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Meditazione e sport agonistico-amatoriale (dal vecchio forum)


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SPORT AGONISTICO AMATORIALE E MEDITAZIONE

Premessa

Quanto seguirà non vuole assolutamente essere un sostituto alle vostre tabelle di allenamento nè ai tecnici che vi seguono.
L'intento è quello di portare maggiore Consapevolezza nella gestione dell'allenamento e delle gare per poter sfruttare al massimo le potenzialità insite in ognuno di noi senza arrivare a stressare la nostra "macchina".

Praticare il proprio sport preferito con consapevolezza, come al solito non può che portare benefici.
La consapevolezza non ci farà mai andare oltre la soglia di sicurezza per il nostro benessere, perchè il corpo si rifiuta di fare cose che lo potrebbero portare oltre quella soglia. Quando siamo inconsapevoli, il nostro corpo richiama continuamente la nostra attenzione, ma noi siamo assenti e lui ci deve seguire per forza.

Che cosa controllerà la nostra consapevolezza?

-Sovrallenamento

Uno degli errori principali dell'agonista amatoriale è quello di andare in sovrallenamento.
Quasi tutti gli amatori tendono ad emulare i campioni, per cui mettono sù dei programmi che poi non riescono a sopportare.
Ma i campioni sono tali, anche proprio perché riescono ad assorbire una mole di lavoro non indifferente.
Noi amatori invece, possiamo dare il meglio di noi stessi con carichi sicuramente meno elevati.
Il sovrallenamento ci farebbe arrivare "esauriti" al giorno della gara.

-Infortuni

E' elevata nel mondo amatoriale la frequenza degli infortuni.
Allenarsi consapevolmente riduce, o addirittura annulla questo rischio.
Quando ci si allena in unione con il corpo si avvertono immediatamente gli avvisi di imminenti infortuni che questo ci segnala, e quindi noi possiamo diminuire o interrompere l'allenamento per tempo.

-Contratture muscolari

Allenarsi consapevolmente significa essere più decontratti; questo non solo agevolerà il gesto tecnico senza contrastarlo, ma ci aiuterà, alla fine dell'allenamento, a diminuire le contratture muscolari.
I gruppi muscolari maggiormente interessati sono quelli della schiena e spalle per il podista, delle braccia, spalle e collo per il ciclista.

-Eleganza

Allenarsi con consapevolezza vi darà un tocco di eleganza che a mio avviso non guasta.
Tra l'altro questa è subordinata alla decontrazione muscolare.


Allenarsi consapevolmente

Questo primo appuntamento lo dedicheremo all'applicazione della consapevolezza durante l'allenamento.
E' necessario quindi provare almeno un allenamento da soli per poterne apprezzare i benefici.
Poi potremo passare a parlare della gara, e del pre-gara che è molto importante per i corridori di lunga lena, ma non solo, a mio avviso.
Perché nelle gare di endurance è molto importante non sciupare energie; e affrontare il pre-gara proiettati mentalmente nella gara fa consumare molte energie che potrebbero essere spese durante la gara stessa.
Nelle gare "brevi" o negli sport che richiedono concentrazione come il body building si arriva al momento della gara più lucidi mentalmente, senza quella pressione mentale che ci potrebbe portare a un risultato inferiore a quello che valiamo.

-Il podista

Quando corriamo cerchiamo di portare la nostra attenzione al nostro corpo e soprattutto alle gambe.
Se ci accorgiamo di esserci "assentati" riportiamo la mente al momento presente. E' meglio cominciare con gli allenamenti cosiddetti di scarico o recupero. Il recupero sarà senz'altro favorito.
Quando avremo preso dimestichezza durante la corsa lenta, assaporandone anche il beneficio mentale, possiamo provare durante le ripetute, i ritmi medi, le salite brevi o lunghe, insomma nei lavori tipici del podista.
Per una volta provate a correre una ripetuta da 1000m per esempio, "osservando " il corpo in azione e senza pensare al tempo da fare. Usate pure il cronometro ma non pensate ad esso.
Sono sicura che rimarrete piacevolmente sorpresi del tempo impiegato, e del fatto che lo otterrete con minore fatica.

