è la carenza di Vit B1 che determina il Beri-Beri e cioè un infiammazione di tutti i nervi perifericiLa carenza di alcuni oligoelementi (magnesio, rame, zinco ecc) che presiedono a numerose funzioni enzimatiche, può determinare per la mancanza di queste morte cellulare con liberazione di sostanze proinfiammatore - Molte sostanze possono dare infiammazione sia acuta che cronica; il tutto dipende dal tempo di esposizione. Ad esempio le sostanze contenute nel fumo di sigaretta danno un infiammazione cronica ai polmoni sia per il benzopirene che per le gli idrocarburi policiclici aromatici; questo con il tempo può determinare il classico carcinoma polmonare per attivazione della proteina chinasi G (PKG), conseguente inattivazione del colecalciferolo e diminuzione del calcio intracellulare; i meccanismi saranno spiegati meglio in seguito. - Un infiammazzione generalizzata può essere causata da tossine della flora intestinale putrefattiva che vanno in circolo. Responsabili sono soprattutto le tossine del Clostridium Perfrigens che vanno in circolo e causano liberazione di istamina e prostaglandine. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted January 31 Share Posted January 31 (edited) Riporto altri tre punti significativi: LA DIETA CHETOGENICA NELLA CURA DEI TUMORIhttp://www.ceres-mct...CFcdZ3god_TUAnQhttp://www.pelotti.a...ltime&Itemid=27http://www.medimagaz...e-radioterapia/http://www.aerrepici...p?TOPIC_ID=5159http://www.asmn.re.i...idSezione=10623http://www.fondazion...-di-tumore/6219 Traggo quanto scritto da alcuni siti internet, estrapolando le parti più significative, modificando alcune cose e mettendoci molto del mio. Però vorrei apportare molte correzioni perché non lo condivido completamente pur ritenendolo molto interessante. La dieta chetogenica la si usa e la si usava nelle epilessie resistenti ai farmaci, così casualmente si è scoperto che certi tumori cerebrali che causavano l'epilessia, con la dieta chetogenica regredivano e talvolta scomparivano. Le prime segnalazioni in questo senso sono state fatte nel 1960, però subito non si è data importanza alla cosa pensando che le regressioni fossero dovute ad altre cause. Ma che cos'è la dieta chetogenica? La dieta chetogenica consiste in un alimentazione squilibrata, e cioè ricchissima di grassi e povera di proteine e di carboidrati. Normalmente la dieta chetogenica si compone di un 80% di grassi, in un 10% di proteine, e in un 10% di carboidrati. Tale dieta è rimasta tale da prima che si scoprisse che faceva regredire certe neoplasie. Solo recentemente si è scoperto che l'acetone che si forma con un eccessivo consumo di grassi, diventa letale per numerosi tumori maligni perché non riescono ad utilizzarlo come alimento a differenza delle cellule sane. A questo proposito bisogna dire che i tumori più sono maligni e quindi quanto più sono legati alla glicolisi anaerobia hanno molto più bisogno di glucosio delle cellule normali. Il glucosio nel sangue non deve mai scendere sotto i 40 mg/dl altrimenti si va in coma, ma mentre questo livello di glucosio è sopportabilissimo dalle cellule normali, non è sopportato dalle cellule tumorali maligne che si avvalgono della glicolisi anaerobia. Le cellule tumorali necessitano di livelli di glucosio di almeno 70 mg/dl per svilupparsi, se il valore scende sotto i 70 vanno in crisi. Nella dieta chetogenica il glucosio deve essere continuamente monitorato per non scendere sotto i 45 mg/dl, ma i corpi chetonici sono alti per l’alto apporto di grassi e lo scarso apporto di zuccheri. Le cellule tumorali, più sono maligne, più vanno sono sensibili a scarsi livelli di glucosio; con 45 mg/dl di glucosio non riescono ad alimentarsi e vanno in necrosi, cioè muoiono. Comunque sia chiaro che la dieta chetogenica è una dieta estrema, certamente da usare solo nei centri oncologici perché i paziente va continuamente monitorato (in particolare la glicemia non deve scendere sotto i 40 mg/dl altrimenti si va in coma e si possono avere gravi sofferenze neurologiche. La base della dieta chetogenica si basa sulla considerazione che il tumore sia una condizione patologica strettamente legata al metabolismo, e quindi che le alterazioni più o meno differenziate del DNA siano dovute ad alterazioni metaboliche che ne favoriscono lo sviluppo e la diffusione. Dice il sito” Può una dieta chetogenica finalmente un "standard di cura" drug-free trattamento per il cancro? Personalmente, credo che sia assolutamente indispensabile, per qualsiasi tipo di cancro che si sta cercando di affrontare, e speriamo che un giorno tale metodo possa essere adottato come prima linea di trattamento per certi tipi di tumori, e cioè quelli che rispondono meglio a tale dieta. Una dieta chetogenica prevede eliminando tutti i carboidrati, cerali e verdure amidacee, e la loro sostituzione con grassi sani e poche proteine di alta qualità ed una piccola quantità di zuccheri complessi (pasta, pane , riso ecc). Non devono mai essere usati gli zuccheri semplici (saccarosio, glucosio ecc) La premessa è che, poiché le cellule del cancro hanno bisogno di glucosio per prosperare, e i carboidrati si trasformano in glucosio nel nostro corpo, quindi abbassare il livello di glucosio nel sangue con una restrizione di carboidrati e proteine, produce una grande sofferenza alle cellule tumorali ed il tumore può fermarsi o addirittura andare in necrosi. Se si riduce anche l'apporto proteico, il tumore andrà in sofferenza ancora maggiore, perché non riuscirà più a costruire quella rete di capillari che gli sono indispensabili. In pratica si è visto che con un apporto di grassi dell'80%, ed un apporto proteico del 10% ed un apporto in carboidrati del 10%, anche i carcinomi vanno in necrosi. Bisogna inoltre tener presente che l'acetone stesso deve essere continuamente monitorato, perché se supera una certa soglia può essere di danno per vari organi, quali rene, fegato, encefalo ecc. Comunque è una dieta che si comincia a prendere in considerazione anche presso i centri oncologici, come supporto alle terapie convenzionali. Il punto forte di questa dieta sta nel fatto che le cellule tumorali sono molto più sensibili all'acetone delle cellule normali. Mentre dalle cellule normali l'acetone può essere accettato come alimento, questo non si verifica per le cellule tumorali, che addirittura dall'acetone subiscono gravi danni con rottura delle membrane e blocco della glicolisi anaerobia. In questo senso sono molto più sensibili all'acetone i tumori altamente maligni perché sono quelli che hanno le membrane più "fragili". C'è chi sostiene fra gli oncologi che è molto meglio ridurre a zero le proteine e mantenere nell'alimentazione una certa quantità di carboidrati, e questo perchè l'organismo dei carboidrati non può farne a meno, pena un ipoglicemia che porterebbe al coma, mentre delle proteine può farne tranquillamente a meno per sei mesi, visto che le cellule normali dell'adulto hanno una grandissima resistenza ad un ipoproteinemia, mentre le cellule tumorali in carenza di proteine vanno subito in necrosi. Non bisogna dimenticare che con una carenza proteica limitata nel tempo, le cellule tumorali non possono più costruire vasi sanguigni, ed è solo attraverso i vasi sanguigni che il tumore si alimenta e può espandersi. Una carenza proteica insomma provoca una regressione del tumore, se non addirittura la morte. Una carenza proteica limitata nel tempo, si è visto che non compromette il sistema immunitario, e soprattutto i T linfociti, che sono molto importanti per il riconoscimento del tumore come corpo estraneo. Come già dicevo la dieta chetogenica sta prendendo piede presso numerosi centri oncologici, ma attualmente come compendio alle terapie convenzionali. Sarebbe interessante abbinare tale dieta alla terapia con il calore e ad altre sostanze antitumorali che sono emerse negli ultimi anni. Il grave è che gli stessi oncologi hanno difficoltà a discostarsi dalle terapie convenzionali perché devono attenersi ai protocolli, e se il paziente muore possono essere accusati dai famigliari di omicidio colposo. Pertanto, la medicina è ferma, con pochissimi progressi, e questo anche nell’interesse delle case farmaceutiche. CBN News ha recentemente pubblicato un articolo sulla dieta chetogenica . Chiaramente, molte persone si stanno rendendo conto che ciò che abbiamo fatto in termini di lotta al cancro semplicemente non funziona, e non possiamo permetterci di continuare nello stesso modo. La Prevenzione deve essere affrontate se mai si vuole invertire la tendenza sulla crescente incidenza del cancro in tutti i gruppi di età. Ma ancor più sorprendente, in termini di trattamento, è che il cancro può rispondere alla sola dieta. "Dr. Fred Hatfield è un ragazzo impressionante: un campione di sollevamento di potenza campione, autore di decine di libri, un uomo d'affari milionario con una bella moglie. Ma ti dirà la sua più grande realizzazione è che sta uccidendo il suo cancro proprio nel momento giusto, " CBN News scrive. "I medici mi hanno dato tre mesi di vita a causa di un diffuso tumore metastatico (carcinoma del colon metastatizzato) nella mia struttura scheletrica", ha ricordato. "Tre mesi, tre medici diversi mi ha detto la stessa cosa." Dr. Hatfield si preparava a morire quando ha sentito parlare di terapia metabolica, conosciuta anche come la dieta chetogenica. Non aveva niente da perdere così ha fatto una prova presso un Centro Oncologico, e ... ha funzionato. Il cancro scomparve completamente, e al momento della sua intervista (sopra), era guarito. "'Abbiamo aumentato notevolmente la sopravvivenza con la terapia metabolica,' [Dr. D'Agostino] ha detto. 'Così pensiamo che sia importante per conoscere questa informazione.' Non sono solo i topi di laboratorio. Dr. D'Agostino ha visto anche il successo simile in persone - un sacco di loro. 'Sono stato in corrispondenza di un numero di persone', ha detto. 'Almeno una dozzina negli ultimi anno e mezzo a due anni, e tutti loro sono ancora in vita, nonostante le probabilità. Quindi questo è molto incoraggiante. '" Si pensi che anche una dozzina di persone affette da tumore, in fase terminale, persone che si sono già sottoposte a cicli di chemioterapia, e sono state mandate a casa a morire, sono un numero consistente e particolarmente significativo. Dr. D'Agostino spiega come la dieta chetogenica può avere un drammatico (e rapido) effetto sul cancro. Tutte le cellule del vostro corpo sono alimentati dal glucosio. Questo comprende cellule tumorali. Tuttavia, le cellule tumorali hanno un difetto fatale interno - non hanno la flessibilità metabolica delle cellule normali e non possono adattarsi a usare i corpi chetonici come combustibile, come possono fare tutte le altre cellule . Così, quando si altera la propria dieta e la si trasforma in quella conosciuta come "grasso-adattata," il tuo corpo inizia a utilizzare il grasso come carburante, piuttosto che i carboidrati. Quando si passa dai carboidrati ai grassi sani, si fa morire di fame il cancro che, dal momento che non si fornisce più il carburante necessario - glucosio - per la loro crescita. Come D'Agostino spiega: "Le cellule normali hanno la flessibilità metabolica necessaria per adattarsi dall’ utilizzare il glucosio all’ utilizzare i corpi chetonici., Ma le cellule tumorali non hanno questa flessibilità metabolica. Così possiamo sfruttare questo" Io aggiungerei, non solo il glucosio, ma anche le proteine, perché è con quelle che il tumore costruisce vasi e DNA per svilupparsi. E’ un principio semplice, come la terapia con il calore che vedremo in seguito. Uno dei miei mentori principali sull’importanza dell’ insulina e della leptina, Dr. Rosedale. è stato uno dei primi professionisti a sostenere una dieta sia a basso contenuto di carboidrati e sia moderato di proteine (e quindi con grasso di alta qualità) dieta. Questo era in contrasto con la maggior parte dei sostenitori del basso consumo di carboidrati, che erano, e sono tuttora, molto propensi, se non la promoventi, un alto contenuto proteico, come un sostituto per i carboidrati. Le proteine si potrebbero anche eliminare completamente, almeno nella prima fase, perché le cellule normali resistono ad una mancanza proteica per sei mesi mentre i tumori hanno bisogno di molte proteine per svilupparsi. C’è da dire anche che una dieta con uno scarsissimo introito proteico, non comporterebbe un abbassamento delle difese immunitarie. Se voi o qualcuno che conosci è sfidato dal cancro, l'opzione più sana potrebbe essere quella di sostituire i carboidrati con grassi benefici, e limitare la vostra proteina a fonti di alta qualità biologica / pascolava solo. Dr. Rosedale consiglia 0,2 grammo di proteine per chilogrammo di massa magra del corpo, che per la maggior parte delle persone sarà di circa 20 grammi di proteine al giorno (o 0,2 grammi per chilo di peso corporeo ). La chiave è quello di aggiungere grassi sani per sostituire i carboidrati e proteine in eccesso. L’oncologo Giuseppe Nacci consiglia di togliere completamente le proteine, mantenendo un apporto di carboidrati minimo, sufficiente a mantenere la glicemia a 45 mg/dl; tale dieta senza proteine potrebbe in teoria essere mantenuta per sei mesi senza che il sistema immunitario venga compromesso; c’è da dire comunque che una dieta simile per sconfiggere il tumore andrebbe mantenuta per un periodo molto più corto, massimo di 1-2 mesi. Quale dieta quindi: Olive e olio d'oliva extra vergine 200 gr (1800 calorie) Riso 50 gr (180 calorie) Frutta o verdura (per il valore di 150 calorie) Gli alimenti proteici si sospendono per almeno tre mesi. Tale composizione dei pasti permette una formazione ottimale dei corpi chetonici. Negli anni ’60 dello scorso secolo è stato appurato che i grassi MCT(a media catena) dispongono di un effetto chetogenico ancora più elevato rispetto ai tradizionali grassi LCT (saturi a lunga catena), ovvero a parità di grassi assunti, aumenta la formazione dei corpi chetogeni. È quindi stata sviluppata la dieta chetogenica a base di grassi MCT, la quale prevede il 80% di grassi MCT, 10% di grassi LCT, 10% di proteine (come già detto l’apporto proteico si può completamente sospendere per tre mesi). La dieta chetogenica tradizionale e quella a base di grassi MCT presentano effetti simili, tuttavia quest’ultima permette di aumentare le quantità di carboidrati assunti, aumentando quindi le possibilità alimentari e rendendo la dieta più variegata. Altri fattori di stile di vita che sono stati trovati ad avere un impatto sulla malattia cronica e il cancro includono: Vitamina 😧 Ci sono prove schiaccianti che punta al fatto che la carenza di vitamina D svolge un ruolo cruciale nello sviluppo del cancro. (lo vedremo anche più avanti Ottenere sonno adeguato: sia in termini di dormire a sufficienza, e dormire tra alcune ore C'è un picco di melatonina che si verifica tra la mezzanotte e le 01:00 che non si vuole perdere, perché le conseguenze sono assolutamente spettacolari. La melatonina non è solo un ormone del sonno, ma è anche un antiossidante molto potente. Si riduce la quantità di estrogeni il corpo produce e stimola il sistema immunitario. Ribadisco ancora una volta che la dieta chetogenica deve essere attuata solo da un Centro Oncologico, perché durante tale dieta il paziente va continuamente monitorato (glicemia, corpi chetonici, elettroliti, ECG, EEG ecc); se uno la fa di suo può andare incontro al coma ed alla morte.LA CURA DEI TUMORI CON IL CALORE Traggo quanto riportato da alcuni siti internet:http://www.curadelca...