
Covid-19

#82
Inviato 27 novembre 2020 - 02:58
#83
Inviato 27 novembre 2020 - 03:49
Lo studio suggerisce che il miele e la Nigella sativa accelerano la clearance virale nei pazienti COVID-19Sebbene alcuni trattamenti come idrossiclorochina, azitromicina, remdesivir, terapie anticorpali e plasma convalescente abbiano dimostrato una dubbia efficacia, un trattamento efficace per combattere il COVID-19 grave non è ancora una realtà.Tenendo presente questo, un team di ricercatori di vari istituti in Pakistan, Cile, Canada e Stati Uniti ha recentemente condotto una sperimentazione clinica per indagare la potenziale efficacia di una combinazione di miele e Nigella sativa (HNS) nel trattamento dei pazienti COVID-19.Il loro studio è pubblicato sul server di prestampa medRxiv.Poiché studi precedenti hanno dimostrato che entrambi i componenti dell'HNS hanno dimostrato effetti antimicrobici, antivirali, antinfiammatori e immunomodulatori, i ricercatori hanno voluto valutare l'efficacia dell'HNS nel combattere COVID-19.È stato segnalato che il miele ha effetti benefici contro molti virus, tra cui il virus dell'herpes simplex (HSV), il virus della rosolia, il virus dell'epatite e il virus della varicella Zoster. È anche efficace contro molti ceppi batterici multiresistenti, specialmente se usato insieme agli antibiotici. Oltre ai suoi effetti di potenziamento dell'immunità che stimolano le risposte immunitarie innate e adattive, il miele ha dimostrato di essere utile nel combattere le infezioni del tratto respiratorio superiore.La Nigella sativa è una pianta medicinale comunemente nota come cumino nero e ha dimostrato di avere proprietà antivirali contro molti virus, tra cui il citomegalovirus del topo e l'HCV. Studi in vitro hanno dimostrato che può diminuire la replicazione della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV). Alcuni dei suoi componenti hanno un'elevata affinità con molte proteine ??ed enzimi SARS-CoV-2.I ricercatori hanno eseguito uno studio multicentrico, randomizzato e controllato in pazienti con COVID-19 di varia gravità.I pazienti randomizzati hanno ricevuto una combinazione di 1 g / kg / giorno di miele e 80 mg / kg / giorno di Nigella sativa o placebo per 13 giorni."I risultati dello studio mostrano che l'uso di HNS nei pazienti COVID-19 promuove la clearance virale e riduce la gravità della malattia".Dei 313 pazienti, parte della coorte di studio, 210 pazienti con sintomi moderati e 103 con grave COVID-19 sono stati sottoposti a randomizzazione. Tra questi pazienti, 107 hanno ricevuto HNS e 103 casi moderati hanno ricevuto un placebo. Cinquanta pazienti gravi con COVID-19 hanno ricevuto HNS e 53 casi gravi hanno ricevuto placebo.La somministrazione di HNS ha portato ad alleviare i sintomi entro il terzo giorno nei casi moderati e il giorno 7 nei casi gravi.La mortalità tra i casi gravi rispetto al gruppo di controllo in precedenti trial, è stata 27,0% per idrossiclorochina, 19,2% per lopinavir-ritonavir, 15.7% per plasma convalescente, 11,4% per remdesivir, 22,9% per desametasone e solo il 4% per HNS. Pertanto, HNS ha fornito superiorità clinica nella riduzione della mortalità nei pazienti COVID-19.Da notare, i dati combinati sulla mortalità forniti da Solidarity e ACTT-1 per remdesivir e dallo studio Solidarity and Recovery per lopinavir-ritonavir non sono riusciti a fornire un miglioramento statistico.In contrasto con questi farmaci, l'HNS rappresenta un'opzione più sicura e più economica che può essere utilizzata come rimedio interno."Le proprietà anti-diabetiche, anti-ipertensive, cardioprotettive e broncodilatatorie dell'HNS lo rendono ancora più vantaggioso nei pazienti diabetici, ipertesi, cardiaci e asmatici che hanno una mortalità associata a COVID-19 più elevata". L'HNS potrebbe essere un'opzione di trattamento OTC conveniente, domiciliare per i pazienti COVID-19.I risultati dello studio mostrano che l'HNS migliora sintomi e clearance virale e ha ridotto la mortalità nei pazienti con malattia moderata e grave.Secondo il team, l'HNS può essere utilizzato come terapia sicura ed efficace nei pazienti COVID-19 in quanto promuove un recupero e una sopravvivenza più rapidi.Pertanto, hanno concluso che l'HNS rappresenta un'opzione terapeutica accessibile e può essere utilizzato da solo o in combinazione con altre terapie per combattere COVID-19.Alcuni vantaggi di questa potenziale opzione di trattamento sono la sua disponibilità "da banco", l'accessibilità economica - meno di $ 5 per l'intero ciclo di trattamento e la facilità di somministrazione in quanto può essere un rimedio casalingo..... meglio essere cauti nei diabetici, anche se non vengono segnalate complicanze
Posso chiedere, se non è troppo sbattimento, di fare un riassunto degli alimenti consigliati in caso di infezione?