-Il ciclista

Il ciclista porterà la sua attenzione ovviamente sulla gamba, il polpaccio e il piede.
Come al solito quando ci si accorge che la mente è andata a rincorrere la gara della domenica prima o quella della domenica successiva, riportiamola al gesto atletico. Sono sicura che quando questo avviene noterete una migliore qualità di pedalata, soprattutto in salita. Io non conosco i programmi di allenamento dei ciclisti, però se ci sono degli interessati potremmo approfondire il discorso.

-Altri sport

La consapevolezza sarà di grande aiuto anche in altri sport, come il canottaggio, lo sci di fondo, il nuoto, e il body building.
Ognuno dovrà portare la propria attenzione al corpo e più specificatamente ai gruppi muscolari interessati nel proprio gesto atletico. Non ci crederete ma sollevare un peso consapevolmente sarà più agevole.
Potete fare anche una prova in questo momento: prendete un barattolo di conserve col tappo a vite non ancora aperto, e apritelo ponendo l'attenzione sulle vostre mani. Sicuramente l'operazione vi riuscirà con più facilità di altre volte quando dovevate chiamare un aiuto. Ovviamente l'esempio appena citato è rivolto soprattutto alle donne; gli uomini possono provare con oggetti più pesanti.


Nota

Quando si è attenti è molto più difficile incorrere in incidenti, dai più banali come una buca, un grosso sasso o il terreno sconnesso, ai più seri come un motorino o un'auto che sopraggiunge.
Ma di questo se ne avvantaggeranno coloro che proseguiranno nella pratica della Consapevolezza, passando dalla consapevolezza concentrata che è stata spiegata, alla consapevolezza allargata che è quella che ci permette di essere contemporaneamente attenti del nostro corpo e dell'ambiente circostante.

Concludo dicendo che con la consapevolezza allargata percepiremo contemporaneamente i suoni che giungono alle nostre orecchie, ma che normalmente non sentiamo oppure sentiamo con ritardo.

Il Pre-Gara

L'immediato periodo che precede la gara è molto importante, a mio avviso.

Per gli sport di durata è essenziale non consumare energie nervose che ci sottraggono quelle che serviranno durante la gara.
Per le gare brevi e quelle di concentrazione è importante arrivare al momento della prova ufficiale con sicurezza e lucidità mentale.

Durante la fase di riscaldamento non bisognerebbe entrare mentalmente nella gara.
Tutta la fase precedente allo sparo o alla chiamata della nostra prova, compresa quindi anche la vestizione, la spillatura del pettorale, l'applicazione di oli, e il riscaldamento stesso, andrebbe vissuta da spettatore, come se tutto ciò stesse accadendo ad un'altra persona. Solo così si risparmiano al massimo le energie da sfruttare poi in gara.
Cosa vuol dire essere spettatori?
Significa osservare tutto quello che facciamo, e non solo; significa osservare tutto quello che accade intorno a noi proprio come se guardassimo un film, però senza coinvolgimento.
Subito si avverte un rilassamento che ci invade e tutte le tensioni si sciolgono.
Quando si comincia la fase di riscaldamento vero e proprio e ci accorgiamo di non essere al nostro meglio, bisognerebbe evitare di "provare" la nostra condizione con atti di "forza", solo per dimostrare a noi stessi di essere in forma.
Oramai quello che è stato fatto è fatto, e se per caso abbiamo sbagliato qualcosa nella preparazione per cui percepiamo di non essere nella forma sperata, è meglio non preoccuparsene e affrontare la gara, a maggior ragione, in piena consapevolezza.
Solo così possiamo trarre il massimo da ogni situazione per quanto negativa che ci possa sembrare.