-il-calore.htmlhttp://www.ipertermi...oli/febbre.htmlhttp://www.lamescola...bre=060509.html La sensibilità delle cellule tumorali nei confronti del calore è cosa nota da tempo. Per altro, questa sensibilità è decisamente superiore a quella delle cellule sane. Quando la temperatura si porta da 37°C a 42°C, inizia una vera e propria moria di cellule cancerose. Questo effetto è attualmente sfruttato dalla terapia Ipertemica antitumorale, che in sostanza si sostituisce alle stesse capacità dell’organismo di produrre una salutare reazione febbrile. Inoltre, diversi studi hanno anche dimostrato che cellule tumorali sottoposte per circa sei ore ad una temperatura di 41°C iniziavano a produrre linfociti T, che sono fondamentali per le difese immunitarie, conclude Perugini Billi. In Italia vi sono alcuni centri specialistici che curano i tumori proprio con una sorta di febbre indotta. Tale terapia viene definita Ipertermia. Si tratta di una terapia non invasiva effettuata con un apparecchio che produce una radiofrequenza allo scopo di direzionare il calore direttamente sull’organo malato. Il Synchrotherm RF 13.56, questo il nome dell’apparecchio, provoca un riscaldamento localizzato a una temperatura di circa 43°-44° C. «L'ipertermia è impiegata nella cura dei tumori poiché le cellule tumorali avendo una membrana aberrante temono il calore. La loro membrana cellulare non riesce a smaltirlo adeguatamente e quindi si innesca un meccanismo di morte cellulare denominato apoptosi. Inoltre localmente il danno da chemioterapia e/o radioterapia concomitante viene amplificato. Non da ultimo il calore attiva localmente le cellule del sistema immunitario potenziando la risposta contro il tumore. Può essere impiegata nella cura di tutti i tumori solidi a patto che non vi sia imponente versamento ascitico o pleurico» spiega il dr. Carlo Pastore. Un altro dei motivi per cui le cellule cancerose sono molto più sensibili alla febbre sarebbe la loro modalità di respirazione attraverso la glicolisi anaerobica. Tale respirazione con l'ipertermia cessa completamente e la cellula tumorale muore. Questo si verifica anche nei carcinomi con metastasi, scompare il tumore primario e le metastasi. In passato dopo febbri molto alte si era notata una completa scomparsa di tumori maligni e si era gridato al miracolo. E' incredibile dice il dr .Carlo Pastore che un sistema così semplice non abbia preso piede e non sia entrato nella terapia ufficiale, o meglio è entrato in alcuni centri ma solo come compendio della chemioterapia.http://www.youtube.com/watch?v=KdKBJMT3e6U Ma la febbre molto alta già da sola è sufficiente a debellare parecchi tipi di tumore maligno senza bisogno di intossicare l'organismo con farmaci molto tossici. Ma purtroppo non esistono studi sufficienti o perlomeno sono ancora in corso. Provocare febbri molto alte in pazienti sarebbe semplicissimo utilizzando l'opportuno antigene. Facendo viaggiare la febbre intorno ai 43 gradi si provocherebbe la morte completa di tutte le cellule tumorali e le cellule sane resterebbero vive ed in grado di riprendersi completamente. Ovviamente per una febbre così alta il paziente deve essere ospedalizzato e monitorato continuamente. Anche i rischi sarebbero minimi, basterebbe somministrare al paziente un anticonvulsivante, ad esempio del fenobarbitale (che non costa nulla, per scongiurare gli eventuali rischi di convulsioni.) Ma la terapia con la febbre costa troppo poco, per questo non si è imposta (per motivi etici dicono ). E chissà che molte guarigioni da tumori repentine e quasi immediate per le quali si è invocato il miracolo, non siano state causate proprio da febbri belle alte che hanno distrutto le cellule tumorali (vedi Lourdes ecc) Poi è importante non usare antipiretici per abbassarla, perché gli antipiretici inibiscono un enzima importantissimo, la glutatione - perossidasi che riduce i radicali liberi ed aumenta le difese immunitarie. Forse avremmo anche qualche tumore in meno. Ho telefonato proprio oggi all'Istituto di Medicina Biologica di Milano per sapere se ci sono degli studi in merito alla febbre sistemica tramite la tossina di Coley. Ho parlato con un medico e mi ha detto che non lo sa perchè loro trattano solo apparecchi che focalizzano le radioonde sul tumore in modo da portare la massa tumorale a 42 gradi. Mi ha detto che questa pratica è abbastanza nuova e sono pochi finora i centri che hanno questi apparecchi, ma che con questi apparecchi si ottengono dei risultati straordinari, si rende più sensibile il tumore al chemioterapico ed alla radioterapia e questo è molto intuitivo da capire, per cui si può usare il chemioterapico in dosi minori e così pure la radioterapia. Gli ho chiesto perchè non tutti i Centri Oncologici ne fossero provvisti, e mi ha risposto che alcuni anni fa hanno fatto un convegno a Milano sulla terapia con il calore ed hanno incontrato resistenze enormi, perchè molti Centri Oncologici avevano paura che la terapia tramite il calore andasse a sostituire la chemioterapia e la radioterapia. Invece no, con la terapia con il calore si potevano ridurre considerevolmente i chemioterapici e la dose di raggi X; ma quanto c'è voluto perchè lo capissero! E nonostante i risultati veramente straordinari, pochi centri si sono forniti sinora di queste apparecchiature il cui funzionamento è molto semplice. Mi ha detto che per eventuali studi con la Tossina di Coley e febbre sistemica dovrei rivolgermi all'Associazione Europea di Ipertermia comunque mi ha detto che adesso l’ipertermia sistemica si ottiene con i raggi infrarossi; questi sono molto più sicuri della tossina di Coley, che finora ha dato scarsissimi risultati. E' bello che mi ha detto: "lei dottore capisce vero, perchè ci sono tutte queste resistenze " Io gli ho risposto : "Capisco benissimo" Molti centri oncologici comunque ultimamente si stanno attrezzando per abbinare la febbre e poter ridurre al minimo gli effetti collaterali delle terapie convenzionali, vedi il Centro Oncologico del Prof . Mancuso di Milano, il Centro Oncologico di Verona, di Pavia, di Roma e molti altri. Ricapitolando ed aggiungendo altre cose: l’ipertermia oncologica è attualmente un trattamento che può essere utile per molte forme tumorali, è pur usando la terapia convenzionale permette la riduzione di chemioterapici e radiazioni, con il vantaggio che ne deriverebbero minor effetti tossici da questi. Il principio base dell’ipertermia oncologica è quello di surriscaldare le cellule tumorali, a temperature che superano di molto il valore fisiologico. E’ ormai accertato che ad un valore di 43-44 gradi le cellule tumorali muoiono sicuramente, mentre le cellule normali resistono anche a 48 gradi. Il principio pertanto è semplicissimo. Il calore altera l’omeostasi delle cellule neoplastiche, soprattutto la glicolisi anaerobia, inducendo danni al DNA ed alle membrane e conseguente necrosi Migliora inoltre enormemente l’ingresso dei farmaci chemioterapici, in tal modo si possono ridurre gli effetti tossici. Inoltre la febbre alta stimola molto il sistema immunitario favorendo il riconoscimento da parte dei leucociti delle cellule tumorali come corpi estranei. I leucociti in tal modo si mettono in azione e provocano l’eliminazione delle cellule tumorali. Inoltre la febbre alta blocca l’angiogenesi, stimolando la produzione di una proteina, (chiamata PAI-1) capace di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. Il tumore per svilupparsi ha bisogno di sviluppare rapidamente nuovi vasi sanguigni, se gli viene tolta questa possibilità il suo sviluppo si ferma e regredisce. Inoltre non sarà più in grado di mandare cellule tumorali in circolo con la formazione di metastasi. Vi sono diversi tipi di terapia oncologica in base alla localizzazione del tumore ed all’area da trattare. La principale tipologia d’ipertermia viene definita capacitiva poiché è una tecnica non invasiva che applica il calore nel punto interessato con particolari radiofrequenze. Questo permette che la zona dove è localizzato il tumore venga portata a 44°, una temperatura che manda in necrosi le cellule tumorali. Total Body: prevede l’applicazione, mediante frequenze all’infrarosso. Questa mira a riscaldare l’intero organismo per stimolare il sistema immunitario. Può in tal modo portare l’intero corpo a 42 gradi ed è particolarmente utile in caso di metastasi ma tuttora in fase sperimentale. La tossina di Coley non si usa più perché troppo rischioso indurre la febbre con una tossina, e poi da una febbre molto variabile con molti insuccessi. Terapia intra operatoria perfusionale: è un tipo di ipertermia che ha lo stesso meccanismo di funzionamento delle altre ma che viene eseguita sul sangue. In pratica il sangue viene riscaldato a 43° e poi riinfuso nell'organismo del paziente. E' una metodica abbastanza invasiva e poco usata. Tutti i tumori possono essere trattati con l'ipertermia., ad esempio l'esecuzione focalizzata per un tumore solido è abbastanza rapida, dura in media 45- 60 minuti e non necessita di ricovero. Può essere eseguita nell'ambulatorio oncologico e non provoca alcun dolore al paziente. La procedura è molto semplice: il paziente viene fatto sdraiare sul lettino e gli vengono applicate due piastre (chiamate anche elettrodi)collegate alla macchina che eroga le onde elettromagnetiche. Il paziente non avverte mai una sensazione di calore nelle piastre. Le piastre vengono applicate ed orientate in modo che le onde elettromagnetiche si focalizzano sul tumore portandolo a 44 gradi e quindi alla necrosi. Finita la seduta il paziente può tranquillamente tornare a casa. Per maggior sicurezza che il tumore sia andato in necrosi, si eseguono 4-5 di queste sedute. Se il tumore è particolarmente aggressivo si può abbinare l'ipertermia alle terapie convenzionali, con il vantaggio che l'ipertermia favorisce maggiormente l'efficacia della chemioterapia e dalla radioterapia e può addirittura permettere che si usino dosaggi inferiori di chemioterapici e di raggi X. La terapia con il calore ha diversi vantaggi -breve durata - assenza completa di tossicità -minori danni ai tessuti se non addirittura assenti -riduce la necessità di sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico L'ipertermia oncologica va eseguita sempre ed esclusivamente da un medico oncologo. Vediamo finora l'efficacia dell'ipertermia dagli studi finora condotti: - Glioblastoma: il trattamento nei confronti della sola chemioterapia aumenta da 15 al 31 % -Carcinoma mammario recidivante: una remissione completa in una percentuale che va da 38 al 60% dei casi -Carcinoma della cervice uterina: si parla di una remissione completa in una percentuale che va dal 53 al 87 % dei casi. Tralascio altri tumori perchè non ci sono studi attendibili perlomeno su larga scala e sono tuttora in esecuzione, ma i risultati definitivi si avranno frà qualche anno. Fortunatamente molti Centri Oncologici si stanno attrezzando con la cura con l'ipertermia ed è sufficiente fare una breve ricerca su internet per trovarli. Un ultima cosa: a parte i tumori, anche nelle malattie infettive, la febbre non andrebbe mai abbassata a meno che non superi i 39,5 gradi (a parte il bambino che è un caso a parte). Infatti la febbre è una risposta naturale dell’organismo alle infezioni e seve per una maggior sintesi di anticorpi; abbassarla significa molto spesso cronicizzare la malattia. Dare antipiretici ad uno che ha un tumore è indice della più completa ignoranza in materia, perché con l’abbassamento della febbre si riduce la risposta immunitaria dell’organismo. Se presente dolore causato dal tumore non conviene usare FANS, ma farmaci che non abbassano la febbre tipo il Tramadolo Cloridrato e nei casi più gravi la Buprenorfina Cloridrato. Esiste attualmente una clinica in Germania che da la massima importanza al sistema immunitario ed alle tossine esogene per stimolarlo. Mentre Coley usava batteri vivi, questa clinica usa lisati di batteri morti per stimolare la febbre per le cellule