Lo so che non c'è nulla di certo, che in alcuni casi si parla di cura con principi attivi etc. Ma diciamo come consiglio della nonna... Visto che qua e là ho letto degli articoli scientifici in tal senso, ma sono contraddittori e sparsi sia qui sul forum che sui media, si può riassumere quali alimenti potrebbero, forse ma forse, fare bene e accelerare la guarigione? O almeno, sono stati tirati in ballo come possibili aiuti?
Tanto non è che cambia qualcosa mangiare un kiwi o un caco, ma magari sapendo che potrebbe far meglio in caso di infezione uno si compra il kiwi, per dire...
Ricordo di aver letto sicuramente:
- la vitamina C (che tanto le arance vanno bene per tutte le influenze, raffreddori etc d'inverno);
- vitamina D , quindi prendere sole o integrarla;
- cipolla (? avevo letto qui ma poi non ho seguito il dibattito);
- miele.
.......
#84
Inviato 27 novembre 2020 - 04:17
... per la vitamina d l'integrazione è secondaria alla valutazione del dosaggio plasmatico come detto e ripetuto, sotto controllo medico... e sono in programma campagne di controllo-integrazione nel regno unito, belgio e irlanda...
per tutte le altre vitamine e minerali uno si può leggere le belle pagine dell'Oregon State University .... https://lpi.oregonst...du/mic/articles
e poi confrontare con il contenuto nei singoli alimenti che ognuno mangia .... e farsi un pò di conti con https://nutritiondata.self.com/
nello studio suddetto il miele e il cumino hanno dosaggi riportati .... per 13gg in malattia .... da notare che lo studio era randomizzato e significativo, con risultati clinici superiori a remdesevir e altri anti-virali e plasma, anche se non ci voleva molto vista la loro inutilità
- purple piace questo
#85
Inviato 27 novembre 2020 - 04:18
#86
Inviato 27 novembre 2020 - 07:33
"Da IlGiornale.it del 27/11/2020
"La scorciatoia" per il vaccino: un "messaggero" può salvarci di Alessandro Ferro
La Pfizer, con una tecnica mai utilizzata in precedenza, ha raggiunto il 90% di affidabilità in fase 3 sul proprio vaccino anti-Covid. L'azienda Moderna addirittura il 94,5% con lo stesso principio, l'Rna messaggero. Ecco come funziona
"In 12 mesi si è fatto quanto si faceva in più di 12 anni". È quanto ha affermato il virologo Roberto Burioni riferendosi ai risultati del vaccino della Pfizer che ha stupito tutti con oltre il 90% di efficacia protettiva sulle 20mila persone alle quali è stato somministrato.
Intervenuto alla trasmissione di Fazio 'Che tempo che fa', ha spiegato come sia stato possibile realizzare questo "miracolo" scientifico in così poco tempo.
Il trucco, se così si può dire, è che il vaccino sviluppato dall'industria tedesca BioNtech con la Pfizer parte da un principio diverso (e molto più veloce) rispetto a quelli tradizionali per i quali sono necessari anni.
La "scorciatoia" per il vaccino: ecco l'mRNA
"La Pfizer ha preso una scorciatoia", afferma Burioni. Ma quale? "Le nostre cellule, quando devono produrre una proteina (cosa che fanno in continuazione pena la nostra morte istantanea), utilizzano una strategia molto semplice: le informazioni per la sintesi della proteina sono nel Dna ma un enzima, la RNA polimerasi, sintetizza usando come stampo il Dna una molecola di Rna messaggero, detta mRna", ha affermato lo studioso in diretta tv.