La Gara

E’ così arrivato il momento tanto atteso da chi si allena agonisticamente: la gara.
In questo giorno potremo verificare se tutto il lavoro svolto darà il risultato che ci aspettiamo............ma che cos'è che ci aspettiamo? Questa , secondo me è la domanda fondamentale a cui bisognerebbe rispondere, perché da questo dipende la nostra gara. Perché tutti vorremmo che in gara fossero soddisfatte le nostre aspettative.
Ma le nostre aspettative, non sempre vengono soddisfatte, e se partiamo con questo presupposto il risultato non potrà che essere negativo ai nostri occhi.

Innanzi tutto bisogna distinguere tra il risultato che noi ci aspettiamo, e quello che realmente valiamo in quel giorno.

Se io mi aspetto un certo risultato, se io credo di valere un certo tempo nella competizione, e poi quel risultato non arriva, io dirò che la gara è andata male. Ma questa non è la realtà. La realtà e che io non valgo quel tempo in quel preciso momento. E nella maggioranza dei casi succede proprio che se mi aspetto un certo risultato questo non arriva.
Se, invece, io non faccio previsioni di gara, ma conduco la mia gara lasciandomi guidare unicamente dalla mia consapevolezza, io otterrò il massimo risultato di quel preciso momento. Solo così non ci sarà delusione, anzi.......
La differenza tra i due modi di agire, quello guidato dalle mie intenzioni, e quello guidato dalla mia consapevolezza, è enorme: sia in termini di prestazione che in termini di appagamento.

Alzi la mano colui al quale, almeno una volta, non sia capitato di fare una grande gara proprio il giorno in cui non aveva voglia di fare gara, o perché si era detto "parto, quello che viene viene". Proprio in quel giorno noi abbiamo sperimentato la corsa consapevole senza saperlo. Perché la consapevolezza è un agire-senza-agire, è un correre senza intenzione.
Correre con consapevolezza significa non porsi obiettivi, ma farsi guidare momento per momento, restando quindi nel presente. E quando si corre così, si hanno sempre delle piacevoli sorprese.

Come si gareggia consapevolmente? Non è molto facile, perché le abitudini sono vecchie a morire. E allora diventa importante l'aver "allenato" la consapevolezza in allenamento.

Avevamo detto che nel pre-gara era importante avere una consapevolezza allargata, di essere degli spettatori di tutto ciò che avveniva intorno a noi. In gara, invece, subito dopo lo sparo, adotteremo una consapevolezza ristretta, cioè focalizzata al nostro correre, incluso la respirazione. Quando si corre in consapevolezza ristretta, escludiamo dalla nostra attenzione tutto ciò che ci circonda, anche e soprattutto gli altri podisti. Si "pensa" solo alla propria gara, anche se ovviamente non è assolutamente un pensare, altrimenti non è meditazione. Bisogna essere sempre nel qui-e-ora, e appena ci accorgiamo di esserci assentati con la mente, cerchiamo di riportarla al momento presente.

Quando si gareggia consapevolmente si ha un primo vantaggio che poi influenzerà positivamente il risultato. E cioè che la prima parte della gara verrà corsa alla giusta velocità, quella che consentirà un perfetto innesco del metabolismo ossidativo dei grassi. E per giusta velocità intendo anche la massima che possa innescare alla perfezione il metabolismo suddetto.

Quindi nella seconda parte della gara, qualunque sia la sua lunghezza, ci sarà un incremento della velocità così marcato, che vi sembrerà che i vostri avversari stiano fermi, anche perché a quel punto loro stanno rallentando. E allora alle forze fisiche si sommano anche quelle psicologiche.

L'altro vantaggio è che gareggiando e allenandosi consapevolmente, si arriverà al traguardo, sì stanchi, ma non sfiniti. E questo è molto importante per un veloce recupero della gara e per evitare gli infortuni. Perché è inutile fare la "grandissima gara" (parlo di noi amatori) e poi doversi fermare settimane o addirittura mesi per infortunio e superallenamento.
Allenarsi e gareggiare con consapevolezza significa procedere sulla strada della sicurezza e del graduale miglioramento delle nostre performances, nonostante l'avanzare dell'età. Correre e fare sport consapevolmente ci fa capire che per ottenere risultati abbiamo bisogno di meno allenamento, col passare degli anni.