tumorali e con ottimi risultati; inoltre sono stati trovati anche virus specifici che attaccano le cellule tumorali. Riporto il sito:http://www.praxis-th...talienisch.html “”Febbre, virus e cellule immuni autologhe nella terapia biologica del cancro di stadio avanzato Febbre, virus e cellule immuni autologhe (ossia del paziente) sono agenti naturali curativi, che si schierano milioni di volte ogni giorno. La correlazione inversa che si stabilisce fra l’incidenza del cancro e la febbre [1] e l’infezione virale [2] suggerisce che la febbre e i virus siano strategie che si sono evolute per offrire una protezione contro il cancro. E’ evidente che il sistema immunitario assume un ruolo importante, tuttavia la maggior parte delle immunoterapie non sono efficaci nel cancro di stadio avanzato a causa dell’inesorabile crescita del tumore. Le cellule cancerose non solo creano fattori che stimolano la propria crescita, sono anche in grado di scacciare i loro assalitori. La cellula cancerosa è parzialmente invulnerabile (formazione inadeguata del recettore FAS, CD95), spesso è immortale (difetto del gene regolatore p53) ed è assolutamente in grado di trasmettere il segnale di morte (legando FAS, CD95L) e di uccidere i suoi inseguitori. Nel cancro di stadio avanzato le cellule immuni non sono più in grado di tenere il passo con la crescita del tumore. In questa situazione terribile, la devastazione, paragonabile a quella di Hiroshima, causata dalla chemioterapia è causa più della disperazione che della scienza reale. Con l’esclusione di alcune rare forme di cancro al testicolo e di alcune forme di leucemia, non si può asserire che la chemioterapia abbia effetti curativi. Qualsiasi prolungamento della vita dei pazienti viene ottenuta ad un costo veramente troppo alto, sia in termini di sofferenza che economici. L’opinione è divisa anche sull’utilità di inibire la formazione di vasi sanguigni per controllare l’inesorabile crescita del tumore. Davanti a questi fatti la maggior parte delle immunoterapie è utile esclusivamente negli stadi di carica tumorale minima: per l’eradicazione di cellule tumorali residue che non possono essere visualizzate con le tecniche di immagine ancora prima che i marker convenzionali e quelli tumorali indichino la presenza di pericolo. Ipertermia, virus e cellule immuni autologhe costituiscono eccezioni scientificamente documentate alla regola che l’immunoterapia possa essere usata con successo solo negli stadi di carica tumorale minima. 1. La terapia ipertermica indica tutte quelle terapie associate con un aumento della temperatura corporea. Comprende ipertermia attiva (terapia della febbre vera e propria) e ipertermia passiva di tutto l’organismo (ipertermia di tutto l’organismo) o di parti individuali del corpo (ipertermia locoregionale) ottenuta mediante raggi infrarossi (ipertermia superficiale) o campi elettrici alternati (ipertermia profonda). 1.1. Terapia della febbre: la febbre viene scatenata utilizzando batteri uccisi. Lo standard indiscusso è la tossina di Coley, una miscela di batteri gram-positivi e gram-negativi usata da oltre un secolo.[5] Altre miscele o sostituti come l’α-interferone, si sono dimostrati meno efficaci. Tre studi comparativi [6] e uno studio pilota [7] universitario svoltosi in Germania hanno dimostrato il successo inequivocabile e l’efficacia fondamentale della terapia della febbre nel cancro di stadio avanzato è indiscussa.[8] 1.2. Termoterapia locoregionale profonda: mentre la febbre ha un effetto immunostimolante globale, le temperatura raggiunte non sono sufficienti per favorire l’oncolisi. Procedure per indurre l’ipertermia passiva di tutto l’organismo fino a 42 °C e 42,5 °C non danneggiano solo le cellule cancerose, ma anche il sistema immunitario, rendendo l’efficacia di questa terapia pari a quella della chemioterapia. La strategia della combinazione della terapia della febbre con la termoterapia locoregionale profonda [9] quando la febbre raggiunge i suoi picchi, offre due vantaggi decisivi: 1.2.1. Le temperature si sommano. Gli attuali dispositivi utilizzati per l’ipertermia possono aumentare la temperatura del tumore di 4 – 8 °C al di sopra della temperatura ambientale. Pertanto con febbre a 39 °C - 40 °C, possono essere raggiunte temperature del tumore di 43 °C – 48 °C. Si ritiene che questi livelli siano sufficienti per attivare l’oncolisi. Per contrasto, a causa del calore distribuito in modo non uniforme, la termoterapia locoregionale profonda da sola non consente di ottenere temperature oncolitiche regolari e pertanto può essere necessaria una chemioterapia concomitante. 1.2.2. La terapia della febbre provoca un’immunostimolazione ottimale e la distruzione del tumore viene provocata dalla termoterapia locoregionale profonda quando la febbre raggiunge il suo picco. Le mete contraddittorie di un’ immunostimolazione ottimale e della distruzione del tumore effettiva possono essere ottenute solo combinando la terapia della febbre con la termoterapia locoregionale profonda. 2. Virus oncolitici: uno studio multicentrico placebo-controllato su stadi avanzati di cancro ha evidenziato risultati impressionanti a favore del trattamento con un vaccino del virus della malattia di Newcastle.[10] In uno studio di osservazione in corso, 14 pazienti affetti da glioblastoma multiforme sono attualmente in terapia con un ceppo vivo attenuato del virus della malattia di Newcastle. [11] La diagnosi è stata verificata istologicamente in tutti i 14 pazienti dello studio. Sette pazienti sono ancora vivi, virtualmente senza handicap e in 4 casi la diagnosi iniziale risaliva a 5 e 9 anni. Nessun altro trattamento raggiunge questo livelli di successo. Il virus della malattia di Newcastle, l’organismo scatenante della pseudo-peste aviaria non è noto in medicina umana. Si ritiene pertanto che possa essere un citostatico ideale: interessa le cellule cancerose,[12] risparmiando le cellule umane sane. Le cellule cancerose si disintegrano o sono “marcate” dal virus per consentirne l’identificazione e l’attacco da parte del sistema immunitario. Questa immunogenicità aumentata del tumore incoraggia una previsione di successo anche nei tipi di cancro che rispondono poco o non rispondono per nulla all’immunoterapia. "I virus, inoltre, stimolano direttamente la secrezione da parte delle cellule immuni di sostanze che funzionano da messaggero attivando l’intero sistema immunitario. Utilizzando il dosaggio corretto, la temperatura corporea aumenta dopo solo poche ore, molto prima che le cellule tumorali si disintegrino. I virus pertanto stimolano l’immunità specifica e non specifica, riducendo la presenza di cellule tumorali e facilitando l’attività delle difese immunitarie. Le proprietà immunostimolanti uniche del virus suggeriscono che in futuro nessuna terapia anti-cancro avrà successo senza di queste. Tuttavia, si tratta ancora di teoria e i risultati nella pratica sono molto più moderati. La conclusione opposta ottenuta in relazione allo studio sui glioblastomi è che la probabilità di morte è più alta di quella di guarigione. La svolta nella terapia virale oncolitica dipende da due piccoli dettagli: 2.1. è necessario aumentare l’efficacia del virus. 2.1.1. E’ stato sviluppato un metodo di test (virogramma) per identificare il virus anti-cancro più efficace fra un’ampia gamma di virus in grado di infettare una cellula tumorale. I due criteri chiave sono rappresentati dal tempo di distruzione della cultura cellulare (tempo di lisi) e dalla capacità del virus di distribuirsi nelle cellule vicine prima della distruzione delle cellule tumorali e prima che il sistema immunitario e il tumore possano difendere se stessi formando interferone e anticorpi (capacità di formazione del sincizio). 2.1.2. Prima dell’uso, il virus naturale più idoneo viene adattato al tumore. Il tempo di lisi può essere ridotto marcatamente attraverso passaggi continui in culture autologhe od omologhe, creando un ceppo di virus oncolitico specifico per il tipo di tumore (TAO). 2.2. I virus devono essere somministrati regionalmente. I virologi che si occupano di oncologia concordano che questi virus funzionano al meglio se vengono somministrati in prossimità del tumore.[13] L’esperienza ha dimostrato che l’iniezione intratumorale porta sempre a una riduzione della dimensione del tumore o almeno a una marcato rammollimento di questo a seguito della concomitante risposta immunitaria. Tuttavia, ciò non ha un effetto visibile sul focolai contigui. La vera svolta si manifesta esclusivamente con la somministrazione regionale di virus TAO neivasi sanguigni che riforniscono il tumore. Nei tumori del polmone è sufficiente l’inserimento di un Port-A-Cath nell’atrio destro. In tutti gli altri tumori i virus devono essere iniettati in un’ arteria irrorante. Da diverso tempo i radiologi interventisti specializzati inseriscono simili sistemi per la chemioterapia regionale. Il mio modesto contributo è stata la somministrazione regionale dei virus. La superiorità della terapia virale oncolitica mediante somministrazione sistemica e locale è talmente evidente che uno studio comparativo non sarebbe giustificabile per motivi etici. Nella pratica abituale, utilizzata in passato, dell’ iniezione in una vena periferica, il lungo percorso del flusso in entrata e della rete di capillari polmonari riduce il numero di virus che alla fine raggiungono il tumore in misura di £ 1 su 1000. La situazione è simile nell’inalazione, dove le membrane mucose rappresentano ostacoli critici. Mentre il virus della malattia di Newcastle non infetta le cellule umane sane, viene legato da tutte le cellule e trasportato all’esterno della circolazione. Per contrastare questo targeting minimale è importante inviare il virus proprio verso il tumore. La situazione è cambiata in modo incredibile con la somministrazione regionale di virus: essendo il percorso di apoptosi in genere difettoso, le cellule tumorali vengono eliminate attraverso l’infiammazione che porta al rammollimento e al rigonfiamento del tumore e successivamente a una riduzione della dimensione. I marker tumorali evidenziano un rapido innalzamento iniziale, per poi decrescere durante il corso di poche settimane o mesi. Un quadro simile si traduce in benessere: la disintegrazione delle masse tumorali intaccano la vitalità e i pazienti sono stanchi ed esausti. Si sentiranno meglio solo dopo che questa fase di reazione sarà passata. Tuttavia, la semplice conoscenza di ciò che significa questo malessere lo riduce a un livello tollerabile. Se i pazienti non rispondono alla somministrazione regionale di virus, la probabile causa è il malfunzionamento del sistema di somministrazione. Un’ulteriore individuazione vascolare è indicata per garantire che i virus raggiungano il loro target. 3. Terapia con cellule immuni autologhe: Il sistema immunitario specifico (acquisito) enon-specifico (innato) svolgono diversi compiti di uguale importanza.[14] Nel sistema immunitario specifico ogni cellula ha un singolo scopo, altamente specializzato. I linfociti B vengono trasformati in plasmacellule e formano anticorpi che identificano le cellule cancerose per il sistema complemento e per i linfociti T citotossici. I linfociti T uccidono le cellule cancerose innescando una morte cellulare programmata (apoptosi) o rilasciando una proteina cilindrica (perforina), che autopenetra nella membrana della cellula target. L’immunità anticorpo- e cellulo-mediata evidenzia un antagonismo paradosso in cui un’aggressività aumentata del sistema immunitario coesiste con la tolleranza del tumore. Ciò può essere superato con farmaci adatti, p.e. inibitori COX-2.. La maggior parte del lavoro immunologico viene svolto dal sistema immunitario non-specifico che comprende i granulociti, i macrofagi e le cellule NK. Le cellule NK esistono principalmente per eliminare le cellule cancerose e quelle infettate con i virus. La maggior parte delle terapie immunitarie, come la fitoterapia, la terapia organica e quella ortomolecolare stimolano principalmente il sistema immunitario non-specifico. Anche la febbre e le cellule NK sono immunostimolanti non specifici. I virus agiscono su entrambi i sistemi: inizialmente stimolano il sistema immunitario non specifico e successivamente si manifesta un’immunorisposta potenziata dalla presenza di virus. 3.1. L’immunità specifica viene stimolata in modo più potente dalle cellule dendritiche: queste formano un ponte fra il sistema immunitario innato e quello acquisito. Identificano, ingeriscono e “smantellano” le cellule cancerose, migrano nei linfonodi (o nel midollo osseo) e “presentano” frammenti ai linfociti. Questi attendono il segnale per trasformarsi in linfociti T citotossici attivati, che uccidono le cellule cancerose. Le cellule dendritiche hanno dimostrato un’efficacia straordinaria nel carcinoma a cellule renali, [15] una forma altamente immunogenica di cancro. Per lo stesso effetto miracoloso che si manifesta anche in altri tipi di cancro, queste devono essere rese identificabili, una strategia che può essere ottenuta mediante i nostri virusche rappresentano i costimolanti più efficaci delle cellule dendritiche. 3.2. I trattamento con le sole cellule denditiche consente un vantaggio clinico al massimo nel 30 – 40% dei pazienti. Tuttavia, un fallimento si verifica più frequentemente del successo ottenuto con le sole cellule dendritiche. Ecco perché aggrediamo il cancro utilizzando molteplici strategie, non additive, ma mutuamente potenzianti. Un approccio completamente nuovo è la combinazione di cellule dendritiche con cellule NK. L’inconveniente delle cellule dendritiche e delle loro cellule effettrici (linfociti) è che riescono ad aggredire esclusivamente se le cellule cancerose hanno formato antigeni (epitopi MHC) sulla loro superficie. Ciò limita l’utilità nella difesa contro i tumori, in quanto le cellule cancerose frequentemente sono caratterizzate da una perdita totale di identità che le rende invisibili al sistema immunitario specifico. Tuttavia il sistema immunitario innato, che comprende le cellule NK, riesce a identificarle. Rosenberg ha utilizzato ciò per la remissione di alcuni tipi di cancro.