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Critica alle città da 15 minuti & karaoke


Pandora

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Sii te stessa

Mi disse così un sacerdote al confessionale mille mila anni fa. 

Sii te stessa. Non friggere dentro le aspettative degli altri su di te, impara a riconoscere e sentire chi sei. Tu.

Hai il tuo cammino, che non è quello di nessun'altro. 

Mi ricordo di questo consiglio, di tanto in tanto, ma non abbastanza spesso. 

Non ci sono sempre riuscita, a partire dalla scelta di un'università, bellissima, peccato avrei fatto altro. 

Perché sapevo solo disegnare. 

L'accademia di Brera.

"Eeeh ma i pittori fanno la fame" tagliava corto mia mamma, mentre il mio professore diceva davanti a tutta la classe "se c'è qualcuno che deve fare Brera, sei tu".

Ovviamente non l'ho fatta. Ovviamente ho fatto la scelta più logica e razionale - secondo la logica di mia mamma - non la mia. 

Perché spesso ci fidiamo della logica altrui mettendo a tacere la nostra. 

Non abbiamo abbastanza esperienza da poter valutare, diciamo a noi stessi. 

Non hai gli strumenti per valutare questa cosa, ci dicono gli altri, forzandoci ad abdicare al. nostro discernimento in favore del loro, esortandoci alla sudditanza psicologica. 

"lascia fare, non pensare, non pensare che fa male.." 

Consigliandoci di mettere nelle mani di qualcun altro la scelta tra cosa sia bene e cosa sia male, come se non avessimo una nostra bussola interiore. 

Ed è strano, perché Dio ha dato ad ognuno di noi il Libero Arbitrio per poter scegliere tra cosa é bene e cosa è male in autonomia.

Ma noi questo dono lo regaliamo così, a chi ci sembra più titolato, più autorevole, o anche solo più prepotente. 

Ma allora quel prete che disse: "sii te stessa?" 

Perché non disse "fai quello che ti dicono di fare le persone che ne sanno più di te?". 

Forse voleva che crescessi in consapevolezza. Che cosa insolita. Nessuno vuole che tu cresca in consapevolezza, che pensi, che abbia opinioni, che tu rivendichi il diritto di avere un punto di vista: preferiscono tu faccia come dicono loro.

Che tu segua i loro schemi.

Non certo che tu pretenda di averne dei tuoi, né che rivendichi di essere addirittura rispettata, per questo. 

Ma io, so solo disegnare. 

Una sera ero uscita a cena con amici e si aggiunse un ragazzo che esponeva in una sezione dedicata a lui solo, al Pac (Padiglione di Arte Contemporanea). Affascinata da quella testa pensante che mi diceva quello che forse era troppo tardi per sentirmi dire, o forse no, perché la vita è quando sei vivo, e se sei vivo non è ancora troppo tardi, fosse l'ultima cosa che fai. 

"Quando vuoi veramente una cosa, la fai. Io ho affittato un garage da ragazzino, rompevo spaccavo e dipingevo tutto il tempo, perché ero determinato a seguire il mio sogno". 

È io: baaam. Sconvolta dall'ovvieta' del come essere se stessi, che non è ovvia per quasi nessuno a sto mondo. 

Ma quando fai questi incontri qui, vedi altre possibilità, e ti illudi possano trasmetterti determinazione, giusto per osmosi. 

Ma non è così. 

Avrei avuto bisogno di avere una testa come la sua, non certo delle logiche razionali degli altri, o delle valutazioni statistiche, nulla è falsificabile quanto uno statistica perché dipende dall'onesta' nella scelta dei dati, e nemmeno di calcoli percentuali, e la rava e la fava, e la convenienza, e la scelta più logica, e blabla.

L'arte non è logica. Viva l'arte.

E logiche non lo sono neanche le persone, le loro emozioni.

Invece la mente, mente. Si crede la padrona, ma è la serva, è la schiavetta delle nostre emozioni, perché sono loro che decidono, le impressioni di pancia.

