libri gialli Il mistero dell'assassino della roulotte
Paoletta si era attardata a leggere nella roulotte, nel dopo pranzo di quella torrida estate. La stoffa quadrettata grattarola di quei divanetti decisamente vecchiotti le pungicchiava la pelle lasciata nuda dal bikini, quasi quasi piacevolmente sopportabile. Lei in realta' avrebbe avuto ambizioni estetiche piu' pretenziose, in cuor suo, ma non aveva ne' l'eta', ne' i mezzi, ne' alcuna voce in capitolo per decidere come e dove andare, e dopotutto la mentalita' spartana di suo padre, votato all'utile e al funzionale senza troppi fronzoli, la affascinava: era cresciuta cosi, con un padre che lodava la soluzione creativa con materiali di recupero, quello che dalle persone "normali" che cercano l'aggiustatura professionale e invisibile nelle loro case a puntino, viene chiamato "accrocco".
Lo spago appeso a un chiodo era un perfetto portarotolo, la porta lasciata aperta per fare contraria non sbatteva perche' un elastico legato alla maniglia la teneva ancorata alla massiccia credenza, al soffitto del corridoio torreggiava una branda zancata al muro per gli ospiti desiderati ma non troppo, quelli che non soffrivano di vertigini.
E la roulotte in fondo era meravigliosa e piena di trucchi e segreti come il chiudere questo per aprire quello, e viceversa.
Insomma suo padre lodava quel tipo di inventiva trasformativa soprattutto se scrausa, che oggi farebbe furore al Fuorisalone del mobile perche' adesso va di moda il riciclo e il riuso.
"l'e' riat Marconi".
Ma tornando alla roulotte, consentiva loro di vivere due mesi l'anno direttamente sulle spiagge piu' belle, talmente vicino al mare che Paoletta appena sveglia la mattina correva a fare un tuffo, le sembrava un gesto liberatorio bellissimo iniziare la giornata cosi'. Tuffi, corse, confidenze e tanti giochi con le amiche vicine di roulotte, una banda di ragazzine e ragazzini selvaggi che si ritrovava anno dopo anno, dall'alba al tramonto e poi per cena e dopocena, sempre insieme, vivendo una seconda vita completamente libera, in compensazione di mesi di obblighi doveri e appartamenti Che imponevano dei limiti avvilenti si bambini, perche' non ci si poteva correre, arrampicarsi, cantare, ballare, vivere davvero in una piccola comunita', con quelle cinque o sei roulotte strette a semicerchio in cui le famiglie si proteggevano le une con le altre come in un piccolo villaggio tribale.
Lo spazio abitabile era di sedici metri quadri totali piu' l'infinito della spiaggia.
E il tempo volava
A fare la doccia tramite un accrocco con un bidone d'acqua sollevato con dei tubi che si scaldava al sole, e se aprivi il coperchio principale, l'acqua usciva da un secondo coperchio bucherellato.
A fare le pozioni di carote per abbronzarsi di piu' con l'amica adolescente piu' grandicella, a pescare ore con quel ragazzino biondo con le ciglia nere e lunghe che le aveva regalato un anellino di plastica trovato in un sacchetto di patatine a Verona, e che si era preoccupato di mettere nella valigia delle vacanze solo per darlo a lei, porgendoglielo con un'aria indifferente, "oh ma che lo vuoi te?" "si".
A leggere per ore, libri su libri, facendosi completamente assorbire dalla storia e dimenticando gli orari e qualsiasi genere di obbligo, perche' in quel luogo non esistevano obblighi.
E Paoletta giocava nuotava si tuffava, e leggeva.
Quel giorno aveva tra le mani un libro giallo, la storia raccontava una serie di omicidi molto sofisticati, provocati da qualcuno che sapeva come maneggiare con estrema perizia un lunghissimo sottilissimo spillone Che infilava in un punto preciso sopra le scapole, causando una morte che all'inizio sembrava all'apparenza inspiegabile, senza nessuno spargimento di sangue.
I personaggi del libro, ad un party, incalzavano di domande una sospetta e bellissima attrice bionda vestita di seta bianca, una sciantosa che giocava con le risposte e col boa di struzzo, facendo indispettire gli investigatori.
Gli indizi convergevano tutti su di lei: beneficiaria di un consistente lascito da parte del suo ex amante, ovvero l'ultima delle vittime recentemente infilzate da uno stiletto appuntito alla schiena, gli investigatori mettevano in luce una situazione classica in cui uno sugar daddy, anziano pagatore di capricci costosi della bella di turno, avendo trovato una pupilla piu' giovane, voleva liberarsi dell'attricetta ormai trentenne, alla quale veniva contestato un passato e un'esperienza da infermiera, per cui la presumibile competenza nell'individuare il punto esatto da colpire.
E mentre il vero assassino approfittava della folla festante per avvicinarsi all'attrice e ucciderla proprio di fronte agli investigatori, Paoletta allontava la schiena dal divano facendosi prendere dalla suspance, e poi si ributto' con le spalle nuovamente indietro.
Proprio in quell'istante l'attrice veniva colpita da una stilettata alla schiena.
Proprio in quell'istante Paoletta veniva colpita da una stilettata alla schiena.
Il dolore improvviso era fortissimo e Paolettai si mise ad urlare "Aaaaaaaaaaahhhhh" uscendodi corsa dalla roulotte verso la spiaggia "Ahhhhhhhhaaaaaaaa l'assassinooooo l'assassinooooo"
E mentre i bambini le si facevano intorno preoccupati, un adulto chiese cosa fosse successo, e Paoletta rispose in preda ai singhiozzi "Mi hanno accoltellato alla schiena".
Ma la sua schiena non perdeva sangue, c'era solo un piccolo ponfo rossastro.
Corsero alla roulotte per risolvere il mistero, Paoletta non voleva entrare, e sul divanetto lo trovarono: eccolo l'assassino, mezzo ammaccato, tentava di ricomporsi per darsi alla fuga.
Era una piccola vespa stronza che evidentemente sapeva leggere, e aveva deciso di pungere Paoletta esattamente nello stesso punto del corpo descritto dal libro.
O piu' probabilmente Paoletta, ributtandosi di peso sullo schienale dal quale si era scostata, l'aveva schiacciata, e la vespa aveva reagito tentando di assassinarla.
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