[16] Si prevede che l’uso in combinazione con le cellule dendritiche significherà una rinascita dell’uso delle cellule NK. Nella nostra pratica, l’immunoterapia viene effettuata in cicli separati da un intervallo di ca. 3 settimane, durante le quali vengono somministrati esclusivamente virus. Il primo ciclo dura 3 settimane, con cicli successivi della durata di rispettivamente 2 settimane. Un trattamento di base di immunizzazione comprende 4 cicli e ha una durata di ca. 6 mesi. La nostra strategia di trattamento del cancro di stadio avanzato è la seguente: 1. anamnesi biografica che comprenda il contesto sociale e la predisposizione profonda del paziente alla malattia. 2. Un esame generale per valutare: 2.1. la capacità del paziente di far fronte alla febbre (ECG sotto sforzo e spirogramma). 2.2. L’attuale carica tumorale (indagini di laboratorio e tecniche d’immagine) 2.3. Diagnosi focale (agopuntura auricolare di Nogier) per la rivelazione dei foci infiammatori cronici (tonsille, seni paranasali, denti, cavità addominale). 2.4. Prescrizione omeopatica per la detossificazione: 2.4.1. la detossificazione non specifica sostiene il metabolismo e esplica stimolazione farmacologica e fisica degli organi di escrezione. 2.4.2. La detossificazione specifica basata su prescrizioni omeopatiche favorisce la funzione degli organi e interrompe i segni patologici di trasduzione da parte dei carcinogeni. Negli stadi post-chemioterpia, gli agenti chemioterapici omeopatizzati sono indispensabili per ripristinare l’immunocompetenza. 3. Un programma di trattamento dettagliato. 4. Istruzioni sotto forma di semplici esercizi qigong per prevenire i sintomi influenzali correlati alla febbre e per migliorare la predisposizione profonda del paziente alla malattia (psico-oncologia). 5. I sistemi di somministrazione vengono inseriti in modo che i virus oncolitici possano essere iniettati giornalmente o in giorni diversi nelle immediate vicinanze del tumore. 6. Le cellule dendritiche e le cellule NK vengono ottenute attraverso la raccolta di sangue. Una terapia UVB o con ozono poco prima del prelievo stimola vigorosamente la proliferazione di cellule NK. 7. Terapia della febbre combinata a termoterapia locoregionale profonda giornaliera da lunedì a venerdì in cicli di 2 settimane. 8. Una settimana dopo il prelievo di sangue verranno iniettate cellule dendritiche mature (non caricate) nel tumore o (caricate con materiale tumorale autologo o estraneo) nella pelle o in un linfonodo. 9. Due settimane dopo il prelievo di sangue vengono iniettate cellule NK nel tumore o in un’arteria. 10. Dopo un intervallo di 2 – 3 settimane (durante il quale si somministrano solo virus) si ripetono inizialmente questi cicli di trattamento di 2 settimane per 4 volte. Il successo viene monitorato mensilmente e gli intervalli di trattamento possono essere aumentati una volta che lo stato del tumore regredisce. Se la carica tumorale è bassa, per prevenire ricadute e metastasi, le cellule dendritiche e quelle NK possono essere tralasciate. Tuttavia, se il materiale tumorale è stato conservato adeguatamente, la terapia con cellule dendritiche riduce notevolmente il rischio di ricadute. A seconda dell’aggressività del tumore consigliamo anche 1 – 2 serie annuali, consistenti in 6 terapie della febbre. L’aggressività viene determinata attraverso la carica tumorale e i reperti istologici. Se la diagnosi si basa su dati insufficienti è consigliabile aggiungere una strategia di trattamento del cancro di stadio avanzato, in particolare cellule dendritiche e cellule lymphokine-activated killer (cellule killer attivate da linfochine) (LAK)). In assenza di materiale tumorale autologo, le cellule dendritiche vengono innescate utilizzando cellule cancerose estranee note per trasportare la maggior parte degli antigeni di superficie cancro-specifiche. In questo stadio favorevole di libertà dal tumore, tutti i foci suppurative vengono eliminati. La domanda: “Perché mi sono ammalato?” non deve essere ne forzata ne dimenticata. La malattia può essere un buon motivo per indurre il paziente ad apportare cambiamenti radicali al suo stile di vita.[17] Edited January 31 by SauroClaudio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 PROPRIETA MEDICINALI DEI SEMI DI LINO Anni fa il sembio era per lo più venduto in sacchetti nei negozi di animali domestici. E 'ancora venduto lì come cibo per uccelli. A quei tempi il linseed era venduto anche nei supermercati, ma doveva guardare attentamente. Grazie alla tendenza superfood, linseed è stato elevato a uno status di superfood e ha fatto un ritorno esplosivo. Tutti sembrano rosicchiare il lino al giorno d'oggi. È noto per i suoi molti benefici sani, come l'effetto benefico sulla digestione, gli acidi grassi omega 3 e l'effetto benefico sui movimenti intestinali. Tuttavia, ci sono anche molte storie che circolano sui possibili effetti negativi dei semi di lino sulla nostra salute. Che mi dici del lineed e di cosa dice la scienza? Linseed è un piccolo seme piatto della pianta di lino, chiamato " linum usitatisimum ". È una delle piante di fibre più antiche del mondo, e cresce con bellissimi fiori bianchi o blu. I colori dei fiori e del seme raccontano molto della varietà. Ad esempio, una pianta produce semi marroni, gli altri semi gialli. Non tutte le piante sono utilizzate per la produzione di olio di line e lini. Ad esempio, il "lino in fibra" viene utilizzato per il lino tessile. Il lino dell'olio viene utilizzato per l'estrazione di oli di lino. Il residuo della produzione di oli (torta di lini) viene utilizzato come mangime per animali. Il cianuro (acido cianico) trovato nei resti di linseto nella torta (polpa) quando l'olio viene premuto. Eventuali piccoli residui nell'olio non rappresentano un problema di sicurezza. Circa il 40% dei lini proviene dal Canada. La coltivazione rimanente avviene in paesi come la Cina, l'India, gli Stati Uniti e la Germania. Benefici per la salute e la salute Linseed è incredibilmente sano. È una fonte di vitamine e minerali, fibre alimentari e... omega -3 acidi grassi. Quest'ultimo rende il seme abbastanza unico. Anche se questa forma di omega 3 ( ALA) NON è LA SAME COME IL FATS WE APPEAR IN PRODOTTI ANIMALI (come il pesce oleoso EPA - DHA) sono utili per la nostra salute e possono in parte essere convertiti in un corpo di lavoro sano in EPA - DHA. Linseed è stato studiato molto. Vari studi hanno dimostrato che i semi di lino possono in alcuni casi funzionare contro varie forme di cancro, malattie cardiovascolari, problemi renali e diabete di tipo 2. Il semi di lino contiene lignani. Questi agiscono come antiossidanti e possono inibire lo sviluppo del cancro. Prevengono lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni nel tumore Il semi di lino è efficace anche contro la diarrea e la stitichezza. Questo è possibile a causa dell'alto contenuto di fibre foto-estrogeni e omega 3 sotto forma di ALA. Un cucchiaio di 10 grammi di lineed contiene: 55 calorie 0,2 grammi di carboidrati, di cui 0,2 grammi di zuccheri 2 grammi di proteine 4 grammi di grasso 2,8 grammi di fibra Vitamine in mineralen: Vitamina B1: 11% RDA Vitamina B2: 1% RDA Vitamina B3: 2% RDA Vitamina B6: 2% RDA Vitamina B11 (acido folico): 2% RDA Calcio: 3% RDA Magnesio: 10% RDA Potassio: 2% RDA zinco: 3% RDA Manganese: 13% RDA Ferro: 3% RDA Oltre a queste vitamine e minerali, semi di lino contiene anche piccole quantità di selenio, rame, molybdenum e fosforo. E, come scritto in precedenza, l'indossina è una delle fonti più ricche di acido alfa-linolenico (ALA) ALA è un acido grasso essenziale. Ciò significa che il corpo non può sintetizzarlo da solo e che dobbiamo ingerirlo attraverso la nostra dieta. Gli acidi grassi Omega 3 sono importanti per le nostre membrane cellulari, cervello, sistema immunitario e sistema ormonale, e svolgono un ruolo nella prevenzione del cancro, malattie cardiovascolari, diabete e ipertensione. Oltre ad ALA ci sono altri acidi grassi essenziali: gli acidi grassi di pesce essenziali EPA e DHA. Anche se il seme di lino non contiene EPA e DHA, è possibile che ALA da semi di lino viene convertito in queste sostanze nel corpo. Circa il 20% di ALA può essere convertito in EPA e lo 0,5% può essere convertito in DHA. Questo rende il lineed meno efficace come fonte di EPA e DHA rispetto al pesce fresco, crostacei e crostacei. L'assorbimento per corpo svolge anche un ruolo importante, in altre parole non tutti i corpo assorbono il margine del 20%. Non è quindi saggio usare il lineed come sostituto dell'omega 3. ALA in lineed può aiutare a proteggere il rivestimento del tratto digestivo. A causa dell'alto contenuto di acidi grassi omega 3, linseed promuove il rapporto tra omega 6 e omega 3. Questo riduce il rischio di varie malattie croniche come il diabete e le malattie cardiovascolari. ALA nel secchio può aiutare a ridurre la secchezza e la desquamazione della pelle e dei capelli a causa dei grassi essenziali e vitamine del gruppo B. Può anche ridurre i sintomi di acne, rosacea (scolorimento rosso brillante sul viso) ed eczema. L'omega vegetale 3 (come il sembio) è difficile da attivare per il corpo. Ecco perché la variante animale è superiore. Fonti animali ricche di omega 3 sono salmone, sgombro, aringhe e prodotti di animali nutriti con erba. Tra l'altro, i pesci non producono EPA e DHA stessi, ma li ottengono direttamente dalle alghe. Linseed contiene fibre solubili e insolubili. Questo ha un effetto molto benefico sui movimenti intestinali e digestione. Le fibre sostengono il colon grazie a buoni batteri intestinali e ci danno una sensazione piena e sazia, che riduce notevolmente il nostro bisogno di più (mangiare troppo) cibo. Poiché il movimento intestinale può migliorare quando si utilizza lina, può prevenire l'intasamento. Il semi di lino è ricco di antiossidanti. Gli antiossidanti offrono la protezione del corpo contro le sostanze nocive. Queste sostanze nocive svolgono un ruolo nei processi di invecchiamento e nei danni alle cellule e ai tessuti. I polifenoli nei semi di lino hanno un effetto antinfiammatorio e aiutano con raffreddori e influenza. INTERO O SCHIACCIATO? È possibile acquistare linseed in varie forme: Intero Rotto Terra mescolato con altri semi Vai per intero Linseed Per beneficiare degli acidi grassi omega 3, i semi interi sono i migliori. Questi non sono ancora stati ossidati. Quando i semi sono lividi, inizia il processo di ossidazione. Rotto e lineed macinato quindi contiene sempre meno omega 3 ( ALA). La quantità di composti nocivi che viene assorbita dal corpo è maggiore più fine il lineed è macinato. Più finemente macinato il semi di lino è, meno sano è. Quindi scegli linseed intero. Ma...... al fine di rilasciare l'omega 3 in modo più efficace, lineed deve essere schiacciato. Questo promuove anche la digestione. Schiacciare linecca nel frantoio prima dell'uso. Non fare questo ore o un giorno in anticipo, ma al momento si desidera utilizzare il linseed. In questo modo si mantiene la maggior parte delle qualità nutrizionali. Ci sono anche molte miscele di semi disponibili, che contengono semi di line. Questi sono di solito semi di lino macinato, e altri semi di terra come semi di chia e semi di sesamo. Questi sono già ossidati. E quindi opzione non proprio sana. Avete anche letto prima, che i semi di terra contengono più cianuro. Tutto in ogni caso per scegliere per intero linseto, che è possibile utilizzare se stessi nel mortaio (schiacciato). Olio di Linseto Ho menzionato l'olio di linquariato prima. L'olio di linseto viene estratto dalle piante di olio di linquariato. I semi contengono circa il 40% di olio. Il sesino cresce su una pianta di lino, questa pianta cresce in tutto il mondo ed è coltivata principalmente per gli oli di lino. I seni vengono pressati per produrre olio. L'olio di semi di lino è costituito da una serie di altri acidi grassi oltre all'acido linoleico precedentemente discusso: acido palmitico 5% acido stearico 2,5% acido oleico 16% acido linoleico 10-20% acido alfa linolenico 50% acido eicosenico 1% acido erucico 1% L'OLIO DI LINSE NON È ADATTO PER LA FRITTURA L'olio di linseto NON è adatto per la frittura. L'acido alfalinoleico è altamente insaturi e quindi molto sensibile all'ossidazione. L'ossidazione rilascia sostanze nocive durante il riscaldamento. Puoi usarlo come condimento sopra la tua insalata, un trattino attraverso lo yogurt o attraverso il tuo frullato verde. Preferibilmente optare per una prima pressatura a freddo, questa forma mantiene la maggior parte del suo sapore. Mantenere l'olio scuro e fresco. Dal momento che l'olio di semi di lino si ossida rapidamente, è utile acquistare una piccola bottiglia e finirla entro poche settimane dall'apertura. E preferibilmente acquistare olio di lineed biologico. CONSULTARE UN MEDICO SE SI È IN CURA L'olio di semi di lino può anche influenzare l'uso di farmaci. Vuoi iniziare a usare olio di linquariato e stai assumendo farmaci? Poi consultare prima il medico di famiglia. I farmaci che sono affetti da olio di linessi includono farmaci che abbassano la pressione sanguigna, farmaci che regolano la glicemia e diluente del sangue. L'olio di semi di lino è soprattutto un integratore sano per una dieta sana ed equilibrata. Gestiscilo con saggezza. E non usarlo come standard, fai delle pause proprio come i semi di lino. Inoltre NON è un sostituto FULL per omega 3. ( ALA) ma può essere un ottimo integratore. La dose normale è fino a tre volte al giorno 1 cucchiaio di olio di line, ma assicuratevi di leggere la confezione dell'olio di linquare che avete comprato per essere sicuri. If you ingest too much flaxseed oil you can get greasy skin, pimples and even oily stools. If you don't like the taste, mix the flaxseed oil with water, green tea or fruit juice. Because it is an oil you will not be able to mix it very well, but if the taste is a problem for you this method will certainly help. It can also help to take liquid flaxseed oil with your food or at least a snack to make the aftertaste of the oil disappear. che tradotto Vantaggi dell'olio di semi di lino - Più come usarlo I semi di lino sono noti per i loro numerosi benefici per lasalute , che includono la fornitura di una dose abbondante di proteine e fibre, riducendo l'appetito e aiutando nel controllo del peso (1, 2Origine attendibile). Dato il loro profilo nutritivo stellare, non c'è da meravigliarsi che l'olio di semi di lino è anche stracolmo con benefici per la salute simili. L'olio di semi di lino, noto anche come olio di lino o olio di lino, è costituito da semi di lino che sono stati macinati e pressati per rilasciare il loro olio naturale. Questo olio per promuovere la salute ha una vasta gamma di usi, che vanno dalla cucina alla cura della pelle. Questo articolo esplorerà alcuni dei principali vantaggi dell'olio di semi di lino e alcuni semplici modi per usarlo. 