Sono solo le emozioni che decidono davvero, questo lo sa bene chi costruisce slogan di propaganda, sapendo che intorno alle emozioni nostre o instillare, tendiamo a costruire bias di conferma solo in apparenza razionali, per giustificarle e dare loro una parvenza di legittimità. 

Perché la mente, mente. Per cui è meglio non ci vengono più date informazioni ma le emozioni che servono a farci andare in certe direzioni, in questo nuovo medioevo oscurantista del pensiero umano. 

Ma è solo la vera passione che hai, a raccontare  chi sei. 

Passione. La passione non è logica. La passione è un'urgenza che va contro tutti, tutto, e soprattutto contro il proprio interesse, ma quando la segui, quando sei davvero convinta di ciò che fai, beh, sei viva. 

E non ti pentirai mai. 

Purtroppo crescendo aumentano e si sommano i ceppi ai piedi. Le catene. Le tasse. La burocrazia. I moduli da compilare.

Ma diversamente da tutte le generazioni che ci hanno preceduto, sono aumentati tutti gli oneri da assolvere, le caratteristiche da dover rispettare, le categorie in cui rientrare. Ohi. Lo spid. Ohj. I crediti formativi. Ahi. La firma elettronica e la posta certificata. Le password. Una tecnologia che avrebbe dovuto semplificarci la vita invece ce la complica imponendoci nuove corvee. L'identità digitale prossima  ventura, non illudiamoci sia diversa.

Con la scusa di offrire molteplici vantaggi, ci terrà sempre di più alla catena su tutti gli aspetti della nostra vita, esattamente come il chip di tracciamento della filiera produttiva nell'orecchio del bestiame d'allevamento, come pezzi di carne ambulanti eventualmente sacrificabileiall'occorrenza.

Se c'è da una cosa da avere chiara nella testa e scolpirsela col punteruolo di Michelangelo in 3D, é che chi aumenta i livelli di controllo stringendo sempre più via via tutti i tuoi margini di libertà o addirittura i tuoi diritti, moltiplicando le corvee da eseguire e i compiti da adempiere, e dicendoti che vale la pena correre qualche rischio.. non lo farà MAI per il Tuo bene, MAI.

E non sarà per il tuo bene nemmeno se verrai irretito dalla prospettiva che sia proprio così irrinunciabile logico e ovvio fare come dicono loro, facendotene luccicare i vantaggi.

È non sarà mai per il tuo bene nemmeno se che lo sia verrà ribadito costantemente da tutta la stampa e tutti i media attraverso una propaganda che descrive la gran figata, perché sarà così solo per iniziare. Ma per finire, finirà con la criminalizzazione del dissenso, fino ad arrivare al vero e proprio accanimento persecutorio dei tuoi fratelli rispetto ai quali ti verrà ribadito è normale essere indifferenti. 

Ma io so solo disegnare. 

Beh. Ho preso alcuni trenta e lode studiando architettura, non troppi, ma abbastanza per rendermi conto che una città dove raggiungere ogni luogo in quindici minuti, parte dalla progettazione, dall'unità abitativa, dall'urbanistica e dai concreti progetti per dislocare i servizi sul territorio, dal verde, cercando di sviluppare quel difficile equilibrio chiamato benessere ambientale.

Non nasce certo dalle telecamere per il riconoscimento facciale.

Perché mettere telecamere e chiudere le strade, oggi, significa solo costruire recinti per il bestiame.

È il nuovo dividi et impera, chiudiamo i cittadini dentro i quartieri per potere controllarli meglio, così i poveri e gli sbandati staranno nei loro ghetti e suonerà l'allarme ogni volta che ne supereranno i confini, in modo da non dar fastidio nei quartieri dei ricchi. 

E dove lo trovi più lo spazio per il sii te stesso, ora?

Nelle campagne, nei boschi, fuggendo da una società del controllo sempre più distopica. 

Ad Oxford i cittadini gli hanno divelto dissuasori di traffico e telecamere: può essere che ad Oxford sappiano ancora pensare. 

Mentre io, so ancora solo disegnare. 

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