La molecola di cui parla si chiama Rna 'messaggero' perché porta il messaggio che consiste nelle informazioni per produrre una proteina a delle macchinette presenti nelle cellule chiamate ribosomi. Questi ribosomi leggono l’Rna messaggero e sintetizzano la proteina seguendo queste istruzioni. Ecco spiegata, in breve, la differenza con i vaccini tradizionali che, diversamente, sono spesso basati su proteine virali prodotte in laboratorio in grandi quantità, raccolte, purificate e poi “imbottigliate” e iniettate nel paziente per indurre una risposta immunitaria.
Come funziona. "Nel caso del vaccino Pfizer, l’Rna messaggero porta l'informazione all'interno delle cellule umane per produrre la proteina caratteristica del virus in questione, in questo caso la proteina Spike, che attiverà il sistema immunitario", ha detto in esclusiva a ilgiornale.it il Prof. di Sanità pubblica all'Università del Piemonte orientale Francesco Barone Adesi e membro del Crimedim (Research center in emergency and disaster medicine). "Noi abbiamo tutte le istruzioni per costruire le proteine che ci servono custodite all’interno del nostro Dna. L’Rna messaggero porta questa informazione fuori dal nucleo della cellula, ai ribosomi che costruiranno le proteine". Quindi, l'Rna che si è messo in questo vaccino è come se fosse un "file, con delle istruzioni per un computer, ha le istruzioni per costruire questa proteina", ci ha detto il Prof. Barone Adesi. È così che si inganna il sistema immunitario che pensa di essere stato colpito da un virus vero e si attiva.
Tradizione vs innovazione. La Pfizer, in questa corsa contro il tempo per fermare la pandemia, ha sperimentato un sistema nuovo: "Si inietta nelle cellule del paziente direttamente l’Rna messaggero che codifica la principale proteina del coronavirus, la 'chiave falsa' con la quale il virus entra nelle nostre cellule: i ribosomi la trovano, credono che sia un ordine che arriva dal Dna e sintetizzano la proteina del virus, che entrando in circolo viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario come estranea e aggredita", ha affermato Burioni. In pratica, ai ribosomi viene dato un ordine truffaldino grazie al quale si crea in automatico una risposta immunitaria quando il virus, quello vero, entra nel nostro organismo. A quel punto si attiva la produzione degli anticorpi chiamati “neutralizzanti“ che sembrano essere in grado di proteggere i pazienti. In altre parole, il lavoro che dovrebbe fare la casa farmaceutica (produzione e purificazione della proteina virale) la fa direttamente la cellula del paziente.
Rna messaggero
Vantaggi e svantaggi
I vantaggi sono due: la velocità di produzione (come abbiamo visto all'inizio) e la possibilità di cambiare facilmente il vaccino nel caso dovessero insorgere mutazioni virali. Il vaccino non contiene agenti patogeni attenuati (come avviene in tutti gli altri, ad esempio quello dell'influenza), quindi non è infettivo: l’mRna non necessita di entrare nel nucleo in quanto la sintesi proteica avviene nel citoplasma e ne facilita la sua attività. Il vaccino a mRn può essere prodotto, quindi, molto rapidamente, caratteristica fondamentale nel bel mezzo di una pandemia come quella attuale. "Il grande vantaggio è che un vaccino a Rna può essere preparato più velocemente di uno tradizionale. Una volta entrato nelle cellule, l’Rna fa preparare la proteina spike all'organismo stesso", ci ha detto il ricercatore. Ma non è tutto, perché ce n'è uno ancora più grande. "Se il virus mutasse, si riprogrammano le istruzioni nell'Rna e si ricrea la proteina nella nuova maniera: in questo modo si possono seguire eventuali mutazioni del virus, è molto conveniente", ha dichiarato il Prof. Barone Adesi.
E gli svantaggi? La somministrazione dell'Rna messaggero potrebbe non essere sempre gradita dal nostro organismo ed, in molti pazienti, gli effetti collaterali che si sono verificati erano simili ad una brutta influenza con febbre, mal di testa e dolori muscolari. In ogni caso, per ora, non è stato riscontrato nessun caso grave. Un altro aspetto negativo e problematico dal punto di vista logistico riguarda la distribuzione di questo vaccino che necessita di essere conservato a temperature glaciali (-70 gradi centigradi). Altri aspetti riguardano le dichiarazioni fatte dalle case produttrici, dei modi "irriturali di procedere: noi in questo momento abbiamo semplicemente una promessa - ci dice il Prof. - È come se stessimo aspettando una nave che deve portare un carico importante e qualcuno ci dice che è stata vista passare oltre al promontorio". In pratica bisognerà poi vedere effettivamente come è fatto questo vaccino, che riguarda sia le valutazioni di efficacia che i risultati dello studio, avere accesso ai dati per capirne le caratteristiche.