1. Acidi grassi Omega-3 Proprio come i semi di lino, l'olio di semi di lino è caricato con acidi grassi omega-3 sani per il cuore. Infatti, un cucchiaio (15 ml) contiene un impressionante 7.196 mg di acidi grassi omega-3 (3). In particolare, l'olio di semi di lino contiene acido alfa-linolenico (ALA), una forma di acido grasso omega-3 che viene convertito solo in piccole quantità in forme attive di omega-3, come EPA e DHA (4Origine attendibile). Se non stai ricevendo abbastanza DHA e EPA nella tua dieta, la maggior parte delle linee guida raccomandano almeno 1.600 mg di acidi grassi ALA omega-3 al giorno per gli uomini e 1.100 mg per le donne (5). Solo un cucchiaio di olio di semi di lino può soddisfare e superare il vostro bisogno giornaliero di ALA (3). Gli acidi grassi Omega-3 sono essenziali per la salute e sono stati associati a benefici come la riduzione dell'infiammazione, una migliore salute del cuore e la protezione del cervello contro l'invecchiamento (6Origine attendibile, 7Origine attendibile, 8Origine attendibile). Se non stai prendendo olio di pesce o ottenere una o due porzioni di pesce grasso nella vostra dieta ogni settimana, olio di semi di lino può essere una buona soluzione per aiutare a integrare la vostra dieta con gli acidi grassi omega-3 avete bisogno. MEGLI ANCORA QUESTO: https://www.naturalf...d-oil-benefits/ Purtroppo non si può tradurre. MA QUESTO SI: https://www.bullfrag...nal-properties/ Semi di lino: Usi, applicazioni e proprietà medicinali Le proprietà dei semi di lino sono molte. Infatti, i suoi semi sono diventati molto popolari negli ultimi anni grazie ai suoi incredibili valori nutrizionali. Scopri in questo articolo tutto ciò che riguarda i semi di lino. Le sue proprietà medicinali e i suoi usi e applicazioni sanitarie. Il sesino è considerato da molti un grano perché ha uno schema vitaminico e minerale simile a questi. Tuttavia, la maggior parte concorda sul fatto che si tratta di un seme, ricco di fibre e antiossidanti, oltre ad essere la migliore fonte vegetale di acidi grassi omega 3. Valori nutrizionali dei semi di lino Fibra solubile e insolubile Il sessolo è una fonte di fibre alimentari, sia solubili che insolubili. Fibra solubile è uno che ha la capacità di aiutarci a regolare la pressione sanguigna, livelli di zucchero nel sangue, ed è stato anche associato con la prevenzione di diverticolite e cancro alla prostata. Da parte sua, fibra insolubile è legato a una migliore funzione digestiva. Agisce come regolatore del movimento intestinale e serve come cibo per la flora batterica. Pertanto, aiuta a digerire meglio il cibo per un adeguato assorbimento dei nutrienti. Contenuti Omega 3 L'acido grasso omega 3 di semi di lino è considerato uno dei suoi maggiori benefici. È importante notare che non può essere sintetizzato da altri alimenti dal corpo umano. L'acido grasso Omega 3 è anche in alimenti come pesci e crostacei. Tuttavia, nonostante sia sintetizzato dal corpo, non viene assorbito nelle quantità richieste. L'acido linoleico (omega 3) è necessario per formare eicosanoidi antinfiammatori. Questi svolgono un ruolo molto importante nella prevenzione dell'artrite, dell'eczema, dell'asma e di alcune condizioni di salute legate al sistema riproduttivo femminile. Altri componenti Oltre a tutto questo, semi di lino contiene alcuni fitochimici chiamati lignani che hanno il potere di combattere i radicali liberi. D'altra parte, forniscono grandi benefici antiossidanti al corpo. A livello nutrizionale, tra le altre proprietà, può essere evidenziato che contiene vitamine del gruppo B, magnesio, manganese, fosforo e tiamina. Con soli due cucchiai forniamo al corpo l'8% della fibra dietetica raccomandata, e la stessa quantità ha solo 74 calorie. Usi medici Grazie a tutte le sue proprietà, semi di lino ha un gran numero di usi medicinali. Questi sono stati conosciuti fin dai tempi antichi per trattare diversi problemi di salute e prevenire le malattie. Qui di seguito vi diamo i migliori benefici medicinali. Perdere peso Grazie alla sua ricchezza di fibre vegetali, semi di lino è uno dei migliori alleati per le diete a perdere peso. Le sue proprietà ci aiutano ad avere una migliore digestione,migliorare il nostro metabolismo e anche ci forniscono una più sensazione di sazietà. Inoltre, consumare semi di lino fa sì che i muscoli si riprendano rapidamente. Questo accade grazie al fatto che stimola l'uso di grassi per l'energia. Di conseguenza, siamo riusciti a bruciare i grassi e perdere peso. Colesterolo più basso Le fibre solubili di semi di lino sono ideali per ridurre il colesterolo nel sangue. Infatti, il suo consumo favorisce la sua eliminazione con mezzi naturali. Inoltre, ha altri benefici per il nostro sistema cardiovascolare. Semi di lino può aiutare a prevenire coaguli di sangue, ictus, e aritmie cardiache. È anticancer Il sesino contiene 27 componenti anti-cancro,tra i quali spicca la lignina. Inoltre, gli eicosanoidi di semi di lino lo hanno collegato nella prevenzione del cancro al seno, dell'endometriosi e delle cisti ovarie. Pertanto, il lino è un superalimento per le donne a qualsiasi età. Come vedremo qui sotto, anche per climacteric e menopausa. Alleviare i sintomi della menopausa I flavonoidi nei semi di lino possono aiutare a trattare i sintomi fastidiosi della menopausa. Ad esempio, sbalzi d'umore, vampate di caldo, e perdita di libido. Inoltre, le sostanze fitochimiche che contiene sono ideali per bilanciare il carico ormonale, soprattutto nelle donne. Per questo motivo, non è consigliabile consumare durante la gravidanza o l'intatta, ma per aumentare la fertilità. Come lo consumiamo? I semi di lino possono essere ottenuti in diverse presentazioni, come olio, compresse, semi e semi interi. Gli esperti assicurano che il modo migliore per consumarlo è il terreno. Questo perché l'olio si ossida rapidamente e l'intero semi di lino è troppo difficile per il corpo. Si consiglia di acquistare semi di lino interi e macinare meglio a casa. I semi di lino possono essere aggiunti a insalate, pasti, succhi di frutta e persino disciolti in acqua. Può anche essere utilizzato come sostituto dell'uovo. Il rapporto corretto è un cucchiaio di semi di lino a tre cucchiai di acqua per ogni uovo. Funziona anche come sostituto del grasso, invece di burro. Il rapporto è di tre cucchiai di semi di lino a due cucchiai di acqua per ogni cucchiaio di burro. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 CANCRO LA SCOPERTA RIVOLUZIONARIA È UFFICIALE L'ASPIRINA È UN ANTITUMORALE L' aspirina? Vi protegge anche dal cancro. L' acido acetilsalicilico infatti, non serve solo a diminuire l' infiammazione, la coagulazione, il dolore o la temperatura in caso di febbre, ma, se assunto regolarmente, potrebbe diventare presto una delle strategie principali nella prevenzione dei tumori. È stato dimostrato infatti che i Fans, farmaci antinfiammatori non steroidei, (Aspirina e i suoi derivati Moment, Oki, Brufen, Nurofen, Fastum, ecc) contrastano lo sviluppo di diversi tipi di neoplasie maligne, quali quelle del colon-retto, del seno e dell' ovaio. Una ricerca italiana, finanziata da Airc e da fondazione Cariplo, pubblicata sulla rivista British Journal of Cancer, frutto della collaborazione tra i ricercatori dell' Università Statale di Milano, dell' Istituto Europeo di Oncologia e dell' Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha dimostrato come questa classe di farmaci inibisca l' insorgenza dei tumori, agendo con un' attività antitumorale diversa nella cellula rispetto a quella antinfiammatoria, con una evidenza tale da spingere i tre Istituti a coordinare una ricerca comune per lo sviluppo di nuovi Fans mirati alla prevenzione neoplastica. Ed è stata creata la via per sintetizzare principi attivi più sicuri sotto il profilo tossicologico degli effetti collaterali, indicando come produrre chimicamente molecole prive di tali effetti legati all' azione antinfiammatoria, mantenendo però l' azione antitumorale. I Fans infatti, a dosaggio pieno, oggi non sono utilizzabili in trattamenti prolungati, in quanto possono provocare sanguinamenti, problemi gastrici, epatici, renali e cardiaci, quindi non possono ancora essere somministrati a scopo farmaco-preventivo dei tumori, anche perché non hanno una azione curativa sui tumori, ma solo preventiva. SOGGETTI A RISCHIO - La cardioaspirina, che contiene acido acetilsalicilico a dosaggio ridotto e gastro-protetto, oggi viene somministrata nei soggetti a rischio come terapia di prevenzione primaria o secondaria delle patologie cardiovascolari, ma è stato accertato che questi pazienti che la assumono quotidianamente, pur avendone la familiarità, non sviluppano il cancro del colon-retto, grazie alla sua potente azione antinfiammatoria. Come è possibile? Pur non avendo alcuna azione anti-neoplastica questa molecola semplicemente spegne le flogosi, quelle infiammazioni che sono ritenute responsabili della formazione dei polipi intestinali, molti dei quali sono destinati nel tempo a malignizzare e sviluppare il temibile adenocarcinoma intestinale. Non solo. Un altro importante aspetto sul quale sta lavorando il team di ricerca riguarda «la valutazione dei Fans anche nella prevenzione secondaria dei tumori», ovvero la cardioaspirina viene prescritta a chi è stato già ammalato, con l' obiettivo di ridurre il rischio di recidive e delle metastasi nei due anni successivi alla fine dei trattamenti antitumorali per diversi tipi di neoplasie. Uno studio condotto dai ricercatori dell' Università della California di Pittsburgh e San Francisco, pubblicato sul Journal of Experimental Medicine, ha inoltre dimostrato che questi farmaci da banco, così comuni e a basso costo, se assunti con regolarità per almeno sei mesi, allungano la vita dei pazienti affetti da tumori della testa e del collo inoperabili, inibendo la mutazione dell' oncogeni PIK3CA, frequentemente alterato in questo tipo di malattia, il cui tasso di sopravvivenza passa dal 40% (percentuale rilevata nei non utilizzatori di Fans), addirittura al 78% (percentuale misurata negli utilizzatori regolari di aspirina e simili). La conclusione di tale ricerca è che i Fans inibiscono la crescita delle masse tumorali riducendo o annullando la produzione della prostaglandina E2, una molecola infiammatoria nota per essere coinvolta in diversi tipi di cancro. NEOPLASIE - Che i Fans svolgano una potenziale azione antitumorale è noto da tempo, ma questi studi dimostrano e confermano l' azione benefica legata alla loro potente attività antinfiammatoria, essendo la flogosi sempre associata alla malattia neoplastica, la quale è concausa dello sviluppo di molti tipi di neoplasie maligne, con un chiaro e favorevole rapporto costo-benefici che diventerà fondamentale se si vuole trattare la generalità della popolazione e non solo i soggetti a rischio nella prevenzione di massa. In Italia nel 2018 sono state stimate circa 51mila nuove diagnosi di carcinoma del colon-retto, la neoplasia al secondo posto sia tra gli uomini che tra le donne, preceduta rispettivamente dalla prostata e dalla mammella, e una recente metanalisi ha sottolineato nell' ultimo decennio un aumento nel nostro Paese dei tumori del pancreas, ovaio e cervello, mentre è ormai evidente la riduzione del rischio già dopo il primo anno di trattamento con acido acetilsalicilico a basso dosaggio. L' aspirina, questa straordinaria molecola sintetizzata oltre 100 anni fa, capace di curare indistintamente l' influenza, la cefalea e di prevenire l' infarto, oggi rivela senza ombra di dubbio anche la sua azione preventiva contro il cancro: una buona notizia non solo per chi in futuro potrebbe evitare di essere colpito dalla malattia oncologica, ma anche per chi il tumore lo ha già sperimentato sulla propria pelle. di Melania Rizzoli Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 ANCHE GLI ANTI ROS POSSONO AVERE AZIONE ANTIDOLORIFICA (ma solo i COX1 hanno azione antitumorale che si manifesta massimamente nell'ACIDO ACETILSALICILICO o ASPIRINA)) Penso che sappiate che per sconfiggere il dolore la Classe Medica ordina gli Antinfiammatori Non Steroidei detti anche FANS. Di questi saprete ce ne sono di diversi tipi a cominciare