Inoltre noterete che la vostra corsa non sarà uniforme, ma seguirà una sinusoide: ci saranno momenti di incremento e momenti di decremento. Non abbiate paura, questa è la consapevolezza. La consapevolezza non segue schemi, regole, tempi e cronometri. Se voi lasciate fare alla vostra consapevolezza, lei sa quello che deve fare per voi.

E' importante non "guardare" quello che fanno i vostri più immediati avversari; se vi superano, lasciatevi superare.
Se siete in grado di essere consapevoli dei vostri avversari e contemporaneamente della vostra corsa, questa è la cosa migliore ai fini del risultato; ma se per seguire i vostri avversari vi dimenticate della vostra corsa, divenite inconsapevoli del vostro correre, allora è più proficuo essere consapevoli solo di sè stessi.

La stessa cosa quando si affronta una salita: quando si corre consapevolmente, le discese si affrontano a una velocità tale che ben pochi riusciranno a starvi dietro, e in salita sicuramente rallenterete tanto che vi sorpasseranno.
Non tentate di allungare in salita perché vi stanno superando, ma correte con consapevolezza. Se la salita viene affrontata con consapevolezza, il superamento da parte degli avversari sarà la conseguenza naturale. In genere, di tutti quelli che in salita mi superano in gara, pochissimi di questi poi mi battono all'arrivo. Lo sperimenterete anche voi. Comunque, anche qui, se siete in grado di essere consapevoli contemporaneamente di voi stessi e degli altri, allora è ottimo.

Gareggiare con consapevolezza vi tiene al riparo da un disturbo abbastanza frequente tra i podisti: il dolore al fianco destro o sinistro. E' importante curare la respirazione, e questo può essere fatto semplicemente osservandola, come dicevamo sopra; soprattutto bisogna porre "l'accento" sull'espirazione, che è la fase della respirazione che decontrae i muscoli, soprattutto quello diaframmatico. Ma questo avverrà come conseguenza spontanea della consapevolezza.

Gareggiare consapevolmente significa anche tenere sotto controllo eventuali disturbi muscolari o articolari che dovessero sopraggiungere. In questi casi è molto importante essere costantemente consapevoli, cioè "stare" con il disturbo, essere mentalmente presenti, per trovare l'appropriata velocità e gli appoggi favorevoli che ci consentano di arrivare in fondo alla competizione senza aggravare ulteriormente la situazione.

Sicuramente ci sarebbero da dire ancora molte cose su questo argomento, e allora se c'è qualche interessato potremmo continuare a discuterne. Una cosa è sicura: allenarsi e gareggiare con consapevolezza è il mezzo più efficace per ottenere la massima prestazione agonistica di quel preciso momento, senza rischiare infortuni e sovrallenamento.

Per i podisti che si cimentano in una gara di oltre 10 Km per la prima volta.

Quando sorseggerete la vostra bevanda in corsa, non deglutitela immediatamente. Trattenete prima il liquido in bocca, poi quando vi sentite sicuri, deglutite. Questo piccolo accorgimento eviterà che il liquido vada nelle vie respiratorie, cosa che accade abbastanza spesso.

Inoltre se alla partenza sentite un certo "freddino", è meglio; vuol dire che in gara, con il riscaldamento, starete poi bene.
Se invece alla partenza vi sentite a vostro agio, cioè non sentite freddino, allora in gara sentirete caldo, e questo influisce negativamente sulla prestazione.


Ho sperimentato la corsa Consapevole e, unitamente al cambio di alimentazione di cui molti di voi sanno, ho migliorato notevolmente le mie performances atletiche a un certo punto della mia vita (quando avevo 47 anni) e dopo circa 10 anni che non riuscivo a migliorarmi.

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  • 8 months later...

Il Tennista

Oggi vorrei prendere in considerazione il tennis, sport che non pratico ma che amo. Ho cominciato ad amarlo quando, impossibilitata a correre per un problema all'anca (circa 9 anni fa), ho scoperto il mondo del tennis guardando partite in TV. Dopo l'intervento alle anche sono tornata a correre, gareggiare ma il mio amore per il tennis è rimasto intatto.