Il rebus della risposta immunitaria. "È la prima volta che viene utilizzato un vaccino con Rna messaggero, ed è per questo che si aggiunge un ulteriore strato di incertezza", aggiunge lo studioso. Secondo alcuni studi, gli anticorpi scomparirebbero dopo alcuni mesi. È per questo che diventa fondamentale, per tutti i vaccini, capire questo aspetto. "In alcuni casi, i vaccini possono creare risposte immunitarie più durature di quelle che si creerebbero se si incontrasse davvero il virus". Un'altra incertezza che ha posto lo studioso Barone Adesi è se questi vaccini funzioneranno davvero su tutte le classi d'età. "È fondamentale, negli anziani a volte funzionano meno bene: è quella che viene chiamata immunosenescenza. Sarà molto importante capirlo altrimenti bisognerà pensare ad alcune strategie diverse". Ciò significa che, eventualmente, bisognerebbe vaccinare tutti gli altri per impedire al virus di arrivare a chi è più anziano.
Vaccino di "Moderna": stesso principio di Pfizer
Ma le buone notizie non sono finite: nelle ultime ore anche l'azienda statutinense Moderna ha annunciato che il proprio candidato vaccino è "efficace al 94,5%", ancora maggiore di quello della Pzifer e con uno stato di conservazione più fruibile perché deve essere tenuto a -20 gradi centigradi e può resistere dentro ad un comune frigorifero per ben 30 giorni. I dati di Moderna sul vaccino contro il Covid-19 "sono straordinari, un'efficacia al 94.5% è impressionante. Ora, dopo i risultati simili annunciati la scorsa settimana sull' altro vaccino della Pfizer, possiamo prevedere finalmente un impatto sulla pandemia. È un grosso passo avanti", ha dichiarato Anthony Fauci, immunologo e direttore dell' Istituto Nazionale Malattie Infettive Usa in una intervista alla rete Nbc.
Covid, Moderna: "Vaccino efficace al 94,5%". Si può conservare in frigo
Rna messaggero protagonista. Come per quello della Pfizer, anche in questo caso viene usato l'Rna messaggero perché si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate: come si legge sul Corriere, parte del codice genetico del Coronavirus viene iniettato nel corpo consentendo la produzione di proteine in numero sufficiente per addestrare il sistema immunitario contro la proteina spike di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle. Utilizzare l’Rna messaggero (mRNA) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale.
Caso vuole che entrambi i vaccini di Pfizer e Modena hanno iniziato la fase 3 nello stesso giorno, il 27 luglio, e che tutti e due hanno bisogno della doppia dose a distanza di tre settimane (Pfizer) o quattro (Moderna). Segnali, senz'altro, di buon auspicio."
..............Mi sembra abbastanza chiaro speriamo..........
#87
Inviato 27 novembre 2020 - 08:40
#88
Inviato 28 novembre 2020 - 08:44
#89
Inviato 28 novembre 2020 - 09:52
#90
Inviato 28 novembre 2020 - 11:23
#91
Inviato 28 novembre 2020 - 11:39
Il virologo ha affermato che è da biasimare la lunga ignoranza dell'Italia sugli avvertimenti dalla Cina e la mancanza di contromisure, altrimenti il virus originario avrebbe potuto essere stato messo sotto controllo.
Ci manca solo che siamo noi i responsabili, sai che culo che ci fanno i cinesi?
Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza.
Oscar Wilde
#92
Inviato 28 novembre 2020 - 01:04
#93
Inviato 28 novembre 2020 - 01:20
#94
Inviato 28 novembre 2020 - 01:33
Da IlGiornale.it del 28/11/2020
La bomba su cibo e acqua che può far saltare il vaccino DI Alessandro Ferro
Uno studio americano ha scoperto che alcune sostanze chimiche presenti in prodotti di uso quotidiano e nel nostro organismo, potrebbero minare l'efficacia dei vaccini anti-Covid. "Diminuita risposta del sistema immunitario"
Le sostanze chimiche presenti in alcuni prodotti di uso quotidiano potrebbero ostacolare i vaccini contro il Covid-19: è questa la notizia choc che arriva dagli Stati Uniti.
