Molto carina, gemmo
La tua storia vuol significare che spesso, le nostre, non sono risposte al nostro interlocutore, ma concetti preconfezionati nella nostra mente.
La nostra testa è piena di idee, pensieri, e non c'è posto per la ricezione di quello che viene dall'esterno.
Quando ascoltiamo gli altri, non lo facciamo con attenzione, e le nostre diventano delle reazioni; in realtà nascondono tutto il nostro malcontento, il nostro malessere.
Ascoltare con attenzione, vuol dire sgomberare la mente da tutto quello che la società immette nelle nostre teste.
A quel punto, noi siamo vuoti, e allora a quel punto c'è posto per il nuovo.
La mia storia, invece, mette in evidenza che spesso noi agiamo impulsivamente; anche qui, ovviamente non siamo attenti.
Quell'uomo si arrabbiò, e quando si rese conto che la barca era vuota, la sua ira si spense.
Questo vuol dire che gli altri sono padroni delle nostre emozioni; le possono accendere e spegnere a loro piacimento.
Mi dicono che io sono brutta, e divento triste; mi dicono che sono intelligente e divento felice. Ma se un giorno uno mi dice che sono bella, ecco che divento felice, e se un altro mi dice che sono stupida, cado nel baratro.
Essere padroni di sè, vuol dire rifiutare le condanne quanto gli apprezzamenti; perchè se accetti le lusinghe, devi essere pronto ad accettare anche le condanne.
Quell'uomo poteva tentare di schivare la barca; invece il primo istinto è stato quello di inveire contro l'altro.
In questo modo aveva qualcuno da incolpare.
A te, gemmo