Il tennis, lo sappiamo, é uno sport in cui la fase mentale gioca un ruolo molto importante; e allora, a parità di livello tra due tennisti, prevale colui che sa mantenere la calma interiore; colui che sa resettare l'errore o la giornata storta. La calma interiore passa per la Consapevolezza.

Non entro nel merito dei vari colpi del tennis poiché, chi lo pratica, che sia l'amatore o il professionista, automaticamente si troverà in uno stato di consapevolezza (inconsapevole) altrimenti non potrebbe riprodurre tante tecniche così particolari e innaturali; quello su cui mi concentrerò é su alcuni momenti del match.

Controllo delle emozioni: ci sono tennisti che dopo uno o più errori perdono il controllo delle emozioni; e allora, tra un punto e l'altro, quando si và a prendere l'asciugamano, per esempio, per non essere sopraffatto da pensieri negativi, dovrebbe portare l'attenzione sulla sua presenza; se trova difficoltoso percepire la sua presenza allora potrebbe portare l'attenzione sulla respirazione: seguire la respirazione disattiva la mente.

Rispondere all'avversario che è sceso a rete, con un passante: in questo caso suggerisco di non curarsi dell'avversario; ovviamente ne va individuata la posizione nel campo, ci mancherebbe; ma appena individuato il varco per il passante nel nostro obiettivo deve esistere solo questo. Tutta l'attenzione deve essere indirizzata sul varco. Solo in questo modo potrà essere il più preciso  possibile.

Al momento ho individuato solo questi due momenti e se me ne venisse in mente qualcuno altro lo esporrò.

Lo ripeto, i miei suggerimenti non sono per i campioni; essi già sono persone meditative per natura.

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io prima di una gara virtuale che è anche se è virtuale è sempre agonistica

mi alimento con dello zucchero

perchè o quando si dorme o tanto o comunque quando si dorme bisogna energizzarsi

poi scelgo la gara che in quel momento è più adatta

o passo direttamente alla gara oppure suono uno strumento musicale tipo il flauto dolce che mi da tanta sostanza

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  • 2 months later...

In questo post prenderò in esame il momento in cui un tennista scende a rete e deve capire all'istante dove giocherà il passante il suo avversario...mi passerà a destra o a sinistra? Ovviamente potrebbe decidere di fare il lob, il pallonetto. Ma concentriamoci sul primo caso: il passante.

Ebbene, il mio consiglio è quello di concentrarsi sulla racchetta dell'avversario, laddove ci sarà il punto di contatto con la pallina. L'attenzione dovrebbe essere concentrata nel punto esatto da cui uscirà la pallina; insomma occuparsi esclusivamente della pallina. Come si farebbe nel gioco dei 3 bicchierini rovesciati, sotto uno dei quali é celata una noce; il prestigiatore mischia i bicchierini e si dovrà indovinare dove si trova la noce. Il "trucco" sta nel puntare con lo sguardo solo il bicchierino con la noce e non curarsi di tutto il resto.

Ebbene, per capire in tempo reale dove il mio avversario mi passerà devo focalizzare tutta la mia attenzione sulla pallina che sta uscendo dalla racchetta eliminando dall'attenzione tutto il resto.

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vorrei dare dei consigli se posso

il calcio non viene mai considerato eppure è uno sport che può formare professionisti se non fosse per i troppi soldi che prendono

quello che intendo io per fare correttamente calcio è la seguente funzione

bisogna giocare sempre per nome e associare il nome a una storia in modo che non si gioca per caratteristiche individuali ma per abilità mentali e riflessi

e questo vale un po' anche per i movimenti

non bisogna far correre il pallone ma correre dietro il pallone

ovvero fare la maratona col pallone e giungere al punto in cui si gioca per intesa ovvero ogni giocatore sa l'altro compagno come dovrebbe ricevere la palla in quel momento e anche prevedere in anticipo il movimento avversario

proprio come se fosse una partita a scacchi

Edited by Karver
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