Di cosa si tratta
I ricercatori dell'autorevole Harvard School of Public Health temono che i Pfas (letteralmente sostanze perfluoroalchiliche), usati principalmente per rendere resistenti ai grassi ed all'acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta e rivestimenti per contenitori di alimenti, siano in grado di ridurre l'efficacia dell'immunizzazione.
Queste sostanze le ritroviamo anche in moltissimi oggetti di uso comune come le padelle antiaderenti, gli indumenti impermeabili o i cartoni per la pizza le cui molecole sono state rinvenute nell'organismo di cittadini statunitensi ma anche in quelli di altri Paesi, tra cui l'Italia. Oltre ai danni che possono procurare al fegato, ad una ridotta fertilità e nei casi più gravi addirittura al cancro, adesso gli scienziati sono preoccupati che questo materiale chimico possa rendere meno efficace il vaccino contro il Coronavirus. Inoltre, se smaltiti illegalmente o non correttamente nell'ambiente, penetrano nelle falde acquifere raggiungendo campi e prodotti agricoli ed, infine, gli alimenti.
Lo studio americano
"In questa fase non sappiamo se queste sostanze avranno un impatto anche sulla vaccinazione per il Coronavirus, ma è un rischio concreto", ha detto Philippe Grandjean, primo autore dello studio e professore a contratto di salute ambientale presso la Harvard School of Public Health. "Dovremmo incrociare le dita e sperare per il meglio", ha dichiarato al quotidiano britannico The Guardian. Ma come si è arrivati ad ipotizzare un simile scenario? La ricerca condotta dalla prestigiosa università americana ha tenuto in considerazione ciò che si era già venuto a creare dopo le vaccinazioni contro tetano e difterite: i bambini esposti a Pfas avevano concentrazioni di anticorpi di molto ridotti rispetto al normale. La paura degli scienziati è che queste sostanze possano interferire con qualsiasi tipologia di vaccino. Come se non bastasse, un’altra ricerca dello scienziato Grandjean (che è comunque ancora da sottoporre a revisione scientifica), ha fatto emergere che un particolare tipo di Pfas, chiamato perfluorobutirrato (o Pfba), si accumulerebbe nei polmoni aumentando la gravità dei sintomi nelle persone infettate da Covid-19.
"Non abbiamo evidenze"
"Gli esperti hanno ritenuto che l'effetto più critico derivante dai Pfas per la salute umana sia la diminuita risposta del sistema immunitario alle vaccinazioni", ci ha detto in esclusiva il Prof. Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Il tema è molto delicato ed il Presidente ci ha spiegato quali sono le soglie di sicurezza stabilite dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) la cui sede si trova a Parma. "L'Efsa ha stabilito una nuova soglia di sicurezza per le principali sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) che si accumulano nell’organismo umano. La soglia, una dose settimanale tollerabile di gruppo (Dst) di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana, è stata individuata a tutela dei rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di queste sostanze negli alimenti", ha affermato Miani.
Lo studio americano necessita, comunque, di ulteriori verifiche prima di poter affermare se il sistema immunitario, effettivamente, risenta negativamente di queste sostanze chimiche. "I Pfas sono sicuramente dei potenti interferenti endocrini ma non ho evidenze certe sui potenziali effetti su vaccini né tantomeno su vaccini Sars-Cov-2", ha tenuto a sottolineare il Prof. - "Ho solo letto che la presenza di metalli, componenti in plastica, plastificanti e sostanze polifluoroalchiliche possono mostrare il potenziale per esacerbare i sintomi respiratori del Covid-19, sebbene siano ancora necessari studi epidemiologici per confermare gli effetti sinergici tra questi inquinanti e il virus".
Vaccini meno potenti?