dall’Aspirina. I FANS si possono suddividere in selettivi e non selettivi, i selettivi sono generalmente quelli di ultima generazione. Fra i non selettivi troviamo l’Acido Acetilsalicilico(Aspirina), il Diclofenac, l’Ipobrufene, il Ketoprofene, il Naprossene, e la Nimesulide. Fra i selettivi invece il Celecoxib, l’Etoricoxib, l’Arcoxia. Si tenga presente che contrariamente a quanto alcuni credono il Paracetamolo non è un FANS e la sua azione sul dolore si manifesta a dosi abbastanza alte (2-4 gr) e con meccanismo diverso. Ma cosa fanno sostanzialmente i FANS?? Essi bloccano un enzima, la CICLOSSIGENASI che si produce soprattutto durante l’infiammazione e che esiste in tre forme chiamate COX-1 e COX-2 e COX3. I FANS non selettivi bloccano soprattutto la COX-1, mentre i FANS selettivi bloccano prevalentemente la COX-2. Generalmente bloccando la COX-2 si ottiene un effetto antidolorifico maggiore ma cambiano completamente quelli che sono gli effetti collaterali, infatti i Fans che inibiscono solo la COX-1 hanno un azione antiaggregante piastrinica e la massima azione in questo senso si ha con l’Acido Acetilsalicilico, mentre gli anti Cox-2 possono dare TROMBOSI ed AUMENTATO RISCHIO DI INFARTO CARDIACO. Quindi mentre i FANS di prima generazione che inibiscono solo la COX-1 possono dare sanguinamenti (in alcuni casi sono controindicati, vedi NIMESULIDE che si è visto che può dare K gepatico), i FANS di ultima generazione che inibiscono la COX-2 possono essere degli aggreganti piastrinici e quindi dare trombi. Ma i FANS sia di prima che di ultima generazione sono dei sintomatici, in quanto non curano la causa dell’infiammazione ma solo gli effetti, mentre come vedremo gli ANTI-ROS possono curare l’infiammazione in senso molto più profondo (anche se non possono eliminare la causa, ad esempio Asbesto, se presente) . Ma che cos’è che può causare infiammazione, vediamo: - I raggi X e le radiazioni cosmiche (protoni) possono dare infiammazione generalizzata perchè rompono il DNA cellulare ed il dNA mitocondriale, disturbani quindi il ciclo dell'ossigeno e di conseguenza si ha liberazione di HIF-1α (Hypoxia Induced Factor-1α)- I campi magnetici intensi e prolungati nel tempo possono dare un intenso aumento di calore della zona interessata con conseguente rilascio di istamina e prostaglandine che causano un infiammazione cronica- Certi metalli come il l'Asbesto possono dare infiammazione cronica per rilascio di mediatori latenti (IFN-γ, TNF-α, IL-1β, LPS, PAF); in particolare l'Asbesto penetra fino alla pleura polmonare per le sue fibre estremamente sottili ed appuntite; oltre all'asbesto ci sono altri metalli ed oligoelementi che nel tempo possono dare flogosi cronica con lo stesso meccanismo o con delle variabili (mercurio, piombo, uranio ecc)- Le allergie, che possono manifestarsi nei confronti di qualsiasi sostanza determinano la liberazione di numerosi prodotti infiammatori, e possono essere alla causa di numerose malattie autoimmuni- Le carenze di tutte le vitamine sia liposolubili che idrosolubile può determinare processi infiammatori, e così pure di alcuni elementi ed oligoelementi indispensabili (anche una restrizione eccessiva di Na può dare infiammazione, in quanto il Na è indispensabile per equilibrare le cariche elettriche esocellulari in rapporto a quelle endocellulari) Le infezioni, di qualsiasi tipo, sono uno degli stimoli più comuni per l'insorgenza dell'infiammazione, spesso le tossine prodotte dai patogeni sono una delle cause principali di infiammazione. I recettori TLR (Toll-like receptors) sono in grado di riconoscere organismi estranei (non-self) e scatenare la risposta immunitaria con conseguente infiammazione.- La risposta immunitaria è un'altra causa principale di infiammazione. Essa può avvenire in seguito all'infezione da parte di un organismo patogeno con rilascio di sostanze proinfiammatorie (citochine, leucotrieni...) ma in condizioni patologiche può essere anche diretta verso cellule self facendo insorgere una malattia autoimmune; spesso questa tipologia di malattia determina infiammazione cronica. In alternativa, si possono avere risposte immunitarie non regolate ed eccessive che oltre ad uccidere i patogeni arrecano danno anche alle cellule circostanti.- La necrosi, a differenza dell'apoptosi, provoca pressoché in tutti i casi infiammazione acuta nei tessuti circostanti poiché rilascia numerose molecole proinfiammatorie quando libere al di fuori della cellula, come per esempio ATP ed acido urico.- L'ipossia tramite il rilascio di HIF-1α (Hypoxia Induced Factor-1α) da parte delle cellule che subiscono una forte riduzione dell'apporto di ossigeno. Tale proteina agisce quale fattore di trascrizione per proteine pro-infiammatorie o coinvolte nell'infiammazione come VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor).- I corpi estranei di tutti i tipi possono indurre infiammazione a causa di lesioni tissutali o infezioni.- I radicali liberi possono essere un motivo importate di infiammazione. con la loro capacità di cedere uno o più elettroni, possono determinare infiammazione generalizzata o locale per danno cellulare e liberazione di fattori flogogeni Nell’infiammazione si hanno: - modificazioni vascolari- passaggio dei leucociti dal letto capillare al tessuto leso- migrazione dei leucociti all'interno del tessuto soggetto al processo flogistico, in seguito a stimoli chemiotattici- alterazione dell'adesività cellulare e mancata comunicazione fra le cellule (vengono a mancare i recettori G) con conseguente sviluppo di tumori se l'infiammazione è cronica. E’ interessante sottolineare che qualsiasi sia la causa dell’infiammazione (sia da fattori endogeni che esogeni) si ha sempre produzione di una grande quantità di ROS (radicali liberi). Se noi annulliamo nell’infiammazione i ROS che essa produce generalmente la riduciamo di parecchio se non completamente. Quindi come i ROS, se in eccesso, possono dare infiammazione, così l’infiammazione quando si manifesta produce sempre ROS. Sappiamo come i ROS causati dall’infiammazione possano poi essere la causa di malattie degenerative anche gravi. Ovviamente l’infiammazione, e penso lo abbiate già capito, causa dolore, perché va a ledere proprio le terminazioni nervose che sono presenti in ogni tessuto. Pertanto, come abbiamo già detto, se noi riduciamo i ROS causati dall’infiammazione, riduciamo nel contempo l’infiammazione stessa. Ma cosa fanno gli ANTI-ROS ,vediamo: Migliorano la comunicazione cellula-cellula aumentando la comunicazione GAP fra le cellule (si tenga presente che nell’infiammazione la comunicazione cellulare è sempre compromessa) sopprimono la fosforilazione indotta da cancerogeno di proteine regolatrici come antioncogenes p53 e Rb e per fermare la divisione cellulare nella fase del ciclo cellulare G0-G1(anche questa funzione nell’infiammazione è compromessa) riducono la proliferazione cellulare indotta da fattori di crescita simili all'insulina che sono potenti mitogeni (nell’infiammazione la proliferazione cellulare può essere compromessa) regolano la differenziazione intratimica delle cellule T (modulazione immunitaria) impediscono la crescita incontrollata delle cellule tumorali e modulano la progressione del ciclo cellulare (in questo senso i ROS giocano un ruolo fondamentale) regolano il ciclo cellulare inibendo la crescita cellulare anormale (come sopra) prevengono la carcinogenesi proteggendo le biomolecole cellulari critiche, inclusi lipidi, lipoproteine, proteine e DNA (come sopra) proteggono le membrane cellulari dal danno causato dai ROS In sostanza riducendo il danno cellulare e soprattutto delle terminazioni nervose riducono il dolore anche se non esercitano nessuna azione sulle COX-1 e le COX-2. Però riducendo l’infiammazione si ha minor produzione di COX-1 e di COX-2. Possiamo quindi usare gli ANTI-ROS anche come antidolorifici, e quasi sempre funzionano, talvolta meglio degli stessi FANS. Ma quali sono gli ANTI-ROS di maggiore efficacia, vediamo: Criptoxantina , Zeaxantina , Rubixantina , Violaxantina , Rodoxantina ,Cantaxantina , bioflavonoidi, antociani, epigallato di epigallacatechina (EGCG), curcumina, 6-shagoal della Zenzero, astaxantina, zeaxantina , ma anche anche la Vit C o acido l-Ascorbico e la Vit E. Posso assicurare che l’ho sperimentato su di me per un dolore lombare che spesso mi si ripresenta: tre cucchiaini di Vit C sciolti in succo di arancio mi fanno passare il dolore meglio dell’Ipobrufene. La Curcuma con Piperina poi è veramente efficace, il grave è che non possono prenderla coloro che assumono una terapia farmacologica perché potrebbero avere delle alterazioni del livello dei farmaci nel sangue. Lo Zenzero invece, pur essendo un po meno efficace non interferisce con nessun farmaco e così pure l’acido L-Ascorbico. Da considerare anche il EGCG del Tè verde perché anche questo non interferisce con nessun farmaco. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 METIONINA E CISTEINA I cinque aminoacidi solforati sono METIONINA, CISTEINA, CISTINA, OMOCISTEINA E TAURINA, ma soltanto i primi due partecipano alla SINTESI PROTEICA La METIONINA fra questi cinque aminoacidi è l’unico essenziale dal momento che tutti gli altri possono essere sintetizzati dalla METIONINA stessa. Per questo la METIONINA è estremamente importante. Diventa importante però anche la CISTEINA dal momento che la sua sintesi dalla METIONINA è parecchio complessa e talvolta la catena enzimatica è mal funzionante soprattutto nel bambino. La cisteina inoltre, insieme al glutammato e alla glicina, è fondamentale per la biosintesi del glutatione. Dalla CISTEINA inoltre viene sintetizzata la CISTINA che è indispensabile per il processo di cheratinizzazione ed è presente in grandi quantità nello strato esterno della cuticola del pelo. Nell'animale si è dimostrato che un'alimentazione priva e povera solo di cistina determina una netta diminuzione nella produzione di tessuto pilare. Il derivato N-acetilico della cisteina, la N-acetil-cisteina (o NAC) è usato in medicina come antidoto nell'avvelenamento cronico da metalli pesanti, dato che entra direttamente nella sintesi del glutatione. È utilizzato anche come mucolitico, dato che il suo gruppo sulfidrilico è capace di aprire i ponti disolfuro delle glicoproteine nel muco, aumentandone la fluidità e favorendo la clearance muco-ciliare. Mentre la cisteina è un amminoacido polare, la metionina è un amminoacido apolare L'enantiomero S della metionina è uno dei 20 amminoacidi ordinari, il suo gruppo laterale reca un gruppo metiltioetere, per cui la metionina è uno dei cinque amminoacidi che contengono zolfo anche se fra questi è l’unico essenziale, cioè va assunta tramite l'alimentazione, dato che l'organismo umano non è in grado di sintetizzarla. La metionina è l'amminoacido che occupa l'estremità N di tutte le proteine degli eucarioti e degli archeobatteri, in quanto corrisponde al codone AUG che è il codone di inizio della traduzione, benché a volte possa essere rimossa una volta terminata la sintesi della proteina. È coinvolta nella sintesi della cisteina, della carnitina e della taurina tramite il processo della trans-solforazione, nella sintesi della lecitina e nella sintesi della fosfatidilcolina e di altri fosfolipidi. Un improprio metabolismo della metionina può condurre all'aterosclerosi. Sotto forma di S-adenosil metionina (SAM), è un agente metilante. La metilazione risulta essere un meccanismo di modificazione enzimatica utile a innescare il fenomeno della chemiotassi batterica: la proteina batterica che accetta gruppi metilici durante tale fenomeno fa parte di un sistema che consente ai batteri di nuotare in una soluzione verso una sostanza che li attrae, o di allontanarsi da repellenti chimici. Infine, la metionina è un agente chelante. La metionina è uno dei due amminoacidi che viene codificato da un solo codone (AUG), l'altro è il triptofano. È anche un potente acidificante delle urine, utile per il controllo di batteri patogeni ed inoltre di grande impiego per il trattamento di alcuni tipi di calcoli renali e delle vie urinarie. La cisteina si trova in alcuni alimenti, in particolare quelli ad alto contenuto proteico, come per esempio i salumi, il pollame, le uova, i latticini, formaggio e carne. Gli alimenti vegetali con cisteina sono invece i peperoni rossi, l’aglio, il broccolo, i cavoletti di Bruxelles, l’avena, il muesli e le germe di grano. La metionina è presente in buone quantità: nelle uova, nei semi di sesamo, nelle noci del Brasile, nel pesce, nelle carni e in altri semi (anche nei cereali).La maggior parte della frutta e della verdura, così come dei legumi, ne contiene molto poca.E' anche bene ricordare che la funzione biologica della metionina è subordina alla cistina, pertanto, dal punto di vista plastico, una proteina può essere completata solo quando sono presenti entrambi. C'è da presumere che la METIONINA possa essere determinante anche alla sintesi proteica nei tumori, una riduzione pertanto dell'apporto di questo aminoacido essenziale potrebbe determinare una difficoltà del tumore di svilupparsi, se non addirittura l'impossibilità. Dal momento che le cellule tumorali hanno una velocità di sviluppo molto maggiore delle cellule normali, necessitano di molta più metionina, appunto per costruire le cellule ed i vasi sanguigni. Il Dott. Nacci dice che mentre le cellule tumorali possono resistere ad una carenza di METIONIA al massimo per 15 giorni, le cellule normali resistono tranquillamente ad una carenza di METIONINA per 6 mesi, da qui deriva l'ALIMENTAZIONE IPOPROTEICA NEI TUMORI SECONDO NACCI ed ovviamente l'esclusione di tutti gli alimenti che la contengono in quantità significative. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO Lo scompenso cardiaco congestizio è dovuto all’incapacità del cuore di pompare sangue in maniera sufficiente alle esigenze dell’organismo. Tale incapacità può essere dovuta a molteplici cause: - Post infartuale - Per un aterosclerosi delle coronarie con scarso apporto di sangue al cuore (aterosclerosi) - Lo stato contrattile del miocardio può essere ridotto ad esempio per una miocardiopatia dilatativa. - Il volume ventricolare può essere ridotto per un aumento dello spessore delle pareti - Una grave insufficienza valvolare può determinare una riduzione della eiezione cardiaca - Una fibrillazione dell’atrio può ridurre considerevolmente l’eiezione cardiaca. - Una patologia polmonare cronica può determinare un ridotto afflusso di sangue al cuore e di conseguenza anche l’eiezione cardiaca di sangue risulta ridotta. Lo SCC spesso può essere dovuto agli effetti cronici dell’ipertensione che determinano ipertrofia ventricolare sx con ridotta capacità di eiezione. Nello sforzo di compensare la riduzione della portata cardiaca si hanno dei meccanismi compensatori quali tachicardia, iper- attivazione del simpatico, dilatazione ed ipertrofia ventricolare. Questi meccanismi sono solo in parte benefici: per esempio l’aumento del tono del simpatico determina sì un aumento della portata cardiaca, ma comporta anche un aumento delle resistenze. I segni ed i sintomi dello SCC dipende da quale dei due ventricoli è scompensato. I segni clinici di scompenso sinistro sono caratterizzati dai segni di congestione ed edema polmonare, mentre quelli di scompenso dx sono caratterizzati da congestione venosa sistemica, fegato ingrossato ed edema periferico. Nella miocardiopatia dilatativa si ha uno scompenso generale dx e sx, mentre nell’insufficienza aortica avremo prevalentemente uno scompenso sx che poi si estenderà anche al cuore dx.. Quindi lo scompenso dx e sx non potranno mai essere rigorosamente separati, lo scompenso di una parte del cuore tende ad estendersi a tutto il muscolo cardiaco. I primi sintomi dello SCC è il respiro corto o dispnea a riposo o dopo piccoli sforzi. In tal caso la diagnosi va estesa a numerosi esami, dall’EEG, all’ecocardiogramma, all’ecocolordoppler cardiaco , al telecuore ecc. CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE La Digitale La Digitale è stato il primo rimedio medico nelloSCC, e viene usata tuttora per le sue proprietà di aumentare la forza di contrazione cardiaca. Come altri glicosidi cardiaci, i principi attivi della Digitale esercitano la loro azione inibendo la attività della ATP asi sodio-potassio. L'inibizione della Na+/K+-ATPasi a sua volta causa un aumento non solo del Na+ intracellulare, ma anche del calcio, che a sua volta produce un aumento della forza di contrazione del muscolo cardiaco. In altre parole, al giusto dosaggio, la tossina della Digitale può far aumentare fortemente il battito cardiaco. Gli intervalli però fra la dose terapeutica e la dose tossica sono brevi, per cui il principio attivo, la digossina, va attentamente monitorata. Una dose troppo bassa può risultare del tutto inefficace, mentre una dose eccessiva può determinare extrasistoli e l’arresto del cuore in sistole. Comunque la digitale continua ad essere usata nello SCC, tenendo presente che una controindicazioni al suo uso possono essere le gravi stenosi valvolari, ed in particolar modo una grave stenosi della valvola aortica. E’ il rimedio più antico, tuttora usato con successo. INTEGRATORI ALIMENTARI - Magnesio: l’uso del magnesio è fondamentale nello SCC perché è stato dimostrato che ridotti livelli di magnesio si correlano ad un aumento della mortalità, e nel contempo un aumentato apporto di magnesio si correla ad un aumento della spettanza di vita. Il magnesio stabilizza le membrane, riduce le extrasistoli senza ridurre la frequenza cardiaca. I Beta Bloccanti al contrario pur stabilizzando le membrane riducono molto la frequenza cardiaca, ma se questo può da una parte risultare utile per un minor lavoro cardiaco, nel contempo risulta pericoloso, perché riducendo la frequenza si riduce anche l’ossigenazione tissutale. Inoltre il Beta Bloccante ha un azione opposta alla digitale, cioè riduce la portata cardiaca e la forza di contrazione del cuore. In un individuo che abbia una frequenza cardiaca di 80 battiti al minuto, il Beta Bloccante può portare i battiti a 50 al minuto, ma ciò si traduce in una ridotta ossigenazione dei tessuti e degli organi che può risultare anche pericolosa, infatti una delle complicanze può essere l’edema polmonare acuto, che molto spesso è mortale. Per questi effetti collaterali risulterebbe utile che i cardiologi prendessero in conto il magnesio come stabilizzatore di membrana e nelle extrasistoli, proprio perché non presenta gli effetti collaterali dei Beta Bloccanti, pur presentando la medesima efficacia se somministrato a dosi adeguate. Purtroppo pare che non venga prescritto, i cardiologi se ne sono completamente dimenticati. Non solo ma il diuretico attualmente più utilizzato determina carenza di magnesio perché lo elimina con l’urina. Quindi con l’uso di tale diuretico si espone il cuore ad un maggior rischio di extrasistoli e di sensibilità di membrana alla quale si cerca di ovviare con i Beta Bloccanti, ma a volte con scarso successo. Non si deve dimenticare che il magnesio è curativo, mentre i Beta Bloccanti sono dei sintomatici e se mancano gli alimenti essenziali falliscono miseramente. - La tiamina o Vit B1 : recentemente si è manifestato un particolare interesse per la tiamina nello SCC. Questo perché si è visto che c’è una carenza cronica di Vit B1 nella popolazione a causa degli elementi raffinati. La tiamina si trova nel germe dei cereali, ed è la parte che viene tolta e data come mangime al bestiame. La quantità di tiamina, nel pane bianco è praticamente nulla, nella carne è troppo modesta. Si trova in discreta quantità in certi ortaggi, ma non sempre questi vengono consumati in quantità adeguate. Inoltre troppo spesso le verdure vengono cotte, e questo comporta una grave perdita di tiamina. La carenza di Vit B1 determina il Beri-Beri, una patologia che colpisce sia il sistema nervoso centrale che periferico; in sostanza i sintomi della carenza sono: - Sintomi generali ed iniziali come astenia, perdita di peso, anoressia associata a disturbi gastrici; moltissime gastriti sono dovute ad una sub carenza di tiamina - Poi nella carenza manifesta si hanno i danni al sistema nervoso , prima periferico, poi centrale; amiotrofia, dolori alla pressione del polpaccio, parestesie ed ipoparestesie e scomparsa dei riflessi tendinei. - Poi nelle forme più gravi si ha depressione, irritabilità, impossibilità a concentrarsi e disturbi della memoria. Ebbene un tempo si riteneva che danni cardiaci fossero dovuti a gravi carenze, recentemente si è visto che anche subcarenze possono essere alla base di una miocardiopatia dilatativa, di un insufficienza cardiaca e di una maggior sensibilità di membrana. Gli etilisti in particolare manifestano forme conclamate di Beri-Beri, che sono spesso misconosciute dai medici i quali danno delle interpretazioni completamente errate. Una forma subcronica di Beri-Beri può considerarsi la patologia del nostro tempo, il grave è che non conosciamo minimamente la causa. Il grave è che la furosemide (Lasix) viene prescritta troppo e troppo spesso, non considerando che questo diuretico inibisce l’attività della transchetolasi tiamina dipendente, causando in tal modo un grave deficit di tiamina con tutto quello che ne consegue anche a livello cardiaco. I supplementi di tiamina sono prescritti troppo poco e troppo spesso dimenticati. Poi per il danno cardiaco si ricorre ai Beta – Bloccanti, ai Calcio-Antagonisti, ai Sartani, agli Ace inibitori, ecc, non tenendo spesso conto delle controindicazioni che questi farmaci hanno. - Carnitina: studi in doppio ceco hanno dimostrato che la carnitina è particolarmente utile nello SCC e può essere di notevole aiuto. Si è visto che 500 mg di carnitina somministrati per os tre volte al giorno migliorano notevolmente la frazione di eiezione, al pari quasi della digitale.. - Il Coenzima Q: numerosi studi hanno dimostrato che supplementi di Coenzima Q sono estremamente efficaci nel SCC. Il meccanismo resta sconosciuto anche se si azzardano varie ipotesi. RIMEDI FITOTERAPICI Oltre alla digitale già trattata si sono dimostrati utili - Il Crataegus Oxyacanta (biancospino) sia nello stabilizzare le membrane, e quindi nelle extrasistoli , sia nel ridurre la frequenza cardiaca e nell’aumentare la forza di eiezione. Il biancospino ha dimostrato di avere anche una leggera azione ipotensiva. - Terminalia aryuana; è una pianta indiana molto usata nella terapia ayurvedica che si è dimostrata molto efficace nel migliorare lo scompenso cardiaco. Alcuni pensano che potrà sostituire la digitale, perché l’intervallo terapeutico è molto più conveniente. Ma gli studi sono ancora all’inizio. 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SauroClaudio Posted February 1 Share Posted February 1 Vitamina D malattie autoimmuni e cancro (dal Sito ARTOI)La vitamina D, chiamata anche colecalciferolo, appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili anche se in realtà funziona proprio come un ormone. La principale fonte di vitamina D è la pelle: in seguito all’esposizione al sole, sotto lo stimolo dei raggi UVB, la vitamina D viene sintetizzata a partire dal 7-deidrocolesterolo. La vitamina D viene introdotta con gli alimenti solo in piccolissima parte e le fonti migliori sono il tuorlo d’uovo, il pesce, il fegato e il burro. Sia la vitamina D sintetizzata nella pelle sia quella che introduciamo con gli alimenti, sono biologicamente non attive, pertanto, per esercitare la sua funzione, la vitamina deve essere trasformata nella forma attiva da specifici enzimi appartenenti alla famiglia dei citocromi (CYP 2R1, CYP27A1 e CYP27B1). Questo processo avviene prima nel fegato, poi nei reni e porta alla formazione di calcitriolo (o 1,25-diidrossicolecalciferolo) che è la forma attiva della vitamina D. La vitamina viene degradata abbastanza rapidamente dalla luce, dall’ossigeno e dagli acidi. È abbastanza stabile al calore. Funzioni e proprietà farmacologiche La vitamina D è uno dei più importanti regolatori del metabolismo del fosforo e del calcio, minerali che giocano un ruolo fondamentale per la salute dell’osso. Agendo a livello intestinale, osseo e renale, la vitamina D ha un’azione ipercalcemizzante e la finalità delle sue diverse azioni è quella di mantenere un adeguato pool di calcio e fosforo per una corretta mineralizzazione ossea. Nonostante la funzione sull’osso sia la più conosciuta, la vitamina D svolge tante altre funzioni, non meno importanti, in quanto il recettore della vitamina D e il suo enzima attivatore (CYP27B1) sono presenti in moltissimi altri tipi cellulari. Questo ha portato la comunità scientifica negli ultimi decenni a scoprire che la vitamina D (1,2): Modula sistema immunitario: numerosi studi su animali hanno dimostrato che la vitamina D è in grado di sopprimere l’attivazione delle cellule Th1 e quindi inibire di conseguenza la produzione di citochine pro-infiammatorie soprattutto interferon-γ, interleuchina-6, interleuchina-2 e il fattore di necrosi tumorale-α. La vitamina, inoltre, è in grado anche sopprimere l’attività delle Th17, le principali cellule produttrici di interleuchina-17, coinvolta nella patogenesi di molte malattie autoimmuni. Un’azione stimolante, invece, viene esercitata sulle cellule Treg che bloccano i processi infiammatori. Infine, oltre alle cellule Treg, la vitamina è anche in grado di stimolare di modulare l’attività delle cellule Th2 che aumentano la produzione di citochine antinfiammatorie come interleuchina-10 e interleuchina-4. Ha attività antiossidante: la vitamina D è in grado di indurre l’espressione di numerosi enzimi (in particolare la superossido dismutasi e la tioredossina reduttasi) coinvolti nella disintossicazione dalle specie reattive dell’ossigeno. Ha attività antimicrobica. La vitamina D è infatti un’importante regolatore dell’immunità innata: sembrerebbe migliorare la chemiotassi, la fagocitosi, la produzione di proteine ad azione antimicrobica e rafforzare la funzione di barriera fisica delle cellule epiteliali. È in grado quindi di stimolare tutta una serie di azioni che permettono al nostro corpo di contrastare le infezioni. È un importante modulatore del microbiota intestinale: studi su topi hanno mostrato che la carenza di vitamina D genera una situazione di disbiosi intestinale, responsabile di diversi disturbi metabolici Gli studi scientifici condotti fino ad ora sembrerebbero suggerire che la carenza di vitamina D potrebbe influire negativamente sull’insorgenza e il decorso di numerose patologie : Malattie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, diabete mellito di tipo 1, malattie infiammatorie intestinali come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa) Epatite Sclerosi multipla Asma e infezioni respiratorie Malattie intestinali Malattie cardiovascolari Disturbi neuro-psichiatrici (Parkinson, Alzheimer, depressione, disturbo bipolare) Vitamina D e oncologia I dati accumulati in letteratura, suggeriscono che la vitamina D può regolare l’intero processo di tumorigenesi, a partire dall’iniziazione fino al processo di metastatizzazione. Sono stati ipotizzati i seguenti meccanismi grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, la vitamina D è in grado di prevenire la trasformazione delle cellule sane in cellule tumorali aumenta l’espressione di geni coinvolti nella riparazione dei danni al DNA è in grado di inibire la proliferazione cellulare: la proprietà antiproliferativa è mediata da molteplici meccanismi tra cui la