Per adesso, comunque, la "bomba" sganciata dai ricercatori americani fa paura ed aumenta dubbi ed incertezze già legati, a prescindere, alla velocità con la quale a breve inizierà la commercializzazione degli antidoti al virus. Ad esempio, il tanto discusso vaccino Pzifer/BioNtech si basa sul materiale genetico dell'Rna messaggero (per la prima volta in assoluto) e non si sa ancora se la contaminazione con gli agenti chimici Pfas possa abbassarne (e di quanto) l'efficacia. Ma si stanno sviluppando anche molti altri vaccini contro il Covid che agiscono sui picchi proteici del virus come fanno quelli contro tetano e difterite. In questo caso, è ipotizzabile che possano essere meno efficaci nelle persone che hanno ingerito Pfas. "Sappiamo che le persone con un’elevata esposizione a Pfas hanno livelli di anticorpi molto bassi e non protettivi dopo quattro vaccinazioni per la difterite e il tetano", ha detto il ricercatore danese Grandjean. “Quindi, per i vaccini Covid che hanno un meccanismo simile, il Pfas probabilmente inibirà la risposta ma in questa fase è ancora un'incognita”.
Anche nell'acqua. La rivista statunitense Consumer Reports ha testato a tappeto ben 47 acque minerali trovando Pfas addirittura in una bottiglia su cinque oltre a numerose tracce come scatole per hamburger, involucri, sacchetti per patatine fritte molto usati in catene internazionali come McDonald's. Come si legge su Repubblica, poche settimane fa, il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha annunciato l’eliminazione graduale dai prodotti di consumo di agenti con proprietà di interferire con il sistema ormonale (interferenti endocrini) come ad esempio ftalati e bisfenolo, composti chimici plasticizzanti usati per l'imballaggio e l'impacchettamento degli alimenti e dei liquidi, e sostanze persistenti come le polifluoroalchiliche (Pfas). Si stima che siano circa 200 milioni gli americani che consumano alimenti contenenti Pfas conosciuti anche con il nome di "sostanze chimiche per sempre" perché rimangono molto a lungo nel corpo umano prima di essere smaltite.
Il "caso" del Veneto
Inquinanti Pfas nell’acqua Zaia: "Abbasseremo limiti'
Ma i Pfas non riguardano soltanto i cittadini oltreoceano: un'importante ricerca condotta dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) nel 2013 aveva messo alla luce un'alta concentrazione di queste sostanze sul Lago Maggiore ma soprattutto in Veneto, tra le province di Padova, Vicenza e Verona, tant'è che in quel periodo il Consiglio dei Ministri aveva dichiarato lo stato di emergenza nella regione e nominato un commissario. L'imputato principale era la fabbrica Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, fallita nel 2018 dopo aver inquinato per anni le acque del torrente Poscolo ma anche di alcuni tratti del Po veneto. L'azienda è stata imputata per aver concorso all’avvelenamento della falda acquifera destinata al consumo umano nel sottosuolo dell’azienda e delle acque superficiali e potabili, nonché di aver provocato un vero e proprio disastro ambientale.
……….tutto e il contrario di tutto…..vediamo come va a finire.
#95
Inviato 28 novembre 2020 - 02:44
#96
Inviato 28 novembre 2020 - 06:00
#97
Inviato 28 novembre 2020 - 09:01
L' ivermectina ... ma è un antielmintico:
https://it.wikipedia...iki/Ivermectina
Ma se funziona ben venga
E' con la sola volontà che metto in moto il mio pensiero
Le labbra si macchiano e le macchie sono un segno di riconoscimento
E' con la sola volontà che metto in moto il mio pensiero
#98
Inviato 28 novembre 2020 - 09:13
.... in italia è solo per uso ospedaliero; non fà miracoli, ma almeno è un farmaco a bassa tossicità e forse funziona meglio del vaccino
Ruolo dell'ivermectina nella prevenzione dell'infezione da COVID-19 tra gli operatori sanitari in India: uno studio caso-controllo abbinato
https://www.medrxiv....0.29.20222661v1
Il nostro studio ha dimostrato che due dosi di profilassi con ivermectina alla dose di 300 μg / kg somministrate a distanza di 72 ore erano associate a una riduzione del 73% dell'infezione da COVID-19 tra gli operatori sanitari per ilmese successivo
Per lo più, la profilassi dell'ivermectina andrà a beneficio degli operatori sanitari che sono vulnerabili all'infezione a causa della loro professione.
I risultati del nostro studio gettano luce nella stessa direzione in cui l'ivermectina può svolgere un ruolo vitale nella strategia di prevenzione dell'infezione da COVID-19.
#99
Inviato 29 novembre 2020 - 03:02
#100
Inviato 29 novembre 2020 - 08:08
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