regolazione dei fattori di crescita e del ciclo cellulare. Induce l’apoptosi delle cellule tumorali: l’induzione dell’apoptosi è mediata principalmente dall’inibizione delle proteine anti-apoptotiche bcl-2 e bcl-xl e dalla stimolazione delle proteine pro-apoptotiche come le caspasi. Induce nelle cellule tumorali autofagia citotossica con conseguente apoptosi Gran parte dei dati relativi all’impatto della vitamina D nella prevenzione o riduzione del cancro proviene da studi condotti su diverse tipologie di tumore: Carcinoma mammario: la carenza di vitamina D sembrerebbe essere associata ad un aumentato rischio di progressione e mortalità per tumore al seno. Inoltre, studi in vitro hanno mostrato che la vitamina inibisce l’angiogenesi, la differenziazione e proliferazione cellulare e induce l’apoptosi delle cellule di carcinoma mammario Carcinoma ovarico: un recentissimo studio in vitro ha mostrato che la vitamina D esercita un’attività significativa contro la migrazione e l’invasione delle cellule tumorali ovariche. I risultati suggeriscono che il trattamento con vitamina D potrebbe essere utilizzato per prevenire le metastasi del tumore. Il meccanismo d’azione individuato è l’interruzione dell’interazione tra CCAT2 e il fattore di trascrizione TCF4 che promuovono la crescita e il processo di metastatizzazione del tumore. Melanoma: uno studio in vitro del 2020 ha dimostrato che la vitamina D è benefica per le cellule di melanoma in quanto inibisce il danno ossidativo sul DNA e i danni alle membrane cellulari, stimola l’espressione della superossido dismutasi (enzima antiossidante) e l’attività del fattore di trascrizione p53 (fattore di trascrizione con la funzione di soppressore tumorale) nelle cellule di melanoma. Inoltre ha inibito l’espressione di citochine pro-infiammatorie (IL-1, TNF-alfa) e di molecole angiogenetiche. Carcinoma colon-rettale: studi in vitro su cellule di carcinoma colon-rettale hanno dimostrato che la vitamina D ha un effetto antitumaorale mediante diversi meccanismi: inibisce la proliferazione cellulare provocando l’arresto del ciclo cellulare e inibendo l’espressione di EGFR (fattore di trascrizione che stimola la crescita delle cellule), induce l’apoptosi delle cellule tumorali mediante la sovraregolazione delle proteine proapoptotiche BAK1 e BAX e la sottoregolazione delle proteine anti-apoptotiche BAG1, BIRC5 e BCL2, infine inibisce l’angiogenesi mediante l’inibizione di VEGFA (fattore di crescita coinvolto nel processo di angiogenesi). Carcinoma polmonare: la vitamina D sembrerebbe essere dotata di attività anti-proliferativa soprattutto nelle linee cellulari prive di mutazioni KRAS e p53 e con EGFR mutato. Carcinoma prostatico: alti livelli di vitamina D sembrerebbero ridurre la mortalità in pazienti affetti da carcinoma prostatico (10) Controindicazioni ed effetti collaterali La vitamina D, essendo una vitamina liposolubile, dopo essere stata sintetizzata nella pelle o introdotta come integratore o con la dieta, viene accumulata nel tessuto adiposo e nel muscolo. Quando l’accumulo diventa eccessivo può generare un’intossicazione. L’eccesso di vitamina D, condizione abbastanza rara nel nostro paese, determina ipercalcemia e calcificazione diffusa a livello di vari organi. La causa principale di ipervitaminosi D è l’abuso di integratori. La carenza di vitamina D, invece, causa le malattie dell’osso chiamate rachitismo (tipica dei bambini e adolescenti) e osteomalacia e osteoporosi (tipica degli adulti). Altre conseguenze della carenza della vitamina potrebbero essere un alterata funzionalità del sistema immunitario, minori difese antiossidanti e un maggior rischio di sviluppare il cancro. La carenza di vitamina D è oggi universale e colpisce la quasi totalità della popolazione, specie nei paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia. Per usufruire del sole in modo sicuro e per produrre la quantità di vitamina D di cui abbiamo bisogno è necessario attenersi alla seguente regola: esporre il 25% della pelle (mani, braccia e parte inferiore delle gambe) per un periodo di tempo che va dal 25 al 50% del tempo che si presume sia necessario alla pelle per arrossarsi. Perciò se non vivete ai Tropici e se non passate la maggior parte delle vostre giornate nudi sotto il sole è pressoché impossibile che il vostro organismo produca abbastanza vitamina D per tutte le sue necessità e diventa quindi necessario assumerla come supplemento. 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mario61 Posted February 4 Author Share Posted February 4 Analisi retrospettiva della prognosi dei pazienti con tumore co-infettati da COVID-19 3/2/2023 https://www.researchsquare.com/article/rs-2529295/v1 I fattori infiammatori IL6, TNF, IL2RA e IL10 prodotti da COVID-19 hanno effetti diversi sulla prognosi di diversi tipi di tumori. I tumori con alta espressione di IL6 (carcinoma polmonare, carcinoma gastrico, carcinoma esofageo, carcinoma della vescica e carcinoma del colon-retto) hanno maggiori probabilità di progredire in casi gravi ad alto rischio se infettati da COVID-19, con danni gravi a più organi, alti tassi di mortalità e prognosi infausta. I pazienti con tumore con alta espressione di TNF e IL10 hanno anche tassi di mortalità più elevati dopo l'infezione da COVID-19, rispettivamente del 23,60% e del 23,28%. Questo studio suggerisce che i pazienti con elevata espressione di IL6 dovrebbero essere trattati attivamente con antagonisti di IL6 quando coinfettati con COVID-19, che possono ridurre il duplice ruolo di IL6 sull'esito di COVID-19 e sulla prognosi dei pazienti oncologici e fornire una nuova idea terapeutica per i pazienti oncologici co-infettati da COVID-19. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted February 4 Author Share Posted February 4 Benefici per la salute del consumo di caffè per il cancro e altre malattie e meccanismi d'azione Int. J. Mol. Sci. 2023, 24(3), 2706; https://doi.org/10.3390/ijms24032706 31 January 2023 Il caffè non è solo la bevanda più consumata al mondo, ma entra a far parte della dieta mediterranea come uno di quei componenti alimentari che allungano la vita, proteggono dalle malattie neurologiche ed epatiche e proteggono dalle malattie di altri organi; studi epidemiologici associano un maggiore consumo di caffè a una diminuzione dei tassi di mortalità e a una diminuzione dei tassi di malattie neurologiche e metaboliche, tra cui il morbo di Parkinson e il diabete di tipo 2. C'è anche un'associazione tra un maggiore consumo di caffè e gli effetti antinfiammatori complessivi e la protezione contro alcuni tumori, per cui il caffè agisce sia come chemiopreventivo e agente chemioterapico; ci sono infatti prove che un maggiore consumo di caffè è associato a tassi più bassi di colon e cancro del retto, della mammella, dell'endometrio e altri tumori, sebbene per alcuni di questi tumori, i risultati sono contrastanti. I meccanismi di azione del caffè dipendono dal effetti dei suoi componenti, inclusi acidi clorogenici, polifenoli, terpenoidi, alcaloidi e altri fitochimici. La caffeina può contribuire ad alcune risposte indotte dal caffè, ma ci sono studi che mostrano benefici per la salute simili nelle persone che consumano caffè decaffeinato. L'attività antiossidante del caffè, che attiva Nrf2, può essere un importante meccanismo d'azione. Ci sono anche prove che gli effetti protettivi del caffè nell'intestino e la diminuzione del rischio di cancro al colon possono essere dovuti alla sua attività come ligando AhR. Nel complesso, questi e altri meccanismi, in concerto con possibili percorsi epigenetici e di modulazione del microbiota intestinale/metaboliti microbici, contribuiscono ai benefici per la salute di maggiore consumo di caffè, e questo suggerisce che le applicazioni cliniche degli estratti di caffè, in particolare per il trattamento di alcuni tipi di cancro, dovrebbe essere considerato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted February 5 Author Share Posted February 5 La guida canadese raccomanda di ridurre il consumo di alcol Il rischio di danni alla salute dovuti all'alcol è basso per le persone che consumano due drink standard o meno a settimana, ma è più alto con un consumo maggiore, secondo le nuove linee guida del Canadian Centre on Substance Use and Addiction.https://ccsa.ca/sites/default/files/2023-01/Canada's Guidance on Alcohol and Health Final Report_l.pdf Sviluppato in consultazione con un comitato esecutivo dei governi federale, provinciale e territoriale; organizzazioni nazionali; tre gruppi di esperti scientifici; e un gruppo di lavoro interno per la revisione delle prove, la guida presenta i seguenti risultati: Non consumare bevande a settimana ha benefici, come una salute migliore e un sonno migliore, ed è l'unica opzione sicura durante la gravidanza. Consumare una o due bevande standard alla settimana probabilmente non avrà conseguenze legate all'alcol. Da tre a sei drink aumentano il rischio di sviluppare tumori al seno, al colon e altri. Sette o più aumentano il rischio di malattie cardiache o ictus. Ogni bevanda aggiuntiva "aumenta radicalmente" il rischio di queste conseguenze sulla salute. "L'alcol è più dannoso di quanto si pensasse in precedenza ed è una componente chiave della salute dei pazienti" L'impulso per la nuova guida è venuto dal fatto che "i nostri LRDG del 2011 non erano più attuali e c'erano prove emergenti che le persone che bevevano entro quei livelli stavano subendo danni". Tali prove indicano che l'alcol provoca almeno sette tipi di cancro, principalmente al seno o al colon; è un fattore di rischio per la maggior parte dei tipi di malattie cardiache; ed è una delle principali cause di malattie del fegato.Le prove indicano anche che evitare di bere fino all'intossicazione ridurrà il rischio delle persone di perpetrare violenze legate all'alcol. Rispondendo alla necessità di quantificare accuratamente il rischio, la guida definisce una bevanda "standard" L'Unità alcolica standard (UA), è di circa 12 grammi di alcol puro, e corrisponde indicativamente a: una lattina di birra (330 ml) al 5% di alcol, un bicchiere di vino (125 ml) al 12% di alcol un aperitivo alcolico (80 ml) al 20% di alcol un bicchierino di superalcolico (40 ml) al 40% di alcol. Utilizzando diverse soglie di rischio di mortalità, gli esperti del progetto hanno sviluppato il seguente continuum di rischio:Basso per le persone che consumano due bevande standard o meno a settimana Moderato per coloro che consumano da tre a sei bevande standard a settimana Sempre più alto per coloro che consumano sette bevande standard o più a settimana La guida formula le seguenti osservazioni: Il consumo di più di due bevande standard per ogni occasione di consumo è associato a un aumento del rischio di danni a se stessi e agli altri, comprese lesioni e violenza. Durante la gravidanza o il tentativo di rimanere incinta, nessuna quantità di alcol è sicura. Durante l'allattamento al seno, non bere è più sicuro. Al di sopra del limite superiore della zona a rischio moderato, i rischi per la salute aumentano più rapidamente per le donne rispetto ai maschi. Molti più feriti, violenze e morti derivano dall'uso di alcol da parte degli uomini, soprattutto per il consumo occasionale, che dall'uso di alcol da parte delle donne. I giovani dovrebbero ritardare il consumo di alcol il più a lungo possibile. Gli individui non dovrebbero iniziare a consumare alcolici o aumentarne il consumo per benefici per la salute.Qualsiasi riduzione del consumo di alcol è vantaggiosa. Ci sarà "certamente un respingimento da parte della lobby del bere, che è molto forte sia negli Stati Uniti che in Canada". In effetti, il gruppo commerciale nazionale Beer Canada è stato recentemente citato per aver affermato di sostenere ancora le linee guida del 2011 e che il processo di aggiornamento mancava della piena trasparenza e della revisione tecnica tra pari di esperti. Tuttavia, "è assolutamente chiaro che l'alcol colpisce varie parti del nostro corpo, quindi limitare la quantità di alcol che assumiamo sarà sempre una buona cosa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mario61 Posted February 5 Author Share Posted February 5 Consumer Reports esorta i produttori di cioccolato fondente a ridurre i livelli di piombo e cadmio (Reuters) Lunedì Consumer Reports ha esortato quattro produttori di cioccolato a impegnarsi a ridurre le quantità di piombo e cadmio nei loro prodotti di cioccolato fondente, dopo che i test hanno rivelato livelli dannosi di metalli pesanti. L'esposizione a lungo termine ai metalli può causare problemi al sistema nervoso, soppressione del sistema immunitario e danni ai reni. Ha affermato che il pericolo era maggiore per le donne incinte e i bambini piccoli a causa del rischio di problemi di sviluppo. Il mese scorso, Consumer Reports ha affermato che 23 delle 28 tavolette di cioccolato fondente testate includevano livelli potenzialmente dannosi di piombo, cadmio o entrambi per le persone che mangiano più di un'oncia di cioccolato al giorno. Consumer Reports ha affermato che molti consumatori mangiano cioccolato fondente per i suoi potenziali benefici per la salute e livelli di zucchero relativamente bassi, ma "non c'è niente di salutare nell'ingestione di metalli pesanti". I produttori di cioccolato non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. La National Confectioners Association, un gruppo commerciale, ha affermato che le linee guida sulla salute della California utilizzate da Consumer Reports e considerate "le più protettive disponibili" non sono "standard di sicurezza alimentare" e che il cioccolato rimane sicuro da mangiare. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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